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Erotici Racconti

Equa e realistica penitenza

By 10 Giugno 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Al caldo mese di luglio era seguito un agosto particolarmente afoso e umido, dato che Efisio e Battistina cercavano riparo andando a rifugiarsi subito dopo il tramonto, in una di quelle insenature abbastanza piccole ma disagevoli da raggiungere, aiutandosi sovente, arrivando via mare con una di quelle barche che Efisio si faceva prestare da qualcuno dei suoi amici pescatori di Sa Mesa Longa, una località in provincia di Oristano. Entrambi portavano con loro abbondante acqua, frutta saporita e succosa, dei panini leggeri per smorzare la fame, anche se effettivamente non era in realtà la fame di cibo a condurli in quei posti. La loro meta preferita era Sa Rocca Tunda, una spiaggia dalla sabbia finissima riparata dai venti dalla Punta Su Pallosu nella penisola del Sinis. Il mare antistante è di solito calmissimo e trasparente, perché la spiaggia si trova in una rada circondata e riparata da due promontori rocciosi su cui spicca la tipica bassa vegetazione del luogo, un vero angolo di paradiso in definitiva. I due concubini trascorrevano memorabili ore notturne, adeguatamente dondolati dal rimbombo lieve dei flutti e accompagnati dal bagliore della luna.

Battistina era un’amabile gradevole, piuttosto maliarda, perché faceva di tutto per punzecchiare e per stuzzicare Efisio sdraiato accanto a lei, anche se fino a poco tempo prima erano rimasti lì vicino per scambiarsi i baci più appassionati possibili. Bastava, infatti, soltanto che lui si voltasse per sonnecchiare qualche istante, oppure che volesse gustarsi della musica o in qualunque modo starsene tranquillo per esaminare analizzando il firmamento, per convertirla inaspettatamente da una delicata micia in una tigre famelica, libidinosa e vogliosa. A volte cominciava dai suoi piedi: se li appoggiava sulle tette inginocchiandosi di fronte a lui e iniziava un inverecondo e un procace massaggio spalmandosi un po’ di olio sui palmi delle mani, stando ben attenta a non provocargli il solletico, per poi iniziare a succhiargli le dita una a una finendo con l’alluce con il quale con assoluta dedizione imitando con maestria una disinvolta e spregiudicata fellatio. Efisio iniziava a turbarsi, però fingeva indifferenza, visto che gli piaceva vedere fino a che punto si sarebbe spinta pur d’ottenere le sue attenzioni, in questo modo si curvava sul dorso esponendogli la visuale di quelle chiappe e delle sue notevoli spalle da ex nuotatore qual era, al contempo sbarrandogli la via d’accesso più facile alla sua resa.

Battistina d’altro canto, essendo astuta e sagace felina qual era anch’essa, metteva in atto le sue contromosse e una fra tutte, più che certa che sulla spiaggia a quell’ora non ci fosse nessun altro, si sfilava il reggiseno e adagiava il suo corpo sopra quello di Efisio: il grande seno di Battistina copriva le spalle di Efisio e lo mandava testualmente su di giri, poi come se non bastasse gli abbassava il costume fino alle caviglie strofinando in ultimo la lanugine della sua pelosissima fica sopra il sedere. Di tanto in tanto, aprendo oscenamente le cosce, si sedeva sulle chiappe di Efisio e gli faceva sentire quant’era bagnata. Ecco, questo era veramente troppo: in quegl’istanti Efisio non resisteva più, giacché si girava e le donava il cazzo duro e pulsante: adesso era veramente la sua preda. Battistina se lo infilava gustosamente saggiandolo tra le labbra mordicchiandolo amabilmente, si soffermava sul frenulo, poi digradava giungendo ai testicoli, dopo risaliva, affogando deliziosamente quel cazzo, modellandolo a suo piacimento facendo uscire di senno Efisio. Battistina invece, scaltra qual era, quando avvertiva distintamente che Efisio iniziava a mugolare, in quel momento mollava la preda e scappava lasciandolo di stucco tuffandosi nel mare lasciando l’opera iniziata a metà: Efisio colto di sorpresa e con il costume abbassato fino alle caviglie, faceva sennonché fatica per acchiapparla, in ogni caso malgrado ciò l’acciuffava speditamente, e una volta catturata l’ammaliatrice lui la conduceva sull’arenile annientata e sfibrata, approfittando in ultimo della sua momentanea resa per tramortirla di piacere.

