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Erotici Racconti

Anticipare l’attimo

By 20 Agosto 2018Febbraio 11th, 2023No Comments

Lidia era attualmente da sola al buio, meditava assiduamente durante il tempo in cui aveva conosciuto Alfonso una sera in quella deliziosa birreria della città vecchia, lui era in effetti un aitante ragazzo, divertente ed espansivo. Lui si era da subito ammaliato di lei, anche perché in quella circostanza non aveva insistito né premuto sull’acceleratore, per portarsela a letto come gli capitava di frequente. In quella serata si erano scambiati soltanto i numeri sia tramite telefono che con gli sms, in seguito avevano fissato un appuntamento, niente d’originale, bensì un semplice aperitivo sul viale della zona pedonale per dialogare su vari argomenti, giacché erano rimasti a tavola per quasi per oltre quattro ore dialogando.

A lei piaceva sentirlo conversare, gli piaceva l’intonazione e il suono della sua voce, in seguito erano finiti a casa sua, Alfonso all’epoca viveva con due suoi conoscenti, era stato bellissimo fare l’amore con lui, in quanto erano rimasti svegli tutta la notte discorrendo e facendo sesso. Così amava definirlo lui. Le aveva spiegato la sua filosofia di vita, non ambiva impegnarsi seriosamente, anche per causa del suo lavoro che lo teneva affaccendato facendolo viaggiare parecchio per le mansioni che svolgeva. Era un imprenditore e lavorava con le filiali all’estero, talvolta doveva partire all’improvviso, ma si era trovato davvero bene con lei, perché se a lei stava bene potevano continuare a sentirsi e vedersi. Lidia non aveva impegni sentimentali da mantenere, sinceramente in quel momento nemmeno ne voleva, Alfonso era perfino un bel ragazzo e per di più scopava che era una meraviglia a detta di Lidia. A lei andava bene così, in seguito il tempo avrebbe deciso per loro.

Adesso, distesa lassù nel letto, ripensava agli ultimi tre mesi consumati, tre mesi trascorsi a vedersi con lui e a scopare ogni volta che ne capitava l’occasione, era sempre bello, ma aveva in cuor suo una strampalata sensazione, perché alcune volte quasi non le sembrava lui. Il modo di porsi era sempre lo stesso, ma aveva notato alcune differenze. In principio pensava che fosse causato da particolari eventi della giornata, o semplicemente il suo modo di voler variare l’elenco delle opzioni erotiche, tuttavia adesso, là nel letto queste differenze le passavano davanti in modo astruso e nuovo, poi quando lei glielo aveva manifestato gli era sembrato che avesse reagito insorgendo peraltro in modo diverso. Che cosa c’era in effetti di tanto bizzarro? Aveva notato delle leggere differenze fisiche che non sempre riusciva a ritrovare palpandolo, per esempio un grande neo stampato sul bicipite che appariva e scompariva, la gestualità delle mani, diversa di volta in volta, non esageratamente riconoscibile, ma differente. In seguito aveva constatato che il suo cazzo non pareva sempre grosso uguale, non era una differenza di centimetri, ma una femmina annotava rilevando queste situazioni. L’episodio che più l’aveva colpita era la disuguale propensione di volta in volta, in quanto era l’azione che maggiormente la spiazzava disorientandola. La prima volta aveva notato un’inclinazione per i rapporti orali, faccenda quest’ultima che venerava pure lei, dopo erano iniziate le anormalità.

