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Racconti Cuckold

Veronica

By 30 Novembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa

Quando ci trovammo davanti Boris in persona capii che la situazione non era soltanto disperata, era la rovina più completa e, semplicemente, non c’era più via d’uscita. Non sapevo più quantificare i debiti contratti con quello spregevole strozzino russo, certamente due persone più sagge avrebbero capito prima di me e mio marito quanto darsi per sconfitti, e lasciare l’azienda al suo destino. Noi due invece avevamo voluto credere che i tempi grami erano passai, ma purtroppo eravamo solo due poveri illusi.
“Allora ingegnere lo sai a quanto siamo arrivati ?” ci disse Boris col suo tipico accento russo.
“Circa 400.000 … però abbiamo pagato una rata.”
“Una parte della rata. Per l’esattezza sono 413.500 euro e li voglio adesso.”
“Ma signor Boris sa bene che non abbiamo quella cifra, altrimenti non saremmo qui.”
Il mio intervento fece ridere tutti i presenti tranne noi due, solo quando ebbero finito Boris tornò a parlarci col suo solito tono ironico.
“E quando vorreste rendermi i miei soldi, magari aspettiamo che passi Babbo Natale !”
“Basta che questo stronzo gli scriva la letterina.” gli rispose Igor facendo di nuovo scoppiare tutti loro dal ridere.
Igor era il prototipo del perfetto delinquente, non solo era di una cattiveria unica, ma godeva nell’umiliare e picchiare le sue vittime. Ogni volta che lo vedevo, avevo un tremore tanta era la paura che mi incuteva.
“Ora basta ridere !” disse Boris facendo zittire i presenti “Voi mi cederete tutto ciò che vi &egrave rimasto, tu piccolo idiota andrai a lavorare nei miei cantieri. E tu bella signora arricchirai i marciapiedi che Igor tiene sotto controllo.”
“No non potete …” cercò di dire mio marito prima che un pugno di Igor lo centrasse allo stomaco.
In quel preciso momento vidi la mia vita finire, avrei preferito il suicidio piuttosto che prostituirmi su di un lurido marciapiede facendo ancora arricchire quegli stronzi. Ma proprio mentre stavo cercando di rialzare mio marito Luigi, la porta si aprì ed entrarono due persone, in uno riconoscemmo uno degli scagnozzi di Boris mentre l’altro era un perfetto sconosciuto.
Quello era infatti un uomo di colore e vestito con gran classe era inoltre notevolmente attraente, contrastava con Boris e i suoi uomini che erano tutti piuttosto brutti e grassi con abiti dozzinali.
“Calvin amico mio, scusami se ti faccio aspettare, ma devo prima risolvere una sgradevole questione con questi due pezzenti.”
“Sai Boris sono venuto proprio per loro due, sorpreso vero ?”
Il russo ebbe un attimo di stupore, ma poi fece finta di nulla.
“E perch&egrave t’interessano questi due stronzi ?”
“Tu sei Luigi Angeli vero ?” chiese Calvin a mio marito senza rispondere al russo.
“Si sono io e lei &egrave mia moglie Veronica.”
“Boris ti spiace se me li prendo cinque minuti, tanto gli interessi non crescono così in fretta.”
“No assolutamente!! Pauli portali in una stanza privata.” Ordino Boris al suo scagnozzo
Seguimmo quell’uomo come si segue un angelo venuto dal cielo, sino a quando non ci trovammo in una piccola stanza che Pauli chiuse lasciandoci soli.
“Statemi bene a sentire.” iniziò a dirci Calvin “Quello che vi aspetta se me ne vado lo sapete già, e non credo che vivrete più di sei mesi se vi lascio a Boris. Ho visto quello che produci, o per meglio dire quello che cerchi di fare e sono tanto pazzo da volerci credere, l’idea &egrave ottima, ma tu sei un disastro come industriale, credimi non capisci un cazzo’ sentenziò rivolgendosi a mio marito ‘ Quindi vi faccio la mia proposta, io pagherò tutti i vostri debiti, in cambio mi prenderò ciò che rimane lasciandovi il dieci per cento dell’azienda. Inoltre verrete a vivere da me e potrò disporre del vostro privato come meglio credo.”
“Cio&egrave mi vuoi scopare !” dissi alzandomi rabbiosa.
“Se vuoi metterla così la risposta &egrave sì. Ma forse preferisci che a farlo siano decine di camionisti per meno di trenta euro.” mi rispose lui serafico.
“Anch’io dovrei farmi scopare da te?” chiese mio marito quasi piangendo.
“Ma non dire cazzate.” gli rispose Calvin “Gli uomini non mi sono mai piaciuti. Penso che di te s’occuperà mia sorella Amanda, ma non farti troppe illusioni, &egrave lesbica.” concluse ridendo.
Luigi ed io ci guardammo in faccia e sapendo che non avevamo nessuna scelta, accettammo l’offerta di Calvin.
“Bene, datemi il tempo di sistemare tutto con Boris, poi andrete a casa vostra per preparare le vostre cose, domani sistemeremo i documenti e vi trasferirete da me.”
Tornammo a casa in silenzio e preparammo le valigie, ogni tanto mi mettevo a piangere e mio marito cercava di consolarmi incolpandosi di tutto, ma mi resi ben presto conto che Luigi stava peggio di me. Così andammo a letto senza però riuscire a chiudere quasi occhio per l’attesa, il giorno dopo avremmo iniziato una nuova vita della quale non potevamo immaginare nulla.

Il primo giorno

La mattina seguente Calvin ci venne a prendere per portarci da un notaio, firmammo tantissimi fogli senza neanche leggerli, tanto era inutile, lì dentro c’era comunque la nostra condanna. L’unico aspetto di quella situazione che mi dava un minimo di conforto, era il sapere che la fabbrica non avrebbe chiuso, avevamo si pochi operai, ma ero molto legata a loro che ci avevano sempre dimostrato la loro solidarietà anche nei momenti più bui.
Calvin ci portò quindi a pranzo, e li ebbi modo d’osservarlo meglio. Non aveva certo l’aspetto di un porco, ma quello di un comune uomo d’affari che aveva fiutato l’occasione buona per guadagnare. Con calma spiegò a Luigi perch&egrave aveva fallito e cosa intendesse compiere per far rendere l’azienda ed i suoi brevetti. Più passava il tempo e meno riuscivo a capire perch&egrave un uomo del genere ci avesse ricattato in maniera così infame, riducendoci in pratica a essere i suoi servi. Era bello, e la sua pelata gli dava anche un certo fascino in più, ricco e brillante, quindi chi si celava dietro quella maschera.
Le domande alle mie risposte iniziarono ad arrivare non appena entrammo in casa sua, in realtà una grossa villa ottocentesca su due piani, con un grande giardino perfettamente curato.
Appena entrammo ci venne incontro una donna asiatica piuttosto alta con indosso solo un bustino di pelle nera e degli stivali a mezza coscia.
“Bentornato a casa Signor Calvin.” gli disse facendogli un inchino.
“Keita loro sono Luigi e Veronica, da oggi vivranno qui, voglio che tu ti occupi di loro.”
“Sarà fatto come ogni sua volontà. Prego seguitemi.”
“Andate pure, vi spiegherò ogni cosa più tardi.” ci disse Calvin congedandoci.
Seguimmo Keita e notai come mio marito non riuscisse a staccare gli occhi dal suo sedere, a sua discolpa devo ammettere che era davvero bello, e che lei non facesse nulla per impedire d’ammirarla.
Keita ci portò in una stanza arredata in stile moderno, dotata di un bagno privato dove avremmo dovuto sistemarci, poi ci disse di fare una doccia per aspettare successivamente le direttive di Calvin senza rivestirci.
“Complimenti siamo nella merda e tu ti fissi dietro un culo !” dissi malamente a mio marito non appena Keita chiuse la porta dietro di se.
“Scusami cara, ma lei non faceva altro che sculettare …. vedrai che ne usciremo prima di quanto pensi, Calvin vuole l’azienda e …”
“Scoparmi ma tanto lo farà con me, vorrà dire che vedrò di farmelo piacere perché a te quest’aspetto non interessa.” lo rimproverai a muso duro.
Luigi non cercò neanche di rispondermi, ma si spogliò per farsi in tutta fretta la doccia.
Io cercai di sistemare le cose più importanti prima di lavarmi e aspettare il padrone di casa che non si fece aspettare molto.
Calvin bussò prima d’entrare seguito da Keita, istintivamente portai una mano al seno e l’altra al pube, non ricordandomi che ben presto m’avrebbe avuta.
“Spero che la stanza sia di vostro gradimento, non &egrave grande, ma c’&egrave tutto quel che serve.” ci disse con un gran sorriso.
“Grazie va benissimo.” gli rispose Luigi cercando di nascondere l’eccitazione nel rivedere Keita in pratica nuda.
“Molto bene, vediamo quindi di stabilire delle regole. Luigi tu andrai a lavorare come se niente fosse, domani mi presenterai come il tuo nuovo socio, inutile dire che ti dovrai limitare a eseguire ogni mia direttiva, ma stai tranquillo che presto vedrai i frutti della mia chiamiamola ‘assistenza’. Quanto a te Veronica potrai continuare la tua vita, domani conoscerai mia sorella Meredith che sta tornando dal Messico. Per ogni tua richiesta rivolgiti a Keita o direttamente a me se sono presente. Ovviamente sarai disponibile ad accompagnarmi ogni volta che ne avrò bisogno, oltre ad essere ospite della mia tavola tutte le sere.”
Calvin continuò a darci le direttive che erano per lo più di ordine pratico, sembrando quasi il direttore di un collegio che spiega a un nuovo alunno come comportarsi per non essere ripreso.
“Ora Keita porta Luigi in bagno per il tuo servizio, credo che vista la sua erezione avrai bisogno di parecchia acqua fredda.” concluse ridacchiando.
Mio marito seguì l’asiatica in bagno e ben presto lo sentii ridere.
“Ma cosa gli sta facendo ?” chiesi a Calvin.
“Gli sta mettendo una cintura di castità per uomini, ma prima deve farglielo ammosciare.” mi rispose freddamente.
“Una cintura di castità ?”
“Si &egrave un guscio di plastica rigida che non permette l’erezione. Se ti stai chiedendo il perch&egrave ti rispondo subito : non voglio che abbiate rapporti, ricordati che tu sei mia e basta.”
Rimasi sconvolta dalle sue parole, ma quando vidi Luigi col pene imprigionato riuscii a stento a nascondere un sorriso. Mio marito avevo lo sguardo basso come chi &egrave stato umiliato sino in fondo, ma non disse nulla, neanche quando ci lasciarono soli.
Poco dopo indossai una vestaglia e con l’aiuto di Luigi, sistemai alla meno peggio le nostre cose, non sapendo che Calvin aveva già comprato dei vestiti nuovi per entrambi.
Prima dell’ora di cena Keita mi portò ciò che avrei dovuto indossare a tavola, un lungo vestito nero e delle calze dello stesso colore, insieme con uno splendido paia di decolté.
“Scusa Keita ma non mi hai dato l’intimo, devo mettere il mio ?” le chiesi ingenuamente.
“Se non te l’ho dato vuol dire che non serve.” mi rispose sprezzante.
Mi vestii sotto lo sguardo di mio marito che bruciava di rabbia e d’impotenza, per lui vedere la sua donna che andava con un altro era il massimo del disonore, anche se la causa erano state le sue follie imprenditoriali.
Consumai la cena, servita da Keita, con Calvin in una grossa sala da pranzo arredata in stile minimalista, ma d’estremo buon gusto. Subito dopo ci trasferimmo in un salotto dove continuammo a chiacchierare, o per meglio dire parlai solo io, interrotta da poche e simpatiche battute della persona di cui ero ospite forzata.
A un certo punto però mi bloccai, rendendomi conto di quanto fosse assurda quella situazione, io che scherzavo con colui che di fatto ci aveva fatto suoi schiavi.
‘Perch&egrave non ci diamo un taglio &egrave andiamo subito al sodo. Tu mi vuoi per scopare non fare discussioni.’ gli dissi gelida.
Calvin rimase calmo, chiamò Keita e le disse di prendermi un soprabito perch&egrave avremmo fatto un giro in macchina, lasciandomi alquanto perplessa.
Salii sulla sua Jaguar convertibile e ben presto ci trovammo in uno di quei viali in cui si prostituiscono giovani donne, perlopiù dell’est europeo o africane.
‘Se vuoi puoi scendere così caprai ciò che ti ho voluto evitare.’ mi disse dopo essersi fermato in un punto in cui non c’era nessuna ragazza.
‘Non ho capito.’ gli risposi ben sapendo cosa voleva dirmi.
‘Ho detto che se lo preferisci puoi scendere e fare la puttana per trenta euro a marchetta, certo poi dovrai togliere la percentuale per Boris, ma in una decina d’anni avrai estinto il vostro debito.’
Mi girai verso il marciapiede e in quel momento mi sembrò che le ragazze non avessero un loro volto, ma quello di Boris e dei suoi scagnozzi, e compresi quanto fossi stata a dir poco arrogate con Calvin
‘Scusami, ti chiedo perdono e lo dico sul serio, ora ti prego torniamo a casa.’ gli dissi con gli occhi lucidi.
Lui ripartì per fare poco dopo una telefonata in una lingua che non compresi.
‘Posso chiederti chi hai chiamato ?’
‘Keita, le ho dato alcune istruzioni per il nostro ritorno.’
‘E che in lingua le hai parlato ?’
‘In giapponese ! Ti dico subito che ne parlo altre, fra cui il russo, Boris non lo sa, ma ho spiato alcune sue telefonate e così sono venuto a conoscenza di te e tuo marito. Il mio intervento ieri sera poteva sembrare casuale, ma credimi non lo &egrave stato affatto.’
Tornati a casa andammo subito in un salotto dotato di camino, accesso sicuramente da Keita.
‘Calvin togliti la giacca.’ gli dissi avvicinandomi al camino.
‘Perch&egrave ?’
‘Tu fallo e poi siediti.’
Lui si tolse la giacca e s’accomodò in una poltrona di pelle, fissandomi con uno sguardo che sentivo entrarmi dentro. Non ho mai finto un orgasmo e non sapevo neanche se ne fossi capace, così decisi che dovevo farmi piacere quel momento, la mia volontà non doveva contare nulla, il mio unico scopo era farlo godere.
Così mi misi in piedi davanti a lui e mi sfilai l’abito rimanendo con le sole calze, poi m’inginocchiai davanti a lui e aprii la camicia per baciargli il petto. Fui quasi stordita dal suo forte odore di maschio mischiato a quello aspro degli agrumi, chiusi gli occhi cercando di pensare d’essere con mio marito, ma il mio olfatto me lo impediva. Sempre cercando di non guardarlo scesi con la bocca sino ad arrivare alla cintura dei pantaloni, gli aprii facendo due scoperte, la prima era che Calvin non portava nessun tipo di mutande, la seconda, molto più sconvolgente, fu vedere il suo pene.
In vita mia non avevo mai visto un uomo di colore nudo, se non il qualche film porno che ogni tanto guardavo con mio marito come ‘preliminare’. Nei film però tutte le donne sono molto belle e sensuali, e gli uomini notevolmente dotati, ma in quel momento non ero sul set di quel genere. Calvin però aveva una vera e propria mazza, anche se non ancora del tutto dura, che m’impressionò non poco, di certo molto più grande di quella di Luigi che era nella ‘media’.
Compresi immediatamente che non potevo non usare un qualsiasi tipo di lubrificante prima d’avere un rapporto con Calvin, così mentre con una mano strusciavo il suo pene sul mio viso, con l’altra iniziai a toccarmi. Lui rimase sempre in silenzio, anche davanti ai miei maldestri tentativi di prenderlo in bocca, ma con c’era proprio verso di farmi entrare quel fungo fra le labbra. Decisi che forse era meglio cambiare tattica, e inizia a leccarlo dalla base sino alla punta, ricoprendola di piccoli baci.
Nel frattempo sentii che mi stavo bagnando e un po’ mi vergognai di me stessa, come poteva succedere ciò davanti a colui che aveva incastrato me e mio marito in quell’assurda situazione. Ma ormai le mie dita sembravano sconnesse dalla mente, una parte di me voleva quell’uomo, o forse solo il suo cazzo, e provare così nuove sensazioni sino allora sconosciute.
Continua a bagnargli il pene tenendolo per la base, avendo sempre paura che me lo ficcasse in bocca con la forza, ma ciò non avvenne mai, anzi lui era sempre immobile eccezion fatta per il membro che ormai era turgido.
‘Via il dente via il dolore.’ dissi a me stessa, e così decisi che era giunto il momento fatidico.
Mi alzai per girarmi, e dandogli le spalle diressi la punta di quel mostro contro la mia passera, tenendolo per la mano.
‘Rilassati Veronica, non fa male, non fa male.’ pensai con tutte le mie forze, ma la realtà era ben lontana.
Ricevere la sola cappella fu un mezzo olocausto, per quanto cercassi di rilassare i miei muscoli era davvero tropo grande per le mie abitudini. Non urlai dal dolore per orgoglio, ma era sin troppo evidente la mia sofferenza. Mi sentivo lacerarsi le carni che credevo stessero bruciando. Anche quando riuscii nella mia piccola impresa, non ero che all’inizio, ora dovevo prenderlo tutto. Per quanto scendessi piano era sempre troppo veloce, la mia vagina non riusciva ad abituarsi a quella presenza così ingombrante. A metà stavo quasi per desistere, e solo uno strano senso del dovere m’impedii di farlo. Quando finalmente sentii le sue cosce contro le mie mi rasserenai, gliel’avevo fatta !
‘Ora rimani ferma, prenditi tutto il tempo che vuoi, io t’aspetto.’ mi sussurrò all’orecchio Calvin lasciandomi basita come il solito.
‘Grazie.’ fu la mia stupida risposta, ma il quel momento fu il massimo che riuscissi a dire.
Passato il primo dolore dovetti ammettere a me stessa che non era male, mi sentivo piena all’eccesso, ma era una sensazione quasi piacevole, anzi toglierei il quasi.
Mio marito era stato il terzo uomo della mia vita, i suoi predecessori erano tutti ragazzi ‘normali’, con i quali avevo si fatto sesso, però senza quell’impeto dato dall’amore che avevo provato solo con Luigi. Sapevo che certe donne volevano solo uomini superdotati per i loro rapporti, ma sino a quella sera le avevo considerate delle malate di sesso e nulla più. In quel momento compresi cosa voleva dire ‘farsi un gran cazzo’, e rimasi stupita che piacesse anche a me, da sempre considerata una mezza suora, il che era in parte vero.
Quando cercai di muovermi, Calvin m’afferrò i fianchi per aiutarmi tirandomi su, ma quella sensazione di pienezza era stata così piacevole che ridiscesi appena possibile, rituffandomi sul quel pene nero così sconvolgente. Cercai di non far capire quanto godessi, e solo il pensiero di come ero finita li, m’impedì di portarmi una mano sulla passera per avere ancora più piacere. Ma come Calvin scivolò di poco sulla poltrona, e cominciò a spingere dal basso, fu quasi impossibile continuare a portare la maschera della donna costretta a concedersi al suo ricattatore.
Ogni suo colpo scatenava in me emozioni uniche, facendomi gemere sommessamente, ogni mio sussurro era un’incitazione per Calvin a continuare, sino a portarmi a svelare cosa provassi.
Ormai era evidente il mio stato di femmina calda e vogliosa e lui non perse l’occasione per togliere il velo dell’ipocrisia che cercavo di tenere. Calvin mi sollevò per portarmi col suo spadone sempre dentro, sino al tavolo, dove mi sdraiò supina.
‘Non mi basta più sentirti gemere, voglio vederti mentre godi.’ mi disse estraendo il suo attrezzo per poi ributtarlo dentro con vigore.
‘Sii ‘ si.’
Gli risposi mordendomi le labbra per la vergogna, ma allo stesso tempo portai la mano sul mio sesso, un po’ per un senso di protezione, ma anche e soprattutto per dar sollievo al mio clito impazzito.
‘Dillo quanto ti piace il mio cazzo !’
‘Tanto, sii tantoo …’
L’orgasmo bloccò la mia bocca e forse anche il cervello tanto fu impetuoso, ma era come se mi fossi liberata da un peso che m’aveva da sempre oppressa impedendo alla mia sensualità d’uscire allo scoperto.
Calvin si fermò alcuni momenti per poi riprendere a scoparmi con tutta la sua forza. Sentivo i miei seni ballare a ogni suo affondo, che faceva bruciare la mia fica di passione tanto erano potenti. Il suo essere maschio mi ubriacò in una serie interminabile d’orgasmi, sino a quando lui non mi venne dentro, riempiendomi con lunghi getti del suo seme, per poi afflosciarsi su di me.
Rimanemmo a lungo immobili, il suo respiro sul mio petto mi dava un calore unico, più del suo stesso corpo che era poggiato sul mio. Quando si tolse da sopra di me alzandosi in piedi ero esausta e confusa, ma non ebbi troppo tempo per riflettere.
‘Lì dietro c’&egrave un bagno, lavati e torna da tuo marito.’ mi disse indicandomi una porta.
Mi lavai con cura, guardandomi spesso il sesso come se quel rapporto avesse lasciato dei segni, ma quelli erano solo nella mia mente.
Lo lasciai dandogli un casto bacio sulla guancia e tornai nella mia stanza, dove Luigi dormiva.
Ebbi il dubbio che stesse fingendo, ma non osai scoprirlo anche perch&egrave non avrei saputo cosa dirgli.
‘Tua moglie s’&egrave fatta scopare da chi ci ricatta e le &egrave anche piaciuto’ non era certo il massimo da sentire non solo per lui, ma per qualunque uomo.
Così mi spogliai e mi misi a dormire, l’indomani avrei cercato qualche soluzione, sempre che fosse esistita.

