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Racconti Cuckold

Storie vere di cuckold

By 3 Luglio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve a tutti, vi racconto la storia vera di Luca, che da qui in poi chiameremo spesso ‘il cornuto’ (proprio come fa la sua consorte) e Chiara, la sua meravigliosa e perversa mogliettina.

Qualche tempo fa Il Cornuto mi ha mandato una mail, complimentandosi con me per i miei racconti. Mi ha parlato di sé e della sua dolce metà molto porcellina e, tra una chiacchiera e l’altra, è uscita l’idea di descrivere la loro relazione in un racconto. Spero di rendere giustizia alle vostre perversioni e soprattutto alla bellezza della protagonista!

QUINDICI ANNI FA.

Luca, 30 anni, si trovava in quella fase della vita nel quale ti senti ancora giovane e vuoi negare ogni routine, ma nel frattempo la società inizia a pensare a te come un disadattato senza famiglia. Di esperienze con le donne ne aveva avute il giusto, senza mai sforare. Non era un uomo scellerato, ma andare alle feste gli piaceva eccome. Fu proprio in una di quelle, in piscina durante un’afosa giornata emiliana di agosto, che incontrò Chiara. Lei, 19 anni, bionda, l’aveva attratto da subito. Anche dal bikini si potevano intravedere le forme armoniche, e il suo sorriso poteva far cadere miliardi di uomini ai suoi piedi. Luca capì subito di rientrare in questa categoria e le si presentò. Chiara, sebbene fosse poco più che una ragazzina, aveva la maturità e la malizia delle vere donne, ma anche il carattere di un angelo. Fu colpo di fulmine.

ADESSO.

Certo ora che è diventata sua moglie (i due sono sposati ormai da sette anni), è difficile che il Cornuto possa continuare a vederla come un angelo. è piuttosto definibile come una diavolessa che lo tiene per le palle, che lo umilia e che lo obbliga ad assistere mentre si fa fottere da altri, e spesso anche cose peggiori. Ma forse è meglio fare prima un ulteriore salto indietro.

SEI ANNI FA.

Chiara e suo marito avevano un’intimità sessuale invidiabile da pochi: era sì vero che i due aspettavano un bambino (lei era incinta, al secondo mese), ma si vedeva che mancava loro qualcosa. In più da una coppietta nel primo anno di matrimonio ci si potrebbero aspettare faville sotto le lenzuola, ma era anche vero che i due si conoscevano da ben nove anni e che la grande differenza d’età si faceva sentire sotto quell’aspetto. Infine Luca era da sempre stato afflitto da un problema irrisolvibile, e sapeva che ne soffriva anche la sua mogliettina: Luca aveva infatti un cazzo di dimensioni più che modeste. Insomma, i due dovevano ravvivare la loro relazione sessuale e l’occasione si presentò quando i due decisero di recarsi in un club privé di nuova apertura di cui avevano sentito un gran bene.

La cornice fu una sera di movida romagnola, e i due erano molto eccitati. Addirittura Chiara si era vestita da vera porca: portava una minigonna che dava i brividi, e per di più non indossava intimo. Un outfit che tra l’altro poteva benissimo permettersi, visto che all’epoca Chiara aveva 28 anni ed era all’apice della forma fisica. L’essere incinta di due mesi non faceva differenza, visto che neanche si vedeva un filo di pancia.

A vederla Luca era arrapato come e più del solito ma, sapendo di non poterle dare quello che meritava, aveva deciso di fare una sorpresa alla sua dolce sposa. Dando così inizio alla sua carriera da ‘cornuto’.
Perciò, poco prima di entrare nel locale, le disse:

– Chiara, stasera ti faccio un regalo –

– Quale? – chiese lei, sinceramente curiosa.

– Puoi fare tutto quello che vuoi –

– Ok – rispose lei sorridendo, enigmatica e maliziosa.

Diede ben segno di aver compreso e accettato la proposta quando uno sconosciuto la abbordò nel locale, offrendole qualcosa da bere. Chiara aveva già ampiamente bevuto, ma non rifiutò. Pochi minuti dopo il tizio la stava palpando dappertutto, sembrava essere provvisto di tentacoli. In breve i due si appartarono in una stanza un po’ più discreta, con l’ormai divenuto Cornuto che osservava in disparte, impotente. Sapeva di essere stato l’artefice del proprio destino.

Intanto sua moglie era già nuda nella stanzetta, con il polpo che le strizzava le tonde zizze e le insalivava le ampie mammelle rosee. La porcellina muggiva di piacere. Il Cornuto era poco lontano che osservava la scena, e aveva iniziato a segarsi vedendo sua moglie posseduta da uno sconosciuto.

Sebbene Chiara e il tizio che l’aveva adescata avessero scelto una stanza un po’ più infrattata, non era comunque al riparo da occhi indiscreti: mano a mano infatti il pubblico che li osservava cresceva. In mezzo ad esso non mancarono volontari desiderosi di raggiungere i due amanti. Infatti, proprio mentre il tizio le frugava la fighetta (ancora stretta all’epoca, a causa soprattutto delle scarse dimensioni del Cornuto) con le dita, un altro ragazzo si fece avanti per far parte di quel bel quadretto. Senza scomporsi, la dolce ragazza lo invitò ad unirsi con un sorriso angelico.

Il polpo intanto aveva cominciato a penetrare la porcellina, e pompava, e pompava’ Nel frattempo il secondo tizio aveva concentrato la sua attenzione sul bel culetto di Chiara, morbido, candidissimo al centro dove presentava il segno del costume; prese a darle piccoli buffetti proprio là, e poi cominciò a mordicchiare le chiappe soffici. Probabilmente la sua utopia sarebbe stata quella di sodomizzare la giovane donna, ma in quel momento era logisticamente impossibile. Quindi si accontentò di spogliarsi e ficcare il proprio uccello nella bocca gaudente della dolce biondina.

