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Erotici Racconti

Dal mio diario

By 22 Agosto 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Quante donne, possono dire d’aver realmente amato un omosessuale nella loro vita? Quasi certamente poche, anche perché oggi io so senz’altro che molte non hanno neanche saputo farlo. La nostra storia cominciò non so bene neanche quando, di sicuro è che sono passati tantissimi anni, perché sono molto sfumati i ricordi del nostro primo incontro, nel senso che non so bene né come né quando per la prima volta vidi quella persona che avrebbe avuto una parte così grande e importante nella mia vita, di certo era l’estate del 1998, però non fu quello il vero inizio, in quanto arrivò più tardi, solamente nel gennaio del 1999.

Per diversi mesi, con regolarità io vedevo quell’uomo tutte le mattine e ogni volta lui aveva per me una parola gentile, un complimento galante, un modo di fare garbato e signorile che progressivamente mi catturò intrigandomi sempre di più. Forse all’epoca io vivevo semplicemente un momento della vita in cui sentivo il bisogno d’essere corteggiata, come ho sempre amato d’esser per l’appunto importante per qualcuno, lui sennonché ci riuscì con il suo modo di fare attento e coinvolgente, con quegli occhi così espressivi da scrutarti fino in fondo all’anima.

Qualche sera prima del Natale del 1998 ricevetti una telefonata, francamente all’inizio non avevo riconosciuto la voce, perché credevo di parlare con un’altra persona, unicamente due chiacchiere in tranquillità, la proposta di vedersi per bere qualcosa insieme. Le attenzioni crescevano e così si giunse al primo bacio in un desolato e polveroso ufficio che in quel momento sembrava il paradiso. La stessa sera stabilimmo il primo incontro, impregnato peraltro d’una passione che sarebbe durata degli anni, prima di sbriciolarsi definitivamente. A dire il vero furono dei momenti bellissimi, memorabili, addirittura magici, perché fino a quel momento io avevo sempre vissuto con un certo distacco ogni intimità, così per la prima volta capii quanto la passione poteva scompigliare e sconvolgere la vita d’una donna, poiché con lui tutto sembrava naturale e spontaneo. In seguito arrivarono le prime indecisioni, lui mi confessò d’essersi innamorato di me, dal momento che nessuna notizia così potrebbe rendere più felici, specialmente se si è emotivamente molto coinvolti, malgrado ciò la nostra era una storia senza futuro, per il fatto che lui era felicemente sposato e aveva una figlia, io questo aspetto lo conoscevo già, giacché non sempre la razionalità è amica dei sentimenti, anzi, indubbiamente giammai. A lungo avevamo provato a turno nel dare un taglio alla nostra relazione purtroppo senza riuscirci, perché immancabilmente uno dei due tornava sui suoi passi, in quanto bastava uno sguardo, un sorriso o più semplicemente una telefonata e subito dopo ricominciava tutto daccapo. Io ho sempre pensato che il ruolo dell’amante non fosse adatto a me, poiché non sapevo accontentarmi dei ritagli di tempo, polemizzavo, però allo stesso tempo comprendevo perfettamente d’avere un ruolo secondario nella sua vita, per il fatto di non poter pretendere d’essere più importante della sua famiglia, eppure nonostante tutta questa situazione io non riuscivo comunque a staccarmi da lui né a vivere liberamente e serenamente la mia vita.

Ogni volta che tentavo d’allontanarmi, cominciando a frequentare altri uomini, arrivava una sua telefonata che finiva per apparirmi come una sorta di monito, comunque in quelle poche altre relazioni che ho tentato d’avere in quegli anni, gli uomini di turno finivano per subire un confronto da cui immancabilmente uscivano perdenti, perché nessuno era in grado di capire le sfumature del mio carattere, nessuno era in grado di controllare i miei mutamenti d’umore e cosa che fino a quel momento non avrei lontanamente immaginato, perché nessuno sapeva trascinarmi sessualmente. In me la passione scattava unicamente con lui e non per forza, anche quando ci trovavamo nudi in una stanza da letto, visto che gli bastava guardarmi o soltanto sfiorarmi per caso in ufficio, perché io perdevo interiormente il controllo. Con lui ho eseguito delle cose di cui non mi sarei mai sentita capace, anche fare l’amore per telefono, perché anche adesso mentre scrivo, avverto tangibilmente l’eccitazione che sale, in quanto sarei tentata d’accarezzarmi lentamente per esprimere ancora quel piacere che soltanto lui è riuscito a farmi conoscere e provare. Anche nei nostri incontri, mi sono ritrovata a compiere delle cose cui prima non avevo mai pensato e fremevo al solo pensiero d’incontrarlo per sentire le sue mani sul mio corpo. Lui sapeva sempre come farmi godere di quei momenti, per il fatto che era abile e capace di toccarmi con una dolcezza fuori dal comune anche nei momenti di piacere più intenso, io sennonché reagivo con una naturalezza che mi sconvolgeva continuamente, tanto che lui non ha mai creduto che io non avevo in nessun caso sperimentato nulla del genere e che nella mia vita non avevo mai dato molta importanza al sesso.

