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Racconti Cuckold

iL PRESTITO

By 4 Luglio 2021No Comments

Deciso a far diventare mia moglie una troia scatenata mi invento una situazione che la costringa ad accettare di trasformarsi nella donna che avevo sempre voluto

Avevo sempre trovato eccitante l’idea che mia moglie, una gradevole signora ormai prossima alla mezza età, avesse rapporti con altri uomini con il mio pieno consenso: la mia particolare versione di quello che è definito cuckoldismo non prevede però la mia umiliazione né da parte sua né da parte dei suoi eventuali amanti, anzi ritengo che la mia “generosità” nei confronti suoi e di quanti dovessero poterne godere le grazie, dovrebbe essere giustamente apprezzata e riconosciuta, considerandomi un generoso benefattore e non certo un cornuto da irridere. Per molti anni questa mia fantasia si era estrinsecata solo immaginando complicati scenari – totalmente teorici – di trasgressione in cui Franca era l’indiscussa protagonista.

Col passare degli anni e il progresso tecnologico un mondo totalmente nuovo finì per aprirsi davanti a me, e divenni presto un assiduo utilizzatore di internet,: non solo in rete avevo trovato numerosi siti idonei a coltivare quella mia fantasia, che avevo messo a fuoco con sempre maggiore nitidezza, ma ero anche riuscito ad entrare in contatto con altre persone che erano interessate all’argomento, qualche altro cuck, come me o i cosiddetti bull. In breve tempo mi resi conto che nella maggior parte dei casi si trattava di ragazzotti talmente imbranati da non essere in grado di corteggiare con successo una coetanea, trovando più pratico offrirsi di montare, come si dice nel gergo, le sweet, ossia le mogli che i cuckold mettono a disposizione.
Il mio guaio era però il fatto che, dopo quasi vent’anni di matrimonio, avevo dovuto rassegnarmi al fatto che mia moglie, che prima del matrimonio aveva fatto le sue esperienze con tre o quattro fidanzati, non avrebbe mai accettato nemmeno di parlare di andare a letto con un altro uomo, con FORSE una sola eccezione a questa regola, cioè che il suo tradimento dovesse essere la sola maniera di uscire da una situazione di difficoltà in cui mi fossi venuto a trovare, magari a causa della mia professione: e qui è d’obbligo una confessione: io sono un odontotecnico, un meccanico dentista per intenderci, ma come spesso capita, oltre che fabbricare protesi per i dentisti, svolgo anche un’attività che mi sarebbe preclusa: in un piccolo studio nella periferia di Milano faccio il dentista, nel senso che fingendo un titolo di studio (la laurea) che in realtà non ho, visito pazienti, curo denti, applico protesi, mobili e fisse: in questa maniera mi metto in tasca la (considerevole) differenza tra il prezzo che il dentista paga la protesi a me e quello che il dentista chiede al paziente: insomma, dal produttore al consumatore, saltando un passaggio a tutto vantaggio delle mie tasche: certo, se poi qualcosa va storto i guai in cui mi troverei sarebbero sicuramente maggiori di quelli a cui andrebbe incontro un dentista laureato, ma si sa, “chi non risica non rosica”!
Tra i tanti personaggi che negli anni avevo conosciuto sul web c’era un signore di Milano: con lui avevo chattato varie volte, avevamo gusti simili in fatto di donne e le medesime piccole manie, e visto che si lamentava della scarsa disponibilità erotica della moglie, per consolarlo ma anche per provare qualche piccolo brivido cuck – gli avevo inviato alcune foto abbastanza significative di Franca, che lui aveva spesso commentato come “gran porca che mi scoperei in ogni modo”: una volta, rischiando non poco, avevo perfino tenuto il pc sul comodino con Skipe aperto e collegato con lui in video, cosicchè aveva potuto vedere mia moglie mentre si spogliava, indossava la classica tenuta da zoccola ( calze a rete con reggicalze, reggiseno carioca e, ovviamente, scarpe in vernice nera con tacco dodici) che le facevo indossare quando volevo farle qualche foto hard: per l’occasione l’avevo anche convinta a radersi integralmente la figa, sfoggiando così un look davvero professionale: quando l’inconsapevole esibizione di mia moglie ebbe termine chiusi il collegamento, ma un’ora dopo io e Fulvio eravamo di nuovo in contatto, questa volta su whatsapp:
“Cazzo che porcona che hai in casa! Me la scoperei per ore pagando s’intende! Ahahahahaha!
In pieno delirio cuck non trovai di meglio che rispondergli: “sarei veramente felice di fartela montare, mio caro…sono sicuro che tu faresti uscire allo scoperto la troia che è in lei!”
“E puoi giurarci! Anche perché, a differenza di te, non mi accontenterei di scoparla in quella figona che si ritrova, le farei anche il culo, quel bel buchino stretto che so che ti ha sempre negato! Perché, diciamocelo, solo una rotta in culo è idonea alle cose che piacciono a noi, tipo prenderla a sandwich noi due assieme, o se invece preferisci la potrei scopare insieme ad un mio amico speciale diciamo uno un po più scuro del normale ahahahaha!”
Quello scambio di battute mi eccitò al punto che finii per ritornare a letto dove, per la seconda volta nel giro di un’ora, saltai letteralmente addosso a Franca, che tutto si aspettava meno che di essere nuovamente scopata, ma che dimostrò di gradire quell’omaggio al suo sex appeal, pur non avendo la più pallida idea del motivo di tanta eccitazione da parte mia.
