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Racconti Cuckold

Mia moglie, sua sorella.

By 9 Aprile 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Siamo sposati da oltre vent’anni, con figli ormai grandi. La nostra è una vita di coppia piuttosto consueta, o almeno lo è stata fino a qualche tempo fa. Mia moglie è sempre stata piuttosto calda nell’intimità ma poco propensa a vestirsi sexy o a dare adito a pensieri su di lei. Il sesso però non lo ha mai disdegnato. Io di recente ho cercato di portarla su strade che non ha mai frequentato, alla ricerca di qualche stimolo in più in una coppia, come la nostra, che ormai si conosce a menadito. Le ho cominciato a parlare, durante i rapporti sessuali, chiedendole di osare un po’ di più nell’abbigliamento, anche quando non era con me. Mi stuzzicava molto l’idea di saperla un po’ più sbarazzina, soprattutto perché cresceva in me la voglia di immaginarla alle prese con altri uomini, cosa che non ha mai apertamente mostrato di voler fare. Ad aumentare il mio desiderio c’è la sorella di mia moglie. Molto simile a lei, fisicamente ma completamente diversa da punto di vista della carica erotica che trasmette. A differenza di mia moglie è single e non ha mai avuto figli, ha avuto qualche storia ma mai molto lunga e ha sempre amato vestirsi sexy, indossa spesso gonne e abiti corti per mettere in evidenza il suo splendido corpo. Caratterialmente, quindi, rispetto a mia moglie è sempre stata più espansiva e diretta. Mi ha sempre travolto con la sua carica erotica, e il desiderio che ho sempre provato per lei non è mai sceso, anzi. Sono molto legate, le due sorelle, diverse volte abbiamo passato le vacanze estive insieme al mare e io ho fantasticato più di una volta sul corpo di mia cognata. Recentemente ho cercato di spingere mia moglie a cambiare il suo modo di vestirsi: quando a letto facciamo l’amore cerco di dirle quanto è eccitante quando si veste con dei vestiti o delle gonne e mette in mostra le sue gambe snelle e lunghe. Lei apprezza molto le mie parole mentre facciamo l’amore, lì si lascia andare e mi promette che uscirà il giorno seguente vestita più sexy. Le chiedo se non le piace sentirsi osservata da altri uomini, e lei mi risponde che le piace. Quando le parlo di queste cose sembra sempre molto più eccitata del solito e gode più rumorosamente. Poi, il giorno seguente, tutto torna come prima, e lei preferisce indossare abiti più sobri. Ma qualcosa negli ultimi tempi è cambiato in lei. Una sera ci siamo trovati a una festa di amici comuni cui era presente anche mia cognata. Mia moglie aveva i soliti abiti scuri e poco appariscenti, la sorella invece si è presentata con un vestitino particolarmente sexy, che arrivava a metà coscia. Era tremendamente sexy e non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Durante la serata, ad un certo punto ha chiamato mia moglie per presentarle un suo vecchio amico. Io sono rimasto in disparte ma le osservavo da lontano. Vedevo che l’emico di mia cognata era particolarmente interessato a mia moglie, le sorrideva molto e lei ricambiava. Hanno parlato fitto fitto loro tre per una buona mezz’ora, poi mia moglie è tornata da me e siamo tornati a casa. La sera a letto l’ho baciata con trasporto e ho cominciato a toccarla, dicendole che avevo visto come l’amico della sorella la guardava. Lei, inizialmente, negava e mi diceva che avevo visto male, poi, piano piano, stuzzicata dalle mie mani sui capezzoli, ha cominciato ad annuire. Le dicevo che sicuramente quel tipo la desiderava e che la trovava molto sexy, e che avrebbe sicuramente preferito vederla vestita come sua sorella. Lei rispondeva con qualche “forse” fino a che non le ho portato la mano sulla fica e l’ho sentita completamente bagnata. Le ho chiesto se l’aveva eccitata il pensiero di essere corteggiata da quel tipo. Mi ha risposto che un po’ le faceva piacere, poi piano piano ha cominciato a dire che sì, le piaceva sentirsi desiderata dall’amico della sorella e che si era eccitata. Quando le ho messo il cazzo tra le gambe e ho cominciato a muovermi lentamente, era ormai fuori controllo e annuiva ad ogni mia frase. “Lo sai che se ti vestissi come tua sorella sareste al centro dei desideri di tutti, vero?” “Ti piacerebbe sapere che quel tipo voleva solo te stasera, vero?” “Lo sai quanto ecciti gli uomini con il tuo corpo perfetto, vero?” e cose così. Lei diceva sempre di sì, che lo sapeva, che le piaceva. Fino a urlare il suo orgasmo mentre aumentavo i movimenti del mio cazzo tra le sue gambe…
Qualche giorno dopo siamo usciti per andare a comprare dei regali per un amico. Siamo entrati in un grande magazzino di abbigliamento e dopo aver scelto il regalo mia moglie si è messa a cercare qualcosa per sé. Ha scelto un maglioncino scuro e un paio di pantaloni, come sempre abbigliamento sobrio. Dopo averli provati ho visto un vestito colorato, in uno scomparto del negozio. Le ho detto che avrebbe dovuto provarlo che sicuramente le sarebbe stato molto bene. A me ricordava vagamente un vestito che la sorella aveva messo qualche mese prima, durante l’estate, una sera che eravamo usciti a cena insieme e che mi aveva fatto eccitare parecchio, anche perché lei lo portava con disinvoltura, scoprendo le gambe senza alcun problema e sapendo far apprezzare il suo corpo sinuoso. Dopo qualche minuto di tira e molla si è convinta a provarlo, è entrata in camerino e mi ha fatto cenno di avvicinarmi per vedere come le stava. Mi sono affacciato e l’ho vista con quel vestito che arrivava a metà coscia, che le calzava perfettamente lungo i fianchi. Le ho detto che era davvero magnifica. Sembrava apprezzare molto i miei complimenti sperticati. Le ho detto di uscire dal camerino per andarsi a specchiare ad uno specchio più grande e con più luce. Ha fatto qualche storia ma poi è uscita e si è specchiata. Le ho detto tutto quello che pensavo, che avrebbe dovuto prenderlo