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Erotici Racconti

Confortevole smania

By 25 Novembre 2018Febbraio 11th, 2023No Comments

Quella Opel Tigra modello cabriolet TwinTop 1.4 16 V di colore blu scuro metallizzato, procedeva in maniera guardinga e ponderata tendando con sforzo d’avanzare, sebbene i tergicristalli azionati al livello maggiore del loro utilizzo apparivano non garantire l’adeguata veduta, perché l’acqua che veniva giù dal cielo sommergeva ogni cosa, poiché pareva che l’automobile di Liliana si dibattesse tra quell’inclemente e abbondante acquazzone, arrendendosi in definitiva sotto quella torrenziale pioggia. In aggiunta a ciò, come se non bastasse, addirittura le palline della grandine pareva che volessero far compagnia al loro arduo avanzare, atterrando fragorosamente sulla carrozzeria. 

Carmen seduta accanto la osservava leggermente intimorita, presupponendo che prima o poi quella capote avrebbe ceduto sommergendole, finché piegando il corpo si voltò all’indietro individuando con lo sguardo il piccolo ombrello ripetendole di prendere le opportune cautele, mentre Liliana cominciò a ridacchiare, ipotizzando la curiosa ambientazione di tutte e due, sotto un irrisorio ombrello con le natiche in immersione nell’abitacolo pieno d’acqua.

Ambedue in quella circostanza erano uscite anzitempo dall’ufficio, manifestamente infervorate all’idea di poter trascorrere qualche giornata al litorale, in verità appena tre giorni di relax, in aggiunta a ciò con la festività del santo patrono incluso nel calendario, supponendo d’incontrare qualche bel misterioso forestiero, giacché autonome, impudenti e spregiudicate, ma soprattutto vogliose e perché no, depravate, dissolute e viziose quel tanto che basta. Con la faccia ben appiccicata al parabrezza Liliana s’abbassò ricercando la giusta concentrazione, Carmen s’accese una sigaretta, aspirò alcune boccate, si sfilò gli occhiali dal naso, alzò la maglietta pulendo quelle lenti appannate. 

Dopo un lunghissimo viaggio giunsero al casello d’uscita, la pioggia costante riprendeva ad abbattersi, eppure loro irrobustite e forgiate come due donne virile dei tempi moderni non si lasciarono per nulla scoraggiare, sicché diedero lo scontrino al giovane sprangato nella sua ristretta guardiola, mentre Carmen cercava le monetine per pagare il dovuto al casellante. Trafficando sul fondo della borsetta andò alla caccia dei centesimi sparsi qua e là, mentre il casellante scrutando nella camicetta sbottonata di Liliana sembrava cercasse dell’altro. Carmen con la cupidigia d’un pirata degli oceani conteggiò per la seconda volta il bottino, sorridendo in maniera altezzosa per il traguardo raggiunto, lo riconsegnò a Liliana, che a sua volta lo depositò nelle mani accaldate del casellante, lui sembrò scontento da tanta celerità, si passò la lingua sulle labbra, lei si sfiorò scaltra un seno, il giovane sgranò gli occhi, lei gli sorrise, pigiò infine sull’acceleratore e l’autovettura comparve nei vapori persistenti della pioggia.

Giunte nella stanza dell’albergo collocarono le loro borse sul minuscolo tavolino, Carmen si sfilò la maglietta e i pantaloncini, rimanendo indosso con l’intimo, dopo s’accese una sigaretta e si sdraiò sul grande letto che occupava per intero la stanza. Nel bagnò Liliana si fiondò dentro la doccia, perché cercava il sollievo dell’acqua alla fatica della guida insaponandosi con cura il corpo. I loro corpi erano imponenti e impeccabili, i seni prosperi e le natiche consistenti, pronte per debuttare in spiaggia con un minuscolo tanga per essere accortamente anelate dai maschi e aborrite dalle ragazze, in quanto s’adularono sviolinandosi reciprocamente, facendosi piccole carezze e accarezzandosi scambievolmente le chiappe.