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/ La mattina seguente mi svegliai tardi, e non ebbi occasione di parlare con mio marito di quanto successo, e ciò fu un gran sollievo. Mentre mi lavavo cercavo le frasi giuste da dirgli, non sapendo però se mentirgli o raccontargli tutta la verità.
Indossai sopra un banale intimo, uno dei vestiti che mi ero portata da casa, e scesi al piano di sotto in cerca di Keita per sapere cosa dovessi fare.
La trovai in cucina sexy come il giorno prima, anzi forse ancor di più. Il suo splendido corpo era, si fa per dire, coperto da sottili strisce di pelle verde che esaltavano il suo seno, ma soprattutto il suo meraviglioso fondoschiena.
‘Ma come ti sei vestita, vuoi farmi punire !’ esclamò appena mi vide.
‘Perch&egrave ?’ le chiesi sorpresa dal suo atteggiamento.
‘Calvin ti ha detto che devi essere sempre femminile al massimo delle tue possibilità, anche quando lui non &egrave in casa, e tu ti presenti vestita come una suora. Senti non so come tu sia finita qui, e sinceramente non m’importa neanche saperlo, ma non ho la minima intenzione di pagare per i tuoi sbagli.’
‘Va bene, calmati, solo non credo d’avere qualcosa che soddisfi le tue esigenze.’
‘Per questo non c’&egrave problema, Calvin ha tenuto conto di tutto.’ mi disse prendendo un sacchetto che aveva lì vicino ‘Per oggi indossa questo, poi con calma ti darò il resto.’
Afferrai la busta e tornai in camera mia per cambiarmi d’abito, capendo subito cosa intendesse Calvin per ‘femminile al massimo’. L’abito era a dir poco corto, a malapena arrivava a coprire le natiche, l’ampia scollatura posteriore impediva in pratica di mettere qualsiasi tipo di reggiseno, e il perizoma che lo accompagnava era composto in pratica da due fili intrecciati fra loro.
Mi guardai allo specchio e nonostante mi trovassi oscena, quello che vedevo solleticava moltissimo le mie fantasie più recondite, dopo che Calvin aveva scoperto le mie reali voglie.
Scesi nuovamente da Keita che questa volta mi guardò quasi con ammirazione, nonostante fosse più giovane e bella di me.
‘Ora si che stai bene ! Senti fra poco arriverà Meredith, la sorella di Calvin, ho già preparato il pranzo quindi se vuoi fare due chiacchiere per me non c’&egrave nessun problema.’
Così le raccontai le disavventure mie e di mio marito con Boris, dell’arrivo di Calvin la sera che credevo fosse tutto finito per il peggio, e della prima serata con lui.
‘E tu cosa ci fai qui ?’ le chiesi quando ebbi finito.
‘Sono la ‘garanzia’ per un debito che la mia famiglia non riuscirà mai a estinguere, ma ti dirò che ne sono felice. Certo all’inizio &egrave stata dura, ma Calvin non mi ha mai messo le mani addosso, e Meredith nonostante sembri una dura, &egrave una grande amante, ed essendo io lesbica non potrei desiderare di meglio.’
‘Ma la tua libertà ?’
‘Quella serve se hai il pane, altrimenti la vendi per mangiare. Se vuoi io l’ho data a Calvin e sua sorella per un ristorante di lusso, e posso solo sperare che duri il più possibile perch&egrave a casa mia non m’aspetta nulla di buono.’
Keita fece giusto in tempo a finire che la porta di casa s’aprì, e una voce femminile si fece sentire molto forte.
‘Keita piccola mia dove sei, &egrave arrivata la tua amica Meggy.’
L’asiatica mi afferrò per mano e mi portò all’ingresso, dove una bellissima donna di colore era ferma con un trolley in mano. Le due si baciarono con una tale passione da mettermi un po’ in imbarazzo, poi Keita mi presentò e così potei guardare Meredith da vicino.
La sorella di Calvin aveva da poco passato i quaranta, ma il tempo sembrava non sfiorare neanche il suo immenso fascino, la sua altezza poi la rendeva regale, ma osservandola non potevo non dire che ogni piccolo particolare di lei sprigionava classe pura.
‘Tu sei Veronica, il nuovo acquisto di mio fratello.’ mi disse stringendomi a se ‘Però lo stronzo non m’aveva detto (di) quanto fossi bella.’
‘Grazie ma tu sei molto sopra di me.’ le risposi impacciatissima per tutto quel calore.
‘Lascia stare i complimenti, piuttosto dimmi hai mai fatto sesso lesbo ?’
Rimasi impietrita davanti a quella domanda così esplicita, poi a bassa voce le dissi di no, quasi vergognandomene.
‘Sarà un piacere toglierti questa verginità.’ mi disse sfiorandomi le labbra con le sue ‘Ma prima ho bisogno di una bella doccia.’
Mi lasciò come una statua di sale in compagni di Keita, che ridacchiava guardando il mio imbarazzo.
‘Stai tranquilla, Meggy non ti violenterà mai, ma in compenso t’aprirà verso nuove forme di piacere.’
‘Tranquilla un cazzo ! Qui mi sembra di vivere una follia senza fine !’ esclamai arrabbiata.
‘Dai vieni che facciamo uno spuntino, lei &egrave di una lentezza unica quando si deve preparare, e se si fa la doccia non la vedremo per almeno un’ora.’
Mangiammo dei tramezzi che Keita aveva già preparato, per poi tornare a chiacchierare, ma questa volta di argomenti più frivoli, sino a quando il telefono non fece due squilli.
‘Lei &egrave pronta, ricordami di spiegarti come funzionano le comunicazioni interne, non &egrave difficile basta prenderci un po’ la mano.’
Keita mi portò nella camera di Meredith, che a occhio doveva essere almeno cinquanta metri quadri. A differenza del fratello, lei preferiva mobili ottocenteschi ricchi di decori, e il letto a baldacchino era quasi scontato in un arredamento del genere. Con la mia compagna di sventura ci sistemammo al centro del letto, aspettando Meredith che non tardò nel fare il suo ingresso. Coperta solamente da un body bianco in tulle e pizzo, sembrava ancora più maestosa di prima, i tratti del viso erano marcati da un trucco fine, ma allo stesso molto curato, rendendola di una bellezza sconvolgente.
Senza dire nulla si mise fra noi e iniziò a baciare Keita con una passione che sfiorava la violenza, stringendola a se come se avesse paura che lei scappasse via.
Non ho mai avuto nulla contro gay e lesbiche, considerandoli solo delle persone con una sessualità deviata, ed in quei momenti vedere due donne che si baciavano con tanto trasporto, scatenò in me una girandola di sensazioni diverse. Da un lato ero quasi schifata per il loro comportamento così impudico, dall’altro stava nascendo in me il desiderio di ‘provare’ a essere ‘anche’ come loro due.
Quando Meredith girò la testa la mia bocca era pronta ad accogliere la sua, e la sua lingua quasi frustò la mia per l’impeto con il quale m’entrò fra le labbra. All’inizio non la trovai per nulla femminile, anzi mi sembrava quasi una delle prime limonate fatte da ragazzina, ma poi quel mulinare la lingua mi sciolse completamente, facendomi arrivare a essere io a cercare lei. In quel momento Meredith s’allontanò e Keita che mi spinse sul letto sino a farmi sdraiare, per poi mettersi sopra di me. I suoi baci erano meno veloci, ma non per questo senza passione, quando cominciò a succhiarmi il labbro inferiore, una ventata di calore m’avvolse facendomi perdere completamente il lume della ragione. Ci baciammo tutte e tre insieme a lungo, sino a quando io e Meredith non ci trovammo davanti non più la bocca di Keita, ma il suo sedere. Non avevo mai toccato il sesso di un’altra donna, però poggiare le labbra su quello della mia nuova amica mi sembrò il gesto più naturale del mondo, mentre Meggy faceva lo stesso col suo fiorellino posteriore.
L’odore che sprigionava quella fessura era il più grande afrodisiaco che avessi mai provato, ma Meredith volle mettere me fra loro, così ora era Keita ad assaporare i miei umori, mentre la padrona di casa mi sculacciava molto piano prima di bagnare con la sua saliva il mio buchetto.
Gemevo senza sosta in mezzo a quelle due donne, così brave nel farmi conoscere una nuova via del sesso, e nulla m’importava d’essere in una posizione per me sconcia come quella detta a ‘pecora’, col vestito arrotolato sino ai fianchi.
‘Ora ti facciamo godere sul serio.’ mi disse Meredith slacciandomi il vestito dietro la schiena, e lasciandomi scoperto il seno.
Mi ritrovai supina con loro due fra le mie gambe, Meredith iniziò a toccarmi fra le gambe, mentre Keita passava la lingua vicino alle dita della sua amante di sempre.
Quando sentii due dita entrarmi dentro ebbi il primo orgasmo, che entrambe bevvero alla fonte, dandomi la voglia di continuare, ed avere molto di più.
Meredith s’alzò e prese una valigetta dalla cassettiera, che poggio in cima al letto.
‘Questi li ho presi ieri a New York, li ha fatti una vera specialista del settore, ma sono pezzi unici.’ disse aprendo la valigetta.
Per me erano solo dei cilindri in vetro dalle forme alquanto bizzarre, e chiesi a cosa servissero scatenando la loro ilarità.
‘Non dirmi che non ha mai visto un dildo !’ esclamò Meredith prendendone uno in mano.
‘No però credo d’aver capito a cosa servono.’ le risposi dopo averne osservato meglio uno che riproduceva vagamente una forma fallica.
Lei me lo portò alla bocca, e così iniziai a simulare un pompino, ma dovetti essere alquanto maldestra perch&egrave entrambe continuarono a ridacchiare di me. Keita mossa forse da un senso di pietà, mi venne vicino per leccare con me quello starno oggetto.
‘In effetti questo non va in bocca, ma molto più in basso …’
Meggy me lo disse sorridendomi, poi fece scivolare il dildo fra le mie colline prima d’arrivare al punto più caldo del mio corpo, quindi scivolò dentro senza alcun attrito, bagnandosi dei miei umori, per arrivare alla fine della sua corsa in un attimo. La bocca di Keita fece lo stesso percorso, fermandosi all’altezza del mio clito, che succhio avidamente, facendomi bagnare all’inverosimile.
Dalle mie labbra uscivano solo frasi senza senso, il piacere che provavo era così assoluto che m’impediva di dire anche un solo ‘Mi piace’.
Meredith e Keita cambiavano continuamente posizione, così mi ritrovai la passera della prima in faccia, mentre la seconda mi masturbava col dildo senza mai smettere di leccarmi fra le gambe.
Non feci caso al fatto che si muovessero solo dopo che avevo raggiunto un orgasmo, se non quando mi ritrovai carponi con Keita sotto il mio monte di Venere,e Meggy che sfiorava il mio buchetto col dildo. Per un attimo ebbi l’intenzione di impedirle di prendermi da quell’apertura, che raramente concedevo a mio marito, e solo dopo una lunga preparazione, ma in cuor mio sapevo che quella donna mai m’avrebbe fatto soffrire.
Meredith poggio la bocca vicino all’orifizio, poi molto lentamente fece entrare il cilindro di vetro, bagnandolo in continuazione con la lingua. La sensazione di dolore iniziale ci fu, ma fu tanto breve che non riuscii neanche a manifestarla, sommersa da un piacere travolgente che mi fece solo supplicare di non smettere. Il dildo scorreva sempre più velocemente, e una mano scura afferrò un mio seno, stringendolo con forza come se volesse marcare ancor di più il suo possesso su di me. A me però poco importava l’essere entrata in quella casa con un ricatto, in quel momento volevo solo continuare a godere, senza alcuna vergogna delle mie passioni appena scoperte.
Quando arrivai per l’ennesima volta al picco del piacere, Meggy mi fermò lasciandomi il dildo dentro.
‘Stasera il tuo culo sarà di mio fratello.’ mi sussurrò all’orecchio, senza però farla sembrare una minaccia, ma bensì una promessa.
Quando mi ripresi vidi che Meredith aveva messo carponi Keita, e con un altro dei suoi giocattoli, la stava penetrando alternativamente in entrambe le porte del piacere. Quella visione mi mise addosso la voglia di far godere anch’io quelle donne, così mi sistemai dietro Keita per leccarle la passera e bere i suoi umori. Nonostante la ragazza asiatica avesse l’orgasmo, l’altra non smetteva mai di usare il dildo, anzi mi sembrò quasi che accelerasse sempre un pochino, soprattutto quando la penetrava dov’era la mia bocca.
‘Scommetto che vorresti iniziare da capo.’ mi disse Meggy dopo avermi baciata.
‘Potrei forse negarlo ?’ le risposi con un po’ di malizia.
‘Allora mettiti vicino a lei, ho giusto una coppia di gioielli che fa per voi.’
Mi sistemai carponi a fianco di Keita e subito sentii la sua mano fra le gambe, io risposi baciandola e toccandola anch’io sul sesso più bagnato del mio.
I due ‘gioielli’ di Meredith non erano altro che due dildi studiati appositamente per i rapporti anali, ed erano fatti da una serie di palline attaccate fra loro che disegnava un piccola curva. Lei li bagnò nei nostri spacchi intimi prima di sodomizzarci tutte e due insieme, facendoci urlare dal piacere. Non so se volontariamente, o in preda ad uno spasmo dato dal godimento, Keita m’infilò tre dita nella passera, mentre io non riuscivo a muovere un muscolo per quanto ero in estasi, anche perch&egrave Meggy passava da un fiore all’altro con la sua lingua vogliosa di sapori di sesso.
Poi la gran maestra iniziò a farci leccare i dildi facendoci assaporare il nostro stesso sapore, a volte l’invertiva e così scoprii che non erano perfettamente uguali. Uno infatti, quello che preferivo, aveva la prima sfera più grande delle altre, mentre l’altro le aveva in ordine crescente verso il manico, ma anche Keita desiderava di più il primo, così Meredith li fece girare con più frequenza sino a quando entrambe non fummo travolte dall’ennesimo orgasmo.
Ma prima di lasciarci leccò con cura il buchetto di ciascuna, prima di riempirlo di nuovo con un plug, il mio era più lungo e sottile, l’altro corto e largo. Quando provai a muovermi sentii un leggero fastidio dato dalla durezza dell’oggetto, ma il solo vedere Meredith in mezzo al letto che ci chiamava con voce suadente, fece sparire ogni insofferenza.
‘Non volete un po’ del mio latte ?’ ci disse sfilandosi il body e passandosi la mano sul sesso luccicante dai suoi umori.
Entrambe c’inginocchiammo davanti a lei per succhiarle i capezzoli duri come chiodi, poi Keita scese fra le sue gambe mentre io mi sistemavo al suo fianco.
‘Baciami piccola, voglio il tuo sapore in bocca.’ mi disse guardandomi in faccia con gli occhi carichi di lussuria.
Ed io la bacia con tutto l’amore che provavo in quel momento per lei. La bacia in bocca, sul collo, sul seno sino ad arrivare all’ombelico per poi risalire e ritrovarmi fra le sue labbra.
Keita intanto aveva preso un altro dildo, che un po’ mi stupii non tanto per la sua forma vagamente fallica, quanto perla sua notevole dimensione, ma avendo capito quanto si conoscessero fra loro non dissi nulla. Infatti quel simulacro sparì fra le cosce di Meggy senza che questa facesse il minimo sforzo nel prenderlo dentro, anzi ben presto incitò Keita a muoversi con maggior celerità.
A quel punto non seppi resistere alla voglia di leccarla alla fonte del suo piacere, il suo odore mi ricordò per un attimo quello del fratello, ma il suo era ancor più dolce e forte.
‘Sii prendetemi tutte due, sono vostra.’ disse Meredith mettendosi carponi.
Keita mi diede il dildo che stava usando che feci scivolare nuovamente nella passera di Meggy, mentre lei prese quello che tanto ci aveva fatto godere prima, e dopo averle fatto scendere un po’ di saliva sul buchetto, la sodomizzò facendola urlare di piacere.
‘Ahh così mi piaci, porca e maiala come me ! Dai continuate tutte e due, voglio godere !’
Sia io che Keita continuammo a masturbarla con foga, leccandola fra le gambe e scambiandoci continuamente dei lunghi baci pieni del suo sapore..
Meredith però sapeva ben controllare il suo piacere, e così ci volle molto tempo prima di farle avere l’orgasmo, che però fu devastante per lei, tant’&egrave vero che rimase senza forza alcuni minuti prima di riprendersi. Poi ci fece sdraiare e, dopo averci dato un bacio sulla passera, ci tolse il plug, prima di farci uscire dalla sua camera, per rimanere da sola sul letto e riposarsi.
Quando tornai nella mia stanza trovai mio marito, che fu molto sorpreso nel vedermi con un abito così succinto.
‘Ma cosa ci fai vestita così ? Calvin non ancora tornato ! O ti stai preparando per farti fottere di nuovo ?’
Quelle parole mi ferirono moltissimo, così decisi di raccontargli almeno un po’ di verità.
‘No sono stata con Keita da Meredith. Sai sono lesbica e abbiamo fatto sesso tutte e tre insieme.’
‘No ! Ora sei anche lesbica ? Perch&egrave ?’ Mi rispose sconvolto dalle mie parole.
‘Perch&egrave non sono solo di Calvin ma anche di sua sorella, e ti dirò che mi ha fatto godere moltissimo non solo lei, ma anche Keita.’
‘E ieri sera t’&egrave piaciuto vero puttana ?’
‘Non fare lo stronzo più di quanto non lo sia di tuo !’ gli urlai in faccia ‘Se siamo qui &egrave solo perch&egrave sei un idiota ! Comunque Calvin non mi ha violentata, anzi &egrave stato molto dolce, però il sesso senza amore non mi piace e lo sai. Quindi smettila di fare il marito geloso perch&egrave se non ti va bene, basta che me lo dici e chiedo il divorzio, vorrà dire che rimarrò qui a farmi scopare da quello senza pensare a te !’
Luigi m’abbracciò piangendo e chiedendomi perdono per tutto quello che m’aveva detto, io cercai di consolarlo, ma la voce di Keita che m’invitava ad andare a cena c’interruppe.
A tavola però mi trovai sola, Calvin infatti era rimasto fuori per lavoro, così cenai per andarmene subito a dormire, dopo aver finito di consolare mio marito dicendogli che presto sarebbe finita. Ma ero io la prima a non credere alle mie parole, e forse non lo volevo neanche.

