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L’astinenza si fa sentire, ho il cazzo duro come roccia. Sono tre giorni che non vengo. La porta si apre e Nicole mi sorride, il lingerie nera mette in risalto le forme. Voglio scoparla. Mi fa l’abituale gesto col braccio ed entro. Spank la natica attutisce la botta “Ti vedo bello carico.” Di nuovo quel ghigno. “Oggi non è come gli altri, ho in mente qualcosa di davvero speciale” i suoi passi seguono i miei “sono sicura che ti divertirai parecchio.” le mani mi afferrano le spalle. Sono ancora vivo?

La gabbia misteriosa

Seguo Nicole, ad ogni passo il tanga viene stretto tra i glutei. I piedi nudi sul parquet mi indicano la via e li seguo passo passo.
Si siede sul letto e piega il dito facendomi segno di avvicinarmi. Se spostassi appena il bacino il mio cazzo le sfruscerebbe sulla faccia. Resto immobile. Nicole si piega ed apre un cassetto del comodino di legno e tira fuori degli oggetti di metallo . “Che roba è?” Inarco il sopracciglio e mi passo una mano tra i capelli. Lei mi squadra e appoggia il tutto dietro la schiena.

L’inguine rasato

“Hai fatto i compiti a casa?” Stringe gli occhi e alza il lato della bocca. “Certo, vuoi vedere?” Porto la mano al bottone del jeans e inizio a slacciarlo. Nicole fa un cenno con la testa e fissa le mie mani. Lascio cadere i pantaloni alle caviglie e metto le mani sull’elasticità degli slip. “Bravo Martino” mi ferma le mani “vedo che li hai messi” mi libera dalla presa e mi fa cenno di continuare. Arrossisco e le mutande raggiungono i pantaloni alle mie caviglie. Sento un po’ di freddo all’inguine, non sono abituato a essere liscio laggiù. La pelle liscia della mano di Nicole mi riscalda le palle. “Bravo, ottimo lavoro!” Mi stringe le anche e mi gira di 180 gradi. “Tutto liscio anche qui!”.

L’illusione

Il dito mi scorre tra le natiche e un brivido mi attraversa. Il muscolo dell’inguine si contrae facendo alzare il pene.
Nicole se ne accorge e ripassa sul mio ano premendolo. “Ma bravo Martino, sei proprio una puttanella” mi gira di nuovo a se, le labbra mi sfiorano la cappella e il suo alito caldo mi manda ai matti. La lingua la bagna appena. Oddio sta succedendo finalmente!

Si comincia

I suoi capelli neri emanano un odore di cocco, alza lo sguardo e ride “dovresti vedere la tua faccia” si passa una mano sull’occhio “davvero pensavi che—” quando ride è ancora più bella “sdraiati sul letto, sai cosa fare” la seta delle sue mutandine mi sfiora il pene. Nicole accompagna le mie spalle con la mano mentre salgo col ginocchio sul materasso. Un dolore pungente sull’altro ginocchio. L’ho appoggiato sul mucchietto di oggetti di metallo. Spank “Attento!” La natica sinistra mi fa male “se lo rompi te lo faccio ricomprare!” La seta accarezza la mia schiena e rinfresca la natica. Cazzo se fa male. Nicole mi raggiunge e si siede sul mio inguine. La figa calda e umida sfrega sul mio cazzo. Voglio scoparla ma so già che non succederà.. una lacrima mi bagna l’orecchio.

Finalmente si viene

Il bacino continua a muoversi e premo il mio su d lei. Nicole mi afferra i capezzoli pizzicandoli. Non vengo da tre giorni, manca poco. Stringo le lenzuola tra le mani e gemo appena, alzo le cosce che premono sul suo culo. Mi lascia il capezzolo sinistro e sposta la mano dietro la schiena. Non riesco a smettere di gemere. Sento una pressione sull’ano, le sue dita premono entrando appena “vieni troietta!” Non resisto oltre e la bagno. Lo sperma caldo mi entra nell’ombelico. Le dita continuano ad allargare lo sfintere. Ora è fastidioso. Un secondo getto. “Ma brava la mia puttanella” scivola verso le mie gambe “pronta per la tua ricompensa?” Alzo le sopracciglia, è la prima volta che mi parla al femminile. Un occhiataccia. “C..certo” mi asciugo la fronte. Di nuovo quel ghigno.