Tempo addietro, una notte a casa di Deborah, avevano persino scopato, si erano lungamente stimolate baciandosi in ogni parte, avevano acquistato un ragguardevole membro di silicone e lo avevano ben presto sperimentato in tutti i modi possibili, Carmen lo aveva messo nella postura del maschio virile e si era fatta spompinare, poi alquanto accalorata e ben uniformata nella parte glielo aveva fatto sentire tra le cosce, fino a condurla nella cupidigia radicale della totale dissolutezza, portandola in conclusione a una tensione spasmodica da favola, giacché ambedue avevano vivamente assaporato quel palo rigido sempre pronto all’uso, in quanto era stato assai anche divertente, ma la loro natura era diversa, perché da brave agronome idolatravano fondamentalmente gli uccelli lunghi e duri, ma soprattutto arroventati e guizzanti. Con i perizoma in bella evidenza, sotto minuscoli gonnellini a vita bassa affrontarono la notte, per il fatto che le sei del mattino sopraggiunsero velocemente, ambedue ritornarono in albergo svigorite, si sfilarono gl’indumenti rimanendo completamente nude e infilandosi sotto il fresco lenzuolo del grande letto s’appisolarono.

Frattanto Marijan, il prestante e robusto cameriere croato, percorse il lungo corridoio che dall’ascensore portava alla loro stanza, sul grande portavivande il bricco del caffè bollente pareva una locomotrice soffiante, gremito da tutto l’occorrente per la prima colazione del mattino, arrivò, batté alla porta e aspettò che aprissero. Dall’interno della stanza non udì nulla, bussò tre volte ancora, ma da là dentro nessun segno di vita, con la chiave di riserva agì sulla serratura e con la massima moderazione aprì la porta ed entrò. Gli ci volle un po’ di tempo per abituare gli occhi alla semioscurità della stanza, ma poi lo spettacolo fu appropriato e degno di quella lunga e insperata attesa. Durante la notte i corpi delle ragazze si erano scoperti, il lenzuolo spiegazzato sembrava il tessuto d’un ammaliante palcoscenico, Carmen esibiva in bella mostra le sue lunghe gambe e il bel didietro, con il viso piegato di lato sembrava che osservasse Liliana, che dormendo reclinata palesava tutta l’incontenibilità dei sui seni, mentre la foltissima e nera striatura dei suoi ricciuti peli pubici era protetta solamente per metà.

Marijan collocò il portavivande sul tavolino, percepì di netto l’eccitazione che premeva dentro i pantaloni, sollevando appena appena la serranda dispensò due leggeri colpi di tosse. Come delle lame multicolori, la luce dalla finestra raggiunse speditamente i corpi nudi delle ragazze, schermando con una luce lieve le curvilinee pieghe delle due femmine, mentre Marijan cercava di contenere senza troppa persuasione il grosso membro che minacciava di prorompere dalle sue mutande, perché durante il tempo in cui stava per allontanarsi si voltò un ultima volta per beneficiare di quell’ammucchiata di tegumento femminile. Liliana, appoggiando la schiena alla testiera del letto bruscamente lo invitò esponendogli:

“Tenuto conto che sei già qua, perché non ci servi la colazione?”.

Marijan afferrò il contenitore del caffelatte fumante e lo versò nella tazza.

“Vi occorre dell’altro?” – propose cortesemente lui.

“Io desidero un buon biscottino, tuttavia quello là di sotto mi pare un poco asciutto e inaridito” – aggiunse Liliana, esaminando i calzoni di Marijan.

Marijan s’accostò talmente vicino che fiutò distintamente i fluidi della fica di Liliana abbondantemente intrisa nel contempo annunciandole:

“Posso senz’altro cercare nella dispensa, ma credo che il meglio sia qui con me” – commentò lui per nulla allarmato né intimorito in maniera decisa e inflessibile.

