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Racconti Cuckold

Tutto dentro di me

By 18 Novembre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi son sempre domandata che effetto faccia cambiare completamente colore di capelli.
Lo so che la personalità non dovrebbe dipendere dall’aspetto fisico ma volevo provare ad essere mora per una volta. Quindi mi son procurata una tintura, di quelle temporanee, e mi son fatta i capelli neri, corvini.
Questo sconvolgimento estetico non ha, inizialmente, avuto altro effetto che una serie di complimenti veri e sentiti ed un’altra serie di complimenti più ‘diplomatici’. Però mi piaceva il mio viso riflesso nello specchio, la pelle abbronzata mi pareva valorizzata dai capelli neri’ se non fosse per quel ciuffetto biondo la sotto’ Ma non me la sentivo di tingermi anche lì!

Finalmente è tornato il sole!
Dopo giorni di pioggia l’estate pareva terminata, invece ecco nuovamente il sole. Il suo calore risveglia i miei sensi ma sono sola in casa da giorni, non mi resta che aspettare il rientro del mio uomo per scaricargli addosso tutta la passione di questa donna che si guarda allo specchio e vede nello sguardo riflesso una passione insoddisfatta.
Mi devo distrarre, meglio un buon libro mentre mi godo questo sole sul terrazzo.
Mi spoglio e cerco un costume nell’armadio, voglio qualcosa che non lasci il segno sulla schiena’ vediamo’

– E chi cavolo è adesso? ‘ mi domando ad alta voce mentre squilla il telefono.
– Sì?- rispondo e domando allo stesso tempo
– Il premio femmina? ‘ domanda una voce maschile dall’altra parte.

Il ventre mi si contrae mentre una serie di sensazioni contrastanti invadono il mio corpo.

– Ero io, sì. ‘ rispondo con la voce che tradisce una forte emozione ‘ Ma ora il gioco di una notte, ora non lo è più! ‘ aggiungo troppo in fretta
– Ho voglia di te, della femmina che ho avuto quella sera’ – Afferma la voce

Un doloroso senso di vuoto al ventre mi fa sussurrare:

– Te l’ho detto’ era solo il gioco di una serata, non sono disponibile ad altri giochi. ‘ ma cosa dico?
– Cosa può convincerti a giocare ancora?
– Nulla!
– Tu hai voglia di giocare ancora, lo sento nella tua voce’ non puoi nasconderlo!- afferma lui

Ma come fa a leggermi dentro al telefono, mi domando.
Ha ragione, ho voglia ma non di giocare con lui o con qualunque altro uomo che non sia il mio, voglio lui adesso, qui’ ma non c’è!

– Ti propongo un gioco’- dice la voce
– Quale? ‘ mi scopro a rispondere ed immediatamente mi maledico.
– Diventa un’altra donna! ‘ propone lui
– Cosa intendi?
– Truccati diversamente, indossa qualcosa che non metti mai, scegli quei gioielli che hai lasciato in fondo al cassetto’ esci e vai a cercare un abito che non è nel tuo stile. Inventati un nome, un lavoro, una storia che non è la tua’ tingiti i capelli.

L’ultima frase mi fa sobbalzare, e forse lui lo percepisce al telefono perché aggiunge:

– Poi lasciati corteggiare’

Qualcosa in questa proposta mi sta eccitando e sento che sto per entrare nel gioco. Cerco una difesa estrema affermando:

– Potrei diventare una donna che non ti piace!
– Non credo’ la femmina che è in te riuscirebbe a sconvolgere qualsiasi uomo’ sempre!
– Come fai ad esserne certo?
– Diventa quello che vuoi: una moglie infedele…
– Questo lo sono già! ‘ lo sovrasto
– Una single disinibita, una donna in carriera, una giovane studentessa, una santa o una puttana, una vergine o una ninfomane’ quello che vuoi potrai essere con me!
– Se divento puttana non ti conviene, dovrai pagarmi! ‘ cerco di smorzare il tono della telefonata.
– Quello che vuoi tu, io starò al gioco.

Rimango in silenzio troppo a lungo mentre mi sogno in tutte le parti che ha descritto.

– Ti piacerà! ‘ aggiunge
– Non ho detto di sì!
– Ma lo stai pensando. ‘ insiste quella voce suadente.

Il tempo di prepararmi ed esco di casa.
Ho indossato il tailleur nero leggero che avevo piegato ed infilato in una scatola sopra l’armadio, salgo in macchina ed inforco gli occhiali neri troppo grandi per il mio viso che tenevo solo in caso di rottura dei miei preferiti. Non ho alcun girello addosso. Sotto la giacca del tailleur i capezzoli sfregano sulla stoffa rigida mentre mi piego per infilare la chiave d’avviamento. Le scarpe senza tacco mi costringono ad una posizione del piede alla quale non sono più abituata e questo mi ricorda che ora non sono più Laura. Metto in moto e mi dirigo all’appuntamento.
è primo pomeriggio ed il sole scalda, chiudo i finestrini ed accendo il clima mente mi specchio nel retrovisore centrale per controllare la pettinatura. I capelli neri contornano un volto irriconoscibile in quegli occhiali. Però l’eccitazione che ho dentro è sempre la stessa che mi ha guidato in tutte le mie follie.

