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Racconti Cuckold

Sapersi voluta

By 23 Marzo 2016Dicembre 16th, 2019One Comment

La musica rimbomba nella sala mentre il ronzio dei pedali scandisce il ritmo forsennato impartito dall’istruttore. Mi risiedo sul sellino, giusto il tempo di bere un sorso d’acqua prima che la nuova canzone ricominci.

si riparte- grida il prof alzandosi sui pedali- posizione tre!

Sento il sudore colarmi sula fronte. Le gambe spingono come pistoni mentre i capelli, liberatisi dalla presa dell’elastico, mi scendono sul volto coprendomi gli occhi. Sento i glutei bruciare per lo sforzo, le mani tremare. Respiro velocemente cercando di mantenere la cadenza.

Mi passo la lingua sulle labbra, il gusto salato della mia pelle mi da ma carica per gli ultimi colpi.

Sento la musica scorrere veloce. Finalmente il ritornello giunge al temine. La canzone cambia e diventa leggera, tranquilla, rilassante.

Faccio lo stretching ancora col respiro affannato. La maglietta-body é fradicia. Scendo dalla sella e mi allungo fino a toccarmi la punta dei piedi. Osservo le mie nike fucsia mentre le mie mani afferrano le mie caviglie. Mi rialzo seguendo gli ordini impartiti dal nostro istruttore. Porto le mani in alto allungandomi i muscoli della schiena.

Un applauso liberatorio pone fine alla lezione. Saluto i miei compagni di corso prima di ripulire la pozza di sudore che ho prodotto in meno di un’ora.

Adoro andare in palestra di prima mattina. Mi sento rigenerata come non mai.

Arrivata negli spogliatoi, apro l’armadietto e guardo l’ora sull’iphone: le 7 e 45 in punto.

perfetto- penso tra me e me facendo scorrere la zip della pseudo tuta da ciclista che uso per fare spinning.

L’aria fresca della stanza mi provoca un brivido mentre, nuda, cerco le infradito nella borsa.

Mi avvolgo l’asciugamano attorno al busto e prendo la borsetta del necessaire.

L’acqua calda della doccia mi riscalda e mi massaggia scorrendomi sul corpo. Mi lascio colpire dal getto in pieno volto per poi girarmi a farmi investire la nuda e la schiena.

Prendo la saponetta e mi massaggio gentilmente i seni. Sono piccoli ma li ho sempre trovati proporzionati con il mio fisico. Sono magra e longilinea:
dei seni enormi non ti starebbero bene’-
mi sono sempre ripetuta forse per non volere ammettere che, con una terza scarsa, madre natura non é stata proprio molto generosa con me al momento della assegnazione delle tette.

Ripresami dai miei pensieri, continuo a ricoprirmi il corpo di sapone, spalmandolo con cura lungo le gambe.
Estraggo dalla borsetta il rasoio usa e getta e lo faccio scorrere lungo le tibie, i polpacci e le ascelle prima di dirigermi sul pube, che amo sfoggiare totalmente glabro.

Per anni ho portato un leggero ciuffetto appena sopra al piercing al cappuccio del clitoride che feci ancora prima di sposarmi ma da qualche tempo ho deciso che il lavoro di fino richiesto per ottenere un risultato decente non vale la pena. Meglio una bella ripassata e via tutto.

Fortunatamente non sono mai stata pelosa e a volte posso indugiare nella procedura della tosa anche per 2-3 settimane di fila. Oggi pero`vorrei andare in spiaggia e ci tengo ad essere in ordine.

Mi rinsapono controllando la buona riuscita dell’operazione. Mi sciacquo ed esco dalla doccia.

Dopo essermi asciugata indugio nuda a guardarmi davanti allo specchio.
Sono alta 1,74 m e, grazie alle continue sedute in palestra, non sono mai salita sopra i 58 kg. Ci tengo a restare in forma e in linea. Sono arredatrice di interni e sovente i miei clienti vogliono vedere una persona che possa rispecchiare un’immagine sana e curata.
Mi giro per guardami il sedere. Mi fa un male cane dopo lo spinning ma sono soddisfatta del risultato. Un lungo inverno é passato e mi sembra di essere pronta per la fine della primavera e le future vacanze estive.

Infilo il tanga nero ed il reggiseno. Faccio scorrere le gambe nei jeans ‘skinny fit’ che ho comprato ieri quando mi accordo di avere ancora lascito l’etichetta: ‘Le voyage- Horizon Mist’.
La strappo e mi infilo una bianca che spingo dentro i pantaloni. Apro i primi tre bottoni e mi guardo allo specchio.