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Il terzo giorno

Mi svegliai con mille dubbi, avevo detto a mio marito solo una parte di ciò che avevo provato, ma almeno non l’avevo colpito troppo duramente. Dopo essermi lavata, indossai un miniabito che Keita aveva lasciato mentre dormivo, dello stesso tipo di quello del giorno prima, ma ormai avevo capito che quello sarebbe diventato il mio abbigliamento di tutti i giorni.
Scesi quindi in cucina e vi trovai le due donne che facevano una ricca colazione, e mi unii a loro dopo averle baciate entrambe. Poi Meredith mi fece girare tutta la casa, e rimasi sorpresa di quante stanze avesse, anche se da fuori si capiva che non erano certamente poche.
Una in particolare mi colpii, era vicino a quella di Meredith e sembrava un piccolo porno-shop, con una moltitudine d’oggetti erotici sistemati in grossi armadi con le ante vetrate.
‘Ma tu li hai provati tutti ?’ le chiesi incredula di ciò che stavo vedendo.
‘Sì, li ho comprati in giro per il mondo e credo siano una collezione più unica che rara. Solo quelli antichi sono fermi da quando li ho comprati, anche se qualcuno l’ho voluto provare più che altro per curiosità.’
Mi mostrò anche la sua seconda passione, dopo il sesso ovviamente, e cio&egrave il giardino della villa che in gran parte curava lei stessa. C’era una grande serra dove Meredith coltivava molte specie di fiori, comprese delle rose che ad uno sguardo non troppo attento, sembravano nere.
‘In realtà la rosa perfettamente nera non esiste.’ mi disse spiegandomi ciò che voleva fare ‘Queste sono di un blu molto scuro, ma per ora &egrave il massimo che sono riuscita ad ottenere, e sono sempre meglio di quelle che hanno base viola.’
‘Ma le vendi ?’ le chiesi ingenuamente.
‘Vendo il loro brevetto, e credimi non sono cifre irrilevanti. Ho sempre amato i fiori, per questo ho studiato botanica, ma poi ho preferito usare i mie soldi per andare avanti e creare nuove ibridi.’
Passammo tutto il giorno a parlare di fiori, e pur non essendo fra i miei argomenti preferiti di discussione, rimasi affascinata dal suo modo di spiegarmi ogni singolo passaggio per la creazione di un nuovo ibrido, trovando semplice ogni sua parola.
Solo poco prima di cena, ebbi la voglia di chiederle come mai ci dovessimo vestire in maniera così ammiccante, compresa lei che indossava una tutina molto aderente.
‘Ti potrei rispondere che devi essere disponibile per le voglie mie e di Calvin.’ mi rispose accarezzandomi il viso ‘Ma non &egrave una frase degna di una mente umana. Lo &egrave invece il voler essere ciò che si &egrave, se sei una bella donna mostralo sempre e comunque, e col tempo acquisirai più fiducia in te stessa ed aumenterà la tua autostima. Né io né mio fratello vogliamo delle schiave pronte a obbedirci solo perch&egrave devono farlo, ma persone che vogliono condividere con noi le gioie del sesso, mantenendo la propria identità. Tu hai mantenuto nascosta sino all’altro ieri la tua vera indole, celandola per prima a te stessa, e ora sei spiazzata da quello che stai scoprendo della Veronica che non conoscevi. Vedrai che la nuova persona che sta nascendo in te ti piacerà molto di più di quella che hai lasciato fuori da questa casa.’
Rimasi un po’ in silenzio pensando a quello che mi aveva detto Meggy, concludendo infine che aveva perfettamente ragione.
‘Stasera uscirai con Calvin, ti porterà in un posto dove potrai vedere diverse forme di quello che i bigotti chiamano perversione. Ti chiedo solo di non chiudere gli occhi al primo sguardo, ma di cercare di capire il perch&egrave si creano determinate situazioni, e solo dopo dare un giudizio anche secondo quello che hai fatto qui in questi pochi giorni.’
‘Lo farò, hai la mia parola.’ le risposi dandole un bacio sulla guancia mentre la abbracciavo.
Quando tornammo a casa, Keita mi comunicò che aveva sistemato i miei nuovi abiti nell’armadio, e corsi subito a vederli. Come aprii il guardaroba vidi che quelli che mi ero portata non c’erano più, sostituiti da quelli nuovi, sistemati sulle grucce in ordine di lunghezza. Notai che in pratica ce n’erano di due tipi, quelli molto corti come quello che indossavo in quel momento, e quelli lunghi da sera, uno più bello dell’altro, ma tutti molto sensuali. Ne provai qualcuno e potei costatare che mi stavano tutti benissimo, quasi mi fossero stati cuciti su misura. Ricordandomi che sarei dovuta uscire indossai infine un lungo abito marrone e oro, che mi lasciava scoperta gran parte della schiena, ma che in compenso non aveva spacchi profondi. Scelsi quindi un perizoma e dei sandali a tacco alto e scesi in salone.
Calvin era appena arrivato insieme a mio marito, che non disse nulla sul mio vestiario, dirigendosi subito in cucina, dove Keita l’avrebbe fatto mangiare da solo. Rimasi un po’ scocciata dal suo atteggiamento ma Calvin mi prese per braccio e con un gran sorriso mi portò a tavola.
‘Vedo che ti vestita elegante, hai progetti per la sera ?’ mi chiese dopo avermi accostata la sedia.
‘No ma so che li hai tu. Oggi sono stata tutto il giorno con Meredith, e qualcosa le &egrave sfuggito.’
‘Mia sorella non sa tenere un segreto neanche a pagarla ! Allora dimmi, sai dove andremo ?’
‘Veramente no, lei &egrave rimasta molto sul vago, a dirla tutta so solo che usciamo noi due, punto.’
Cenammo parlando delle grandi qualità di Keita in cucina, in effetti i suoi piatti erano tutti molto buoni e ben presentati. Quando finimmo Calvin mi porse un bel cappotto lungo in cachemire e
sottobraccio andammo alla macchina.
‘Posso sapere dove andiamo.’ gli chiesi poco dopo che partimmo
‘In un club dove ho una quota, non &egrave che ci vada spesso, direi quasi mai, ma voglio farti vedere qualche cosa che credo tu non conosca affatto.’
‘Mi hai preso proprio per una suora ?’ gli dissi con tono ilare.
‘No ma non penso tu sia mai andata oltre il sesso ‘normale’, so quello che hai fatto ieri con mia sorella e Keita, ed anche delle tue reazioni.’
Rimasi in silenzio pensando che in fondo non stava dicendo nulla di sbagliato, ma neanche di brutto nei miei confronti. Era certamente vero che sino a qualche giorno prima avevo avuto solo rapporti ‘classici’, come lo era che trovarmi con due donne, peraltro molto calde, non mi era per nulla dispiaciuto.
Calvin guidò meno di una mezz’ora, sino ad arrivare davanti a una villa e parcheggiare tra molte macchine. Però non entrammo dentro, bensì in una dependance posta sul retro, dove c’aprì un ragazzo muscoloso e un po’ bruttino.
‘Sera Calvin, ti serve qualcosa di speciale ?’ gli chiese subito dopo averci fatto entrare in un piccolissimo ingresso.
‘Che ti vai a fare un giro dentro !’ gli rispose ridendo ‘Se qualcuno ti chiede perch&egrave non sei al tuo posto, digli pure che ci sono io, ma che non voglio esser disturbato.’
‘Stai tranquillo che nessuno verrà a disturbare te e la tua amica, parola mia.’
Il ragazzo si allontanò velocemente, e noi entrammo in una stanza in cui un muro era ricoperto di monitor.
‘Che posto &egrave mai questo.’ dissi a bassa voce.
‘La sala di controllo del club. A esser sinceri &egrave un club priv&egrave che volendo affitta alcune stanze, stasera per esempio una &egrave del tuo amico Boris.’
‘Perch&egrave vuoi rovinare la serata nominandomi quel bastardo ?’ gli chiesi furente.
‘Dai che scherzavo ! Anch’io lo considero un pezzo di merda anche se facciamo alcuni affari insieme, però se ci penso bene dovrei ringraziarlo, senza di lui non avrei conosciuto te.’
In quel preciso momento fu data la prima seria picconata al mio matrimonio, Calvin non solo riusciva a farmi sentire sempre a mio agio, ma anche a farmi sorridere, cosa che non mi succedeva da troppo tempo. Quello che però era più importante, &egrave che non mi sentissi per niente una donna ricattata, ma una sua amica, al limite un po’ speciale, col quale voleva condividere la sera.
Feci finta di dargli uno schiaffo finendo con l’accarezzargli il viso, ed infine lo baciai uccidendo all’istante tutte le mie remore verso di lui.
Poi feci il classico sbaglio della persona curiosa chiedendogli perch&egrave era lì il russo.
‘Forse &egrave meglio che tu non lo sappia.’ mi rispose un po’ freddamente.
‘Perch&egrave ? Magari potrei esserci io con lui, in fondo se ciò non &egrave successo &egrave solo per merito tuo.’ gli dissi dandogli un’altra carezza.
‘Non in questa situazione, &egrave davvero troppo squallida.’
‘Calvin dimmi che succede o me ne vado via all’istante, non sono una bambina da proteggere e cui non far vedere di cos’&egrave capace uno come Boris !’
‘Maledizione a me e quando l’ho nominato !’ esclamò lui battendo un pugno sul tavolo ‘Lo vuoi sapere ? Facciamo qualcosa di meglio, guardalo !’
Calvin mi portò verso un mobile dove c’erano sei monitor, ed usando una comune tastiera fece in modo che da tutti quanti si vedesse la stessa stanza da posizioni diverse. Poco dopo entrò una ragazza che Calvin mi disse fosse divenuta maggiorenne proprio quel giorno, Boris la teneva segregata da almeno tre, in pratica da quando suo padre aveva rinunciato a pagare il suo debito col russo.
‘Per fortuna l’hanno drogata, anche se in modo blando, in ogni caso sa cosa la aspetta.’ mi disse stringendomi la mano.
Dopo di lei entrarono una decina di uomini che le si scagliarono contro, e le strapparono quei pochi vestiti che aveva, per poi usarla come se fosse una bambola gonfiabile. Dopo che tutti ebbero avuto la loro ‘razione’ di sesso orale, un paio di loro la sdraiarono a terra, e un vecchio iniziò a scoparla.
‘Scusa ma il padre dov’&egrave ?’ gli chiesi fin troppo ingenuamente.
‘Di qui non si vede, ma &egrave legato in un angolo dentro la stanza.’
Rabbrividii al pensare che un uomo potesse assistere allo stupro della figlia, e ringraziai il cielo di non avere mai partorito.
‘Per piacere togli questo schifo.’
‘Si &egrave meglio, forse &egrave meglio dare un’occhiata da un’altra parte.’
Vidi due donne che si baciavano e si toccavano si di un letto, davanti a due uomini seduti davanti a loro.
‘Che cosa sono scambisti ?’
‘No cuckold decisamente atipici.’
‘Cuck che ?’ esclamai divertita
