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Racconti CuckoldTradimento

La nuova consapevolezza – episodio 2

By 27 Febbraio 2025No Comments

Passai una notte agitata , ma finalmente il mattino giunse e prima che Sara si svegliasse mi alzai e iniziai a prepararmi per la giornata.

Prima di lasciare la stanza volsi lo sguardo verso mia moglie e fu come se la osservassi per la prima volta dopo molto tempo; sdraiata su un fianco, con le labbra socchiuse mentre avvolgeva il cuscino sembrava una bambola , il volto rilassato senza trucco le dava un che di fanciullesco e indifeso.

Avrei voluto fermarmi e svegliarla a modo mio , con la mia testa tra le sue gambe ad esplorarne il sesso caldo , le piccole labbra e il clitoride turgido, giocando senza fretta fino a farla passare dal sonno alla realtà e coglierla nel piacere mentre ancora nel dormiveglia.

C’era tempo pensai mentre uscivo di casa, c’era tempo mi ripetei mentre entravo in ufficio e iniziavo la mia giornata lavorativa.

Verso mezzogiorno decisi di raggiungere Sara al bar per pranzare insieme; non era una cosa che accadeva frequentement, di solito pranzavo con i colleghi, ma oggi volevo farle una sorpresa, sentivo la necessità di passare del tempo con lei.

Prima di lasciare l’ufficio mandai un messaggio a Maxime, sapevo che a breve si sarebbe assentato per un paio di settimane per lavoro, e gli scrivevo per sapere quando ci saremmo visti di nuovo visto che aspettavo un nuovo piano di training che stava mettendo appunto.

La strada per il bar non era trafficata, impiegai poco a parcheggiare e mi diressi a passo spedito verso il locale; in lontananza riconobbi Chiara che serviva ai tavolini esterni.
Dopo averla incrociata e salutata non potei fare a meno di notare un certo sguardo di stupore nei suoi occhi.

Chiara era molto diversa da Sara nell’aspetto e nel carattere ma non meno interessante: più vecchia di Sara di cinque anni, più alta della sorella, portava i capelli castani corti, gli occhi erano marrone scuro leggermente coperti da una montatura di occhiali alla moda. Divorziata con un figlio, sapevo poco delle sue frequentazioni personali, se non che per un certo periodo si era fatta vedere in giro con una ex collega, un’amica diceva lei; in più di un’occasione avevo espresso a Sara i miei dubbi che potesse non essere una semplice amicizia, Sara aveva glissato e io non avevo mai insistito sulla cosa. Del resto non erano fatti miei.

Tra noi c’era sempre stato un rapporto di reciproca indifferenza senza mai sconfinare nell’ostilità; non ho mai capito realmente perchè non le piacessi e nei primi tempi di frequentazione della sorella avevo provato a migliorare il nostro rapporto ma senza alcun successo; di screzi particolari tra noi non ce ne erano mai stati, probabilmente era come si suol dire un sentimento a pelle, e spesso avevo avuto la percezione che pensasse che la sorella potesse ambire a qualcosa di meglio di uno come me.

Entrato nel bar mi trovai di fronte, oltre il bancone, Cristina, una studentessa universitaria che aiutava nel tempo libero mia moglie e sua sorella per pagarsi gli studi. Cristina, un ragazza riservata, molto capace a detta di mia moglie, mi accolse con un cenno di saluto della mano.

Da un primo sguardo all’interno del locale non vidi Sara; strano pensai subito, forse è in cucina o in bagno; il locale disponeva di una piccola cucinetta per preparare pasti veloci.
Alle mie spalle ricomparve Chiara portando un vassoio con gli avanzi di un pasto concluso.
“ Come mai qui ?” mi chiese in modo diretto
“ Volevo pranzare con Sara “
Di nuovo la sorella parve esitare, come se stesse elaborando una risposta complessa, ma poi mi rispose:
“ Sara è via per delle commissioni , non so quando torna, non so se ti conviene aspettarla”
Rimasi deluso dall’apprendere la notizia, ormai però ero li cosi decisi di sedermi e mangiare sul posto, cosi mi accomodai, sperando di poter comunque incrociare mia moglie.
Dopo aver ordinato provai a chiamarla sul cellulare per capire se avesse potuto raggiungermi, la sorpresa sarebbe saltata ma almeno l’avrei vista; il cellulare suono a lungo a vuoto senza alcuna risposta.
Poco dopo il cellulare si mise a squillare e pensai che fosse lei che mi stava richiamando, sul display comparve invece il nome di Maxime.
In breve Maxime mi informava che il giorno successivo sarebbe partito come mi aveva anticipato e mi invitava a passare da casa sua per lasciarmi il programma che aveva stilato. Non ero mai stato a casa sua, e avrei potuto farmi inviare il programma per mail, ma mi avrebbe fatto piacere salutarlo per cui risposi fissando l’ora dell’incontro.

