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Erotici Racconti

E’ appagante guardarti

By 1 Luglio 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

In autunno mi trovavo per effettuare un lavoro a Torino, o meglio, in un paese dell’hinterland torinese. Una mattina mentre ero affaccendato davanti al computer portatile, mi viene in mente d’entrare nella mia abituale chat per vedere se c’è qualcuno dei miei amici di Torino e dintorni, giacché penso che sarebbe un vero peccato non sfruttare quest’occasione per conoscerli. In quell’occasione accedo alla chat ed entro nella stanza denominata Torino: detto e fatto. Dopo qualche secondo, mi rendo conto che non sono entrato come faccio tutte le volte nella sede della mia città, anche perché i miei amici, seppur di Torino stanno sempre lì, però per un meccanismo nascosto, cosicché trovandomi al presente fisicamente a Torino sono andato diretto nell’omonima stanza.

Ragionevolmente è tutto diverso e sconosciuto, perché oltre al numero degli utenti che è più del doppio, non c’è  nessuno che io conosca. Sto per uscire per andare nella mia stanza, quando vengo salutato da una donna, giacché al mio ingresso avevo chiaramente salutato tutti come d’abitudine. Scambio poche parole, tuttavia mi colpisce sbalordendomi in brevissimo tempo l’alleanza che c’è, come se ci conoscessimo da sempre. In pochi minuti ci sentiamo per telefono e ci mettiamo d’accordo per un aperitivo a Torino dopo l’ufficio. Io mi faccio spiegare suppergiù dove incontrarci, in quanto è abbastanza semplice e poi in moto so come arrivare lì. La sua voce è armoniosa e cordiale, eppure c’è un retrogusto di marcato avvilimento e d’evidente tristezza, quasi di rabbia. Graziella ha qualche anno più di me, tuttavia questo per me nella maggior parte dei casi non conta nulla.

Io attendo un po’ in ansia il pomeriggio, per il fatto che non ho mai avuto un approccio così rapido, giacché ho battuto sgominando indubbiamente ogni mio record personale. Ci risentiamo sennonché durante la sua pausa pranzo, così dopo pranzo io m’avvio in moto a un appuntamento di lavoro che avevo già prestabilito. Un po’ prima dell’appuntamento io sono già in zona, parcheggio la moto e m’avvio a piedi in una delle vie più in voga della città: a dire il vero sono in anticipo, mi siedo in un bar e consumo una birra, dato che il caldo è infernale, perché Graziella m’attende.

Dopo un po’ sono sul punto dell’incontro, il marciapiede è sovraffollato di gente, la chiamo per farmi dire almeno com’è vestita, passa qualche minuto e mi passa davanti sfiorandomi, una donna alta quanto me, un fisico della madonna, poiché non passa di certo inosservata. Il problema è che corrisponde alla descrizione che lei m’ha fatto, io resto nel frattempo un attimo confuso, afferro in mano il cellulare, però lo sento vibrare ancora prima di comporre il suo numero. Mi sposto nella sua direzione, siamo ormai a pochi passi, eppure lei continua a fissarmi; lealmente devo ammettere che la sua prima espressione non è delle più incoraggianti, anzi, direi che è piuttosto disorientata e perplessa.

‘Beh, in effetti è soltanto un aperitivo. Non la conosci neanche, poi non sei un adone, non puoi pretendere di piacere a tutte’ – penso io rimuginando quella definizione verso me stesso.

Ci sediamo in un locale a poche centinaia di metri, consumiamo entrambi un cocktail, dato che mi stupisce ancora una volta l’accordo che c’è tra di noi. Dopo svariati minuti, siamo ancora seduti lì per dialogare, come se fosse una cosa normalissima, tenuto conto che siamo due persone che non si conoscono per nulla, tuttavia una cosa collima subito, poi un’altra, infine un’altra ancora combacia. Una concretezza non vuole proprio coincidere, perché Graziella deve andare via, dal momento che è invitata a un aperitivo con la sua compagnia dicendomi che non può proprio rinunciare, in quanto c’è una sua amica che ha bisogno impellente di lei, io faccio un ultimo tentativo per convincerla di rimanere con me, malgrado ciò lei è del tutto inflessibile, è inutile insistere.

Io rimango un po’ deluso e sconfortato, francamente un po’ scoraggiato, giacché so bene che non la rivedrò più. Lei deve andare all’aperitivo, le ricordo che è già in ritardo, in quanto non voglio che per causa mia lei abbia disguidi con gli amici. Sabrina mi risponde che non c’è alcun problema, continuiamo a discorrere, però il ritardo intanto aumenta, io le dico ancora una volta che si è fatto tardi, però niente da fare, lei successivamente mi confesserà che proprio non voleva lasciarmi. Si è fatto tardi ormai, deve muoversi per andare, molto in ritardo al locale, io le propongo d’accompagnarla, anche perché è da sola, lei mi riferisce che se mi andasse potrei posso partecipare benissimo anch’io all’aperitivo insieme a lei, io però le rispondo che non conosco nessuno, poi non saprei più tornare al parcheggio della moto in piena notte.

‘Nessun cruccio, rimarrai da me, non ti pare?’ – rispondendomi con estrema immediatezza e naturalezza.

Con i mezzi arriviamo all’aperitivo, siamo gli ultimi ovviamente, io le dico di non preoccuparsi per me, di comportarsi come se io non ci fossi, non voglio essere la sua palla al piede per nessun motivo, invece, tra una bevanda e l’altra lei rimane incollata a me sul divano. Io ho la sua spalla nuda a pochi centimetri da me, eppure non riesco a resistere e lei lo sa, in quel frangente mi sussurra:

‘Che cos’hai?’.

‘Io sono un po’ in difficoltà, perché ho la tua pelle qui a pochi centimetri dalle mie labbra e l’impulso è quello di baciarti. Sono un porco?’. 

‘Baciami’.

Io sono perfettamente cosciente dello sguardo di tutti quelli della compagnia, però onestamente non me ne frega nulla, le mie labbra si posano sulla sua epidermide e da quel momento in poi non capisco come non ci abbiano buttati fuori dal locale, in conclusione con i mezzi andiamo a casa sua. Lei è una donna stupenda, amabile e lussuriosa da farmi sragionare, io avevo visto poco di lei, la sua cute è come la seta, non riesco a smettere di baciarla né di leccarla. I suoi seni sono sodi, stupendi, sarebbe quasi più appagante guardarli e basta, dal tanto che sono belli, un vero incanto. Tutto il suo corpo è tonico, in quanto è evidente che oltre a ringraziare madre natura, Graziella ha un fisico da far invidia. La sua fica tra l’altro molto pelosa mi manda in visibilio, è folta come piace a me, una bella striscia di lanugine ben curata di circa dieci centimetri di larghezza che pulsa martellando d’ardore, la sua personale fragranza mi manda ancora di più a mille, la nostra intesa esagerata è ancora più fuori misura mentre facciamo l’amore. 

Ci sembra di sognare, non riusciamo proprio a fermarci, perché solamente una volta lei cerca di dormire un’ora prima di rientrare in ufficio. Al momento mi volta le spalle, però non posso farci nulla, la stringo fra le mie braccia e ricomincio a baciarla. E’ irrealizzabile per me fermarmi, dovrebbero testualmente legarmi: Graziella è sfinita, eppure apprezza e gradisce, ritrova improvvisamente le energie, lei è un paradiso sulla terra, schiettamente da tutti i punti di vista. 

La mattina Graziella è andata in ufficio senza aver chiuso occhio, io non so come ho fatto a ritrovare la moto.

{Idraulico anno 1999} 

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