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Erotici Racconti

A Milena: capitolo 7

By 15 Marzo 2023No Comments

Aprile 2022
Sono passati già 3 mesi dall’incontro con Milena.
A parte i primi giorni dove le emozioni ci stavano ancora travolgendo, abbiamo continuato a scriverci più o meno una volta alla settimana, alle volte anche con dei semplici “Mi manchi”, “Ti penso”, oppure mandandoci un bacio o un cuore.
So che posso offrirle poco o niente e che devo pretendere altrettanto, ma ho bisogno di parlare, chiarire…soprattutto ho bisogno di sapere che non ci allontaneremo ancora e che ci saremo sempre, l’uno per l’altro, quando avremo ancora voglia di sentire battere il cuore come due ragazzini innamorati.
Il giorno dopo il nostro incontro avevo provato a chiederle:
“Quello che è successo cambia qualcosa tra noi? Cosa siamo? Amici? Amanti? Trombamici?”
Lei mi ha risposto:
“Siamo noi…semplicemente noi”
Con questa non risposta nella testa per tutto questo tempo, ho cercato in tutti i modi un’altra occasione per vedersi, ed eccola qua… Nella mia azienda è spuntato fuori un lavoro da fare ad Urbino, il paese di Milena, così dopo un abile lavoro di depistaggio, sono riuscito a farmelo assegnare dal mio capo.
“Ciao topa…lunedì prossimo vengo ad Urbino per lavoro…hai un ristorante da consigliarmi?”
“Davvero???”
“So che non mi credi…ti manderò un selfie una volta che arrivo allora”
“Dai…ti credo…ma quanto ti fermerai?”
“Non tantissimo…credo due o tre notti”
Inizia la lunga spasmodica attesa…è la prima volta che non vedo l’ora di partire per una trasferta lavorativa.
Lunedì appena salgo in macchina le scrivo:
“Ti posso chiamare? Sono appena partito…mi fai un po’ di compagnia?”
“Topo…sto andando a lavorare…ti chiamo in pausa pranzo. Buon viaggio”
Senza nemmeno rispondere a quel messaggio, col mio solito timore di crearmi false illusioni, alzo a palla l’autoradio e cerco di pensare solo ad arrivare a destinazione il prima possibile, salvo una pausa all’autogrill di Modena per bottiglietta d’acqua e pipì. Ogni tanto controllo il telefono sperando di non aver sentito qualche messaggio, ma niente…
La strada corre veloce, almeno quanto la mia fantasia che già spera di trovare Milena ad aspettarmi sotto l’hotel, e quando inizio a scorgere il mare ed avvertire i primi segnali di fame, mi rendo conto di essere praticamente arrivato.
Mi fermo ad un chioschetto lungo la strada a prendere una piadina e ne approfitto per rompere il silenzio radio, mandando una foto del cartello stradale che riporta le indicazioni per Urbino.
Nemmeno il tempo di dare due morsi al pranzo e suona il telefono…è Milena.
“Ciao…”
“Ciao…”
Attimo di silenzio…
“Ma davvero sei qua?”
“Lo sapevo che non mi credevi…”
“Ma no…è che…boh…non pensavo venissi veramente”
“Ah bene…non pensavo di avere la fama del cazzaro…comunque sono a mezzoretta da Urbino e sto mangiando una bella piadina…tu hai pranzato?”
“Ancora no…sono andata in pausa adesso”
“Se vuoi una piadina te la porto…il costo per la consegna è un po’ caro, ma devo rientrare dalle spese del viaggio”
“Mh…allora no grazie…”
“Però se prendi piadina e bibita, hai un bacio in omaggio”
“Ci penso…”
“Ho voglia di vederti…con o senza piadina…”
“Anche io…”
“Ma…?”
“Nessun ma”
“Allora almeno un ape posso offrirtelo dopo lavoro?”
“Aggiorniamoci più tardi”
Ecco Milena con le sue solite risposte che ti lasciano nella confusione più totale…
“Va bene…io intanto inizio a portare le valigie in hotel…sono al Mamiani, è vicino a dove lavori? Devo poi fare un salto dal cliente e sono libero”
“Ah vi trattate bene…No io lavoro in centro…saranno 5 minuti di macchina”
Nel frattempo risalgo in macchina e raggiungo finalmente l’hotel dove sistemo tutte le mie cose.
