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Racconti Cuckold

Tradire #6

By 19 Dicembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Le mani scorrono leggere sulle calze per lisciarle aderenti alla pelle; seduta sul bordo del letto compio questi gesti, oramai istintivi, ma la mente è altrove.
Mi alzo e prendo un tanga nero dal cassetto, lo rigiro tra le mani osservandolo critica, poi lo rimetto al suo posto e ne scelgo un altro, più frivolo e lo indosso. Il tessuto che incontra la morbida pelle del mio sesso appena depilato mi fa rabbrividire, sono ancora troppo sensibile ma presto la mente torna ai miei pensieri e sistemo con cura l’elastico del tanga.
Apro un altro cassetto e afferro il bustino nero, di pizzo trasparente, che stringe il mio corpo in modo insopportabile, ma che lo eccita tanto. Lo distendo sul letto e mi soffermo a fissarlo domandandomi se è proprio necessario indossarlo, non sarò meno eccitante senza di quello, non sarò una donna diversa se me lo stringo sulla pelle, non trasformerà le mie curve. Poi ripenso alle sue parole al telefono, alla sua richiesta simile ad una preghiera, e mi chino per prenderlo e indossarlo. Lo stringo in vita ed allaccio gli elastici reggicalze anche se ho le autoreggenti, ho un ripensamento e slaccio i gancetti, quindi sfilo gli slip e ripeto l’operazione in modo che il tanga rimanga sopra gli elastici, così potrà sfilarmelo facilmente. Solo questo pensiero mi eccita.
è ora della gonna, corta ed aderente, seria e sexy allo stesso tempo.
Sopra al bustino metto solo la giacca in tinta con la gonna, quindi scelgo delle scarpe con il tacco alto: 9cm che terminano in una punta tanto sottile da conferirmi un andatura inequivocabile. Non posso metterne di più alte, lo supererei di troppo in altezza!
Sono pronta.
Niente trucco, non serve.
Prima di uscire prendo ancora un pacchettino dal cassetto dei giochi, quindi sulla porta lancio un saluto al silenzio. Sono sola in casa ma è come se lui ci fosse, è sempre con me; specialmente in questi momenti.

Giunta sotto casa dell’altro, non posso definirlo che in questo modo, rimango con le mani serrate sul volante per qualche istante fissando le auto che scorrono come macchie grigie sul corso. Non so quanto sarei rimasta lì, immobile, se un colpo di clacson lanciato da un automobilista ad un altro che, evidentemente, aveva compiuto una manovra azzardata, non mi avesse risvegliato.
Lascio la presa sul volate e prendo la borsetta, la apro lentamente e la mia attenzione ricade sul pacchettino al suo interno.
Senza badare al resto del mondo che mi scorre intorno sollevo leggermente il sedere dal sedile e mi scopro le gambe, sino al pube. Scosto il tessuto leggero e scopro le labbra, lascio scorrere un dito sulla pelle morbida godendomi la sensazione di delicato piacere, poi le divarico dolcemente mentre con l’altra mano apro il sacchettino. Sollevo il pube spingendolo in avanti e divarico le gambe, con le dita spingo lentamente dentro di me la prima pallina, un brivido scorre lungo il mio corpo. Sono abbastanza eccitata da farla entrare facilmente seguita dalla seconda. Ora solo un piccolo anello rimane appena fuori dalle labbra a testimoniare ciò che ho dentro.
Mi risistemo prima di scendere, sino a quel momento non ho notato una grande differenza dentro di me, ma ora che sono in piedi ad ogni passo percepisco chiaramente la presenza delle due sferette dentro il mio ventre. è una sensazione strana, piacevole per certi aspetti e tremendamente eccitante.
Suono il campanello e lui apre subito, quasi fosse rimasto in attesa dinanzi al citofono sino a quel momento. Evito l’ascensore ed inizio la scalata dei tre piani a piedi, ad ogni scalino il movimento delle gambe unito alle contrazioni degli addominali smuovono le palline, le sento ad ogni passo. Dopo la prima rampa ho imparato a come contrarmi per farle muovere meglio dentro di me, il respiro si fa affannoso ma non per lo sforzo. Quando giungo dinanzi alla sua porta non dico che sto per venire, ma provo un intenso piacere che mi fa precipitare contro di lui per baciarlo con passione, senza lasciargli il tempo di salutarmi, senza la minima parola.

