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Erotici Racconti

A Milena: capitolo 3

By 20 Maggio 2022No Comments

7 gennaio 2022
E’ il grande giorno: eccitazione a mille, non ho chiuso occhio e quel poco che sono riuscito a dormire, ho sognato Milena. Non mi sono ammazzato di seghe tutta la notte eh, ma ho dovuto escogitare un piano per rendere possibile questo incontro.
Non potevo certo andare dalla mia ragazza a dirle “Ciao, sai che oggi devo andare a Milano per vedermi con una vecchia amica che mi vorrei scopare? Si, proprio quella che ogni tanto mi mandava qualche foto un po’ svestita e che una volta mi hai beccato sul telefono”. Non era proprio una buona idea.
Allo stesso tempo dovevo anche pensare a qualche scenario per l’incontro…saremo soli? Ci vedremo insieme alla sua amica? Propongo io un posto dove vederci? Non volevo farmi trovare impreparato.
Nel momento in cui suona la sveglia l’adrenalina si trasforma in panico…
Troppi sogni ed aspettative che potrebbero venire delusi, ancora una volta…
Già diversi anni fa, quando facevo l’università a Milano, ho passato un’oretta in stazione ad aspettare il treno di Milena che non è mai arrivato…la stronzetta ogni tanto si divertiva ad illudermi. E se poi non ci piacessimo? E se rovinassimo tutto questo rapporto virtuale, che ormai è più un bel ricordo che altro, per un incontro che onestamente non può portare a nulla?
Per una volta invece di ascoltare le palle, provo ad ascoltare ciò che mi dice la testa: oggi non le scrivo, ma aspetto che faccia lei la prima mossa, così vediamo se davvero vuole incontrarmi…eventualmente lei si ferma a Milano per questa notte ed avremo tempo di vederci domani, così sarà anche più facile organizzarmi con la mia ragazza.
Le ore passano e anche se mi sono promesso di non pensare all’incontro, non riesco a non controllare il telefono per più di 5 minuti.
Nel dubbio ho già messo avanti le mani con la mia ragazza… Mi sono inventato un incontro con un ex compagno di università, così lei potrà organizzarsi per uscire con le amiche.
Finalmente poi nel primo pomeriggio il messaggio tanto atteso…è una foto di Milena sotto al Duomo.
“Ma ciao…hai già svaligiato tutti i negozi?”
“Scemo, siamo arrivate un paio d’ore fa, non abbiamo ancora comprato niente…tu dove sei?”
“A casa mia”
“Ah”
“Perché?”
“No niente…”
“Dai dimmi”
“Ricordo che avevi un caffè da offrirmi…pensavo che fossi nei paraggi”
“Ah ecco…avevi bisogno del bancomat per i tuoi saldi?”
“Vaffanculo…addio”
“Dai topa”
“No”
“Mi manchi…voglio vederti”
“Anche io topo…poi mi serve una guida per muovermi un po’ qua”
“Se hai bisogno chiedimi pure”
“Ma quindi non vieni?”
“E’ da tanto tempo che non mi fai più venire tu”
“Ma sei scemo!”
“ahahah, cmq oggi non riesco…domani a che ora avete il treno per tornare a casa?”
“Alle 3 più o meno”
“Ok, ci vediamo domani mattina allora…fammi sapere come ci organizziamo”
“Va bene…considera però che sono con la mia amica…posso staccarmi per una mezzoretta al massimo”
“Ah, quindi non me la vuoi presentare? Magari è carina…”
“Ti odio”
“Ti amo anche io topa…ahahah”
“Dai scemo, non voglio che sappia di te…non l’ho mai raccontato a nessuno, non vorrei che poi le scappi qualcosa”
“Si va bene, non ti preoccupare…mi organizzo e poi ti faccio sapere”
In realtà avevo già tutto in mente…era uno degli scenari che avevo immaginato, forse quello più bello ed intrigante, che potrebbe dare vita ai nostri giochi come ai vecchi tempi.
Prima di sera le scrivo ancora:
“Com’è andato lo shopping?”
“Bene, abbiamo quasi finito i soldi!”
“Male allora”
“Abbiamo trovato il negozio di Victoria Secret, ho preso un completino troppo bello!!! Mmmm lo adoro!”
“Non metterlo su domani…così è una cosa in meno da togliere…ahahah”
“Scemo…ti sei organizzato allora? Noi domani mattina vogliamo vedere ancora qualche negozio, poi la mia amica torna a prendere un paio di cose che ha visto oggi…magari possiamo vederci in quel momento”
“Io sarò a Milano già al mattino presto…se riesci a liberarti per una colazione veloce, poi penso io al resto…se ti fidi di me ;)”
“Cos’hai già in mente?”
“Stai tranquilla…dimmi solo in che hotel siete che cerco un posto nei paraggi per la colazione…”
“Provo a liberarmi ma non ti prometto niente”
“Dai…esci presto…digli alla tua amica che hai iniziato a fumare e hai finito le sigarette”
“ahahah dai qualcosa mi invento…a domani, bacio”