‘Allora un cuckold &egrave un uomo che gode nel vedere la propria donna con una altro, ora queste due donne una sera stava litigando per un uomo per poi decidere di ‘giocarselo’ a chi faceva venire prima l’altra. Così hanno scoperto che godono di più fra loro due, e ora di maschi ben dotati non ne vogliono più sentire, con buona pace a cui non rimane che guardarle fare sesso saffico.’
‘In effetti le capisco, ieri Meredith e Keita mi hanno fatto impazzire.’ gli dissi maliziosa.
‘Non vuoi più farlo con me ?’
‘Ma non so ‘ Ora a scherzi siamo uno pari’ gli dissi dandogli un pugnetto sul braccio e ridendo di gusto.
‘Per me vuoi fare questa fine.’ mi rispose spostando la visione su un’altra stanza.
Lì una donna sui quaranta era in mezzo a due giovani di colore, mentre un uomo, si stava masturbando davanti a loro La donna era messa carponi con un membro davanti alla bocca e l’altro che la scopava da dietro, incitata dal terzo uomo a concedersi ancor di più.
‘Come puoi vedere il marito non &egrave certo dotato di un cazzo notevole, anzi direi che &egrave più che altro una presenza simbolica.’ disse Calvin divertito ‘Così preferisce che lei lo cornifichi in sua presenza per poterla insultare e godere insieme.’
‘Ma scusa perch&egrave lei l’ha sposato ? Non credo non sapesse cosa la aspettava !’
‘Di solito in questi casi all’inizio l’amore non fa ‘vedere’ nulla, ma poi col tempo il sesso diventa un problema, e se ci pensi, questa non &egrave certamente la peggior soluzione.’
Rimanemmo un’oretta come due guardoni cambiando spesso la stanza in cui guardare, passando dai semplici scambisti, a rapporti molto forti, che in comune avevano la presenza di donne apparentemente insaziabili. Il vedere tutto quel sesso mi mise una strana voglia addosso, e invece di dirlo a Calvin, iniziai a strusciarmi sul suo corpo come una gatta in calore. Facendo finta di nulla appoggiai le natiche sul suo pacco, per poi muoverle con malizia, mentre lui fingeva di non sentire nulla. Neanche quando infilai una mano dentro il vestito all’altezza del seno, lui si scompose, continuando a scherzare sulle immagini che avevamo davanti.
‘Perch&egrave non torniamo a casa.’ gli dissi infine passandomi un dito sulle labbra.
‘Dammi solo il tempo di far tornare il ragazzo.’
Calvin fece una telefonata e dopo neanche un minuto arrivò il ragazzo che avevamo trovato, quindi lo salutammo e ci dirigemmo verso la macchina.
Non appena partimmo continuai a stuzzicarlo diventando sempre più oscena. All’inizio mi divertivo a baciarlo sul collo e succhiargli l’orecchio, ma trovai la cosa troppo banale. Così gli tolsi la pochette dal taschino della giacca per buttarlo dietro il sedile.
‘Questa non l’ho capita.’ mi disse un po’ incredulo.
‘Non mi piaceva e credo ti stia meglio questo.’ gli risposi sfilandomi il perizoma, che gli feci annusare prima d’infilarlo nel taschino.
Non ancora appagata, mi tirai su il vestito sino all’inguine, ma lasciando il meglio di me ancora coperto, per potermi toccare le cosce con lascivia sempre maggiore.
Arrivammo a casa con i miei sensi che stavano esplodendo tanta era la voglia di lui, ma il gioco che stavo portando avanti doveva essere di suo gradimento, perch&egrave appena scesi dalla macchina mi fece continuare, anche se in maniera diversa.
‘Siediti sul cofano e masturbarti davanti a me.’ disse con un tono che non ammetteva repliche.
Così mi sdraiai sulla macchina calda, e sollevai il vestito sino a mostrare la mia intimità, bagnata in modo indecente senza alcun pudore del mio stato. Le mani corsero immediatamente sul mio sesso desideroso di cure, e non seppi resistere un solo istante dall’infilarmi due dita dentro, mentre con l’altra mano solleticavo il mio clito. Cercai di trattenere l’orgasmo per non dargli la soddisfazione di vedermi godere presto, ma ero troppo eccitata per resistere a me stessa, e venni davanti a lui senza alcun ritegno o pudore.
‘Ora che ti sei calmata se vuoi possiamo fare qualcosa insieme.’ mi disse dopo essersi abbassato vicino a me
‘Devo forse mandarti l’invito per averti ?’ gli risposi baciandolo.
‘Per questa volta non serve.’
Calvin si mise fra le mie gambe e mi ripulì del mio orgasmo e di tutti i succhi che erano sgorgati prima d’averlo. Con calma passò la lingua all’esterno delle grandi labbra per poi succhiarle una a uno e infine insieme. Ma più subivo le sue attenzioni e più mi bagnavo, desiderando solo d’averlo dentro di me, anche se gli strinsi la testa sul mio pube per paura che smettesse.
‘Alzati e girati.’ mi disse sollevandosi in piedi.
Obbedii senza alcuna riserva e lui mi slacciò il vestito che cadde a terra, per poi farmi abbassare sulla macchina e tirarsi giù i calzoni.
‘Fammi vedere di nuovo come ti strusci su di me, sai m’&egrave piaciuto molto.’
Capii allora che voleva umiliarmi per permettermi di comprendere quanto fossi stata poco seria in precedenza, ma accettai la penitenza e poggiai le natiche nude sul suo membro. Il solo sentirlo nel solco del fondoschiena aumentò la mia voglia di lui. In vita mia mai avevo avuto il desiderio d’esser scopata anche peggio di una puttana, ma non potevo chiedere nulla, non sapendo quali sarebbero state poi le conseguenze. Perch&egrave Calvin usciva da tutti i canoni della logica, o forse ne aveva una tutta sua che ancora non comprendevo, in ogni caso non avrei preso nessuna iniziativa, aspettando le sue mosse. Quando però spostò il pene mettendolo proprio sullo spacco non seppi più resistere, e allungai la mano per toccarlo, Calvin allora mi penetrò completamente con una forte spinta facendomi raggiungere di nuovo l’orgasmo che urlai a pieni polmoni. Lui però non si fermò, anzi continuò a fottermi come se fossi una bambola fra le sue mani, ma ormai riuscivo a godermelo senza provare alcun dolore.
‘Apriti le chiappe.’
Quelle parole mi fecero sprofondare nello sconforto, certo il giorno prima Meredith aveva usato quel canale del piacere, ma il suo randello era ben più grande dei giocattoli della sorella.
‘Calvin ti prego, mi farai male…’ sussurrai non troppo speranzosa.
‘Stai tranquilla, darti del dolore &egrave l’ultimo dei miei pensieri.’
Non so come ma quelle parole mi calmarono completamente, in lui avevo ormai una fiducia ceca, data dal fatto che non mi aveva mai fatto male, quindi portai le mani dietro il fondoschiena per aprirlo il più possibile. Calvin fece cadere un po’ di saliva sopra l’orifizio prima di poggiarci la cappella per spingerla dentro con molta cautela.
Nonostante la sua calma i tentativi di sodomizzarmi non andarono da nessuna parte, allora mi diede una manata sulla chiappa e spinse con più decisione, facendo entrare quel fungo.
‘Ah mi fa male !’
‘Rilassati il peggio &egrave passato.’
Cercai di sfilarmi da lui, ma come risultato ottenni solo che mi entrò dentro qualche centimetro del suo bastone, così rimasi ferma e cercai di rilassarmi, seguendo il suo consiglio. Pian piano il dolore calò, lasciando spazio a una piacevole sensazione di pienezza.
‘Quando te la senti muoviti tu, io ti farei troppo male.’
Quelle parole così dolci mi aprirono il cuore, ripensai al mio primo rapporto e come il ragazzo d’allora fosse stato così poco attento a me, facendomi male senza che io provassi poi alcun piacere.
Così cominciai a spingere all’indietro, fermandomi ogni volta che sentivo troppo male per andare avanti. Muovendomi lentamente, ma senza aver mai in mente di desistere, arrivai alla fine di quella corsa, sentendo il suo corpo contro il mio sedere.
‘Adesso tocca a te uomo !’ gli dissi girando la testa e mandandogli un bacio
‘Basta che tu tieni le mani sulla macchina.’
Capii che dovevo toccarmi e godere solo del suo membro, ma bastò la sua prima spinta perch&egrave comprendessi che potevo provare piacere col mio culo, anche se non vi ero mai riuscita sino a quella sera. Calvin si dimostrò nuovamente uno stallone di gran razza, che oltretutto sapeva far godere la donna che era con lui. Si muoveva ora a scatti, ora con estrema lentezza, facendomi gemere di piacere. Quando poi mi sollevò per afferrarmi un seno con una mano, mentre l’altra arrivò in mezzo alle gambe, non ebbi più freni inibitori, e urlai quanto mi piacesse essere lì con lui.
‘Sii fottimi ancora ! Mi stai facendo impazzire ‘ maiale che non sei altro ‘ sto godendo ! Mi volevi porca e ora sono come tu mi vuoi, ma non smettere fammi godere ancora …’
Calvin mi strinse ancor di più a se prima di darmi delle autentiche bordate che mi fecero avere l’ultimo orgasmo, poco prima che anche lui venisse, riempiendomi le viscere col suo seme. Poi si abbassò per succhiarmi il buchetto e raccogliere un po’ di sperma che portò alla mia bocca,unito alla sua saliva, in un cocktail di sapori unico al mondo. Lo baciai con tutta la passione che avevo dentro, ma lui mi fermò dicendomi che dovevo andare da mio marito.
‘E come credi che ce la possa fare, dopo quello che ho provato con te ?’ gli dissi rimettendomi il vestito.
‘Questa &egrave una situazione dalla quale devi uscirne tu, io posso aiutarti ben poco.’
‘Hai ragione ‘ &egrave ora di dirgli la verità.’
Arrivai in camera decisa a dire a Luigi quello che provavo sia per lui sia per Calvin, lo trovai sveglio seduto sul letto che mi aspettava in uno stato di grande agitazione.’
‘Un minuto che devo andare in bagno.’ gli dissi un po’ fredda.
Quando uscii lui era in piedi, pronto a farmi il terzo grado.
‘Allora scopato anche stasera ?’ mi chiese sprezzante
‘Sì, e se vuoi sapere se m’&egrave piaciuto, la risposta &egrave di nuovo sì.’
‘Allora il negro sa usare il cazzo.’
‘Molto meglio di te anche perch&egrave ha un palo e non un uccellino.’
Luigi mi tirò uno schiaffo che mi fece cadere sul letto, ma io mi rialzai immediatamente affrontandolo a viso aperto.
‘Sentimi bene pezzo di merda, vuoi picchiarmi ? Fallo ! E stanotte ti sgozzo come chiudi un occhio. Ti ricordo che siamo qui perch&egrave tu non vali un cazzo se non come ingegnere, per il resto sei solo sterco, sono stata chiara !’
Luigi rimase impressionato dalla mia reazione così violenta, e non riuscì a dire nulla.
‘Quindi da adesso in poi te ne starai zitto qualunque cosa faccia.’ continua puntandogli un dito davanti alla faccia ‘E guai a te se provi a mettermi di nuovo una mano addosso. Domani chiederò a Calvin una stanza solo per me, così la sera non dovrò vederti più !’
Lo vidi uscire piangendo dalla stanza, ma non m’importò nulla sapere dove andasse. Mi tolsi il vestito per buttarmi nuda sul letto e addormentarmi poco dopo.

