Skip to main content
Racconti sull'Autoerotismo

Capezzolo retratto 02

By 26 Gennaio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
https://raccontimilu.com/viewuser.php?uid=843

Capezzolo retratto 02

Un consiglio, leggete prima il capitolo precedente.
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=17487

Teresa la mia vita ha preso un cambiamento.
Capitolo 2

_*_*_*_

Questo è un racconto erotico e di fantasia. Ha delle basi scientifiche, ma che non si sostituisce al vero problema cui demando, a chi soffre veramente di questa patologia, di recarsi dal proprio medico di fiducia e di non fermarsi al primo consulto medico.

_*_*_*_*_

Capezzolo invertito. Quanti di voi sa cosa è? Pochi sanno invece cosa comporta. Frustrazione. Depressione. Risentimento. Paure… Tutto si riflette anche nella vita di coppia… Nell’intimità e nella nostra protagonista.

_*_*_*_*_
Teresa la mia vita ha preso un cambiamento.
Capitolo 2
_*_*_*_*_

Quando torna a casa verso sera, lo trova come sempre seduto in poltrona.

‘Ciao, tutto bene al lavoro?’

‘Buona sera signor Vincenzo.’

‘Si… Vincenzooo… Quante volte te lo devo ripetere?- Chiude il libro dell’enciclopedia e posati gli occhiali la guarda. Lei a sua volta l’osserva e nota il suo modo di fare, come se dovesse dirle qualcosa di importante.- Ho parlato con mio figlio, Berto. Vuoi sapere cosa mi ha detto? Vieni, aiutami.’

Con difficoltà, si alza grazie alle forti braccia di lei.

‘Questo è il quaderno che diventerà il diario sanitario. Lo aggiornerai ogni qual volta farai i trattamenti. Ora, tempo di durata, tipo… Te l’ho già suddiviso ed importantissimo, le tue impressioni e i risultati ottenuti.- La guarda e la vede raggiante e lui le sorride soddisfatto a sua volta.- Seguimi. In camera tua mi sono permesso di mettere sul letto qualcosa per te. Spero che ti piaccia.’

Aperta la scatola estrae uno a uno il contenuto.

‘Queste ciambelle sono per i seni. Sono fatte apposta per metterci i cubetti di ghiaccio che ho già preventivamente riempito di vaschette il congelatore. I buchi al centro si adattano alle ventose cui devi portare il più a lungo possibile. Ho sentito Mario. Ha detto che la pressione deve essere aumentata in maniera costante e prolungata. Spero che non ti offendi e… Ti ho messo anche dei reggiseni di mia moglie. Grosso modo avete la stessa taglia.’

La guarda e nota un certo rossore sulle guance e gli occhi lucidi tradiscono le sue emozioni.

‘Questi pantaloni sono da indossare per combattere la cellulite. Erano… Sai… Voi donne avete mille paturnie. In questo modo se lavoriamo bene, per questa estate sarai un’altra e questo sarà il bikini che indosserai una volta che otterrai i risultati sperati! Queste invece sono le chiavi dell’appartamento di Alassio. è in Liguria. Per voi giovani è il centro della movida…’

Presa da un impeto di gioia l’abbraccia e inizia a piangergli sulla spalla. Lui la coccola e la consola teneramente. Finché preso da una profonda emozione la bacia e lei lo ricambia. Le labbra si toccano e si premono senza dischiudersi e come lei realizza che si sono baciati in bocca, diventa paonazza.

Anche lui si sente a disagio per un atto tanto intimo anche se portato dalla gioia e poi, quelle grosse protuberanze che lo hanno premuto sul petto, gli hanno fatto sentire emozioni da tempo mai totalmente sopite.
‘Forza! Abbiamo già perso fin troppo tempo… Mettiti al lavoro e scrivi, poi ti voglio vedere sui libri! Ti porto una tazza di tè in attesa di ammazzare il tempo per la cena.’