“Sono arrivato in hotel…avevi ragione, mica male sto posto…”
Aspettando invano una risposta, inizio ad incamminarmi dal cliente per sbrigare le prime attività di lavoro.
A metà pomeriggio arriva un messaggio:
“Ehi…non so per dopo…è un po’ un casino”
“Che succede?”
“Niente…cioè avrei pilates alle 18, poi non so lì in centro se ci becca qualcuno che conosco…”
“Se è solo questo il problema una soluzione la troviamo….”
“Tipo?”
“Ci troviamo in un posto fuori dalle tue zone abituali…dimmi tu…oppure qua in hotel, mi sembra tranquillo, è un po’ fuori mano…”
“E pilates?”
“Se vuoi ti faccio sudare io, così nessuno si accorge che hai saltato la lezione”
“Scemo…bacio”
Mi dedico un paio d’ore al mio lavoro quando verso le 17 arriva un altro messaggio:
“Ho quasi finito di lavorare…vengo in hotel da te allora?”
“Io sono ancora dal cliente….cerco di fare il prima possibile”
Tutte le mie paure svaniscono in un attimo, il mio amichetto inizia già a svegliarsi e mi invento di aver lasciato dei pezzi in hotel per congedarmi più in fretta dal cliente.
“Tra 5 minuti sono li…parto adesso, tu come sei messo?”
“Arrivo anche io”
Mi fiondo in macchina come un fulmine e raggiunto il parcheggio dell’hotel, inizio a guardarmi intorno in cerca di un volto familiare. Cavoli non so nemmeno che macchina ha Milena.
“Io ci sono…tu dove sei?”
“In macchina, ti sto aspettando”
“Ok scendi, sono nel parcheggio anche io”
Finalmente vedo aprirsi la portiera di una Peugeot, dalla quale scende Milena… è bellissima come sempre.
Scendo anche io e le vado incontro.
“Ehi…eccomi”
“Ciao…”
Ci avviciniamo e ci scambiamo due baci sulle guance, col solito imbarazzo iniziale.
“Sei sempre più bella…”
“Scemo…”
“Dico davvero”
Attimo di imbarazzo…
“Dai…allora…andiamo a bere qualcosa?”
Le faccio strada e ci accomodiamo a un tavolino dove, complice l’alcool, iniziamo a ridere e scherzare mentre il tempo vola.
D’improvviso divento serio:
“A che ora finisce la tua lezione di pilates?”
“Alle 19…tra poco devo andare”
“Ti prego….resta…mangiamo qualcosa insieme”
“Non posso…il mio ragazzo mi aspetta a casa…magari domani, lasciami organizzare meglio”
“Dai…inventiamoci una scusa…tanto lui non vedrà l’ora di avere casa libera”
“Ma sei cretino eh!”
“Dai dai dai….non vengo qua tutti i giorni….voglio stare con te” la imploro facendole gli occhi dolci.
“Un’ora….recupero un’ora di bonus…di più non posso proprio”
“Fatta!” esulto.
“Trova un modo per mangiare qualcosa di veloce, intanto avviso il mio ragazzo”
Avendo adocchiato il menu del ristorante interno all’hotel le chiedo a colpo sicuro:
“Ok…ti piace il sushi?”
“Lo adoro”
Mentre lei si apparta per telefonare, avvicino un cameriere ed ordino del sushi da far portare in camera tra una mezzoretta, poi torno da lei che è ancora al telefono.
“Eh si ci hanno avvisate poco fa…hanno spostato la lezione di un’ora…..va beh dai è come il giovedì, non cambia niente…se vuoi mangia pure, tanto noi nell’attesa abbiamo fatto aperitivo qua…. si, tranquillo… si amore… va bene….a dopo, bacio”
“Ti ha fatto storie?”
“Non più di tanto”
“Te l’ho detto, non vedeva l’ora di avere casa libera”
“Scemo…dai allora dove andiamo a cena?”
“Vieni….”
Le prendo la mano e la conduco verso l’ascensore che porta su alle camere.
“Scusa, dove stiamo andando?”