Il chiarore della luna faceva luccicare quel seno bianco latte come di luce propria, che magnifico spettacolo, giacché in qualsiasi occasione ammirasse quella donna, la sua donna, captava avvertendo in modo preciso e pulito un’emozione arcana e inspiegabile avvolgerlo e travolgerlo nello stesso istante, spalmato in un misto di tenerezza e di passione, allora cominciava a esplorarla intrufolandosi in ogni suo nascondiglio, ispezionando ogni rotondità, frugando ogni cavità fino a farle perdere totalmente il controllo razionale. Allora Battistina adagiandosi cavalcioni si lasciava invadere da quel cazzo, che gustosamente assaporava le secrezioni gocciolanti della sua fica vogliosa di piacere. Era un crescendo di piacere e di sensazioni, due corpi fusi in uno solo, due sessi che si cercavano l’un l’altro e s’incontravano compenetrandosi e ristorandosi in modo simultaneo. Battistina sapeva correttamente come muoversi sopra quel cazzo appassionato e consistente, se lo infilava del tutto fino a intercettare i testicoli solleticare le labbra della fica per poi bloccarlo con i muscoli pelvici, in ultimo lo abbracciava stringendolo e infine rilasciandolo in modo ritmico. Efisio beneficiava dell’attimo d’estasi di Battistina per sfilarsi da sotto e collocandosi da dietro, essendo nei paraggi della fica con il pollice le solleticava lo sfintere anale. Lui sapeva chiaramente però che Battistina non gradiva più di tanto il rapporto anale, però in certi momenti era talmente grata del piacere che lui le aveva concesso, dato che lei con riconoscenza non opponeva resistenza alcuna.

Questo era uno di quei magici e irresistibili momenti: Efisio uscito fuori dalla sua polpa grondante aveva poggiato il cazzo in prossimità dello sfintere di Battistina, in tal modo lei tenendo accortamente aperte le chiappe lo fece entrare adagio, lei lo sentì scivolare dentro dapprima dolorosamente, ma aiutata dalle carezze di Efisio che deliziosamente tastava quel bel bottoncino slittando ininterrottamente più in fondo, poi quando fu del tutto intimamente iniziò a dimenare i fianchi; dapprincipio lentamente, successivamente con maggior vigore. Efisio a questo punto accrescendo le sue carezze, cominciava ad affondare dentro con un ritmo sempre più sostenuto, rincarando le spinte per il godimento che sperimentava, nel medesimo istante le afferrava tenendole stretti i seni, le mordicchiava la nuca fino a quando colmo di piacere sborrava in conclusione di gusto dentro di lei, offrendole quel delizioso nettare accompagnato da un fiotto lungo ed esplosivo, lasciandosi andare assieme a Battistina, facendo colare giù per le cosce i suoi abbondanti liquidi mischiati a quelli di lui, mentre esausti e sfibrati s’abbandonavano sull’arenile. Pochi minuti dopo Efisio uscì da lei e si sdraiò accanto con la faccia verso il cielo stellato, Battistina s’accucciò sul petto con gli occhi rivolti verso di lui e iniziò lei a parlare per prima:

‘Allora, mi vuoi anticipare qualcosa sulla mia punizione o no?’. Efisio con una pacata flemma le rispose:

‘Sta’ tranquilla, &egrave tutto pronto. Domani pomeriggio ritorneremo a Milano, però voglio che ti depili completamente la fica, che indossi un completo intimo sensuale, dopo ti manderò un SMS dopocena per dirti il luogo dove c’incontreremo’.

