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Erotici Racconti

Convinta del suo potere

By 17 Luglio 2018Febbraio 10th, 2023No Comments

L’attuale ragazza con la quale mi ero messo assieme non avrebbe giammai creduto né immaginato né supposto le mie fervide intenzioni. Lei argomentava in maniera spigliata ragionando spesso della madre della sua migliore amica, eppure non poteva apprendere né ipotizzare realmente quello che macchinavo e ideavo dentro me stesso. Credeva che le donne sulla cinquantina e anche di più degli anni mi ripugnassero o che mi disgustassero, che fossero in definitiva eccessivamente sfiorite e passate, così quando mi riportava qualcosa che concerneva la madre della sua ottima amica lo completava con faciloneria e superficialità, senza badare troppo al mio sguardo, che Valeria la fantastica cinquantenne aveva sollecitamente captato mettendolo sapientemente da parte. 

Lei era una femmina magnifica, mirabile e a tratti pomposa, con gli occhi scuri e una pienezza corporea davvero incredibile, poiché avrebbe fatto mulinare la testa a chiunque, me compreso, quando quella sera bighellonando l’incontrai attorno al giardino della sua abitazione. In quel frangente mi mancò il fiato, indossava un indumento corto fino alle ginocchia con i sandali aperti mostrando gl’incantevoli piedi. Valeria mi salutò, ma dal tono della suo accento avrei azzardato che aveva radicalmente afferrato quanto io fossi attratto e trasportato dal suo immancabile fascinoso influsso. Per me, invero, apprendere che fosse divorziata la rendeva presentemente più amabile e tentante, probabilmente perché era terrenamente raggiungibile. Dialogammo di vari argomenti, perché senza dar troppo peso ci avviammo nel suo appartamento, perché appena varcammo la porta non perse altro tempo e in modo netto e spiccio mi enunciò: 

“Hai una fame mostruosa, si nota da lontano che deliri per me, perché non vedi l’ora d’assaggiarmi”. 

Io tentai in modo inesperto e malaccorto di comprovare l’opposto cercando di ribattere alla sua frase, eppure lei aveva già collocato il piede sulla patta dei miei jeans: 

“Quanto azzardiamo, che adesso tu eiaculi soltanto se t’accarezzo con un piede?”. 

Valeria in quella circostanza m’aveva quasi insultato molestandomi e irridendomi, in maniera lesta m’aveva però fatto la radiografia scoperchiando infine i miei bollori di maschio affamato, tuttavia quel lascivo e lussurioso pensiero che avrebbe messo in atto aveva efficacemente contribuito alla mia attuale erezione: 

“Che cosa t’avevo detto? Il solo pensiero t’ha fatto già effetto” – affermò lei in modo orgoglioso, sfilandosi nel mentre il sandalo e lambendomi la faccia con il piede. 

Valeria lo sfregava sul naso, me lo metteva in bocca, sul collo e sul torace, era manifestamente persuasa del suo individuale potere di femmina predominante e vittoriosa. M’abbrancò con prepotenza la testa collocandomela fra le sue gambe, io non persi tempo e iniziai a baciarle la fica, come se stessi elargendo il bacio più languido e sdolcinato del creato. Lei si contorceva sotto le mie labbra e quei lamenti, peraltro caratteristici d’una femmina cinquantenne mi stavano facendo perdere l’omogeneità, stavo testualmente deflagrando dalla smania, Valeria si divincolava, non voleva fermarsi né lo mise in atto. I tremolii dell’acme del piacere la percorsero lungo tutto il corpo e maneggiandomi come un fantoccio in modo insperato mi rivelò: 

“Sei davvero speciale, ti sei conquistato una ricompensa con i fiocchi” – mi proclamò lei vistosamente invasata ed euforica. 

Lestamente mi denudò e rapidamente la sua ingegnosa tecnica centrò la mia immaginazione scompigliandola, perché era veramente la stessa cosa che avevo costantemente ed energicamente bramato, per il fatto che un indiscusso e propenso appassionato estimatore dei piedi femminili come me, stava per essere masturbato con quelle deliziose estremità da una donna affascinante e vogliosa molto più adulta di me. In quell’istante Valeria s’accomodò di fronte a me, aveva ancora un sandalo indosso eppure non se lo sfilò, prese il mio cazzo fra il piede scoperto e la calzatura iniziando un ritmo costante, intanto che osservavo aizzato ed estasiato i suoi magnifici piedi spostarsi su di me. 

La faccenda che mi faceva accendere invogliandomi maggiormente era in verità quello sguardo di preminenza, di privilegio e al tempo stesso di vantaggio che Valeria diffondeva, perché s’accorse ben presto che stavo per concludere, sicché ampliò accortamente la virulenza del movimento sempre fissandomi negli occhi. Io non resistetti più, perché repentinamente sborrai di vero gusto riversandole tutta l’appassionata e viziosa ondata di denso piacere che avevo immagazzinato sui piedi e su quelle caviglie che avevo per lungo tempo bramato, perché pochi istanti dopo Valeria mi diede un inatteso schiaffo annunciandomi quasi preoccupata e sconcertata: 

“Adesso ascoltami, sarà astruso, inesplicabile e pure sorprendente, perché non so neppure come sia accaduto tutto ciò né cosa penserai adesso tu di me, innanzitutto a una cosa ci terrei in special modo. Garantiscimi e promettimi di non spifferarlo a nessuno, perché schiatterei dall’infamia, crollerei dal disonore e scoppierei per la totale sconcezza. Sono più che certa che tu non mi deluderai, perché d’ora in poi io saprò essere spesso e volentieri grata nei tuoi confronti, meglio di quello che tu pensi”. 

Questi qua, invero, furono in ultimo i suoi immediati propositi e le sue manifeste volontà, naturalmente prima che ci rivedessimo di nuovo, dal momento che io attendevo solamente la sua telefonata, per poterla adeguatamente soddisfare, assolvendo interamente il mio compito non facendole di certo mancare nulla.  

{Idraulico anno 1999}  

 

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