e che le stava veramente bene, era molto sexy. Sorrideva, un po’ intimidita ma sicuramente lusingata. Poi, è passata una commessa in compagnia di un collega maschio, chiedendoci se avevamo bisogno di aiuto per la taglia. Ho risposto che secondo me la taglia era perfetta. Lei ha risposto che infatti le stava benissimo, rivolgendosi a mia moglie, e anche il collega maschio ha annuito aggiungendo che le calzava a pennello. Mia moglie li ha ringraziati e ha detto che avrebbe pensato un momento se prenderlo. La commessa le ha detto che sarebbe stato un peccato non comprarlo, anche perché era raro trovare una donna cui stesse così bene e sorridendo si sono allontanati. Siamo tornati al camerino, ho continuato ad insistere perché lo prendesse, dicendole quanto fosse bella e sexy. Con un po’ di fatica si è convinta e abbiamo pagato il vestito ed il regalo e siamo rientrati a casa. La sera, dopo cena, prima di andare a letto le ho chiesto di farmi rivedere il vestito indossato. Lo ha preso dall’armadio e lo ha indossato, tenendo solo il completo intimo che aveva addosso. Ha fatto una piccola sfilata e si è goduta tutti i miei complimenti. Le dicevo che era molto sexy, che finalmente scopriva un po’ le gambe così lisce, che davvero era meravigliosa e cose simili. Dopo averlo levato siamo andati in bagno e ci siamo messi a letto. Dopo tanto tempo, quella sera, mia moglie ha preso l’iniziativa e si è avvicinata per baciarmi. Abbiamo cominciato a toccarci e si è messa sdraiata su un fianco con me dietro che la abbracciavo e la toccavo. In quel modo potevo parlarle all’orecchio e toccarla, e farle sentire il mio cazzo duro dietro, poggiato tra il culo e la fica. Le ho detto che era bellissima con il vestito che avrebbe dovuto indossarlo per uscire, anche per andare al lavoro se avesse voluto. Era particolarmente sensibile, quella sera. Quando le ho ricordato di quando lo aveva provato nel negozio e i due commessi l’avevano notata ha avuto un sussulto, come se non aspettasse di sentire altro. Era eccitatissima, rispondeva a tutte le mie frasi e mi teneva stretta una mano sul seno, mentre con l’altra le toccavo la fica bagnatissima. Le ho chiesto se aveva apprezzato quei complimenti dai due sconosciuti, ha detto che era stato bello sentirli. “Ti sei sentita sexy” ha annuito, ha detto di sì, che si sentiva sexy con il vestito e che le piaceva avere ricevuto quei complimenti. Sono andato avanti, dicendole che sicuramente sarebbe stata apprezzata, che avrebbe dovuto scegliere anche una biancheria adatta a mettere in risalto il suo corpo che con quel vestito era particolarmente evidente. Era sempre più eccitata, mi diceva che la facevo godere, che avrebbe indossato un tanga per mettere il vestito e che si sentiva eccitante ed eccitata ad indossarlo. Ha goduto tra le mie mani, mentre parlavo e le chiedevo se davvero lo avrebbe fatto, dicendo un lungo e orgasmico sì. Poi, dopo un minuto di riposo si è girata mi ha fatto sdraiare e mi ha preso il cazzo in bocca, succhiandomelo mentre mi guardava negli occhi, con uno sguardo eccitantissimo. Sono venuto dopo pochissimo nella sua bocca calda, tenendole stretta la testa sul mio cazzo.
Il giorno dopo è andata al lavoro vestita come sempre con i pantaloni, la sera però, tornata a casa, mi ha detto che sua sorella l’aveva invitata ad uscire con alcuni suoi amici la sera successiva…
Avevo una gran voglia di vedere cosa sarebbe successo. Ho aspettato che si preparasse per uscire con la sorella, io non ero stato invitato. Lei è andata a vestirsi. mentre si avviava le ho detto “Perché non metti il vestito che abbiamo preso ieri?” “Ma ho paura di avere freddo e poi forse è troppo per uscire” “Ma no, sarete al ristorante, non farà mica freddo e poi se così bella, faresti sicuramente colpo su tutti” Si è avviata senza rispondere in camera. Dopo una ventina di minuti è uscita, con il vestito addosso, truccata e profumata. Una gran bello spettacolo. Le ho fatto altri complimenti e le ho chiesto conferma di dove sarebbero andati. L’ho salutata, sfiorandole la gamba sull’uscio della porta. Ha sorriso ed è andata.
Dopo mezz’ora sono uscito anche io, ho parcheggiato nei pressi del ristorante dove mi ha detto che sarebbero andati e ho camminato sul marciapiede dal lato opposto. Li ho visti arrivare. C’era mia moglie, sua sorella, e due uomini. Ho riconosciuto dopo poco il tipo che la sorella le aveva presentato alla festa di qualche giorno prima. Ho aspettato che entrassero, e ho fatto un giro fumandomi una sigaretta. Poi, dopo un po’, sono ripassato davanti al locale che era dotato di grandi vetrate, quindi potevo vedere all’interno con una certa facilità. Si erano messi in un tavolo un po’ defilato ma perfettamente visibile. Ero in piedi, non proprio attaccato al vetro ma vedevo molto bene e sicuramente non venivo notato da dentro, anche perché loro quattro sembravano interessati solo a quello che accadeva al loro tavolo. Scherzavano, ridevano. Si divertivano molto, sembrava. I due uomini erano vestiti piuttosto eleganti, con la giacca ma senza cravatta. Elegante sportivo. La sorella di mia moglie aveva un vestito nero, anche il suo piuttosto corto. Come al solito era molto sexy e seducente nei modi. Ma stasera anche mia moglie sembrava più sciolta del solito, la vedevo ridere e parlare come non capitava spesso. E notavo, anche se da lontano, l’attenzione che le riservava il tipo della festa, che era seduto proprio di fronte a lei. Ero in una situazione strana, da una parte sentivo una parziale gelosia che mi attanagliava, dall’altra vederla così, spigliata e divertita, in compagnia di altre persone e soprattutto di un uomo che la stava chiaramente corteggiando, mi eccitava. Sì, guardavo, la vedevo incrociare gli sguardi con il tipo e mi veniva il cazzo duro, immaginandola andare oltre e tenere atteggiamenti che aveva sempre negato con ostinazione fino a pochi giorni prima.