8 gennaio 2022
Ho appena lasciato la macchina in stazione e sono salito sul treno delle 7. Tra 40 minuti sarò a Milano.
Milena starà ancora dormendo? Le scrivo, un po’ per organizzarci, ma soprattutto per non pensare troppo:
“Buongiorno topa…sveglia sveglia sveglia!!!!
“Ciao, buongiorno un cazzo…non abbiamo chiuso occhio, i tram hanno girato tutta la notte!”
“Eh Milano è così…ci vuole un po’ di tempo prima di abituarsi al rumore. Sono sul treno comunque…colazione alle 8 ce la fai?”
“Magari si…quando la mia amica chiama il suo ragazzo esco così ho un po’ di tempo, ma troviamoci appena qua fuori dall’hotel”
“Ok, tanto c’è un bar lì vicino…a tra poco”
Mancano ancora 20 minuti e la mia mente è un intreccio di immaginazione…
Il mio piano scorre nella mente, ma ogni tanto si alterna a pensieri negativi: se non si fa trovare? Se non le piaccio? Se non mi piace? Se mi sono fatto tanti castelli in aria per un semplice caffè?
Il treno rallenta, le porte si aprono e mi fiondo verso le scale mobili per andare a prendere la metro.
Il cuore batte a mille, ho paura ed il messaggio di Milena non fa altro che peggiorare la situazione.
“8 e mezza…vado prima a fare colazione con la mia amica, perché il ragazzo lo chiama dopo”
Ho guadagnato un’altra mezz’ora di pensieri, di batticuore e di suole consumate a fare avanti e indietro nella via dell’hotel, con un occhio su quella porta che da un momento all’altro potrebbe aprirsi per fare uscire Milena.
Mi sento una merda, così attratto da una ragazza che non ho mai visto di persona, mentre la mia ragazza è a casa che mi immagina con un compagno di università.
Mi chiedo se è giusto quello che sto facendo, quando il telefono vibra ancora:
“Ci sei? Abbiamo finito colazione…tra poco esco”
“Si sono qua…quindi faccio colazione da solo io?”
“Tranquillo che ho bevuto solo un succo…ti è andata male, il caffè e la brioche me le devi pagare lo stesso”
“Mannaggia…va bene, ti aspetto”
La porta si apre…un colpo al cuore, ma esce un signore con una valigetta…direi che non è Milena…
Poi ancora, ed ecco uscire una coppia di turisti cinesi.
All’improvviso eccola…bellissima…non è più la ragazzina della prima foto che mi mandò 10 anni fa, ma una fantastica ragazza alta, con quei capelli lunghi, lisci e le forme al punto giusto che la guarderesti per ore.
Mi disincanto un attimo perché noto che non mi ha visto e si sta guardando intono…Alzo la mano per farmi notare e appena mi vede si lascia andare in un sorriso.
Attraversa la strada e mi viene incontro abbracciandomi e dandomi tre baci sulla guancia.
“Finalmente ce l’abbiamo fatta!”
Io non so che dire, ho un attimo di blackout…tutto quello che ho sognato per anni era diventato realtà.
“Tutto bene?”
“Si si, scusa…è che non mi sembra vero…pensavo che mi dessi buca come quella volta”
“Oohh ancora a pensare al passato…non siamo più ragazzini”
