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Erotici Racconti

Attraverso lo specchio

By 27 Ottobre 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Olga ripose placidamente gli occhiali nella custodia, spense il PC, si diresse verso il bagno, si scrutò allo specchio e una volta tanto si trovò attraente ed eccezionalmente piacevole. Lei aveva le mani leggermente sudate, dal momento che pensava a ciò che sarebbe accaduto tra poco, perché avvertiva in maniera ben marcata un brivido scorrerle lungo la schiena, per andare in conclusione a soffermarsi stabilendosi laggiù nel basso ventre rendendolo irruente, vivo e umido. S’aggiustò alla svelta il trucco, si ravvivò i capelli, si girò leggermente su d’un fianco e si specchiò. Lei, tangibilmente euforica, per l’occasione aveva indossato le braghe che andavano a genio a lui, aderenti sulle chiappe, con al di sopra un sobrio pullover che le vivacizzava diffusamente il colore del viso. A dire il vero era stata lei a volere irremovibilmente quell’incontro, in quanto aveva auspicato ampiamente quel gioco e tutta questa faccenda al presente l’eccitava notevolmente, in seguito s’infilò la giacca e uscì camminando leggera riuscendo a sentirsi persino sensuale, circostanza questa assai infrequente per lei.

Percorrendo il viale lo intravide quasi subito mentre era già appoggiato in maniera placida alla colonna della loggia con una gamba stesa e l’altra flessa, lì accostato frattanto che stava telefonando. Olga osservandolo lo trovava alquanto seducente in quella posa, con le braghe appena appena abbassate sulle natiche, il giubbetto di cuoio scuro, la capigliatura rapata, il pizzetto e gli orecchini piccolissimi al lobo dell’orecchio destro. Gli piaceva, sì, gli piaceva eccome, appoggiato a quella colonna con quell’aria tipica d’un adolescente demotivato, disinteressato e svogliato nonostante i suoi quarantasette anni d’età. Lui appena la vide sorrise, perché quel sorriso che tra l’altro conosceva bene aveva avuto l’intonazione e il sapore finale più della tenerezza che del sesso, eppure adesso anche quel sorriso aveva l’impronta e il tocco dell’erotismo allo stato puro. Il desiderio aveva messo radici ben salde dentro di Olga, giacché stava lentamente scivolando in mezzo alle cosce, dopo si baciarono affettuosamente sulle guance, ma il contatto con la pelle del viso di Giorgio le diede una scossa di piacere immediato e inatteso. A braccetto proseguirono insieme fino al grande magazzino presso il reparto dei vestiti maschili, in pieno centro, visto che quello era il luogo prescelto per il gioco che Olga voleva compiere.

Capitava, infatti, che di tanto in tanto si recassero lì per effettuare degli acquisti, in quanto Giorgio adorava farsi consigliare benevolmente da lei sul vestiario, dal momento che quell’ipermercato era comodo e funzionale per entrambi. Fu proprio durante uno dei loro appuntamenti per gli acquisti, che Olga ebbe la bizzarria e pure la genialità che voleva attuare già da parecchio tempo. Lei non glielo aveva giammai confessato, un po’ per compostezza e addirittura per pudore, un po’ per quella sottile angoscia che aveva d’esprimere sé stessa manifestando i suoi desideri erotici verso di Giorgio, amico di sempre, anzi, anche amante un po’ più che occasionale. Qualche giorno prima però, aveva trovato il coraggio e infine la netta spudoratezza scrivendogli un messaggio di posta elettronica dove aveva vuotato finalmente il sacco. L’idea piacque anche a Giorgio, così in pochi giorni organizzarono l’incontro liberandosi da impegni e da problemi quotidiani. Per l’occasione entrarono nel grande magazzino, dato che a quell’ora come previsto era quasi vuoto. Al piano terra c’era una commessa che si limava le unghie alla cassa, per il fatto che non sollevò neppure la testa accennando un flebile buongiorno alquanto annoiato e distratto. A dire il vero là dentro c’erano pochissimi clienti concentrati più che altro per curiosare tra i vestiti che a indossarli. Come due amici qualsiasi curiosarono anche loro, presero un paio di camicie e dei jeans da uomo, poi salirono al piano di sopra. Come avevano immaginato non c’era nessuno, tuttavia un minimo rischio esisteva comunque, nondimeno era esattamente quello che eccitava la fantasia di Olga, poi s’infilarono nel camerino tirando la tenda.

