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Erotici Racconti

Dissolversi e sparire

By 8 Settembre 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Io sono da sa sola e ripenso intensamente a questa mattina, dal momento che avverto e che capto lucidamente i brividi lungo la schiena, insieme al caldo alla base della nuca che si diffonde veloce, sì, perché in un secondo un’infinità di pensieri s’affollano e si radunano, il dormiveglia si trasforma adagio, malgrado ciò non parte dalla mente.

Questa mattina mi sono svegliata a partire dalla punta delle dita: la mia mano poco per volta sotto le lenzuola calde in una notte di sonno si è fatta viva sulla pelle nuda del mio corpo, non c’era differenza di calore, eppure sotto il peso della mano poco alla volta il mio corpo si risvegliava. Al presente un pensiero appare, il ricordo d’un SMS sul cellulare e da quello altri mille si ripresentano. Io ti cerco accanto a me, sei insonnolito, tuttavia con i miei stessi pensieri t’avvicini e m’accarezzi dolcemente, mi stringi a te e mi fai compartecipe dei tuoi sogni senz’aprir bocca, un bacio leggero sul collo mi fa visita, le tue labbra umide sulla pelle calda mi danno un brivido piacevole.

Le tue carezze gradualmente diventano più intense, a quel punto sono sveglia e in un secondo mi rendo conto di quanta voglia di te invada il mio corpo propagandosi ulteriormente. Tu mi chiedi da dove arrivi tutto quest’ardore, perché ti piace sapere quando sono elettrizzata e che cosa ha provocato il mio eccitamento. Un sogno, un pensiero, una carezza, un sussurro, però ogni volta il motivo è diverso, questa mattina è stato il ricordo di quell’SMS di ieri. Io m’accorgo limpidamente d’essere ancora eccitata da ieri, dal susseguirsi d’una serie di SMS che lasciavano intendere svelando immancabilmente un consistente e perseverante odore di desiderio, purtroppo interrotto rudemente, troncato in modo grossolano.

La voglia però è ovviamente rimasta, la voglia di te, di lui, dell’inadempienza, dell’inosservanza, giacché in quel preciso istante ambedue ci accarezziamo, ci abbracciamo e facciamo crescere ancora di più il desiderio, però non si può. Per la seconda volta nel periodo d’un giorno, dove quel desiderio è stato impedito acerbamente e sgarbatamente. Entrambi m’avete lasciato con la voglia d’essere presa con forza e sfinita dal piacere, io penso rapidamente a una soluzione, per la prima volta sono disgiunta tra il desiderio e l’impossibilità di soddisfarlo con uno di voi, decido in quell’occasione di provare piacere sennonché da sola. Alla fine vederti gemere al mio fianco, mi fa decidere di toccarmi con forza e perfino velocemente. Io godo, dato che è un piacere limitato, parziale, deludente, ciononostante per adesso dovrò accontentarmi di questo.

Al culmine di questo mio introverso gioco tu mi stai osservando, tu godi dei miei gemiti e del mio respiro accelerato, giacché rimango distesa accanto a te credulona e illusa dall’idea che il piacere appena provato mi possa regalare compattezza, concordia, pace e sintonia. In quel momento t’avvicini, mi sfiori appena, eppure m’accorgo che il mio tentativo è stato inutile, il desiderio è tornato più forte di prima e la proibizione ancora di più. Io mi sforzo d’allontanarmi da te per non sentire il tuo odore, il tuo calore, il richiamo della tua morbida pelle, t’osservo da lontano seduta sul letto guardo il tuo corpo, le reazioni sotto quei pochi indumenti e immagino la tua identità segreta coricata sullo stesso letto, voi due distesi vicini, là soltanto io, che sto cercando di scomporvi nel buio della stanza. 

Io immagino a tal punto d’accarezzarvi nello stesso momento, in quanto uno non sa che cosa stia succedendo all’altro, perché sente solamente le reazioni, inizialmente un inquieto e travagliato silenzio, progressivamente un rilassamento graduale, da ultimo i respiri ritmici e i gemiti trattenuti. Alla fine intravedo i vostri volti nel buio, con gli occhi chiusi come per imprigionare trattenendo i pensieri che le mie mani vi stanno suscitando. Ebbene sì, io vi desidero entrambi, dato che vorrei sentire nello stesso momento le vostre mani sul mio corpo, confonderle e mescolarle senza più sapere chi mi stia dando e quale inedita impronta di piacere, per sentire le vostre labbra sul mio seno, sul mio sesso e agguantare i vostri membri completamente eccitati.

Tutto questo però non è effettuabile, non si può, perché vi ho persi entrambi, perché siete evaporati e svaniti nel nulla, cosicché io rimango da sola, con l’ardore, il desiderio e lo slancio fiorente d’avervi per me, simultaneamente uno per uno.

{Idraulico anno 1999} 

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