Disperando ormai di incrociare Sara, mi alzai per andarmene, ma proprio allora mia moglie fece capolino sulla porta di ingresso del bar.
La vidi entra nel locale e non potei fare a meno di notare il rossore palese sul suo viso; accaldata dava l’impressione di aver corso. Dopo aver lanciato uno sguardo veloce alla sorella si rivolse verso di me allargando gli occhi con espressione di sorpresa.
“ Che ci fai qui? “ mi chiese avvicinandosi e baciandomi.
“ Volevo farti una sorpresa “ risposi , ”ma non ho avuto fortuna” aggiunsi.
“ Che amore , sei stato davvero carino. Mi spiace non esserci stata , ma ho dovuto fare un salto da un fornitore e la cosa si è protratta per le lunghe“
“ Spero tutto bene “ ripresi
“ Si si , alla fine ho risolto , mi conosci “
Di nuovo non potei fare a meno di notare un secondo sguardo nella direzione di Chiara, sembrava come se ne cercasse l’approvazione o un intesa di qualche tipo.
Stavo per chiederle se avesse già mangiato , ma questa volta fu Chiara a intervenire, chiedendo alla sorella di darle una mano con le ordinazioni , la cosa parve stranamente non indispettirla.
Salutai le tre donne e lasciai il locale per tornare al lavoro.

Mi presentai a casa di Maxime con un certo ritardo , avevo decisamente sbagliato a calcolare i tempi.
Dopo aver citofonato salii le scale che mi portavano al suo appartamento. Maxime mi accolse sull’uscio e mi fece accomodare. L’appartamento era piccolo ma accogliente; una sala con la cucina a vista , il bagno e la stanza da letto. Il classico appartamento da single pensai.
Non so bene per quale motivo , ma dopo aver discusso brevemente il programma che il ragazzo mi aveva appena consegnato , decisi di tornare sull’argomento che tanto mi aveva turbato nelle ultime ore, l’occasione mi venne offerta quando Maxime mi disse che la sera aspettava una coppia di di amici conosciuti in rete per cena.
“ Be immagino che ti aspetti una serata interessante “ la buttai li, speranzoso di cogliere nel segno.
“L’idea è quella , ogni tanto ci si trova e giochiamo insieme”
Quella frase mi diede il la, sapevo che sarei potuto apparire indiscreto, ma ormai decisi di proseguire, confidando su ll fatto che Maxime non si faceva problemi a parlare liberamente di certe questioni che lo riguardavano.
“Sono una coppia ?” mi feci più audace
“Si , convivono da qualche anno e da quanto mi hanno detto a breve si sposeranno“ rispose Maxime
“ E tu li frequenti da molto ?”
“ Da circa un anno , mi ha contattato lei la prima volta dopo aver visto un mio annuncio su un sito di incontri”
“ Sei su un sito di incontri?”
“Lo ero , ora non lo sono più, e cosi che ho conosciuto molte persone interessanti“ aggiunse sorridendo.

Maxime iniziò a raccontarmi i dettagli del loro primo incontro e di ciò che ne era seguito; un racconto intrigante che avrebbe portato a un’evoluzione inaspettata.

Il primo incontro, quello conoscitivo, cosi almeno lo aveva definito Maxime, era avvenuto presso un ristorante cittadino; una bella coppia, aveva aggiunto, entrambi persone simpatiche che avevano rotto il giaccio fin da subito al punto che dopo poco non pareva più un primo incontro ma uno tra amici di vecchia data. Lei Marina faceva l’insegnate di matematica in un liceo privato. Lui Marco faceva l’elettricista e lavorava nell’azienda del padre, facevano coppia fissa sin da quando erano adolescenti, in pratica erano insieme da sempre.
Dopo i primi convenevoli e aver parlato per quasi un’ora d’altro, Marina la più loquace dei due aveva spiegato il perchè del loro incontro con Maxime.
Per molti anni aveva spiegato la ragazza la nostra attività sessuale era stata frequente ma assolutamente normalissima, aveva aggiunto, poi un giorno qualcosa era cambiato. Marco mentre stavano facendo sesso le aveva confessato che le sarebbe piaciuto essere sottomesso, che lo eccitava terribilmente l’idea di avere una partner sessualmente dominante. All’inizio l’idea l’aveva sconvolta, non sapeva esattamente cosa pensare e soprattutto come comportasi a riguardo, non si sarebbe aspettata una richiesta del genere da parte di qualcuno che conosceva intimamente da anni e a quanto pareva era riuscito a celare la cosa cosi bene. Col tempo però aveva metabolizzato la richiesta e insieme avevano iniziato a lasciarsi andare gradualmente fino a scoprire aspetti della loro sessualità e anche della loro personalità del tutto inaspettati.