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Mi svegliai presto contenta di aver spiegato tutta la verità a Luigi, ero talmente di buon umore che dopo aver indossato il consueto abito corto, scesi al piano inferiore fischiettando. Ma nel salone trovai Meredith alquanto seccata.
“Ciao Meggy, passata una brutta serata.” dissi dandole un bacio sulla guancia.
“No sono incazzata con Keita, le avevo detto di farmi un ordine perch&egrave il mio portatile &egrave fuori uso, ma la cretina se n’&egrave dimenticata.”
“E non lo puoi fare oggi ?”
“Sì ma quello che mi serve arriverà la settimana prossima, ed io ne avevo bisogno nel fine settimana.”
In quel momento arrivò Keita, che mi salutò tenendo lo sguardo basso come un cane bastonato.
‘Dai Meggy vorrà dire che potremmo passare più tempo insieme, come si dice non tutto il male viene per nuocere.’
Mi resi presto conto che il mio tentativo di sdrammatizzare era destinato al fallimento, Meredith tratteneva a stento la sua rabbia, ed io non capivo se era per un qualcosa d’importante o per un futile motivo.
‘Questa la prendo come una promessa.’ mi rispose abbozzando un mezzo sorriso ‘Ma dopo pranzo chi ha sbagliato pagherà.’ concluse prima d’andarsene via.
Chiesi a Keita se potevo esserle in qualche modo d’aiuto, ma lei disse di no, e quasi fuggì in cucina, così non sapendo che fare, andai a mettermi un costume e presi il sole sino ad ora di pranzo.
Come finimmo di mangiare Meredith mi portò in camera sua, ed io la seguii dimenticando quello che era successo durante la mattinata.
‘Senti Veronica, fra poco punirò Keita per il suo sbaglio, se vuoi puoi vedere e al limite partecipare.’ disse mentre si cambiava d’abito indossandone uno corto in latex nero.
‘Cosa vuol dire ‘punirò Keita’, non &egrave una bambina che puoi sculacciare ?’ risposi incredula.
‘Che non la possa sculacciare lo dici tu !’ continuò Meggy quasi ridendomi in faccia ‘Inoltre sappi che non le dispiacerà affatto, Keita &egrave molto brava a fare la slave in un Bdsm un po’ soft.’
Per me che il sadomasochismo era rappresentato solamente da ‘Historie d’O’, mi sembrò un discorso folle, ma la mia curiosità innata mi portò all’accettare il suo invito ad assistere.
‘Bene andiamo nella camera delle punizioni, lei ci aspetta li.’
Seguii Meredith sino a una stanza che non m’aveva mostrato il giorno prima, posta dietro quello che era il suo porno-shop privato. Keita era già li, inginocchiata al centro della stanza con le mani dietro la schiena.
‘Keita sai perch&egrave sei qui ?’ le chiese Meggy mettendosi davanti a lei.
‘Perch&egrave ho commesso uno sbaglio e ora attendo la mia punizione.’ rispose Keita senza alzare lo sguardo.
‘Essendo ormai una di casa, Veronica mi farà d’assistente, e su mia richiesta potrà punirti anche lei, non te lo dico perch&egrave m’importi il tuo pensiero, ma solamente per farti capire perch&egrave &egrave qui.’
‘Non c’&egrave nessun problema Meredith, la tua &egrave una giusta decisione.’ disse Keita sempre a testa bassa.
‘Sono contenta che per te vada bene. Prima lei ha detto che non posso sculacciarti, quindi inizieremo proprio da li, una bella sessione di spanking.’
Meggy s’andò a sedere su un piccolo letto sistemato in un angolo, e Keita, camminando a quattro zampe, andò da lei, sistemandosi poi sulle ginocchia col sedere in bella vista. Nella mia ingenuità a quel punto mi sarei aspettata di vedere una ‘sana’ sculacciata, invece Meggy alternava schiaffi anche forti, quasi tutti negli stessi punti, a morbide carezze su tutto il fondoschiena e in mezzo alle gambe. Keita da parte sua gemeva sommessamente, e non mi sembrò che sentisse molto dolore, anche perch&egrave non chiese mai a Meggy di smettere.
‘Vieni a sentire com’&egrave bagnata questa troietta.’ mi disse Meredith dopo una decina di minuti.
Allungai una mano fra le gambe di Keita, sembrava quasi che qualcuno le fosse venuto dentro per quanto fosse bagnata.
‘Hai ragione, &egrave proprio un lago !’ risposi stupita.
‘Vuoi occupare il mio posto, così mi riposo un po’ ?’
‘Meggy io non l’ho mai fatto ma sei vuoi …’ dissi fingendomi ingenua, pur avendo dentro una gran voglia di provare quell’esperienza.
‘Keita hai sentito ? Alzati e fai prendere il mio posto a Veronica.’
Così mi ritrovai al posto di Meggy che, come ci fummo sistemate, mi porse una strana pala in pelle nera.
‘Cos’&egrave questa cosa ?’ chiesi da perfetta ignorante.
‘E’ un paddle abbastanza morbido.’ mi rispose Meredith ‘Poiché sei una novizia &egrave meglio che usi uno strumento fatto appositamente per questo scopo, l’importante &egrave che non parti in quarta.’
Ricordandomi quello che aveva fatto lei, feci passare la pala sulle natiche di Keita prima di colpirla, ma lo feci tanto piano che le feci ridere entrambe. Così ferita nell’orgoglio diedi un altro colpo, questa volte più forte, che fece sobbalzare un pochino la donna stesa sulle mie gambe. Tornai quindi a strusciare il paddle sull’altra natica di Keita per poi batterla con minor forza, e riuscire quindi a prendere un discreto ritmo fra carezze e colpi dalla giusta durezza.
Meredith mi guardava divertita, dandomi ogni tanto dei consigli su dove colpire con più frequenza, sino a quando non m’accorsi che Keita era ormai così eccitata che m’aveva macchiato il vestito con i suoi umori.
‘Meggy ho come l’impressione che se continuo questa mi viene sulle gambe !’ esclamai divertita.
‘Cazzo hai ragione !’ mi rispose Meredith ‘Keita vai agli anelli, credo sia meglio passare a qualcosa di più serio.’
Keita mi diede un bacio prima di dirigersi contro una parete, nella quale erano incassati due grossi anelli di ferro. Meredith le legò i polsi usando delle lunghe corde, che poi accorciò con dei moschettoni.
‘Veronica vieni qua e tienile aperto il culo.’
Non appena misi in bella mostra il fiorellino della torturata, Meggy iniziò a graffiarlo senza però affondare troppo le unghie, per poi penetrarlo con la punta del dito medio. Quando Keita cominciò a gemere per il dolore, la sua aguzzina s’abbasso per bagnarle il buchetto con la lingua, facendola sussultare per il piacere.
‘Vedi Veronica, questa troietta non vorrebbe altro che qualcosa nel culo.’ mi disse Meggy dopo aver ripetuto più volte quel giochino ‘Ma sa che non la accontenterò tanto presto, perch&egrave sa anche che adoro non farla godere in fretta e impedire il più possibile che abbia l’orgasmo.’
‘Io credo che impazzirei.’ le risposi di getto.
‘Imparerai presto a godere da donna vera, Calvin &egrave un buon maestro, e la pazienza la sua più grande virtù. Ora però divertiamoci con lei, hai mai fatto un clistere ?’
‘No perch&egrave ?’
‘Ho un mio metodo che voglio mostrarti.’ mi disse con un sorriso alquanto sadico ‘Prima però permettiamole di mettersi meglio.’
Sganciando i moschetti allungò le corde che tenevano fissa Keita al muro, ordinandole poi di mettersi carponi, col sedere ben in alto.
‘Come saprai i clisteri si fanno con la pressione data dall’altezza della sacca, in fondo &egrave il semplice meccanismo dei vasi comunicanti. Io ho inventato questo semplice gingillo che invece &egrave munito di una piccola pompa, la pressione non &egrave eccessiva per un essere umano, ma in ogni caso si fa sentire. Inoltre ho sostituito la cannula con un dildo anale, di diametro non eccessivo, però abbastanza lungo per essere maneggiato con comodità.’
Finita la spiegazione, Meredith avvicinò a Keita la macchina per il clistere, e dopo averle oliato il buchetto, fece entrare la cannula-dildo sino in fondo.
‘Iniziamo con una piccola carica di pochi secondi,in modo che lei si abitui a sentirsi piena.’ disse avviando per qualche secondo la macchina.
A Keita scappò un piccolo gemito, ma subito dopo si rilassò, e non appena Meggy le sfilò quell’insolita cannula, scaricò l’acqua per terra. La Mistress ripeté diverse volte l’operazione, prima di chiedermi di farlo io, che accettai senza alcuna riserva. Come inserii il dildo Meggy mi disse di tenerlo con forza perch&egrave avrebbe tenuta la macchina accesa più a lungo. In effetti pian piano il ventre di Keita si riempì sempre di più, sino ad assomigliare a quello di una donna incinta di qualche mese.
‘Tappale il culo con questo.’ mi disse quindi porgendomi un plug in gomma di una certa dimensione.
Sfilai la cannula molto rapidamente, per poi inserire il plug, che riempì il buchetto di Keita altrettanto velocemente, facendole però male, almeno a giudicare dal suo urlo. Meredith lesse nel mio sguardo l’intenzione di chiedere scusa all’asiatica, ma non me lo permise chiamandomi vicino a se per darmi un lungo bacio a bocca aperta.
‘Tu schiavetta vieni qua a leccare i piedi alle tue padrone.’ disse quindi a Keita, la quale obbedì prontamente.
Mai nessuno in vita mia aveva mai toccato le mie estremità, e il solo sentire appena la sua lingua fra le dita, mi diede uno strano senso d’onnipotenza. Meggy da parte sua, aumentava la mia voglia di sesso toccandomi fra le gambe fra un bacio e l’altro, facendomi eccitare in modo quasi vergognoso.
Keita leccò quasi con devozione i piedi sia a me che a Meggy, per poi risalire lentamente sulla sua coscia con la lingua, mentre le mani erano sulle mie gambe.
‘Brava serva, lecca la fica della tua signora e falla godere.’ disse Meggy spingendo la testa di Keita contro il suo pube.
Rimasi sorpresa nel non vedere Meredith gemere di piacere, rimaneva invece quasi ‘fredda’ nonostante l’asiatica si desse un gran d’affare con bocca e mani, ma bastò un suo occhiolino per farmi capire cos’aveva in mente.
‘Keita non ti stai impegnando come si deve.’ le disse spingendola a terra e afferrando due frustini da equitazione, di cui uno finì nelle mia mani ‘Vorrà dire che ti dovremo punire ancora ! Veronica cerca di copiare i miei movimenti.’ concluse rivolgendosi a me prima di mettersi dietro Keita e iniziare a colpirla molto piano direttamente sulla passera.
Non avendo mai frustato nessuno in vita mia, all’inizio diedi i mie colpi quasi con timore ma Meggy mi disse di non avere fretta, e che avrei capito da sola sin dove spingermi. Così le mie toccate presero maggior vigore, pur non facendo realmente male a Keita, che anzi gradiva quel trattamento di stampo sadomaso, ma molto soft.
Dopo un po’ m’accorsi d’avere un vero e proprio lago fra le gambe, come se la mia eccitazione non avesse fine, e non diminuì di certo quando Meggy si piazzò davanti a Keita intimandole di tornare a leccarla mentre io dovevo continuare a colpirla. A quel punto non riuscii più a trattenere la mia mano, che corse sulla mia passera bisognosa di sollievo, e cominciai una lenta masturbazione che mi portò quasi all’orgasmo. Ma mi fermai volendo dare il massimo del piacere a Meggy, mia vera maestra in quel mondo sino ad allora a me sconosciuto. Così lasciai il frustino per mettermi dietro di lei e, dopo averla baciata a lungo facendole sentire tutta la mia passione, le toccai seno e clito sino a portarla alla vetta massima del godimento.
Ma Meredith non era ancora sazia di piacere, così fece sdraiare Keita sul tavolo e le mise la fica in faccia.
‘Veronica incula questa porca che non vuole altro che prenderlo dietro !’
Come mi girai vidi un grosso strap-on che sembrava esser stato messo lì appositamente per quel momento, lo indossai velocemente, e dopo aver tolto il plug a Keita, la sodomizzai dimenticandomi ogni forma di grazia. Provai uno strano piacere nell’essere così sadica, da un lato mi rendevo conto che stavo facendo male a Keita, ma dall’altro godevo nel vederla soffrire.
‘Hai ragione Meggy !’ esclamai ad alta voce ‘Guarda come gode questa puttanella ! E non mi dire che ci sto dando piano !’
‘No sei perfetta.’ mi rispose lei dandomi un bacio ‘La miglior compagna di giochi che potessi trovare, ingenua e perversa com’ero io anni fa.’
Continua a fottere Keita sino a quando Meredith non ebbe un altro orgasmo, che pensai ponesse fine alle torture a Keita, ma come al solito mi sbagliavo. La padrona di casa infatti prese due grosse candele accese, ed iniziò a versare la cera calda sul corpo della sua schiava, senza però provocarle alcuna ustione anche minima.
‘Ora falla venire, in fondo se lo merita o sbaglio ?’ mi disse Meggy lasciando le candele e riprendendo il frustino col quale fece saltare la cera, con piccoli ma precisi tocchi dati col punta, per poi leccare ogni centimetro di pelle ritornato alla luce.
Tolsi il fallo dal suo buchetto ormai dilatato per infilarlo nella bocca del piacere, dentro la quale scivolò quasi da solo.
‘Dimmi come lo vuoi, dolce o violento ?’ le chiesi dopo averle preso il clito fra le dita.
‘Scopami stronza !’ mi rispose quasi furiosa per la mia domanda.
Così le strinsi quasi con sadismo il clito fra le dita, e cercando di tenerla ferma con la mano libera, iniziai a spingere con tutta la forza che avevo.
‘Prendi puttana !’ urlai quasi in trance ‘Vuoi il cazzo ? Eccoti servita, te la spacco questa fica di merda che hai, voglio sentirti implorare di farmi smettere solo per sbatterti sino a sfinirti !’
In preda a quel violento raptus erotico la scopai a lungo, con un vigore che non credevo avessi mai potuto avere, facendole avere diversi orgasmi, e finendo solo quando mi mancarono le forze. Ma a quel punto non mi bastava più il godere attraverso lei o Meggy, volevo esser io al centro delle loro attenzioni, e lo dissi senza alcuna riserva.
‘Meggy ora scopami tu, non resisto.’
‘Ho un’idea migliore, Keita mettiti lo strap-on da bocca e sdraiati a terra.’ disse lei da perfetta regista del piacere.
Keita anche se visibilmente provata, obbedì mettendosi da sola lo strap-on e fissandoselo davanti alla bocca, prima di mettersi per terra. Compresi subito ciò che doveva fare, e senza esitare m’impalai da sola sopra chi avevo avuto io sino a poco tempo prima. Una folata di godimento puro mi avvolse non appena sentii in me tutto quel fallo finto, ma non ebbi tempo di gustarlo a fondo, che Meredith prese a toccarmi il forellino con le dita.
‘Meggy non l’ho mai fatto, ma sei voi prendimi anche tu.’ dissi liberandomi di ogni tabù residuo e preparandomi per la mia prima doppia penetrazione.
‘Fatti prima preparare come si deve. Sei stretta e non voglio farti male, ma solo godere.’
Le sue parole mi ricordarono quelle del fratello, ed in cuor mio mi sentii ancor più tranquilla quando il suo dito entrò nel mio buchetto per allargarlo. Quando però le dita diventarono due provai un po’ di dolore, ma le dissi di non preoccuparsi e di continuare, volevo ormai sentirmi sua e non ci avrei rinunciato per nulla al mondo.
Meggy s’infilò il suo strap-on che lubrificò con cura, prima di mettersi dietro di me.
‘Stai tranquilla e respira, il resto lo faccio io.’ mi sussurrò all’orecchio.
Cercai di rilassarmi il più possibile, anche quando sentii la punta del fallo premere contro il mio buchetto, per poi entrare sino alla cappella. Fu allora che in preda alla libidine più pura e assoluta, spinsi all’indietro il sedere, sodomizzandomi completamente mentre urlavo di piacere. Le due donne presero a muoversi neanche fossero sincronizzate, riempiendomi alternativamente sino a quando non ebbi il primo dirompente orgasmo. Ma nessuna delle tre aveva la minima idea di smettere, così continuarono con ancor maggior forza, finendo di trasformarmi da una donna piuttosto fredda e piena di pregiudizi, in una femmina da letto, pronta a qualunque tipo di rapporto, anche il più perverso.
Poco prima di venire di nuovo, pensai se in quel momento ci fosse stato mio marito a guardarmi, lui che era sempre stato gentile e delicato, chissà cos’avrebbe pensato nel vedermi godere mentre prendevo due falli finti, e godevo in maniera oscena. Magari avrebbe voluto essere al posto di Meggy, ma per un attimo lo vidi al mio posto, sodomizzato da me e Keita, e come focalizzai la scena ebbi un nuovo orgasmo.
Crollai a terra per raggiungere in seguito Meggy e Keita sotto la doccia, poi la seconda si congedò e mi ritrovai con la prima nella sua camera, dove le confessai i miei più profondi segreti.
‘Veronica ciò che pensi &egrave assolutamente normale.’ mi disse accarezzandomi i capelli ‘Per anni hai considerato il sesso solo come un ‘dovere’, e oggi che lo scopri sul serio sei confusa, frastornata dagli eventi. Quanto a tuo marito prima o poi finirà sotto di noi, &egrave inevitabile visto che non può sfogarsi in nessuna maniera, ma ciò accadrà solo quanto sarai tu a volerlo, io non ho nessuna fretta.’
‘Ma Luigi non &egrave gay !’ obbiettai ingenuamente.
‘Lo so, ma un uomo si può plasmare, certo ci vuole tempo, ma lui non &egrave certamente un macho, ne una persona con una forte personalità, quindi finirà col fare lo schiavetto.’
Lasciai Meggy in preda a mille dubbi e domande, per prepararmi per la cena.
Quando finimmo Calvin mi portò in un salotto dove parlammo a lungo, anzi fui quasi sempre io ad avere la bocca aperta. Gli raccontai di me e Luigi da fidanzati e poi come coppia, anche se sotto certi punti di vista c’era ben poco da dire.
Tornai in camera mia abbastanza presto, trovando Luigi che dormiva e non pensai minimamente di svegliarlo e dirgli di quello che era successo con Keita e Meredith, delle parole di quest’ultima e di tutti i dubbi che affollavano la mia mente. Così mi cambiai per sdraiarmi al suo fianco, sentendolo però per la prima volta come un estraneo, ma non diedi molto peso a quella sensazione e m’addormentai quasi subito.