– Che ti prende? ‘ domanda quando finalmente più respirare.
– Nulla’ – gemo
– Come stai? ‘ inizia lui nel tentativo di imbastire un discorso.
– Lascia perdere’ sto bene. ‘ rispondo sbrigativa.

Lo spingo lungo il corridoio verso la camera da letto e appena varchiamo la soglia sbottono lentamente la giacca per sfilarmela rimanendo con solo il bustino e la gonna stretta.

– Mi volevi così? ‘ domando maliziosa mentre le guance arrossate testimoniano la mia forte eccitazione.
– Sì! ‘ risponde lui senza staccare gli occhi dal mio seno costretto nel bustino.
– Cosa ne dici? ‘ domando abbozzando una sensuale piroetta.
– Sei bellissima!
– Mi vuoi?
– Devi domandarmelo?
– Prendimi!

Lo spingo contro il letto sino a farlo sedere sul bordo, quindi mi pongo dinanzi a lui.

– Spogliami!
– Hai fretta questa sera! ‘ mi fa notare
– Ho voglia!

Le sue mani si portano sui mie fianchi, quindi scivolano sulla gonna verso il sedere e mentre mi trae verso di lui sgancia la chiusura. Lui tira verso il basso l’orlo ed io dimeno i fianchi per farla scivolare giù, quindi la scavalco.

– Sei bellissima!
– Me lo hai già detto’ spogliati!

Lui indossa solo l’accappatoio, è nudo in pochi istanti.

– Sono io che ti faccio questo effetto? ‘ domando fissando il pene eretto
– Sì!

Senza dire altro le sue mani scorrono lungo le gambe salendo sino all’elastico del tanga, le dita lo afferrano mentre il suo viso si porta sulla porzione di pelle proprio sotto al bustino e mi bacia mentre tira verso il basso.

– Hai un buon profumo! ‘ osserva lui
– Toccami! ‘ lo prego.

Il tanga giace a terra, ai miei piedi. Sento il suo fiato sulle pelle del ventre, poi sul pube e quindi sulle labbra.

– Cos’è? ‘ domanda osservando il l’anello che spunta dalla vagina.
– Tira!

Lui non se lo fa ripetere e dolcemente estrae la prima pallina.

– Ma’ ? ‘ inizia lui
– Continua!

La seconda pallina esce e lui se le ritrova in mano fradice dei miei umori.

– Sei’ sei’
– Leccami! ‘ lo prego.

Divarico le gambe fasciate dalle autoreggenti e spingo in avanti il pube, verso il suo viso, contro la sua lingua. Sento le sue mani giocare con gli elastici del bustino, spostarsi verso l’alto per poi scendere sui glutei e stringere con forza proprio nel momento che la lingua tocca le labbra.
Ho un fremito e lui mugola un commento, quindi spinge con forza la lingua separando le labbra sino a scovare il clitoride. Una fitta di piacere seguita da un mio gemito lo incitano ad insistere.
Sento le mani scorrere sulla pelle, sulla schiena attraverso il bustino stretto e respiro a fatica.

– Non ti fermare!

Lui non demorde e lascia scorre regolare la lingua proprio dove sono più sensibile.