Così, mentre per il resto del mondo: amici, familiari e conoscenti, loro rimanevano la solita coppia di fidanzatini di sempre, a letto le cose avevano iniziato a prendere una piega diversa; Marina aveva iniziato a realizzare quanto potere poteva esercitare sul suo compagno con la sua completa collaborazione. All’inizio si trattava di condividere fantasie sempre più spinte dove lui veniva umiliato, ma poi le cose si erano spostate nel mondo reale, cosi mentre era diventato obbligo fare sesso solo quando lei ne aveva voglia, era altresì regola imprescindibile che lei raggiungesse sempre l’orgasmo mentre lui no; in qualche occasione Marco era tenuto a girare per casa nudo con Marina che amava stuzzicarlo mantenendolo in uno stato di eccitazione continua privandolo però del piacere di potersi liberare una volta raggiunto il limite.
Un ulteriore passo avanti era avvenuto quando Marina aveva acquistato un vibratore che aveva iniziato ad usare regolarmente mentre lui la guardava senza potersi masturbare; mentre usava l’oggetto la donna amava raccontare storie fantasione su come le sarebbe piaciuto essere scopata da un cazzo vero , da un uomo che la sapesse soddisfare d’avvero non una mezza sega come lui; in realtà Marco era sempre stato in grado di soddisfarla, ma questo genere di fantasie erano in grado di farlo eccitare all’inverosimile, di conseguenza lei aveva preso regolarmente a raccontare la cosa con sempre maggiore convinzione.
In breve i vibratori erano diventati due e quasi inevitabilmente uno aveva iniziato a frequentare il culo di Marco, che aperto all’esperienza dopo i primi tentativi maldestri ora apprezzava la maestria della compagna nel sodomizzarlo con una certa frequenza; alla fine il vibratore era stato quasi completamente sostituito da un plug anale che rimaneva regolarmente nel suo culo mentre lui le leccava la fica o la scopava con passione.

A distanza di qualche mese dalla prima confessione la loro vita sessuale si era quindi completamente trasformata e per un po’ la cosa era continuata cosi, con i due che avevano trovato un nuovo equilibrio. Poi era nata l’idea di coinvolgere qualcun altro nei loro giochi, un idea decisamente stimolate, che però aveva incontrato l’opposizione di Marco; il ragazzo capiva di essere stato il promotore del cambiamento e amava fino in fondo il nuovo ruolo che aveva assunto nei confronti di Marina, coinvolgere qualcuno al di fuori della coppia però, poteva avere dei risvolti inaspettati se non pericolosi.
Innanzitutto c’era la questione sanitaria , coinvolgere altri soggetti avrebbe comportato qualche rischio anche nel caso di sesso praticato con le opportune precauzioni, poi c’era il problema della privacy: cosa sarebbe successo se qualcuno avesse rivelato quello che avveniva al chiuso della loro mura domestiche? Infine e non meno importante c’era l’idea che la sua ragazza potesse cambiare, provando un’attrazione sentimentale nei confronti di qualcun altro, arrivando nel caso peggiore a lasciarlo; Marco sapeva che questa ipotesi era piuttosto remota visto quanto conosceva la sua compagna , ma l’atto sessuale era qualcosa di molto intimo e anche se praticato con un certo distacco avrebbe potuto portare a un coinvolgimento emotivo di qualche tipo nel tempo.
Marina di contro si era proposta di superare le paure del compagno attraverso una serie di assicurazioni che miravano a strapparne il consenso a una nuova evoluzione nel loro percorso di gioco di coppia; era quindi partita stabilendo che in caso di incontri non sarebbe stato necessario arrivare a scambi sessuali con altri, quantomeno non a scambi completi; in altre parole l’idea poteva essere semplicemente di coinvolgere altre persone come osservatori delle loro pratiche; la presenza di qualcuno che li osservasse mentre si divertivano tra loro avrebbe accresciuto il suo livello di esibizionismo e allo stesso tempo di umiliazione del compagno, cosa che sapeva avrebbe di conseguenza accresciuto la sua eccitazione; nella sua testa c’era comunque l’idea di spingersi oltre se ci fossero state le condizioni opportune ma questo ovviamente lo aveva tenuto per se.
Per il problema della privacy , avrebbero coinvolto qualcuno di totalmente sconosciuto che fosse alla ricerca di qualche avventura sessuale senza nessuna velleità di andare oltre a questa.
Infine si era prodigata in ripetute assicurazioni sul fatto che tutto questo non avrebbe mai condotto a cambiare le priorità della sua vita, in capo alle quali stava l’amore che provava per lui.
L’ago della bilancia si spostò definitivamente verso Marina, quando un pomeriggio rientrando a casa, propose a Marco di sposarsi; l’ultima barriera mentale del ragazzo era caduta, l’impegnarsi per la vita avrebbe accresciuto la sua sicurezza nei confronti di chiunque altro.
Si erano quindi iscritti su una app di incontri, iniziando a vagliare i possibili candidati.
Avevano considerato delle coppie, dei singoli e anche delle singole, ma Marina non era dell’idea di provare qualcosa con una donna, nonostante il cambiamento per ora la cosa era ancora un tabù.

Alla fine la scelta si era ridotta a due possibili candidati, uno era un uomo maturo che dava l’impressione da un primo contatto di saperci fare e si definiva un esperto di “coppie in cerca di emozioni”, l’altro era Maxime che a detta di Marina aveva l’indiscusso vantaggio di avere un fisico fantastico e un invidiabile cazzo; la definizione di Marina aveva eccitato Marco che alla fine aveva votato per Maxime.
Il loro primo incontro aveva quindi avuto un esito positivo e la coppia convinta della scelta aveva invitato Maxime a casa loro per un secondo incontro.