Lidia si era preparata per dedicargli una serata speciale, voleva dissetarsi fino a fargli urlare di smettere, lui all’opposto aveva iniziato a scoparsela forsennatamente in diverse posizioni, ma sempre nella fica. Non che le fosse dispiaciuto, tutt’altro, perché la passione con cui l’aveva agguantata l’aveva fatta godere diverse volte. Successivamente si era presentata la sera del culo, giacché lui non si era mai dedicato con grande attenzione impegnandosi, per il fatto che ci aveva al massimo giocato con le dita. Quella sera, invece, appena finito di mangiare l’aveva appoggiata al tavolo, le aveva alzato la gonna e spostato il tanga, le aveva leccato il buchino con foga e poi l’aveva brandita, poiché l’iniziale sorpresa era stata surclassata vistosamente dalla piena soddisfazione. Dopo però, il ripetersi di queste peculiari dedizioni, l’aveva pigramente appassionata e insospettita, Lidia aveva provato a sondare sennonché la faccenda, ma Alfonso era sempre riuscito abilmente a dribblare le risposte dirette scansandole nel migliore dei modi. Questa sera aveva provato ad affrontarlo direttamente, perché voleva indagare, comprendere e intuire come donargli maggior piacere. L’espressione quasi sgomenta sul suo viso e la solita risposta evasiva e insoddisfacente, aveva verosimilmente incrementato i suoi sospetti, eppure non riusciva a darne congruo corpo né adeguata forma, francamente non sapeva che cosa poter pensare. 

Con lentezza scivolò in un sonno agitato, perché l’unico ricordo che aveva al mattino era appunto d’un sogno bislacco, ma non riusciva a ricordare di più. Questo miraggio le lasciò addosso una situazione eccentrica, ma ancora più stramba gli sembrò la telefonata di Alfonso ricevuta nel tardo pomeriggio, tenuto conto che l’invitava per cena presso la sua abitazione, promettendole che dopo cena avrebbe chiarito tutto. L’alloggio di Alfonso era ben arredato, luminoso e spazioso, aveva un grande soggiorno con un bellissimo focolare, ma lui la condusse nella vistosissima e ampia cucina dove aveva preparato la tavola. Lidia si bloccò all’ingresso della cucina, la tavola che intravide era apparecchiata per quattro persone, ai fornelli e al lavello c’erano altri due maschi, che quando si girarono per salutarla aumentarono lo choc, poiché entrambi erano identici ad Alfonso. Lidia rimase come allibita e atterrita, al momento i suoi iniziali sospetti stavano prendendo corpo, e che corpo. Alfonso agguantandola per un braccio l’accompagnò verso il tavolo dove la presentò proponendola ufficialmente agli altri due: 

‘Lidia cara, ti faccio conoscere in modo formale Nicodemo e Osvaldo. In maniera convenzionale però, perché confidenzialmente li conosci già, poiché suppongo che ti dobbiamo un po’ di spiegazioni’.

Lidia stette taciturna facendo scorrere lo sguardo da uno all’altro, durante il tempo in cui Alfonso seguitava a confabulare ogni tanto con gli altri due. Le spiegò, se la vista già non glielo avesse ancora avvalorato, che erano tre gemelli, perché da sempre avevano giocherellato ingegnosamente e scherzato magistralmente sulla loro incredibile somiglianza, scambiandosi vicendevolmente i ruoli fin dai tempi della scuola. Avevano ricevuto in eredità improvvisamente la società di famiglia che gestivano assieme, portando via loro gran parte del tempo limitando nel contempo finanche gli spazi personali. Una volta, per burla, avevano decretato di provare a lusingare una donna e di vedere se quest’ultima fosse stata in grado d’accorgersi quando loro si scambiavano i ruoli. Fino a oggi era andato tutto liscio, ma con lei era successo un insidioso quanto famelico imprevisto, perché tutti e tre si erano invaghiti di lei. Nessuna donna, prima d’allora, era stata in condizione di capire né d’assecondare le loro impalpabili e scaltre argute sfumature di diversità. Dopo si erano accorti che lei stava iniziando a sospettare qualcosa, giunti a questo punto avevano deciso di parlarle, perché non volevano perderla, anzi, volevano chiederle di venire a vivere con lei. Lidia era sbigottita per quello che udiva, si sentiva d’essere stata munta e sfruttata, trattata pressappoco come una lucciola, anche se in sua presenza si erano sempre comportati in maniera cortese, educata e galante. La faccenda che più non smaltiva era per il fatto che non le avessero rivelato mai nulla, Lidia in effetti detestava essere abbindolata e ingannata, ma al tempo stesso era rimasta incredibilmente affascinata da questi tre uomini, che sembravano l’incarnazione d’un solo maschio. Le differenze dimostrate in questi due mesi erano veramente delle lievi tracce, perché attualmente dentro di lei s’impossessava un desiderio di vendetta, ma nel contempo in un angolo del suo acume s’instradava abbozzandosi un pensiero vispo e sbarazzino, perché Lidia sorbendo l’aperitivo che aveva dinanzi per cercare di calmarsi annunciò: 