Il Primo bacio

La testa si china sul cazzo. La lingua umida raccoglie lo sperma. Un risucchio svuota l’ombelico. Mi fissa accennando un sorriso e si avvicina a carponi. Sono di nuovo eccitato, il cazzo striscia sul suo addome mentre mi viene incontro.
La bocca lucida e si avvicina alla mia. Non mi ha mai baciato. Le labbra si toccano, si aprono. Il mio seme caldo mi riempie la bocca e la lingua di Nicole si intreccia con la mia. Il cuore mi scoppia. Mi poggia la mano sul cazzo “sei proprio una troietta” le tette le coprono parte del volto “brava Martina!” Spank il pene rimbalza sulla gamba, l’ho sentita appena. Mi porge un fazzoletto umido, sa di mela verde “pulisciti, torno subito”.

I preparativi per la gabbia

I passi si avvicinano nel corridoio. La porta è ancora chiusa, ritorno a fissare quella gabbia metallica vicino ai miei piedi. La forma ricurva ricorda un pene flaccido.. oh cazzo.. no dai.. non è possibile! Il cazzo torna duro più che mai. Chissà perché..
“Ti piace?” I muscoli scattano e mi metto seduto “sembra proprio di sì” adoro la sua risata. Metto le mani sulle cosce “che cos’è?” Nicole si avvicina e si siede affianco a me. Tamburella col dito su un cubetto di ghiaccio. Mi guarda fisso negli occhi e si sdraia sulle mie cosce. “Vedi” sorride “ci ho pensato a lungo e —” il freddo mi punge la cappella e scatto indietro. Mi fulmina con gli occhi “Ferma Martina!”

La minaccia

Riappoggia il cubetto un pene. Trattengo l’impulso di muovermi. “Dicevo” la sua espressione è ancora severa “ci ho pensato a lungo e la verità è che non mi fido di te” il freddo mi anestetizza l’area “tu mi dici che non ti masturbi e che aspetti di essere qui per venire però non mi sembra così” il suo sguardo si fa ancora più intenso, abbasso il mio. Il cubetto continua ad accarezzarmi il pene ormai flaccido. “Ho sempre fatto tutto quello che mi hai detto” mi porto le mani alla fronte “c’è davvero bisogno—” Il cubetto cade, Nicole si alza “Se non ti sta bene vattene!” Il dito indica la porta aperta. “N..n..no, ma io—”

La gabbia

“Zitto allora e fammi finire, o fai come ti dico io oppure non se ne fa nulla.” Accenno un timido si con la testa. Nicole si siede e riprende col cubetto. “Dicevo, non mi fido e voglio essere sicura che non ti masturbi” appoggia il cubetto sul comodino affianco al lubrificante. Spreme un po’ di crema sul dito e la spalma sull’inguine. “Ecco perché ti ho comprato un regalo” le mani aprono un anello di metallo. Lo posiziona intorno al pene e le palle stando attenta a non pinzare la pelle “sono sicura che tra poco non ti accorgerai nemmeno di averlo addosso”. Con una mano tiene chiuso l’anello, mentre l’altra mano prende il tubo a forma di gabbia. “Guarda bene perché dalla prossima volta lo devi fare da sola.” È tornato il femminile. Il pene scivola nel tubo che fissa all’anello. Un lucchetto a cilindro va a chiudere il tutto. Estrae la chiave “Et voilà” mi sorride “ora mi sento già più sicura” prende una catenella dal cassetto e ci fa scivolare la chiave. “Ora se vuoi venire devi chiederlo a me” chiude la catenella alla caviglia. Il pene inizia a svegliarsi dall’intorpidimento e fa male. La gabbia curva è piccola e impedisce l’erezione.

Il primo pompino in gabbia

“Ti sta proprio bene!” Porta le mani al viso “come ti trovi?”
“Fa un po’ male” sollevo la gabbia lasciandola ricadere sulle palle
“Vedrai che ti abitui in un baleno” Si china sulla gabbia, il suo alito caldo mi eccita. La mia bocca si contrae e stringo gli occhi. La lingua si insinua tra le sbarre “è da un mese che vorresti un pompino. O sbaglio?” Di nuovo quel ghigno. Le su labbra avvolgono il mio pene. Mi sento esplodere, il dolore mi annebbia la vista. “Ti prego, non così..” le parole mi muoiono in bocca.