Il Cornuto, che stava continuando a farsi una pippa osservando la scena, vide entrare in gioco altri due energumeni, che furono affabilmente accolti nell’azione dalla sua splendida mogliettina. I due nuovi entrati ci misero davvero pochissimo a calarsi i pantaloni e a poggiare i propri cazzi ognuno in una mano di Chiara, che non si fece pregare e li segò al ritmo in cui veniva nel frattempo stantuffata in vagina. Nel frattempo ad osservare la scena si formò un nugolo di sporcaccioni, molti dei quali si massaggiavano la patta vedendo le porcherie che accadevano in quella stanza.

Per ultimo fu invitato ad unirsi un tizio magrolino, che poteva sembrare marocchino, ma che forse era soltanto molto abbronzato. Tutti gli altri che dopo fecero richiesta di unirsi alla gangbang furono delusi dal rifiuto di Chiara, già ben soddisfatta alle prese con cinque cazzi, tutti più grossi di quello a cui lei era abituata. Evidentemente farsi scopare da cinque uomini era il suo limite numerico, ma riusciva a soddisfarli tutti per bene. Sembrava una ninfomane indemoniata: non le bastava mai.

Stesa su un divanetto, Chiara leccava, segava, si passava tra le tette e tra le labbra (grandi, piccole e orali) i cinque membri, non permettendo mai che uno di essi rimanesse ‘scoperto’. Chi prima chi dopo, i cinque tizi le scaricarono addosso grosse quantità di sborra, con il finto marocchino che la trapanò per ultimo.
Dopo che i maschioni se ne furono andati, e dopo essersi pulita e rivestita alla bell’e meglio, la porcellina vide suo marito che aveva finito la sua ennesima pippa della serata, e lo raggiunse.

– Dai andiamo a casa, che sono stanca –

– Ma sei contenta almeno? –

– Sì che lo sono! Tu invece adesso sei il mio cornuto! –

– Sì cara – concluse lui, rientrando in macchina.

Quella fu l’ultima volta prima dell’arrivo del loro bimbo che lei scopò con degli estranei; il Cornuto però le promise che avrebbe ripreso non appena lei avesse partorito. E mantenne la sua promessa’
Prima di immergerci nel secondo episodio, vorrei fare una premessa: in due differenti mail, il Cornuto e sua moglie mi hanno descritto due versioni differenti della storia che segue, ma soprattutto del personaggio che verrà introdotto e che farà da mattatore in questo capitolo. Il Cornuto aveva accennato ad un amico, ma era stato molto vago a riguardo anche dopo mie esplicite richieste; sua moglie ha invece rettificato, spiegandomi che il personaggio in questione era il fratello del Cornuto, e descrivendomi nei minimi particolari gli eventi accaduti.
Ora, io non so quale delle due sia la versione reale ma, per maggioranza di informazioni e soprattutto per malizia e perversione, mi accingo a narrare la seconda, quella di Chiara.

CINQUE ANNI FA.

Il parto era stato davvero stressante per lei, e ora la porcellina era isterica, ma soprattutto arrapatissima e vogliosa di cazzi estranei. In fondo suo marito gliel’aveva promesso, poco importava se la sua vagina era ancora convalescente e livida. Dopo l’esperienza di sette-otto mesi prima, Chiara era determinatissima a continuare la sua vita da puttanella, svendendo il suo antro al miglior (ma anche al peggiore) offerente.
Il marito era stato accondiscendente, l’aveva rassicurata sul fatto, ma la verità era che non l’aveva ancora mai portata da nessuna parte. E il suo cazzetto non le bastava più.

Il discorso sembrò essere posticipato quando a casa loro si presentò il fratello di lui: sarebbe rimasto ospite della coppia per qualche giorno. L’uomo venne addirittura da centinaia di chilometri di distanza per trovarli, con la scusa ufficiale di conoscere il nuovo nato in casa del fratello. La realtà era che invece era sempre stato attizzato dalla cognatina, e sognava di scoparla sin dalla prima volta che la vide, poco più che ventenne. Poi, da quando aveva sentito da conoscenze comuni che nel paesino romagnolo non si faceva altro che parlare della troiaggine della biondina, aveva visto aprirsi un’occasione. Quindi chiamò i due e si fece ospitare, ben conscio che suo fratello avrebbe lavorato la mattina.

Il primo giorno, esaurite le formalità ed i discorsi di convenevoli, ed uscito il Cornuto di casa, Chiara e suo cognato decisero di uscire in paese a fare quattro passi. Lei, occhiali da sole, capelli biondi raccolti in una coda e bimbo in braccio, era raggiante. Parlava di tutto e di niente, con la solita allusività, flirtando con l’uomo che aveva di fronte senza neanche accorgersene. Non aveva per niente idea delle intenzioni del cognato ma, se lo avesse saputo, probabilmente invece di andare fuori a fare quella passeggiata i due sarebbero rimasti chiusi in casa a scopare. Lui sosteneva il flirt e il suo fare da civettuola, non perdendo mai occasione per fare qualche allusione sessuale che lei prendeva a ridere.
La sera tornarono in casa, con il Cornuto che li aspettava, avendo già preparato la cena.

La mattina dopo Chiara si svegliò con il bambino che piangeva. Fece appena in tempo a dargli da mangiare che suo marito uscì per andare a lavoro, ed il fratello che lo seguì a ruota dicendo che doveva incontrarsi con alcuni amici. Chiara si ritrovò quindi in casa da sola con suo figlio che non faceva altro che piangere.

Nel pomeriggio decise di farsi una doccia che fu davvero liberatoria: il bimbo stava dormendo in stanza e aveva la casa tutta per sé. Dopo aver finito, si rimirò allo specchio e rimase soddisfatta di quello che vide: a dispetto di un parto recentissimo e piuttosto difficile, il suo corpo era tonico e degno di una ragazza in forma. Certo, ogni tanto si intravedeva una smagliatura qui e là, ma d’altronde era più che normale.
Fiera del suo fisico, si concesse di rimanere nuda e di girare per casa come mamma l’aveva fatta.

