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Racconti Cuckold

Una serata in discoteca

By 19 Giugno 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Roberta, Giulia ed Erica quella sera avevano deciso di farsi una serata tra amiche. Giulia qualche mese dopo si sarebbe sposata e voleva divertirsi ancora un po’ con le sue amiche. Roberta aveva lasciato il suo ragazzo con i suoi amici a guardare la partita, mentre Erica era l’unica single.
Erano uscite dopo cena ed erano passate dal loro bar di fiducia per un drink preliminare. Chiacchierarono con i conoscenti fino a quando arrivò l’ora di andare a ballare.
Giulia guidò fino alla discoteca, entrarono e presero da bere.
Appena finirono si gettarono in pista ed iniziarono a ballare senza nessun timore di farsi notare. I loro vestitini corti lasciavano poco spazio all’immaginazione, soprattutto ad Erica che faticava a tenere il seno abbondante al suo posto.
In poco tempo ebbero tre ragazzi che ballavano con loro.

‘Adesso gli faccio vedere con chi ha a che fare!’, pensai. Iniziai a strusciare il mio culetto tondo e sodo sul suo pacco. Notai che anche Erica e Giulia non erano da meno. Il ragazzo mi cinse con le braccia ed seguì i miei movimenti sensuali. Quasi subito sentii un protuberanza spingere sulle mie chiappe attraverso il sottile tessuto lucido del vestitino blu molto aderente sul mio corpo in movimento.
‘Siete proprio facili da fare eccitare!’, pensai, strusciandomi con ancora più foga.
Il ragazzo non era per niente timido e accarezzava le mie cosce lisce. Anche io mi stavo pian piano eccitando: sentire il suo cazzo duro contro di me mi era fatale. In quel momento non pensavo al mio ragazzo, ma comunque l’avevo già tradito più volte.
Lui risalì e palpò velocemente la mia seconda di seno, poi mi fece girare e mi infilò la lingua in bocca. Io ci stetti subito e ricambiai il bacio con foga.

‘Certo che Roberta non se ne fa sfuggire nessuno!’, pensai mentre la mia amica e il suo nuovo compagno iniziavano a limonare. Anche il mio ballerino era molto insistente, continuava a guardare la mia abbondante scollatura mentre le sue mani non si staccavano dal mio culo morbido.
Giulia a fianco a me era più o meno nelle mie stesse condizioni, solo che lei si sarebbe dovuta sposare tra non molto.
‘Non sono fatti miei’, pensai, poi baciai il ragazzo che ballava con me. Lui ne fu un po’ stupito, ma poi ricambiò il bacio, palpandomi il culo ancora più insistentemente.
Sentii subito contro il mio corpo che aveva il cazzo duro. Mi strinsi ancora di più a lui, mi piaceva sentire la sua eccitazione ed il mio vestitino quasi trasparente non era un’efficace barriera.

‘Il mio futuro maritino non ne sarebbe contento’, pensai mentre il ragazzo che ballava con me mi limonava con forza. Avevo le mani sul suo culo e lui le aveva sul mio e ormai non sentivo quasi più la musica assordante tante ero eccitata.
Noi tre eravamo un trio infallibile: la mora Roberta, la bionda io e la rossa Erica. Qualunque serata passassimo insieme finiva così, rimorchiavamo.
Quella sera avevamo trovato tra l’altro tre bei ragazzi e sapevo che non ci saremmo soltanto salutati fuori dalla discoteca. Il mio aveva il cazzo durissimo appoggiato a me e sicuramente anche gli altri due non erano da meno.
Baciava bene quel ragazzo e io lo lasciavo toccare tutto quello che voleva, si soffermava più che altro sul mio culo sodo, ma scendeva anche volentieri sulle cosce.
Ad un certo punto mi gridò qualcosa all’orecchio che suonò come un invito a prendere una boccata d’aria. Mi prese per mano e mi portò fuori dalla discoteca. Nel silenzio dell’esterno mi disse: ‘Sono Luca, piacere’.
‘Io sono Giulia’, risposi. Intanto mi stava guidando verso il parcheggio, arrivati ad una macchina mi disse: ‘Ti va di fare un giro?’.
‘Mi piacciono i ragazzi con le idee chiare’, mi dissi, poi risposi: ‘Certo!’.
Guidò per qualche minuto ed io mi sentivo già bagnata all’idea di scopare con lui. Si fermò in posto appartato e tirò indietro al massimo il suo sedile. Iniziò a baciarmi con voracità, infilando subito la mano sotto al mio vestitino rosso che mi arrivava a malapena a coprire mezza coscia e toccandomi fra le gambe. Ero bagnatissima. Scostò il mio tanga rosso trasparente sul davanti e molto ridotto sul dietro.
Io aprii a tastoni i suoi jeans facendo guizzare fuori il suo cazzo duro. Al tatto mi sembrava di dimensioni normali, ma soddisfacenti.