Mi infilo il paio di Manolo Blahnik che mi sono portata per l’occasione: piuttosto aperte davanti e con un fiocco sulla punta. Il tacco, eccezionalmente basso (8 cm), mi sembra perfetto per l’incontro con i miei clienti tra pochi minuti.

Sono indecisa se mettere o meno un filo di rossetto ma opto per un look “faccia pulita”.

Mi guardo allo specchio asciugandomi i capelli col phon.
perfetta- mi dico elogiandomi da sola.

Prendo il borsone e mi dirigo verso la macchina.

L’incontro con il cliente dura meno di un’ora. Lui e la moglie sono una coppia discretamente benestante del carrarese. Hanno intenzione di rinnovare completamente gli interni, al momento squisitamente realizzati in puro marmo bianco, al fine di rimettere “al passo coi tempi” la loro casa.

Prometto di inviare loro una serie di proposte, li saluto cordialmente, entro nella Smart e mi dirigo verso lo studio.

Lo studio &egrave in realtà casa nostra. Abitiamo in uno stabile di 3 piani. Mio marito é ragioniere ed ha ereditato lo studio anni fa da suo padre, come del resto tutta la palazzina.

Infilo le chiavi nel portone dell’androne e incontro proprio Massimo, mio marito, in compagnia di un ragazzo più giovane.

ah, buongiorno Carla- mi dice con voce allegra – ti presento Andrea, il nostro nuovo giovane collega.
Buongiorno signorina, piacere- mi dice guardandomi dritto negli occhi;
buongiorno- rispondo con un gran sorriso

Lo guardo. Moro, capelli mossi, circa 1,80m, spalle larghe. Avrà sì e no 25 anni. Insomma, per niente male’

Vi lascio – aggiungo veloce – devo finire del lavoro per stamani. A presto!-

Mi avvio su per le scale e faccio i tre piani che mi portano a quella che era la soffitta e che, ormai da qualche anno, mi serve come studio.

Lascio sulla sedia la borsa e mi tolgo immediatamente le scarpe. Non c’é mai nessuno nello studio, visto che lavoro da sola, e quindi posso sempre vestirmi ‘comoda’.
Mi sfilo i pantaloni e mi apro un po` la camicetta.

ah, finalmente – mi dico – non ce la facevo più con sto caldo-

Apro il velux sopra alla scrivania ed accendo il computer.

Apro safari e guardo qualche notizia sul sito del Secolo XIX.

Rispondo svogliatamente a 4 o 5 mail quando apro il messaggio di un certo cestenorme@gmx.com.

Oggetto: carla
Questo é l’effetto che mi fai ….

Apro l’allegato e resto shoccata: &egrave la foto di un ragazzo a torso nudo. Il volto &egrave coperto da una specie di passamontagna nero. Tra le sue mani un pene turgido enorme.

dio mio’- sussurro soffermandomi sul corpo del tipo. Gli addominali scolpiti mi distraggono solo per alcuni istanti dalla visione di quel membro di dimensioni equine di cui le due mani afferrano a malapena la metà dell’estensione.

Prima di sposarmi con Massimo non sono stata esattamente la più casta delle fanciulle, ma una cosa del genere non ho mai avuto l’occasione di vederla.

La foto sempre presa con il cellulare. I peli del petto sono rasati corti, come quelli del pube dal quale si erge il pene.

ammazzate che bono’- penso guardandogli le spalle – questo altro che giocare a calcetto come fa Massimo’-

Clicco su reply ed inserisco il messaggio:

Dubito fortemente che il “principino” della foto sia tu, chiunque tu sia…. In ogni caso, grazie dl complimento, ma evita di mandarmi certe foto prese in rete da chissà dove… Non mi interessano!
Buona giornata,
Carla.

Invio.

Guardo l’ora sul computer, quasi l’una.
Ho una voglia matta di andare in spiaggia.

ok, basta così per oggi- raccolgo le scarpe e i pantaloni ed apro la porta che dà sulle scale.
Controllo che non ci sia nessuno e scendo, mezza nuda, al piano di sotto, dove abbiamo il nostro appartamento, tra i due studi.

In casa mi levo la camicia e infilo una canottiera gialla e un paio di pantaloni di cotone leggeri. Poso le scarpe nello sgabuzzino e infilo un paio di infradito in cuoio marroni.

Sono intenta a cercare il costume in bagno quando sono attratta dalle voci provenienti dalla finestra aperta.
Mi avvicino senza sporgermi fuori. Nel cortile vedo Giulio, uno degli anziani impiegati di mio marito ed Andrea intenti a fumare una sigaretta.