Detto questo, l’afferrò per mano ed entrarono nel mare per sciacquarsi facendo in tal modo svanire ogni indizio dei loro liquidi organici. Alla fine s’asciugarono e indossarono dei capi asciutti, avvolti in una morbida copertina si rifugiarono sul materassino dove finalmente sfiniti e svigoriti s’addormentarono l’uno sognando l’altra, anche se Battistina moriva dalla voglia di scoprire in anteprima la sua punizione. Battistina probabilmente per il suo temperamento esagitato e smanioso, oppure per l’idea della penitenza s’avvicinava, visto che iniziava ad angustiarla, in tal modo andò a scrollare Efisio sbatacchiandolo naturalmente a modo suo. Lei adorava quei momenti, perché a dire il vero sentire crescere il suo cazzo, prendendo indiscutibilmente vigore dentro la sua bocca le donava una magnifica sensazione di gioia, di tenerezza e pure d’ineguagliabile potere. In quei momenti Battistina lo sentiva completamente suo, uomo e bambino insieme, argomento e a pari passo oggetto ricercato che lei adorava. Efisio rimaneva di questo andare in un beato dormiveglia con il cazzo che diventava sodo e grosso, coccolato dalle mani avvedute ed esperte della sua femmina, venerato dalla tenerezza di lei. In questa carnale e viziosa maniera lei lo montava amorosamente e quando lui spalancava lo sguardo, afferrando la percezione dell’ambiente adiacente, il sorriso e il primo bacio di Battistina gli faceva presagire il dissoluto e per di più smarrito eden: il sole, il mare, un’incantevole donna che con una voce soave che gli annunciava:

‘Amore caro, io sono qui tutta per te’ – seguito da un mugolio d’assenso di Efisio, con la fica calda e pulsante di lei, seppure a malincuore si sfilasse dalla sua verga per servirgli il caffè insieme a quel frutto maturo e sugoso. Dopo un rinfrescante bagno mattutino i due concubini raggiunsero il porticciolo, Efisio riaccompagnò a casa Battistina in macchina e facendole l’occhiolino le annunciò:

‘A stasera allora. Tieniti pronta dunque per quando arriverà il mio avviso, mi raccomando’.

Il tragitto era stato insolitamente silenzioso, poiché svelava il nervosismo e la preoccupazione di Battistina, di solito loquace e allegra dopo una notte di sesso, mentre Efisio se la godeva un mondo ridendo sotto i baffi. Per una volta, l’orgogliosa e battagliera donna si sarebbe sottomessa incredibilmente del tutto. Battistina era stanca e un po’ tesa, a tal punto volle farsi una doccia, durante la quale obbedendo alle indicazioni perentorie e decise di Efisio si depilò accuratamente la fica, poi scelse la biancheria da indossare per quella sera: un coordinato di raffinato pizzo nero francese con un reggipetto a balconcino e delle culottes quasi completamente trasparenti. Appoggiò sulla sedia un signorile e raffinato abito con un profondo spacco laterale, infine scelse d’indossare un paio di sandali di color platino con un bel tacco ben in evidenza. Stava quasi per andare a dormire, quando la maliarda che era in lei prese ancora il sopravvento: si spalmò una dose abbondante di balsamo sulla fica appena depilata e acciuffando il telefonino scattò un paio di foto alla sua grotta aperta e visibile in tutto il suo splendore, scelse sennonché la più dissoluta e lasciva e inoltro a Efisio un avviso comunicandogli:

‘Guarda un attimo, spero ti giunga gradita la foto della tua amata delizia già gonfia di cupidigia? Dimmelo, perché voglio saperlo’.

