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Racconti Cuckold

Gianna mia moglie

By 14 Marzo 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Dopo cena come sua abitudine mia moglie controllava alcuni conti dell’ufficio disbrigava la posta elettronica del suo PC e dopo un breve riepilogo del programma per il giorno dopo si accoccolava sul divano vicino a me per assistere a qualche film per televisione.

Quanto descritto era la prassi sino a qualche mese prima, ultimamente però avevo notato un radicale cambiamento sia umorale che gestionale, in particolar modo la cura del corpo e del vestiario era particolarmente ricercata, fino ad arrivare alla scelta della biancheria intima in tono con l’abito per il giorno seguente, l’uso smodato di profumi di marca e una ricercatezza estetica sugli accessori come occhiali o pelletteria mi avevano sorpreso, oddio… non che prima si trascurasse, ma queste operazioni venivano eseguite in modo blando, come una routine, con scelte meno ricercate e di minor gusto.

La vidi andare in bagno e con aria allegra e squillante disse ‘Giuliano vado a fare un po di restauro e poi di corsa a nanna’

Ripensando a queste cose credetti che il motivo principale di questa sua trasformazione fosse dovuto dal fatto che nostra figlia abitando a Bologna per gli studi universitari, le lasciava per se maggior spazio e libertà, cosa che fino agli anni precedeti non aveva.

Come tutti i sabati mia figlia ritornò da Bologna portando una ventata di allegria, Federica era una ragazza molto bella e solare con una spiccata voglia di vivere e conoscere cose sempre nuove, quando rientrava a casa era un turbillon di novità che doveva sperimentare o che aveva già messo in atto riempendo le mura domestiche di buon umore e felicità…..era una sensazione bellissima di gioia ogni qualvolta ce la trovavamo davanti.

Quella sera Federica grande appassionata di teatro chiese se potevo accompagnarla per la rappresentazione al teatro Alighieri ‘Del mistero buffo’ includendo nell’invito anche la madre.

Gianna (mia moglie) rientrò a casa più tardi del solito ma immediatamente mi premurai di metterla al corrente dell’invito di Federica, lei rimase un po perplessa ma con gentilezza declinò l’invito, tanto che io ma soprattutto mia figlia ne fummo sorpresi e amareggiati.

Lei si scuso dicendo che avrei dovuto accompagnarla io, perchè lei aveva già preso un impegno con le sue colleghe d’ufficio per recarsi a cena nella zona del mare…. e dicendo questo snocciolò anche i nomi delle amiche che avrebbero fatto parte del gruppo.

Dopo una frugale cena io e Federica seppure dispiaciuti chiamammo un Taxi e ci facemmo accompagnare a teatro….. ma come si suol dire a quel punto il diavolo ci mise le corna, una delle persone che Gianna aveva nominato ce la trovammo assieme al marito al botteghino mentre facevano i biglietti per l’ingresso, quando mi vide il suo imbarazzo fu evidentissimo, ed alla mia precisa domanda “Ma tu non dovevi essere a cena con Gianna” una cappa di gelo calo su di noi.

Mi resi conto in quel momento che Gianna mi aveva raccontato una bugia e stava nascondendo qualcosa che io non avrei dovuto sapere, ma il triste fu che anche Federica capì il sotterfugio di sua madre, ed infatti volle tornare subito a casa, con immensa tristezza mi abbraccio’ e disse “Papa io torno nel mio appartamentino non sopporto sentirmi dire delle bugie” capii la sua rabbia e il suo stato d’animo, la salutai e la vidi salire in auto con direzione Bologna.

A quel punto mi accinsi ad aspettare Gianna, infatti verso le due senti la sua Panda arrivare, senti il ticchettio dei tacchi sui gradini dell’ingresso, apri la porta e quando mi vide rimase meravigliata e sorpresa, il suo volto diventò teso e una leggera ruga le solcò la fronte, la curiosità si trasformò in apprensione quando chiedendomi dove fosse Federica, la mia risposta la turbò….. con molto autocontrollo e una certa calma le spiegai i motivi del suo rientro a Bologna.

