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Erotici Racconti

Contingenza inesprimibile

By 28 Settembre 2018Febbraio 11th, 2023No Comments

E’ una piovosa giornata, il lavoro prosegue, mentre guardo dietro le vetrate del capannone aspettando che termini il turno di lavoro, perché appena rientrerò verso casa mi collegherò e inizierò a navigare su internet, giacché lo utilizzo giornalmente per collegarmi alle chat, per poter conversare malignando spensieratamente con qualcheduno. Quella volta, infatti, composi il sito, fortunatamente che non ci sono sempre le abituali persone, perché in fin dei conti io adoro fare conoscenza. Composi sia il nome che la parola d’accesso ed entrai in questo magnifico quanto spregiudicato mondo ipotetico, azzarderei palesare irreale, ma non so esattamente fino a che punto.

In quell’occasione adocchiai uno pseudonimo che m’interessava, ci cliccai sopra e cominciai a chattare. Il nome fittizio in questione si qualificava come ‘Orchidea’ sostenendo d’essere una ragazza briosa, gaia e intelligente, poiché quest’ultimo concetto m’intrigò oltremodo. Tra un bicchiere di vodka e una parola scandita qua e là si fece tardi e la congedai, promettendole che ci saremmo in modo sicuro un giorno incontrati. Io sono durevolmente indaffarato con il lavoro, in verità trovare il tempo per incontrare qualcuno diviene un tema non semplice, malgrado ciò sono determinato nel compierlo, perché quella ragazza m’ha affascinato davvero in quella conversazione facendomi struggere.

In maniera pacifica si conclude la settimana lavorativa, in tal modo stabilisco d’utilizzare il treno per svagarmi un poco, colgo giustappunto l’opportunità d’incontrare quella persona. M’alzo presto, è domenica mattina, poiché devo procedere velocemente per recarmi presso la stazione per acquistare il biglietto d’andata e di ritorno, dal momento che ho la partenza tra circa un quarto d’ora, nel mentre m’accendo una sigaretta dirigendomi verso la caffetteria per consumare qualcosa. Molto bene, adesso si parte, impiegherò suppergiù cinque ore di viaggio, fra una lettura erotica, che è adeguata al caso mio, e un pensiero buttato qua e là per il lavoro che m’attende la settimana seguente. 

Arrivo finalmente a destinazione, la città di Venezia è sorprendente e straordinaria, unica nel suo genere, non si smentisce chi la definisce la città romantica per eccellenza, poiché mi piacerebbe poterla visitare tutta, ma non ne ho concretamente il tempo. Io le telefono per riferirle che sono nella sua terra natia, lei è molto contenta, in quel frangente m’attribuisce un orario e persino il luogo preciso, io di getto le ribatto d’incontrarmi alla stazione dei treni svelandole il binario che sono già arrivato, lei d’accordo accetta e mi riferisce che verrà a prendermi. In conclusione lei arriva, io resto interamente estasiato, perché non mi sarei immaginato né avrei in nessun caso sperato d’incontrare una donna favolosa come lei, con la chioma rossa, gli occhi verdi, con le sue aggraziate forme generali e un fisico equilibrato, a ben vedere posso affermare ritenendomi davvero lieto e favorito dalla sorte: 

‘Eccoci qua, ciao, io sono Orchidea. Com’è stato il viaggio’.

‘Molto lieto di conoscerti, ciao, piacere Umberto’ – pare quasi che al primo sguardo ci sia già un’ottima intesa di sensi. 

‘Dove vorresti andare di particolare’ – le chiedo io.

‘Non saprei che cosa t’interesserebbe fare, vorresti visitare il centro?’.

‘Niente da obiettare, ci sto, d’accordo’ – rispondo io e ci avviamo tra le calli e i campielli.

Girato tutto il centro, le mie gambe cominciano ad appesantirsi, in realtà non solamente loro dopo un estenuante viaggio.