‘Maiala Giulia! Adesso me ne esco anche io dalla discoteca’, pensai. Ero stupita che Roberta non fosse ancora uscita.
Feci capire al mio nuovo ragazzo che ballare non mi bastava più, così uscimmo. Saltando i convenevoli ci dirigemmo in fretta verso un vicoletto buio poco distante.
‘Speriamo che sia libero’, pensai sapendo che era frequentato da numerose coppiette. Stando attenti ai preservativi usati, raggiungemmo un angolino buio ed iniziammo a baciarci, sentivo le sue mani palparmi su tutto il corpo, soprattutto sul sedere coperto solo da una striminzita culottes azzurra e con i bordi di pizzo, mi aveva tirato su il tubino nero, e sulle mie tette grandi. Scese a baciarmele, tirandole fuori dal reggiseno intonato con le mutandine che le conteneva a malapena, io gettai la testa indietro e gemetti abbastanza forte. Cercai con la mano il suo pacco trovai il suo cazzo duro già fuori dai pantaloni. Lo afferrai e iniziai a segarlo piano. Lui mi mise la mano fra le gambe e spostò le mutande toccandomi la figa bagnata.

‘Sono rimasta l’ultima!’, pensai mentre il ragazzo mi portava fuori dalla discoteca. ‘Mi chiamo Giovanni’, mi disse mentre camminavamo verso al parcheggio.
‘E io sono Roberta’, risposi. Ero eccitata e non avevo voglia di parlare. Salimmo in macchina e fece per mettere in moto, ma io lo fermai mettendogli una mano sul cazzo. Sentii che era ancora duro.
‘Stiamo qui, tanto siamo in un posto isolato’, gli dissi. Eravamo in effetti al margine del parcheggio e c’erano pochissime macchine vicino a noi.
Ci baciammo intensamente, intanto lui mi palpava le tette. Dopo poco mi tirò giù il vestito ed iniziò a baciarmi i capezzoli, non portavo il reggiseno. Io ero molto eccitata e trovai subito la cerniera dei suoi pantaloni. Il suo cazzo era bello grosso, più di quello del mio ragazzo. Mi chinai e lo presi in bocca.

Ero un po’ scomoda, ma avere quel cazzo sconosciuto in bocca mi eccitava tremendamente. Stavo dando il meglio di me: succhiai per bene la cappella, leccando tutto intorno. Con la mano massaggiavo le palle gonfie. Scesi con la lingua lungo tutto il suo cazzo durissimo e gli succhiai le palle. Lui, dai gemiti, sembrava gradire molto. Io ero un lago e lui lo sentiva con le sue dita, mi tolse il tanga e mi fece salire su di lui. Entrò con facilità ed io iniziai a muovermi subito con foga. Mi piaceva molto e non trattenevo i gemiti. Luca mi abbassò il vestitino e mi baciò i capezzoli piccoli e turgidi mentre mi stringeva le chiappe con le mani.
Raggiunsi in fretta un orgasmo molto intenso e rallentai un po’ il ritmo, Luca, allora, iniziò a muovere velocemente il bacino, prolungando il mio piacere. Spingeva il suo cazzo fino in fondo, facendo sbattere le palle contro il mio corpo. Ormai praticamente urlavo. Anche lui, purtroppo, raggiunse l’orgasmo, riempiendomi con la sua abbondante sborra calda.
Mi chinai su di lui e lo baciai infilandogli la lingua quasi in gola. Avrei voluto che gli tornasse duro subito da quanto ero eccitata.