Olga sentiva il cuore scoppiarle nel petto e il desiderio invaderle lo stomaco, le viscere e il sesso. Lei aveva addosso quell’apprensione e quel timore che qualcuno potesse entrare nel camerino sorprendendoli, eppure voleva a ogni costo che adesso accadesse ciò che aveva sempre immaginato, lo voleva con tutta la sua pelle, per il fatto che senza esitazione Giorgio spinse Olga contro la parte del camerino e la baciò con passione. Al contatto con la sua lingua la donna dimenticò ogni paura e sentì il corpo diventare cera tra le mani dell’uomo che la stava abbracciando stretta in una morsa maschile, salda, tenace e sensuale. Le loro lingue percorrevano insaziabilmente i contorni delle labbra, s’intrecciavano, si succhiavano, entravano e uscivano ghiottamente dalle loro bocche eccitandoli al massimo. Sapevano molto chiaramente però, di non avere molto tempo a disposizione, allora Giorgio tolse la lingua dalla bocca di Olga e iniziò a farla scivolare lungo la guancia, poi sul collo, sulle spalle e infine scendendo verso il seno.

Lui avrebbe voluto spogliarla, però sapeva che era troppo avventato e rischioso, a quel punto sollevò il maglioncino rosso e leccò ingordamente l’ombelico e il ventre di Olga che con le mani accarezzava la testa dell’uomo sentendo il suo fluido bagnarle progressivamente il sesso. Lei aveva voglia d’ansimare, di parlare, d’emettere suoni di piacere, però sapeva di non poterlo fare, giacché era questa la circostanza che la eccitava. Dovevano compiere tutto in silenzio, dal momento che per lei questa era una sfida complessa e difficoltosa. Lei amava parlare durante i giochi erotici, parlare e gemere, spolmonarsi, incitare il suo amante per farla godere, attualmente no, non avrebbe potuto, per la semplice ragione d’esser scoperti in flagrante nel fare sesso dentro il camerino d’un grande magazzino. Anche Giorgio era eccitato dall’idea di fare tutto in quiete, in fretta, in un luogo scomodo e stretto, eppure così intrigante e soprattutto singolare. La lingua arrivò al bordo dei jeans, con le mani Giorgio li sbottonò e proseguì il viaggio della lingua lungo il perizoma di Olga. Con leggiadria l’uomo abbassò i calzoni della donna, successivamente accostandosi alla sua fenditura leccò le labbra di quella pelosissima e nera fica tanto da coglierne profondamente il suo respiro, fino a scrutare la cavità pelvica di Olga spostarsi estendendosi in conclusione spontaneamente verso la sua faccia.

Giorgio la girò di schiena con fermezza facendole appoggiare accortamente i palmi di ambedue le mani verso lo specchio. Olga in questo modo poteva vedersi, eccitarsi e in quella postura controllare agevolmente nello stesso istante Giorgio dietro di lei. Olga aveva il busto leggermente flesso, le gambe dritte e il sedere sollevato, Giorgio continuò a leccarle la fica, appresso salì lentamente verso le chiappe, sfiorò leggermente quel tratto che dimezzava i glutei, glieli divaricò infilando in ultimo la lingua indurita dentro l’orifizio di Olga in quell’anelante e ingorda attesa. A quel contatto la donna emise un gemito, in quanto si sentiva addosso un’eccitazione difficilmente controllabile e dominabile:

‘Zitta, fa’ piano, sta’ attenta, non farti sentire’ – gli sussurrò Giorgio. Lei non ripose limitandosi a respirare affannosamente:

‘Adesso sai bene che cosa ti succederà, vero?’ – le bisbigliò l’uomo, sfiorandole l’orecchio, tenuto conto che si era appena sollevato e attualmente si trovava in piedi nella parte posteriore.

‘Sì, lo so bene, fa’ presto, ne ho tanta voglia’ – rispose lei eccitata all’inverosimile uscendo fuori di senno per l’entusiasmo.

‘Adesso ti scoperò sia davanti che dietro. Tu non potrai gridare, dovrai solamente godere e osservarti nel tempo in cui lo farai. Lo specchio sarà il tuo unico padrone e pure testimone’.

‘Sì, così, dai fallo, ti prego’ – sussurrò lei sull’orlo d’un orgasmo imminente, difficilmente dominabile.

Giorgio si sbottonò i jeans ed estrasse il cazzo già infervorato a dovere, sicché penetrò Olga da dietro sentendosi immerso nel calore bagnato della sua pelosissima e nera fica, avvertendo in maniera spiccata una lussuriosa vampa che eccitava a dismisura i suoi sensi. Olga avvertiva Giorgio muoversi accanitamente dentro di lei, pigramente, benché la circostanza esigesse un’irrefutabile celerità d’esecuzione, lei percepiva quel cazzo conficcarsi dentro di lei sempre più in profondità, si sentiva colma, assolutamente padroneggiata e posseduta da quell’inconsueto e stravagante amante che tanto sapeva farla godere.