Quando torna in camera, la vede sorridente anche se perfettamente violacea in volto. Legge il diario cui ha riempito le pagine precedenti in virtù dei giorni trascorsi e ha terminato con la data e l’ora del trattamento odierno.

Restando seduta, lo guardo che legge e non riesco a trattenere il cuore che batte impazzito. Percepisco la faccia bruciarmi in segno di vergogna come le orecchie e penso anche il collo. I reggiseni che mi ha dato della moglie sono a balconcino con le coppe che terminano poco oltre la metà del seno stesso. Sono perfetti per il trattamento con le ventose, ma mi vergogno da morire ad essere mezza vestita e in quel modo, con lui presente nella camera.

‘Perfetto! Hai scritto come se fossi una ricercatrice professionale. Che ne diresti se aggiungessimo foto e misure?’

Mi sento in panico, non potevo credere che mi avesse chiesto una cosa del genere e peggio, ho annuito con la testa in segno affermativo. Non mi capacito di aver detto di sì e posso percepire chiaramente le orecchie bruciarmi, come se fossero diventate viola come la mia faccia.

Quando torna, ha con se la macchina digitale professionale. La fa assumere alcune pose e lei si lascia guidare fiduciosa anche se in imbarazzo. Quando ha finito, l’osserva. Gli ricorda la moglie quando era molto più giovane e ne rimane profondamente turbato.

Seduto sulla poltrona, osserva le foto nel piccolo display della fotocamera e prova un certo ardente desiderio nei suoi confronti.

Non mi ero accorta che si era fatto tardi. A parte il formicolio ai capezzoli causato dalle pompette aspira capezzoli, mi ero completamente assorbita nel libro di testo da studiare. Ad un certo punto mi ero coperta le spalle per il freddo e dimenticandomi lo stato in cui mi trovavo.

‘Presumevo che avessi freddo e ti ho portato questi. Erano di mia moglie e penso che ti vadano bene. Provali.’

Era un copri spalle che avevo comprato anche io tempo addietro e messo solo una volta. Forse da qualche parte, in fondo all’armadio dovrei averlo ancora, poi indossai il bolero e in questo modo l’unica parte scoperta rimane il seno trattenuto dal reggipetto. Le due pompette spuntavano dritte in avanti mentre il seno era completamente nudo a parte l’area sottostante. Lo guardo incredula e dubbiosa, ma lui mi sorride come se mi volesse rassicurare.
‘Vieni. Andiamo in cucina.’ Mi dice e lo seguo rincuorata.

Camminare con le tette in quel modo, semi vestita, mi faceva vergognare e mi chiedevo come potevo fare i mestieri di casa.

La cena si svolge come sempre, televisione accesa sul telequiz di Gerry Scotti. Io che servo la minestra e le varie portate e una volta finito, sparecchio e mi metto a lavare. L’unica nota stonata sono le tette in vista o meglio, i globi di carne e i tiracapezzoli che dondolano ad ogni passo o movimento che faccio. Anche il seno lo sento più libero del solito e mi fa uno strano effetto. Non l’avevo mai sentito in quel modo. Erano anni che non stavo per tanto tempo senza reggiseno o nello specifico, con un reggiseno classico con le coppe che mi avvolgevano e trattenevano le tette.

Sul quaderno scrivo tutto, compreso le mie impressioni e come è stato difficile assolvere ai miei compiti. Dovevo stare attenta a come mi muovevo o rischiavo di urtare i tiracapezzoli procurandomi anche un certo dolore. Dopo la doccia, il signor Vincenzo mi prende le misure del seno e poi, facendomi mettere nelle stesse posizioni del pomeriggio, mi scatta delle foto che ora purtroppo sono con il busto nudo. Non ho neppure i tiracapezzoli a proteggermi e mi sento enormemente in imbarazzo.