Ad un certo punto, nel mezzo di grandi risate lui ha preso la mano di mia moglie, come per leggerla. L’ha tenuta un po’, per osservarla, parlandole e facendola sorridere. Poi l’ha girata ma non ha tolto la mano. sono rimasti con le mani a contatto ancora per qualche secondo, guardandosi negli occhi e senza più ridere. Ho fatto un giro, di nuovo, per non restare tutta la sera fermo lì davanti, poi dopo un’ora sono passato di nuovo, erano sempre lì a ridere, a mangiare e a bere. Sembravano due coppie, da come parlavano, da come si muovevano, invece non lo erano, non ufficialmente. Lui continuava a versarle del vino, sapevo che mia moglie non beveva molto ma in alcune occasioni si lasciava andare e l’alcol le faceva sempre un certo effetto. Quando ho capito che stavano chiedendo il conto mi sono allontanato e sono tornato alla macchina per rientrare a casa. Lì ho atteso, inutilmente, che rientrasse per più di un’ora. Poi mi è arrivato un messaggio. Era lei che mi avvertiva che ancora stavano cenando e che avrebbe fatto tardi. Sapevo perfettamente che non era vero, erano usciti da quel ristorante da almeno un’ora, ma non potevo sapere dove fosse. Il pensiero che potesse essere rimasta sola con quell’uomo mi eccitava. Le ho risposto di fare con comodo. Ho atteso sveglio, poi, dopo un’altra ora circa l’ho sentita rientrare; è entrata in camera da letto dove fingevo di leggere un libro a letto, mi ha salutato e mi ha detto che sarebbe andata in bagno e poi sarebbe venuta a dormire.
Mentre era in bagno, il suo cellulare, che aveva lasciato sul mobile in camera, ha vibrato. Mi sono alzato cercando di non farmi sentire e ho potuto vedere sullo schermo la notifica con l’anteprima del messaggio che le era arrivato. Mittente Paolo. Ne potevo leggere solo la prima parte che diceva “Splendida serata, splendida donna, quando potrò….” e basta, non potevo aprirlo per non farle capire che lo avevo visto.
Quando è rientrata aveva tolto già il vestito ed era rimasta solo con il reggiseno e una mutandina. Una di quelle che non aveva mai indossato per uscire, ma solo con me, nell’intimità. Un tanga che metteva in risalto il suo culo perfetto. “Ah, alla fine hai messo quel tanga” le ho detto. “Sì, me lo avevi suggerito tu e allora l’ho fatto” mi ha risposto quasi cercando di sviare il discorso. Ha detto che erano stati troppo in quel ristorante, che avevano aspettato molto e la cena era stata lunghissima, erano in sette, ha detto. Sapevo quanto mentiva. Ha preso la camicia da notte, ha tolto reggiseno e mutandine e si è infilata sotto al lenzuolo. Capito che ero nudo ha cominciato a toccarmi la gamba, mentre io continuavo a leggere. Poi ha messo la mano sul mio cazzo, trovandolo già abbondantemente duro. Era stato così tutta la sera. Si è avvicinata al mio orecchio e mi ha detto che aveva voglia di me. Ho chiuso il libro e ho alzato il lenzuolo e la camicia da notte, mi sono inginocchiato tra le sue gambe e ho cominciato a leccarle le cosce, avvicinandomi alla sua fica. Quando la ho sfiorata con un dito l’ho sentita gemere, era molto sensibile e già bagnata. “ti sei divertita?” le ho chiesto, poggiando poi la mia bocca a pochi centimetri dalla sua fica calda. “Sì, abbastanza” ha risposto. “Ha avuto successo il tuo abbigliamento?” “Sì, direi di sì, mia sorella ha detto che stavo benissimo” “Tua sorella…” le ho detto, cominciando a leccarla lentamente. Si sentiva che aveva una gran voglia, si lasciava leccare con calma, godendosi ogni istante. Mi sono fermato un secondo per dirle “Solo tua sorella, ha apprezzato?” e lei, poggiandomi la mano sulla testa come per farmi ricominciare “No, in effetti non solo lei, anche altri”. Leccavo, avevo il cazzo durissimo e sentivo il suo sapore nella mia lingua, con la testa rivedevo le immagini di quel tipo che la corteggiava, capivo che era stata una serata eccitante per lei. Ho osato “c’erano persone interessanti che ti hanno fatto complimenti?” mentre con la lingua percorrevo il clitoride ormai gonfio di desiderio. “oh…. Sì, continua.” e poi “Sì, anche altri… uomini” ha aggiunto. Ho sentito che stava già raggiungendo l’orgasmo e ho intensificato il ritmo, anche aiutato dalle sue mani che stringevano la mia testa. L’ho sentita godere cercando di trattenere le urla, ma con un piacere che le è arrivato troppo forte per reprimere tutto. Leccavo tutto il suo sapore, tutto il suo piacere. Poi, rallentando poco a poco ho staccato la mia bocca dalla sua fica, sono salito verso il suo viso e l’ho baciata. Lei ha ricambiato il bacio e mi ha leccato dalle labbra tutto il suo sapore. “Brava” le ho detto. “Sono contento che tu sia stata apprezzata da un altro uomo” e mentre lo dicevo, ho fatto entrare il mio cazzo tra le sue gambe, nella fica bagnata dall’orgasmo. Ho spinto lentamente, guardandola negli occhi. “Sei stata desiderata stasera. Lo so” e lei ricominciava a gemere per i miei movimenti. “Oh, che bello” diceva. e io “Lo so. e so che ti sarebbe piaciuto anche farti corteggiare da un altro, stasera” il suo piacere ricominciava forte, i suoi gemiti scandivano il ritmo delle mie spinte sempre più frequenti. “Dillo” le ho detto “Dillo che ti saresti fatta corteggiare” “Sì” ha risposto “Sì” e io ho aumentato ancora. Stavo per scoppiare ma volevo farle dire di più. “Dillo che ti saresti fatta scopare” e lei “Sì, ora, lo stai facendo, sì” “Non da me, dillo che ti saresti fatta scopare da un altro, stasera….dillo” e spingevo “Sì, sì, sì” ha quasi urlato, mentre le sono venuto dentro riempendola di tutto quel piacere che mi era cresciuto dentro in quella serata.