Lei è molto più spavalda, io sono decisamente più timido, quindi non devo perdere tempo ma iniziare subito a rompere il ghiaccio.
“No è che sei veramente una bella ragazza…meglio che in foto”
“Anche tu non sei male dai…pensavo peggio…ahahah”
“Vedo che sei sempre gentile e simpatica come una volta”
I minuti scorrono veloci, tra una brioche, un cappuccino e tanti ricordi che tornano in mente…parliamo e ridiamo senza renderci conto che il tempo sta finendo e che il mio incubo di un caffè e nulla più si stia trasformando in realtà.
Ho bisogno di un segnale, di sapere che posso osare, ma il tempo stringe e devo buttarmi.
“Prima di riaccompagnarti devo chiederti un favore…una cosa che volevo fare da quando ti ho conosciuta…magari questa è l’ultima volta che ci vediamo…”
“Cosa?”
“Seguimi…”
La prendo per mano e mi incammino verso il parco di Porta Venezia…Raggiunta la prima panchina libera gliela indico e le chiedo di sedersi. Lei mi guarda ed esegue. Mi siedo dietro di lei e la abbraccio.
“Volevo fare questo”
“Topo….” Lei si gira, mi guarda e si lascia andare tra le mie braccia.
La stringo forte e le bacio la testa mentre il mio naso si intrufola tra i suoi capelli ad apprezzarne il profumo.
Per un minuto restiamo così, in silenzio, a godere di questo contatto e di ogni vibrazione dell’altro corpo, quando purtroppo il mio amichetto inizia a spingere rischiando di rovinare tutto.
La stacco da me e mi preparo ai saluti:
“Almeno per un minuto siamo stati fidanzati dai…è stato bello”
“Scemo…”
Stavolta è lei che non sa cosa dire.
“Dai…vai che la tua amica ti avrà già data per dispersa…io ti saluto qua, così non rischiamo di farci vedere”
“ok…mi spiace aver avuto così poco tempo”
“Magari la prossima volta verrò io a trovarti ad Urbino dai”
“come no…”
Mi alzo, la abbraccio ancora e le do un bacio sulla guancia…
“Ciao topa…”
Mi volto e mi incammino verso l’uscita…E’ tutto così triste.
Mi sforzo di non voltarmi, quando a metà strada tra la panchina e l’uscita, sento avvicinarsi dei passi di corsa alle mie spalle. Mi giro ed è lei. Mi avvolge le braccia intorno al collo e mi bacia…
Sono colto di sorpresa, ma le sue contorsioni hanno già trovato un varco tra le mie labbra e le nostre lingue sono già unite in una danza che non ha regole.
Le avvolgo il sedere e la sollevo, mentre si avvinghia completamente a me che la tengo in braccio.
Si stacca dalle mia labbra e ride…ridiamo…
“Scema…”
“Topo…”
“Adesso come faccio a farti andare via?”
“Così…” e mentre lo dice mi morde il naso.
“Ahia!”. La lascio e si mette a correre…la inseguo e la prendo…ci baciamo ancora…
Sono le 9:10 dell’8 gennaio…l’amica di Milena sta continuando a chiamarla, fa freddo e sembra che inizi a piovere…eppure a me sembra una giornata bellissima, ed è appena cominciata…

In attesa della prossima parte del racconto, aspetto i vostri commenti all’indirizzo: dimitriottantasei@protonmail.com

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