I motivi che avevano indotto nostra figlia ad allontanatarsi da casa la fece crollare sulla poltrona, nel fare questa mossa inaspettatamente la borsa cadde a terra e ne fuoriuscii il reggiseno bianco di pizzo, come un pugno allo stomaco, ebbi la conferma dei miei sospetti….lei capì che io avevo capito e la precedente apprensione si trasformò in panico.

Gianna non cercò scuse e con voce fredda e senza alcuna inflessione non cercò neanchè di giustificare quanto era emerso dalla sua bugia e da quello che casualmente avevo scoperto……e quando con rabbia trattenuta a stento chiesi la verità con aria di sfida disse:
“Ascolta ora ti racconto tutto…. due mesi fa un mio collega d’ufficio dopo una cena di lavoro si offrii di accompagnarmi a casa in auto….io mi fidai anche perché potevo essere sua madre dal momento che ha l’età della nostra Federica, durante il tragitto di ritorno successe quello che mai avrei pensato potesse accadermi, forse dovuto alle libagioni, oppure per un insieme di fattori come il fascino e la giovinezza fermò l’auto in campagna mi spogliò e mi possedette in tutti i posti”

Alla mia domanda ‘tutti’ cosa voleva dire lei sussurrò:
“Mi ha scopato senza preservativo venendomi dentro la pancia e poi mi ha sodomizzata”

Fui preso dall’istinto di picchiarla ma seppi aucontrollarmi e le chiesi con fare velenoso se le era piaciuto lei rispose:
“Giuliano credimi sul momento rimasi traumatizzata, poi le sue insistenze, la sua corte discreta ma ossessiva mi portò ad avere altri rapporti e tuttora continua e con la scusa delle amiche ci ritroviamo un paio di volte alla settimana e facciamo sesso”
Come stasera aggiunsi io…… e lei accennò sussurrando
‘Si come stasera’.

La rabbia mi pervase e frammista ad uno strano stato di eccitazione la presi per un braccio e la trascinai in camera da letto, le mollai alcuni ceffoni provandone un piacere immenso e continuai fino a farle sanguinare un labbro, lei urlo ma nessuno poteva sentirci dal momento che abitavamo in una villetta singola acusticamente insonorizzata e leggermente isolata.

Come un assatanato le montai sopra, le strappai la camicetta facendo venire alla luce le sue tette monumentali, le morsi le succhiai, le strizzai i capezzoli poi le tirai su la gonna lei piangeva e urlava non voleva che la scopassi, le strappai i collant e buttai la mia faccia fra le sue gambe dalle mutandine aspirai l’odore forte del suo sesso misto all’odore di pipi e forse anche di sborra di quell’altro.

Con una manovra secca le strappai le mutandine bianche di pizzo, e cominciai a pomparla il mio uccello era duro, la rabbia e l’eccitazione erano una curiosa miscela esplosiva, la scopavo con violenza, il mio cazzo s’infilava fra le labbra della sua figa la guardavo in faccia dicendogli della troia, della puttana, della vacca, mentre lei piangeva mi graffiava le braccia, il collo e tutto il corpo, ma alla fine le venni sulla pancia e le spalmai il mio seme anche sul viso.

A quel punto decisi di volerla sodomizzare, volevo farle lo stesso servizietto che le aveva fatto l’altro, in tanti anni di matrimonio non mi ero mai permesso di chiederle questo, quando lei capi le mie intenzioni comincio ad agitarsi ma alla fine con non poche difficoltà riusci ad infilargli il cazzo nel culo e mentre lei urlava dal dolore le mordevo le spalle e le facevo dei succhiotti nel collo venni per la seconda volta.

Ero stanco e incazzato….lei disfatta e piangente con lentezza raccolse quello che era rimasto della sua biancheria e si recò in camera da letto insultandomi.