“Che ne pensi di questa vecchia gonna?”. Ero impegnato a guardare i messaggi sul cellulare seduto in salone quando mia moglie è improvvisamente apparsa dicendomi quelle parole. Aveva tirato fuori dall’armadio una gonna che non metteva da tanti anni, piuttosto corta e non troppo attillata. Sopra aveva una camicetta bianca, sotto un paio di calze nere velate e un paio di scarpe con il tacchi, con un lieve tacco. Era una visione. “Bellissima! Che bello che hai ripreso quella gonna, sei davvero meravigliosa” “Credi davvero?” ha detto, girandosi per farmi vedere meglio tutto. Aveva messo anche un filo di trucco, non lo aveva quando era rientrata a casa, ne sono sicuro. Avendo il cellulare in mano le ho detto di stare ferma e le ho scattato una foto. “No, dai che fai?” ha detto. Ma non era un no, convinto. Era un no divertito. E allora ne ho approfittato e ho scattato di nuovo. Al terzo scatto non ha detto niente, ha solo sorriso e ha chiesto se davvero la trovavo bella “La trovo bellissima, e trovo te bellissima, sei molto sensuale con la gonna” ho aggiunto. A quel punto, ridendo, ha sollevato la gonna da un lato molto velocemente, ridendo. Ho visto che il paio di calze erano autoreggenti. Le ho chiesto di farlo ancora, più lentamente. “Solo una volta” ha detto e lo ha fatto. Ho scattato. “Sei davvero sexy… continua” le ho detto. “A fare cosa?” ha detto con aria di chi non aveva capito. Ma aveva capito benissimo. “Continua a farmi vedere quanto sei sexy” ho detto, solo per esplicitare qualcosa che era già chiarissimo. Ha sollevato più lentamente la gonna, scoprendo stavolta entrambe le gambe, fino a mostrarmi tutte le cosce. Ho scattato. Era molto eccitante e io glielo dicevo in continuazione. Sembrava gradire molto la cosa. Le ho chiesto di andare avanti. Era un tra l’impacciato e il divertito ma attimo dopo attimo stava cambiando espressione. Diventando sempre di più eccitata. Si è slacciata un paio di bottoni della camicetta e ha cambiato posizione, sedendosi sul bracciolo della poltrona. Accavallava le gambe e poi alzava leggermente la gonna, scoprendo le cosce e il bordo delle calze. Io scattavo e la riempivo di complimenti. Poi si è alzata di nuovo, si è slacciata un altro bottone della camicetta e ha mostrato il reggiseno di pizzo che aveva indossato. Sorrideva, stavolta un sorriso sexy. Si è girata, ha sollevato la gonna e mi ha fatto vedere il tanga che indossava. Le ho detto di rimanere un momento così, con la gonna sollevata e il culo esposto. E lo ha fatto. Poi, girandosi ha aperto completamente la camicetta e la ha sfilata. Ha slacciato lentamente il reggiseno e ha scoperto il seno. I capezzoli duri. Li ha sfiorati, prima di sfilare anche le mutandine, rimanendo con la gonna. “Sei così eccitante” le ho detto. Ha alzato la gonna e io ho scattato. Poi l’ha slacciata e l’ha fatta cadere ai suoi piedi. Ho scattato la foto di lei in piedi, con le scarpe e le calze. Completamente nuda per il resto. Si è avvicinata, ho slacciato i pantaloni e ho tirato fuori il cazzo. Si è seduta su di me, infilandosi il cazzo nella fica già abbondantemente bagnata e mi ha chiesto di farle vedere le foto. Le ho mostrato tutto, passandole il cellulare, mentre mi muovevo lentamente dentro di lei. Le ho detto quanto era eccitante e quanto mi aveva fatto venire il cazzo duro, le ho chiesto se lo sentiva. Ha detto che lo sentiva. “Me le mandi? voglio far vedere la foto a mia sorella, mi ha detto che dovevo mettermi la gonna la prossima volta che usciamo insieme” Ecco, era quello il motivo per cui l’aveva tirata fuori. Le ho detto che gliele mandavo, mentre stringevo il suo culo e la facevo muovere, sentendo i suoi gemiti lunghi e intensi. “Quando uscite?” Le ho chiesto. “Non so, forse domani, o giovedì” è riuscita a dire prima che aumentassi il ritmo delle spinte. Leccavo i capezzoli duri, li mordicchiavo, stringevo il suo culo “Lo so che hai intenzione di farci altro con quelle foto” e lei “ma no, solo mandarle quella vestita, le altre poi le cancello” e andava su e giù seguendo il ritmo della nostra scopata. “Ma magari vuoi mandarne qualcuna a qualcun’altro, chi me lo dice che non è così?” e lei gemeva. “Quanto mi fai godere” ha detto. “Chi me lo dice?” ho detto. “Nessuno….” ha detto per lasciarsi poi andare all’orgasmo. Non ho resistito un secondo di più a quei gemiti, a quel calore che mi avvolgeva il cazzo, a quel sapore della sua pelle in bocca, a quel “nessuno” sussurrato poco prima di godere e dicendole quanto mi faceva eccitare sono venuto dentro di lei, subito dopo.