‘Ragazzi, ma avete idea che mi avete adoperato a vostro totale dileggio e gradimento, senza badare ai miei sentimenti, mentre io m’infatuavo d’uno di voi tre?’.

In quella circostanza era arduo e disagevole replicare a un’asserzione del genere, anche perché loro sapevano che era complesso farlo discernere sotto un altro aspetto. La mentalità dei gemelli è una mentalità particolare, inesplicabile da esaminare e da ravvisare, assai problematico afferrare per chi non lo è, ma tutti e tre dovevano riuscire a farle comprendere e considerare quanto l’amassero. Nicodemo bruscamente si sollevò proclamando:

‘Lidia ascolta, mi rendo conto che per te non sia semplice d’afferrare né da interpretare, almeno proviamo a discuterne, se ci darai il tempo riusciremo a esporti al meglio la faccenda, illustrandoti tutto facendoci perdonare più soddisfacentemente se rimarrai a cena qui da noi’. 

Osvaldo frattanto s’alzò e iniziò a servire le pietanze, Lidia frastornata dai suoi pensieri restò seduta a tavola, sentendo lontano Alfonso, Nicodemo e Osvaldo che le spiattellavano frasi. Al momento nel suo intelletto roteavano turbinosamente solamente due cose: una parola e un’immagine. Lidia ambiva nel ricercare la maniera di domarli come lei si sentiva in questo momento, ma nello stesso tempo c’era quest’immagine che la distraeva scompaginandola. Riesaminava una conversazione una sera tra le sue amiche presso una tavolata di donne nell’ora di cena, in quanto non è poi molto dissimile dai commensali, perché a furia di discorrere l’argomento principale capitola irreparabilmente approdando in ultimo sul tema lascivo e libidinoso del sesso. Lidia memorizzava che quella sera una amica di Iolanda aveva accentrato l’attenzione di tutte raccontando le sue focose sue avventure, avendo scoperto in seguito che nonostante tutte al momento avessero fatto più o meno le scandalizzate, nella loro appassionata intimità si erano soffermate a pensare a una situazione raccontata con molto entusiasmo, incuriosite, stuzzicate, ma senza il coraggio di provarlo. Lei, in particolare nelle serate solitarie, si era sovente trovata a immaginare quella situazione e a provare a ricrearla, aiutandosi con le mani in quanto la faccenda la tentava sempre di più. La cena pacatamente era giunta quasi al termine, Lidia aveva assaggiato qualcosa, palesemente distratta dai pensieri e con lo stomaco chiuso dall’irrequietezza, dedicandosi sennonché maggiormente all’ottimo vino servito, un eccellente Nebbiolo d’annata che si lasciava bere amabilmente. Senz’accorgersene, infatti, quel delizioso vino l’aveva ben presto aiutata a superare gl’impicci iniziali che l’ostacolavano, tenuto conto che progressivamente prendeva forma in lei un’idea della ripicca:

‘Ragazzi, sentite un attimo, che ne dite di spostarci nel salotto?’ – propose intelligentemente Osvaldo.

Nel salotto istintivamente i tre uomini si sedettero sull’ottomana e Lidia rimase accomodata più in là su di un’ampia poltrona. 

‘Lidia, noi ti comprendiamo, malgrado ciò abbiamo la necessità d’apprendere che cosa realmente ne pensi, da svariati minuti non hai più aperto bocca’.

Lidia rimase ammutolita per qualche istante poi chiese qualcosa da degustare Nicodemo servì a tutti una buona dose di cognac. Lidia lo sorbì osservandoli, godeva nel lasciarli sui carboni ardenti, dal momento che stava ultimando la sua visione di ritorsione.

