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Racconti sull'Autoerotismo

Il mio primo ditalino in pubblico

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Claudia si racconta:

Dopo la bellissima ed eccitantissima esperienza con la mia amica quel pomeriggio, qualcosa dentro di me e’ cambiato. Non avevo piu’ la paura del sesso come mi avevano inculcato fin da piccola, o meglio stavo sempre attenta ovviamente a cio’ che facevo, ma l’essermi masturbata davanti alla mia amica e l’ aver visto lei fare la stessa cosa davanti a me aveva acceso in me una luce nuova, dei nuovi orizzonti di piacere che ritenevo irraggiungibili, delle immagini che mi facevano eccitare sempre di piu’. Continuavo a frequentare il mio ragazzo di allora ma sentivo dentro di me che mi era piaciuta da matti quella parentesi pomeridiana e da allora ogni volta che mi toccavo e mi masturbavo fino all’ orgasmo era quella l’ immagine che avevo davanti agli occhi. Rivedevo le mani della mia amica che entravano sotto il suo slip, ripensavo ai suoi gemiti, ai suoi occhi, alle sua mani che come le mie nello stesso istante si accarezzavano dovunque. E il ricordo del suo urlo liberatorio mentre le sue dita entravano ed uscivano dalla sua fica sempre piu’ bagnate era un qualcosa che ogni giorno mi faceva eccitare, bagnare e che mi costringeva a rintanarmi nella mia camera per raggiungere il mio piacere. E da allora comunque mi eccitava vedere una donna o una ragazza come me presa in un momento di lussuria, e mi bagnavo facilmente ogni qualvolta mi capitava di vedere una coppia a fare sesso anche se con il tempo imparai a capire che mi eccitava vedere una donna eccitarsi. Non temevo di diventare lesbica anche perche’ riuscivo ad eccitarmi anche quando stavo con il mio ragazzo o quando mi capitava di vedere qualche scena dove c’ erano dei ragazzi nudi con I loro cazzi in mano o presi in scene di sesso, ma la cosa che iniziai a capire fu che mi attiravano anche le donne, che mi piaceva vederle eccitate e calde, che mi masturbavo molto di piu’ pensando alla loro fica bagnata come la mia. Quello che mi successe una volta pero’ fu qualcosa di tremendamente eccitante e forte che mi eccita e mi fa bagnare ogni volta che ci ripenso. Ogni giorno per andare a scuola prendo l’ autobus e quella mattina nonostante mi fossi fatta l’ abituale ditalino notturno prima di dormire, mi ero svegliata con una voglia strana, mi ero svegliata con lo slip umido ancora e con il clitoride che mi pulsava. Non avevo ovviamente il tempo di masturbarmi la mattina prima di andare a scuola e cosi’ mi feci una doccia veloce lasciandomi addosso una voglia matta di godere. Scelsi per quel giorno un vestitino corto ed un paio di collant leggeri che coprivano un perizoma bianco e sottile che mi facevano stare bene in quanto leggero e non molto spesso. Mi affrettai alla fermata dell’autobus che avrebbe impiegato poi circa 45 minuti a portarmi a scuola e mentre lo aspettavo mi chiedevo ansiosa cosa avessi sognato di cosi’ eccitante da farmi svegliare con quella voglia addosso e tutta bagnata. Non trovando una risposta adeguata, lasciai scorrere la mia mente ed appena arrivo’presi posto sull’ autobus in una delle file di mezzo accanto al finestrino dove per il momento non c’era nessuno seduto. L’ autobus parti’ ed I miei occhi fuori dal finestrino come ogni giorno seguivano la strada correndo insieme al paesaggio che ci fiancheggiava. Le fermate si susseguivano, altri passeggeri salivano a bordo mentre I miei pensieri vagavano ed I miei occhi seguivano quelle immagini ormai conosciute a memoria. Ad un tratto l’ autobus si fermo’ al segnale rosso di uno di quei semafori che sembra che non finiscano mai e potei vedere con molta tranquillita’ la macchina che si accosto’ all’autobus nella corsia attigua. C’era sopra una signora che avra’ avuto circa 30 anni, molto bella, con I capelli lunghi e scuri che le scivolavano sulle spalle ed una camicetta bianca molto generosa dalla quale potevo intravvedere il bel reggiseno a balconcino nero che sorreggeva un seno non grande ma ben fatto. L’ immagine subito fece fermare I miei pensieri, ed I miei occhi iniziarono a cercare qualsiasi cosa di quella donna che inconscia si stava tranquillamente fumando una sigaretta con il finestrino aperto a meta’ aspettando che il semaforo diventasse verde. I miei occhi seguirono il bordo della sua camicetta aperta e scesero scorgendo che indossava una minigonna di cotone nera dalla quale potevo vedere chiaramente fuoriuscire il bordo di due collant autoreggenti. A quel punto mi soffermai piu’ attentamente a guardare quelle gambe che mi sembravano perfette e ricominciai a sentire caldo tra le mie gambe. Mi sentivo ancora eccitata e molto di piu’ di quanto lo fossi stata appena sveglia. Quella donna a circa due metri dai miei occhi inconsapevole di essere osservata mi stava facendo impazzire dal desiderio. Provai ad accavallare le gambe cercando di