Lei poteva osservare Giorgio in modo approfondito di sbieco, lo esaminava intanto che l’afferrava per i fianchi costantemente con maggiore fermezza, perché adesso lei aveva innegabilmente l’espressione stampata in volto di chi assapora quel focoso evento, con un misto tra l’assillo e l’ossessione di venire scoperti, assieme alla consolazione e alla gioia cagionata dal godimento e dalla completa letizia. Olga al presente captava, coglieva raffinatamente l’onda dell’orgasmo salirle dal basso ventre, perché avvertiva chiaramente che sarebbe bastato pochissimo per erompere tutta la sua enorme lussuria da troppo tempo accumulata. Lei boccheggiava, malgrado ciò sperimentava un pizzico di sconcezza guardandosi alterata e stravolta allo specchio in quell’insolita maniera, eppure lei bramava arditamente in cuor suo osservarsi a tal punto accalorata ed euforica in assenza di remore, finalmente fra le grinfie fameliche di quel focoso individuo che la guidava con tenacia con quelle mani affettuose e possenti al tempo stesso. Con una mossa improvvisa Giorgio sfilò il cazzo dalla pelosissima e nera fica di Olga, lei si sentì velocemente spegnersi per un attimo per quell’inattesa e seppur momentanea privazione di piacere, però lui gliel’infilò rapidamente nelle chiappe con energia spingendoglielo dentro senza troppi preamboli. La donna a bruciapelo si lagnò, poiché quello appena provato era un urlo di piacere misto allo spasimo schiacciando sennonché il viso contro lo specchio e girandolo di lato. A quella vista Giorgio s’eccitò ancora di più e iniziò a penetrare il didietro della donna sempre più forte con colpi decisi, ritmati e in profondità. Olga stava farneticando dal piacere che riceveva, sragionava di netto, perché neppure lei prima di conoscere né di sperimentare sessualmente quell’uomo, sapeva quanto poteva essere attraente piacevole il sesso anale, non per tutte le donne s’intende.

Lei godeva in maniera impressionante e sconcertante quando lui l’afferrava in quel modo e poteva arrivare all’orgasmo anche senza ulteriori stimolazioni. Quel giorno però, non si potevano fare le cose con calma, cosicché Olga iniziò a masturbarsi infilandosi le dita nella fica intrise di secrezioni, guardando il volto di Giorgio che si rifletteva nello specchio, in seguito girò la testa di lato fin quanto non potendone più per fare udire la sua voce spezzata dal godimento in ultimo esordì:

‘Sì, dentro, ecco, così. Su dai, sborrami dentro, perché voglio sentire il tuo calore bagnato, ti prego’.

Lei lo stava implorando, gli stava chiedendo animosamente di sborrarle placidamente dentro tutto il suo corposo nutrimento, per poter a sua volta raggiungere un orgasmo che sapeva sarebbe stato a dir poco devastante e sconvolgente.

‘Sì, ecco, ti sborro dentro piccola mia, eccomi, è tutto per te’ – bisbigliò Giorgio nelle orecchie della sua amante gratificandola in pieno donandole tutta la sua linfa vitale accalorato ed entusiasta più che mai.

Olga captò diversi schizzi di sperma infiltrarsi nelle viscere inondandole, mentre i colpi che Giorgio le offriva erano sempre più profondi, ritmici e veloci. In quell’istante si sentì totalmente pervasa da un unico calore, visto che dalle chiappe quel fluido scendeva invadendola completamente. La sua mano stava importunando audacemente il clitoride oramai diventato durissimo e con gli ultimi tocchi raggiunse strepitando un orgasmo travolgente e vorticoso, che la fece contorcere su sé stessa sconquassandola oltremisura. Al termine dell’accoppiamento restarono un paio di minuti in quella postura appoggiati allo specchio, godendosi le ultime onde di piacere che attraversavano ogni filamento dei loro rispettivi corpi, poi Giorgio l’abbracciò sempre da dietro e con il suo modo di fare beffardo, dileggiatore e ironico punzecchiandola lievemente le disse:

‘Contenta di tutto ciò signorina?’.

Giorgio sapeva in maniera palpabile che Olga si sarebbe indubbiamente infuriata, per il fatto che delle volte non sapeva individuare né riconoscere la sua ironia né il suo scherno per così dire allentato, attutito e disteso dopo la copula, perché lei si sentiva alquanto manifestamente presa in giro, così lui giocò in anticipo esponendole prontamente:

‘Devo confessarti che pure io sono rimasto assai soddisfatto, perché è stato un bel gioco signorina mia’ – stringendola un poco a sé per cautelarsi e per prevenire una sua inadatta e sconveniente risposta.

Questa volta però lei non fiatò né s’infuriò né obiettò nulla, al contrario, si limitò unicamente a sorridergli attraverso lo specchio per quel carnale e lussurioso risultato appena compiuto.

{Idraulico anno 1999} 

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