‘Francamente non so se sarei disposta a venire a vivere qua con voi, in verità non mi piacerebbe essere il vostro manufatto di piacere, onestamente mi urterebbe non avere cognizione chi di voi tre s’introdurrebbe nel mio letto per scoparmi per accaparrarsi dieci minuti di totale gratificazione’.

In gruppo azzardarono di controbattere in coro, eppure furono rapidamente interrotti da un gesto della mano di Lidia:

‘Tenuto conto che scopate veramente a modo, mi seccherebbe nello stesso tempo abbandonarvi tutti’.

Lidia frattanto trangugiò un altro sorso di cognac squadrandoli nuovamente, sovrappose le gambe in maniera sproporzionata in modo che potessero agevolmente curiosare sotto la sua gonna peraltro senza tanga. La sua idea della serata era stata indiscutibilmente differente prima di poter varcare l’uscio di quell’abitazione:

‘Prima di poter decidere ho bisogno da voi di qualcosa in più su cui poter riflettere, per obliare quanto m’avete creato’.

‘Ascolta Lidia, tutti noi siamo a tua disposizione per qualsiasi chiarimento, dovrai soltanto chiedere’ – ripeterono in coro.

‘Molto bene, adesso denudatevi. Voglio che vi spogliate adesso, altrimenti apro la porta e non mi rivedrete mai più, anzi, desidero che vi svestiate, ma uno alla volta, non tutti insieme, a partire da te’ – fu la repentina e decisa risposta di Lidia indicando Alfonso.

Lidia esaminava ogni millimetro del corpo di Alfonso che progressivamente veniva allo scoperto, notando con un pizzico di divertimento il leggero imbarazzo nello sfilarsi i boxer. Vedendolo nudo con il suo cazzo a poca distanza da lei, avvertì un brivido muoversi lungo il suo corpo e finire proprio tra le cosce. Adesso iniziava a percepire a bagnarsi, in seguito tracannò un’altra sorsata di cognac indicando al secondo di spogliarsi, sicché in pochi minuti toccò pure al terzo. Era bello ed eccitante vederseli là nudi davanti a lei, perché Lidia godeva del fatto che si sentivano confusi e sconcertati. Lei era ancora completamente vestita, mentre loro erano sguarniti senza difese, interamente discinti. In quell’istante s’alzò e iniziò a bighellonare senza fretta davanti a loro, si dispose di fronte a ognuno guardandoli prima negli occhi e poi abbassando lo sguardo sui loro cazzi, come se stesse scegliendo della merce, poi appoggiando il bicchiere sul tavolino dichiarò:

‘Badate bene, me ne andrò se m’accorgerò che qualcuno di voi si muoverà per primo’ – sfilandosi nel contempo la giacca e inginocchiandosi dinnanzi a Osvaldo, impugnandogli il cazzo tra le mani.

‘Se non erro, tu sei quello vivace che divinizza le mie chiappe, non è vero?’ iniziando ad accarezzarglielo, dopo aver ottenuto l’effetto voluto si spostò verso Nicodemo: 

‘Tu invece prediligi la mia formosa e accogliente bocca’ – assegnando lo stesso trattamento compiuto a Osvaldo. Appena anche il suo cazzo si gonfiò si spostò verso Alfonso:

‘I tuoi gusti bensì emigrano verso le fenditure, perché privilegi il madido tepore della mia fica’.

Appena anche il cazzo di Alfonso iniziò a diventare duro, Lidia s’alzò ultimando il cognac, mentre li sorvegliava con la coda dell’occhio. Al presente si sentiva abbastanza disinibita e notevolmente eccitata per tentare quell’esperimento. Altro che quell’ottusa e vanagloriosa di Loredana, che si vantava d’aver scopato con due maschi assieme, lei all’opposto lo avrebbe compito con tre maschi, per di più tre gemelli affini.

‘Da questo preciso istante, eseguirete quello che vi dirò io’ – fu la sua risoluta e sintetica richiesta.