Lui non mi riconosce, colgo dal suo modo di fissarmi l’indecisione che prova quindi mi avvicino a lui.

– Lau’ – inizia lui
– Non sono lei, sono Silvia oggi.

Lui arretra di un passo e mi esamina, poi inghiottendo la saliva:
– Stai benissimo con i capelli neri’
– Silvia è mora! ‘ gli faccio notare.

Ho scelto questo nome in onore della mia amica conosciuta in ferie, lei è mora e splendida!

– Beviamo qualcosa?- domanda

Accetto e lo seguo dopo aver infilato il braccio sotto il suo. Ancheggio anche senza tacchi, mentre inizio a respirare il suo profumo di maschio.

– Allora, Silvia, cosa fai nella vita? ‘ domanda lui nel tentativo di entrare nel gioco.
– Silvia è venuta per farsi scopare! ‘ ammetto, forse a voce un po’ troppo alta.

Mentre alcuni avventori si voltano verso di noi lui rimane in silenzio allibito dalla mia franchezza.

Beviamo qualcosa poi mi invita a casa sua, qui vicino sulla collina.
Mentre salgo sulla sua macchina la giacca si apre mostrando in parte il seno nudo al di sotto, lui mi fissa poi dolcemente mi slaccia l’unico bottone. La giacca si apre in parte, rimane adagiata sul seno ma scopre completamente il resto. Lui è tentato di toccare la mia pelle, ma poi decide di mettere in moto e parte mentre mi rilasso sul sedile. Non parliamo molto durante il tragitto, è troppo impegnato a sbirciarmi il seno.

– Mi domando cosa hai sotto la gonna’ – attacca lui

Inspiro a fondo poi:

– Quello che desideri!

Lui rimane senza parole, mi accorgo che vorrebbe dire qualcosa ma non ci riesce.

Giunti a casa sua inizia un tour di vista, mi conduce prima in giardino e mi parla della sua passione per i fiori, quindi propone di visitare il resto della casa. Sta cercando di portare avanti il gioco da lui stesso proposto, ma non ha ancora capito che, per me, il gioco deve ancora iniziare e non è quello che immagina lui.

– Hai una bella piscina’ accuratamente nascosta tra gli alberi. ‘ gli faccio notare.
– Sì, è il mio rifugio estivo, qui pare d’essere ovunque ma non in città
– Bella davvero!

Mentre pronuncio l’ultima frase mi levo la giacca del tailleur e la poso su di un tavolino, quindi senza voltarmi sfilo le scarpe sollevando alternativamente le gambe. Gli lancio un’occhiata e slaccio la gonna che cade ai miei piedi. Rimango immobile dinanzi a lui con colo gli slip neri indosso ed attendo una sua mossa che non viene, quindi mi levo anche le mutandine e le appoggio sulla gonna.

– Ti va un bagno? ‘ gli domando

Senza attendere la sua risposta mi dirigo verso la piscina, cammino lentamente mettendo un piede dinanzi all’altro su di una riga immaginaria. So quale effetto ha sui miei glutei questo passo e riesco ad immaginare dove sono puntati i suoi occhi.
Scendo nell’acqua dalla scaletta, molto lentamente. Laura si sarebbe tuffata ma Silvia entra in questo modo.
L’acqua mi arriva al seno, è una sensazione piacevole dopo essere stata costretta dentro quel tailleur troppo pesante per la stagione. Non vedo lui, lo cerco intorno alla piscina ma è sparito.
Ritorna dopo qualche istante con una bottiglia dentro ad un secchiello di ghiaccio e due bicchieri che deposita sul bordo. Ha indossato un accappatoio molto sobrio e sicuramente costoso.

– Vuoi un po’ di vino? ‘ mi domanda mentre sta versando il liquido paglierino.
– è di altra natura il liquido che voglio dentro! ‘ rispondo già eccitata dall’idea di cosa sta per capitarmi.

Lui mi fissa tanto a lungo che il vino inizia a sbordare dal bicchiere, poi conviene:

– Sei davvero unica!
– Credi?
– Sì, sei bella e sensuale e sai cosa vuol dire essere Femmina!
– Queste sono solo parole’- lo stuzzico
– Bevi con me, poi queste parole ti si riverseranno addosso.

Mi porge un calice colmo che accetto anche se ne temo l’effetto a stomaco vuoto.

– Vieni dentro di me!

