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Racconti sull'Autoerotismo

La gatta sul letto

By 19 Febbraio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella fu l’ultima che lo vide; di schiena. Sperava che lui sbattesse la porta, ma il suo accostarla, forse anche più lievemente di quello che intendesse fare, le risultò stranamente ancora più assordante. In tutto il tempo del suo sproloquio lei non si era mai mossa e solo gli occhi, che si sgranavano a ogni parola, tradivano le emozioni che le si agitavano dentro.
Ma ora c’era solo il suono del silenzio dentro di lei. Poteva percepire il senso di sfida che soffiava fuori ad ogni respiro, ma il suo dolore non riusciva neanche lontanamente a lenire la sua fierezza, selvaggia, felina. Continuava a fissare la porta, imperterrita, come se potesse ordinarle di riportarle indietro il suono dei suoi passi. Ma ovviamente tutto ciò che ottenne fu solo che la luce nella stanza si affievolì gradualmente nello scorrere del tempo nel tramonto che sopraggiungeva. Non aveva ancora mosso un solo muscolo, in un’ immobilità che non era più sofferente, ma rabbiosa; quando finalmente si abbandonò con la schiena sul letto Percepì il fresco del lenzuola attraverso il tessuto leggero della lingerie che aveva indossato apposta per lui. E questo pensiero le fece divampare ancora di più la rabbia. Ma il furore stranamente ebbe il potere di acuire la sua lucidità e di permetterle di seguire il flusso della sua mente, a riesaminare tutti gli eventi che l’avevano condotta fino a quel punto. Con lo sguardo fisso al soffitto, come su un enorme schermo di certi cinema all’aperto, rivedeva tutti i suoi tentativi di riaggiustare un rapporto che, ora ne era convinta, era già nato logoro. E questo era stato l’ultima occasione di una lunga lista di possibilità che lei aveva deciso di dargli; e lui era riuscito, per l’ennesima volta, a rigirare la verità trasformandola in una tiepida parodia di una realtà distorta e anzi, aveva quasi schernito il suo voler regalare a entrambi un pomeriggio da passare senza mai alzarsi dal letto, accusandola di pensare che “una scopata” potesse risolvere i loro problemi. E a quel punto lei aveva mollato; era rimasta in un silenzio attonito, ferito. E aveva capito: che si fottesse lui e la sua insicurezza travestita da machismo. Lei non aveva bisogno di lui, di una persona che non si rendeva nemmeno conto di cosa volesse dire averla accanto, con la sua spensieratezza, allegria, sensualità, passionalità. E mentre i pensieri scorrevano con una velocità innaturale che sembrava quasi dilatare il tempo dei suoi respiri , la consapevolezza che il suo dolore non dipendesse dalla sua assenza, ma dal tempo che lei aveva perso a cercare la sua presenza, la travolse. E timidamente il primo sorriso sincero di quel periodo le esplose sul viso. E si trasform’ in risata quando pens’ che probabilmente quel sorriso dovesse assomigliare più a un ghigno che a un vero e proprio sorriso. Ormai la stanza era piombata in una penombra scura, ma i suoi occhi riuscivano comunque a intuire le forme degli oggetti consueti accanto a lei. Per un attimo si immagin’ in versione felina, e arricciò il naso stringendo gli occhi, a simulare lo sguardo di un gatto che si sveglia d’improvviso. Sorridendo di questa immagine si stiracchiò sul letto, a completare la messa in scena, e per un istante sentì quasi il suo corpo trasformarsi in quello di una lucida gatta sinuosa e seducente. Quel movimento lento e prolungato le provoc’ un brivido di piacere, e quando, dopo aver allungato al limite il suo corpo allenato, si lasciò accogliere morbidamente sul materasso, si rese conto che in quel momento era per la prima volta rilassata; come se quel semplice gesto gli avesse svuotato la mente dai pensieri. Gir’ la testa verso il grande specchio al lato del letto e quello gli rimand’ indietro l’immagine di una splendida ragazza seminuda. Cominci’ a percorrere con lo sguardo ogni centimetro del suo corpo analizzandolo dettagliatamente. Il fisico morbido era ben proporzionato, e la pelle liscia risaltava lucida. Mentre guardava le sue lunghe gambe riflesse gli venne spontaneo accompagnare il percorso che i suoi occhi stavano compiendo sul suo corpo con la carezza leggera della mano. Il suo tocco morbido gli diede subito un piccolo solletico, e lei continuò con il leggero sorriso sulle labbra. Sapeva che breve avrebbe sentito delle sensazioni consuete, e quindi decise di non tentare nemmeno di fermare i suoi gesti. Subito cerc’ nella mente un’immagine che l’ accompagnasse in quel dedicarsi a se stessa, un ricordo di sensazioni passate, ma subito si rese conto che qualcosa non stava funzionando. Normalmente al solo pensiero cominciava a sentire una piccola bolla di calore in mezzo alle gambe, ma questa volta non succedeva niente. Aveva chiuso gli occhi per concentrarsi, ma subito li riaprì. Non appena rivide se stessa riflessa nello specchio, un piccolo pensiero le balen’ in mente… Non aveva bisogno di ricordi o