Skip to main content
Trio

Elena

By 5 Novembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Elena

E’ stata molto bella in gioventù, ora conserva nei lineamenti i segni d’una sicura avvenenza, non trascorsa ma, certo, in avanti negli anni.
La sua pelle ha ancora il candore perlaceo, le sue labbra, carnose e porporine, non siliconate, presentano ai lati una rete di piccole rughe, segno vezzoso del tempo, non sgradevole né così pronunciato da rivelarsi ad uno sguardo superficiale.
Insomma, non dimostra i suoi sessant’anni eppure evidenzia, nell’insieme, una maturità calma e rassicurante. E’ anche per questo che Anna l’ha scelta quale amica, nonostante la differenza d’età. Vero &egrave che Elena le ha confidato molte delle sue vicende personali, anche quelle più intime, quasi a volerla rendere partecipe d’una esperienza umana solcata da eventi memorabili, a volte lieti, altre volte tristi, uno, comunque, tragico: la scomparsa del marito a seguito d’un incidente automobilistico, quando ella aveva solo quaranta anni.
Dopo, per tanto tempo, solo il rimorso di non essere in quell’auto al momento dell’impatto e di aver preferito rimanere a casa per attendere alle faccende domestiche e curare personalmente la figlioletta Eugenia. Aveva conosciuto, poi, momenti d’indigenza, senza la sicurezza dello stipendio a fine mese; ma s’era rimboccate le maniche ed aveva accettato qualsiasi tipo di lavoro, non potendo contare su altri aiuti per sbarcare il lunario. Non che le fossero mancate le occasioni di rifarsi una vita, una nuova convivenza, ma le aveva scartate, decisa a continuare così, lei e la figlia, facendo finta che Guido sarebbe un giorno tornato a casa. Fece diverse domande d’impiego, partecipò a vari concorsi pubblici ed alla fine ne vinse uno per coadiutore, presso il Ministero della.. ‘ . Qui Elena conobbe Marco. E fu l’amore. Quello con la A maiuscola, come neppure con Guido le era capitato. Alla sua età ritornò ragazza, trepidò per quel sentimento che non aveva mai provato, pianse le più dolci lacrime della sua vita ed alla fine si arrese a quell’uomo che non poteva darle nulla se non la passione, rubata negli alberghi equivoci, in macchina sotto i ponti, dietro le siepi in primavera. Marco era già sposato, con due figli. Tuttavia ella l’amò con ogni fibra del proprio corpo, con tutta l’anima, fu comprensiva, materna, appassionata e femmina, per un uomo che valeva poco e dava niente, in cambio di tutta la dedizione del mondo. Ci mise parecchio ma alla fine lo capì anch’ella : si trattava d’un egoista immaturo, uno che avrebbe conservato lo spirito del giovane scapestrato anche a sessant’anni: doveri nei confronti di nessuno, con l’incoscienza di chi ferisce i sentimenti di tutti, senza neppure l’intenzione di farlo, incapace di qualsiasi ravvedimento, solo intento a vivere a modo suo, ignorando le ragioni ed i pensieri degli altri. Già, gli altri, quelli che ti rompono le scatole costringendoti a fare quello che dicono essere tuo dovere, che ti richiamano a precise responsabilità d’educatore e di padre, oltre che di marito. Marco non li capiva, non capiva perché avrebbe dovuto sacrificare la sua vita per permettere ad altri di vivere la loro con maggiore sicurezza e con gli agi d’un benessere materiale, frutto del suo lavoro. Che si arrangino, se vogliono, io non costringo nessuno a starmi vicino, ma se decidono di farlo &egrave alle mie condizioni: senza pretese soverchie poiché io debbo vivere la mia vita. E questo valeva anche per Elena! Così, quasi senza accorgersene, ella si allontanò da lui, frequentandolo solo in rare occasioni, per fare sesso, oltre ogni remora, in momenti che le lasciavano, dopo, l’amaro in bocca e la consapevolezza di aver soddisfatto gli istinti animaleschi della propria libidine. Non si lasciarono mai esplicitamente, ma si fecero sempre più radi gli incontri e gli appuntamenti ed Elena imparò a concedersi delle distrazioni , tra le braccia di amici occasionali.