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/ Dopo poco più d’un mese

La mia vita era cambiata in maniera così radicale, che ormai facevo quasi fatica a ricordare ogni singolo avvenimento che mi avevano portata a quel punto. Luigi, dopo un paio di settimane, aveva chiesto un suo alloggio, e Calvin l’aveva accontentato dandogli una camera in un angolo della casa, opposto a quello dove ero rimasta io.
Ogni volta che mi svegliavo sapevo che prima o poi avrei fatto del sesso con Calvin o sua sorella, la quale non disdegnava la presenza di Keita nei suoi giochi erotici. Ero arrivata a non capire a chi volessi più bene dei due, che m’avevano fatto dimenticare di quello che in fondo era pur sempre mio marito.
“Sarà il tuo cuore a decidere dove andare, e nessuno potrà dire nulla sulla tua decisione.” m’aveva detto Meredith quando le avevo raccontato delle mie indecisioni.
Certamente fra i due era nata una competizione per avermi completamente, una gara fatta di sottili giochi di seduzione e piacere senza fine. In quel vortice di sensazioni avevo perso tutti i miei pregiudizi in fatto di sesso, sino a trovare del tutto normale l’esposizione continua e costante della mia femminilità, anzi di portarla al suo eccesso ma senza mai cadere nel cattivo gusto.
Solo un giorno non ebbi nessun tipo di rapporto, ma fu per una serie di circostanze, Meredith era andata fuori per i suoi fiori, Keita era indisposta e Calvin era tornato tardissimo da una riunione di lavoro, e pur apprezzando il mio esser rimasta ad aspettarlo, aveva preferito andare a dormire lasciandomi sola.
Mi ritrovai quasi spaesata nella mia stanza chiedendomi se quello era un segno da comprendere, o solo il frutto di coincidenza, finendo col cercare un po’ di piacere da sola, perch&egrave ormai non potevo più vivere senza avere almeno un orgasmo al giorno.

Mi svegliai presto e dopo aver dormiti poco e male, così presi una vestaglietta leggera e scesi per preparare un minimo di colazione. Mentre cercavo i biscotti arrivò Calvin con indosso solo i pantaloni di una tuta in tela.
“Buongiorno, vedo che siamo mattiniere.” mi disse dandomi un bacio sulla guancia “Vedo anche che hai deciso di svegliare subito i miei peggiori istinti…”
“Stai un po’ buono e dimmi dove sono i biscotti che non li trovo.”
“Terzo sportello in basso.”
Come m’abbassai per aprire lo sportello, lui mi prese per i fianchi e poggiò il suo membro nel solco delle mie chiappe.
“Riesci a stare cinque minuti buono ?” dissi fingendomi infastidita, mentre mi strusciavo leggermente su di lui.
“Non &egrave certo colpa mia se metti esposta la tua mercanzia !”
Le sue mani mi aprirono la vestaglia per impadronirsi dei miei capezzoli, che erano già ben duri.
“Ti lascio un giorno senza sesso e ti trovo eccitata come una ragazzina.” mi sussurrò all’orecchio.
“Perché non la finisci di dire cazzate e fai quello che ti viene meglio, o vuoi una richiesta scritta per farmi godere ?” risposi ormai vogliosa di lui e del suo cazzo.
Rimanendo davanti a lui, e spostandomi di poco, gli tirai fuori quel pezzo di carne da cui ormai dipendeva il mio cervello, per menarglielo lentamente. Lui aveva fatto scendere una mano sino all’interno delle mie cosce, il suo tocco era dolcissimo, delicato e forte allo stesso tempo.
Iniziammo così a masturbarci a vicenda come due ragazzini, ma senza la loro foga, anzi ogni nostro gesto era volto a prolungare il più possibile il piacere che ci donavamo reciprocamente. Godevo nel sentire le sue dita stringermi un capezzolo o il clito, il sentirle entrare con estrema calma per poi uscire velocemente, e lasciarmi la voglia dentro. Ma godevo anche nel sentire il suo pene crescere nella mia mano, diventare sempre più duro e pronto nel darmi piacere. Passammo così lunghi momenti baciandoci ora con passione, ora solo per sentirci ancora più uniti, quando vidi un’ombra dietro la porta. Di certo non poteva essere Keita, che non sarebbe rimasta a guardarci amoreggiare, quindi non poteva essere che Luigi. Decisi che era giunto il momento di fargli capire coi fatti che non ero più la sua donna, e che ormai faceva parte del mio passato.
‘Oh Calvin come sai farmi godere !’ dissi con la voce più sensuale che potessi avere ‘Ti voglio dentro di me, dammi il tuo cazzo.’
Poi sottovoce gli dissi del guardone che ci stava spiando, lui mi fece un sorriso prima d’abbassarsi dietro di me.
‘Ti scoperò dopo, ora voglio gustarmi il tuo sapore di femmina.’
‘Mm si leccami la fica, senti com’&egrave dolce il mio nettare !’
In realtà non dovevo poi fingere molto, per manifestare nella maniera più palese possibile, quanto godessi mentre Calvin passava lentamente la lingua fra l’inizio del mio spacco ed il buchetto. Quando poi infilò un dito nei due orifizi, esplosi con un urlo di piacere, che certamente Luigi non poté non udire.
‘Sii riempimi tutta ! Hai due dita che sembrano due cazzi ! Alzati ti prego, voglio sentire il tuo manganello pulsare nella mano prima d’averlo dov’&egrave giusto che stia.’
Calvin s’alzò senza smettere di masturbarmi, ed io gli afferrai il membro stringendolo con passione.
‘Sei proprio una porcella senza limiti.’ mi disse mordendomi un lobo.
‘Sei tu che sai farmi godere, non come quella mezza sega che ho sposato !’ urlai a pieni polmoni ‘Con te mi sento femmina e non più donna insoddisfatta.’
Continuammo a toccarci vicendevolmente, senza mai smettere d’insultare la virilità di Luigi, che non s’era mai mosso dal suo posto, sino a quando Calvin non mi mise sul tavolo con le gambe aperte.
‘Buttamelo dentro senza pietà.’ dissi ad alta voce aprendomi le labbra intime.
Lui mi penetrò completamente con un colpo secco, che mi fece urlare per quanto fu forte, ma subito dopo il godimento ebbe il sopravvento sul dolore, e cominciai a dirgli di continuare il più a lungo possibile e di farmi bere il suo sperma.
Non so dire per quanto tempo Calvin mi scopò, senza mai spostarmi e dare il minimo cenno di stanchezza, certamente il fatto d’avere un fiume in piena dentro gli permise di durare tantissimo, con mia grande gioia. Quello che però più mi stupì, fu il fatto di dire parole che mai avrei pensato di pronunciare in vita mia, e nel provare un sottile piacere nel parlare in maniera così scurrile. Il voler punire Luigi per la sua presenza, tirò fuori da me il peggio in quanto a volgarità gratuite, così frasi come ‘Sono la tua troia !’ uscirono dalla mia bocca con l’unico fine di umiliare mio marito.
Poco prima di venire Calvin si tirò indietro, ed io m’accucciai fra le sue gambe, prendendogli subito il pene in bocca. I suoi getti di sperma, caldi e copiosi, arrivarono dritti al palato proprio mentre m’infilavo nella passera quattro dita per avere l’ultimo ennesimo orgasmo.
Dopo aver ripulito quel gran bello strumento di piacere m’alzai, e diedi un lungo bacio a Calvin ringraziandolo per quei bei momenti, ma quando mi girai verso Luigi, vidi che lui non c’era più.