Sono passati una ventina di giorni abbiamo ripreso a parlarci e dopo un discorso chiarificatore lei aveva deciso lasciare l’altro…. ma nella mia testa le sensazioni provate quella sera erano cosi vive che la convinsi perché non lo facesse volevo sfruttare questa situazione volevo fare un uscita in tre…… desideravo vedere un altro che scopava mia moglie (la troia) volevo riprovare la strana eccitazione che avevo provato alcune settimane prima e desideravo vedere fino a che punto la mia perversione accettava le sue performance erotiche.

Nel frattempo mi sono scoperto feticista e ho accentuato il vizio di raccogliere fra la biancheria sporca le mutandine di mia moglie e di Federica per annusarne l’odore del sesso e del culo, in particolar modo mi eccito con quelle di mia figlia….. i suoi perizomi, dai colori tenui e sensuali però odorosi di figa con a volte macchioline bianche mi eccitano da morire al punto di masturbarmi e di sborrarci sopra.

Sta di fatto che per la prossima settimana si avvererà la seconda parte del mio programma sono molto eccitato avere una moglie troia e una figlia un gran bel pezzo di figa fa veramente comodo.

Secondo capitolo a giorni. Dopo un mese Gianna ed io ricominciammo ad avere un rapporto quasi normale, indubbiamente quello che era capitato le settimane precedenti aveva lasciato un segno profondo, esisteva un malessere reciproco che rasentava in alcuni momenti l’indifferenza, lei si sentiva offesa e umiliata, e additava a me le colpe maggiori e pur riconoscendo i suoi sbagli imputava a me un’insensibilità nel recepire le cose che si erano create in quella determinata situazione.

Ebbi la conferma da fonti sicure la conferma che lei continuava a vedere l’altro fuori dall’orario di lavoro e nonostante la sua perseveranza nel colpevolizzarmi rasentasse la sfacciatagine ne fui contento questo facilitava i miei piani.

Una cosa che rendeva Gianna duttile e più malleabile era il denaro e tutte le cose che le davano un senso di sicurezza economica, pertanto dopo una visita dal mio avvocato per assicurarmi che i beni immobili e tutto quello ereditato alla morte dei miei genitori fosse a mio nome di conseguenza svincolati dal regime di comunione di beni, mi preparai ad eseguire la rivalsa nei suoi confronti.

Decisi che avrei iniziato con lei un certo discorso i giorni seguenti….. dal momento che questa era la settimana che sarebbe rientrata da Bologna Federica e la voglia di vederla e starle accanto mi riempiva di felicità pertanto cercai di alleggerire l’atmosfera già di per se elettrica con una tregua calcolata.

L’ attaccamento nei miei riguardi dopo la storia della madre era cresciuto enormemente la sua vicinanza era corroborante al punto che riuscivo a percepire le sfumature e l’eccitazione che lei creava con i suoi sorrisi i suoi baci e la sua tenerezza….. era una giovane donna che sapeva dare sensazioni di benessere con atteggiamenti affettuosi e a volte anche provocanti, portando la mia libido a pensieri peccaminosi, non proprio in linea a quelli che dovrebbe avere un genitore.

Verso le sette Gianna disse che sarebbe uscita per rientrare dopo alcune ore, capì che si sarebbe recata dal suo amante, mentre usciva incrociò Federica.
Mia figlia corse incontro a me baciandomi sulle labbra guardo sua madre con supponenza, dopo l’ultima litigata sul comportamento dissennato di Gianna, fra lei e sua madre era scesa una coltre d’indifferenza e la mancanza di stima verso la sua genitrice era evidentissima.

Io e Federica cenammo…. la sua vicinanza mi rallegrava e mi dava un senso di tranquillità, dopo aver riodinato la cucina ci recammo in soggiorno per guardare la televisione, lei rinunciò ad alcuni inviti telefonici ad uscire e si addormentò dolcemente sul divano con le sue gambe sopra le mie, rimasi sorpreso da questa sua sensibilità, e la situazione mi piaceva moltissimo, lo strusciare del nylon delle sue calze mi provocava uno stato emotivo particolare, la posizione che Federica aveva assunto lasciava intravvedere una larga porzione di coscia, riuscivo a vedere la cucitura dei collant …. la leggera trama del Nylon rendeva quella vista particolarmente eccitante, a quel punto senti dentro me crescere una sensazione incestuosa ed ebbi un erezione molto evidente.