Lo invito dopo aver riposto il bicchiere vuoto sul bordo. Il doppio senso di questa frase mi rivolta l’utero. Sto quasi delirando dalla voglia di averlo dentro di me e lui è già eccitato. Noto un grazioso rigonfiamento sotto l’accappatoio e mi diverte l’idea di averlo generato semplicemente con le mie parole ed il mio corpo nudo nell’acqua. Non ho ancora sentito le sue mani addosso, non l’ho nemmeno sfiorato ma è giù eccitato. Mi vuole ed io voglio lui ora, la mente non pensa ad altro che all’amplesso, alla sua carne che spinge e mi apre sino a riempirmi il vuoto che sento dentro.
Lui si siede sul bordo e lascia affondare le gambe nell’acqua, mi guarda come se non avesse mai visto una donna prima e questo, lo ammetto, mi gratifica enormemente.
Mi avvicino a lui, sciolgo l’accappatoio e mi ritrovo il suo sesso all’altezza del viso, senza attendere lo prendo tra le labbra e succhio mentre lo ingoio. Lui freme e mi accarezza la testa, infila una mano tra i capelli e mi preme contro il bacino costringendomi ad ingoiarlo sino in gola. Mi piace questa prova di forza, mi eccita essere forzata in certi momenti, ma il gioco deve durare poco, molto poco. Amo avere il controllo della situazione. Lui pare leggermi nel cervello e rilascia subito la presa.
Mi piace quest’uomo, mi attrae la comprensione che dimostra nei miei confronti.
Passo lentamente la lingua sul glande e mi godo i suoi mugolii soddisfatti.

– Vieni fuori’ – mi invita ad uscire dall’acqua
– Ti voglio! ‘ sussurro

Mi volto verso la scaletta e risalgo, lui mi offre la mano e mi accompagna verso un materassino.

– Stenditi! ‘ mi prega
– No, stenditi tu. ‘ rispondo.

Lui mi fissa negli occhi mentre si siede, ma invece di stendersi mi afferra i glutei e mi trattiene mentre infila la faccia tra le mie gambe. La sua lingua trova subito il clitoride, s’insinua tra le morbide labbra e mi strappa un gemito.

– No, ti voglio dentro’ adesso! ‘ confesso mentre mi ritraggo

Lui si stende e tiene, con una mano, il membro in posizione verticale.
Mi posiziono su di lui, non appoggio le ginocchia a terra ma scendo con le gambe arcuate. Il suo sesso si fa largo in me, scivola dentro e mi sazia. Lo sento colmare quel vuoto doloroso che mi attanaglia da giorni, il mio ventre si apre per lui poi si stringe intorno alla sua carne. Rimango immobile a gustarmi questa sensazione e le sue delicate spinte, poi mi inginocchio ed inizio a muovermi. Lo sento scivolare troppo facilmente al mio interno, sono troppo lubrificata e dilatata. Le sensazioni sono deboli ma è quello che ci vuole per ora. Non intendo godere subito, non voglio che il piacere sovrasti questa sensazione d’appagamento che provo. So che tra poco inizierò a desiderare il piacere e che farò di tutto per godere, la mente avrà un unico scopo e non mi consentirà di apprezzare a fondo questa meravigliosa sensazione che mi restituisce il mio corpo pieno della carne di un uomo.
Lui mi accarezza, prima dolcemente poi sempre più sensualmente. Le sue mani sono ovunque, con gli occhi chiusi non riesco a capire dove andranno ad appoggiarsi e me le godo sin che non mi sfiora i capezzoli. Allora un fremito di piacere scorre lungo il mio corpo, si trasmette ovunque e si riversa nella vagina.
Inizio a salire e scendere su di lui, mi godo delle lunge ed intense penetrazioni. Cambiamo posizione e mi volto in modo sentirlo premere con forza dentro di me.
Godo, salgo e scendo su di lui senza sosta. Quando calo cerco di farlo entrare tutto in me, lo voglio sentire, lo voglio sin dentro l’anima se possibile.

– Vieni sopra di me! ‘ lo prego ad un certo punto.

Lui pare che non aspettasse altro.
Mi stendo e lui è immediatamente tra le mie gambe divaricate, mi penetra con forza ed inizia a sbattermi. Mi piace sentirlo ansimare sopra di me, mi piacciono le sue spinge vigorose. Sollevo il bacino e spingo verso il basso il pube, così lo sento meglio.

– Così’ così’ non ti resisto! ‘ rantola lui

So che come lo sento meglio io tanto lui è più stimolato da me.

– Sto per venire’ non ti fermare ora! ‘ lo supplico

Lui mantiene il ritmo nonostante il respiro, sempre più veloce, mi lascia intendere che è al limite.
Lo guardo, è paonazzo in volto ma non molla.
Lui mi restituisce lo sguardo ed i miei occhi colmi di piacere sono troppo.
Lo sento gemere e colgo una lunga pulsione lungo l’asta del suo membro, qualcosa d’umido m’invade il ventre. Lui rallenta ma non si ferma.
Ancora una spinta, mi penetra a fondo e risento quella dolce scossa seguita dall’eiaculazione.
Mi sta schizzando dentro’
Il mio orgasmo parte in quel preciso istante.
Inarco la schiena e urlo, poi lascio che l’istinto faccia il resto.

è tardo pomeriggio quando lui mi riaccompagna al posteggio dove ho lasciato l’auto. Ho ancora il ventre pieno del suo seme e non riesco a sostenere alcuna discussione. Lui ogni tanto mi guarda, sembra deciso a dire qualcosa poi tace.
Mentre scendo dalla sua auto lui mi domanda:

– Ti rivedrò ancora?
– Silvia muore oggi.
– E Laura?
– Laura non è Silvia!

Rispondo mentre mi dirigo verso l’auto.

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