Preparai il pranzo solo per me e Calvin, portando a Keita del brodo caldo e rimanendo un po’ con lei, prima d’andare a prendere il sole vicino alla piscina. Non appena mi sistemai nuda sulla sdraio, arrivò Luigi furente, e non ci volle un gran cervello per capirne il motivo.
“Vedo che ti piace fare la puttana col nostro aguzzino.” mi disse cercando d’essere ilare.
“Sai com’&egrave quando uno &egrave bravo non &egrave che ci voglia poi molto !” gli risposi sorridendo.
“Vuoi dirmi che non fingi neanche un po’ ?”
“Perch&egrave dovrei ? Ma hai visto come mi scopa ? Non come facevi tu che duravi sì e no cinque minuti.”
Lui mi tirò per un braccio facendomi alzare, per poi colpirmi con uno schiaffo in pieno viso. In quel momento lo odiai con tutta me stessa e gli diedi una ginocchiata proprio sui testicoli, facendolo finire a terra, prima di sferrargli un calcio all’altezza della milza che lo mise definitivamente Know out.
‘Stammi a sentire pezzo di merda.’ gli dissi furibonda ‘Prova a mettermi un’altra volta una mano addosso e ti riduco a brandelli, e non credo tu voglia esser frustato a sangue prima di prendere nel culo tutto ciò che trovo in giro. Quindi te ne torni nella tua cameretta e guai a te se ti becco di nuovo a fare il guardone. Ora vattene che stasera Calvin mi porta fuori e voglio rilassarmi prima di farmelo di nuovo, anzi sai che ti dico, ho voglia di prenderlo nel culo, non sai come godo quando me lo apre col suo cazzone.’
Luigi s’allontanò ancora piegato dal dolore, mentre io mi rimettevo sulla sdraio, pregustando la serata col mio nuovo amore.

La sera Keita stava meglio, e dopo aver preparato una cena leggera, si fermò a mangiare con me e Calvin, per ritirarsi appena finito.
‘Vai in camera e indossa ciò che trovi sul letto.’ mi disse Calvin ‘Io vado a prepararmi.’
Corsi nella mia stanza e rimasi senza parole davanti a quel che vidi. Un elegante abito da sera molto castigato, ma che allo stesso tempo che lasciava la schiena scoperta, di color viola, tempestato di piccoli ricami in oro, faceva bella mostra la centro del letto. Al suo fianco un completo d’intimo nero, composto da reggicalze in pizzo, mutandine in tulle e calze con la riga.
Indossa il tutto di fretta, ma con molta cura, per poi scendere e trovare Calvin in smoking ad aspettarmi.
‘Sei splendida, ma ti mancano un paio di dettagli.’ disse appena mi vide.
‘Non ho forse visto qualcosa ?’ chiesi in preda al dubbio.
‘No, vieni qui, quel che manca l’ho io, solo girati.’
Così mi voltai per trovare al mio collo una collana di perle di raro splendore, che mai avrei pensato di poter mettere.
‘Calvin, ma sono meravigliose !’
‘Sono felice che ti piacciano, ora sono tue.’
Mi girai per baciarlo, ma lui mi bloccò.
‘Per i ringraziamenti c’&egrave sempre tempo, ora tirati su il vestito e piegati in avanti.’
Pur rimanendo sconcertata feci quanto mi chiese, arrivando a credere che volesse un ‘antipasto’ prima d’una serata di fuoco. Invece lui mi tirò un po’ giù le mutandine, per poi infilarmi nella passera due piccole sfere di legno.
‘Ora sei pronta, sistemati meglio e andiamo.’
‘Andare dove ?’
‘A teatro, non te l’avevo detto ?’ mi disse ben sapendo d’avermi tenuta all’oscuro dei suoi progetti.
Mi tirai su le mutandine e sistemai al meglio il vestito, ma come cercai di muovermi le palline fecero sentire la loro presenza, dandomi una scossa di piacere.
‘Calvin, io ‘ ecco io non riesco a camminare.’ dissi cercando di rimanere impassibile.
‘Non dire sciocchezze, eccoti il mio braccio e andiamo insieme a prendere la macchina.’
I primi passi furono un vero supplizio, mi fermavo appena dopo aver mosso la gamba, per poi stringere i denti e continuare. In macchina non fu molto meglio, se pur ben ammortizzata, ogni sobbalzo era una fitta dritta al cervello, inoltre avevo una pura folle di macchiare quel bel vestito con gli umori che non riuscivo a trattenere.
Arrivati davanti al teatro rimasi immobile, suscitando la sua ilarità.
‘Vuoi rimanere nel parcheggio o preferisci venire con me ?’ mi chiese sorridendo.
‘Provaci tu a camminare con due palle nella fica !’ risposi irritata.
‘Non credo che mi opererò solo per togliermi questa curiosità !’
Ci mettemmo a ridere e finii col dimenticare cosa m’avesse messo dentro la passera, e quando si trattò di camminare lo feci con una certa scioltezza. Calvin aveva prenotato un palchetto privato, e sedermi su quella comoda poltroncina fu un gran sollievo, anche se durò solo il tempo che ci separava dall’inizio dello spettacolo. Non avendo mai assistito ad un’opera lirica ero molto curiosa si vedere come fosse, ma appena si spensero le luci, lui iniziò un’altra tortura che durò per tutta la rappresentazione, pause escluse. Calvin infatti sollevò il mio vestito sino all’inguine, per poi picchiettare le dita contro le mutandine all’altezza del sesso, facendomi trattenere sempre più a stento i gemiti di piacere.
‘Calvin piantala o mi metto ad urlare quello che stai facendo.’ dissi ad un certo punto decisamente indispettita, e non potendone quasi più di ricevere quel trattamento.
‘Non vedo l’ora ! Dai affacciati e grida a tutti che te ne stai qui seduta con due palline cinesi nella fica !’
‘Almeno fammi venire, così &egrave insopportabile.’
‘Non ci penso neanche per scherzo, il gioco &egrave proprio negarti l’orgasmo, ma stai tranquilla che poi mi ringrazierai.’
Cercai di concentrarmi sull’opera, ma non riuscendo a leggere il libretto in quanto tutte le mie forze erano concentrate sul trattenermi, non capii quasi nulla, e l’ultima calata del sipario fu quasi una liberazione.
‘Vuoi andare a fare un giro ?’ mi chiese beffardo.
‘Andiamo a casa bastardo, non vedo l’ora di darti una bella lezione.’
‘Ohh, ma cosa stai dicendo, ora sono proprio curioso, ah ah.’
Per fortuna durante il viaggio di ritorno Calvin evitò d’eccitarmi, e arrivati alla villa gli dissi che volevo la mia vendetta.
‘Sentiamo cosa dovrei fare ?’ mi chiese toccandosi il mento.
‘Chiuditi due minuti in bagno per darmi il tempo di preparare ciò che ho in mente.’
‘Va bene, ma solo due minuti.’ rispose chiudendo nel suo servizio privato.
Pur con i tacchi, corsi in cucina per prendere una bottiglia di champagne e due fluite, poi tornai in camera dove accesi tutte le candele che vidi, tolsi vestito, mutandine e palline, ed infine lo chiami per farlo uscire.
‘Calvin perch&egrave non porti un po’ di champagne ? Sai ho una gran sete, anzi porta anche la bottiglia.’ dissi con tutta la sensualità di cui ero capace.
Lui stappò la bottiglia per poi riempire i due fluite, e portare il tutto sul comodino, prima di porgermi il bicchiere.
‘A cosa vuoi brindare ?’ mi chiese.
‘A noi due, ovvio no ?’
Bevvi un pochino prima d’iniziare a toccarmi il seno, soffermandomi sui capezzoli, che erano tanto duri che mi sembrava dovessero esplodere da un momento all’altro.
‘Forse era meglio usare delle vecchie coppe da champagne.’ mi disse mordendomi il lobo dell’orecchio.
‘Credo che si possa quello che pensi anche con questi bicchieri.’ gli risposi versandomi un po’ di quel prezioso liquido su una tetta, che lui corse subito a leccare.
Piena di voglia svuotai quel che rimaneva nel bicchiere sul mio corpo, che lui provvedeva a bere, facendomi ancor di più impazzire di desiderio. Gli avrei voluto dire chiaramente che non volevo altro che esser posseduta senza tanti preliminari, ma l’antipasto era così dolce che rinunciarvi era impossibile.
Calvin scivolò dietro di me, le sue mani scesero dal collo sul seno, poi dalla pancia arrivarono all’interno delle cosce per risalire da dov’erano partite.
‘Calvin ti prego ‘ sto impazzendo …’ mormorai sconnessamente.
‘E’ quel che voglio, e non mi dire che non lo sai.’
Per tutta risposta allungai la mano e gli tirai fuori il pene, che accarezzai delicatamente, cercando di mettergli un po’ di fretta, ma senza esagerare. Ma il sentire quello strumento di piacere che tanto bramavo, pulsare nella mia mano, eccitò più me di Calvin, e poco dopo non seppi più resistere al desiderio d’averlo almeno fra le mie labbra. Così m’abbassai per poter baciar quel membro, così duro ed invitante, che finì presto completamente nella mia bocca. Leccavo il glande mentre le labbra correvano su quell’asta di carne viva, assaporandone il gusto un po’ forte, che in compenso era quello di un vero maschio. Lui si spogliò con tutta calma, poi con mia sorpresa, mi tolse il ‘giocattolo’ dalla bocca, per sdraiarmi sul letto, e dopo avermi messo un cuscino sotto le natiche, versò un po’ di champagne sul monte di Venere per berlo mischiato ai miei abbondanti umori. Quel liquido mi diede un leggero senso di bruciore, subito spento dalla sua lingua, che percorse tutto lo spacco, dal basso verso l’alto, per fermarsi all’inizio dove andò quasi a sbattere prima d’irrigidirsi.
Seguì un lento e interminabile ditalino, fatto ora stimolandomi il clito, ora penetrandomi sino in fondo, ma sempre con dei tempi che mi facevano impazzire,sino a che non lo implorai di prendermi.
‘Calvin scopami o ti vengo in faccia !’
Con una calma a dir poco serafica, lui mi mise di fianco, per poi penetrarmi con tutta la dolcezza di cui era capace, e farmi avere un orgasmo mai così tanto desiderato. Mentre lui continuava a darmi piacere, in me accadde un fatto del tutto nuovo, e per certi aspetti inspiegabile. Era come se tanta grazia fosse diventata quasi insopportabile, volendo ciò che mai ero stata, una donna volgare e disinibita, desiderosa di sesso violento e brutale. Rimasi a lungo combattuta fra il voler rimanere me stessa e l’andare la dove non mi ero mai spinta, insensibile ai baci e carezze che Calvin mi dava mentre continuava a scoparmi. Alla fine fu lui stesso a trovarmi fredda, chiedendomi la spiegazione di quel mio comportamento.
‘Veronica c’&egrave qualcosa che non va ?’
‘No ‘ cio&egrave si, &egrave che non so neanch’io.’
‘Dimmelo e vediamo cosa posso fare.’
Mi tirai via da lui per mettermi carponi, e dopo essermi allargata le chiappe gli dissi ciò che volevo.
‘Mettimelo nel culo, ma fallo come se fossi l’ultima delle puttane.’
‘Scusa credo di non aver capito.’ mi disse alquanto interdetto.
‘Voglio che m’inculi con tutta la forza che hai, sono stata chiara ?’
‘Sicura ?’
‘Si anche se non so come sarà, ma voglio farlo, adesso o mai più.’
‘Va bene, ma posso chiederti il perch&egrave ? Non devi sentirti in obbligo di fare ciò che non vuoi, ma credo questo sia stato chiarito da tempo.’
‘Perch&egrave sono sempre trattata come un regina ! E per una volta voglio non esserlo, quindi o lo fai tu o lo chiederò a Meggy, che magari si farà meno scrupoli di te.’
A quel punto Calvin si mise dietro di me, punto dritto al mio buchetto, e mi sodomizzò con ferocia, facendomi urlare per il dolore.
‘Taci cagna !’ mi disse tirandomi per i capelli ‘Vuoi fare la troia ? Eccoti accontentata.’
Volevo parlare, magari chiedergli di smettere, ma il gran bruciore che provavo m’impedii di proferir parola, e così rimasi in balia di Calvin e della sua rabbia, Perch&egrave se ero certa di qualcosa era proprio del fatto che l’avevo ferito nominando sua sorella, ma forse il farlo aveva fatto si che lui divenisse ciò che in fondo volevo, un vero animale.
Nelle sue mani ero ormai diventata uno sorta di bambola di cui fare ciò che voleva, con la mano libera batteva le mie chiappe, come se il dolore della penetrazione non fosse sufficiente a farmi male. Ad un certo punto però iniziai a provare un certo piacere nell’essere letteralmente usata in quella maniera, così lontana alla dolcezza a cui ero abituata da sempre, e cominciai a godere.
‘Dimmi che ti piace scoparmi così, ti prego dillo !’ urlai all’improvviso.
‘Si e ora so che piace anche a te.’
‘Allora continua, ti voglio così, un toro da monta !’
Calvin continuò a fottermi forte come uno vero stallone, facendomi avere l’orgasmo che mai avevo avuto in vita mia, senza che ci fosse bisogno che mi stimolassi in alcun modo la passera, il mio primo vero orgasmo anale, che mi distrusse sino al cervello, lasciandomi esausta ma felice.
Finalmente quello che consideravo inaccettabile a priori era accaduto, per un attimo ripensai alla prima volta che aveva preso il mio buchetto, e a come ero cambiata in un solo mese con lui.
Ma tutti i miei pensieri furono portati via dal bicchiere che Calvin mi mise davanti alla faccia, non m’ero accorta che era venuto nel fluite e che dopo l’aveva riempito con lo champagne.
‘Bevilo !’ m’ordinò senza lasciarmi possibilità di replica.
Portai il bicchiere alle labbra e lo svuotai in un sol sorso, lasciandolo però a lungo in bocca per poter gustare il suo sapore.
Lo lasciai solo senza dire nulla e rimettermi qualcosa addosso, come se mi sentissi una ladra che al suono della sirena, scappava senza guardare alle sue spalle.
Tornando in camera ripensai a quello che era successo, senza però trovare una spiegazione logica. Certamente tutta quell’ondata di sesso non avrebbe lasciato indifferenza nessuna donna, ma era quello che voleva Calvin, o io stavo andando oltre i suoi progetti ?
Quella domanda tormentò la mia mente tutta la notte, e solo alle prime luci dell’alba riuscii a addormentarmi, rimandando al giorno dopo la risposta che non trovavo.