Dopo essersi ripresa, è andata in bagno, io sono rimasto ancora seduto e ho preso di nuovo il telefono e le ho mandato le foto. Quando è tornata, sorridente le ho detto “Te le ho mandate, fanne buon uso”. Ha riso. “Certamente….” ha detto.

Il giorno seguente, nel tardo pomeriggio, siamo rientrati praticamente insieme a casa dal lavoro. Lei ha messo in carica il cellulare che era praticamente scarico e ha detto che sarebbe scesa a fare un po’ di spesa, che mancava qualcosa. Io sarei rimasto in casa a finire un lavoro. Dopo qualche minuto che era uscita ho preso il suo telefono. Ero sicuro che quelle foto non le avrebbe cancellate. Infatti nella galleria c’erano ancora. Dovevo stare attento a non far vedere che avevo preso il cellulare. Ho visto che non c’era nessuna notifica sui messaggi così ho potuto aprire l’applicazione. c’era una conversazione con un certo Paolo, che poi ho capito essere il tipo della sera precedente. Ho visto che lei gli aveva inviato due foto. Una, la prima che le avevo fatto, vestita, sorridente, con la gonna. Gliela aveva inviata la mattina e gli chiedeva se andava bene un abbigliamento del genere per venerdì. Quindi venerdì sarebbe uscita con lui. O almeno anche con lui. Lui le rispondeva che era perfetto, che era splendida e altre smancerie che però sembravano molto apprezzate da mia moglie, visti i sorrisi che gli mandava in risposta. Poi gliene ha mandata un’altra, una di quelle che le avevo scattato mentre era seduta sul bracciolo della poltrona, in cui faceva intravedere il bordo delle autoreggenti, avendo alzato leggermente la gonna. Che porca che stava diventando. Lui sembrava impazzito a quella visione e in effetti pensando a mia moglie fare una cosa del genere ero impazzito anche io. Per timore di essere scoperto ho saltato diversi messaggi per poter rimettere subito il telefono in carica, perché sapevo che sarebbe tornata molto presto, il negozio di alimentari è proprio sotto casa e non ci avrebbe messo molto. Ho capito però che lui le ha chiesto di vestirsi così venerdì e lei ha detto che lo avrebbe fatto per lui. E cose del genere. Il cazzo era di nuovo durissimo, mentre la aspettavo. Appena rientrata, dopo aver posato la spesa ha preso il telefono e ha digitato qualcosa. Poi le ha squillato la notifica dei messaggi. Ci siamo messi a cenare, poi la sera, andando a letto le ho chiesto se avesse messo al sicuro le foto. Mi ha detto che aveva solo mandato alla sorella una foto di lei vestita con la gonna per sapere se le piaceva e se se la ricordava. Sarebbero uscite venerdì con quel gruppo di amici, ha aggiunto. Mentre si spogliava per venire a letto ho cominciato a dirle di nuovo quanto mi piaceva vestita come la sera precedente, e che sarei stato contento se avesse messo le stesse cose per uscire con la sorella e gli amici. Ha detto che magari ci avrebbe pensato. Entrata nel letto ho cominciato a toccarla, e lei non ha opposto alcuna resistenza, anzi. In quei giorni sembrava sempre disponibile al sesso. E io ne approfittavo. Ho baciato il suo collo, poi il suo seno, poi sono sceso a leccarle la fica. Aveva un sapore buonissimo, il suo sapore. Sentivo quanto le dava piacere la mia lingua che esplorava le sue labbra e leccava il clitoride. Mi fermavo di tanto in tanto per guardarla, per dirle qualcosa. tenevo le mani allungate sui suoi capezzoli e sentivo le sue parole che chiedevano di andare avanti. Era quasi sull’orlo dell’orgasmo quando ho deciso di rallentare, di allontanare la bocca dalla sua fica e di guardarla, poggiandole una mano per sfiorarle il clitoride gonfio di piacere “Mi piace leccarti la fica” le ho detto. “Mi piace come lo fai, mi fai godere” ha detto chiudendo gli occhi come per rivivere la sensazione. La sfioravo con il dito e ogni volta che lo muovevo sentivo un suo gemito di piacere. Era nel limbo del piacere, prossima all’esplosione ma ancora in attesa. Uno stato meraviglioso. Era nelle mie mani, letteralmente. “C’è qualcuno che ti scoperesti nel gruppo di amici con cui uscite?” le ho chiesto improvvisamente. Non ha fatto una piega, ha tenuto gli occhi chiusi, si stava godendo tutto. “mmm” ha solo emesso un verso. “C’è?” ho insistito. “Non lo so…. forse” e poi un gemito, ad accompagnare il mio dito che si muoveva lento. Le ho preso la mano, l’ho portata sul mio cazzo duro. Le ho detto “Lo senti? lo senti com’è?” Lo sentiva, muoveva la mano lungo il mio cazzo. “Ho capito, c’è qualcuno che ti scoperesti. Ma hai timore a dirmelo”. Muoveva sempre più forte la mano e io continuavo a torturarla con il dito. “Forse” ha detto. “Forse?” le ho chiesto “Sì, c’è” Oh, ecco, ora era diventata diretta, esplicita, chiara. Con la mia mano sulla fica bagnata e la sua mano a stringere il mio cazzo. “Puoi” ho detto quasi sottovoce. “come dici?” ha chiesto. Non so se avesse sentito male o avesse solo voluto che lo ripetessi. L’ho ripetuto, a voce alta “Puoi” ho detto. Ha emesso un lungo gemito, crescente. Partiva lento, poi aumentava. L’intensità, il volume, io muovevo il mio dito. diventava quasi un unico verso di piacere, un orgasmo che le stava sconquassando la testa. Un lungo sì, un lungo godere. Si è goduta tutto il piacere, fino all’ultimo spasmo. Poi si è alzata, senza dire niente, ha preso il mio cazzo nella bocca, come se non lo facesse da anni. Sono bastati pochi secondi per sentire il mio sperma che le entrava in gola