Decisi quindi di contattare Fulvio, che non avevo nemmeno mai visto di persona, per fargli la proposta più oscena che la mia mente potesse concepire: avrei convinto Franca che ero in un guaio per un lavoro andato male e che avevo assoluto bisogno di farmi prestare dei soldi..e l’unico che era disposto a farmi il prestito, in cambio voleva qualcosa, qualcosa di molto particolare…
Quando Fulvio si trovò la mia proposta nella mail che usavamo per scambiarci qualche link di siti erotici di nicchia non rispose immediatamente, ma impiegò alcuni giorni, durante i quali io preparai Franca al fulmine a ciel sereno che l’attendeva: iniziai a raccontarle che ero in grossi guai con un cliente, che minacciava di denunciarmi per esercizio abusivo della professione medica, caso nel quale, oltre ad essere condannato al pagamento di una salata multa e oltre a dovergli pagare i danni e a restituirgli quanto aveva speso presso di me, avrei subito la confisca dell’attrezzatura dello studio, che oltre a tutto avevo in leasing, il che mi avrebbe impedito di continuare a svolgere quell’ attività, impedendomi di fatto di guadagnare i soldi che avrei dovuto pagare al cliente danneggiato: il che mi avrebbe costretto a recuperare i soldi vendendo qualcosa di nostro, se invece l’avessi tacitato in tempi brevi, risarcendolo con la somma che mi chiedeva, avrei conservato lo studio, dove avrei potuto continuare a lavorare: l’unico problema era che la persona disposta a farmi il prestito voleva una garanzia molto particolare: mia moglie impiegò parecchio a capire a cosa mi riferivo, e spiegarglielo non fu per nulla semplice e quando pensavo di essermi spiegato abbastanza chiaramente mi resi conto che in realtà non aveva ancora capito un bel niente: alla fine sbottai: ”Insomma, come te lo devo dire? Questo tizio per prestarmi quei soldi vuole in cambio che tu vada a letto con lui! Hai capito adesso?!”
La cosa più difficile, una volta spiegata così brutalmente la questione, fu fingere di essere costernato da quello che le stavo chiedendo, mentre in realtà il semplice fatto di parlarne me lo faceva diventare duro! ;-)
Per tutta la settimana, ogni volta che eravamo soli in casa Franca ed io avevamo un solo argomento di conversazione: prima esaminavamo tutte le possibili alternative al chiedere i soldi al pretenzioso finanziatore, poi Franca cercò di convincermi che una persona che chiedeva come interesse delle prestazioni sessuali doveva sicuramente essere un depravato, quando poi venne fuori che il tizio era anche un po’ più anziano di me apriti cielo: “Tu sei pazzo, vuoi che vada a letto con un vecchio pervertito se credi che lo farò sei completamente fuori strada, e ti dico di più: se insisterai su questa strada me ne andrò da un avvocato e chiederò il divorzio: stai pur tranquillo che quando spiegherò il motivo per cui lo chiedo sarai rovinato!”
Avevo previsto che la faccenda non sarebbe stata di facile gestione, ma visto che nel frattempo l’amico Fulvio mi aveva dato la sua disponibilità a prestarsi a quella specie di ricatto, diedi il via alla seconda parte del piano: da anni portavo a casa la parte in nero dell’incasso dello studio, denaro contante, e la davo direttamente a mia moglie, che ne faceva l’uso che riteneva più opportuno: dall’oggi al domani smisi di portare a casa quei soldi: si trattava, tre volte alla settimana, di cifre tra i 50 e i tre/quattrocento euro, ma all’improvviso questi soldi, con cui faceva la spesa, pagava la colf, faceva benzina, si comprava un vestito o dei jeans ai ragazzi piuttosto che pagare il parrucchiere..pff, spariti! Da adesso in avanti ogni volta che le servivano dei soldi doveva chiedermeli, e io dopo un paio di giorni glieli davo, sempre un po’ meno di quello che mi aveva chiesto, giustificandomi con la necessita di mettere assieme una certa somma di denaro da dare come prima rata al cliente danneggiato perché non realizzasse i suoi propositi di denuncia penale. Con questo trattamento feci entrare in crisi Franca: in pratica le stavo facendo capire che il suo rifiuto a cedere alle richieste del mio possibile finanziatore influiva, e avrebbe continuato ad influire per chissà quanto tempo, sul nostro modo di vivere, ormai consolidato da anni, ma d’altra parte, se lei non se la sentiva di cedere ad una richiesta così pesante non potevo darle torto…chissà, magari poteva darsi che il cliente accettasse il pagamento dilazionato nel tempo e rinunciasse alla denuncia penale.
Dopo circa un mese di questo trattamento Franca cominciò ad essere un po’ meno rigida nella sua determinazione: capii che ormai era fatta quando mi chiese come fosse Fulvio: io, che l’avevo visto solo in una piccola foto, mi limitai a dirle: “Non sperare in un fascinoso sessantenne tipo Robert Redford, è un tizio che dimostra l’età che ha, e secondo me se mi ha fatto questo genere di proposta è perché dev’essere un tantino vizioso d’altra parte lo sai anche tu che di donne disponibili in giro ce n’è una pletora, se presta soldi chiedendo sesso come interesse sarà perché cerca qualcosa che altrimenti non potrebbe trovare”
Con questa frase, che in qualche modo suonava un po’ minacciosa, non contribuii certo alla tranquillità di mia moglie: se l’idea di dover andare a letto con un estraneo l’aveva turbata, l’idea che l’estraneo fosse un vecchio vizioso la terrorizzò: dopo una notte in cui l’avevo sentita rigirarsi nel letto fino al mattino, mentre uscivo per andare al lavoro mi sentii chiedere: “Ma dovrò essere da sola con lui quando lo incontrerò?”