Liliana afferrò la marmellata, ci ficcò il dito medio portandoselo alla bocca, ruotò le chiappe verso di lui mettendo i piedi per terra, appoggiò la tazzina fumante sul comodino di lato e iniziò a strofinare il pasticcino nei suoi pantaloni, lui non si fece pregare due volte, li sbottonò rimanendo a disposizione di quella bambina sfrontata e per di più ingorda:

“Noto che il cannolo è accompagnato da due belle albicocche” – obiettò lei, con le dita spalmò la marmellata sul glande gonfio e pregustandone il sapore se lo infilò in bocca, mentre con l’altra mano gli lambiva i glutei.

Liliana percepì il desiderio avvampare, divaricò le cosce iniziando a massaggiare le labbra della sua fica bagnata, mentre Marijan le agguanto la faccia imponendole un ritmo più sostenuto, perché quel cazzo pulsante e voglioso adesso entrava e fuoriusciva dalla sua bocca lussuriosa, la fica madida di Liliana sprigionò gli effluvi che giunsero solleciti al suo olfatto. Dopo le sfilò il cazzo dalla bocca giusto in tempo prima dell’orgasmo, s’inginocchiò, le afferrò le gambe allargandogliele, ficcò il viso nel sua odorosa fica leccandone ingordamente quell’irto clitoride, l’impeto fu così irruente e vorticoso che Liliana ebbe un elettrizzante orgasmo.

Dopo essersi rimpinzato con quel nettare delizioso sollevò gli occhi cercando lo sguardo appagato di Liliana, ma trovò le due ragazze che si stavano baciando, le loro lingue avvolte s’intrecciarono in un famelico bacio. Carmen eccitata e porca qual era digradò desiderando quelle due ciliegine che erano i suoi capezzoli, li leccò e presa dall’abnorme eccitazione iniziò a mordicchiarli, il corpo di Liliana si divincolava nel desiderio smodato come le spire d’un aspide concupiscente, Carmen andò sempre più giù baciandole l’ombelico e offrendo i seni alla sua bocca. I loro corpi si cercavano, le loro bocche tormentate dalla sete del sesso gustarono quel prelibato banchetto, perché come due esuberanti femmine vaneggianti ed entusiaste raggiunsero nello stesso istante il massimo acme del godimento, traendo bramosamente il piacere e donandosi alle loro esperte e intenditrici lingue. 

Il cameriere Marijan rimase a osservare quelle due incantevoli creature aggomitolate in quell’impeto travolgente trastullandosi il cazzo, dopo si sollevò in piedi trovando il viso di Carmen, lei smise di succhiare la fica della sua compagna e iniziò a leccare con grande ed esperta dovizia il cazzo, perché con dei rapidi e solleciti colpi di lingua irrigidì all’istante il membro di Marijan, la lingua seguiva il pulsare del sangue nelle vene, scese di sotto e assaggiò i testicoli, continuò a fluire in modo rapido su quello che sembrava il suo trofeo finché lo sentì compatto come pietra, allora acciuffò il cazzo rigido con la mano e lo depose nell’accogliente e villosa fenditura di Liliana.

Adesso la fica bagnata si dischiuse ampiamente desiderosa d’accoglierlo, colpi rapidi e ben assestati portarono la ragazza ad orgasmi ripetuti, mentre lei succhiava tra le gambe di Carmen il nettare della sua passione, Marijan baciò entusiasticamente Liliana, mentre i loro corpi si contraevano in molteplici spasmi di piacere.

Marijan continuò a scopare il corpo di Liliana finché il cazzo fu pronto per l’eruzione finale, giacché doveva emettere la sua densa, focosa e irruente prelibatezza, pochi secondi ancora, in seguito estrasse il cazzo schizzando con impetuosi spruzzi di sperma quel lattiginoso nettare, cospargendo i lussuriosi corpi delle soddisfatte e sfibrate ragazze.

In ultimo sorrise, rivestendosi rimise il cannolo attualmente sprovvisto di crema leggermente acciaccato e deformato nei boxer, infine aggiungendo:

“Care ragazze, con vero e immenso piacere che vi ho servito la prima colazione” – allontanandosi e proseguendo per le sue consuete mansioni giornaliere.

{Idraulico anno 1999}  

 

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