Lei si sposto in posizione supina allargando leggermente le gambe facendo risalire la gonna verso l’alto…. con una gamba sfiorò il mio pene, rimasi come impietrito, la paura che forse anche lei si fosse accorta del mio stato di eccitazione mi rendeva vulnerabile.

Ora potevo vederle benissimo l’inguine dove sotto il collant chiaro trasparente risaltava il nero delle mutandine di pizzo ebbi un eccesso di salivazione la voglia di toccare di palpare mi pervase.

Lei apri gli occhi si stirò e si rassetto la gonna, mi sorrise, e si mise in posizione eretta, mi baciò sulle labbra come sua consuetudine, istintivamente le misi la punta della lingua in bocca, aspettandomi la fine del mondo, ma Federica non reagì preso dal coraggio le sfiorai un seno, lei lasciò che lo palpassi leggermente, la mia mano scese sulla sua gamba e s’insinuò sotto la gonna il collant e le mutandine facevano da barriera fra la mia mano e la sua carne, il suo inguine era morbido e il tepore della sua carne mi fece quasi eiaculare, quando i miei polpastrelli accarezzarono la trama del Nylon all’altezza del monte di venere solcando le labbra del suo sesso ….. con un leggero sospiro socchiuse gli occhi, poi mi scosto la mano con infinita dolcezza, mi guardo teneramente mi sorrise e mi sussurrò ‘papà ti prego, non si può’.

Il lunedi mattina Federica era tornata all’università e alla sera decisi di fare quel discorsetto con Gianna, le dissi chiaro e tondo che l’avrei buttata fuori di casa dal momento che lei continuava a frequentare quell’altro e non aveva senso che lei restasse in quella casa, avevo calcolato la sua reazione sperando che tutto andasse a mio vantaggio anche se lo sviluppo successivo mi disoriento non poco.

Lei si arrabbio moltissimo dicendomi che me l’avrebbe fatta pagare, che mi avrebbe portato via tutto e dicendo questo uscii di casa.

Sta di fatto che dopo alcune ore, sentì la porta aprirsi era lei, era ritornata, morale della favola l’altro aveva mollata e Gianna in preda alla disperazione più assoluta, mi disse che avremmo dovuto trovare una soluzione e che era disposta ad accettare qualsiasi soluzione, quando le feci presente che ero già stato dall’avvocato e mi ero documentato di come sarebbero andate le cose, lei cominciò a piangere disperatamente.

Gianna in quel momento si rese conto della gravita della situazione, e io colsi la palla al balzo le dissi che se lei era disposta a fare quello che io volevo avremmo potuto rivedere il tutto…. lei mi chiese:

“Cosa intendi dire”
Brutalmente le risposi:

“voglio che tu scopi con altre persone ed io farò da spettatore”
Lei rimase sorpresa, e non aspettandosi una richiesta simile, balbettando disse:

“Tu sei pazzo non accetterò mai”

Le ripetei che questa era l’unica condizione se voleva rimanere, non le lasciai la minima possibilità di replica e ne fui felice i miei progetti si stavano realizzando.

Letteralmente disfatta e confusa dalla mia proposta si gettò sul divano in posizione scomposta, non potei fare a meno di ammirarle le gambe, la gonna verdolina lasciava intravvedere le cosce tornite, un fisico ben strutturato e modellato magnificamente per la sua età….. mi eccitai enormemente.

Nonostante nell’arco della serata fra me e il suo amante avesse preso delle legnate da tramortire un toro, il suo viso rigato dalle lacrime aveva una lucentezza e una bellezza particolare.

