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Racconti Cuckold

Improvvisazioni erotiche 3

By 9 Marzo 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Gonnellina di Jeans, corta. Un top beige aderente e trasparente al punto giusto… sono pronta per uscire.
Fa caldo in questo pomeriggio di Luglio, vorrei restare in casa ma devo assolutamente andare da Paolo (non è il suo vero nome) per recuperare il materiale che ha raccolto lo scorso anno in ferie. Abbiamo deciso di passare anche noi qualche giorno in quell’isola e lui si è offerto di donarci quanto aveva raccolto durante la sua permanenza: opuscoli, cartine, libretti vari. Tutto quanto poteva tornarci utile per non sprecare nemmeno un minuto.
Scendo in strada ma un’alitata di vento caldo mi dissuade dal prendere l’auto, opto per la bicicletta, Paolo non sta molto lontano e anelo un po’ di fresco. Mentre pedalo per le vie della città già spopolata dalle partenze di Luglio noto che attiro l’attenzione degli accaldati automobilisti. Forse il mio top è davvero troppo trasparente e la gonna un po’ troppo corta. Abbasso lo sguardo sulle gambe e noto che, in effetti, la gonna lascia poco all’immaginazione mentre il sudore ha incollato il tessuto del top sulla mia pelle. Mi sento sempre più osservata e la cosa non mi spiace, percepire gli sguardi interessati dei passanti o degli automobilisti mi da un piacere perverso. Anche i commenti che recepisco al mio passaggio, poco lusinghieri ma ammirati, mi piacciono. Il mio seno, incapace di mentire, dimostra una certa eccitazione: i capezzoli sempre più turgidi spingono con forza quasi a voler bucare il tessuto. Quando raggiungo la casa di Paolo il top è completamente bagnato dal sudore, mi specchio sulla porta a vetro mentre mi domando se sia il caso di presentarmi in quello stato. Paolo mi piace ma non ha mai fatto un passo verso di me, forse l’amicizia che lo lega a Luciano, il mio uomo è più forte della mia sensualità. Forse non sono il suo tipo?

Suono al citofono e lui m’invita a salire, mi sistemo alla meglio tirando un po’ giù la gonna e staccando il top dalla pelle. Tutto inutile è troppo stretto, avrei dovuto indossare un reggiseno ma con questo caldo proprio non lo reggo. Quando Paolo apre la porta leggo nei suoi occhi uno stupore che immediatamente si trasforma in uno sguardo ammirato. Ha gli occhi fissi sul mio seno quando m’invita ad entrare. Non mi sento imbarazzata, temo solo di lanciare un messaggio che non era nelle mie intenzioni.
Mi offre da bere dopo aver messo in risalto che sono troppo accaldata per tornare in strada. Mentre mi accomodo sul divano penso: ‘ Ti piace il mio seno’ non hai staccato gli occhi per un solo istante!’.
Si siede accanto a me e porge il bicchiere mentre mi scruta senza pudore. I suoi occhi mi stanno eccitando ed il seno mi tradisce ancora. Ho i capezzoli sempre più turgidi, li sento premere sul top e nella fantasia di Paolo. Senza che me ne possa rendere conto mi ritrovo con il top abbassato in vita, il seno scoperto e le labbra di Paolo che circondano i miei capezzoli.
è una follia ma ho troppa voglia.
Spoglio Paolo, estraggo il sesso dai suoi Jeans e lo stringo forte.
Non male!
Mi era già capitato di studiare il rigonfiamento del suo pube ed immaginare cosa nascondessero i calzoni, ma ora che lo tengo in mano scopro che è davvero ben dotato. Intanto, lui, dimostra tutto il suo interesse per il mio seno continuando a baciarlo e a leccarlo con gusto.
Lo voglio!
Scendo sul suo pene e lo ingoio, lo sento assumere una consistenza marmorea nella mia bocca. Una sensazione magnifica. Scorro l’asta con la lingua, scendo sino ai testicoli e ne misuro inconsciamente la lunghezza. Meglio non pensare a quanto profondamente mi riempirà il ventre, mi eccitano le sue promettenti dimensioni ma, al tempo stesso mi spaventano.
Lui mi afferra, mi solleva e mi trattiene per baciarmi il collo mentre con una mano esplora la mia biancheria. Indugia sul pube poi mi scosta gli slip e accarezza dolcemente la pelle morbida della vagina, lo sento mugolare soddisfatto quando mi scopre completamente depilata.
è fatta.
Mi lascio cadere stesa sul divano con le gambe aperte verso di lui, mi lascio spogliare, baciare sulla vagina e stimolare. La sua lingua ha la capacità di cadere costantemente nei punti giusti, mi fa godere troppo anche quando mi apre le labbra come se volesse guardarmi dentro.
Un istante dopo è dentro di me che spinge regolare il suo palo di carne nel mio ventre. Non lo sento sforzare, mi penetra facilmente e scivola in me generando una fitta di piacere ad ogni colpo. Immediatamente mi fa cambiare posizione, mi vuole sopra. Cerco di muovermi al meglio della mia perversione, lo faccio godere e mi eccito ancora di più. Mentre immagino di portarlo all’estasi in quel modo mi afferra per i fianchi e mi spinge via.
Lo guardo incuriosita, non delusa ma dubbiosa. Mi domando cosa voglia da me, in quale posizione vuole prendermi. Lui mi prega di mettermi carponi, m’inginocchio sul divano rimpiangendo di non poter osservare il suo viso mentre mi gode ma felice di prenderlo in me nella posizione che più stimola la mia fantasia.
Si avvicina, colgo il suo peso sul divano. Non guardo, mi limito ad aspettare ansimante.
Lui punta il membro sulla vulva mentre mi dilata le natiche, poi lo sposta con una mano verso l’alto e lo indirizza sull’ano. Indugia per un istante, attende una mia protesta che non giungerà mai. Sollevo in risposta il sedere e lo spingo verso di lui. In parte mi entra senza che lui spinga, poi stimolato dalla mia mossa inizia a penetrarmi analmente. Non mi fa male, è delicato mentre spinge. Me lo ritrovo dentro provando unicamente piacere. Mentre perdo il controllo percepisco ai limiti della coscienza le sue parole, ho l’impressione che si complimenti con me per il mio sedere, che ammetta d’avermi sognato così, in quella posizione’ ma non ricordo bene. Provo un piacere tanto intenso da non riuscire a controllarlo, non so se questo è un orgasmo ma è troppo intenso. Mi apro sempre di più, vario la posizione per sentirlo sempre meglio, poi arriva una fitta di piacere che mi fa urlare e godo sino in fondo quella presenza in me.
Non mi riempie le viscere, attende pazientemente il termine del mio orgasmo quindi esce da me con una spinta quasi violenta mi fa stendere. Immagino il suo stato e non lo costringo ad aspettare: afferro il suo membro e me lo meno tra le labbra incurante del fatto d’averlo preso dietro. Non ha odore se non di sesso, mi piace il suo sapore e bevo ogni goccia del suo seme quando esplode sul mio viso.

Nemmeno mezz’ora più tardi esco da casa sua con i documenti sotto braccio, ci siamo salutati con un semplice bacio sulla guancia, come se non fosse accaduto nulla tra di noi. Come se il sesso non fosse altro che bisogno fisiologico che ci siamo trovati a soddisfare insieme quasi per caso.
Forse è stato proprio così, però il sellino della bici mi fa male, un dolore sordo ma non troppo fastidioso, al limite piacevole per i ricordi che rinnova ad ogni pedalata.

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