Le cose erano andate decisamente meglio del previsto , Marina aveva aperto la porta al ragazzo con un vestito da sera lungo che lasciava poco all’immaginazione; la parte superiore incrociava e avvolgeva i seni sodi della ragazza, lo spacco lungo le gamba ne metteva in mostro le gambe lunghe, mentre le scarpe con tacco alto ne slanciavano la figura facendole raggiungere l’altezza di Maxime.
Maxime era rimasto affascinato da quanto sexy apparisse la ragazza; nel loro primo incontro era apparsa subito come una bella ragazza, ma ora era davvero uno schianto: i bei lineamenti vagamente orientaleggianti erano messi in evidenza da un trucco perfetto che ne evidenziava ulteriormente i tratti delicati del volto.
Marina aveva condotto Maxime in sala dove ad attenderli c’era Marco , anche lui vestito in modo impeccabile, la barba perfettamente rasata e i capelli in perfetto ordine, non sfigurava a fianco della sua donna.
I tre si erano accomodati sul divano e avevano iniziato a bere cocktails appositamente preparati e disposti sul tavolino per l’occasione.
Mentre conversavano, Maxime mi disse che non riusciva a staccare gli occhi da Marina, l’avrebbe scopata li dove si trovava senza alcuna esitazione, ma sapeva che a condurre il gioco sarebbe stata lei, come aveva chiarito nel loro primo incontro.
Dopo un paio di drinks finalmente la donna parve voler dare inizio alla serata chiedendo maliziosamente i due di mostrare i loro corpi ossia di togliersi i vestiti.
A questo punto la narrazione di Maxime si interruppe perchè il telefono del ragazzo si mise a squillare.

Allontanandosi nell’altra stanza, rimasi da solo seduto al tavolo della cucina.
Per la seconda volta in due giorni mi ritrovai in uno stato generale di agitazione ed eccitazione per quanto mi veniva raccontato; questa volta però ero consapevole che questa eccitazione era frutto di una combinazione di due eventi, la narrazione in corso e l’immaginato che in qualche modo includeva mia moglie Sara.

In quel momento mentre attendevo il ritorno di Maxime, decisi che avrei condiviso parte di quei pensieri con il mio amico.

Seduto sulla sedia del bancone della cucina, mentre attendevo che Maxime concludesse la sua telefonata riflettevo sulla coppia della sua storia.

Per certi versi provavo una sincera ammirazione per il coraggio che avevano avuto nell’affrontare il cambiamento intrapreso; liberarsi delle limitazioni culturali per cercare di realizzare appieno la propria sessualità era qualcosa di eccezionale.
Pensai che ci voleva coraggio a confessare alla propria partner di avere fantasie particolari come quelle relative alla sottomissione, e ancor di più da parte di lei di accettarle e farle proprie al punto di diventare a sua volta fonte di ispirazione nella loro relazione sessuale. Non era per nulla scontato, la maggior parte degli individui vive nella coppia una sessualità nascosta, un lato oscuro che non si può condividere e che spesso si affida a relazioni parallele o in alcuni casi alla semplice fantasia di un momento in solitudine.

Pensai al mio rapporto con Sara, alla nostra relazione intima. Facevo fatica a trovare un aggettivo per definirla; brillante, eccezionale, intensa erano le prime parole che mi forzavo di associarvi, ma la realtà sapevo bene era diversa, e termini come routinaria, convenzionale e blanda la descrivevano in modo più realistico. Quanto sapevo di quanto c’era nella testa di mia moglie, di cosa pensasse quando si masturbava in solitudine? Quanto lei sapeva esserci nella mia? E quella frase che la sera prima mi aveva fatto letteralmente perdere il controllo quanto rappresentava una sua fantasia e quanto un mio desiderio ?

Maxime mi ricomparve davanti agli occhi con una strana espressione in volto.
“Scusami ma mi stanno addosso per la realizzazione del nuovo progetto”
A quanto pare i giorni successivi sarebbero stati decisivi per il lavoro di cui si stava occupando, ma ora mi disse preferiva non pensarci. Mentre mi porgeva una birra il racconto riprese da dove si era interrotto.

Seduta sul divano, con le gambe accavallate, Marina osservava i due uomini mentre si spogliavano come una leonessa che studia attentamente le sue prede; giacca, camicia poi le scarpe, i calzini e infine i pantaloni, in breve entrambi erano rimasti con il solo intimo indosso. Gli slip di Marco calarono per primo mostrando un cazzo barzotto di modeste dimensioni, poco dopo anche Maxime mostrava i suoi attributi, sfilandosi i boxer.

La donna fissò la sua attenzione su quest’ultimo, percorrendo con lo sguardo il suo corpo dalla testa ai piedi. Pareva apprezzarne ogni centimetro, le spalle larghe, i pettorali sviluppati, gli addominali scolpiti e infine il suo membro vistoso a riposo con il glande esposto e i sottostanti testicoli che sporgevano dai lati.
Per un po’ non disse nulla continuando a godersi la scena che le si presentava davanti, poi rivolgendosi a Marco commentò:
“ Guarda amore, guarda che fisico e guarda che cazzo, anche da moscio è più grosso del tuo “

La considerazione non parve aver effetto su Marco che aveva già avuto modo di vedere foto di Maxime nudo presenti nell’annuncio e che quindi era ben consapevole di non poter competere in termini di dimensione.

Marina si era alzata ondeggiando sui tacchi alti e raggiunta una borsa nera in pelle posata su un tavolino ne aveva estratto un laccio rosso, poi si era avvicinata a Maxime e posizionandosi alle spalle del ragazzo ne aveva afferrato i polsi legandoli saldamente insieme dietro la schiena.