(Evviva, pensai, ha detto “quando lo incontrerò” non “se”…)
“Non lo so, non è che mi ha detto nel dettaglio cosa vorrà da te, si è limitato a chiedermi se ero sposato, quanti anni avevi, ha chiesto di vedere qualche tua foto, dopo di che ha detto testualmente: “Mica male tua moglie, per me si può fare, devi solo dirmi se lei è d’accordo” tutto qui.”
Me ne andai, da vera carogna, lasciandola nella più atroce disperazione: era chiaro che il tarlo del dubbio le si era inserito nella testa, ma tante, troppe, erano le incertezze che ancora l’accompagnavano nel suo personale percorso di corruzione.
Ci vollero ancora alcuni giorni, finchè una sera, a letto, Franca mi chiese: “ma tu “dopo” cosa penserai di me? Mi amerai ancora?”
La risposta era pronta da un pezzo, e la servii col tono più convinto di cui ero capace: “Ma cosa dici! Certo che ti amerò ancora! Anzi, ti amerò molto di più perché saprò che per amor mio hai accettato di fare qualcosa che ben poche altre donne accetterebbero di fare!”
Franca rimase in silenzio, poi con voce flebile mi chiese: “Ma almeno potrei vederlo “ prima” ?“
“Prima di cosa? Di andarci a letto? Ma come faccio, lo porto qui, tu lo guardi e decidi che non ti piace e allora mandiamo tutto all’aria? Mi farò mandare qualche foto, cosi ti potrai fare un’idea del soggetto…
Dopo pochi minuti comunicai a Fulvio che Franca stava cominciando a cedere ma che voleva avere un’idea del suo aspetto: “Mi sembra un’ottima notizia, ti mando un paio di foto in cui non si vede la panza e con gli occhiali da sole, scattate quest’estate al mare, fagliele vedere ma continua a tenere stretti i cordoni della borsa!”
Le foto arrivarono, via mail perché non volevo far sapere a Franca che io e Fulvio ci sentivamo via WhatsApp da un pezzo…le mostrai a mia moglie che storse il naso, dicendo “Eh, certo che i suoi anni li dimostra tutti…si capisce benissimo che è un pervertito…povera me…Ma devo andare io da lui o viene lui da noi? “
“Guarda io credo che sarebbe meglio se vi trovaste fuori da casa nostra, non so, o a casa sua o in un motel, in modo da sentirti meno imbarazzata, tu vai da lui….”
“No, in motel no, non potrei mai e nemmeno a casa sua, guarda magari potremmo andare su nella nostra casa in campagna, la casa è isolata, non ci vedrà nessuno, gli spieghi dov’è, ci andiamo assieme, qualche ora prima, mi preparo a riceverlo, poi lui arriva….io farò finta che sia uno che si è perso nel bosco e ha bisogno di aiuto… si, ecco, così mi sembrerebbe mi sembrerebbe meno…meno.. meno combinata, ecco, e mi sentirei meno “venduta”… e un’ altra cosa: non voglio restare sola con lui, quindi organizzati con il lavoro perché dovrai essere a pochi metri da me: io lo farò venire in camera nostra ma tu dovrai startene nascosto in una delle camere dei ragazzi, metti che quello diventa violento… tu devi intervenire!
Ah beh,, certo, se preferisci andare in montagna non c’è problema, e anche l’idea di stare nascosto in casa mi piaceva!(ma si può? Mi invitava ad assistere alla monta, e io che temevo che mi sarei dovuto accontentare dei racconti di Fulvio!) ma allora pensi di aver preso la tua decisione? Vuoi ripensarci, non so fino a domattina? Sai, perché se io gli dico che per te va bene (avrei tanto voluto dire “che ci stai”, ma insomma, un minimo di forma) e lui mi presta i soldi poi non è che possiamo fare marcia indietro, lo capisci, no?
“Sì, ho capito, non sono scema, se tu mi assicuri che non mi rinfaccerai questa scelta e soprattutto che con questo sistema i nostri guai saranno sistemati va bene, accetto, solo fammi capire: quanti soldi ti deve dare e fino a quando io dovrò andarci, con questo tipo…A proposito, ha un nome?
“Si chiama Fulvio, e mi ha fatto questo discorso: finchè non avrò restituito il prestito, che sarà di 12000 euro, tu sarai a sua disposizione una volta alla settimana, dice che lui è abituato a fare così…(in realtà stavo andando a braccio, non c’era ancora nessun accordo, anche perché non c’era nessun prestito da ripagare, ma l’idea che Franca dovesse convincersi che sarebbe stata a disposizione di uno sconosciuto una volta alla settimana mentre ero IO che dettavo le regole, mi faceva impazzire dall’eccitazione!)
“Accidenti, una volta alla settimana… e meno male che ha sessant’anni! ma come faccio a stare fuori così, i ragazzi noteranno che non ci sono…”
“Ci organizzeremo e faremo in modo che i tuoi orari fuori casa non siano quelli in cui ci sono i ragazzi, questo mi pare un problema facilmente risolvibile”
Insomma, a quanto mi era dato di capire la signora, dopo un paio di mesi di relative ristrettezze economiche aveva ceduto al compromesso, accettando in pratica di darla ad uno sconosciuto per poter riavere almeno in parte il suo comodo “train de vie”!
