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Racconti Cuckold

9. STORIA DI COPPIA

By 23 Gennaio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Kitty nella sua camera da letto , discinta, con una vestaglia di seta aperta, poggiata sui lati della sua prossima maternità e il seno pieno scoperto che plasticamente fluttuava ad ogni movimento, aspettava l’arrivo di Carla.

Seduta su una sedia da camera iniziava una scatola di cioccolattini mangiandone subito un paio. Poi dal cassetto del comodino vicino attingeva una siringa iniettando il suo in due cioccolattini che riponeva nuovamente nella scatola.
Riposta la siringa nel cassetto mangiava ancora un altro cioccolattino avendo cura di non prendere quelli appena farciti.

Il cicalio del citofono richiamò Kitty nel corridoio per aprire la porta a Carla che era arrivata.

La borsa stretta al petto e il volto contratto, con Kitty che le cingeva le spalle con un braccio, mia moglie comparve sulla porta della camera.

Non riuscivo a capire cosa le dicesse appoggiando la testa sulla sua spalla.

Carla accennava un sorriso, mentre Kitty la liberava della borsa e poi torbidamente le prendeva una mano per portarla ad accarezzare il suo capezzolo.

Si adagiarono sul letto strette in un abbraccio voluttuoso e, mentre la temperatura saliva, Kitty spingeva un dito nella bocca di Carla andando poi a sfiorare il seno che ora debordava dalla sua camicia aperta, ripetendo questo gesto più volte mimando un rapporto orale.

– Mi piace vederti così arrapata, lo sai? E ad essere sincera lo sono anche io e ‘ molto per la verità. Pensa che stamattina mi sono… fatta da sola due volte e poi mi sono detta… perch&egrave non approfittare dei servizi della signora? Ti Ricordi dell’indirizzo che mi ha dato la mia gine? Oggi mi &egrave venuta una voglia pazzesca ‘ una voglia di ‘. mi hai capito? Così ho deciso che oggi andiamo a fare una capatina, giusto per vedere di cosa si tratta… tu che ne pensi?’

Carla entrò subito in agitazione non riusciva ad articolare alcun discorso.

Continuava a ripetere che era un gioco pericoloso, che potevano essere riconosciute e magari anche ricattate, che anche il bimbo poteva soffrirne. Invece si sarebbero potute divertire lì, per tutta la sera, lei avrebbe soddisfatto ogni suo capriccio.

– No io ho deciso che vado e ci vado e tu… mi accompagni perch&egrave lo sai che non guido… e comunque mi sentirei più sicura se ci fossi anche tu con me. –

Mentre diceva questo le spingeva in bocca uno dopo l’altro i due dolcetti trattati poco prima con una sostanza in grado di allentare ogni freno inibitore, una fornitura di Lea, da utilizzare all’occorrenza per scaldare l’ambiente.

Kitty aveva intanto completamente denudato mia moglie passando a leccare ogni sua curva per poi finire accucciata con le gambe aperte proprio sulla sua bocca.

Spingeva avanti e indietro la sua fessura sul viso di Carla che presa dal calore e dall’afrore della donna eccitata non tardò, forse anche per effetto della sostanza che aveva ingerito, presto a lappare con sempre maggiore meticolosa precisione, fino ad essere completamente investita dai copiosi umori, frutto dell’orgasmo di Kitty, che precipitavano su di lei.
Ma Kitty continuò a schiacciare e a premere il suo bacino sulla bocca e sul naso di Carla fino a toglierle il respiro. In crisi di ossigeno dopo un poco cercando di liberarsi da quella stretta micidiale si rese conto di stare per soffocare.

Ma Kitty non la mollava anzi, continuava a bloccarla sotto la sua mole.

Controllava la testa, le braccia e le mani in modo da vanificare i tentativi di mi amoglie di liberarsi.

Carla strepitava con forza fino a che improvvisamente sembrò dapprima rallentare e poi rinunciare ad ogni movimento. E solo allora Kitty la liberò dalla stretta.

Carla ricominciò a respirare e stimolata dalle dita irrequiete di Kitty che si insinuavano dentro di lei, un fiume tra le sue gambe, oscenamente aperte, rompeva gli argini andando a formare una ampia chiazza di umido sulle lenzuola.

Con il bacino lentamente e poi sempre più velocemente andava incontro alla mano di Kitty che si faceva spazio nella sua natura ormai paludosa, ansimando a bocca spalancata, alla ricerca di un urgente e liberatorio piacere.

– Ti eccita tanto quest’avventuretta che ho deciso di concedermi? Ti vedo un poco stravolta sorellina. O sei proprio una porcellona dentro e fuori invece fai la santarellina?- diceva Kitty e approfittando del momento di smarrimento di

Carla, ancora molto eccitata e fremente, rossa in viso come non l’avevo mai vista, riceveva piccoli schiaffetti sul seno, sempre un poco più forti, fino a essere costretta a girarsi di lato e poi sulla pancia per proteggersi.
Un violento schiaffone di Kitty calò sui suoi glutei mentre diceva.

-Muoviti alzati pigrona, vestiti che altrimenti si fa tardi. Metti i vestiti dell’altra sera che ti fanno tanto zoccola e poi così non sei nemmeno riconoscibile, visto che ti preoccupa tanto.-

Assorbito il colpo con la mano si massaggiava il sedere ma ubbidì agli ordini che Kitty le impartiva al volo mentre era intenta anche lei a prepararsi. In breve tempo le due donne furono pronte per uscire.

Vicino a Kitty imponente era ora comparsa Molly che nascondeva dietro un trucco pesante ai limiti del volgare la mia mogliettina ritrosa.

Mi colpiva nella sua mise un collarino di cuoio punteggiato di strass che le stringeva il collo, anche quello un’idea di Lea, che Kitty non faticò ad imporle di indossare.

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