Tutto questo Anna lo seppe da lei, quando, divenute più intime, l’amica decise di confidarsi, trovando che il carattere riservato di Anna poteva permetterle un’assoluta sincerità.
Cercò comprensione, in principio Elena, poi conforto, infine complicità. Anna l’aveva incontrata per caso, quando ella si era recata presso lo studio notarile dove presta servizio, per la pratica di successione della casa: Guido ed Elena avevano comperato in comunione di beni l’abitazione , fruendo di un mutuo ventennale abbastanza oneroso. Rimasta sola, la donna , non più in grado di pagare le rate se non a costo di grandi sacrifici, aveva deciso di vendere,cercando un alloggio in affitto. Ma per far questo, bisognava definire i termini della successione, per la parte del defunto ed in presenza della figlia minore.
Anna prese a cuore quella vicenda, per la dignità con cui Elena aveva esposto la questione ed aveva caldeggiato la cosa al Notaio.
Questi coinvolto emotivamente dalla propria collaboratrice , aveva suggerito alla cliente di rivolgersi ad un commercialista di sua fiducia per le ulteriori pratiche, definendo nel contempo la successione, con un compenso personale puramente simbolico . ‘Dica grazie ad Anna che me l’ha raccomandata con tanto calore’ disse il Notaio ed Elena, per sdebitarsi, invitò Anna a cena , in un locale vicino casa. Ella accettò per curiosità : le piaceva quella donna bella e combattiva; soprattutto ne ammirava il coraggio e la grande forza d’animo.
Presero così a frequentarsi e l’amicizia crebbe con il tempo; anche la confidenza da parte di Elena , divenne maggiore, tanto che in qualche occasione le aveva chiesto un piccolo prestito per arrivare a fine mese.
Anna ,più riservata, era lusingata dalla fiducia che l’amica riponeva in lei ma non le confidava molto di se, specie per quanto afferiva alla propria sfera intima: parlava con lei di tutto, pure di sesso, ma mentre Elena le diceva delle proprie esperienze, ella ascoltava attentamente senza aggiungere alcunché di personale . Fu assai stupita, quindi, quando Elena le chiese di accompagnarla ad una festa in casa di amici e, là per là, fu tentata di rifiutare; poi però, quando le confidò che la sua presenza l’avrebbe potuta aiutare a trovar casa chiese :’in che modo?’Ed Elena rispose:’la tua presenza a quella festa mi &egrave stata sollecitata dal dott. Selvaggi, il commercialista, che desidera conoscerti e mi ha addirittura proposto uno scambio molto vantaggioso: io ti presento e lui mi concede un piccolo appartamento in affitto.’ Ed alla titubanza di Anna, aggiunse:’ non hai nulla da temere, si tratta di una semplice presentazione , in mezzo a qualche centinaio d’invitati. E poi ci sarò io”.’ Ti trova affascinante e desidera riscontrare anche le tue capacità professionali , tanto decantate dal Notaio. Credimi, mi faresti un grande favore!’. ‘E va bene, verrò a patto che, dopo, mi accompagni a casa ‘. ‘Sta tranquilla, ti rimboccherò le coperte, se lo vuoi!’. Così dicendo le affibbiò un sonoro bacio sulla guancia e scomparve con la scusa di doversi preparare per la festa. Rimasta sola, Anna si affretta a riordinare le idee, mentre si concede una doccia tonificante e non tralascia di notare che, in fondo, quell’interessamento da parte di Umberto Selvaggi, un po’ l’intriga: lo conosce di fama e sa che possiede uno studio di commercialista tra i migliori della città. Poi, che il suo capo parli bene di lei &egrave notorio; potrebbe anche darsi che le voglia proporre di collaborare; non s’intende di questioni fiscali ma’. si può sempre imparare. In fondo, in fondo, però, ella pensa che tanto interesse sia dovuto alla propria avvenenza; forse Selvaggi ha saputo della sua relativa libertà, con il marito all’estero, e ritiene di doverne approfittare e, tramite Elena’. . Ma poi si dice, che vado a pensare, mica mi salterà addosso davanti a tutti ed io avrò fatto un favore ad una amica che ha bisogno. Con tale convincimento, rassicurante, ella si trucca e si veste per l’occasione: un vestito nero aderente, con ampia scollatura sul davanti, un filo di perle , scarpe nere di raso ed una sciarpa di seta . Piccola trousse con chiusura dorata guarnita di swaroskj, un fazzoletto bianco, ricamato , l’occorrente per rifarsi il trucco e’via!