“Ho ordinato il servizio in camera…se ti va sei ospite da me”
Si ferma un attimo e mi guarda indecisa, poi riparte e mi segue. Entriamo in ascensore… le porte si chiudono e i pantaloni mi stanno scoppiando. C’è un silenzio di tomba tra di noi e cerco di non incrociare il suo sguardo in quegli interminabili secondi che ci portano al terzo piano. Non riesco a dire una parola, la guardo, mi sorride… Poi la porta si apre, usciamo e le faccio strada verso la camera… Passo il badge e l’ultimo varco è aperto.
“Prego…scusa il disordine, ma non ho avuto molto tempo per sistemare”
Lei entra, si guarda un po’ intorno con fare diffidente, poi sedendosi sul letto mi chiede:
“Ma hai ordinato davvero qualcosa da mangiare o era solo una scusa per portarmi in camera?
“Lo scoprirai tra poco…”
Nel risponderle mi inginocchio di fronte a lei e la accompagno dolcemente col mio corpo fino a sdraiarsi…
Sono sopra di lei, i nostri occhi si incrociano e le nostre bocche si sfiorano.
Le prendo le mani, le tiro su e intreccio le mie dita tra le sue, poi la bacio senza mai staccare lo sguardo dai suoi occhi…Le nostre bocche si stuzzicano a vicenda, incollate e inseparabili con le lingue che giocano a rincorrersi una intorno all’altra, mentre i nostri occhi si parlano ed i nostri corpi iniziano a contorcersi in preda all’eccitazione.
Sento che si dimena, così allento un po’ la pressione e finalmente riesce a sfilare le gambe avvolgendole intorno al mio busto…inizia così uno strusciamento sempre più energico dei nostri jeans, con la mia bocca che scivola sul suo petto, lasciandole una scia bavosa sul collo.
Poco dopo le nostre mani si sono lasciate, con le sue che si sono piazzate sul mio sedere e cercano di farsi spazio per abbassare i jeans, mentre le mie hanno sollevato la sua maglietta ed ora sono parcheggiate tra i suoi capelli. Con molta fatica sto cercando di liberarle le tette dal reggiseno solamente usando la bocca.
Obiettivo raggiunto: come un esplosione vedo un suo seno tracimare fuori da quel pezzo di stoffa ed il capezzolo viene subito risucchiato dalle mie labbra affamate di lei.
Il controllo della situazione dura poco, perché all’improvviso mi sento nudo, con i vestiti abbassati alle ginocchia ed una mano fredda che dal basso sfiora il mio cazzo per poi andare ad avvolgermi le palle.
Abbiamo troppa fretta e troppa voglia…il momento che abbiamo sognato per una decina d’anni è arrivato e ci troviamo avvinghiati, mezzi nudi, su un letto.
“Calma calma…rallentiamo un attimo” irrompo come un fulmine a ciel sereno.
“Che c’è?”
“C’è che ho troppa voglia di te, abbiamo poco tempo e non voglio rovinare la nostra prima volta”
“Abbracciami cucciolo”
Con molta meno tensione ci ributtiamo sul letto abbracciati a baciarci e coccolarci, quando sentiamo bussare alla porta.
“Oh cazzo…il sushi!” dico sottovoce… “vai a nasconderti in bagno”.
Alla velocità della luce mi re infilo i boxer e la maglietta, mentre Milena corre in bagno trascinandosi un pezzo di lenzuolo…la camera sembra aver appena ospitato una battaglia.
“Arrivo!” prendo ancora un po’ di tempo mentre sistemo i pantaloni che puntualmente si erano sfilati al rovescio, per poi aprire la porta e ritirare la nostra cena.
“Puoi uscire…è andato via”
Milena apre la porta del bagno timidamente e mi appare in tutto il suo splendore, con solo le mutandine e un asciugamano a coprirle il seno.
“Che c’è? Ti sei incantato?”
“Sei bellissima…..non ti avevo mai vista così”
“Dai allora…cosa si mangia?” mi chiede togliendosi l’asciugamano dal seno.
“Ehm…sushi!” le rispondo, mentre a fatica cerco di tornare in me…
“Mmmm…mi fa impazzire il sushi”
“Io devo confidarti un segreto invece…..a me non piace per niente!”
“Ahahahah scemo…perché l’hai preso allora?”
