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Racconti Cuckold

QUANTI CAMMELLI MI DAI…. PER LA MIA RAGAZZA?

By 9 Settembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Qualche anno fa io e la mia ragazza eravamo andati in vacanza in Tunisia, nei classici villaggi ‘tutto compreso’
Eravamo partiti e avevamo preso il pacchetto per una settimana nel villaggio e poi una settimana volevamo farla per contro nostro.
Tutto bello, nel villaggio non mancava niente, tutti gli sport le attrazioni, le animazioni, ma chissà come mai ci stavamo annoiando, probabilmente questo non era quello che stavamo cercando.

Io e lei ogni tanto ci allontanavamo e lei dopo una mia pressione insistente, durata svariati giorni prima e durante la vacanza, si convinse a mettersi in topless, in spiagge poco frequentate.
Anche il pezzo sotto, col passare dei giorni indossò delle mutandine ‘diciamo un perizoma da cui si vedevano le sue belle natiche’
Dopo che lei prese confidenza si divertiva a correre e buttarsi nell’acqua facendo dondolare le sue tette, e dato che portava una quarta, non passavano inosservate.
Passando il tempo lei vinse la paura di lasciarsi guardare da altri uomini, anche perché in quel periodo eravamo gli unici italiani e quindi non c’era nessun rischio di esser visti da qualcuno che poteva conoscerci.
Iniziò a prender gusto ad esser ammirata, sia dai mariti che facevano finta di niente ed allungavano lo sguardo senza farsi beccare dalla maglie, sia da altri sfacciati che si beccavano la sgridata e sia da singoli che passavano e sfacciatamente se la mangiavano con gli occhi.
Poi arrivarono anche quelli che cercavano di attaccare discorso solo per degustarle e lei col passare del tempo aveva sempre più preso dimestichezza e consapevolezza della sua bellezza e si divertiva.
Un giorno arrivò un tunisino, coi suoi vestiti tipici, ma si capiva che erano costosi.
Passò due o tre volte guardandola con un interesse morboso e la mia ragazza divertita ma un po’ preoccupata mi chiamo, io andai da lui per chiarimenti, per sapere se potevamo aiutarlo.
Lui parlava italiano, non benissimo, ma lo parlava.
Allora fece i complimenti per la mia ragazza, disse che le piaceva tanto, che voleva invitarci da lui, e che in Tunisia non era come in Italia, in Tunisia le donne non avevano l’indipendenza che avevano da noi, e che lui era seriamente interessato , a tal punto da chiedermi cosa volessi in cambio’
Inizialmente io e lei rimanemmo senza parole, stavamo per offenderci, ma poi visto il modo deciso, serio suo, iniziammo a provare gusto a parlare con lui, il fatto di aver capito che lui sarebbe stato disposto a ‘comprare’ la mia ragazza, ma poi , più che comprare, era disposto a barattarla, cioè a darmi non dei soldi, che l’avrebbe fatta sentire come una mignotta, una da strada, ma a darmi dell’altra merce, come era loro usanza ma per noi cosa d’altri tempi, cosa che si usava magari 500 o 1000 anni fa al tempo degli schiavi, dove in cambio di bestie si compravano altri esseri umani.
Quindi sapere che lui era disposto a dare dei cammelli, animali molto diffusi dalle loro parti ma non presenti da noi, in cambio del corpo della mia bella fidanzatina, e questo logicamente per gustarsela sessualmente, rendeva la cosa eccitante.
Allora andando avanti col discorso, ci invitò da lui, disse che la settimana seguente ci avrebbe ospitato a casa sua, e disse che molte persone, molti suoi amici sarebbero venuti, dato che ci sarebbe stato il mercato.
Lei dopo un’ iniziale paura e diffidenza e un po’ di fastidio, percepì, sentì, la mia eccitazione, il mio interesse nell’andare avanti nella discussione surreale, nell’apparente divertente situazione.
Lei: ma quanti cammelli valgo?
Io: quanti ne daresti per me?
Il negriero: ma non so,così su due piedi, una decina’
Io: in base a cosa vale di più o di meno.
Negriero: noi essere come voi, lei ha belle tette, belle abbondanti, lei tettona, a noi piacciono, poi è bianca, bel culo’
Io: amore girati un attimo..
Lei: daiii..
Io: su dai’stiamo solo scherzando’
Lei: uffa, smettila’
Io: le tette sono molto belle, guarda come sono perfette’
Lui le guarda e si capisce che vorrebbe toccarle
Lei si copre con le mani, di istinto’
Lui: si sembrano molto belle, ma devo sentirle, se vere valgono più, se sode , se pesano ancora meglio’
Io mi stavo eccitando perché vedevo che più insistevo e più lui sembrava serio e andava nei particolari, come se la cosa fosse seria, vera e l’avesse fatto altre volte.
Io: ma capita che altri occidentali te la vendano veramente?
Negriero: spesso a voi piace giocare e la vendete per una notte, per il gusto di venderla’
Io: a si?
Lui:e si, a noi va bene lo stesso’
Io la presi di forza e la feci girare e lei inizialmente fece storie, fece l’incazzata , ma poi mentre iola tenevo di forza, lei non oppose più resistenza, fece quella un po’ scocciata, ma praticamente mi fece capire che il gioco le iniziava a piacere.