‘Ascoltami, andiamo a casa mia, ti va bene?’.

Sì, certamente, eccellente idea’ – così Orchidea mi guida verso la sua dimora.

Ceniamo, lei cucina favolosamente, in seguito mi fa vedere la sua sfilza di dischi che ha nel salotto, io rimango notevolmente stupito in quanto non immaginavo che conoscesse tanti gruppi musicali sia italiani che esteri. Durante il tempo in cui lava i piatti le guardo con dovizia e stupore il didietro, è una vera scultura, qualcosa d’inesprimibile e d’incantevole, sia per come lo muove che nel modo in cui lo mostra, avvenente e favoloso per davvero. Dopo si sfila il grembiule e m’annuncia: 

‘Su, vieni di là, andiamo, che devo farti vedere una cosa’ – io m’adatto ed eseguo, in quanto non mi è possibile disapprovare né rifiutare. 

Orchidea mi conduce nella sua camera, mi mostra delle foto sue e della sua famiglia, lei attualmente vive da sola, perché si è da poco tempo lasciata con un ragazzo più grande di lei, mi squadra in modo fisso negli occhi e mi enuncia: 

‘In questo preciso momento che cosa vorresti esattamente fare? Non essere a disagio, adesso rilassati che ci penserò io’.

Io rimango palesemente impietrito a seguito di quell’inattesa richiesta, radicalmente di stucco di fronte al suo sguardo, vorrei abbozzare qualche vocabolo, però lei in modo fulmineo non mi dà il tempo di discorrere, perché s’avvicina pacatamente baciandomi con delicatezza. Si toglie la camicetta, il reggiseno, posso scorgere delle tette floride e perfette, per il fatto che sembrano ritratte. Con la mano s’avvicina a me, sveste con calma la mia maglietta, poi la canottiera, mentre continua a baciarmi con la lingua. Infine seguono i suoi pantaloni, resta con le mutandine e comincio a tastarle smodatamente il seno, questa mia azione in effetti non le crea problema alcuno. Con un colpo di mano mi fa stendere sul letto, m’abbassa i pantaloni, un bacio qua e là, mentre il mio cuore accelera i battiti. Orchidea mi sfila le mutande eseguendomi un delizioso pompino, sto sragionando per il piacere che mi cagiona, perché lei lo compie tanto magistralmente da farmi aumentare il battito cardiaco, credo che si sia alzata anche la pressione, perché mi sento tutto dissestato e scompigliato.

Gradualmente sale su, si siede sopra nella posizione della smorza candela con il viso rivolto davanti al mio e comincia a stantuffarmi in modo poderoso, poiché sperimenta un piacere immenso per me quanto per lei. A certe prestazioni non ero più abituato, certi numeri mi scombussolano, mentre mi cavalca per bene stendendomi le mani sul petto quasi come se volesse massaggiarmi, lei compie tutto davvero per bene. Non è finito qui, m’alzo e le faccio capire che la voglio scopare nella posizione della pecorina, lei sembra non volersi opporre, giacché tutto procede per il meglio. Il nostro rapporto va avanti ancora per un poco, finché in un’esplosione di totale piacere veniamo tutti e due, il nostro è un orgasmo da favola, perché sentirla strepitare mi fa venire la voglia di rifare tutto, ma non ce la farei. 

Dopo qualche carezza e fusa varie ci rivestiamo, io ho il treno tra poco più di un’ora, se non m’affretto correrò il rischio di perderlo, intanto che rimugino lei sulla soglia della porta mi sussurra un appagato, appassionato ed entusiasta grazie, io di rimando le ribatto che è stata lei a farmi trascorrere una meravigliosa e splendida giornata con i fiocchi. 

Lei mi mormora che intende rivedermi al più presto, così ci salutiamo prodigandoci un promettente arrivederci. Grazie a te internet, tutto merito tuo, che grandioso e spettacolare incontro. 

{Idraulico anno 1999}   

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