Temendo che l’ indomani mattina mia moglie facesse marcia indietro non mi precipitai, come invece avrei voluto, a dare la notizia al mio complice, ma quando dopo colazione stavo per uscire per andare al lavoro le chiesi: “Allora, cosa faccio? Mi faccio dare i soldi? Sai, ci vorranno un paio di giorni per averli e non vorrei che quello là si spazientisse e andasse dall’avvocato…”
“Sì, ho deciso, lo farò, procedi pure, però finché non hai i soldi in tasca io non vado da nessuna parte, solo dopo che li avrai avuti allora stabiliremo dove e come!”
Appena in studio whattsappai Fulvio: “E fatta! La porcona ha accettato le condizioni del prestito: preparati a fare una gita di piacere!”
La doppia spunta azzurra arrivò dopo pochi secondi, insieme alla risposta:” Cazzo, non ci posso credere! Ma veramente me la dai per farci quello che voglio?”
“Beh, quello che otterrai da lei dipende solo da te, io te l’ho messa nel letto, a proposito, ha scelto la location romantica: ti vuole in campagna!”
“Perfetto, casa isolata, nessuno che vede o che sente…però, che troia tua moglie! Ahahahaha! E quando ci si va?”
“Le ho detto che ti ci vorranno due giorni per avere i soldi, quindi direi che giovedì pomeriggio potresti raggiungerla su in valle!”

“Non c’è problema, direi che per le prime volte mi va bene la Valganna, ma poi dovremo rendere la cosa più comoda: la porterò a casa di un amico che è quasi sempre via per lavoro e sta a Settimo Milanese! Ancora una cosa: me la fai trovare come quella volta che abbiamo fatto il collegamento in Skipe? Sai ci terrei a vederle quelle tettone semilibere e la figa rasata!”
“Certamente, le dirò di prepararsi al meglio, truccata, fresca di parrucchiere, lavata e profumata, con la figa appena rasata: e già che ci sono ti segnalo che sarà a digiuno sessuale da vari giorni, e mi raccomando, con le scarse informazioni che le ho dato le ho lasciato credere che sei un vero pervertito, quindi approfittane!”
“Ah per quello stai tranquillo: in questi due giorni mi attrezzerò in modo da farle fare il corso accelerato da troia!!”
Passammo diversi minuti per studiare un preciso programma d’azione, volto a sondare la disponibilità di mia moglie a lasciarsi trascinare nel vortice della trasgressione e della depravazione, infine concludemmo con una nota realistica:
“Tranquillo, la sistemiamo come merita, la porcona! Non avrai da lamentarti! se l’avrò a disposizione una volte alla settimana, in capo a un paio di mesi avremo a disposizione una troia scatenata, oppure se ne sarà andata mandandoci tutti affanculo ahahaha!”

In effetti la possibilità che Franca si ribellasse al trattamento a cui io e Fulvio avevamo intenzione di sottoporla non era del tutto da escludere, ma dato che l’idea era più che altro quella di vedere fino a che punto ci si potesse spingere con le pratiche più trasgressive se avesse avuto un ripensamento avremmo allentato la pressione.
Le ore passavano velocemente, senza quasi accorgercene ci ritrovammo alla sera di mercoledì: all’ora di andare a letto mia moglie con aria nervosissima si avvicinò al letto e mi disse:
“Allora domani è il grande giorno…hai idea di come dovrò presentarmi?”
“Mah, guarda, non mi ha detto niente, ma io credo che si aspetti do trovarsi di fronte una abbastanza abituata a queste cose, una di quelle signore che hanno l’amante o che sono le amanti di qualche uomo sposato…”
“Quindi cosa dovrei fare? “
“Guarda, domattina vai dal parrucchiere, fatti sistemare nel modo più sexy che potrai, sarà il caso di fare un’accurata ceretta, poi portati su tutto il necessario per truccarti, come per una serata elegante: rossetto scuro, ciglia finte, unghie laccate, e vestiti come quando ti scatto le foto sexy, calze, reggicalze, tacchi alti…-”
“Ma su fa ancora freddo,come faccio..lo sai che la casa impiega due giorni per scaldarsi, non posso mica stare nuda in quella casa…”
“Ti metterai sulle spalle la pelliccia, così starai al caldo, e nella stanza che userete metteremo una stufetta elettrica, così almeno lì la temperatura sarà abbastanza alta, un’altra cosa: portati su qualcosa per lubrificartela, mica che il nervosismo te la faccia risultare asciutta, sarebbe antipatico per entrambi
“Capito, dovrò essere la moglie zoccola, anzi no, la vacca portata al macello…
“Beh, dai al macello direi di no, se proprio vogliamo restare nel paragone… sarai la vacca portata alla monta!” Appena detta la frase mi morsicai la lingua, ma oramai l’avevo detta e si sa che “voce dal sen sfuggita più richiamar non vale!” ma Franca non la prese male come temevo, infatti rispose:
“Sì, sì fai lo spiritoso, ma sono io che mi sputtano, e nel vero senso della parola…e poi … come ce l’avrà? Dici che c’ha sotto un coso enorme che me la devasta?”