Venerdì. La sera sarebbe uscita con i suoi amici e la sorella, così aveva detto. Sarebbe rientrata dal lavoro un po’ prima del solito per prepararsi e poi sarebbe andata all’appuntamento con la sorella. Questa volta non mi aveva detto dove sarebbero andati, aveva detto di non saperlo. Questo mi rendeva da una parte nervoso perché non avrei potuto vedere niente, dall’altra mi dava conferma che aveva in mente un incontro che non era una semplice cena e la cosa mi eccitava non poco. Il suo cambiamento era ormai palese. Forse era stata la frequentazione con la sorella, o forse solo la voglia del periodo e io non facevo che stimolarla. Nel tardo pomeriggio è rientrata a casa prima di me, io sono arrivato un’ora dopo e lei era già intenta a prepararsi per la sera. Aveva in effetti già messo sul letto, pronta ad essere indossata la gonna e di fianco, erano stese in bella vista le calze autoreggenti. Di fianco c’era una maglia verde scuro, niente di particolarmente sexy e sul pavimento le scarpe, quelle sì molto sexy, decolletè con tacco di media lunghezza. Lei era evidentemente in bagno. Sentivo l’acqua della doccia scorrere. Le ho detto che ero rientrato e mi ha confermato che era sotto la doccia. Ho approfittato per guardare il suo cellulare, che aveva lasciato sulla cassettiera. C’erano due messaggi già letti di Paolo. Il primo diceva “Ho voglia di te, stasera, voglio sentirti”. C’era la risposta di mia moglie. “Mi sto preparando, mi sto vestendo come ti avevo promesso. Ti farò vedere”. Già leggere questo mi aveva eccitato. Sentivo lo scroscio dell’acqua nella doccia e mi eccitavo a pensare a cosa sarebbe successo. Il secondo messaggio diceva “Mi farai vedere tutto?” la risposta era chiara. “Tutto quello che vuoi”: Ho chiuso il cellulare, appena ho sentito che usciva dalla doccia. Sono andato di là, in cucina, aspettando qualche minuto, poi sono tornato. Si stava asciugando i capelli. Sono entrato in bagno, l’ho vista, di schiena, allo specchio. Aveva indosso un reggiseno un perizoma veramente minuscolo. Non glielo avevo mai visto. Istintivamente le ho toccato il culo appena entrato. Lei non ha smesso di asciugarsi e ha sorriso. “Bel perizoma che hai, ti sta una meraviglia” le ho detto. “Non credi che sia troppo spinto?” Ha detto. “Beh, non lo so, dipende. Per me non lo è, è eccitante. poi se lo devi far vedere a qualcun altro non saprei” ho risposto sorridendo. lei non ha fatto una piega. Ha continuato ad asciugarsi come se niente fosse, dicendo che era in ritardo. Ho continuato a guardarla, a guardare il suo corpo. Quel corpo che fino a pochi giorni prima era un corpo di una donna chiusa e timida, ed ora era un corpo pronto a farsi desiderare a far eccitare, a prendersi quello che voleva. Mi era venuto il cazzo duro a quella visione e a quei pensieri. La guardavo mentre si truccava e si vestiva per andare probabilmente a farsi scopare, sicuramente a divertirsi… e questo mi piaceva molto. Ho provato a chiederle dove andava, con chi, ma mi ha dato risposte evasive e poco chiare. Non ho insistito, ma mentre finiva di sistemarsi le ho detto “Sei una bomba sexy, sono convinto che stasera farai conquiste e spero solo che me le vorrai raccontare, le tue avventure con tua sorella…”. Mi ha guardato, mentre infilava l’ultima scarpa e mi ha detto. “Se le farò, te lo farò sapere. Ora scappo, ci vediamo più tardi, o al massimo domattina, se dormi”.
Durante tutta la sera non ho avuto nessuna notizia. Ho provato a mandarle un messaggio a un certo punto ma non mi ha risposto. Mi sono masturbato, non riuscivo più a resistere all’eccitazione che mi dava il pensiero di mia moglie che si stava scopando un altro.
Poi ho aspettato ancora. Era tardissimo, stavo quasi per decidere di andare a dormire, quando ho sentito che stava rientrando. Quando è entrata mi ha subito detto di scusarla che doveva andare in bagno. è rimasta dentro per diversi minuti, poi è uscita, e aveva indossato l’accappatoio. Si è recata in stanza da letto, ha messo una tuta ed è tornata da me, in cucina. Le ho chiesto della serata, ha detto che era andata bene, si è scusata per non aver risposto al messaggio avendolo letto troppo tardi. Ha detto che erano in sette, più o meno gli stessi dell’altra volta. Poi le ho offerto un bicchiere di vino, ne aveva già bevuto abbastanza ed era un po’ brilla, ma ha accettato. Abbiamo acceso entrambi una sigaretta e poi le ho detto: “Vieni qui”. L’ho fatta sedere in mezzo alle mie gambe, sul divano. Poggiata con la schiena sul mio petto. Il mio cazzo toccava il suo culo. Ho poggiato i bicchieri sul tavolino ai piedi del divano. Li bevevamo con calma, gustandoci la sigaretta. Io mi gustavo il suo odore da dietro. Mettevo la testa sui suoi capelli e sul suo collo. Aveva il suo odore consueto ma stavolta c’era qualcosa di un po’ differente, un odore non chiaro. Le ho detto, mentre le baciavo il collo: “Ora raccontami veramente come è stata questa serata, so che non è stata una cena in sette amici, non è vero?”
“Va bene, ti racconto tutto” Ha detto “Versami ancora un po’ di vino però”. Così ho fatto. Sapevo che quando beveva era sempre più sciolta, i suoi freni inibitori si allentavano. In genere accadeva quando eravamo soli e poi scopavamo, stavolta eravamo soli e lei mi doveva raccontare.