Era realmente conturbante e grandioso sentire la sua eccitazione e solamente in quest’istante so quanto era bello sentirsi dire che lo eccitava anche unicamente sentire la mia voce. All’epoca, a volte lo detestavo quando parlando al telefono sentivo la sua voce indebolirsi, mentre mi diceva d’averlo duro come il ferro e di sentirsi già bagnato, poi una sera lui cominciò a farmi degli strani discorsi, lasciandomi intendere che aveva bisogno di dirmi qualcosa, però che gliene mancava il coraggio, perché correva il serio rischio di perdermi. Ci vollero diverse settimane prima di riuscire a fargli acquistare un po’ di sicurezza e poi per telefono mi confidò d’essere bisessuale da svariati anni, per me fu un po’ come ricevere una doccia fredda, poiché non tutti i giorni capita di sentirsi dire cose di questo genere. In una serie di conversazioni, scoprii una sua parte che non conoscevo, mi raccontò persino di com’erano iniziate le sue esperienze e di come a un certo punto lui aveva iniziato a pubblicare degli annunci per cercare i compagni d’una sera, anzi, di qualche ora.

Lui interpretò il mio silenzio come un abbandono e dovetti faticare non poco per fargli capire che si stava sbagliando e che semplicemente doveva comprendere che avevo bisogno d’un po’ di tempo per assimilare tutte quelle novità. In tal modo spinta dalla curiosità comprai con non poca vergogna una rivista e sfogliai le pagine alla ricerca d’un qualcosa che lui interpretò come la ricerca d’una conferma alle sue parole, ma che per me serviva per capirlo maggiormente. Non riuscii a trattenere le lacrime, quando trovai il suo numero in fondo a un annuncio, eppure per me fu come toccare con mano l’intimità della sua vita, capire quali erano le cose che lui cercava, quelle che gli mancavano, afferrare in un attimo il perché, di tante cose dette e successe poi negli anni per trovare la motivazione per tutti quegl’impegni urgenti, scoprire d’essere stata destinataria d’una serie di bugie. In tutto questo, però non riuscivo a non pensare a lui come l’uomo che m’aveva insegnato ad amare, perché era terrorizzato dall’idea di perdermi, al contrario, io gli spiegai che mi sentivo ancora più vicina a lui e che anche se per certi versi mi sentivo tradita, non avrei mai smesso di volergli bene, scoprii così liberamente d’essere l’unica persona a conoscenza di certi particolari.

Lui mi rivelò che sua moglie sapeva, però mi fece un discorso così vago che ancora oggi non so affermare di quanta verità lei sia a conoscenza. Di sicuro non tanta, visto che uno dei suoi ultimi commenti riguardava proprio il non avere il coraggio di parlarne con lei per le conseguenze che potevano avere quegli argomenti. A un certo punto in lui subentrò la vergogna, forse perché si era pentito d’avermi aperto il cuore, d’avermi messo da parte sbandierandomi tanta intimità, poi nuovamente riacquistò il coraggio e cominciò a sconvolgermi la vita, iniziando a confessarmi che anch’io ero come lui, perché si divertiva nel mettermi in evidente imbarazzo, chiedendomi se non m’eccitasse l’idea di fare l’amore con un’altra donna o d’avere dei rapporti con più uomini contemporaneamente. La faccenda più sconcertante è che io mi lasciavo coinvolgere in questi discorsi e in queste fantasie, cominciai a tal punto a sognare ad occhi aperti, a leggere libri erotici, a guardare film porno, a comprare biancheria intima provocante e soprattutto cominciai a lasciarmi andare anche se solamente con le parole, rispondevo a tono ai suoi messaggi e a volte ero io che gliene scrivevo con una punta allusiva di malizia.