Maxime provò un brivido di piacere, mi disse che non era abituato a donne dominanti che conducevano il gioco, ma i patti nel loro primo incontro erano stati chiari e lui si sarebbe comportato di conseguenza. La cosa incredibile mi disse era la trasformazione che la donna aveva subito non solo nell’aspetto; nel loro incontro precedente era una ragazza normalissima, brillante, divertente, sicuramente disinibita, ma ora era qualcosa di diverso, provocante, sensuale, se ci avesse creduto avrebbe detto posseduta.

Marina a questo punto giro intorno al corpo del ragazzo posizionandosi frontalmente. Mantenendo il contatto visivo con quest’ultimo, si rivolse di nuovo a Marco:
“ Dai amore fai vedere a Maxime come è fatta la tua donna e come ti piace mostrarla”
Marco si avvicinò alla compagna e iniziò a sciogliere una serie di lacci sulla sua schiena, poco dopo, una delle due fasce che ne coprivano una mammella si lascio cadere, seguita a breve dall’altra; le grosse tette sode comparvero in bella vista di fronte a Maxime che a questo punto distolse lo sguardo dagli occhi della donna per ammirarne il seno giunonico.
Marco nel mentre afferrò i bordi del vestito e con un movimento delicato lo fece scivolare lungo i fianchi della donna fino a farlo cadere ai suoi piedi; a quel punto Marina apparve nella sua nudità totale; non indossava alcun intimo.
“Ti piace quello che vedi” chiese in modo retorico, ruotando su se stessa per permettere a Maxime di poter ammirare il suo culetto a forma di cuore.
La scena non tardò ad avere il suo effetto, il cazzo di Maxime iniziò a inturgidirsi attraverso una serie di piccoli movimenti riflessi che lo fecero scattare verso l’alto nella ricerca spasmodica di un contatto, in breve il suo pesante pendaglio passò dallo stato iniziale alla piena erezione.
Marina osservò con interesse l’effetto che il suo corpo nudo e la sua piccola esibizione aveva prodotto sul ragazzo, a questo punto avvicinandosi a Marco poso le sue labbra sulle sue e lo bacio con dolcezza, poi gli sussurrò all’orecchio qualcosa che Maxime non riuscii a cogliere, al che si allontano dal compagno posizionandosi a lato di Maxime in modo da evitare il contatto con il suo pene. Gli afferrò con decisione il volto girandolo verso il suo e iniziò a baciarlo, prima lentamente in modo analogo a come aveva fatto poco prima con Marco poi con sempre maggiore passione; le lingue intrecciate si abbracciavano e si avvolgevano in una danza sensuale.

Marco osservava la performance dei due estasiato, la mano era scesa a far scorrere il prepuzio e scoprire il glande, iniziando un lento massaggio avanti e indietro.

Maxime mi disse che Marina ci sapeva fare davvero: nudo, con le mani legate, l’uccello duro e una donna bellissima che ti baciava con passione si sentiva in estasi, mi disse che era come se stessero scopando, sapeva che non era la sua donna e che probabilmente non lo sarebbe mai stata , ma in quel momento provò il forte desiderio di farla sua.
Marina intenta nel baciare Maxime, lasciò scivolare una mano sul suo torace e inizio a rotearvi sopra le dita come a disegnare linee immaginarie lungo i pettorali, giocò con i capezzoli per poi scendere fino a raggiungere gli addominali, a questo punto dopo avervi esitato a lungo riprese a salire e tornare a concentrarsi sul torace. L’altra mano nel mentre era scesa a sua volta in un percorso simile lungo la schiena, saltando la giunzione delle mani legate si era quindi posata sui glutei del ragazzo, sfiorandoli prima per poi afferrarli con decisione.

Questo gioco prosegui per un po’, finchè Marina paga del lungo bacio e dell’esplorazione del corpo, stacco le sue labbra da quelle di Maxime, lo prese per un braccio e lo guidò verso il divano agevolandone la seduta. A questo punto rivolta verso il compagno gli disse:
“Tesoro è ora di preparare Maxime per giocare un po’, forza fai il bravo e mettigli il cappuccio”

Marco che era rimasto nelle stessa posizione precedendo godendosi la vista del lungo bacio tra i due, obbedì all’invito di Marina prelevando dalla stessa borsa usata poc’anzi il contenitore argentato di un preservativo. Si spostò quindi di fronte al ragazzo seduto sul divano e qui parve esitare.

“Coraggio amore, mettiglielo su, non vorrai che quel grosso cazzo mi scopi senza protezione e poi lo so che ti piace l’idea di toccalo, pensa a quante volte hai giocato con il cazzo di gomma, immaginando che fosse il cazzo che mi avrebbe posseduto, e ora che ne puoi toccare uno vero…… Dovrai essere molto bravo a coprirlo , perchè un cazzo così vuole stare libero e non essere imbrigliato”

L’esitazione di Marco parve scomparire, dopo aver strappato il bordo del contenitore in alluminio estrasse il preservativo, ne impugnò il serbatoio tra l’indice e il pollice e si inginocchio davanti a Maxime osservandone da pochi centimetri le palle e l’asta turgida che poggiava sugli addominali del ragazzo. Con una mano sollevo il pene in verticale e con l’altra posizionò l’estremità del preservativo sul glande gonfio del ragazzo, poi lentamente con un certo impaccio iniziale iniziò a srotolarlo lungo tutto la sua estensione.
Era la prima volta che un uomo toccava il suo uccello per mettergli un preservativo, la cosa se pur insolita non lo infastidiva in realtà, anzi quel tocco dopo la prolungata stimolazione mentale da parte di Marina gli provocò un brivido di piacere lungo la schiena.