“Mia sorella ha voluto che stasera uscissimo solo in quattro. Io lei e due suoi amici che avevo conosciuto la volta scorsa, Uno si chiama Paolo, l’altro Andrea. L’altra volta eravamo tanti ma stavolta, mi aveva detto, che saremmo stati solo noi quattro. Sapevo che lei e andrea si frequentano da un po’. Sono andata con l’intento di permettere a lei e andrea di fare una serata romantica, lui è sposato quindi non hanno tante occasioni di vedersi” Già qualche inesattezza la stava mettendo nel racconto, ma sapevo che piano piano mi avrebbe detto tutta la verità. Così l’ho lasciata andare avanti, tenendola stretta a me, in modo che potesse sentire il mio corpo dietro al suo.
“Siamo andati in un ristorante a mangiare, abbiamo mangiato e bevuto bene. Loro facevano un po’ la coppietta, quindi l’altro, paolo mi ha detto che avremmo dovuto farlo anche noi, così per scherzare. Io sono stata al gioco e in effetti siamo stati sempre a parlare tra noi. In realtà non mi dispiaceva molto la cosa, lui è un tipo piacevole. E poi era divertente sentirsi un po’ corteggiata. Una serata diversa, diciamo.” Le ho chiesto se si era preparata per la sera sapendo che sarebbero stati loro quattro e che quindi forse quel paolo avrebbe ricolto le sue attenzioni a lei. “Sì, in qualche modo è stato così. Mi hai detto tu che stavo bene e che ti sarebbe piaciuto se fossi uscita vestita in quel modo, no? “Sì, è vero, l’ho detto e lo confermo” ho detto. E ho chiesto di continuare. L’eccitazione era tantissima. Aspettavo con ansia che andasse avanti per sentire tutto, intanto mi gustavo la sua voce, le sue parole, il suo corpo stretto al mio. Ha continuato, sorseggiando di tanto in tanto un po’ di vino “Dopo cena Paolo ha detto che potevamo andare un po’ a casa sua per berci un digestivo. Mia sorella mi ha preso da parte e mi ha chiesto se mi andava. Le ho detto di sì. Lei mi ha sorriso e mi ha detto che aveva capito che mi stavo divertendo e che era ora che lo facessi” Sapevo che la sorella spingeva per farle mollare un po’ la sua aria da santarellina. Lo sapevo e mi intrigava. Ha ripreso a raccontare, dopo aver spostato un po’ il corpo per avvicinarsi ancora di più a me, ora poteva sentire distintamente il mio cazzo premere su di lei, sulla tuta, sul culo “Sento che ti piace sentirmi raccontare di questa serata…” Ho annuito, ho detto che mi eccitava, senza mezze misure. Ha sorriso “Sono contenta, allora senti cosa è successo… Siamo andati, Paolo era molto contento che avessi accettato, me lo ha detto salendo in casa sua. Una bella casa, arredata con gusto. Non so con chi ci vive, lui dice di essere separato da un po’ di mesi. Io non ho chiesto di più. Ci siamo seduti, ha aperto un bottiglia di vino e abbiamo un po’ chiacchierato del più e del meno. Mia sorella e andrea ridevano e si sbaciucchiavano. Poi a un certo punto lui ha chiesto una cosa all’orecchio di Paolo, poi si sono alzati e sono andati in un’altra stanza. Ho chiesto a Paolo cosa gli avesse chiesto, mi ha detto che sarebbero andati in camera da letto, voleva chiedergli il permesso e lui glielo aveva accordato. Noi siamo rimasti in sala, a bere ancora e a parlare. Mi guardava negli occhi, mi sorrideva, mi faceva tanti complimenti. A un certo punto mi ha messo una mano sulla gamba. un tocco lieve, non è stato invadente. Un tocco che mi piaceva. Mi ha anche chiesto se poteva tenerla. Io ho detto di sì. Poi, parlando, ha mosso poco la mano, scoprendo un pochino la gamba. Ha sentito che avevo indossato le calze autoreggenti. Ha detto che era molto sexy quel tipo di calza. Che gli piaceva. Io gli ho detto che anche io le trovavo sexy. Ho lasciato che le guardasse meglio, mi sentivo molto desiderata e mi piaceva sentire il suo sguardo pieno di desiderio, sai?” Lo so, ho detto. Lo so. E ho messo le mani sul suo seno, coperto dalla felpa. Potevo sentire i capezzoli duri sotto il cotone, potevo percepire la sua eccitazione da come parlava, da come raccontava. Forse non le pareva vero poter condividere con me il suo comportamento, la sua sfacciataggine. Questo la eccitava molto. Come eccitava molto me. Le ho detto di continuare, senza tralasciare niente. “MI stavo eccitando. Quasi senza che me lo aspettassi lui si è avvicinato e ha posato le sue labbra sulle mie. Mi ha presa un po’ alla sprovvista, non me lo aspettavo. Però mi è piaciuto. Mi è piaciuto sentire quelle labbra che cercavano le mie. Poi ha cominciato a baciarmi davvero. Le labbra si sono aperte, le lingue si sono incontrate. Un bacio pieno di desiderio. Era quello che sentiva, era quello che volevo, anche se non me lo aspettavo. Ci siamo staccati, abbiamo riso. Sembravamo due ragazzi al primo bacio. Gli ho chiesto un po’ di vino ancora. Gli ho detto chissà cosa staranno facendo quei due di là. lui mi ha detto -andiamo a vedere, non ci facciamo sentire – e io ridendo ho detto di sì. Mi sono tolta le scarpe. Ho preso un ultimo sorso di vino e siamo andati, senza fare rumore. Avevano lasciato la porta socchiusa. Mi sono affacciata, poggiandomi sullo stipite della porta, Paolo si è messo dietro di me. Mi sorella era sdraiata sul letto, nuda e andrea era inginocchiato su di lei. Le stava leccando il seno e stava scendendo giù, lungo tutto il suo corpo. Sono rimasta così, a guardare. Era eccitante. E Paolo era dietro di me. Si è avvicinato. Mi