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Una piccola introduzione per un racconto breve, penso sia il giusto modo per rompere il ghiaccio.
(Se ne avete voglia scrivete un vostro parere, accetto volentieri ogni tipo di critica o suggerimento)

In ospedale la vita era dura e Valentina lo sapeva fin troppo bene. Una ragazza di appena 23 anni, diventata da poco infermiera e neoassunta, era sola e stanca.
Piccola di statura, si vestiva in maniera semplice. Era garbata e dolce, svelta e diligente. Quando Valentina entrava in reparto, tutti gli altri operatori posavano lo sguardo su di lei, era graziosa, ma mostrava un carattere forte e deciso, un piccolo fiore dotato di spine.
Era spesso affiancata da operatori uomini e a Valentina non dispiaceva per nulla, nella sua vita era sempre mancata una figura maschile e Mario la faceva sentire meno sola, al sicuro, la faceva sentire bene. Mario lavorava nel suo stesso reparto, ma non sempre condivideva i suoi stessi turni. Un bell’uomo di circa 40 anni, alto, leggermente fuori forma, ma fisicamente imponente, capelli scuri e barba appena accennata, aveva la tipica arroganza di chi sapeva di piacere.
Erano le otto di sera, il turno stava per finire e Valentina aveva appena terminato di somministrare le terapie ai suoi pazienti, Mario stava sistemando l’infermieria. La piccola infermiera andava avanti e indietro per il lungo corridoio diventato ormai silenzioso e vuoto.
Mario la guardava, i lunghi capelli ricci raccolti dietro il collo, la divisa bianca che nascondeva un seno piccolo e alto, un sedere che non poteva non essere guardato, la pelle bianca, le labbra rosse e sottili. Valentina sapeva che lui la stava guardando, sapeva che prima o poi si sarebbe dovuta fermare, sarebbe dovuta entrare in infermieria, sedersi davanti a lui e affrontare il peso del suo sguardo, questa volta non poteva scappare, erano rimasti soli.
L’orologio del reparto segnava le nove di sera, Mario la vede entrare in infermieria con un flacone di vetro vuoto in mano. “Quando hai intenzione di fermarti?”
“Sto solo facendo il mio lavoro, ci tengo all’ordine, lo dovresti sapere”, stava diventando nervosa, non voleva fermarsi, sapeva cosa sarebbe potuto succedere.
Mario apre la dispensa situata proprio dietro di lui, prende un pacchetto di biscotti e lo mette sul tavolo. “Mangia, ne hai bisogno”. Si alza dal tavolo per mettersi esattamente di fronte a lei. “Siediti e mangia, ormai abbiamo finito”
“Adesso arrivo”. A Valentina piaceva Mario, le sue mani grandi, il suo modo di fare protettivo ed autoritario, era furbo, ma si prendeva cura di lei.
“Di cosa hai paura?”
“Cosa intendi?”
“Hai paura di me?”
Valentina si ferma, si scioglie i capelli e sospira. “Non ho paura di te, sei insistente”.
“Insisto per il tuo bene, sei troppo magra, lavori sodo, siediti e mangia”. Mario avrebbe voluto averla nuda tra le sue mani, ma ogni cosa richiede il suo tempo e per il momento poteva soltanto guardarla da vicino.
Nel reparto era sceso un confortevole silenzio, le luci erano spente, l’unico rumore che faceva da sfondo a quella sera d’estate, erano le voci di Valentina e Mario.
“Posso fare una cosa?”
“Dipende dalla cosa”. Valentina sapeva che lui era sposato, sapeva che tipo di uomo fosse, ma non le importava, non quella sera, voleva essere sua, voleva sentire il calore delle sue mani.
Mario si avvicina con sicurezza, ma senza movimenti bruschi, non voleva farla fuggire, lei lo stava guardando con attenzione. “Stai ferma”.
Valentina sentiva le mutandine bagnarsi, in fondo era esattamente quello che voleva.
“Alza la maglietta”. Mario fa scivolare una mano proprio sopra le sue mutandine, la accarezza piano, dolcemente.
Valentina non riesce a guardarlo negli occhi, sente il suo corpo fremere per lui.
“Perché non mi guardi?”
“Vuoi che ti guardi?”
“Sei in difficoltà, non è vero?”
Valentina non risponde, sa che Mario può sentire quanto è bagnata.
“Continuo?”
“Ti prego”
“Ti prego cosa?”
“Continua, per favore”
Mario inizia a toccarla, fa scivolare le dita dentro di lei, sotto il tessuto delle mutandine, sente il suo sesso morbido e bagnato.
“Allarga le gambe”. Valentina esegue, alza leggermente il bacino per permettere alle sue dita di raggiungerla in profondità, si vuole godere ogni istante.
Mario è seduto vicino a lei, la guarda compiaciuto, finalmente è sua, tutta sua.

Continua…

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One Comment

  • Jules Maigret Jules Maigret ha detto:

    Buongiorno Valentina visto che Vaniglia riporta iniziale tuo nome. Scrivi bene, non so se la tua sia una fantasia o è realtà, ma la fai vivere a chi ti legge e già questo è un merito che pochi hanno vista la pochezza di molti che scrivono qui o su altri siti similari. Di sicuro tendi a dimostrare un’indole remissiva, sei attratta da personalità forti e decise che ti fanno sentire femmina anche solo con uno sguardo o un gesto. Se ti fa piacere confrontarti ho scritto anch’io due episodi della mia vita reale, leggendoli capiresti già qualcosa di me altrimenti scrivi pure a julesmaigret60@gmail.com.

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