– Mi piace’ godo! ‘ rantolo

Lui porta una mano tra le mie gambe e, senza allontanare il viso, spinge un dito dentro di me. Mi apre lentamente poi ne infila un altro.
Sto godendo, le gambe tremano e devo poggiare le mani sulle sue spalle per non cadere. Lentamente, una leccata dopo l’altra, un penetrazione delle dita dopo l’altra, il mio piacere sale; cresce inesorabile sino all’orgasmo e mi lascio venire sostenendomi contro di lui. Un piacere violento con dei picchi tanto intensi da farmi perdere l’equilibrio ma breve. Lui mi sostiene, attende paziente che termini poi mi trascina sopra di lui mentre si lascia cadere disteso. Mi ritrovo a cavallo del suo bacino, con il pube sopra il suo sesso durissimo. Lo sento dimenarsi, percepisco il suo tentativo di portarsi nella giusta posizione per prendermi.

– Aspetta’ – sussurro prima di baciarlo sul mio sapore.

Sospiro e mi trascino indietro, sino a cadere inginocchio sul tappeto dinanzi al letto. Lui è davanti a me con le gambe aperte ed il suo fallo marmoreo che mi vuole. Porto il viso sotto ai testicoli e li bacio delicatamente prima di salire con la lingua lungo l’asta sino al glande che prendo tra le labbra.
Lo stuzzico senza toccarlo con le mani per qualche istante, quindi lo afferro allontanando il viso.

– Guardami!

Lui si solleva sui gomiti e mi scruta,

– Guarda! ‘ lo invito sorridendo.
Avvicino la bocca al suo sesso e lo ingoio. Cerco di restituirgli tutto il piacere che mi ha appena donato e non risparmio la lingua o le labbra aspirando con forza ogni volta che lo lascio entrare quasi completamente in gola.
Non resiste a lungo, lo sento pulsare nella mia mano che lo stringe. Lo sento lubrificarsi sempre di più sin che lui non mi prega:

– Fermati’ o vengo!

Allontano la bocca ma non lo lascio.

– Non vuoi? ‘ domando maliziosa
– Non così! ‘ sospira lui
– E’ come?
– Dentro di te!

Lui conosce le parole che voglio sentirmi dire in queste occasioni. Quella semplice frase torna ad eccitarmi, a farmi desiderare il piacere.

– Come mi vuoi? ‘ domando mentre mi alzo in piedi.

Lui arranca sul letto e si porta quasi seduto contro la testiera.

– Vieni qui’ sopra!
– Mi vuoi guardare’ senza perdere un solo particolare di questa donna dentro il suo bustino! ‘ gli faccio notare.
– Sì. ‘ ammette lui

Mentre salgo sul letto e mi sistemo sopra di lui gli domando ancora.

– ‘ e come mi devo muovere?

Lui mi fissa dubbioso negli occhi mentre mi sto guidando dentro il suo sesso.
Rimango sollevata con il glande appena oltre il mio buchino

– Dimmelo! ‘ sospiro desiderosa di scendere ‘ Come mi devo muovere’ sensuale, ispirata, da troia’?
– Come vuoi! ‘ rantola lui

Scendo lentamente sino a prenderlo completamente dentro. Rimango eretta con la schiena ed abbozzo un movimento delle anche e del bacino che mi fa roteare il pube sopra di lui. Salgo e scendo delicatamente lasciandolo uscire pochissimo da me. Lo voglio sentire dentro e contraggo con forza la bassa muscolatura.

– Va bene così? ‘ domando con la voce spezzata dal piacere.
– Sei fantastica!
– Toccami!

Le mani si posano su di me, stringono il seno per poi scendere lungo il bustino verso il pube e benché lo stia premendo contro di lui riesce ad infilare un dito tra le labbra, contro il clitoride. Non deve fare altro; è il mio stesso movimento che mi fa sentire il suo sesso dentro ed il suo dito sul clitoride.
– Così’ Così! ‘ gemo

Lui non parla più, non mi risponde. Vedo il piacere sul suo viso, colgo in quella espressione anche la difficoltà che ha nel trattenersi.