‘credevo che fosse solamente la vicina’- dice il ragazzo a GIulio;
no, no, é la moglie, anche se non si direbbe’-
ha un culo che parla. io comunque l’ho chiamata signorina e non mi ha detto nulla..
si vede che ci tiene’ chissà il Massimo’
non ha detto nulla neanche lui’fosse mia moglle’
ma figurati!!! secondo noi a quello gli piace avere le corna’ Marco, un nostro collega che ora é partito, gli diceva persino che a volte si ‘addormentava’ pensando alla signora Carla’
e lui?
rideva. Perché in fondo lo sa che su una figa così non potrà mai avere l’esclusiva. Dai andiamo dentro.

Mi siedo sul letto. Sono sconvolta. Non pensavo che i dipendenti di mio marito pensassero questo di me. Mi sdraio e chiudo gli occhi.
possibile che Massimo sia così coglione?- mi dico incredula.

Sto ancora riflettendo quando il ‘clinc’ dell’iphone mi avverte dell’arrivo di una nuova email.
Inserisco il codice (la mia data di nascita) e accedo.

Appena effettuo il login vedo comparire il messaggio della posta elettronica:
‘Nuova mail cestenorme@gmx.com”.

Apro e leggo il messaggio.

Oggetto: re:re:Carla

“Se non credi alla foto spero che tu possa credere ad un video. Hai voglia di giocare..??..”

Apro l’allegato. Il video appare sullo schermo. In primo piano l’immagine del mio volto che utilizzo per il mio profilo linkedin.
La camera si muove ad inquadrare una mano che si sbottona i pantaloni dai quali fuoriesce un pene che si indurisce all’istante. le immagini sono prese da un cellulare. Riconosco immediatamente il fallo enorme della foto. La mano sinistra del ragazzo comincia a muoversi lungo l’asta fino al raggiungimento dell’erezione completa dal membro. Lo posiziona sopra al foglio a4 con il mio volto. &egrave enorme. L’uomo comincia a colpire il foglio mimando dei piccoli colpi sul mio viso. Un rigolo di saliva cade sul pene. Ora la mano percorre per intero quello che sembrerebbe un bastone per le sue dimensioni. Il ritmo si fa frenetico, talvolta alternato a momenti nei quali la masturbazione si riduce al solo glande. Fisso il mio sguardo nella foto. Un fiotto di sperma mi investe la figura. Il cazzo sussulta prima di emettere i successivi schizzi. La sua mano ora si impossessa dell’asta che viene sbattuta con forza sul foglio prima di spargere losperma su tutta la superficie con la punta della cappella.

Chiudo il programma.

.replay….

Guardo il video per tre o quattro volte.

Mi alzo e vado verso il guardaroba. Apro il cassetto dell’intimo e prendo il dildo blu, il più grosso dei tre che possiedo.
In entrata trovo una bolletta della luce tra altre lettere, il foglio della stessa dimensione di quello del video. Gli appoggio il vibratore sopra e schiaccio “play” per l’ennesima volta sullo schermo dell’iphone.

– madonna…- sussurro.
Il suo cazzo sarà almeno 5 cm più lungo ed, a vista, molto più spesso.

Abbandono il cazzo finto in entrata e cammino scalza fino alla cucina. Apro il frigo e prendo un cetriolo dalla vaschetta della verdura.

Lo poggio sul foglio e ripeto l’operazione. Questa volta le due immagini combaciano.
ha il cazzo grosso come questo cetriolo….- mi dico riguardando le immagini per la decima volta di fila.

Appoggio il cellulare sul tavolo da pranzo e mi siedo. Apro la bocca e, quasi per gioco, provo a mimare un pompino al cetriolo. Ci entra a malapena. Mi abbasso i pantaloni di cotone e li getto per terra.
Mi sfilo il tanga diventato ormai fradicio. Il dito medio e l’anulare della mano sinistra appoggiati sulle labbra della mia passerina. La mano destra porta il cetriolo a sfiorare il piercing sul clito.
Infilo lentamente la punta. Porto i talloni sulla sedia e sollevo leggermente il sedere. Mi inizio a penetrare. Lo spingo fino a quando la dimensione ipotizzata del cazzo nel video non &egrave raggiunta.

haah mmm – sussurro mordendomi il labbro inferiore quasi fino a farmi male.
Estraggo il cetriolo fino alla punta e lo rispingo dentro completamente.
La sua superficie &egrave completamente ricoperta dei miei umori.
Ora scivola nuovamente fuori per poi rientrami dentro.
La mano sinistra si intrufola sotto il reggiseno e mi afferra il capezzolo destro.
Inizio a penetrarmi più velocemente. é largo. Le mie labbra, dilatate al massimo, aderiscono perfettamente alla sua circonferenza. Dopo qualche istante il freddo del congelatore &egrave scomparso e mi sembra di avere un vero dildo dentro la figa.