Marina torno nuovamente verso la borsa e questa volta ne estrasse un paio di manette in acciaio, per un istante Maxime pensò che l’intenzione della donna fosse quella di sostituire il suo laccio con quelle, ma il loro destinatario in questo caso non risultò essere lui. La donna si avvicinò a Marco che era rimasto in ginocchio davanti al cazzo incappucciato di Maxime. Chinandosi ne afferrò le mani e come fatto in precedenza con Maxime le blocco dietro la schiena del compagno.

Completata l’operazione, Marina si sedette a sul divano a breve distanza da Maxime, si sfilò le scarpe e allargò le gambe posizionando la sua gamba destra sopra la coscia sinistra del ragazzo, la pelle liscia della sua gamba prese contatto con lo scroto del ragazzo.

La sua fica depilata era oscenamente esposta alla vista dei due uomini: congestionata con le piccole labbra prominenti che si aprivano come un fiore a mostrarne il clitoride turgido, dall’orifizio vaginale fuoriusciva un accenno di rigagnolo biancastro indice dell’eccitazione della donna.

Marina avvicinò l’indice al suo sesso e lentamente iniziò a massaggiarlo; sapeva che la cosa avrebbe fatto impazzire i due uomini, entrambi impediti nella possibilità di toccarsi il cazzo; era chiaro che la dominazione della donna si estendeva seppur in forme diverse su entrambi.

“Adesso amore devi dimostrare quanto sei bravo, ho una voglia incredibile di impalarmi sul cazzo di Maxime, di cavalcarlo a lungo. Pensaci bene, pensi che una volta che la mia patatina sia stata allargata da un cazzo così, possa ancora essere soddisfatta dal tuo pisellino, vuoi che tua moglie, quando lo diventerò, viva costantemente con la voglia di provare una sensazione simile e pensi costantemente ad altri uomini ?“

Marina aveva fatto una pausa per osservare l’espressione di Marco e capire se quanto gli aveva appena detto fosse arrivato nel fondo della sua mente e giù fino al suo membro duro.
“Se voi evitarlo devi darti da fare a convincermi a rinunciare alla migliore scopata della mia vita”. Detto ciò mentre continuava a titillarsi il clitoride, mosse leggermente la gamba strofinandola sulle palle di Maxime, il cui sesso ebbe un immediato sussulto.

Marco che fino a quel momento era rimasto in silenzio, aprì bocca per la prima volta per rispondere alla donna:
“Non ti deluderò, farò di tutto perchè tu sia solo mia”, detto ciò, dopo essersi trascinato sulle ginocchia di fronte a lei, si tuffò letteralmente con la bocca tra le sue cosce; la lingua inizio un lento ed efficace lavoro sul sesso della donna.
Maxime mi disse che a quel punto non poteva vedere chiaramente cosa stesse avvenendo tra le gambe di Marina considerando la sua posizione e il fatto che la testa del ragazzo ne copriva la vista, ma in breve divenne palese che Marco stava dando il meglio di se perchè Marina aveva cominciato a gemere in modo sempre più intenso.

Poco dopo con un certo sforzo la donna ruoto la testa per avvicinarla a quella di Maxime e i due ripresero a baciarsi con passione mentre Marco continuava il suo lavoro nelle parti basse.

Per Maxime la tensione accumulata iniziava a farsi sentire, la costante privazione del tocco sul suo membro, il capezzolo duro della donna che premeva sul suo torace e non ultimo il suo gemito costante che ormai era divenuto anticamera dell’orgasmo, stavano avendo un certo effetto su di lui; non sapeva quanto a lungo avrebbe ancora resistito.
Marina smise si baciare Maxime e ricadendo sulla schiena del divano si lasciò andare a un urlo liberatorio intenso, le mani scattarono ad afferrare la testa di Marco quasi a sigillarne la posizione nel momento di massimo piacere.

L’orgasmo durò a lungo, il gioco di dominazione doveva aver caricato emotivamente Marina che ora si lasciava andare al puro piacere mentre Marco pervicace sembrava lavorare senza sosta.

Alla fine le mani della donna allentarono la presa e si lasciarono andare sui fianchi, la testa del ragazzo si sollevò dalla fica della futura moglie, era un lago, la porzione sottostante del divano era letteralmente fradicia degli umori della donna.

Marina chiuse gli occhi per qualche istante per assaporare la pace dopo la tempesta poi si sollevo in piedi a fatica, si chinò verso la faccia di Marco inondata con suoi umori e lo baciò intensamente.
“ Amore sei stato bravissimo, mi hai fatto godere tantissimo, adesso ho un po’ meno voglia di cavalcare il cazzo di Maxime, ma non mi è passata del tutto e soprattutto Maxime ha ancora tanta voglia di scoparmi, guarda come si agita il suo cazzo”
Era vero, il suo pene mi disse Maxime aveva preso a sollevarsi spasmodicamente dalla sua pancia per poi ricadervi sopra.