pensieri di sensazioni legate ad altre persone. Non quella sera. In quel momento lei era consapevole di se stessa e della sua unicità. E per la prima volta avrebbe davvero fatto l’amore solo con lei. Il suo corpo non avrebbe goduto del pensiero di un altro corpo, ma solo del proprio. Si sistemò sul letto in modo da potersi ammirare meglio e lentamente riprese le dolci carezze lungo le sue gambe. Le aprì per poter scoprire la pelle delicata all’interno delle cosce, e il tocco delle sue dita era un fresco e piacevole passaggio. Con l’altra mano cominci’ a giocare con il reggiseno, toccando la pelle appena coperta dalla stoffa. A Ogni passaggio del dito entrava un centimetro di più, quando finalmente sfior’ il capezzolo, che reagì istantaneamente. Ebbe un sospiro, e il respiro profondo gli fece render conto che anche dalle parti del suo ventre le cose stavano cambiando. Una sensazione di calore le stava nascendo dentro. Spost’ leggermente una gamba e subito sentì il fresco dei suoi umori che cominciarono a inumidire il tessuto leggero delle sue mutandine. Vinse la tentazione di accarezzarsi immediatamente e quasi a voler giocare con se stessa, continu’ imperterrita ad accarezzare le gambe, avvicinandosi sempre di più al suo piacere, però senza mai giungere fino in fondo. Arrivata a pochi centimetri dal bordo dello slip, devi’ verso il basso, a disegnare la curva della sua coscia verso il sedere. Ormai sentiva il suo sesso che si stava bagnando sempre di più, e questa consapevolezza aument’ la sua eccitazione. Senza rendersi conto aveva scoperto totalmente il seno e guardava le sue dita giocare con i suoi capezzoli, bagnare un dito con la saliva ed sccarezzarli. Ogni tocco era un brivido lungo la schiena e una pausa bel respiro sempre più accelerato. A un certo punto non resistette più, e la mano di spost’ dal sedere per intercettare il calore che si stava sprigionando dalle sue gambe. Si insinuò veloce sotto il bordo del tessuto ormai totalmente fradicio e entr’ veloce in mezzo a quel calore umido. La schiena di inarcò per la sensazione, ma durò solo un attimo. Veloce per non perdere neanche un sospiro si sfilò le mutandine ormai inutili e si godette per un attimo la sensazione dell’aria sul suo piacere ormai libero. Uno spiffero leggero proveniente dalla finestra le baci’ le cosce aperte come se il vento stesso volesse fare l’amore con lei. Si concentr’ su una piccola gocciolina di desiderio che scese dalle labbra ormai completamente aperte a percorrere la pelle delicatissima fino al suo sedere, e quel contatto leggerissimo ma intenso come non mai, fece crollare la diga dell’attesa. Senza più poter resistere appoggio una mano sul pube delicato e glabro e con un solo dito entr’ un’altra volta dentro di se. Un centimetro alla volta si accolse nel suo corpo. E cominci’ a fare l’amore… Anzi no.. In quel momento si stava scopando, ma con amore. Stava semplicemente cercando piacere, ma era il piacere di chi si ama, non fine a se stesso. Continu’ a entrare e uscire da se aumentando sempre di più il ritmo, rimanendo estasiata dal rumore che il suo dito faceva penetrando il suo sesso completamente bagnato. A ogni contatto sentiva scariche di piacere percorrere tutto il suo corpo, mentre la sensazione di calore si irradiava dal suo ventre verso la pancia. Si fermò un secondo, quando una contrazione più forte la lasci’ un secondo a metà di un respiro, e si guard’ allo specchio: le gambe aperte, spalancate e quel semplice dito dentro di lei. Si trovò bellissima e sensuale. I seni puntavamo verso l’alto con fierezza. Era immobile e bellissima. Lentamente uscì da dentro di se, e finalmente appoggi’ il dito ormai ricoperto dei propri liquidi sul centro del suo piacere. Quel tocco setoso la stupì per l’intensità del piacere che le provocò. Prese ad accarezzare lenta il suo clitoride ormai sensibilissimo, ma si rese subito conto che era talmente eccitata che l’orgasmo l’avrebbe sorpresa presto; quindi aument’ subito il ritmo mentre con l’altra mano stringeva forte il seno quasi a strozzarsi i capezzoli. Dopo pochissimi secondi una serie di scariche violente cominciarono a farle contrarre tutti i muscoli, e a ogni scarica la schiena si incurvava sempre di più. Ebbe quasi il timore si potesse spezzare. Aprì le labbra e suoni gutturali uscirono insieme al suo respiro mentre il piacere le faceva perdere completamente il controllo di s&egrave…. E poi fu luce e buio insieme, un attimo di infinito sospeso in un non tempo. Un urlo selvaggio che la prese e la portò verso un piacere ferale e selvaggio, pieno e morbido, accecante e colorato. Prese a tremare a ogni scarica di piacere, violenta e interminabile. Finché di schianto non si trovò abbandonata sul letto, la mano ancora appoggiata sul proprio sesso. Aprì gli occhi e allo specchio vide il suo volto sorridente. Una piccola risata le gorgogli’ sulle labbra. Poi aprì la bocca, e nel silenzio della notte che era scesa, un solo suono…”miaoo”….

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