capire, se potevo, quanto fossi bagnata e fu qualcosa di incredibile. Poggiando una coscia sull’ altra sentivo che il collant in mezzo alle gambe era bollente e potevo chiaramente sentirmi le pulsazioni del clitoride che cercava di spingersi al di fuori delle mie piccole labbra. Mi stavo eccitando da matti, era bastato il vedere due gambe e dei bordi di due autoreggenti per farmi infradiciare la passerina e rendere il mio perizoma completamente intriso di umori. Mi guardai un po’ intorno e mi accorsi che l’ autobus era quasi pieno adesso anche se nessuno si era seduto nel posto accanto al mio. Riposai I miei occhi su quelle gambe strusciando le mie cosce piu’ forte l’ una all’ altra e stringendole quasi per schiacciarmi le labbra che sentivo gonfie all’ inverosimile. Vedevo quella donna che continuava tranquillamente a fumare quando aspettando ancora il verde improvvisamente si volto’ verso il sedile posteriore per prendere un giornale e quello che vidi mi fece impazzire dal piacere’Le gambe le si divaricarono appena quel tanto che bastava per farmi vedere le sue cosce bianche oltre le autoreggenti ed il colore nero come il reggiseno del suo slip a coprirle la fichetta. Sentii una ondata di calore salirmi dalle cosce che ormai stringevo sempre di piu’, e potevo sentire le labbra della fica gonfie e bagnatissime e sopra di esse il clitoride che si contraeva ad ogni pressione della mia gamba sull’ altra. Sentivo gocce di sudore scendermi dalla fronte ed avvamparmi il viso, ma la voglia di toccarmi era cosi’ forte che senza pensarci piu’di tanto presi la giacca poggiata nel sedile accanto a quello dove stavo seduta e me la misi subito sulle gambe cercando di coprirmi almeno fino all’ altezza delle ginocchia. Rimasi cosi’ con le gambe leggermente aperte cercando di immaginare il profumo di quello slip, di sentire l’ odore di quella fica che in quel momento mi appariva bagnata quanto lo era la mia che a stento riuscivo a tenere socchiusa. Fu un attimo poi la vidi voltarsi nuovamente e l’ immagine di quello slip scomparve lasciandomi solo il bordo delle autoreggenti ma la fichetta ancora piu’ piena dei miei succhi. Poi il semaforo divento’ verde e la vidi ingranare la marcia e scomparire davanti all’ autobus ma la mia fica la sentivo pulsare e contrarsi e non ci volle molto tempo perche’ mi guardassi in giro e lasciassi che la mia mano si infilasse sotto la giacca che copriva le mie cosce. In un attimo passai le mie dita aperte tra le mie cosce e la sensazione che ebbi strusciando il collant appiccicoso sul perizoma fu talmente forte che un brivido mi percorse tutto il corpo. Mi sentivo sporca in quel momento, ero in mezzo ad altre persone (che fortunatamente non sembravano interessate a me), ma mi stavo accarezzando sotto il vestito e ne provavo un immenso piacere. Lasciai che la mano si muovesse piu’ a fondo sotto le mie cosce premendo con la punta delle dita nei punti che sapevo mi avrebbero fatto godere in breve tempo. Rivedevo ancora quelle cosce bianche e quello slip nero e con gli occhi semichiusi guardavo il vuoto al di fuori del finestrino lasciando che le mie dita facessero il resto. Le premevo e le spingevo avanti e indietro sul collant come quasi volessi sfondarlo ed entrarmi dentro la fica ma non avrei potuto farlo e lo sapevo bene e cosi’ mi limitavo ad accarezzarmi con forza premendo sempre piu’ forte. Sentivo l’ odore dei miei umori impregnati nel collant giungermi alle narici e questo profumo forte mi mandava in estasi e faceva in modo che mi premessi le dita ancora piu’ forte tra le labbra che potevo sentire gonfie ed ormai quasi aperte. Piano piano cercavo di allargare