Elena passa a prenderla con la fida ‘panda’, acquistata a rate, ed &egrave puntualissima. ‘Vuoi che andiamo direttamente alla festa o preferisci fare un salto da me? C’&egrave Eugenia che mi chiede sempre di te”. ‘Vai dove vuoi, stasera mi lascio guidare da te, per tutto!’. ‘Guarda che ti prendo in parola’ ribatte Elena , con un sorriso malizioso dipinto sulle labbra. ‘Anzi, ti propongo un gioco: promettimi che ti affiderai a me per tutta la durata della festa e che mi ubbidirai: Dopotutto sono io la più’.esperta, anzi, dovrei dire la più vecchia, ma questa parola mi mette tristezza!’ Elena sa perfettamente di non dimostrare i suoi sessant’anni , ma desidera che l’amica la rassicuri. Perciò, quando Anna le dice : ‘ ma quale vecchia, credimi, se fossi un uomo, sarei molto più affascinato dalla tua maturità che dalla mia ‘.stagionatura. Sei ancora una bella signora in grado di far girare la testa a parecchi’, prova un piacere intenso, fisico, che le dona un palpito di gioia.
‘Lusingami pure, ma stasera non ti farò sconti’ ribatte, sibillinamente, Elena , mentre si appresta a parcheggiare davanti alla casa di Selvaggi ed aggiunge:’ magari ti condurrò da Eugenia , più tardi’.L’ ingresso dell’abitazione del commercialista, che comprende tutto il terzo piano, d’un palazzo terminante con un locale del superattico annesso, &egrave di quelli ampi, con stucchi alle pareti e mobili d’epoca, scelti con gusto. Sulla destra, spicca una consolle direttorio con l’ampio specchio dorato dello stesso periodo e di contro, due poltroncine Luigi XVI, tappezzate in chiaro, con i gigli borbonici in risalto. Elena mormora all’amica:’solo l’ingresso e lo studio, sono più grandi dell’appartamentino che mi vuole dare in fitto’, scorgendo nello sguardo di Anna l’ammirazione di chi queste cose ricorda d’averle viste solo al cinema.
Poi la sua attenzione si sposta sulla figura del padrone di casa che le si &egrave fatto incontro e le ha preso galantemente la mano per un bacio appena accennato.
‘Questa &egrave la famosa Anna’, dice Elena presentando l’amica . ‘Famosa per le lodi che di lei tesse il mio amico Notaio’ aggiunge Umberto Selvaggi, mentre guarda con malcelato compiacimento la nuova ospite, cui fa il baciamano, presentandosi.