Il fatto che mia moglie si fosse posta un simile interrogativo mi fece capire che la mia manovra sarebbe stata un successo: una donna, costretta a concedersi ad un uomo che non ha scelto lei, potrà domandarsi se sarà bello o brutto, gentile o rozzo, ma esprimere ad alta voce il timore che abbia un cazzo talmente grosso da farle male è roba da film porno di bassa lega…o da navigata “porcona in fieri”, come speravo mia moglie si rivelasse!
“Oh senti, hai partorito due figli e senza particolari difficoltà, cosa vuoi che abbia questo tipo al posto dell’uccello, una terza gamba? E poi mi sembra che i giocattoli con cui ti faccio divertire non siano precisamente delle copie in formato ridotto del cazzo di qualche porno attore! Dai adesso dormiamo che domattina dobbiamo alzarci presto, tu per andare dal parrucchiere, io per sistemare le cose in laboratorio in modo che non ci sia bisogno di me per tutto il giorno”
La mattina seguente Franca si recò dal parrucchiere mentre io mi precipitavo in studio, preparavo gli ultimi lavori nelle scatole per le consegne e, finalmente, chiamavo Fulvio:
“Allora, stallone hai preso la pillolina? Guarda che la porcona ha lasciato capire che non vede l’ora di farsi montare da te…potresti trovarti in difficoltà!”
“Non ti preoccupare, se appena è messa giù bene la metà di come me l’hai fatta vedere a suo tempo, mi si rizzerà che basterà per scoparla per due ore filate! Mi sono anche procurato qualche bel giocattolo che utilizzerò perché si convinca del ruolo che d’ora in avanti le compete!”
Diedi a Fulvio istruzioni precise per raggiungere la nostra casa in campagna e gli raccomandai di essere là per alle 15.00 precise; non stetti a dirgli che sarei stato presente all’incontro perché quello era quanto avevamo stabilito fin dall’inizio.
Alle undici uscii dal laboratorio, feci il giro dei clienti e tornai a casa: Franca era appena tornata dal parrucchiere: la troia si era tinta di un rosso cupo, sfoggiava una pettinatura cotonata con i capelli che le ricadevano sulle spalle striati da meches di varie tonalità tra il biondo e il rosso e si era già truccata come non mi era mai capitato di vederla: fard mattone, ciglia finte fittissime, ombretto grigio perlato intorno agli occhi, rossetto rosso cupo, unghie laccate nello stesso colore del rossetto: era veramente uno schianto, l’avrebbe fatto rizzare anche ad un morto (a me di sicuro e, ne ero certo, anche al mio amico) glielo dissi e per tranquillizzarla aggiunsi “Cazzo, lo vuoi far fuori subito il vecchio? Secondo me quando ti vede così viene nei pantaloni!”
Alla una partimmo per la nostra destinazione dove arrivammo poco dopo le due: era bene avere un po’ di tempo per sistemare gli ultimi dettagli, ma non doveva esserci nemmeno troppo tempo per evitare che un’attesa troppo lunga sfociasse in qualche ripensamento: alle due e mezza Franca cominciò a spogliarsi e nel giro di dieci minuti ecco materializzarsi davanti a me la più fantastica zoccola mai vista: la tenuta era volutamente esagerata, da vera puttana in servizio in un bordello, ma era quello che ci voleva per calarla fin da subito nella parte: le misi sulle spalle la pelliccia e le lubrificai la figa, dentro e fuori con del gel, poi piazzai il termoventilatore per scaldare quella che nella mia mente bacata era ormai diventata la “Sala Monta”, quindi mi ritirai nella camera accanto, da dove avrei potuto ascoltare – anche se non vedere, quello che sarebbe successo tra mia moglie e Fulvio,
E finalmente arrivarono le tre del pomeriggio: in lontananza il rumore di un auto che si avvicinava, un colpo di claxon e Franca preme il pulsante dell’apertura del cancello, l’auto, una Subaru scura, entra e si ferma a pochi metri da casa, Fulvio scende, indossa un loden blu e ha il cappello in testa, ha in mano una valigetta, immagino contenga i “giocattoli” per mia moglie: bussa alla porta al piano terra, sento i tacchi di Franca ticchettare sul pavimento, la porta aprirsi, qualcuno entra, si presenta, la sua voce è profonda, il tono quello di uno abituato ad essere ubbidito: “Sono il SIGNOR Fulvio”sento che ha sottolineato il “signor”…cominciamo bene, penso.. “ e tu devi essere….” mia moglie si presenta, la voce è quella di una persona intimidita . “Piacere, sono Franca..” Fulvio tace per un istante, poi parla a voce bassa: “Sono quella troia di Franca, SIGNOR Fulvio” : mia moglie non capisce subito, ma poi realizza di avere ricevuto un ordine ben preciso e ripete: “Sono quella troia di Franca, Signor Fulvio”
“Bene troia, fammi un po’ vedere cosa ho comperato da quello scriteriato di tuo marito: è chiaro che a questo punto Franca doveva essersi tolta la pelliccia, permettendo a Fulvio di studiarsela per bene, lo sento dire:
“Belle poppe…” e subito dopo : “Ahia! ” Franca ha strillato: come previsto Fulvio le ha strizzato un capezzolo, che dato il freddo, e anche la situazione, mezz’ora prima avevo notato essere già dritti e duri.
“gira su te stessa, troia!”