Neanche il tempo di arrivare in salotto, che le si parò davanti suo cognato, in mutande.
Chiara cercò di coprirsi alla bell’e meglio e, scusandosi, disse:

– Pensavo che fossi uscito’ –

L’uomo non le fece neanche finire la frase, che le saltò repentinamente addosso, baciandola e palpandola dappertutto. La puttanella, rimasta spiazzata, oppose un minimo di resistenza, che effettivamente non durò molto. Infatti, una volta che lui l’ebbe presa per i capelli e gettata sul letto degli ospiti, in lei fece capolino l’eccitazione. In fondo erano ormai parecchi mesi che un cazzo non la sventrava, ed era in assoluto la prima volta dopo il parto. La troietta si mostrò ancora più arrapata una volta che suo cognato si tolse le mutande, liberando un cazzetto dotato della minima lunghezza di famiglia ma decisamente più largo di quello del fratello.

Non si rivelarono necessari i preliminari, e neanche desiderati. Infatti i due erano entrambi già sopraffatti dagli ormoni, e la fighetta di lei già decisamente lubrificata. Inoltre era già bella larga a causa del parto, sufficientemente per accogliere il cazzo che si apprestava a penetrarla. A dire il vero il cognato durante quel pomeriggio si mostrò capace di allargargliela ulteriormente, con l’ausilio di una massiccia dose di violenza.

I due occuparono alla grande le ore di quel pomeriggio, ma conclusero prima che rientrasse in casa Il Cornuto. Poi, una volta che quest’ultimo fu ritornato, il fratello gli si rivolse sprezzante:

– Sai, la tua mogliettina mi ha raccontato di come ti sono cresciute due belle corna. E dopo oggi devi avercele ancora più alte! –

Il Cornuto rimase in ascolto, impassibile.

– Me la sono scopata come una scrofa mentre tu non c’eri. Dovevi sentire quanto urlava! –

– Uh, è vero. Sai che tuo fratello ha il cazzo più massiccio del tuo? – intervenne Chiara.

Il Cornuto continuò a tacere, senza provare emozioni di alcun tipo. Sapeva di aver fatto una promessa a sua moglie, e che lei ne approfittasse con suo fratello non cambiava la situazione di una virgola. Si permise però di chiedere agli altri due di rifarlo con lui presente, cosicché potesse vedere. La proposta fu accolta ovviamente con entusiasmo, e i tre stabilirono per la sera successiva, perché in quel momento non c’era la voglia necessaria.

Il giorno dopo il Cornuto tornò prima dal lavoro, era eccitato anche lui di vedere la moglie ed il fratello scopare. Quei due si erano tenuti lontani, sapendo che avrebbero potuto sfogare tutta la frenesia sessuale la sera. Ed infatti fu così.

Una volta che si trovarono tutti e tre in casa, i due protagonisti non ci misero niente a spogliarsi, agevolati dall’esibizionismo di mostrarsi di fronte all’inetto. La porcellina si avvicinò poi al cazzo del cognato, cercando di farlo entrare in bocca. Dato quanto era spesso, ci mise un po’, ma alla fine ci riuscì. Non riuscì però ad eseguire un pompino degno di questo nome, data anche la difficoltà del caso, quindi desistette. Il cognato quindi decise che senza preliminari, come la volta precedente, sarebbe stato meglio.

Quindi entrò nella fregna umida della troia, mentre il Cornuto li guardava in silenzio. Stavolta non si stava masturbando, forse perché non era la situazione che preferiva. Però non era spiacevole guardare quei due che trombavano, e a lui piaceva la sensazione di impotenza. Sensazione che si amplificò una volta che si accorse di cosa stava per fare il fratello: titillava il buchino di sua moglie per sodomizzarla. Ma anche stavolta assistette in silenzio, da bravo cuckold. Sperava in cuor suo che alla fine cambiasse idea, perché nessuno aveva ancora sfondato l’ano a sua moglie e desiderava farlo lui stesso. Pensava che, avendo il pene così piccolo, magari non le avrebbe neanche fatto male; lei però gli aveva sempre negato il culo dicendo che non avrebbe provato piacere.

Eppure la puttana non si stava affatto rivoltando contro il cognato che ormai aveva palesato le sue intenzioni, e anzi lo incitava:

– Sì dai, mettimelo nel culo, sfondamelo! Facciamo vedere a questo cornuto come si incula una puledra! –

L’uomo non si fece pregare e le trapanò l’ano.

Ci furono urla, prima di dolore e poi di godimento, ma il Cornuto continuava ad assistere impassibile.
Nel frattempo suo fratello aveva scaricato nel retto di sua moglie tutto lo sperma che aveva nei coglioni.

La storia si ripeté per i tre giorni successivi, e quando l’uomo lasciò quella casa Chiara aveva l’ano molto più largo di prima, proprio come la fica.

Forse si capisce perché il Cornuto era stato così vago nei confronti di questo episodio, accennando solo ad un amico’
Che donna, Daniela. Una ventinovenne pugliese, carnagione olivastra tipica della zona mediterranea, alta sul metro e settanta, e senza nessun pregiudizio sessuale né inibizione morale. Lo sa bene Ricky, il suo fidanzato, di tre anni più grande di lei, palestrato ma senza nessun controllo sulla sua compagna: gli piace essere umiliato. Questo anche a causa di ciò che lui ha nelle mutande, e cioè niente che possa accontentare una donna nella piena maturità sessuale. Anzi, si potrebbe perfino dire che lui è minidotato, ma questo non gli importa; gli basta venire umiliato mentre vede la sua donna farsi scopare da uomini più prestanti di lui. E questo che sto per raccontarvi è solo uno dei casi in cui è successo.

Daniela è una commessa in un negozio di abbigliamento: è riuscita a trovare questo lavoro grazie anche al suo fisico tonico, che le permette di vestire ogni abito come una modella, dando l’impressione ad ogni donna che passa nel suo negozio che quel capo sia assolutamente da comprare. Fortunatamente per lei non sono solo donne ad entrare nel suo negozio: capita anche che ogni tanto qualche uomo entri per fare un regalo alla propria ragazza o a qualche amica. E puntualmente tutti rimangono a bocca aperta alla vista di Daniela; se lei a sua volta ne becca qualcuno che reputa attraente, gli dà appuntamento alla fine del turno e se lo porta a casa per una bella sveltina.