L’uomo che le sta davanti, pensa Anna, &egrave decisamente di gradevole aspetto: di statura media, magro, tra i cinquanta e i sessanta, carnagione scura, capelli brizzolati, tagliati corti, labbra sottili , mascella appena accennata, naso dritto , occhi grandi e mobili di color marrone, un bell’uomo. ‘Sa, le dice, ho tanto desiderato conoscerla che mi sono spinto in una promessa di qualche rilevanza alla sua amica: le darò in fitto l’appartamento che posseggo dalle sue parti e ‘forse molto altro ancora: ma non affrettiamo i tempi, la festa &egrave appena agli inizi’. Così dicendo fa strada alle due donne e le introduce nel salone dove già sono presenti alcune persone, intente a chiacchierare tra loro ed a bere dello spumante da lunghe flutes di cristallo. Alcuni si girano a guardare le nuove arrivate e qualcuno va a salutare Elena, pregandola di far loro conoscere l’amica. Ella presenta Anna a tutti poi la pilota al bar dove preleva due bicchieri con del liquore verdastro e ne porge uno ad Anna, sussurrandole trattarsi di menta piperita, necessaria per conservarsi, almeno per il momento, sobrie. Il ritmo soffuso dall’impianto hi- fi ed il terrazzo aperto ed arredato con divani e tavoli in ferro battuto, di stile barocco, panchine in midollino , grandi ombrelloni e carrelli con ogni bendidio: piccoli sandwiches al salmone, tartine di caviale rosso, coppe contornate di ghiaccio, ricolme di ‘beluga’ nero e mille altre leccornie, sono lo sfondo d’un intrattenimento che si preannuncia interessante. Anna ed Elena si servono da sole per un istante perché vengono contornate da uno stuolo di cavalierserventi, desiderosi di fare la loro conoscenza e magari intrattenerle per poi ‘provarci. Fatto sta che vengono divise e ciascuna condotta in un angolo del vasto salone a subire le domande interessate degli astanti , costrette a sorseggiare champagne, anche quando fanno presente di non essere in grado di reggere l’alcool. A metà serata sono ambedue allegre, malgrado i buoni propositi : Anna, stanca di respingere le avances d’un giovane palestrato, che le parla dei suoi metodi d’allenamento, chiede d’andare alla toilette per rinfrescarsi e le viene indicato un vasto locale che funge da antibagno, con una grande specchiera e due lavandini. . Dalla porta chiusa del water closed , provengono però, gemiti soffusi. Anna si avvicina , curiosa, e percepisce chiaramente, il rantolo d’una femmina nel bel mezzo di un rapporto, che implora il partner di accelerare il ritmo:dai’piùforte’.così’così’.dai’sfondami’si..si..chiavami’fottimi’vengo’vengoo’Dio”. com’&egrave bello’che gran porco che sei !!! Devi farlo anche alla nostra amica così’ci voglio essere anch’io!!’. ‘Sei sicura di riuscirci, risponde una voce maschile, non mi sembra il tipo d’apprezzare gli incontri casuali’ ‘Lascia fare a me e prepara il..necessario. Piuttosto sei sicuro di farcela dopo questa scopata con me?’ ‘Sicuro, stai tranquilla, basterà che tu melo appoggi li e poi ‘… Ricordati quattro e non di più’ ‘ Non &egrave questione di prezzo ma ‘di voglia e a questa ci penso io. Adesso vattene che devo rassettarmi un po”. Anna non ci vuole credere ma ha il forte sospetto d’aver riconosciuto la voce di Elena e di Umberto. Per esserne certa, esce repentinamente dall’antibagno e si apposta dietro una tenda del corridoio per vedere chi passerà. Dopo una breve attesa vede passare in successione, Umberto e, dopo poco, Elena con il trucco rifatto di fresco. Le si fa incontro e le domanda : ‘dov’eri, ti ho cercata dappertutto, ti prego, andiamo via subito, temo di essere un po’ brilla e non vorrei commettere cose di cui pentirmi o vergognarmi’.