Lidia iniziò lentamente a svestirsi, si slacciò con studiata lentezza la camicetta mettendo in mostra il florido seno incorniciato dal delizioso reggipetto lasciando cadere per terra la gonna. Non indossava altro, mentre si spogliava notava con piacere i loro cazzi divenire sempre più eretti, la faccenda adesso stimolava ulteriormente la sua frenesia. S’inginocchiò davanti a Nicodemo che era in mezzo, senza resistere glielo brandì in bocca lasciandolo scorrere fino in fondo, mentre nello stesso tempo impugno gli altri due cazzi iniziando a massaggiarli. Istintivamente i tre maschi si strinsero più vicini a lei, Lidia iniziò a passare da uno all’altro massaggiandoli con sempre maggior vigore. I tre si lasciarono trasportare dall’eccitazione e iniziarono ad accarezzarla con i loro cazzi sul viso, perché quando era il loro turno l’afferravano per i capelli spingendosi sempre più in fondo alla sua bocca. Lidia non resisteva più, si toccava tra le cosce e stringeva i capezzoli in preda all’eccitazione, si sentì delirare quando si trovò tutti e tre i loro cazzi che tentavano d’entrarle in bocca, solamente allora trovò la forza di staccarsi per esternare: 

‘Ragazzi, sentite, voglio sentirvi godere tutti e tre sul mio viso’.

A questo punto i tre maschi erano al culmine, al limite della resistenza, perché ulteriormente stimolati dalla frase di Lidia, impugnarono i loro cazzi e dopo pochi accarezzamenti iniziarono a sborrare sul volto di Lidia la loro densa e lattescente essenza. Lidia attendeva con la bocca aperta e con le mani sotto i seni per gustarsi quella concentrata bontà, per il fatto che quello sperma l’investì con veemenza, percepì la bocca piena e gli spruzzi sulla pelle, sul mento e sull’addome. Fu una sensazione così intensa e forte che raggiunse pure lei l’orgasmo, con gli occhi chiusi cercava i loro cazzi per succhiare le ultime stille. Lidia raccolse con le dita le gocce che non erano arrivate nella sua bocca leccandosele. Intanto che s’accorse con piacere che i tre maschi erano ancora in parziale erezione: 

‘Ora desidero che mi ricopriate tutta’ – fu la sua animosa e vogliosa famelica richiesta.

Alfonso si sdraiò tra le sue gambe iniziando a leccarla, Lidia volutamente si spinse in avanti cercando di succhiarglielo, ma venne fermata ben presto da Nicodemo che aggiunse:

‘Non avrai intenzione di levarmi questo gradevole diletto?’.

Nicodemo accompagnò la punta del suo cazzo lungo le labbra di Lidia che fremente di piacere cercava d’ingoiarlo, ma lui la teneva saldamente per i capelli. Quasi come se si fossero messi d’accordo percepì la lingua di Alfonso penetrarla, perché travolta da questi piaceri si era pressoché dimenticata di Osvaldo. Inaspettatamente lo sentì alle sue spalle mentre afferrava da dietro i suoi seni, il sincronismo fra quei tre maschi era eccezionale e il suo ruolo di comando pigramente diminuì annientato dal piacere, mentre i tre maschi la sollecitavano a proprio piacimento. All’stante la posizionarono in piedi, mentre Alfonso la condusse verso l’ottomana, si sedette di sopra collocandola cavalcioni scivolando dentro nella sua deliziosa fica spingendo più a fondo possibile tenendola ferma. Nicodemo si dispose sul bordo dell’ottomana, Lidia stava per dedicarsi al suo cazzo quando repentinamente sentì Osvaldo che batteva sull’entrata posteriore. Lidia si spinse in avanti per facilitargli il compito, si puntò iniziando a spingere lentamente per entrare, poiché una volta dentro si fermò un attimo, giustappunto il tempo di farla riprendere prima di spingere con decisione.