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/ Alcuni giorni dopo

Il primo caldo iniziò a farsi sentire con sempre maggior insistenza, e quella mattina non seppi resistere alla tentazione di un lungo bagno in piscina. Indossai quindi un bikini e mi tuffai nell’acqua fresca per allontanare la calura. Nuotando mi si slegò il pezzo superiore del costume, che lanciai a bordo vasca prima di riprendere la mia piccola attività fisica. Perch&egrave se &egrave pur vero che non sono mai stata una gran nuotatrice, lo era altrettanto il fatto che non solo ero senza alcun allenamento, ma che soprattutto non avevo alcuna intenzione di faticare più di tanto.
Mentre mi riposavo appoggiandomi ad un materassino gonfiabile, mi ricordai che in casa c’era la sola Keita, visto che Meggy era come al solito fuori per i suoi fiori, e che gli uomini erano andati al lavoro, essendo quello un normale giorno feriale.
‘Chissà cos’avrà messo oggi con questo caldo.’ pensai ricordandomi il suo amore per il fetish, che indossava quotidianamente, mettendo ancor più in risalto tutta la sua bellezza.
Il bisogno di bere mi fece uscire dalla piscina per recarmi in cucina, non trovandola mi riempii un bel bicchiere di succo di frutta fresco, che svuotai velocemente, prima di mettermi alla sua ricerca, non avendo nessuna voglia di rimanere da sola, e lei era sempre una buona compagnia per le più svariate discussioni.
La trovai in bagno intenta a truccarsi, coperta solamente da un leggera lingerie in pizzo nero, sui suoi immancabili tacchi a spillo da dodici centimetri, che a suo dire, erano il minimo che una vera donna dovesse portare.
‘Keita ancora in bagno ? Sono già le dieci e tu sei sempre così mattiniera …’ le dissi con una certa ironia.
‘Tu piuttosto sei già in piedi !’ mi rispose guardandomi come se fossi un’aliena ‘Di solito ti alzi quando &egrave quasi ora di pranzo !’
‘Ma io la sera faccio sempre piuttosto tardi ! Vedo che ti stai facendo bella, ma non so per chi.’
‘Per me stessa, mi piace sentirmi bene ed inizio sempre qui in bagno truccandomi al meglio.’
‘Non lo fai anche un po’ per me ?’ le chiesi fingendomi gelosa.
Non le diedi il tempo di rispondermi, che la baciai lasciandola alquanto interdetta. Per lei ero sempre stata la donna di Calvin, anche se talvolta facevo sesso con Meredith.
‘Veronica cosa stai facendo ?’ mi chiese stupita.
‘Perch&egrave non ti piace ?’ le risposi baciandola con ancora più passione di prima.
Questa volta Keita aprì la bocca e le nostre lingue s’incontrarono sfiorandosi a mezza strada, ma poi fui io a spingere la mia contro la sua per farle capire che la volevo. C’avvinghiammo l’una all’altra con sempre più trasporto, in quei momenti dimenticai il mio rapporto con Calvin e quello meno stabile con sua sorella, volevo solo lei, godere del suo corpo e riceverne a ma volta.
‘Non sai da quanto aspettavo questo momento.’ mi disse mentre le slacciavo il reggiseno e la mia lingua scivolava sulla pelle appena scoperta.
Mentre le succhiavo un capezzolo mi vergognai un po’ di me stessa, quella mattina era finito il mio ciclo, e già cercavo sesso peggio d’una ninfomane. Ma allo stesso tempo volevo Keita già da qualche tempo, non mi bastava più averla saltuariamente con Meggy, ma desideravo un rapporto solo con lei. O forse volevo scoprire se oltre a Meggy potevo godere con altre donne, e chi era più indicata per questo scopo, se non Keita, che conosceva meglio di chiunque altra la mia storia.
Mi ritrovai seduta sulla tazza del bagno, con lei su una mia gamba, con le mani che la toccavano ovunque, come a cercare i punti più sensibili al piacere. Ben presto una finì dentro le sue mutandine di pizzo, ed il dito medio s’insinuò nello spacco da solo, quasi sapesse da solo dove andare. Non volli però penetrarla, ma le massaggiai a lungo quel lembo di pelle sempre più umido, sino a quando non fu lei ad infilarsi il dito dentro, spingendolo con la sua mano.
‘Veronica ti prego, mi stai facendo impazzire …’
Fu allora che compresi di non essere l’unica affamata di sesso in quella casa, Keita soffriva la mancanza di Meredith e dei loro giochi saffici, e in quel momento dava sfogo alla sua voglia di piacere con me. Con destrezza uscii dalle sue mutandine per spostarle di lato ed aver mano libera su quella fonte di peccato. Non ebbi nessuna esitazione nel penetrarla con due dita prima e tre subito dopo, mentre le chiudevo la bocca con le mia, quasi volessi toglierle l’aria per respirare. Lei mi strinse la mano come se volesse rendermi ancor più partecipe del suo piacere, sino a quando, lasciandomi un po’ stupita, ebbe un orgasmo che definire liberatorio &egrave riduttivo. Keita infatti iniziò letteralmente ad urlare neanche fosse in mezzo ad una furibonda gang-band, per poi rilassarsi appoggiando le sue mani su quella che le aveva donato tanto godimento.
‘Mi sei piaciuta fin dal primo giorno che ti ho vista.’ mi disse mentre mi baciava con molta passione ‘E da oggi ancor di più.’
‘Keita non parlare, ho la fica in fiamme !’
Lei scivolò fra le mie gambe togliendomi le mutandine del costume ormai inutile, per iniziare a darmi dei lunghi, lentissimi colpi di lingua proprio sul clito. Cominciai a mugolare sempre meno sommessamente sino ad implorarla d’andare oltre, tanta era l’eccitazione che mi donava la sua bocca. Keita allora mi fece alzare e mettere una gamba sul bid&egrave, prima di prendere uno strano dildo da un mobiletto del bagno.
‘Sai mi stavo preparando per venire a sedurti.’ mi disse sorridendo.
Il dildo, che solo dopo seppi essere un ‘coniglietto’, mi stupì per la piccola protuberanza a forma di Y che aveva davanti, ma non volevo altro che raggiungere l’orgasmo per capire così come funzionasse. Keita lo fece scivolare senza alcuna fatica, nella mia passera e compresi a cosa servisse quel ‘piccolo cazzo’. Mentre la testa del più grande iniziava a roteare mandandomi scosse elettriche in tutto il corpo, quello minore s’appoggiò al clito, stimolandolo ogni oltre possibile immaginazione.
‘Keita &egrave bellissimo ! Godo o si come godoo !’
In preda agli spasmi del piacere lei m’afferrò sotto il seno, mordicchiandomi un lobo mentre mi sussurrava dolci parole d’amore. Quello che però mi fece impazzire fu il suo rallentare sia la mano che il dildo, ogni volta che mi vedeva prossima all’orgasmo, negandomi così di poter venire completamente. Allo stesso tempo non potevo non apprezzare quei momenti così intensi di puro piacere, così non dissi nulla e mi lascia andare del tutto ai suoi voleri. Solo quando mi girò con la faccia verso il muro, allungai una mano sino alla fonte del mio piacere, ma fu solo per sfiorarla, anche se ciò bastò per farmi venire. Quell’orgasmo fu una lunga serie di sussulti sempre maggiori, sino a quando non mi bloccai completamente, senza avere neanche la forza di urlare il piacere che avevo appena provato.
‘Ora capisco perch&egrave Calvin ti ha voluta.’ disse Keita mentre mi riprendevo ‘Non ho mai visto una donna godere con tanta intensità, sei davvero una bomba del sesso !’
‘Mi credi se ti dico che prima di conoscere Calvin ero davvero un’altra donna ?’
‘Si ma così sei irresistibile.’ mi rispose baciandomi con notevole trasporto ‘E ti voglio ancora.’
Keita mi portò nella sua camera, o sarebbe meglio dire nel piccolo appartamento posto nel retro della villa nel quale viveva quando era sola in casa.
Mentre io mi toccavo lascivamente sul letto, lei indossò un gran bel strap-on, che poi unse senza far tanta economia, prima di sdraiarsi al mio fianco.
‘Lo sai che ti scoperò sino a sfinirti.’ mi disse carica di lussuria avvicinando la punta del fallo alla mia passera.
‘E tu sai ancora meglio che non voglio altro.’ le risposi cercando le sue labbra con le mie.
Lei mantenne la sua parola facendomi impazzire per tutto il giorno, donandomi un orgasmo dopo l’altro, e lasciandomi solo il tempo di riprendere fiato fra uno e l’altro.
Se Calvin si era rivelato il più grande amatore che avessi mai conosciuto, Keita fu certamente una piacevolissima scoperta, una donna capace come nessun’altra di usare lo strap-on, rendendosi davvero molto simile ad un uomo.
Non solo mi prese in tutte le posizioni possibili ed immaginabili, ma quando mi sodomizzò le sue mani s’impadronirono del mio clito, continuando così a stimolare il centro del piacere, unendo così l’orgasmo anale a quello vaginale.
Quando lo stimolatore posto all’interno della cintura fallica le donava un orgasmo, io cercavo di darle ancor più godimento con le labbra e con le mani, sino ad infilarle un dito dentro il buchetto mentre lei mi era sopra.
Ci fermammo solo poco prima che arrivassero Calvin e mio marito, per poi sistemarci alla meno peggio, ma non riuscendo del tutto a nascondere al padrone di casa il nostro stato.
Mentre mio marito saliva nella sua camera, come d’abitudine Calvin si buttò sotto la doccia, per rinfrescarsi dopo una giornata di lavoro.
Il solo sapere che lui era nudo così vicino a me, che l’aspettavo per andare poi a cena, mi fece salire nuovamente un irrefrenabile desiderio di sesso. Così tolsi il vestito che avevo scelto per la sera, e indossai una corta camicia da notte, per poi raggiungerlo in bagno, ma solo dopo essermi infilata nella micina due palline cinesi.
‘Vuoi che ti lavi la schiena ?’ gli domandai giocherellando con la cordicella che usciva dalla mia fica.
‘Vedo che i cazzi finti di Keita non ti sono bastati.’ mi rispose sorridendo ‘Vorrà forse dire che ti ho abituata troppo bene ?’
Non dissi nulla anche perch&egrave non ce n’era alcun bisogno, ma mi accucciai fra le sue gambe per prendere ciò che volevo fra le mie labbra. L’acqua che scorreva sui nostri corpi, non faceva che scaldarmi ancor di più, rendendo anche un semplice pompino, un atto di una eroticità unica, come se fosse il primo mai visto sulla terra. Non volevo solo che quel pezzo di carne divenisse duro per poi farmi scopare come meglio credesse, ma fargli capire quanto ormai fosse importante per me, quanto desiderassi fare l’amore con lui in qualunque occasione.
Quando le sue mani s’infilarono nei miei capelli per tirarmi su, compresi che finalmente avrei avuto ciò che tanto volevo, ma come spesso succedeva, Calvin mi fece una sorpresa. Mi spinse infatti con la faccia contro il muro, per poi aprirmi le gambe usando le sue, ed infine farmi abbassare le spalle.
‘Visto che hai la fica già piena, usiamo il culo, che ne dici ?’
‘Come vuoi tu, tanto so che mi farai impazzire.’
Per un attimo sostituii Calvin con mio marito Luigi, ma mi venne quasi da ridere ripensando a quanto fossi inibita con lui. Del resto però Luigi era anni luce dall’uomo che mi stava prendendo in quel momento come amante, reso ancor più ridicolo dalle dimensioni del suo pene, inconfrontabile con quello del nero.
Calvin mi prese con grandissima dolcezza, facendomi capire per l’ennesima volta che non c’era nulla di sporco o proibito in un rapporto anale, se questo era fatto da due persone che si amavano come noi due in quel momento.
Il suo gran cazzo inoltre, non faceva altro che stimolare le due sfere che mi ero infilata nella passera, rendendo ogni affondo un piccolo orgasmo.
‘Calvin non smettere, non smettere mai !’ urlai in preda al piacere.
Da gran stallone qual’era, lui mi scopò a lungo, alternando momenti di furia quasi animale, a quelli di grande passione, durante i quali le sue mani mi stringevano i capezzoli o il clito, donandomi ancor più godimento.
Ero nuovamente in estasi, quando Calvin mi girò verso di lui, spostandomi come se fossi un fuscello, per poi togliermi le palline dalla passera quasi con rabbia. Quando però mi penetrò, compresi che quel gesto era dovuto solo alla gran voglia di possedermi nella maniera più naturale, e mi avvinghiai a lui baciandolo sul collo.
‘Si amore vieni dentro !’ urlai senza più alcun controllo.
‘Dimmelo di nuovo !’ mi chiese fermandomi un istante.
‘Sono tua ‘ amore mio.’
Calvin mi diede alcun potenti colpi prima di venirmi dentro, e subito dopo mi bloccò con un lunghissimo bacio carico di passione.
‘Finalmente l’hai detto !’ sussurrò come se fosse una liberazione.
‘Amore, amore ‘ amore ! Non smetterei mai di dirlo !’
‘Ora però dobbiamo sistemare qualcosa non credi anche tu ?’ mi disse prendendo fra due dita la mia fede nuziale.
‘Si, hai ragione, in fondo non ha senso continuare così.’
Ci vestimmo con una certa fretta, per poi raggiungere Luigi che era già a tavola, con Keita che ci guardava ridacchiando.
Non appena ci fummo accomodati tutti quanti, cercai dentro di me il coraggio per porre fine alla mia storia con Luigi, nel modo più indolore per lui, pur sapendo che ciò era di fatto impossibile.
‘Senti Luigi, non c’&egrave bisogno che ti dica come i miei sentimenti verso di te, siano cambiati da quando abitiamo qui.’ iniziai a dire con voce non troppo ferma ‘Ma del resto mi sembra stupido che continuiamo a nasconderci dietro ad un dito, quindi cerchiamo di comportarci come delle persone adulte. Con Calvin abbiamo deciso che se vorrai potrai andartene da qui ora stesso, in cambio dovrai rinunciare a me concedendomi subito la separazione, ed in seguito il divorzio. Inoltre non solo avrai saldato il tuo debito con lui, ma potrai continuare il tuo lavoro con un contratto che non potrà che essere per te vantaggioso. Infine verrai liberato della cintura di castità che porti, e farti una nuova vita con chi desideri.’
‘Dimmi che in realtà non ho nessuna scelta, hai già fatto tutto tu.’ mi rispose con la testa bassa.
‘Penso d’aver ottenuto più di quanto fosse possibile, e credimi l’ho fatto solo per quello che c’&egrave stato fra di noi.’
‘Va bene dimmi solo dove devo firmare.’
‘Non c’&egrave bisogno di carte, non stasera.’ c’interruppe Calvin ‘Keita prendi le chiavi e libera Luigi, poi aspetta che prenda le sue cose per portarlo all’hotel Ambassador, dove passerai questa notte. Domani troveremo una nuova casa per te e andremo dall’avvocato per la separazione.’
Keita obbedì prendendo mio marito per mano, e portandolo in un’altra stanza dove gli liberò il pene.
Luigi fece poi le valigie in tutta fretta, mentre io me ne andai nella mia nuova camera, rimanendo pensierosa al buio.
‘Vuoi salutarlo ?’ mi chiese Calvin entrando e mettendosi dietro di me.
‘No tanto lo rivedrò già domani, ora voglio solo te.’ gli risposi sfilandomi l’abito e rimanendo nuda appoggiata alla finestra.
Credo proprio che le ultime parole che mi abbia mai sentito pronunciare mio marito siano state ‘Si godoo !’

Fine

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