‘Amore di che ti preoccupi, sei affidata a me stasera, ricordi? Vieni che ti devo parlare, andiamo nello studio. La non ci disturberà nessuno’. Costringe l’amica, un poco riluttante a seguirla ed una volta dentro, la stringe alla vita e le sussurra in viso , con un alito sapido di vino : ‘ Sai, hai fatto colpo su Umberto. Mi hai reso un gran favore, davvero, ora potrò finalmente vendere la casa e garantire a mia figlia una vita decente. Adesso devi farne uno anche a te!’ ‘A me, come e poi perché?’ ‘ Umberto ti desidera. Me lo ha detto chiaramente e siccome non &egrave uno a cui piace temporeggiare, mi ha pregato di dirti che per averti , una sola volta, &egrave disposto a darti questi’. E così dicendo tira fuori 4.000 euro in banconote da cinquecento e le infila nella scollatura di Anna. ‘Non se ne parla, per chi mi ha preso, per una sgualdrina da quattro soldi!!!’ ‘quattro soldi non direi proprio. Io non so tu ma a me 4.000 euro fanno un bell’effetto, senza contare che altri 2.000 andrebbero anche a me . E tu sai quanto bisogno ho di denaro in questo momento. ‘ ‘ Hai proprio previsto tutto !!! Ed io che ti credevo una amica!! Bell’amica !! mi hai promesso, a mia insaputa, al tuo ganzo e credi di poter fare il comodo tuo con me!! Ma hai sbagliato e di grosso!! Anche per me 4.000 euro non sono pochi, ma certo non valgono il rispetto che ho di me stessa! E poi, che figura ci facciamo: io la puttana e tu la ‘prosseneta!!!’ Elena le si fa ancora più da presso, se possibile, e le sibila in faccia: ‘ Stammi a sentire, bella mia, non sei tu quella che ha promesso di fare ciò che io voglio per questa sera? Ebbene, mantieni il patto. Fatti scopare da Umberto!! In fondo cosa ci perdi, niente, anzi , ci guadagni e mi permetti di avere un piccolo capitale per le prime necessità di mia figlia. Vedi te lo chiedo per lei , non negarle questa possibilità, ti prego!’ ‘Ma ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo? Io dovrei sottostare alle voglie d’un tizio che neppure conosco perché tu possa fare i comodi tuoi?!! Devi essere impazzita!’ ‘Non per i comodi miei ma per consentire ad Eugenia di non sentirsi esclusa , di partecipare, con tutti i suoi compagni di scuola alla gita in Francia. Io non potrei mai mandarcela. Con quei soldi’però’ poi, se hai paura ci sono io vicino a te”. ‘Ah, sarai anche presente’ma che bella notizia! Io con quel tuo Umberto e tu presente . E cosa faresti? Reggeresti il moccolo?’ ‘Non pensarci, dammi retta’ed ora vuoi andarci da sola in camera da letto, dove ti aspetta o devo trascinartici?’ . Anna non risponde, ma quando Elena la prende per mano si lascia condurre verso la zona notte dell’appartamento. Nel tragitto Elena le sussurra:’coraggio, vedrai che non sarà affatto male e poi lasciati fare. Nel frattempo” la sospinge dietro una tenda le alza repentinamente le vesti e le sfila le mutandine, :’via queste’non servono’ . Poi ricompone l’amica e la introduce nella camera da letto, chiudendo la porta. Gli ultimi avvenimenti Anna li ha subiti, ora però ha una specie di resipiscenza e, voltandosi verso l’amica, mormora ‘mi vergogno tanto, ti prego lasciami andare, te li do io i soldi per Eugenia” ma non termina la frase che si trova davanti Umberto, entrato dalla sala da bagno adiacente. Elena, allora, si pone dietro la donna e fa cenno all’uomo di avvicinarsi. Quando &egrave a non più di un passo da loro, Elena allunga una mano e slaccia la lampo dei pantaloni del commercialista, introducendosi negli slip ed assaggiando la consistenza del fallo che poi estrae. Anna segue la scena con un alternarsi d’emozioni: prima spaventata, ora in preda a crescente inquietudine , mentre le guance si coloriscono d’un rosso violento, e poi scolorano nell’ultimo residuo del pudore morente. Elena la stringe sempre da dietro e, lasciando per un momento la verga turgida, solleva il tubino nero fino alla cintola , lasciando il pube scoperto e vulnerabile. Come in soffio mormora all’amica:’apri le cosce’ ed accertatasi d’essere stata obbedita, riprende in mano il nerbo di Umberto e lo avvicina alla vulva di Anna, sfregandolo all’interno delle grandi labbra. Anna ha un gemito e si offre più apertamente al contatto spingendo in avanti il bacino. Umberto si fa incontro con il pene e, afferrando i fianchi della donna , inarca la schiena e la penetra d’ un sol colpo. Un singulto represso esce dalla gola di Anna, sempre sostenuta da Elena che ora aderisce alla schiena dell’amica e la segue nel ritmo del coito appena iniziato. Le sue mani sono all’altezza dei seni di Anna e vellicano i capezzoli sopra la stoffa del vestito ma desiderano un contatto più diretto e perciò , in un attimo, aprono la lampo del vestito e lo sfilano insieme al reggiseno. Ora hanno libero accesso alle mammelle dalle aureole dorate e dai capezzoli eretti; massaggiano sapientemente, vellicano ,stuzzicano, stringono e carezzano senza posa mentre la bocca di Elena si chiude a ventosa sul collo di Anna per suggere la pelle delicata, badando a non lasciare segni. Quando capisce, dal respiro della donna che si fa affannoso, del climax che incombe, afferra tra l’indice ed il pollice i capezzoli e, mentre l’amica inizia a venire, strizza la carne ferocemente, procurando ulteriore piacere alla femmina vinta.