Il suo mondo m’affascinava, anche se per altri versi mi faceva molta paura, sapevo, lo percepivo che lui pensava le stesse cose e per questo motivo m’eccitava provocarlo, tanto che arrivai al punto di chiedergli il permesso di poter assistere a uno dei suoi incontri. In quel momento tra di noi si stabilì una strana alleanza, giacché cominciammo a organizzare un incontro e la prima delusione fu che fu annullato. Già, poiché gli altri maschietti che dovevano partecipare non accettarono la mia presenza, lui mi disse che uno era completamente frocio e gli dava fastidio che ci fosse una donna nei paraggi. Una parte di me, fu però contenta di non dover partecipare a quell’incontro, ma un’altra si sentì delusa e rifiutata, alla fine fui felice di sapere che neanche lui c’era andato.

A distanza di qualche settimana c’eravamo rivisti e avevamo fatto l’amore con la dolcezza e la passione di sempre, organizzammo un altro incontro e questa volta ci fu. E’ strano dire quali erano le mie sensazioni, perché provavo vergogna per quello che stavo andando a compiere, dal momento che non sapevo come mi sarei comportata e allo stesso tempo ero inspiegabilmente eccitata, quella sera per l’occasione mi preparai con molta cura fremendo al pensiero di quello che sarebbe successo, infine però non accadde in sostanza nulla. Non provai alcuna vergogna nel vedere quei tre uomini nudi davanti a me e non mi fece assolutamente schifo vedere lui che si chinava prendendo in bocca il cazzo di uno dei due, cominciando a succhiarlo come io avevo più volte fatto con lui, mentre l’altro succhiava il suo, poi sentendo uno dei due che diceva all’altro ‘dai, infilaglielo dentro, senti com’è largo’, mentre lui incalzava la richiesta dicendo ‘allora me lo dai o no?’. In realtà, ancora adesso, sento d’eccitarmi in maniera spropositata ripensando a quella scena, lui che succhiava mentre l’altro lo inculava, eppure quella sera io ero lì, completamente vestita, seduta su d’una sedia guardando con distacco tutta la scena, sennonché in realtà ero completamente bagnata per quell’eccitazione, però non successe altro, perché comunque la mia presenza inibiva frenando un po’ tutti gli altri, facendo scarseggiare le erezioni, perché quando uno dei due s’avvicinò toccandosi il cazzo e chiedendomi di giocare con lui io mi tirai indietro, dato che non sapevo che cosa fare.

M’aspettavo onestamente che fosse stato lui il primo a coinvolgermi o nel tentare di farlo, ma io avevo radicalmente dimenticato di dirgli come volevo che andassero le cose. A un certo punto io gli dissi che andavo via, lui si rivestì e venne con me, io in quella circostanza andai in crisi dopo quell’esperienza, perché non riuscivo a togliermi dalla testa quella serata e la cosa più bizzarra e insolita ero che mi sentivo arrabbiata con me stessa, perché mi dicevo che lo avevo deluso e continuavo a chiedermi come sarebbe stato. Io e lui ci legammo ancora di più, ma durò poco, giacché cominciai a percepire che s’allontanava, per il fatto che aveva dei comportamenti alternati, però notai che anche nei nostri incontri mattutini, il suo atteggiamento andava pian piano raffreddandosi. Non mi veniva più vicino, non cercava più il contatto fisico e a un certo punto smise perfino di parlarmi. Con il mio solito modo, riuscii alla fine a ricreare un contatto e ci fu una sequela di nuove confidenze, dapprima per telefono e poi di persona, in seguito m’annunciò che era in crisi, che aveva cominciato a comprare biancheria femminile, mi parlò di fotografie e d’internet, poi mi fece vedere quelle foto continuando a chiedermi se mi facevano schifo. Fu sconvolgente vedere lui con il perizoma, con le calze autoreggenti e con una canottiera a rete che s’atteggiava a donna posando accanto con un mega fallo di gomma. Comunque non mi faceva schifo, dato che non riuscivo a provare repulsione per lui, quel giorno, infatti, mi spiegò usando parole che mi ferirono molto, che in sostanza non mi vedeva più come una donna e che non provava alcun desiderio per me.