Marina prosegui sempre rivolta a Marco:
“Visto quanto sei stato bravo a leccarmela ti offro la possibilità di evitare che Maxime mi scopi, ma che invece sia tu a farlo”

Marina era diabolica, mi disse Maxime, non aveva idea cosa li aspettasse a quel punto , ma ormai anche lui era disposto a tutto pur di raggiungere il piacere e liberarsi da quella terribile sensazione di incompletezza.

“ Le regole del gioco sono semplici, mentre io tesoro cercherò di farti godere, tu dovrai fare lo stesso con Maxime , il primo dei due che viene perde, il vincitore potrà scoparmi”

Maxime mi disse che non sapeva fino a che punto la coppia avesse programmato gli eventi della serata, ma il volto di Marco parve esprimere un sano stupore; le sue mani come quelle di Maxime continuavano ad essere bloccate, per cui esisteva solo un modo in cui Marco avrebbe potuto vincere la sfida.

Marina si diresse nuovamente verso la borsa e questa volta ne estrasse un lubrificante e un piccolo vibratore rosa.

Maxime non sapeva più cosa aspettarsi, ma con sollievo vide Marina posizionarsi vicino a Marco, che nel frattempo si era seduto sulle ginocchia con la schiena dritta e la osservava come un cucciolo in attesa del padrone. Di nuovo la donna si chinò per baciarlo, poi pose la sua mano sulla testa del ragazzo guidandolo lentamente verso il sesso di Maxime.

Marco esitò solo un attimo, avrebbe potuto rifiutarsi a questo punto, ne aveva tutto il diritto, avrebbe legittimamente potuto porre fine al gioco, ma così non accadde. Il collo di Marco si allungo e con un ultimo sforzi spalancando la bocca e facendone aderire le labbra circondò con fatica il glande gonfio di Maxime.

Marina nel frattempo aveva preso a lubrificare il suo buco del culo e ben presto il rumore inconfondibile del vibratore prese a risuonare nell’aria, la coppia aveva detto a Maxime che quella era una pratica frequente nei loro rapporti e gli avevano chiesto se la cosa gli avrebbe creato problemi, Maxime aveva ribadito che da parte sua non si sarebbe stata alcuna obiezione.

Marco ancora una volta si dimostrò sorprendente, nonostante la posizione scomoda, era riuscito a prendere in bocca il cazzo di Maxime e in qualche modo a stabilizzare un lento sali e scendi lungo l’asta del ragazzo.

Maxime aveva preso a rilassarsi godendosi il pompino; certo non aveva previsto che a succhiargli l’uccello ci sarebbe stato Marco invece che Marina ma alla fine la cosa non gli dispiacque, l’importante vista l’estenuante attesa era avere qualcuno che se ne prendesse cura.

L’esito della sfida tra i due appariva incerta; Marina infilava lentamente il vibratore nel culo del compagno senza però toccarne il membro duro. Di contro Marco doveva succhiare il cazzo di Maxime coperto dal preservativo, cosa che ne riduceva la sensibilità, inoltre la posizione scomoda e l’impossibilità di usare le mani riduceva l’efficacia del trattamento.

Dopo qualche minuto Maxime realizzo che abbassare la guarda non era stata una buona idea, Marco dopo tutto ci sapeva fare, e la conferma arrivò direttamente dalla bocca di Marina che senza smettere di sodomizzare il ragazzo, cominciò ad incitarlo.

“ Dai tesoro forza, leccagli le palle come ti ho insegnato, lo sai che a voi uomini vi fa impazzire, fallo esplodere e presto sarò tua”
Marco galvanizzato dall’incitamento parve rinvigorire la sua azione, spostando la sua attenzione verso le palle di Maxime.

A questo punto Maxime realizzò di aver perso la battaglia, era stanco è la lingua di Marco sui suoi coglioni gonfi fece cadere l’ultima difesa, il suo cazzo iniziò a pulsare.

Marco compreso di essere a un passo dalla vittoria riposiziono le labbra sopra la cappella del ragazzo e riprese a succhiare con intensità.

Questa volta fu Maxime a lasciarsi andare ad un urlo liberatorio, il suo cazzo prese a pompare con forza il suo seme all’intero del preservativo riempiendone il serbatoio.
Marina nel mentre aveva interrotto il suo lavoro e osservava la scena con un misto di eccitazione e divertimento.

L’ultima scena a cui assistette Maxime dopo essersi fatto una breve doccia nel bagno, e prima di lasciare la casa, erano i due che nella camera da letto facevano sesso, il gioco era finito è ora era tempo di tornare all’intimità esclusiva della coppia.

L’esperienza era stata faticosa e decisamente insolita, ma se i due fossero stati interessati li avrebbe sicuramente rivisti, e così in effetti fu.

Maxime parve rivivere nella mente il finale della storia appena conclusa mentre io rivolgevo la mia attenzione all’orologio sulla parete.