Sotto le coperte, teneramente avvolta nel mio pigiamone di flanella sento un certo prurito. Era da tanto che non lo provavo e quel calore che sale… Che ti attanaglia lo stomaco e ti fa venire le farfalle.

Stringo le gambe per quella voglia che so riconoscere immediatamente. Mi mordo le labbra come le mani scorrono lungo il corpo avvicinandosi dove so essere il punto del massimo piacere. Il calore sale dalle viscere fino a farmi ansimare.

In questi casi, chiudo gli occhi e fantastico ricordando sempre il sogno… Quel sogno…
Sono su un bus, pieno di gente sconosciuta e lui, il mio maschio di turno, mi prende facendomi sua. Ora penso a lui, al suo viso e al suo mento maschio. Alle sue mani.
‘mmmhhhh… Berto…’ Ansimo e gemo cercando di farlo il più silenziosamente possibile.

Posso immaginare il suo cazzo già duro e la mia patata fradicia e calda.

Sogno il suo fisico maschio, villoso, che odora di passione e di sesso.

Penso agli altri uomini che mi desiderano e si masturbano davanti a me incuranti che all’esterno li possano vedere. Io li guardo estasiata ed eccitata sempre di più. Sono le sue mani che mi stanno esplorando e che mi danno piacevoli sensazioni. Sono inebriata sotto le carezze di lui e sogno il suo cazzo in erezione. Stringo con forza le gambe e mi mordo un labbro mentre le mani percorrono la pancia sulla pelle nuda e mi fanno venire i brividi.

Mi decido a farlo per bene.
Mi fermo qualche istante cercando di sentire qualche segno, qualche rumore che il signor Vincenzo sia ancora sveglio, ma non sento nulla e i miei occhi vagano per la stanza immersa nella semi oscurità. La luce della strada filtra attraverso le tapparelle. Le mani scorrono sotto all’elastico del pigiama e delle mutandine per potermi accarezzare come si deve.

I miei pensieri tornano al bus, alterno lente carezze alle piccole labbra e al clitoride, fatte con le dita umide dai miei succhi vaginali, sempre più caldi, sempre più abbondanti. A mano a mano che il mio piacere aumenta, accelero il ritmo sulla figa e i miei gemiti si fanno sempre più forti. Sono consapevole che non riesco a restare in silenzio a lungo. Non sono bagnata, sono fradicia. Sento distintamente lo sciacquettio delle mie dita attorno alla vulva e sul clitoride durissimo. Ho il cuore che batte impazzito e sono talmente tanto bagnata ed eccitata che mi chiedo se riuscirò a non urlare.

Mi piace pensare che gli uomini sul bus, non sono più capaci di trattenersi e che stiano gocciolando il loro sperma sul pavimento. Avrei voglia di berli uno dopo l’altro. Che mi schizzino addosso e come altrettanto, sogno che il loro seme imbratti i sedili e le donne che saliranno dopo, si siederanno sul risultato del piacere che sono riuscita a provocare in loro. è passato molto tempo, troppo, da quando ho assaggiato il meraviglioso nettare di un uomo. Mi passo involontariamente la lingua sulle labbra ricordando quasi l’aroma e un brivido mi arriva al cervello, salendo lungo la colonna vertebrale e facendomi impazzire.

Mi sento stringere lo stomaco e tutti i muscoli mi si irrigidiscono. L’orgasmo mi raggiunge su quel pensiero e mi costringo a rimanere in silenzio. Le orecchie mi ronzano e le dita si muovono agitate finché non ne posso più e le tolgo dalla vulva che ancora pulsa di desiderio e me le porto alla bocca. Adoro il mio sapore e mi torna in mente quello del mio amato, quello dell’uomo. Succhio le dita e sono consapevole che il gusto è diverso, io sono più amara, ma mi piace lo stesso pensare che sia lo sperma maschile e non il mio umore.