Immagino che Franca esegua, sento un sonoro “Ciack”: evidentemente Fulvio le ha mollato uno sculaccione, ma lei non ha gridato, lo sento commentare:
“Mmm, culo morbido, e bello grosso…chinati in avanti, troia!”
Mia moglie esegue senza fiatare,
“Apriti le chiappe, troia!”
Immagino la scena: mia moglie in piedi, sui tacchi alti che nel mezzo dell’atrio di casa si china in avanti e si apre alla vista e non solo di un perfetto estraneo.
Sento il rumore della cerniera che si apre, qualcosa viene appoggiata sulla mensolina dell’ ingresso, poi ancora la voce di Fulvio:
“Va bene troia, saliamo in camera, precedimi!”
Sento il rumore dei tacchi che si avvicina, resto immobile, la cosa è ridicola, entrambe le persone che stanno salendo sanno che io sono nascosto dentro una stanza, ma in teoria nessuno dei due lo dovrebbe sapere…i due entrano nella camera accanto alla mia e chiudono la porta per mantenerla calda: le pareti sono sottili e si prestano male ad isolare dai suoni, sento Fulvio dire a mia moglie:
“Spogliami, troia, e metti i miei vestiti bene in ordine su quella sedia”
Evidentemente Franca stava eseguendo, la sentivo muovere qualche passo nella stanza, sicuramente porta un capo alla volta sulla sedia vicina alla finestra
Fulvio ormai dev’essere nudo, e quindi si passa alla fase due:
“In ginocchio, troia, e prendimelo tutto in bocca!”
Sento Franca inginocchiarsi sul parquet della stanza, poi più nulla: la posso facilmente immaginare mentre cerca di accontentare Fulvio: lui non mi ha mai detto di avercelo particolarmente grosso o lungo, mi sento autorizzato a immaginare mia moglie alle prese con un cazzo simile al mio, tutto sommato non impossibile da prendere in bocca magari lasciandone fuori un pochino..
“Prenditelo tutto, troia, voglio sentire il tuo naso sulla pancia e le tue tonsille sulla mia cappella!”
Se il servizio dev’essere così accurato qualche difficoltà mi sa che mia moglie la proverà..
E’ ovvio che le avrà messo le mani dietro la testa, si sente qualche verso, a metà tra un conato e l’ ansimare di chi non riesce ad avere abbastanza aria…
La cosa va avanti per un po, poi come nel più bieco dei racconti pornografici la fatidica frase:
“Preparati, troia, sto per sborrarti in gola è tuo preciso dovere ingoiare tutto fino all’ultima goccia!”
Franca non era precisamente un’esperta della gola profonda tanto meno le avevo mai chiesto di ingoiare quello che, peraltro raramente, le eiaculavo in bocca, quindi quello che potei sentire fu abbastanza comico: un misto di colpi di tosse, conati di vomito, ansimi e sospiri accompagnarono la prima sborrata di Fulvio dentro una cavità di mia moglie, ma eravamo d’accordo che non le avrebbe fatto pesare l’ ovvia inesperienza, per cui tutto quello che potei sentire subito dopo fu il rumore di qualcuno che si lasciava cadere sul letto.
Secondo il programma che avevamo concordato, a questo punto a Franca, o meglio “quella troia di Franca” sarebbe stata sottoposta ad una minuziosa ispezione fisica: infatti dopo pochi minuti sentii la voce di Fulvio:
“Bene, troia, alzati e fatti guardare bene: che misura porti di reggiseno? “
“ la quarta, Signor Fulvio”
“Bene, mi sembra una misura adatta ad una troia come te: abbastanza grosse da dare nell’occhio e controbilanciarti il culo e abbastanza piccole da poter essere contenute nelle mie mani, magari strizzandotele un po…”
Sapevo che a quel punto Fulvio avrebbe dapprima soppesato le tette di mia moglie, facendosele sobbalzare tra le mani, in un atteggiamento più da mercante delle vacche che da amante, e la cosa era stata proprio pensata per farla sentire una merce al mercato, poi le avrebbe girato intorno e gliele avrebbe afferrate da dietro, strizzandogliele come le aveva preannunciato: Franca superò la prova senza fiatare.
Dal mio nascondiglio potevo sentire Fulvio trafficare con la sua borsa da cui sapevo che avrebbe estratto una tavoletta di legno lunga circa 80 cm con due anelli di velcro alle estremità da fissare tra le caviglie di Franca, così da impedirle di chiudere le gambe, quindi con una lunga penna di fagiano iniziò a solleticare la figa di Franca: benché potesse sembrare che mia moglie fosse in una situazione che psicologicamente non doveva essere certo favorevole a farla eccitare, in realtà la stimolazione con la penna dopo qualche minuto doveva essere diventata fortemente eccitante, perché potevo sentire Fulvio che commentava i movimenti di mia moglie:
“Ehi troia, mi sbaglio o stai cominciando ad andare su di giri? Ti piace essere con le gambe larghe mentre il Signor Fulvio ti stuzzica la fregna? Eccerto, perché alle troie come te piace essere obbligate a subire certe cose, così non si sentono in colpa, vero, porcona? Bello dover subire un trattamento così e dirsi che non ci si poteva sottrarre…bene troia, adesso passiamo al lato più materiale della faccenda!”