– Lasciati andare! ‘ lo prego

Lui continua a non rispondere e lo ringrazio per questo sforzo.
Mi basta poco, vorrei dirglielo ma lui ha già colto la mia improvvisa dilatazione. Vedo i suoi lineamenti distendersi, ha gli occhi fissi sul mio busto. Osserva il mio corpo che si agita stretto nel bustino e mi gode.
Lo sento spingere in alto il bacino, il suo sesso si pianta profondamente nel ventre mentre il dito che preme sul clitoride ha delle contrazioni.
Raggiungiamo insieme l’orgasmo.
Inarco la schiena all’indietro e godo mentre lui si svuota dentro di me. Lo tengo dentro sino alla fine, sino a che le mie regolari contrazioni di piacere non scemano e sento il suo pene rilassarsi dentro di me.
Lenta e languida scivolo via da lui per lasciarmi cadere sul letto al suo fianco.

– è tardi’ – mormoro
– Devi andare?
– Sì!
– Mi spiace’ – risponde sincero
– Anche a me’ ne farei un’altra!
– Solo una?
– No’ anche di più. ‘ rispondo con un sorriso ‘ Ma devo proprio andare.

Lui scivola via dal letto e mi lascia sola.
Lentamente mi porto sul bordo e lascio cadere giù le gambe mentre cerco con lo guardo la biancheria. Gli occhi cadono però sulle palline sul comodino ed improvvisamente ho un idea perversa: le afferro e torno a sistemarmele dentro. Ora che sono bagnata ed ancora dilatata dal piacere entrano senza alcuna difficoltà. Poi infilo nuovamente il tanga e mi rivesto.
Lo saluto sulla porta con un bacio, non ci diamo appuntamento. I nostri incontri sono sporadici e dettati dal desiderio che uno può provare di vedere l’altro.
Torno verso casa senza quasi sentire quella presenza dentro di me, nella mente è ancora troppo vivida la sensazione di qualcosa di più’ importante dentro.
Solo una volta a casa le palline si fanno risentire.
Il mio uomo è rientrato, è lì sul divano che mi attende.

– Ciao?
– Ciao!
– Guardami!

Lui si volta nel preciso istante in cui apro la giacca mostrandogli il bustino.
Non mi fa domande, non sono necessarie.
Mi porto dinanzi a lui e sollevo lentamente la gonna, sino a scoprire il pube. Scosto il tanga lo fisso negli occhi.

– Guarda! ‘ lo invito mentre la mano scivola sotto la vulva.

Estraggo lenta le palline, una alla volta.
Sono fradice e ricoperte dei miei umori e da qualcosa di denso.

– è sperma! ‘ gli confido mentre lascio scivolare un dito sulla superficie delle palline.

Lui studia per qualche istante il liquido denso sulle palline e sulla mano, poi torna a fissarmi negli occhi, non mi domanda di chi è quel seme, anela solo i dettagli.

– Racconta!

Mi risistemo la gonna prima di slacciarla e farla cadere giù, poi tolgo la giacca, sfilo il tanga e mi porto a cavallo delle sue gambe.
Mentre gioco con il suo sesso tra le mani e racconto i primi dettagli lo sento indurirsi. Lui ha gli occhi fissi sulle labbra che confessano senza pudore il mio tradimento, l’amplesso che ho cercato e goduto. Racconto di come mi sono preparata, i dettagli di cosa provavo salendo quelle scale, di come ho cercato il piacere e di come l’ho dato sino a raggiungere l’apice. Sino a farmi riempire con il seme dell’altro e tenerlo dentro per mostrarglielo.
Poco dopo è dentro di me.
Mi sono tolta anche quel bustino e sono nuda, con solo le calze sopra il mio uomo che sto facendo l’amore con lui. Non mi muovo ispirata o sensuale, nemmeno da troia; mi muovo da femmina come solo lui può avermi. Sento le sue mani sulla pelle e il solo loro calore riesce darmi delle sensazioni che non provo mai con altri.
Accolgo nel ventre anche il suo seme durante un orgasmo reciproco che mi lascia completamente svuotata di ogni energia.

è bello tornare a casa!

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