“Forse è il caso che vada, sono arrivato in ritardo e a breve ti attende una serata impegnativa”
“Resta fin che vuoi, manca ancora più di un ora al nostro appuntamento, a meno che tu non voglia fermarti per conoscerli “ aggiunse Maxime scherzosamente.
“Mi piacerebbe, ma temo che mia moglie non sarebbe d’accordo” aggiunsi.
“Perchè è gelosa?”
“No non direi”
“E comunque qualche giorno spero che tu me la faccia conoscere”.
“Non credo che lo farò” ribattei con un espressione divertita ripensando ai racconti delle sue avventure.
“Paura che la possa sedurre?”
“ Potrebbe essere lei a sedurre te” la battuta mi era uscita di getto, e in un contesto diverso non avrebbe rappresentato nulla più che uno scambio di battute goliardiche da spogliatoio, se non fosse che il soggetto in questione era mia moglie Sara.
Mi vergognai un po’ della battuta appena fatta, avevo fatto passare mia moglie per quello che non era, ora avevo l’occasione di concludere definitivamente la nostra conversazione e accomiatarmi, ma invece ripresi:

“Non credo che mia moglie si farebbe sedurre” mi affrettai ad aggiungere in un tentativo maldestro di riparare a quanto detto in precedenza, la frase mi era uscita con poca convinzione, cosi fu Maxime questa volta a cogliere la palla al balzo per proseguire .
“ Mai dire mai, che tipo è ? Non parli mai di lei”

“ Un tipo determinato “ aggiunsi, infilai una mano nella tasca dei pantaloni e tirai fuori lo smartphone, dopo averlo sbloccato scorsi rapidamente la raccolta delle immagini fino a fermarmi su una foto che ritraeva Sara in primo piano; l’occasione era un matrimonio a cui avevamo partecipato di recente, per cui a differenza del suo solito look acqua e spaone appariva ben truccata, l’intenso azzurro degli occhi era esaltato dal nero dalla matita e il mascara sulle ciglia, le labbra ben definite da un rossetto rosa si schiudevano a mostrare i denti bianchi, i capelli biondo naturale freschi di parrucchiere le scendevano lungo le spalle.

Maxime osservo con interesse la foto che gli stavo mostrando e dopo qualche secondo commentò in modo laconico.
“ Complimenti , bella e che occhi intensi“
Era chiaro che Maxime stava ponderando con attenzione i commenti, il nostro livello di conoscenza non era ancora tale da capire a fondo fino a che punto spingersi con le battute quando si parlava di qualcuno a me caro.

Cosi decisi di spingermi un po’ oltre e ripreso il cellulare, selezionai un’ altra foto che questa volta riprendeva mia moglie a corpo intero sdraiata su un lettino prendisole; scattata al mare l’estate scorsa, qui Sara indossava un bikini bianco due pezzi con lacci laterali, il costume in stile brasiliano poco celava le sue forme. Del resto, non era insolito per lei indossare costumi come quello, non era mai stata particolarmente pudica, era orgogliosa del suo corpo compreso il seno appena accennato che quando l’occasione lo permetteva metteva in mostra prendendo il sole in topless. La carnagione, frutto di giorni di esposizione al sole, era dorata, indossava un paio di occhiali da sole e nella foto sorrideva alla telecamera mentre impugnava un drink sollevato in segno di saluto.

Maxime continuo a osservare la foto per qualche secondo, poi vista la mia espressione di attesa, commentò:

“Direi che sei fortunato, fai bene a non presentarmela“
“ Già aggiunsi, del resto non sono un tipo geloso, e praticamente impossibile tenerla a casa e ha più amici lei di quanti ne potrei avere io in cinque vite “
“ Be purchè siano solo amici” Maxime aveva allentato un po’ il tenore delle battute perchè aveva probabilmente compreso che la cosa non mi infastidiva affatto.

“Grazie a te e quello che mi racconti regolarmente qualche dubbio me lo hai fatto venire recentemente”
“Se vuoi non ti racconto più nulla” riprese scherzosamente Maxime
“No no continua pure Don Alfonso”
“ Chi è ?”
“ Mai sentito parlare di “così fan tutte?”
“No”
“Lascia perdere”

Ormai mi ero sciolto e mi decisi a raccontare gli eventi delle ultime ore, nello specifico quanto era accaduto la sera prima, di come il suo racconto di Isabella mi aveva scatenato dentro qualcosa di insolito e di come questo era stato traslato su mia moglie. Sorvolai sulla parte dove nella fantasia era Maxime a scoparsi mia moglie ma per il resto fui sincero.

Al termine del racconto il ragazzo mi osservo e poi commentò:
“Onestamente non ci vedo nulla di male nelle tue fantasie, in tanti immaginano il proprio partner scopare con altri, il punto è, cosa accadrebbe se accadesse davvero ? Ti piacerebbe davvero saperlo?”

Non risposi a quelle domande, che parvero rimanere in sospeso nell’aria della stanza, del resto non avevo idea di cosa rispondere. Mi ero lanciato in una discussione senza sapere bene dove sarebbe andata a finire, anche se sapevo che prima o poi saremmo potuti arrivare a quel punto; stavo iniziando a immaginare di essere cornuto e la cosa non mi dispiaceva?

Decisi che questa volta era davvero ora di togliere il disturbo, in quel momento non sapevo se la nostra discussione avrebbe avuto un seguito, ma in qualche modo mi sentivo sollevato di averne parlato con qualcuno, qualcuno che non mi giudicasse, perchè privo di quei pregiudizi che amavano classificare le persone.

Se vi piace il racconto, sono graditi commenti , critiche o suggerimenti a red.writer@hotmail.com.

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