Ancora una volta Fulvio mise mano alla sua valigia delle sorprese: avevamo concordato che lui avrebbe indossato sul cazzo un “cock sleeve”, una sorta di tubo di gomma al silicone da calzarsi sul cazzo duro, che ne aumenta il diametro di uno o due cm a seconda del modello: dopo aver liberato le caviglie di mia moglie dalla tavoletta le disse:
“Forza, scendi e mettiti in ginocchio sul pavimento e appoggia la testa e le braccia la letto, adesso questa bella figona farà conoscenza con il mio cazzo !”
Ne approfittai per uscire dal mio nascondiglio e spiare attraverso i vetri della porta cosa stava accadendo là dentro:
Fulvio aveva fatto sì che Franca desse le spalle (o meglio le chiappe) alla porta quindi potevo guardare tranquillo di non essere visto, sapevo anche che la cock sleeve, pur essendo piuttosto sottile, era cosparsa da decine di piccole protuberanze rotonde che avrebbero creato una formidabile quanto insolita stimolazione della figa di mia moglie.
Dopo essersi applicato la sleeve Fulvio provvide a coprirla di gel lubrificante, poi appoggiò la cappella, che rimaneva scoperta, alla figa di Franca e spinse con decisione:
Franca si sentì penetrare da un corpo decisamente più importante di qualunque altro oggetto si fosse mai trovato nella figa:
“Aah..aahh oddio…è..è..è enorme!!faccia piano Signor Fulvio, mi sta rovinando ..aaaaah oooh mi sta spaccando la figa! aahh aah non ho mai preso un cazzo così grosso…oddio nessuno mi ha mai fatto cosìaah aah siiì”
Fulvio era in ginocchio dietro di lei e se la stava letteralmente ingroppando, ma per non fare troppa fatica il furbastro aveva afferrato le tette di mia moglie e se la faceva muovere avanti e indietro intorno al cazzo semplicemente tirandola per le tette verso di sé o spingendola lontano da sè: Franca agitava la testa come impazzita, mentre Fulvio la incoraggiava così:
“Godi troia, godi mentre il mio cazzo ti sfascia la figa! Quando tuo marito mi avrà restituito i miei soldi la tua figa sarà talmente larga che ci potrai prendere il cazzo di un asino!”
“Sì Signor Fulvio, lo sento, mi sento piena come non sono mai stata..”
Ero sconvolto, nelle mie più ottimistiche previsioni avevo sperato che alla lunga Franca avrebbe finito per apprezzare i rudi trattamenti a cui Fulvio l’avrebbe sottoposta, umiliandola e trattandola come un oggetto , ma non avrei mai immaginato che già alla prima scopata si sarebbe comportata così da porca, oltre a tutto cadendo nel ridicolo di rivolgersi a Fulvio dandogli del Signore mentre lui la stava scopando!
Sconvolto, eccitato come un mandrillo, non potei che tirarmelo fuori e menarmelo come un forsennato, finendo per sborrare sul pavimento del corridoio!
Fulvio, dimostrando una resistenza insospettata, stava continuando a montare Franca, mentre le diceva:
“ Troia, sei mia proprietà adesso e ti assicuro che da oggi a quando tuo marito mi avrà ripagato il debito imparerai a fare cose che non sapevi nemmeno che esistessero!”
“Oh Signor Fulvio, aaah..aaah..aarghh (Fulvio aveva dato un paio di spinte col bacino, muovendosi per incontrare Franca, penetrandola, se possibile, ancor più in profondità) mentre continuava a farla andare avanti indietro, sempre tenendole le tette arpionate con le mani e mia moglie mi meravigliò, dicendogli:
“Siiiì, siiiì Signor Fulvio, farò tutto quello che vorrà, ma aiuti mio marito…”

Finalmente tra urla, spinte, sospiri e strizzate di poppe Fulvio ne ebbe abbastanza, mentre Franca lo scongiurava di smettere di pomparla così forte lui si bloccò con il cazzo ben piantato nella figa abusata di mia moglie: “Certo che farai tutto quello che ti farò fare…e ho già capito che sari felice di farlo!”

Così dicendo Fulvio lasciò andare le tette di mia moglie, che non più trattenuta cadde rovinosamente sul pavimento, mentre Fulvio cercava di rimettersi in piedi: alzandosi il suo sguardo si incrociò con il mio: per un attimo ci guardammo negli occhi, poi lui indicò con la mano mia moglie che stava cercando di risalire sul letto: e scuotendo la testa mimò con la bocca la frase: “E’ proprio una troia, vedrai cosa le faremo fare!”
Me ne tornai abbastanza sconvolto nella camera accanto: attraverso la parete potevo sentire Fulvio che si rivestiva: mi domandavo se Franca si sarebbe rivestita anche lei o se sarebbe rimasta con la tenuta da zoccola con cui l’aveva accolto: ormai era “quella troia di Franca”.

I due scesero al piano terra, dal mio nascondiglio non potevo seguire la loro conversazione, ma non volevo trovarmi a farne parte, per cui rimasi chiuso in camera, finchè non la sentii tornare di sopra un quarto d’ora dopo.
Attesi di sentire l’auto di Fulvio avviarsi e di vedere il lampeggiante del cancello segnalarne l’apertura, dopodiché mi precipitai nella stanza: : Franca era ancora sdraiata sul letto con indosso la tenuta da combattimento e si stava asciugando la figa con un piccolo asciugamano di spugna, quando mi vide entrare mi disse:
“Che figlio di puttana quello! Nemmeno un minuto dopo che era entrato in casa mi ha fatto diventare la sua puttana personale, spero che lo spettacolo non sia stato troppo forte per te, io non mi ero mai sentita così adoperata!