Io piansi al suo rifiuto, anche se alla fine riuscii ad accettare quelle parole, poiché comprendevo la sua crisi e non volevo abbandonarlo, lui mi raccontò diverse cose, anche della sua infanzia, dei rapporti con i suoi genitori, arrivando perfino a dirmi ‘grazie d’esistere’. Il giorno dopo venne a raccontarmi d’un rifiuto sessuale ricevuto dalla moglie e delle offese che lei gli aveva rivolto, io cercai di tranquillizzarlo, eppure per me fu come ricevere il colpo di grazia. Io desideravo ancora quell’uomo, che però mi vedeva ormai come un essere asessuato, lui cercava l’amica, però una parte di me non riusciva a dimenticare d’essere la donna che lui per anni aveva desiderato. Una parte di me voleva continuare a sentirsi ammirata e desiderata, continuare a dargli e ricevere piacere. Lui cercava solamente l’amica, io non avevo problemi nell’esserlo, però volevo che lui capisse che non potevo sempre reprimere i sentimenti e i desideri della donna, invece, non appena s’accorgeva della presenza della donna lui fuggiva e si rinchiudeva in un silenzio quasi tombale. Finì per dirmi che io gli facevo paura, senza saperne spiegare il motivo, aggiunse che forse ogni tanto avvertiva il bisogno di scappare e che alla fine con me si finiva per parlare di determinate cose, giacché mi ferirono anche queste parole.

Com’è finita la vicenda? Attualmente lo vedo tutti i giorni, educatamente ci salutiamo e ci parliamo se dobbiamo riferirci qualcosa che riguardi d’ambito lavorativo. In me è persino aumentata la paura d’espormi con gli uomini, com’è aumentata la scarsa fiducia in me stessa, poiché rifuggo da qualsiasi tipo di rapporto che possa portare a un contatto più intimo, perché adesso quando guardo gli uomini mi chiedo quali segreti possano nascondere e ho il terrore di chiedere loro qualcosa perché temo d’essere nuovamente rifiutata. Continuano a frullarmi per la testa tutti i dubbi e le curiosità che lui vi ha insinuato nel corso delle varie conversazioni di questi mesi e contrariamente a quanto ho ripetuto a lui fino alla nausea, sto cominciando a ricredermi e a rinchiudermi nel silenzio. Io credo che la sua paura e il suo bisogno d’evitarmi, dipendano dal fatto che inconsciamente mi ritiene responsabile della sua presa di coscienza, sì, perché la sua vita ha funzionato ‘bene’ fino al giorno in cui ha cominciato a parlare con me, il fatto di svelare i suoi segreti lo ha spinto probabilmente a prendere sempre più coscienza del suo vero essere. Al presente suppongo che la paura è dettata dal pensiero che continuare a esternare con me i segreti e i desideri, possa eventualmente portarlo a realizzare fantasie sempre agognate e prendere decisioni fino a oggi mai prese.

Io continuo a volergli bene, perché comprendo il suo stato d’animo, ma a volte penso che la vita d’entrambi sarebbe oggi più tranquilla, se anche con me avesse continuato a osservare il silenzio. Io mi chiedo che cosa sarà della mia vita, dato che non so darmi una risposta, probabilmente lui continuerà a vivere nella sua ambiguità, attraversando periodi di crisi e spero lo sostenga sempre l’amore per sua figlia, mentre io non lo so, forse mi rimarrà la paura d’amare e di legarmi a un altro uomo per il timore di dover rivivere la stessa situazione, senz’altro gli sarò sempre vicina, almeno mentalmente, perché so nonostante i pensieri furiosi che ogni tanto mi frullano per la testa, non sarò mai capace d’abbandonarlo e sarò sempre pronta ad ascoltarlo.

Non ho nulla contro di lui, si potrebbe pensare che provo pena per lui, eppure non è così, perché percepisco nettamente il suo bisogno di sapere che ci sono. E’ un po’egoista, forse anche un po’troppo per il suo modo di rapportarsi con me, malgrado ciò so che non c’è soluzione per questo, so che nei suoi momenti di tranquillità tenderà a cercarmi e purtroppo so che anche a distanza di anni io non sarò capace di voltargli le spalle. La cosa che mi manca di più è come sempre la sua voce, il suo modo di conversare con grazia e pacatezza. Io vorrei che fossimo entrambi capaci di preservare il legame molto particolare, che ci ha sempre uniti e che lui si sentisse comunque tranquillo con me, che smettesse d’essere terrorizzato dalla mia persona e dal fatto ‘che io so’ delle sue intime vicende.

L’amore è uno strano sentimento, però nel profondo del mio cuore comunque lo ringrazierò per avermi insegnato ad amare, anche se purtroppo alla fine, è un sentimento che con molta probabilità non saprò mai donare ad altri. 

Amare un omosessuale? Di certo è un’esperienza impareggiabile, inarrivabile e in special modo unica, però soltanto finché pure lui ti ama. 

{Idraulico anno 1999} 

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