Lidia strillò, urlò per il dolore, ma anche perché aveva goduto, captava le secrezioni del suo piacere colare sul corpo di Alfonso, i maschi incominciarono ad accarezzarla e a baciarla. Lei si senti travolgere da un piacere nuovo e sempre più forte e iniziò a muoversi sopra i due maschi mentre ricominciava a leccare e succhiare Nicodemo. Ora era tutta piena, era una sensazione magnifica, stravolgente e unica. Stava quasi per raggiungere un altro orgasmo, attualmente era immobile ed erano i maschi che si muovevano dentro di lei. Percepiva di netto Nicodemo e Alfonso che si muovevano alternativamente dentro e fuori di lei, mentre Osvaldo la teneva per la testa muovendola su e giù fino in gola. Pacatamente i tre maschi elevarono il ritmo, subitamente iniziò a sentire Nicodemo mugolare di piacere, accelerò i ritmi della sua testa succhiando avidamente il cazzo di Nicodemo, che non resistendo a quelle sollecitazioni le sborrò pacificamente nella bocca, Lidia cedette al piacere e venne un’altra volta mugolando con frenesia, ora erano rimasti i due uomini dentro di lei. Sentì Osvaldo che improvvisamente usciva dal suo didietro ritrovandoselo davanti a lei, che le spingeva il cazzo tra le labbra. Lidia era ormai in estasi, dischiuse la bocca e si lasciò penetrare con foga in bocca, Osvaldo le teneva la testa mentre si muoveva velocemente dentro e fuori la sua bocca. Lidia mugolava quando lui le spruzzò il seme in bocca quasi si sentì soffocare, ma non mollò la presa tracannando tutta quella succulenta vischiosa delizia, al momento era rimasto soltanto Alfonso. Con dolcezza la sfilò dal suo cazzo facendola adagiare tra le sue gambe, Lidia era oramai passiva, sicché lui le posizionò il cazzo tra i seni e stringendoli iniziò a muoversi, dopo agguantò le mani e fece in modo che fosse lei a tenere stretti i seni, mentre lui le faceva abbassare la bocca sussurrandole di succhiarglielo. 

Lidia ubbidì velocemente dando retta, i suoi sforzi furono ripagati da un’altra abbondante razione di sperma che le riempì la bocca. Era distrutta e con i sensi inebriati, ma in preda a un’eccitazione inverosimile come non si era mai sentita prima. I quattro rimasero in silenzio per qualche minuto, cercando di riprendere le forze, Lidia non riusciva a trovare un altro termine, giacché ponderava di non aver mai raggiunto un livello tale di piacere. Captare e sentire i tre maschi che la riempivano parallelamente era qualcosa d’inaspettatamente piacevole e di sorprendentemente seducente, più di ogni altra cosa perché con loro tre era come se fosse un solo uomo. Non aveva fatto altro che fare in contemporanea quello che normalmente faceva singolarmente, al presente si sorprese sbigottendosi nel ripensare al tutto e s’accorse che ricominciava a bagnarsi. Con il viso ancora vicino al cazzo di Alfonso spontaneamente incominciò a stuzzicarlo con la lingua, leccando il glande e poi scivolando lungo l’asta fino ai testicoli, risalire, succhiarlo un pochino e poi ricominciare a leccarlo. Dietro di sé percepì qualcuno che con la lingua stava giocando con il suo buchino, sicché allargò le gambe per meglio offrirsi. Lei si dedicò con maggiore foga ad Alfonso, muovendo la testa velocemente mentre lui l’incitava nel fare ancora di più, per il fatto che si fermò soltanto quando sentì che quello dietro di lei stava strofinandole nel solco delle chiappe qualcosa d’inconfondibile. Di sorpresa con un colpo secco sentì deflorare il suo povero buchino, iniziando a spingere dentro di lei con tutte le forze. Non poteva essere che Osvaldo, in tal modo Lidia lasciò scivolare il cazzo di Alfonso fuori dalla sua bocca appoggiando la testa sul suo inguine, quasi singhiozzando di dolore e piacere. Una lacrima le rigò una guancia, Alfonso s’alzò dal divano e al suo posto arrivò Nicodemo, che aveva aspettato il suo turno massaggiandosi il cazzo. Profanò con brutalità le sue labbra mentre con la mano le spingeva in giù la testa. I mugolii di Lidia anche se soffocati aumentarono, la decisione con cui la stavano prendendo le fece perdere il controllo e raggiunse l’orgasmo gocciolando sul tappeto. Appresso avvertì Osvaldo scivolare fuori, subito dopo fu la volta di Alfonso, perché riconobbe la sua mano che le accarezzava la fica che gocciolava, poi lo sentì scivolare delicatamente dentro di lei.

