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Racconti Cuckold

cornuto meno per caso

By 22 Giugno 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Alle acque termali.
Ma cosa abbiamo fatto!!! debuttò Lucilla non appena chiusi nella nostra casa ‘ porco! Rendendomi conto, ad eccitazione appagata, dell’impiccio combinato non le risposi. Avevo come un senso di colpa. Lei, sempre così pudica, brava madre di famiglia scopata in un parcheggio del Raccordo Anulare! Provai a sminuire l’accaduto con frasi futili del tipo: è successo, ora cosa ci possiamo fare? Oppure: tanto chi ci conosce! Nervosa se ne andò a coricare ed io la seguii nel lettone, testimone di tante carinerie di coppia, consapevole di aver esagerato e cercando di placare il suo nervosismo le raccontai di molte coppie use a giocare con sconosciuti per mantenere vivo il rapporto con il proprio partner. Si ma ora ‘. noi… . Non continuò, lasciò la frase a metà. Fra noi non è cambiato nulla, ti amo come e più di prima ‘ dissi ‘ non so cosa mi è successo, forse il vino, forse l’eccitazione della serata ‘. . Tutti porci voi uomini! – asserì ‘ non pensate altro che al sesso. E tu? No? – risposi in modo scherzoso, per sdrammatizzare ‘ ti ho vista come guardavi Giulio, e non in faccia, quando nel pagare pegno è restato in mutande. Forse non te ne sei resa conto ma sembravi volerlo mangiare. Eravamo tutti un po’ brilli ‘ disse sottovoce, come a voler giustificare gli sguardi verso l’uccello del nostro amico. Ecco, giusto, hai detto bene eravamo brilli ‘ replicai – ma molto spesso nel ‘vino è la verità’. Restammo in silenzio per un po’ e tentai un approccio e carezzandole le cosce gli sussurrai: certo Giulio è un, come si dice, superdotato e non si poteva non notare quell’affare negli slip. Ne rise sommessamente ed annuì. Mi spinsi oltre con le avances, ero sul suo pube e lo stavo lisciando quando scendendo sull’apertura del suo intimo la sentii fradicia ed osai dicendole: è Giulio a farti quest’effetto? Nel sentire quel nome ebbe un fremito che cercò malamente di nascondere mimando uno sbadiglio. So che lo desideri qui, nella tua passerotta – continuai a battere il ferro finché è caldo, e tra le sue cosce di calore ce ne era in abbondanza ‘ non c’è nulla di male a desiderare materialmente un altro uomo. Lucilla era in preda ad una forte eccitazione, non potevo non insistere in quel mio recondito desiderio sapendo che anche lei lo voleva, anche se il suo pudore la portava a negarsi anche un minimo di trasgressione. Dovevo far leva sulla donna, non sulla moglie e madre di famiglia, per scardinare i suoi tabù. Nel frattempo le ero sopra e mentre iniziavo una lenta penetrazione le sussurrai a bruciapelo: te lo vuoi scopare? Prima di rispondermi tentennò, forse perché stava gustandosi il mio cazzo, entrato a fondo, nella sua fica, alcuni secondi: chi? – chiese. Giulio ‘ gli risposi iniziando un veloce cavalcare. A sentire quel nome ebbe un suo primo e violento orgasmo. Si si si, voglio scoparmelo. A queste parole venni anch’io provocandogli con il mio sperma bollente un nuovo orgasmo. Ci addormentammo appagati. A colazione noto il suo non guardarmi in viso, occhi abbassati, quasi assente, gli chiesi cosa avesse e lei rispose di provare vergogna per quanto detto la sera prima. La rassicurai dicendole che non doveva avere vergogna delle parole dette in un momento di eccitazione e che hanno reso più bello il rapporto. Ma davvero vuoi scoparti Giulio? Dissi ridendo per metterla di buon umore. Lo sai che l’ho detto in un momento particolare e poi ‘… Giulio ‘ ci conosce ‘ rispose. Quel sillabare delle parole mi confermò che il tabù era infranto, non le dispiaceva farsi scopare, ma non da Giulio anche se la voglia era nei suoi più reconditi desideri. Di quanto successo al parcheggio cosa ne pensi ‘ domandai, prendendola sulle mie ginocchia e toccandole le cosce. Restò muta. Insistetti e ripetei la domanda: hai goduto con il tipo al parcheggio? Pur sapendo che è venuta più volte e non certo grazie a me. Si, mi è piaciuto ‘ disse sommessamente ed abbassando lo sguardo. Potremmo ripetere l’esperienza in altri posti, dove nessuno ci conosce ‘ provai a chiedere, mentre il mio arnese iniziava ad erigersi e Lucilla, nel frattempo ero nei suoi slip con la mano, era un lago di umori vaginali. Non