“Non lo so…ahahah…stare con te mi fa questo effetto”
“Mh dai…assaggiane uno, non puoi saltare la cena”
“Se me lo dai tu farò questo sforzo”
Milena ne prende un pezzo e mi imbocca “Ecco qua…apri la bocca da bravo bambino…”
Mando giu, contorcendomi con evidenti smorfie di disgusto…
“Dai, assaggia questo…ci mettiamo su anche la salsa di soia così senti meno il gusto del pesce”
Anche questo boccone però non è per niente gradito.
“Sei un tipo difficile però…”
“Potremmo provare con la salsa di topa…” le dico con una mezza risata maliziosa
“Ma quanto sei scemo….”
“Io dico davvero… ho una fame di te che non puoi immaginare…” e nel dirlo le palpo una tetta e le do un morsicotto.
“Mh…mangiami allora…non stavo aspettando altro…”
Non le lascio nemmeno il tempo di finire di parlare che l’ho già presa in braccio, ributtata sul letto e scostato le mutandine di quel tanto che basta per accedere agevolmente alla sua figa.
Mi fermo un secondo, sospiro e nel vedere quel paradiso mi lascio scappare un “cazzo…” di felicità.
Lei solleva le gambe sfilandosi completamente gli slip e poi le allarga aspettando la mia prossima mossa.
Mi aggrappo alle sue cosce e mi fiondo tra le sue gambe, trovandomi a strofinare il naso sui peletti del suo pube e la bocca a contatto con le sue labbra calde e bavose…
“Mhhh…Milly…quanto mi è mancata la tua patata”
“Oh topo…anche tu ci sei mancato tanto…è da oggi a pranzo che sbrodolavo solo al pensiero”
“mmm che porcellina che sei”
Da lì in avanti per 5 minuti le mie orecchie hanno filtrato tutti i suoi gemiti e parole, concentrandomi solo a muovere la lingua a ritmo su ogni centimetro della sua figa. L’unico suono che mi rimbombava in testa era quello delle lappate in quel fiume in piena, che mi ricordavano pari pari il rumore del mio cane alle prese con la ciotola dell’acqua.
Credo che Milena abbia raggiunto l’orgasmo, ma sono in uno stato di eccitazione tale da non rendermi più conto di niente… Mi sdraio accanto a lei e la invito a salirmi sopra a 69.
Mentre lei armeggia con i bottoni dei miei jeans, io ho già ripreso il mio lavoro di lingua, con le mani ben salde sul suo culo ed il ritmo irregolare che risente dei movimenti sulle mie zone intime…
Come una liberazione, sento finalmente la sua mano fredda sul mio cazzo e subito dopo il caldo della sua bocca ad avvolgerlo quasi completamente…
Per quel che posso, aumento ancora di più il ritmo e la pressione che stanno stuzzicando il suo clitoride.
Sono super eccitato e non ci vuole molto a svuotarmi nella sua bocca, cedendo al suo massaggio delle palle abbinato ad un pompino inumidito da tanta saliva…
Dopo qualche secondo realizzo che ci troviamo semi ribaltati, come due ubriachi…io che sto succhiando dolcemente un labbro della sua figa e lei che sta facendo lo stesso con il mio cazzo in fase calante…
Mi viene da ridere.
“Ti è piaciuta la lezione di pilates?”
“Cretino…non mi dici mai cose dolci…”
“Hai ragione…zucchero, caramelle, nutella, biscotti…”
“Vaffanculo…ti odio”
“Dai topa…scherzavo….sono stato benissimo con te….non so come farò a lasciarti andare via adesso”
“Rapiscimi”
“Ecco, così mi fai pure arrestare”
“Dai mi accompagni alla macchina che è già tardi?”
Nel giro di 5 minuti ci siamo già ricomposti e scendiamo al parcheggio dove la lascio davanti alla sua auto.
Prima di salire in macchina ci abbracciamo e ci baciamo, mentre le sussurro “Domani ci vediamo…”
“Faccio il possibile…
“Non era una domanda la mia…Ho voglia di te…”
Ci baciamo ancora e poi a malincuore mi allontano, sento chiudersi la portiera e con un ultimo saluto attraverso il finestrino, ci lasciamo definitivamente.

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