Anna rantola e pronuncia parole senza senso mentre il partner eiacula nel profondo della vagina, ma ella si rivolge ad Elena per invocare che non finisca l’amplesso, che la si possegga ancora: ‘ ti prego , portami sul letto’. , adesso non potete lasciarmi così’.voglio di più , di più e tu non smettere’continua!’. Elena si stacca per un attimo dall’amica, la spoglia degli indumenti arrotolati in vita, si toglie repentinamente il vestito, restando con le calze autoreggenti e il reggipetto che repentinamente sgancia. Lo slip era, da tempo, nella borsetta, insieme a quello di Anna. Umberto si &egrave denudato e si adagia sul letto in attesa delle donne. Anna si lascia distendere sulle lenzuola di seta , mentre Elena prende posto alla sua destra e le intima di allargare le gambe per accogliere l’amico che mostra una erezione ancora valida. Ma Umberto non desidera prenderla subito: si china sul ventre di Anna e comincia a leccare l’ombelico mentre con le mani vaga sulle cosce delle sue prede, risalendo verso l’incanto delle vulve , fermandosi ad apprezzarne la consistenza e penetrando, infine in quella di Elena, dove inizia a titillare il clitoride. Con la bocca scende lungo il ventre di Anna e s’intrufola fra le cosce aperte , baciando le grandi labbra per poi introdursi nella vagina, piena degli umori di entrambi. Egli inizia il cunnilinguo con rapidi colpi di lingua ma sugge anche il piccolo bottoncino turgido provocando l’ennesimo godimento alla donna che continua ad agitare la testa da destra a sinistra sotto le carezze che i due le dispensano . Elena , allora si impadronisce della mano di Anna e la depone tra le sue gambe, dove si trova anche quella di Umberto. Poi guida le dita dell’amica sul clitoride mentre Umberto mima un coito, introducendole tre dita in vagina. Anna ha un moto di sorpresa: non ha mai toccato il sesso di una donna ed il contatto la turba. Ella cerca gli occhi di Elena che le &egrave vicina e le carezza i seni e questa, sorridendo, si china progressivamente sul suo viso ,fino a sfiorarle le labbra con un bacio. Anna &egrave sconvolta ma sente crescere in lei la voglia di abbandonarsi a quelle carezze che una altra donna le pratica, mentre l’uomo le sugge il sesso e la conduce ancora verso l’acme del godimento. Così, quando Elena le cerca ancora le labbra, si apre al bacio e riceve la lingua della donna che incontra la sua in un piacevole contatto. Ora le dita di Anna si fanno più attive, scavano nella vulva dell’amica ed incontrano quelle di Umberto che continua a leccarla : poi come in un sogno si sente dire:’ ti prego , vieni scopa anche lei e lascia ch’io vi possa vedere’. L’uomo obbedisce ed Elena gli facilita l’ingresso, aprendosi al vulva con le dita mentre Anna scivola ai piedi del letto per assistere al rapporto, da presso.
