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Racconti Erotici Etero

lidia

By 4 Ottobre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Accadde tutto per puro caso, ma fortunatamente accadde.
Lei, Lidia, donna fidanzata da lungo tempo, la conoscevo ormai da lunghi anni, ma non so per quale motivo non riuscii mai a legare: ogni discorso, ogni incontro tra amici, ogni occasione in cui ci trovassimo erano motivo di scontro.
Ogni parola, ogni frase che lei diceva era motivo di appunti da parte mia e viceversa, tant’&egrave che il nostro rapporto &egrave sempre rimasto con un sopportiamoci e teniamoci ben a distanza.
Col passare degli anni, vuoi per la maturità, vuoi perché ormai non si &egrave più ragazzini, abbiamo instaurato un cordiale rapporto, nel senso che le poche volte che ci si vede si parla molto tranquillamente e anche approfonditamente di ogni discorso.
Lei &egrave bella. Alta, bionda, slanciata.
Un giorno l’incontrai casualmente per strada, sotto casa mia, nella quale mi ero trasferito da poco: parlando del più e del meno, senza malizia e fine alcuno le chiesi di salire che le avrei fatto vedere il mio nuovo appartamento: accettò con molta tranquillità, non avendo lei stessa alcun problema, non pensando, nemmeno lei, ad altro fine che dare un’occhiata all’appartamento.
Le ofrii qualche cosa da bere e sul divano cominciammo a parlare del lavoro, poi degli amici e via via il discorso si faceva più profondo.
Arrivammo a parlare di noi e del ghiaccio che c’&egrave sempre stato dei perché e dei per come non avevamo mai legato, condividendo la stupidità della cosa. Mentre parlavo iniziai ad osservarla con occhi diversi: al di là dell’ammirazione che provavo nei suoi confronti, che non &egrave mai mancata nonostante la chiara incompatibilità, iniziai ad ammirare la sua bellezza, fantasticando nel pensiero di tutti i racconti letti e film visti sull’esito più bello che varebbe potuto avere quell’incontro.
Non so se mi lesse nel pensiero, non so cosa o come, ma le cose andarano sempre meglio: s’inizio a parlare dei nostri rapporti di coppia, dell’insoddisfazione degli stessi, dell’insoddisfazione sessuale che vivevamo’
L’insoddisfazione sessuale’ Fu probabilmente questo che permise l’inizio’
Inizia con complimenti a raffica, sei talmente bella che non capisco come uno non possa starti sempre addosso, avessi io una come te al mio fianco, mi farei fare di tutto, non avresti che da ordinare e ti obbedirei.
Mi guardò e disse: Proprio come uno schiavetto? Ed io: si si, veramente, da te mi farei fare di tutto’ Vidi che le si illuminarono gli occhi. ‘Non ho mai provato nulla al di fuori della solita scopata e via e non ho mai pensato nemmeno ad altro in particolare, però discorrendo di questa cosa deve essere piacevole poter disporre di un bel ragazzo che ti esaudisca, sarà fortunata la tua compagna’.
Ormai si andava sulla provocazione, che io accettai’ ‘Quale fortunato, dissi, son messo peggio di te, magari la pensasse così, avrei risolto i miei problemi, invece nulla’ Vedi, se invece di fare gli stronzetti per anni ci fossimo incontrati prima le nostre vite sessuali sarebbero ben soddisfatte”
‘Guarda che non &egrave mai troppo tardi, siamo ancora giovani e i divertimenti bisogna sfruttarli finch&egrave si può!’
Non avrei mai immaginato potesse dire ciò, ma lo disse.
Come uno stupido mi inginocchiai davanti a lei: eccomi al tuo servizio’ Obbedisco!
La cosa nasceva sul ridere, io a fare lo stuido ai suoi piedi, lei che con fare scherzoso iniziava a dare ordini:
– baciami la scarpa!
Ero eccitato all’inverosimile e feci ciò che non avevo mai fatto nella mia vita, in ginocchio davanti a lei a baciarle la scarpa, il mio fare scherzoso scomparve e preso dall’evoleversi dei fatti iniziai a riempire la pelle della calzatura di baci, poi a leccarla sempre più avidamente.
Lei stava in silenzio, ammirando la scena, vedevo che iniziava a toccarsi fra le cosce, racchiuse in uno splendido paio di pantaloni neri.
Quanto era bella, più bella che mai.
Le tolsi la scarpa e le leccai il piede, in ogni angolo, in ogni centimetro, lo stesso feci con l’altra scarpa; lei nel frattempo si era slacciata i pantaloni e con una mano infilata iniziava a sgrillettrasi, mentre con l’altra mi accarezzava la testa: si alzò, si tolse i pantaloni e gli slip in un sol colpo, la camicia, restando con reggiseno e autoreggenti’ Cazzo!!! Le autoreggenti!!! Chi l’avrebbe immaginato!!! Ed io in ginocchio, da sotto, ammiravo il suo nido umidiccio, circondato da peli biondi, di una superfiga che se ne stava in piedi guardandomi dall’alto del suo metro e novanta.
