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Racconti sull'Autoerotismo

La stessa Sera di Elisa

By 6 Maggio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Il sole era calato e, nel suo cammino al tramonto, aveva inevitabilmente allungato le ombre.
Ero seduto alla scrivania del mio piccolo studio e leggevo le relazioni dei miei studenti’ Non c’era proprio nulla di interessante, nulla di nuovo.
Di fronte al disinteresse, i miei pensieri si erano persi a rincorrere momenti della memoria.
D’un tratto, mi pervase la sensazione che Elisa mi stesse pensando.
Guardai l’orologio: a quell’ora ci piaceva stare seduti a bere un campari e a chiacchierare, o magari solo a guardarci e ad intenderci senza passare attraverso la convenzione delle parole. Era una sorta di telepatia, la nostra.
Chiusi gli occhi e mi adagiai sulla poltrona.
Ecco Elisa; la vedevo in tutto il suo splendore, allegra, dolcemente brilla, mentre si sedeva sul suo divano rosso, testimone di alcuni nostri momenti d’amore.
Sembrava reale la presenza di Elisa: stesa sul divano, indossava solo biancheria intima chiara che a stento conteneva il suo seno eretto, fiero. Aveva una mano nascosta dal plaid; si muoveva’ Si, Elisa si stava toccando’ Ripensai alla sua bella passera glabra che sapeva sciogliersi al solo essere sfiorata’
Mi avvicinai ad Elisa ed inizia a toccarle prima uno, poi l’altro seno. Lasciai trasbordare dal reggiseno quelle due tette dure e ne torturai i capezzoli grandi e rosei.
Lei sorridendo, con la lingua s’inumidì il labbro inferiore ed io, liberandole una tetta, portai le mie dita alla sua bocca. Sembrava non aspettasse altro: iniziò a baciarle, leccarle con passione, una ad una, fino a mulinarne la lingua intorno in un modo che mi faceva salire impetuoso il desiderio.
Mi sedetti su di lei e le appoggiai il mio cazzo turgido sulla piccola bocca ansiosa. Elisa cominciò a lambirne la punta con piccoli tocchi di lingua, per poi attardarsi sul glande, ispezionandone quasi ogni piega. Lo baciava in modo lascivo, perverso, facendomi sentire i suoi denti su tutta la cappella.
Poi, guardandomi fisso negli occhi, mi tirò a se, facendomi entrare tutto nella sua bocca, fino in gola. Lo gustava, lo sbatteva con la lingua, lo stringeva con le labbra e poi lo tirava fuori per baciarlo in tutta la sua lunghezza, dalla punta fino ai ciglioni. Ci sapeva fare la mia Elisa!
Lascio andare avanti il gioco per molto, incessantemente, in modo lento e sicuro, portandomi più volte al limite del piacere, fino a quando, incapace di resistere, venni nella sua calda boccuccia. Elisa bevve tutto senza battere ciglio, mentre continuava a stimolarmi perché non perdessi l’erezione.
Il suo impegno fu premiato ed io ero già pronto per lei.
Mi scostai dalla sua bocca e, allargandole dolcemente le gambe, mi tuffai sulla sua figa già rorida di umori. Iniziai a leccare tutto il suo miele, alternando sapientemente la lingua tra clitoride e ano, soffermandomi a stuzzicarle il perineo, come le piaceva tanto. Sotto le carezze della mia lingua, Elisa ansimava e continuava a emettere dolce miele dalla vagina’era pronta’
Mi scostai e la fece inginocchiare sul divano. Da dietro vedevo in tutto il suo splendore la figa rasata e umida. Le accostai appena il glande all’imboccatura e nell’appoggiarlo alle grandi labbra oscenamente aperte, mi sentii risucchiare, rapire da quel corpo caldo, infoiato’ Mi aggrappai ai suoi fianchi e cominciai a pomparla in modo ritmico. Mi piaceva vedere le sue natiche che sotto i miei colpi, si muovevano ad onda’ Sentivo dai movimenti sconnessi di Elisa, che stava per raggiungere il picco del suo piacere e allora incominciai, con un pizzico di perfidia, a cadenzare i miei movimenti, a tirarlo fuori e poi rimetterlo dentro in modo scomposto, ad accelerare i miei movimenti per poi repentinamente bloccarmi. Volevo che raggiungesse l’orgasmo all’improvviso, senza rendersene conto. Sapevo che a Elisa piaceva essere colta di sorpresa.
Continuai nella mia perfidia per un po’, fino a quando non la afferrai per i fianchi nuovamente e, bloccandola, iniziai a penetrarla velocemente e così in profondità che mi sembrava quasi perdermi dentro di lei, afferrandole poi una tetta e strizzandole leggermente il capezzolo. Elisa non resistette. Colta di sorpresa, se ne venne inarcando la schiena e tendendo i piedini. Rimase per un po’ ad accogliere i miei ultimi colpi con le labbra spalancate e con sul viso una smorfia deliziosa e sensuale che mi faceva perdere la testa.
Nel ricordo di quella smorfia me ne venni mentre, come in un flashback, mi passarono davanti le immagini di Elisa, del suo sorriso e del suo piacere’

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