“Però tutte le tue paure si sono dissolte in un attimo, mi è sembrato che fossi assolutamente a tuo agio con lui, beh, meglio così!”

Ero veramente impressionato: mia moglie, la madre dei miei figli non mi stava dicendo che essere stata adoperata da uno che l’aveva insultata praticamente per due ore era stata l’esperienza più spiacevole ed umiliante della sua vita, ma aveva invece tutt’al più l’aria di una che aveva passato un’oretta diversa dal solito!
Mentre Franca si toglieva i minuscoli indumenti che aveva sfoggiato in onore di Fulvio mi tornarono in mente le parole che lui aveva mimato poco prima di andarsene: “Che troia! Vedrai cosa le faremo fare!” Nei nostri dialoghi a distanza, su whatsApp, avevamo fantasticato a lungo, arrivando alla conclusione che sarebbe stato bello sverginarla di culo per poi potersela fare insieme a me o addirittura in coppia con qualcun altro, e questo mi pareva già essere andati molto avanti, ma anche le mie fantasie avevano un limite, ma non potevo dimenticare che mentre Fulvio la montava, Franca aveva promesso si sarebbe fatta fare di tutto. di tutto aveva detto. a uno che la stava montando come un animale scatenato.. non era possibile: ero spaventato da quello che avevo fatto cominciare, capivo che avrei dovuto fermarli, lei e quell’ altro, ma insieme alla paura mi stava montando dentro il desiderio di spingerla al di là di quel limite, al di là del ragionevole, al di là di dove ero arrivato nei miei sogni di cuck adesso vedevo mia moglie in mezzo a una massa di corpi nudi, corpi di giovani culturisti con muscoli scolpiti, e cazzi imponenti, poi l’immagine cambiava e la vedevo circondata da uomini attempati, con pance cadenti ma cazzi resi vigorosi dal Viagra, che se la contendevano, brancicandole le tette e le chiappe, ognuno cercando di sottrarla agli altri per penetrarla in un buco qualunque, nel più comodo, nel più fondo, nel più caldo, nel più stretto… dovunque pur di pomparle dentro la loro sborra, scarsa o abbondante che fosse… insomma ero in pieno delirio del guardone, del cuckold che vedeva nella propria moglie l’attrice del suo personale film porno, quello in cui tutte le sue fantasie più malate trovavano finalmente la realizzazione… ebbene sì, Signor Fulvio, questa donna adesso è tua, perché sei stato tu che in pochi secondi sei stato capace di tirar fuori la troia che era nascosta in profondità, nella profondità del suo essere da anni e anni moglie e madre inappuntabile, nascosta nella polvere di un matrimonio noioso, nelle pieghe della routine più bieca: bene, avrai il tuo premio: ti permetterò di portartela in giro per sordidi locali, dove extracomunitari affamati potranno approfittare della tua generosità e montarla a loro piacimento, dove la farai esibire in spettacoli più ginecologici che pornografici con l’uso di oggetti investiti di una carica erotica che non sarebbe loro: mi vedevo già i video di mia moglie su Brutal Dildoes o su Most Extreme Insertions superare per numero di spettatori gli spettacoli delle più depravate e sfasciate stelle del porno… va bene, succederà quello che dovrà succedere per la mia, la tua la nostra gioia, la gioia di aver permesso ad una quarantacinquenne di vivere qualche anno di pura trasgressione alla faccia di marito, della famiglia, degli amici.

Durante il viaggio di ritorno mia moglie dormì, o finse di farlo per non dover sostenere una conversazione il cui argomento sarebbe stato scontato: arrivammo a casa poco prima delle sette, lei andò in cucina come se niente fosse, mi stupì che non si facesse una doccia purificatrice, ma evidentemente non sentiva il bisogno di purificarsi, mezz’ora dopo eravamo a tavola con i ragazzi: nulla lasciava trapelare come Franca (ed io) avessimo trascorso il pomeriggio.
Dopo cena Franca controllò che i figli avessero fatto i compiti per il giorno dopo, poi lavò i piatti e si mise a stirare: mentre la perfetta casalinga prendeva il sopravvento sulla troia scatenata io mandai un WA a Fulvio:
“La tua troia ha cucinato, controllato i compiti dei figli, lavato i piatti e sta stirando, non ci capisco niente!”
Dopo qualche secondo la lunga risposta:
“Doppia personalità mio caro, una delle due si manifesta solo in determinate condizioni quando sa di avere l’alibi dell’obbligo, di esserci forzata, ecco la troia che affiora e prende il comando: si fa montare da un estraneo neanche affascinante, gli permette di insultarla, di umiliarla… e ci gode! La moglie è tua, sei tu che ci dovrai convivere, se vuoi molliamo il colpo, in fin dei conti io me la sono spassata un pomeriggio, se invece vuoi che continui a vederla, dimmelo tu, ma pensaci bene, anzi sarà il caso di fare un’attenta programmazione della futura evoluzione di questa storia: io mi divertirò di sicuro, probabilmente anche lei, ma tu? non lo so… magari per ora ti eccita vederla scopata da me ma poi? “
“Sono d’accordo sulla programmazione, non lasciamoci travolgere dal caso: come abbiamo fatto per oggi pomeriggio stileremo un programma con varie possibili evoluzioni e cercheremo di attenerci il più possibile a quello!”
“Bene, e a quando il prossimo incontro?”

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