rispose ma neanche si mostrò contrariata. Il discorso non venne più ripreso, continuammo la quotidianità finché una sera andammo a visitare alcune pozze d’acqua termale dalle parti di Viterbo. Acqua calda che sgorga ad una temperatura di oltre 60’ e pare sia curativa per diverse malattie della pelle e, comunque, rende liscia la cute. Parcheggiammo l’auto nel piazzale antistante le vasche e ci avviammo a godere delle salubre acque. Non erano particolarmente affollate le vasche ci sedemmo nei 30 centimetri d’acqua e gioco forza scambiammo alcune parole con degli abituè del posto. Lamentai la scarsezza d’acqua e mi venne indicata un’altra vasca più in la e più profonda. Decidemmo di spostarci e prendendo le nostre cose il tipo ben informato aggiunse, a bassa voce, di far attenzione perché lì, in quella pozza, potreste essere scambiati per una coppia trasgressiva. Lucilla, non avendo sentito il consiglio, sentendomi ridere si voltò e chiese cosa avessi da ridere: nulla ‘ risposi e ci avviammo seguiti, a debita distanza, dal tipo. La vasca era immersa nel buio più totale, dentro un paio di ragazzi mentre una coppia, in accappatoio, stava seduta sull’erba. Entrai per primo facendo bene attenzione a dove mettessi i piedi ed invitai Lucilla a seguirmi. Ci sedemmo su di una specie di gradino e iniziammo a godere degli eventuali benefici cutanei. Dopo averci osservati dal bordo, il tipo che nel frattempo ci aveva raggiunti, entrò nella vasca ed andò a sedersi poco lontano da mia moglie iniziando il solito interrogatorio conoscitivo, pare sia d’obbligo tra vicini di bagni. é la prima volta che venite? Chiese. Si ‘ risposi ‘ abbiamo letto in internet di quest’acqua ed abbiamo voluto provarla. La conversazione proseguì spaziando a tutto campo. La coppia in accappatoio rivestitasi si allontanò seguita a breve distanza dai due e restammo soli con Mario, questo il suo nome, nell’oscurità della notte viterbese. Lucilla cominciava a dar segni di inquietudine, soffriva (o godeva?) della troppa vicinanza di Mario che parlando e gesticolando le aveva già sfiorato in diverse occasioni le cosce. Ad ogni suo agitarsi ed immaginando scene erotiche con lei protagonista, il mio arnese di gonfiò. Cercai di aggiustarlo con una mossa della mano, operazione di sicuro osservata da Mario che già pregustava una nottata di sesso con mia moglie. Una battuta di Lucilla sulle proprietà dell’acqua mi fece tenerezza e, abbracciandola, la baciai. Nel mentre notai lo sguardo dubbioso di Mario verso di me, come a chiedere il permesso di unirsi alle nostre effusioni, gli sorrisi e continuai a baciare mia moglie. Il tocco deciso di Mario, nelle cosce di Lucilla, la fece sussultare per un momento ma si rilassò subito e lasciò fare. Nell’accarezzargli l’interno coscia trovai la mano di Mario che le aveva già scostato lo slip e la stava masturbando dolcemente. Marco alzandosi le si parò innanzi, prese la mano di mia moglie e se la porto sul cazzo già in tiro. Lucilla iniziò una leggera masturbazione mentre continuava il gioco di lingua nella mia bocca, sentivo i fremiti del suo corpo, Marco ci invitò ad uscire per stare comodi, mia moglie si guardò intorno e lasciandosi prendere per mano dal ragazzo lo seguì, fuori dall’acqua, verso alcuni cespugli nei d’intorni della vasca. Mario adagiò il suo asciugamano in terra e vi fece inginocchiare Lucilla, avvicino il cazzo e la infilò senza trovare resistenza alcuna, nella sua bocca. Le presi la mano portandola sul mio uccello, l’afferrò ed iniziò una sega violenta. Aveva perso tutti i suoi tabù. Mugolava dalla goduria, due cazzi tutti per lei. Marco la fece distendere e tolto gli slip la penetrò velocemente ed iniziò a cavalcare famelico la fica della mia Lucilla, nel mentre mi porto all’altezza dei loro sederi per ammirare il primo cazzo di un estraneo nella vulva bagnata da quegli umori che di li a poco andrò a leccare. Un urlo soffocato di Lucilla ed un grugnito di Mario mi fecero capire che stavano raggiungendo l’apice del piacere e che di li a poco le avrebbe riempito l’utero con il suo sperma. Si placarono e restarono distesi mentre io li osservavo godendo tra le mie mani. Ci rivestimmo ed andammo verso la macchina: possiamo rivederci? Chiese Mario. Chissà ‘ risposi.

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