Mi tuffai fra le sue cosce, leccavo, leccavo, leccavo, senza un attimo di tregua e con l emanile accarezavo il sedere, le gambe e goffamente, senza staccarmi con la bocca dal suo dolce nettare, cercavo di spogliarmi dei miei vestiti.
Dopo aver ampiamente goduto, saremo rimast in quella posizione per una ventina di minuti, si sedette sul divano e mi spinse a continuare a leccare’ Non chiedevo altro, il mio piacere nel leccare &egrave indescrivibile, &egrave una cosa che adoro e andrei avanti all’infinito.
Nel totale saremo andati avanti così per un’ora, lei sembrava distrutta dalla moltitudine di orgasmi, io avevo in mezzo alle gambe un vulcano pronto ad esplodere.
Mi tirò su di lei, mi cacciò la lingua in bocca per assoporare ogni suo piacere da me precedentemente gustato e nel frattempo con la mano prese il mio membro iniziando a massaggiarlo e masturbarlo, mentre la sua lingua non si staccava dalla mia.
Infilamelo mi sussurrò, ma la tua lingua la voglio sempre qui nella mia bocca!
Entrai in lei, nel suo caldo nido e pian piano iniziai a pompare, sempre piano, quasi a godermi ogni attimo di questo sogno reale, anche per non rischiare di espodere subito: volevo non finisse mai tutto quello che stava accadendo.
Mi succhiava la lingua, mi accarezzava la schiena, il sedere, si toccava le tette e vi accompagnava anche le mie mani: avrei voluto poter filmare questa scena’
Quando stavo per venire mi fermavo un attimo per poi riprendere, ma ad un certo punto non ce la feci più’
Lei s’accorse’ Stavo per uscire, per non riempirla, non avevamo preso precauzioni e nemmeno sapevo se prendeva la pillola, ma mise le sue splendide lunghe gambe a forbice, avvolgendomi e ansimando continuava a ripetermi’ vai avanti’ non uscire’ continua’
Esplosi, un orgasmo fantastico, lei ne ebbe un altro ancora, insieme a me, i miei gemiti e nel contempo i suoi, si spegnevano nelle nostre bocche, dalle quali non voleva mai staccarsi.
Restammo abbracciati una decina di minuti, nei quali accarezzavo i suoi capelli, nei quali le davo dolci baci sul viso, sulla bocca, sul naso, sui seni, accarezzandola dolcemente’ Dieci minuti di tenero silenzio’
E’ stato fantastico, mi disse, mai provata una cosa del genere’ Annuii, per me era la stessa cosa, ma mi sembrava banale e falso ripeterlo, pur essendo vero.
Dov’&egrave il bagno, mi disse? La accompagnai, facendo finta di ignorare il mio divano nuovo non più immacolato con una bella chiazza al centro.
Si sedette sul bidet e iniziò a lavarsi’
Questa scena mi eccitò da matti, vederla seduta a cavalcioni a sciaquarsi quella meraviglia’
Mi avvicinai da dietro e la abbracciai, baciandola sulla spalla’ Il mio membro sìappoggio alla sua schiena e sorridendo disse: ma non sei ancora sazio?
No, di te no, mai, mi ritufferei subito tra le tue cosce ad assaporare quella dolce rugiada e te lo farei io il bidet, ripulirei ogni centimetro con la mia lingua’
Beh, ormai &egrave tardi, mi disse, dai, ora girati che devo fare pipì e, ti sembrerà stupido dopo quello che abbiamo appena fatto, ma mi vergogno’
Non so cosa mi passò per la testa, non ho idea di cosa quel giorno potesse essere entrato in me, ma m’inginocchiai, ancora una volta, e le dissi: io voglio gustare la tua bevanda, la voglio bere tutta, fino all’ultima goccia, non voglio sprecare ogni minima cosa di te’
Mi guardò senza proferire parola, non sicura della serietà di ciò che sentì, non sicura di fare quello che avevo appena richiesto’ Lentamente si girò, sempre seduta sul bidet, ma ora rivolta verso me’ Io mi chinai verso il biondo che circondava il suo pube, aprì le sue labbra vaginali, io aprii le mie per accogliere tale bevanda e bench&egrave per la prima volta l’assaporai, non mi dispiaque affatto: la bevvi tutta e non contento, quando ebbe finito, l’asciugai per bene, riuscendo a darle un ultimo orgasmo.
Rivestiti, ci salutammo con un tenero bacio sulla bocca, a labbra chiuse, senza parola alcuna, ma guardandoci negli occhi in pieno compiacimento.
Chissà se &egrave stato solo un fuoco di paglia o ci sarà un seguito, chissà come ci comporteremo quando ci incontreremo con i rispettivi fidanzati, chissà’ La mia speranza &egrave che possa ritrovarla in piedi, nuda, innanzi a me!

pik

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