Io: guarda questo bel culo? Ti piace? Questo è sodo, è fresco, giovane..ehehe ti piace? Quanto vale secondo te?
Lui eccitato:uhmm, bello, bello, essere veramente bel culo’.questo vale, questo valere tanto’.poi bisogna vedere , cioè bisogna sentirlo’ma sembra buono, molto buono, le tunisine non hanno sederi così..
Lei tenuta ferma, girata , col sedere esposto, faceva la sciocca scocciata.
Io le appoggiai la mano sulla chiappa e in modo delicato mi misi a darle una carezza.
Lei: daaiii, lasciammiii, smettila, mi incazzo!!..
Ogni tanto cercava di divincolarsi, ma era solo per cercare di dimostrare almeno a lui che lei era una ragazza seria, ma invece le piaceva il gioco.
Io ero seduto, lei sdraiata col sedere in alto e lui da in piedi si sedette.
Lui era vicinissimo a quel sedere’si vedeva che aveva le mani che volevano palparla’
Io le diedi qualche carezza e lei brontolò’
Lui: io se non ho consenso del marito non toccare, signora, stia tranquilla.
Lei: come? Come il consenso del marito?
Io: hai capito benissimo, il mio consenso eheheheh.
Io: vieni, senti che sedere’.
Lei: si smettila di fare lo sciocco’
Io con le mie gambe cercai di fermare le sue e incitai il negriero: dai senti che sedere.
Lui estasiato perse il controllo ed allungò la mano sul culo, sul sedere, su una chiappa della mia ragazza, la sua mano era stata spinta , anzi tirata dalla mia che l’aveva presa per il polso.
Lei: daaiiiiii’ma che fateeee??
La mano del tunisino fu una mano che si aprì e cercò di prendere più pelle possibile’si mise ad accarezzarla ed anche a stringerla.
Io cercai di fare in modod che il gioco durasse il più a lungo possibile.
Non so come riuscì ma per un lunghissimo minuto lei subì la palpata del tunisino, a tal punto che cedette, non si oppose più fisicamente.
A questo punto capì che anche lei si stava divertendo, ma non dovevo forzare il gioco.
Allora gli allontanai la mano e gli dissi: allora tu passi qua tutti i giorni’dammi il cellulare che magari tu chiamo e veniamo da te a trattare..eheheh
Lui: va bene, ci conto
Io:ma non è che la violentate? Non è pericoloso?
Lui: se la violento mi uccide la polizia’
Io:ok
Lei on disse nulla.
Una volta allontanato lei me ne disse di tutti i colori: sei uno stronzo, una merda’
Io a quel punto la presi la feci sdraiare, le allungai la mano in mezzo alle gambe di forza e arrivato alla micetta sentì che era inzuppata: era venuta!!
Io: a si? Sono uno stronzo, ecc ma chi è che è venuta?
Io: ti è piaciuto il gioco vero?, a tal punto che sei venuta’
La sera stessa rombammo come matti, le dissi tutto quello che le volevo fare, che la volevo vestire sexy e portare al mercato a far finta di venderla, a farla degustare , apprezzare dagli altri per valutarla meglio e venderla al miglior prezzo.
Lei appena sentì quello che le volevo fare raggiunse immediatamente l’orgasmo.
I giorni passarono e il negriero passava due o tre volte al giorno dicendo sempre che era interessato e cercando di convincerci.
Ogni giorno gli davo sempre qualcosa di lei, un giorno gli feci palpare una sua gamba e come volevasi dimostrare, lei si era bagnata tutta e arrivai addirittura ad un giorno in cui riuscì a fargli palpare tutte e due le tette’ed anche li, lei di nascosto raggiunse l’orgasmo.
Ormai si era creata un’empatia, lei non scappava mai da lui e lui l’assillava.
Io spiegai a lei che facendo così , dandogli ogni giorno qualche cosa, lui avrebbe perso la testa e avrebbe offerto sempre di più, ed infatti il numero dei cammelli proposti si era quadruplicato.
Lei non mi disse mai che ci sarebbe stata a fare certe cose però io forzandola, alla fine lei veniva e non poteva dire il contrario, a lei piaceva la cosa, ma non voleva e poteva dire si va bene.
L’eccitazione in tutti cresceva e alla fine successe una cosa; la mia ragazza una sera, l’ultima sera si vestì tutta sexy, con scarpe da schiava col tacco e gonnellina sempre da schiava come quella delle antiche romane e sopra un top.
Lei: dove mi porti questa sera? Andiamo da Abdul?
Io rimasi qualche secondo senza parole, non mi aspettavo questa sua proposta’
Io: ma certo, perfetto, fatti vedere? Ti sei curata tutta bene? Hai la biancheria giusta?’
Lei sorrise.
Io:allora dammi un minuto.
Andai in un’altra stanza e chiamai immediatamente Abdul .
Io: pronto Abdul?
Lui: si, sono io.
Io: sono l’italiano, ti chiamo per una proposta, organizza il tuo mercatino per pochi intimi in breve tempo, la mia donna riesco a portartela questa sera, organizza oppure non se ne fa più niente.
Lui: ok, vi aspetto, cenate da me? Vi preparo il pasto giusto per la serata’
Io: ok, ve bene.

Tornato da lei: amore ok, ci aspetta a cena’a proposito beviamoci un bicchiere di monito per distenderci’.
Lei: si’grazie’in realtà ne o già bevuto uno’

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