Quella volta a rimanere intrappolato nella sua tela fu un suo coetaneo, che guarda caso stava appunto cercando un bel vestito da regalare alla propria ragazza per un anniversario. Chiese a Daniela se poteva procurargli qualcosa di sexy, visto che si aspettava un ringraziamento erotico. Daniela glielo procurò eccome un vestito del genere, e per mostrarglielo meglio lo indossò lei. Si rese subito conto dell’evidente erezione dai pantaloni del ragazzo, e decise che la vista non gli dispiaceva. Dopo avergli fatturato l’acquisto, gli disse che se l’avesse accompagnata a casa alla fine del suo turno (un’ora dopo), anche lei lo avrebbe ‘ringraziato’. Seppur fidanzato e anche da discreto tempo, il ragazzo non si lasciò sfuggire un’offerta così allettante e accettò, aspettando pazientemente un’ora facendo il giro dei negozi vicini.

A casa ad aspettarli c’era già Ricky, che lavorando da impiegato in una società di servizi turistici torna spesso a casa prima della sua dolce metà. Si trovava in un’altra stanza quando sentì rincasare Daniela, ed era tentato di salutarla ad alta voce. Per fortuna non lo fece, perché sentì dei gemiti eccitati di due persone, e la voce della sua ragazza dire: ‘Voglio che mi scopi subito’
Capendo come girava la situazione, avendola già passata un milione di volte, subito Ricky entrò in camera da letto, mettendosi nella sua postazione preferita. La sua postazione preferita è una poltroncina ai piedi del letto, dove il ragazzo ama guardare la sua ragazza trombata da altri e toccarsi nel contempo. Così fece anche quella volta, liberando il suo cazzetto di 11 centimetri e iniziando a masturbarsi all’ascolto delle voci eccitate dei due ragazzi poco lontani.

Entro pochissimo tempo lo raggiunsero anche Daniela e il ventinovenne, già seminudi e in atteggiamenti poco equivocabili. Per fortuna il ragazzo non si sconvolse alla vista di Ricky, pareva anzi che non gliene importasse nulla. Questo perché, durante il tragitto, Daniela gli aveva spiegato la situazione della coppia:

– Non ti scandalizzare se all’arrivo a casa troveremo il mio ragazzo, Ricky. Lui ha un cazzetto che non riesce mai a soddisfarmi, e quindi gli sta bene se mi scopo altri. Anzi, gli piace proprio guardare –

– Contento lui’ – rispose il ragazzo, interdetto ma non scandalizzato.

è un problema non da poco quando invece il maschio di turno che Daniela si porta a casa rimane imbarazzato alla presenza di Ricky, perché se rimane a casa non fornisce una dignitosa prestazione sessuale, se invece se ne va subito Daniela rimane insoddisfatta ma arrapatissima, e Ricky non può sentirsi umiliato come piace a lui. In questi casi va sempre a finire che Daniela fa sesso con Ricky, ma nessuno dei due rimane soddisfatto come sarebbe accaduto con la presenza di un altro tizio.

Quella volta invece andò bene, ed il ragazzo pochi minuti dopo stava trapanando Daniela come fosse una trivella. Aveva un membro discretamente grosso, e Daniela stava godendo come una scrofa. Di fronte a loro, spettatore non pagante, c’era Ricky nudo preso a menarselo alla goduriosa vista della sua donna scopata a pecorina da un altro.

Ad un certo punto, preso un attimo di pausa, a Daniela venne in mente una sadica idea e scese dal letto. Afferrò Ricky per un braccio e lo portò in balcone. Quest’ultimo, in balìa degli eventi, non capiva cosa stesse accadendo: comprese un po’ meglio quando Daniela lo spinse fuori e, ritornando in camera, chiuse la porta-finestra, lasciandolo nudo come un verme all’aperto. Questo per Ricky fu molto umiliante, e quindi molto eccitante; ad accrescere l’accaduto ci fu che da quella posizione poteva comunque vedere Daniela e l’altro tipo che fottevano come ricci. Anzi, sembrava addirittura che i due si fossero messi in una posizione più vicina alla finestra così che Ricky potesse vedere meglio la scena.

La cosa durò più o meno una quarantina di minuti, con Daniela che ogni tanto urlava per la goduria, ovviamente esagerando per sbatterlo in faccia al proprio fidanzato, che ascoltava inerme.
Ricky sborrò sul vetro, proprio mentre l’altro ragazzo eiaculava a non finire sul ventre della sua ragazza. Daniela, il viso beatificato da una sacrosanta scopata, andò ad aprire a Ricky, intimandogli però di leccare ciò che aveva sporcato con il proprio seme. Il cornuto non se lo fece ripetere due volte, e subito obbedì all’ordine. L’altro tizio, forse disgustato dalla scena o forse rimasto soddisfatto abbastanza dalla scopata, disse che doveva tornare dalla sua ragazza e se ne andò dalla casa, lasciando la coppia ad ultimare i loro sporchi giochetti.

Rimasti da soli, Ricky si rivolse a Daniela:
– Allora, quando me ne porti un altro? –
– Tranquillo amore mio, ti farò aspettare il meno possibile –
è una sfiga davvero enorme quando in un gruppo di amici, possibilmente tutti maschioni palestrati, tu sei l’unico ad avere un organo sessuale di dimensioni ridicole. Ancora peggio quando gli altri due non hanno membri di dimensioni regolari, ma due cazzoni che (citazione reale) assomigliano a quelli di due pornodivi. Lo sa bene Serafino, chiamato dai suoi amici Ciollino per ovvie ragioni, che ha deciso di rendermi partecipe della sua situazione cuckold. Se anche voi volete conoscerla, accomodatevi e continuate a leggere.