un po’ di piu’ le gambe senza dare nell’ occhio facendo attenzione a non far spostare la giacca poggiata sulle cosce ma piu’ le divaricavo piu’ la voglia di penetrarmi aumentava’e non potevo farlo. Mi limitavo a muovere il bacino contro le mie dita, a schiaccire il mio clitoride con la punta delle dita, a lasciar scorrere la mano aperta avanti e indietro sul collant sentendo quasi il perizoma completamente immerso dentro la mia fichetta pulsante. Mi sembrava di impazzire, stavo godendo e nessuno se ne stava rendendo conto davanti e dietro di me. Le mie dita circuivano il mio clitoride e lo schiacciavano e scendevano sulla mia fica che ormai sentivo spalancata e mi muovevo leggermente saltando quasi su quel sedile che ormai bruciava sotto di me. Stavo per godere, la voglia di esplodere era tremendamente forte come la voglia di urlare al mondo intero che la mia fica stava per darmi un orgasmo fantastico, ma mi limitavo purtroppo a mordicchiarmi le labbra, a contenere la mia voglia di gemere e di mugolare, a guardare con indifferenza il mondo al di fuori del finestrino. Sentii una vampata di calore salirmi dal basso ventre e con forza e desiderio lasciai che le mie dita si muovessero piu’ velocemente sul collant impiastricciato dei mie umori. Sembrava che fossero passati anni dall’ ultima volta che mi ero masturbata da quanta foga ci mettevo nello spingere le dita avanti e indietro senza sosta schiacciando piu’forte il bottoncino che ormai sentivo duro sul polpastrello delle dita. Non mi fermavo, le onde del piacere erano come delle scariche che mi salivano dalle cosce giungendo al mio cervello che voleva solo il mio orgasmo a quel punto. Le mie dita correvano piu’ veloci adesso sul collant mentre sentivo le gambe che inconsciamente si allargavano coperte dalla giacca. Stavo impazzendo dal piacere nonostante a tratti mi rendevo conto dove fossi e cercassi di trattenermi. Ma ormai era troppo tardi e troppa era la voglia di godere li’ su quel sedile, davanti a tutti, accanto a quella donna che neanche mi aveva vista ma della quale conoscevo la sua biancheria’.E spingendo ancora le dita e premendo il perizoma dentro la mia fica stuzzicando il clitoride, mi sentii piegare le gambe e mancare le forze quando un orgasmo impetuoso come un fiume in piena mi raggiunse lasciandomi sconvolta ed ansimante con la mano che satura del mio nettare continuava a scivolare piano rallentando la corsa. Mi sentivo accaldata ma avevo provato un qualcosa di incredibilmente eccitante e mentre le mie dita premevano ancora sulla mia fica sentivo le contrazioni del mio utero che spingevano fuori ogni goccia del mio piacere. Mi stavo rilassando molto lentamente lasciando che la mano ancora aperta scorresse tra le mie cosce e nei minuti successivi iniziai a temere che qualcuno potesse avermi vista ma in fondo non mi importava poi piu’ di tanto, avevo goduto e questa era la cosa importante, mi sentivo si’ un po’ porca nell’ aver compiuto su quel mezzo pubblico un qualcosa che non avrei mai pensato di fare, ma stavo iniziando una nuova vita che mi avrebbe dato sempre maggiori piaceri e soddisfazioni e con il passare del tempo stavo iniziando a capire che qualsiasi posto e qualsiasi situazione era buona per godere e per raggiungere un orgasmo e devo dire che quel ditalino che mi sono fatta su quell’ autobus mi ha tenuto compagnia per molte sere e molti giorni e non posso negare che ogni volta che ci penso sento ancora la mia fica inumidirsi ed il clitoride gonfiarsi dandomi la voglia di farlo ancora e di ripetere quella esperienza che mi fece godere come una matta.

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