Lidia lo sentiva muoversi lentamente, mentre il fratello lo incitava con lo stesso ritmo la testa su e giù riempiendola e svuotandola nel contempo, dopo lo sentì puntare sul buchino. Oramai si era abituato, che Alfonso entrò facilmente. Lo sentiva uscire lentamente e spingere dentro con forza, mentre le sue mani erano aggrappate ai suoi seni. Nicodemo si sposto dall’ottomana e rapidamente venne il turno di Osvaldo, di poter godere delle grazie della sua bocca, eppure dopo che le glielo prese in bocca freneticamente, lui le bloccò la testa preferendo di scoparla in bocca decidendo il ritmo e l’intensità delle spinte. Lidia oramai aveva perso il controllo del suo corpo e si lasciava trasportare dalle sensazioni, sentì le mani di Alfonso spostarsi dai suoi seni sulla sua fica, con le dita iniziò a sgrillettarle furiosamente il clitoride e per lei fu impossibile trattenere un altro orgasmo. Anche Alfonso abbandonò il suo buchino, Lidia lo vide sedersi al fianco di Nicodemo sull’ottomana. Adesso era Nicodemo dietro di lei, poiché sentiva ogni millimetro e ogni nervatura del suo cazzo, mentre davanti a lei c’erano Alfonso e Osvaldo ai quali si dedicava alternativamente. Anche Nicodemo si stava dando da fare alternativamente nei due orifizi. Lidia pur essendo sfinita, ma non ancora doma né sconfitta, in modo inatteso esclamò:

‘Venite qua, bramo sentirvi sborrare tutti dentro di me’.

I tre maschi selezionando ognuno il proprio buco preferito, si rimisero nella posizione iniziale. Alfonso si sdraiò sul pavimento e Lidia cavalcioni sopra di lui, Osvaldo dietro nel suo buchino, mentre Nicodemo si mise in modo che lei lo potesse accogliere facilmente nella sua bocca:

‘Che spettacolo, adesso dovrai metterti in azione’ – le riferirono infervorati i tre individui simultaneamente.

Lidia iniziò a muoversi, avvertiva le loro esuberanti virilità entrare e uscire dai suoi buchi, dandole sempre maggiore piacere, mano a mano che li sentiva pulsare sempre più forte dentro di lei pregustando il momento. Percepiva distintamente l’approssimarsi di quell’inedito orgasmo che stava per scuoterla, ma doveva resistere. Captava di netto i tre gemelli che iniziavano a gemere, giacché non riuscivano più a trattenersi e stavano spingendo dentro di lei. Se il primo orgasmo era stato scioccante, per questo Lidia non aveva paragoni, perché colse all’istante quei tre cazzi vibrare e fremere prima d’iniziare a riempirla in ogni anfratto con quella linfa lattiginosa. Lidia tentava d’urlare per il piacere, ma non aveva nessun’intenzione di perdere nessuna stilla del nettare di Nicodemo, mentre stringeva i glutei per spremere i cazzi di Alfonso e di Osvaldo.

Adagio i corpi scivolarono uno sull’altro avviluppandosi e stringendosi l’uno con l’altro, le bocche scivolarono sui corpi, la bocca di Lidia cercava i cazzi di Alfonso e di Osvaldo per gustare le ultime tracce, mentre loro l’accarezzavano baciandola dappertutto.

La sua mente vagava smarrendosi e turbandosi, orientata e dissolta nel completo abbandono del benessere, persa e vinta nel silenzio del piacere. In realtà con tre maschi unicamente per lei, tutti per lei. Certamente valeva la pena di perdonarli e di non infierire, se erano stati in grado di darle tutto questo.

{Idraulico anno 1999} 

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