La copula le appare in primo piano e le comunica un senso di euforia : vorrebbe essere tra i due sessi che vede congiungersi nel ritmo crescente dell’amplesso, osserva il volto di Elena contratto in una smorfia di piacere e, all’improvviso, decide di partecipare in qualche modo. Inserisce una mano tra i due corpi frementi, ne ricerca il contatto più intimo, chiudendo il pollice e l’indice ad anello sulla verga, mentre il medio vaga nella natura dell’amica, madida degli umori e si aggiunge al fallo che la perfora. Elena riceve la carezza come un’onda di calore , raggiunge l’acme senza preavviso ed il partner mostra chiaramente di essere stato condotto, dal contatto, sul punto di non ritorno. Inizia, infatti, a godere ma le dita di Anna non gli permettono di riversarsi nella matrice, strangolando il fallo alla base. Ella lo estrae dall’amica e si accosta al membro, liberandolo prontamente dalla stretta delle dita e ricevendo sul viso e sulle tette lunghi zampilli di sperma. Elena si solleva allora, portandosi all’altezza del busto di Anna e comincia a leccare le gocce di liquido perlaceo, ripulendo accuratamente il volto e il seno della donna dal seme di Umberto. Ma non &egrave ancora sazia. Lentamente abbraccia l’amica e la depone sul fianco destro, in modo che volga il dorso ad Umberto. Poi, invita l’uomo che conserva una sorprendente rigidità del pene , a prenderla da tergo. ‘Inculatela! Come hai fatto con me e non farle male!’ Ciò detto, si lascia scivolare all’altezza del sesso di Anna, accosta le labbra e comincia a suggere il clitoride, mentre il membro inizia a perforare l’ano, strappando dei lamenti alla donna. Racchiusa tra i due, oggetto delle loro attenzioni, dopo un leggero dolore per l’introduzione del fallo, Anna veleggia verso l’ennesimo spasimo persa nel mare di piacere che le procurano i partners e non saprebbe dire da chi riceve maggiore godimento. Biascica parole senza senso, incita la verga ad introdursi sempre più in profondità mentre schiaccia la testa di Elena tra le sue cosce ed esala l’ultimo rantolo sussurrando :’vengo, vengo !!!, Dio com’&egrave bello!!!’. Poi tutti e tre si acquietano. Restano distesi in un abbraccio meno convulso, dolce e rilassante come le carezze che Anna riceve dai due e che ricambia per quanto le consente la posizione . Più tardi , dopo le abluzioni necessarie, le donne si rivestono e salutano Umberto che ha ripreso, con gli abiti, il suo aplomb di gentiluomo. La festa nel frattempo, &egrave quasi terminata e Umberto prende congedo da loro, accompagnandole all’ ingresso.’Spero di potervi presto rivedere’, mormora ‘magari anche da sole, una per volta. Stasera spero di essere stato all’altezza del compito.’ Gli fa eco Elena con un tono scherzoso:’senz’altro, per quanto mi riguarda, ma credo che anche lei non possa recriminare. Ci vediamo!’ ‘Ciao’ dice Anna che si lascia baciare la guancia.
In macchina Elena esordisce :’hai visto, tutte quelle manfrine e poi ti &egrave piaciuto o sbaglio?’. ‘ Non lo posso negare , ma, credimi, mi pare proprio d’essere stata venduta” ‘ E te ne lamenti? Non mi sembra che tu sia stata maltrattata: hai 4000 euro in tasca, ti sei fatta una scopata’particolare, cos’altro vuoi? Piuttosto, dobbiamo rifarla ‘..se sei d’accordo. Magari con qualcun altro. Ci stai?, Ci posso contare?’ Così dicendo , si accosta al marciapiede della casa di Anna e guarda l’amica interrogativamente. Questa, le ricambia lo sguardo e , poi allargando il viso in un sorriso complice, mormora ‘ Ma ‘.chissà!’.

Leave a Reply