Mi pare di aver sentito un rumore, mi fermo per ascoltare, ma sento solo il mio cuore battere impazzito nel petto e nelle tempie e, il mio respiro affannoso. Nella mia mente è chiara e dettagliata l’immagine del cazzo del mio amato che mi vuole penetrare in bocca davanti a tutti i passeggeri del bus. Ora vuole che mi sieda su di lui…
Che mi impali in un sol colpo.
Sono troppo bagnata ed eccitata perché la penetrazione sia lenta.

Gli uomini mi guardano con bramosia, mentre incomincio a cavalcarlo guidata dalle sue forti mani. La mia eccitazione è di nuovo alle stelle… Riprendo a masturbarmi con le dita e questa volta scorrono dentro e fuori mimando la scopata del mio amato.

Ho la vulva di fuoco e il clitoride che pulsa impazzito. Un rumore mi desta, sto pensando di rimettermi a posto le mutandine e fermarmi, ma la voglia è nuovamente preda della mia anima e la mano si muove autonomamente, con due dita che penetrano il più profondamente che posso.

Ansimo e gemo fortemente e quando me ne accorgo mi fermo. Rallento allo spasimo il mio piacere che oramai è arrivato a vette sublimi. Le mutandine abbassate a mezza coscia mi danno fastidio. Con un movimento rapido, le scaccio e le abbasso togliendole del tutto insieme ai pantaloni del pigiama. In questo modo posso divaricare le gambe a piacimento e le dita le sento affondare sempre più in profondità. Pizzico il clitoride stretto fra le dita.

‘HAAA!!!’ Urlo e mi blocco con il fiato corto. Mi è scappato. Speriamo che non mi abbia sentito il signor Vincenzo.

Riprendo con cautela il profondo ditalino. Con le gambe divaricate, mi è più agevole affondare le dita. Ogni volta che le affondo in me, le estraggo fradice di umori e come le reinfilo profondamente, una scossa mi annebbia la testa facendomi restare senza fiato. Ho lo stomaco contratto e un immenso calore mi fa sudare tutta. Trattengo la poca aria nei polmoni e irrigidisco tutti i muscoli e i nervi, mentre la mano si muove sempre più velocemente. L’orgasmo mi travolge e per un lungo istante sono sospesa dal mondo, siamo solo io e la mia vulva pulsante di piacere.

Quando riapro gli occhi, ansimo con fatica e osservo il soffitto. Sento le orecchie ronzare e ho il fiato corto. Mi sento piacevolmente sconvolta… Completamente.
Estraggo le dita.
‘mmmhhh…’ Ops… Mi è scappato di nuovo. So che sono una urlatrice. Quando godo non mi so trattenere.

Estratte le dita dalla mia vulva ancora palpitante, le lecco con una tale voglia, che provo un profondo piacere cerebrale, come di continuo godimento.

Mi sento talmente tanto bagnata, che percepisco il sedere umido.

Poco lontano, da uno spiraglio sulla porta. Il vecchio padrone di casa osserva eccitato la scena. Aveva sentito un gemito e si era avvicinato pensando che si fosse ferita in qualche modo quando osservando nel buio della stanza, aveva capito cosa stava accadendo.

Non è stato capace di togliere la mano dalla maniglia e aveva assistito a tutta la scena. Come gli occhi si erano abituati al buio, aveva osservato i dettagli e soprattutto, ascoltato ogni lamento di piacere. Inconsapevole, si era masturbato attraverso il pigiama e in un momento in cui le urla di lei si erano fatti più forti, aveva goduto svuotando le palle.

Era passato molto tempo da quando aveva avuto un’erezione e ancor più tempo da quando aveva goduto.

La osserva mentre si accoccola su di un fianco e chiusa la porta, si avvia in camera sconvolto ed ancora eccitato. Si spoglia e osserva la grossa macchia che aveva fatto. Si guarda allo specchio e sorride felice osservando la sua virilità ancora perfettamente in piena efficienza.

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

Leave a Reply