ha fatto sentire la sua presenza dietro di me. Mi ha messo una mano sulla gamba. La ha fatta salire, fino ad arrivare alla pelle. Mi piaceva. Ha sentito la coscia, da dietro. Io guardavo e sentivo. Era molto eccitante. Molto. Sentivo la sua mano salire. Ha sentito il mio culo, lo ha toccato. Mi piaceva aver indossato quel perizoma, sentivo tutta la sua mano. E credo che anche a lui sia piaciuto capire che indossavo una mutandina così piccola. Si è avvicinato con la testa alla mia, mi ha baciato l’orecchio, mi ha chiesto se mi piaceva…” Si è fermata, nel racconto. Per bere ancora un poco, poi mi ha chiesto una sigaretta. Gliela ho passata, me ne sono accesa una anche io. “Ti piaceva?” le ho chiesto io. “Mi piaceva, moltissimo. Mi piaceva guardare come andrea stava leccando mia sorella, vedere come lei stava godendo. Mi piaceva sentire quell’uomo dietro di me, sentire la sua mano. Ero troppo eccitata. Mi sono spostata, mi sono girata e ho fatto capire a Paolo che volevo tornare in salone. Mentre andavamo gli ho chiesto se aveva un’altra camera, in casa. Mi ci ha portato. Uno studio. Ha acceso una piccola luce che aveva sul tavolo. Gli ho chiesto di tornare come stava prima, dietro a me. Di continuare a toccarmi. Lo ha fatto. Sentivo la sua mano sul culo. Poi l’ha portata davanti. Sai cosa mi ha detto, quando ha sentito la mia fica? mi ha detto che ero bagnatissima. Che ero eccitantissima. Lo ero. Ero eccitantissima per lui ed eccitatissima per me. Mi sono girata, mi sono seduta sul tavolo, ho fatto scendere le mutandine e lui si è inginocchiato davanti a me. Gli ho offerto la mia fica da leccare, volevo sentire quello che stava sentendo mia sorella nell’altra stanza. Oddio, quando ha posato le sue labbra sulla mia fica mi sembrava di impazzire. Mi leccava, cazzo come mi leccava. Mi sentivo libera di provare tutto il piacere che volevo sentire. Sentivo la sua lingua sulle mie labbra, sentivo che mi succhiava il clitoride. Mi faceva impazzire. Poi sai cosa mi piaceva? tenergli la mano sulla testa, spingerlo a me, come se dovesse non staccarsi più dalla mia fica. Non so quanto tempo è durato tutto questo. So solo che ho goduto, sì. Ho goduto davvero tanto, venendo con la sua bocca tra le gambe, stringendogli la testa. Mi ha fatto impazzire di piacere. Glielo ho detto, come lo sto dicendo a te, ora. So che ti eccita. So che mi scoperai dopo, non vedo l’ora di sentire come mi scoperai. Non vedo l’ora di sentire come mi scoperai dopo che ti ho raccontato quello che ho fatto io a lui dopo.”
Gli ho detto che mi aveva fatto godere. Si è alzato, si è messo di fronte a me. Gli ho slacciato i pantaloni, gli ho fatto scendere gli slip. Ho guardato, alla luce fioca della lampada, il suo cazzo. Duro. Bello. Grande. Gli ho chiesto cosa volesse da me in quel momento, mi ha detto che voleva che gli facessi quello che lui aveva fatto a me. Non chiedevo altro, sai? avevo davvero una gran voglia di prendere quel cazzo nella mia bocca. Mi sono inginocchiata davanti a lui, ho posato entrambe le mani sulle sue gambe e le ho strette. Poi le ho fatte salire. Volevo tenerlo un po’ sulle spine, perché mi piaceva fargli salire la voglia, e io non ero in me. Ero solo lì per quello. Ho toccato il suo cazzo, le palle, tutto. Lo sentivo quanto gli piaceva e quanto aspettava che me lo mettessi in bocca. L’ho leccato, dalla punta a tutta l’asta. Poi l’ho preso tra le labbra. Sai come geme un uomo quando infili il cazzo nella tua bocca, lo sai. Lo fai anche tu quando lo faccio a te. Mi piaceva sentire come godeva dei miei movimenti. Muovevo le labbra, la lingua, la testa. Succhiavo e uscivo. Poi ho sentito un rumore, come se la porta si fosse aperta. Ho staccato la bocca e mi sono girata. Entrava luce, era effettivamente aperta, ma non vedevo niente di più. MI ha detto di continuare. Ho continuato. Ho ripreso il suo cazzo in bocca, immaginando che mia sorella o andrea fossero dietro la porta. Te lo devo dire, la cosa mi eccitava ancora di più. Mi piaceva pensare che Andrea mi vedesse succhiare il cazzo di Paolo. A un certo punto mi sono girata di nuovo, per vedere. C’era. Era un’ombra che rimaneva sull’uscio della porta. Mi piaceva. Sì. Mi piaceva far vedere come stavo succhiando quel cazzo. Acceleravo, rallentavo, mi aiutavo con le mani. Lo sentivo fino in gola, poi me lo passavo sulle labbra. Mi ha messo le mani sulla testa, guidava i miei movimenti, voleva venire, voleva godere e io volevo sentirmi piena del suo piacere. Ho aumentato ancora. Succhiavo. Lo prendevo. Lo ho sentito che stava per venire. Ha stretto di più la mia testa, il cazzo ha avuto uno spasmo e mi ha riempito la gola. Mi sono sforzata di riuscire a ingoiare tutto, lo volevo prendere tutto. Tenere tutto dentro mentre veniva, fino alla fine. Poi ho staccato la bocca, ho leccato ancora tutto il cazzo. Mi sono girata a guardare alla porta. Era ancora lì. Mi sono alzata, mi sono stretta a Paolo. Mi ha baciato la bocca ancora calda del suo cazzo. Ci siamo sorrisi. Mi ha detto qualcosa, ma non lo ricordo. Ci siamo ricomposti e siamo andati di là, in cucina, a prendere qualcosa da bere. Mia sorella e andrea erano già lì. Hanno sorriso. Ho sorriso. Poi, siamo uscite dalla casa e sono tornata qui da te.
Scopami, ti prego. Scopami”

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