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Racconti Erotici Etero

Bianco Natale

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Erano le 12,00 e stavano per arrivare tutti i nostri invitati.

La tavola era pronta e, Maria, aveva già finito di preparare il pranzo.

Io ero annoiato, come al solito’i pranzi di Natale mi atterriscono, mi uccidono, distruggono tutto ciò che di meglio &egrave in me.

Penso che potrei rischiare l’impotenza, con una settimana consecutiva di ‘pranzi di Natale”

Quell’anno, però, accadde qualcosa di diverso, che in qualche modo, mi ha fatto riconsiderare la mia visione delle feste ‘Natalizie”

‘Paolo vai a prendere il vino, te ne sei dimenticato, come al solito’.’

Scesi in cantina, svogliato ed anche un po’ irritato’

Mentre sceglievo, il vino che poteva annientare, le chiacchiere inutili di suocera e cugini, sentì dei passi dietro di me’

Mi girai e vidi una donna, straniera, forse tedesca, scandinava’bionda, non altissima, vestita con stretti pantaloni rossi di pelle ed una leggera e trasparente camicia bianca’

Chi era? Forse Babbo Natale, aveva cambiato sesso?

‘Scusi, ma dov’&egrave l’entrata del palazzo? Mi sono persa e non trovo più, il modo di risalire agli appartamenti”
Parlava un Italiano strano, quindi era confermata la mia teoria e poi quell’abbigliamento leggero, in pieno Dicembre’Scandinava, tedesca, forse russa?

‘Ora l’accompagno ‘ le dissi ‘Sto salendo anche io’

Con poche e rapide parole mi disse che era venuta a trovare un amico, era olandese, di un piccolo centro vicino ad Amsterdam.

Eravamo soli, nel buio dei garage’Non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo seno, messo in netta evidenza dalla camicia, praticamente inesistente.

Lei se ne accorse, era divertita, per niente infastidita, dalla situazione’sembrava, anzi, piuttosto eccitata!

Stavamo aspettando l’ascensore’

Lia, così si chiamava, mi sorrise improvvisamente, con un’aria maliziosa ed, avvicinandosi, comincio a slacciarmi i pantaloni, ricercava, con ansia qualcosa’beh, era chiaro cosa!

Io preso, da un irrefrenabile voglia, cominciai a slacciarle la camicia”No, non mi toccare, faccio tutto io!’

Lei mi disse così ed io, immobile, accettai la piacevole tortura’

Arrivò l’ascensore, e decidemmo, di tacito accordo, di non salire.

Lei giocò con me, non so per quanto tempo, ormai non capivo più nulla, non era dicembre, era pieno Agosto e mi sentivo sotto il sole cocente..

Lei, con al bocca, stappò il mio spumante che cadde in terra’sporcandole la candida camicia.

Con naturalezza se la tolse, la mise in borsa e mi disse ‘Vado a piedi, ora riconosco la strada’

Rimasi allibito ed estasiato’

Finalmente, cominciavo ad amare il Natale!

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