L’ultima volta che l’avevamo fatto l’amore era stato tre settimane indietro e mi tornava alla mente la mia faccia fra le sue gambe e l’odore del suo sesso, queste cose mi fecero venire voglia di scoparla, mi avvicinai le misi le mani sul seno lei lascio fare con aria distaccata quasi assente, non disse nulla quando le aprì la camicetta le mie mani titillarono i suoi capezzoli le succhiai le aureole sembrava non le importasse nulla poi socchiuse gli occhi mentre con una mano le toccavo il pube coperto dalle calze ,con delicatezza la sdraiai sul divano le sollevai la gonna le abbassai collant e mutandine e cominciai a leccarle la figa, un mare di umori mi riempì la bocca, sentì il suo respiro farsi più pesante, con delicatezza e amore la succhiai, la leccai, la baciai, sentì i suoi gemiti mentre la penetravo prima con colpi leggeri poi sempre più forti fino a che la sua vagina al pari di un aspirapolvere risucchiò il mio pene facendomi godere fino a farmi urlare nel momento che le venni dentro la pancia, la sua figa aspirò fino all’ultima goccia il mio sperma, la baciai sulla bocca e lei rispose al mio bacio appassionatamente la guardai in volto e le dissi “Sei una grande troia però ti voglio bene”

Nel frattempo era passato un altro mese io e Gianna sembravamo tornati alla normalità e il momento di buttarla fra le braccia di altri uomini si stava avvicinando il pensiero diventava martellante, cosi come martellante era diventato il pensiero per mia figlia.

Federica era tornata a casa altre due volte e si era fatto finta di nulla…. nonostante le sue attenzioni per me fossero diventante più maliziose il pensiero della mia mano fra le sue gambe era sempre presente e più di una volta mi ero trovato in bagno a masturbarmi come un ragazzino.

Gianna aveva conosciuto un uomo, il quale le aveva fatto una corte serrata e dopo un certo tempo l’aveva posseduta, su richiesta di Gianna avevano organizzato una vera e propria orgia, dove anche io ero presente come spettatore, mentre altri quattro uomini l’avrebbero scopata a turno.

Partimmo verso le nove con destinazione un capanno da pesca nel Ravennate, raggiungemmo il posto conobbi le persone e mangiammo il pesce pescato da noi, Gianna non era abituata a bere di conseguenza dopo diversi bicchieri era ubriaca fradicia , provai un misto di piacere e di gelosia quando tre uomini presero Gianna per i piedi e per le mani e la buttarono sul tavolo, era l’oggetto del loro desiderio, era iniziata l’orgia….. la palparono, la baciarono, lasciandole vistosi succhiotti poi le sfilarono i jeans e la maglietta lasciandola in mutandine e reggiseno fu un susseguirsi di situazioni altamente erotiche, violarono le sue intimità baciandola in tutti i posti, le leccarono il culo, la figa ,le succhiarono le tette con violenza senza il minimo rispetto, poi come in una scena di stupro uno alla volta la chiavarono, i suoi urli di piacere mi fecero eiaculare una prima volta, la rigirarono e il più giovane la sodomizzò depositando il suo sperma sulle natiche di mia moglie, Gianna sembrava di gomma tutti la volevano penetrare… io ero di nuovo eccitato, quando l’ultimo di loro le infilò il cazzo nella figa e le venne dentro con un urlo disumano godetti una seconda volta.

Tornammo a casa alle tre Gianna era piena di lividi era rimasta con i jeans e la maglietta perchè le sue mutandine e il reggiseno erano rimasti trofei delle persone presenti, salimmo in camera ci guardammo ed eccitati più che mai scopammo come due forsennati.

Abbiamo conosciuto altre coppie e la nostra vita è cambiata radicalmente a volte Gianna esce da sola oppure usciamo assieme, nei priveè con partner diversi ci dividiamo e godiamo di avventure sempre nuove ed eccitanti, il nostro rapporto è migliorato e una sera alla settimana la dedichiamo a noi……. ci raccontiamo le nostre storie ci eccitiamo e concludiamo sempre il tutto con una scopata.
Mi è rimasto un solo pensiero in testa un collant chiaro un paio di mutandine nere quelle di Federica…. e la mia mano sul suo inguine fra le sue cosce…….chissà che un giorno non riesca a violare anche quella dolce fessura!!!!……..

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