Serafino ha ventisette anni, ed è uno sportivo. Fa pallanuoto in una squadra agonistica, dove i suoi migliori amici e compagni di squadra sono Manfredi e Ferdinando. Sono proprio loro due, entrambi maschi alfa, che sfottono Serafino per le sue infime dimensioni, avendolo visto svariate volte sotto la doccia. Sfortunatamente per il nostro protagonista, anche lui vede gli amici sotto la doccia, ed il paragone è a dir poco umiliante.

Pensate che è stato proprio il nostro Serafino a chiedermi di descriverli per bene per far capire la differenza, ed è stato molto minuzioso nella rappresentazione particolareggiata degli attributi dei suoi amici. Non lo deluderò, sebbene la descrizione degli apparati maschili non sia la mia parte preferita; mi tratterrò però dal nominare i due pornodivi che mi ha citato per fare degli esempi, perché non li conosco. Ad ogni modo, Ferdinando ha un ‘cannone dentro le mutande’ (cito testualmente), che è notevolmente largo anche da moscio; notevoli anche i suoi testicoli che sono davvero imponenti. Manfredi ha un bastone di venti centimetri, largo e che sovrasta due coglioni grossi anch’essi, anche se non al livello di Ferdinando. C’è da dire però che il nostro amico Serafino ha un cazzetto corto e pure sottile, oltre a due pallette piccole e raggrinzite’ Non c’è da stupirsi se gli attributi dei suoi compagni gli sembrano così titanici.

Ma arriviamo al punto. Serafino è fidanzato con Marta, oggettivamente una bella ragazza, e scoprirete che è anche una troia. Sempre affamata di cazzi, dice Serafino, anche se bisogna dire a sua discolpa che il suo ragazzo non la soddisfa e lei deve pur rimediare in qualche modo’ Lui si impegna sì, le fa anche il solletico, ma tutto ciò non fa altro che aumentare la voglia di sesso della ragazza. Ragazza che, come dicevamo, è anche molto bella: fisico curato in palestra, cosa che si riflette anche sulla forma del suo culo a mandolino e sulle tette sode, di una terza misura abbondante. Marta è alta un metro e sessanta, è bionda e ha gli occhi castani. Tutte queste caratteristiche, unite al fatto che Serafino e Marta sono una coppia chiacchierata tra gli amici, dato il cazzetto di lui e la sensualità di lei, hanno spinto nel tempo Manfredi e Ferdinando a puntare i loro occhi da sciupafemmine sulla dolce ragazza. D’altronde, in Sicilia, dove tutti loro sono residenti, fa discutere un uomo che non sappia soddisfare la propria donna, poco importa se possiede un fisico da macho.

Ebbene, era già da tempo che i due non facevano i fuochi d’artificio a letto. Anzi, si può dire che non li abbiano mai fatti, purtroppo per entrambi. Quindi Marta si era fatta comprare dal ragazzo un cazzo di lattice online, ricavato dal calco del pene di un noto pornoattore americano, e ci si sollazzava ogni giorno mentre Serafino le leccava al massimo la fighetta; lui invece per soddisfarsi si guardava video porno ogni giorno, con una particolare predilezione per il cuckold. Erano i suoi preferiti perché covava già qualche fantasia a riguardo, ben conscio di non poter soddisfare la sua ragazza e desideroso di guardare il lato positivo della faccenda. Non certo una vita sessuale ideale per la coppia, e Serafino mi ha confessato che pensa che lei lo tradisse già da prima che i due diventassero una coppia cuckold, anche se lei non l’ha mai ammesso.

Ma non divaghiamo, e rimaniamo sulla lineare storia della trasformazione del nostro Ciollino in un cornuto. Ed ecco quindi che ritorniamo a parlare dei due amici dello stesso, Manfredi e Ferdinando, che da un po’ di tempo avevano mirato a Marta senza nasconderlo troppo. Si davano gomitate, risatine e quando la incontravano si massaggiavano la patta, chissà se automaticamente o volontariamente. E Marta non sembrava infastidita da questo, tutt’altro; se possibile anzi esibiva il proprio corpo e alcune faccette maliziose con tutta la provocazione possibile. è comprensibile quindi quanto Serafino fosse umiliato in quei giorni, e ciò non era certamente attenuato dal fatto che i suoi due amici usavano fare battutine sullo scoparsi la sua ragazza anche di fronte a lui.

Serafino è sempre stato ben conscio delle sue mancanze maschili, anche se all’apparenza è un macho; ma ha sempre sofferto la virilità dei suoi due amici più stretti. Forse quelle sofferenze e quelle umiliazioni lo hanno portato, forse per difesa, a desiderare che la sua Marta avesse rapporti sessuali con altri uomini, e perché no, magari proprio Ferdinando e Manfredi. E chissà, se lui non la poteva soddisfare, magari avrebbero potuto loro. E magari lui avrebbe goduto guardandoli. Tutte incognite, che si sono pian piano trasformate non solo in realtà, ma anche in abitudine, e tutti i protagonisti ne sono felici.

Tutto ebbe inizio quando, dopo una partita, Serafino propose ai suoi due amici di uscire e prendersi una birra. Aveva litigato con Marta, non si ricorda neanche più per cosa, ma è probabile che la causa scatenante fosse la frustrazione sessuale dei due; in ogni caso preferiva non tornare subito a casa e sfogarsi con i suoi amici, ai quali aveva già raccontato l’accaduto. Ferdinando accettò di buon grado, mentre Manfredi disse che aveva degli impegni e se ne tornò a casa. L’indomani, agli allenamenti, Serafino sentì gli altri due parlare sghignazzando dell’ultima scopata di Manfredi. Avvicinandosi, chiese loro delucidazioni.

Ci fu un improvviso silenzio, poi Ferdinando ruppe il ghiaccio:

– Non lo sai? Il nostro Manfredi, qua, ha messo a segno un bel colpo ieri sera, mentre noi eravamo fuori a perdere tempo –

– Dai Ferdi, smettila, non so se è il caso – disse quello chiamato in causa.