Mi stringo il capezzolo destro fino a farmi male. Il sedere si solleva ancora di più dalla sedia. La mia schiena scivola verso il basso.
Mi sfioro l’ano con il dito medio. Sono talmente bagnata che sento i rigoli dei miei umori colarmi tra le natiche. Mi penetro il culo con il dito.

mmmm… Sì…..mmmmmhh…-
Aumento il ritmo del mio cazzo vegetale. Lo voglio sentire dentro anche dietro.
Lo sfilo e scendo dalla sedia.
Serro il cetriolo tra le caviglie e mi accovaccio fino a che la punta non mi sfiora dietro. Mi abbasso. Con il peso del corpo sforzo fino a che lo sfintere non si dilata. Sento un bruciore che non provavo dalle mie prime esperienze sessuali. Ho gli occhi umidi ma sono troppo eccitata. Spingo sulle cosce verso l’alto e stringo le caviglie. Ora &egrave la mia mano sinistra che tiene lo tiene fermo mentre la destra si occupa, come d’abitudine, di penetrarmi la figa.
mm…fottimi il culo… Dai… Lo so che lo vuoi… Fottimelo…. Tutto in fondo…mmmm- dico a bassa voce mentre cavalco come una forsennata quei 28-30 centimetri di legume.
mmmhhh…dai…dai… sfond…aa…mmm…iiii….mmmmmm….-

Mi accascio a terra mentre godo. Sfilo il cetriolo e lo appoggio sulla sedia mentre mi acarezzo dolcemente il clito. Mi alzo a mi sciacquo le mani ed il viso nel lavello della cucina.
Asciugandomi guardo l’ora: le 15 e 34.

cazzo! La spiaggia! – Afferro la borsa e metto dentro il tanga fradicio assieme al costume. Infilo i pantaloni di cotone e mi precipito per le scale.

Dopo pochi minuti sono già al bagno “Italia”.
Saluto Gianni, il gestore dello stabilimento e mi accerto che mi abbia dato la mia solita cabina: l’ultima prima della spiaggia.

Prese le chiavi mi cambio velocemente e mi metto sulla sdraio per godermi gli ultimi raggi di sole della giornata.

Mi rendo conto di essere uscita di casa ancora impregnata dei miei umori ma dopo pochi secondi mi addormento stremata.

Mi risveglio, scossa da una mano che mi scuote un gomito, dopo circa un’ora.
signorina Carla! Signorina Carla! Guardi che si ustiona così.
Apro gli occhi e mi trovo davanti Andrea, il nuovo ragioniere dello studio di mio marito. Mi metto a sedere ancora rimbambita e mi guardo la schiena rossa.
grazie… -dico sbadigliando- mi ero proprio addormentata-
Guardo il ragazzo accovacciato davanti a me. Lo vedo diventare rosso e abbozzare un:
si figuri, Signorina…ecco mi sono permesso.. Vedendola così… e visto che l’ho riconosciuta da stamattina…
Ci metto qualche secondo prima di realizzare che mi ero slacciata il reggiseno e che ora, messami a sedere, sono a seno nudo davanti al ragazzo. Penso a ricoprirmi ma poi decido che &egrave meglio fare finta di niente e continuare a parlare.
ti ringrazio andrea. Chiamami Carla, lo preferisco a signorina… ”
Certo signora.., ecco… insomma… Carla.
Vieni anche tu al bagno Italia?- dico per toglierlo dall’impassse.
Si, si… Appena arrivato..anzi..corro a fare un bagno prima che sia troppo tardi…. A dopo sign….Carla…
Vedo il bozzo nei boxer del costume quando si alza, sebbene il giovane ragioniere dalla spalle larghe si porti l’asciugamano a vita per coprirsi.

Sdraiatami sul dorso, cerco nella borsa della crema solare.
merda, l’ho lasciata in cabina…- dico ripiegando sul cellulare.

Apro la mail della dedica e rispondo:

Chi sei?….
Ps: Si, voglio giocare.
Carla

Mi alzo per andare in cabina e noto che Andrea, uscito dall’acqua &egrave entrato in quella affianco alla mia. Infilo gli zoccoli della dr Schultz e sciabatto fino alla porta.
Entro dentro e dico a voce alta, come per annunciare la mia presenza: – uff… Che caldo….
Immediatamente i rumori provenienti dalla cabina affianco cessano.

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