Le mie tettone lo facevano letteralmente impazzire, non smetteva di palparle, leccarmi i capezzoli duri e mordicchiarle.
Mi piaceva, ma soprattutto mi faceva godere con le dita: mi stimolava il clitoride eccitato, in modo un po’ sgarbato, ma facendomi provare un intenso piacere.
Io continuavo a segarlo lentamente, sentendo il suo cazzo abbastanza lungo sussultare tra le mie dita.
Mi sputai sulla mano e tornai sul suo cazzo, così lubrificata scorreva meglio. Sentivo la pelle ricoprire la cappella per poi lasciarla completamente scoperta quando arrivavo a quasi a toccare le sue palle. Mi muovevo non troppo velocemente, ma con un ritmo regolare, stringendo la cappella quando le mie dita la raggiungevano.
Un’altra coppietta entrò nel vicolo e se ci vide non se ne curò. Dopo pochi secondi di baci, la ragazza si accovacciò ed iniziò a succhiare il cazzo al ragazzo. Dai versi che faceva lui, sembrava essere molto brava.
Mi fece venire una gran voglia di imitarla, quindi sussurrai all’orecchio del mio ragazzo: ‘Adesso te lo succhio come nessuna te lo ha mai fatto’.
Bastò questa frase per far gonfiare la sua cappella. La sentii esplodere spruzzandomi di sborra la gamba. Sicuramente mi aveva macchiato anche il vestitino.
‘Scusa”, mi disse quando ebbe ripreso fiato.
‘Fa niente, torniamo a ballare’.

Lo succhiai per un po’, ma avevo voglia di altro. Passai sui sedili posteriori, mi sfilai il perizoma di pizzo nero che lasciava molto poco all’immaginazione, poi mi tolsi le scarpe con il tacco 12 e mi misi a pecorina. Il tutto sotto il suo sguardo eccitato.
‘Non ti va di scoparmi?’, lo invitai dandomi uno schiaffetto sulla chiappa nuda.
Lui, più grosso di me, uscì dalla macchina con il cazzo di fuori, poi rientrò dietro. Mi piantò dentro il suo cazzone strappandomi un forte gemito di piacere. Mi sbatteva forte, facendo schioccare i nostri corpi mentre palpava e schiaffeggiava il mio culo.
‘Hai un culo davvero perfetto!’, mi disse continuando a scoparmi forte.
Avrei voluto ringraziarlo, ma raggiunsi proprio in quel momento un forte orgasmo e tutto quello che uscì dalla mia bocca fu un lungo grido di piacere.
Mi girai e lo presi in bocca, assaporando il gusto del suo cazzo misto a quello della mia figa. Mentre mi toccavo il clitoride con la mano che non gli stava stringendo le palle.
Mi sedetti sul sedile con le gambe aperte, mi infilai due dita dentro e gli dissi: ‘Vediamo se mi fai godere di più’. Si mise su di me e tolse la mia mano, infilò il suo grosso cazzo e mi scopò velocemente, facendomi godere come non mai. Durò a lungo facendomi raggiungere molti orgasmi, come non mi capitava da un po’. Poi, ad un certo punto, tirò fuori il cazzo da me e mi venne sulla pancia, sporcando anche il vestito.
Da quello che sentivo su di me, ne aveva tantissima, ma non mi dava fastidio, anzi.
‘Scusa, non sapevo se prendi la pillola’, mi disse un po’ imbarazzato.
‘Dopo questa scopata, ti perdono tutto!’, risposi con un sospiro soddisfatto.
Presi con le dita la sua sborra e me la portai alla bocca, assaporandone il gusto acidulo.

Le tre ragazze avevano un accordo: se avessero rimorchiato, ognuna era libera di andare a casa come voleva. Così le amiche si rividero il giorno dopo per raccontarsi come era andata le serata.

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