– No Manfro, ora devi dire tutto! Chi ti sei fatto ieri, eh bomber? – insistette Serafino, senza sapere a cosa stava andando incontro.

– Fidati, non so se vuoi saperlo’ –

– Eccome se lo vuole sapere! – si intromise di nuovo Ferdinando

– Guarda che se non glielo dici tu, glielo dico io –

– Smettila, dai –

– E va bene, l’hai voluto tu’ – poi, rivolgendosi a Serafino: – Caro Ciollino, il tuo amico qua presente si è scopato la più grande fregna che conosciamo, che è anche insoddisfatta a letto. Ciollino, da oggi sei ufficialmente un cornuto: Manfredi si è trombato la tua preziosa Marta! E a casa tua, per giunta! –

– Dice sul serio? – chiese Serafino a Manfredi.

– Eh già. Bella cagna, tra l’altro. Se non ci credi, ieri ho fatto anche un video –

Serafino non sapeva come sentirsi. Umiliato, di certo. Non sorpreso però, dato che in un certo modo se l’aspettava. Qualche volta l’aveva pure sperato, a dire il vero. Però avrebbe voluto assistere. Ora gli si chiedeva di vedere un video che provava la sua cornutaggine, e lui era indeciso. Non sapeva cosa fare, come rispondere. Eppure la curiosità prese il sopravvento, e forse anche un po’ l’eccitazione.

– Mettilo, finché non vedo non credo –

– E bravo il nostro San Tommaso! Promettici però che non ti metterai a piangere! – disse Ferdinando.

Manfredi prese il cellulare e fece partire il video. Durava circa cinque minuti, e la protagonista era inequivocabilmente la sua Marta. Tutto ciò che si vedeva era lei che prendeva in bocca il pene di Manfredi, ed entrambi utilizzavano epiteti da pornografia, per non parlare degli atteggiamenti da porca della sua ragazza. Il video si concludeva con una grossa scarica di sperma su tutto il viso di Marta, che sorrideva beata. Due furono i pensieri di Serafino: il cazzo immane del suo amico ed il comportamento di Marta. Non l’aveva mai vista così.

– Che ne pensate? Questa è stata soltanto la fine, prima abbiamo fatto un sacco di altre cosine divertenti – disse Manfredi, come se stesse parlando di una ragazza qualsiasi.

– Cazzo che troiona questa’ Prima o poi devo darle una botta pure io – rispose Ferdinando. Poi, forse rendendosi conto della gravità della situazione e pentendosi un po’ di essere arrivati al punto di non ritorno, si rivolse al cornuto: – Serafino, come va? Tutto bene? Guarda che scherzavamo, non è una tragedia, mollala quella troia – e altre frasi consolatorie di questo genere. Anche Manfredi si era unito, chiedendo anche scusa.

Mai Serafino era stato umiliato così tanto in vita sua. E mai era stato così arrapato. Dovendo fare ordine tra i propri pensieri e chiedere conto alla propria ragazza, se n’era andato in fretta e furia.

Marta era già in casa.

– Ciao amore, sei tornato prima oggi! –

– Non stavo tanto bene – Serafino non aveva il coraggio di chiederlo così, su due piedi.

– Ah, e cos’hai? Non sarai mica ancora arrabbiato con me per ieri, vero? –

– Dimmelo tu –

– Oddio, adesso non fare la femminuccia offesa, per favore –

– Lascia stare, vado in bagno – Gli era venuto il bisogno di masturbarsi.

Circa due minuti dopo, mentre lui aveva il cazzetto in mano, entrò Marta.

– Volevo chiarire’ Ma che? Ti stai spippettando? –

– Già –

– Ti ho fatto eccitare, eh cazzettino mio? Magari possiamo fare pace divertendoci un po’ –

– Non ti sei già abbastanza divertita ieri sera, mentre io stavo fuori? –

– Cosa intendi? –

– Sono venuto a sapere che mi hai tradito ieri sera, sollazzandoti con un cazzone non da poco –

– Ma che dici’Sai come sono fatti quei due che chiami amici’ Ti raccontano stronzate, prima uno poi l’altro’ Sai che mi si vorrebbero ingroppare entrambi, non devi credergli –

– Sì, ma io non ho detto chi mi aveva informato –

Ci fu un momento di pausa, un silenzio a metà tra il riflessivo e l’imbarazzato. Poi Marta parlò.

– E va bene. Sì, mi sono scopata Manfredi ed il suo bel, grosso cazzone. E mi sono anche divertita a prenderglielo in bocca –

– Lo so, ho visto il video –

– E quindi? Ora che vuoi fare? – Marta non sembrava affatto preoccupata, sebbene fosse stata colta in flagrante.

– Come minimo ora lo succhi anche a me –

Un sorrisetto perverso si accese sul volto della ragazza.

– Eh no, te lo scordi. Vuoi che perda la bella sensazione di aver un cazzo enorme in bocca prendendo quel tuo fagiolino? Continua come stai facendo, mi sembra che ti piaccia – disse alludendo all’azione di Serafino prima che intraprendessero il discorso. Poi se ne tornò in salotto.

Serafino, ancora eccitatissimo, finì la sega in meno di un minuto.

I giorni passavano e la coppia continuò a convivere come se niente fosse successo. A dire il vero Marta ogni tanto faceva riferimento all’accaduto, anche per farla un po’ pesare al suo compagno, ma nessun segno di cedimento fece scricchiolare il loro rapporto. Nel contempo, i suoi due migliori amici avevano troncato quasi del tutto ogni richiamo alla vicenda, rendendosi conto di quanto fosse un terreno minato. Però continuavano a chiedersi (e a domandare velatamente) come mai Serafino non avesse mollato la troia che l’aveva reso cornuto, e anzi sembrava più sereno del solito.