Piacere anale

Nicole mi guarda compiaciuta, ride con gli occhi. La mano mi assaggia le palle e si fa strada tra le cosce. Un brivido mi fa inarcare la schiena. Continua a succhiare mentre con le dita preme sullo sfintere umido. Il dolore della gabbia si attenua e una strana sensazione piacevole mi riempie la testa. Alzo le gambe e le dita scivolose di crema si insinuano nell’ano. Lancio un gemito inarcando il collo. La guancia sprofonda nel cuscino e mi aggrappo alle lenzuola. Nicole continua a massaggiare il retto mentre col pollice fa pressione sotto lo scroto. Gli occhi sono fissi su di me. Gemo di nuovo. Lei sorride “L’ho trovata?” Preme ancora lo stesso punto e gemo più forte “direi di sì” continua a massaggiare la prostata.

Le mie gambe tremano, delle scosse di piacere scorrono in tutto il corpo. Non mi era mai successo nulla di simile. I gemiti mi risuonano nelle orecchie. Non sembra nemmeno la mia voce.
Nicole infila un terzo dito “Alla mia puttanella piace che gli apro il culo” Gemo più forte. Serra i denti “Brava Martina, godi come una troia.”

Godere come una donna

La mano libera prende un vibratore dal cassetto. È uno di quelli con la testa enorme che sembra un microfono. Lo accende e lo appoggia sulla gabbia. Mi ero dimenticato di averla. La gabbia metallica vibra ed emette rumore. La mano di Nicole picchietta la prostata sempre più veloce. “Vediamo se vieni come una vera donna.” Dimeno la testa sul cuscino, la schiena continua a inarcarsi ad ogni scarica di adrenalina. Tendo i piedi stringendo le ginocchia. Non riesco a controllare i tremori che diventano sempre più intensi. “Vengo, vengooo!” Lo sperma cola dalle sbarre della gabbia sul letto. Nicole ridacchia “Sei stata proprio brava, hai perfino schizzato dal clitoride” raccoglie il seme e me lo porge alla bocca “ora pulisci tutto!” Succhio avidamente le dita e mi lascio cadere sul cuscino. Le palpebre si chiudono da sole per la pesantezza.

Le mutandine rosse

Il materasso si alza, Nicole deve essere in piedi. Il rumore di uno sportello mi fa aprire gli occhi. Una mutandina rossa atterra sul mio naso, è fresca di bucato. La prendo tra le mani, la riconosco, è quella della prima volta. La stringo al volto e inspiro come se fosse il mio primo respiro.
Nicole mi fissa “mettila e rivestiti. Questa te la regalo ma dovrai comprarne delle altre” sgrano gli occhi “ma—” la gabbia mi stringe. Nicole incalza un sopracciglio. Mi infilo le mutandine “nulla” mi alzo in piedi e prendo i vestiti a terra.

Si può scappare?

Nicole mi accompagna alla porta “Guarda che so che la cintura di castità può essere sfilata se ci si impegna, però senza questa” indica la chiave alla caviglia “non puoi rimetterla. E se la togli non azzardarti nemmeno a tornare”
Abbasso lo sguardo “non la toglierò” mi sistemo il filo del tanga ma continua a darmi fastidio.
Nicole porta la mano alla bocca soffocando la risata “Ti abituerai anche a quelle.” Se lo dice lei..

Il saluto in gabbia

La porta è sempre più vicina. Abbasso le sopracciglia e faccio per prendere il pomello. Nicole mi ferma la mano e mi abbraccia. La pelle nuda mi si appiccica addosso. La gabbia fa di nuovo male. Le metto le mani intorno alla vita e le annuso il collo, il suo odore mi inebria. Nicole mi sposta le mani sul culo “Ora che sei in gabbia puoi toccare quanto vuoi” mi sorride come mai prima e mi infila la lingua in bocca e torna a stringermi. Le passo una mano tra le natiche tastandole l’ano. La gabbia si fa sempre più stretta. Non mi abituerò mai al dolore.

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