Ci fu una svolta circa un mese dopo, in piena estate. Bisogna sapere che Serafino e Marta abitano in un villino con piscina, ed è tuttora abitudine che sia frequentato da gente della loro comitiva, anche solo per farsi un bagnetto rinfrescante. Non fu perciò una sorpresa che Ferdinando si fosse presentato, in costume e senza preavviso, alla porta di casa loro per passare un pomeriggio insieme. La coppietta stava già in atteggiamento rilassante a prendere il sole a bordo piscina, e fu ben contenta di ospitare anche l’amico. Manfredi era andato in vacanza, e quindi il buon Ferdinando si era presentato da solo.

La prima oretta si svolse come da copione, con convenevoli e conversazioni frivole. Poi Serafino notò che c’era qualcosa di strano nell’aria, qualcosa di elettrizzante che avrebbe cambiato il corso della sua storia personale, suo malgrado o per sua fortuna. Ferdinando era entrato in acqua e uscito poco dopo, con un bozzo nello slip più evidente di prima. La cosa, che non era sfuggita a Serafino, non sfuggì neanche a Marta, che iniziò a fare cenni e apprezzamenti al pacco del ragazzo. Gli guardava anche le gambe, pelose e muscolose, eredità della vecchia carriera da calciatore dell’amico del suo ragazzo. Poi decise di premere sul pedale dell’acceleratore.

Con fare da gatta in calore, prese ad accarezzare con le unghie (sempre smaltate e curate) il corpo di Ferdinando. Serafino guardava impassibile, stranito ma desideroso di vedere dove si andava a parare. In brevissimo tempo la troietta impose le mani sul pacco dell’amico, massaggiandolo e apprezzandolo a gran voce, spesso mugolando. Continuava a passarsi la lingua sulle labbra, e la cosa a Serafino sembrò inquietante. Sembrava davvero una drogata di cazzo, e lui non l’aveva mai vista così.

Cercò di intervenire e dire qualcosa, ma dalla sua bocca uscirono solo bofonchi, balbettii e suoni senza senso. La sua inerzia non passò inosservata, tanto che Marta disse:

– Fai bene a stare zitto cretino, guarda qua che roba! –

Abbassando il costume dell’amico, liberò una verga eretta che Serafino poteva solo invidiare. Ferdinando sembrava del tutto compiaciuto. Poi la ragazza continuò il suo giochetto perverso:

– Anche se è difficile accorgersene, io conosco il tuo pisellino, e vedo che ti sei eccitato! Che porcellino, ti piace quando la tua ragazza fa la troietta con gli altri davanti a te, eh? Dai su, tiralo fuori che lo confrontiamo con quello del Ferdi –

Ovviamente Serafino rimase di sasso, e non mosse un muscolo. Ma era vero che era eccitato.

– Mica vorrai farti pregare! Mostralo, dai –

– Non farmi venire fino a là – aggiunse l’amico, che gradiva dove la situazione stava andando a parare.

Serafino non poté far altro che obbedire, esponendo un pene di infime dimensioni.

– Oooh ma guarda che piccino! Però da lì non possiamo fare paragoni, avvicinati a noi –

Di nuovo, Serafino fece quello che gli veniva detto.

Ovviamente, era uno scontro impari.

– Non ci credo! L’avevo già visto da moscio, ma non posso credere che tu ce l’abbia così piccolo anche da duro! Non pensavo neanche che esistessero minchie così piccole! Invece tu mi ha fatto ricredere! – Ferdinando era realmente sconvolto.

– Capisci cosa mi tocca vedere ogni volta che sono in calore? Per fortuna ci sei tu qua adesso, e posso rifarmi con gli interessi

– Marta era un fiume in piena.

Prese in bocca quel palo di carne enorme, mugugnando oscenamente.

Serafino, umiliato a morte, iniziò a piagnucolare.

– Amore, ma che fai? Smettila, ti prego’ –

– Guarda come piagnucola, il cornuto! Facciamolo divertire – disse ridendo Ferdinando.

Poi iniziò a scopare la guancia di Marta senza nessun freno, mentre lei continuava a mugolare.

La troia iniziò anche a ciucciare i grossi coglioni dell’uomo, che continuava a ridere e umiliare il povero Serafino. Tornando al cazzo, la ragazza non mancò di lodare sperticatamente le sue dimensioni, di nuovo. Ci mancava poco che si slogasse la mandibola, data la foga del gesto orale. Ferdinando trattava la ragazza come una cagna, sbattendole il cazzo in faccia e strofinandoglielo su tutto il viso: Marta era in estasi, fuori di sé, e Serafino faticava a riconoscerla’

La cagna accettava di buon grado anche gli schiaffi che le vennero dati dall’amico, dedicandosi tanto al cazzo quanto ai testicoli. Ferdinando si spostò sul divanetto e si spaparanzò, seguito a ruota dalla puttanella che non riusciva a stare lontana dalla sua verga. Il maschio la prese per i capelli con una mano, e con l’altra iniziò a stuzzicarle l’ano. Poi si rivolse al terzo malaugurato incomodo:

– Dai Ciollino, renditi utile. Ora che sto così comodo mi piacerebbe proprio che mi preparassi un cocktail’Anche se il cock ce lo sto mettendo io –

Marta rise, interrompendo per un momento la fellatio. Riprese immediatamente. Serafino invece, chissà perché, ubbidì e tornò poco dopo con un drink in mano per l’amico.

– Ottimo! Vedi che anche tu sai come comportarti in queste occasioni? Ora, da bravo cagnolino, massaggiami i piedi mentre la cagna della tua ragazza si strozza con il mio cazzo –

Anche stavolta, senza farsi pregare, il ragazzo fece quello che gli era stato comandato.

Dopo qualche minuto, Ferdinando decise che si era stancato di rimanere così stravaccato e riverito: perciò fece smettere agli altri due ciò che stavano facendo. Poi piegò Marta a novanta gradi sul divanetto e immerse la sua faccia tra quelle chiappone, leccando il leccabile e aiutandosi con le dita per riempire ogni centimetro. Serafino, rimasto senza compiti e con le mani libere, notando che nessuno si curava di lui, prese a masturbarsi preso dall’eccitazione. Oramai l’umiliazione non era più un problema, semmai una fonte di arrapamento; senza contare poi la scena simil-porno che si stava compiendo proprio di fronte a lui.

– Oh ma guardalo! Ora si spippetta, anche! – Marta neanche si girò a guardare la scena, presa com’era a gemere e urlare sconcerie. Allora Ferdinando glielo fece notare schiaffeggiandola duramente sulle natiche. La cosa piacque ad entrambi, tanto che il ragazzo prese quest’abitudine durante tutto il resto dell’atto.

Poi finalmente arrivò il momento della penetrazione in figa. Lo aspettavano con ansia tutti e tre, tanto che Ciollino venne non appena Marta fu impalata, quest’ultima anelava solo a quel grande palo di carne dentro di sé, e paradossalmente l’amico bastardo era quello meno coinvolto.

La cosa durò parecchio tempo e si svolse in molteplici posizioni; fino a che Ferdinando decise di mostrare all’amico gli effetti del suo operato sulla fica della sua ragazza.

– Guarda qua! Vedi come l’ho rotta? Scommetto che tu non ci riesci con la tua minchietta a deformarle così la figa! –

– No, infatti non ci riesce! – confermò Marta tra il canzonatorio e l’estasi del godimento.

Serafino ovviamente non rispose, ma stette impalato a guardare la vagina della sua ragazza modellata dal grande cazzo di uno dei suoi migliori amici.

– E ora vedi cosa le faccio’ –

Non fu una grande sorpresa, in effetti. Prese posizione sopra la ragazza che giaceva beata sul divanetto e si menò il cazzo, fino ad emettere una pesata colata di sborra sul suo visetto.

Ma se pensate che questo potesse bastargli per finire la scopata, evidentemente non conoscete Ferdinando. Serafino lo conosce, ma forse si augurava che quello fosse l’atto conclusivo. O forse voleva che quella giornata non finisse mai.
Ad ogni modo, giusto il tempo di riprendersi con un bagnetto in piscina, che Ferdinando riemerse con un’idea malsana. E una vistosa erezione.

– Ora ti rompo il culetto, mia cara – poi, rivolgendosi all’amico: – Tu che ne dici? Glielo sfondo il sederino alla tua adorata Marta, Ciollino? – Non ricevendo risposta, continuò – Prenderò il tuo silenzio come un sì. Vieni qua troia, che ti faccio provare l’anale –

La ragazza non si fece certo pregare, anche se, a quanto ne sappiamo, quella avrebbe dovuto essere la sua prima volta. Si mise a quattro zampe e divaricò le chiappe, mostrando un forellino di tutto rispetto.

– Guarda qui che roba! Non aspettavi altro, eh, cagna? – e la penetrò.

Dopo pochi secondi gli venne un’illuminazione: – Serafino, ma non senti come urla per il dolore la tua ragazza? Vieni a tenerle la mano mentre la distruggo –

Per l’ennesima volta il cornuto, sconvolto dall’eccitazione, obbedì. Ricominciò anche a masturbarsi con la mano libera, tra gli insulti divertiti degli altri due.

Gli unici suoni a quel punto erano le palle tumefatte di Ferdinando che sbattevano sulla figa gonfia di Marta, che urlava e supplicava di averne ancora’ Tra le lacrime.

In uno strano groviglio di corpi, Serafino sborrò per la seconda volta tenendo la mano alla propria ragazza, che nel frattempo veniva costretta a succhiare l’alluce di Ferdinando che le aveva sbattuto il piede in faccia. Poi venne anche lui, scaricando un ettolitro di sperma nel retto di Marta.

Dopo essersi finalmente staccati, la scena intorno alla ragazza era tutto un programma: ancora prona, dal culo le colava liquido seminale, a cui lei attingeva con un dito e, beata, se lo portava alla bocca. Aveva il costume ormai tutto sdrucito, col pezzo di sopra madido di sperma; il trucco era sfatto e i capelli arruffati. Vicino a lei, Serafino con il costume calato fino alle caviglie e il pisellino sborrato. Ferdinando invece osservava il tutto ridacchiando, un po’ stremato. Sfotteva il suo amico cornuto, e nudo si sedette nuovamente sul divanetto. Da lì ordinò a Marta di pulirgli il cazzo da eventuali residui umorali. Ebbene, se l’umiliato di questo racconto risulta essere Serafino, certo anche la sua ragazza non ne esce bene: infatti anche in quell’occasione lei obbedì senza dire una parola, sebbene non avesse più nessuna energia.

Quindi, lo spettacolo che vide Serafino fu quello della sua ragazza, in lacrime, che quasi affogandosi succhiava il bastone al suo amico sul suo divano; e quello, con le palle ben adagiate sui cuscini, ricambiava sditalinando la troietta. Potrebbe sembrare un incubo, ma quello che ci racconta il nostro protagonista è che per lui quello fu un bel vedere, e noi ci sforziamo di credergli.

Quando fu tutto soddisfacentemente pulito, Ferdinando si alzò, e con fare da finto amico si rivolse a Serafino, dandogli una pacca sulla spalla: – Dai compare, non fare quella faccia’ Lo sai che sei un cornutone’ Devi essere contento che mi prendo cura della tua ragazza’ Guarda com’è felice! –

E la faccia forse mostrava altro, ma in effetti Serafino un po’ contento lo era’ Quello, seppur un po’ perverso, era stato un suo desiderio sessuale che prontamente si era avverato.
Non posso dirlo con certezza, ma da quel poco che ho potuto constatare, ad oggi Serafino e Marta sono una coppia felicemente cuckold, con varie incursioni dei due migliori amici. Le cose se non vanno alla grande poco ci manca, tanto che il nostro protagonista ha deciso di rivelare la propria storia. Spero che vi sia piaciuto leggerla come a lui è piaciuto viverla, e se avete anche voi storie simili da divulgare potete contattarmi a johndorianmilu@gmail.com o sul mio account twitter @jdraccontimilu. Alla prossima!

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