Fatto questo andò a coricarsi chiudendo bene tutte le persiane e accendendo il condizionatore, la sua mano scivolò amabilmente sulla sua fica e s’addormentò sognando il suo uomo che si masturbava alla vista della sua vulva rasata e indecorosamente esposta al suo campo visivo. Allo squillo del cellulare Efisio aprì il messaggio con la foto allegata e si eccitò notevolmente osservando con libidine la fica di Battistina totalmente liscia e in bella mostra, lui in breve tempo iniziò a digitare sulla tastiera del telefonino un esplicito messaggio:

‘Sai una cosa? Non vedo il momento di poter afferrare l’incantevole prelibatezza della tua grotta, per poterne infine godere come più m’aggrada. Non te ne pentirai, contaci’.

Lui si limitò soltanto a quello, immaginando in modo palese che avrebbe cagionato e indotto le ire di Battistina, ma lui ambiva che lei s’angustiasse e che friggesse nel suo stesso unguento. Lui doveva perfezionare gli allestimenti per la nottata, in effetti, quando Battistina si svegliò dalla pennichella pomeridiana e lesse in seguito il messaggio di Efisio così striminzito ci restò male; non poteva concepire né ideare che cosa realmente l’attendesse, senza contare quell’insolito e strano stimolo che percepiva facendosi costantemente più intenso, episodio questo che accresce l’attesa e nel frattempo pure l’inquietudine dato che avanza morbosa e patologica, giacché non si conosce indizio alcuno. In quell’occasione Battistina s’adagio sullo sdraio intrecciato di vimini per attendere il messaggio di Efisio, alle 20:00 in punto lui mandò un avviso stringato ma lineare:

‘Prisma Hotel. Suite n. 9. Ore 21:00. Fra mezz’ora un taxi verrà a prenderti sotto casa’.

Battistina sennonché sussultò per lo squillo del cellulare, lesse tutto d’un fiato il messaggio, in quanto era visibilmente confusa ma infervorata a dovere. Iniziò subito la vestizione, per prima cosa andò in bagno, acciuffò il flacone di profumo mettendone alcune gocce, dopo si vestì, indossò i sandali, agguantò la borsetta e uscì rapidamente dando una sbirciata all’orologio. Quando giunse nell’androne del palazzo notò che un tassì era già in attesa, l’autista le venne incontro, le aprì la portiera guardando furtivamente quell’avvenente scollatura, che nel frattempo si era abbassata salendo in macchina. In poco tempo arrivarono, lei scese dal tassì, entrò nell’atrio dell’albergo e presentandosi all’accettazione chiese della camera l’addetto le indicò il piano e s’avviò. Gli attimi in ascensore parevano protrarsi a lungo, ma non appena le porte s’aprirono Battistina con un’andatura sicura imboccò il corridoio e bussò alla porta della camera, l’uscio s’aprì lentamente e lei si ritrovò in una stanza avvolta nella penombra. Efisio l’accolse con un sorriso compiaciuto e la baciò sulla guancia, la fece accomodare richiudendo celermente la porta e avvolgendola forte da dietro coprendole rigorosamente gli occhi con una fasciatura scura, lei in tal modo s’abbandonò emettendo un ridotto lamento di sofferenza.

‘Scusami, so che comprenderai. Dovevo essere certo che la fasciatura fosse ben collocata, perché francamente, la foto della tua fica rasata mi ha eccitato in positivo sconvolgendomi notevolmente, e spero che tu sia adeguatamente bagnata là di sotto’ – le confidò invasato Efisio. In quel preciso istante infilò la mano nello spacco dell’abito, gliela posò sul davanti delle mutandine, scese e s’introdusse nella fica infilando barbaramente due dita all’interno.

In realtà la fica di Battistina era indiscutibilmente bagnata, focosa e vellutata, lui non riuscì a resistere e v’infilò un terzo dito dentro iniziando a compiere dentro dei profondi movimenti rotatori, in seguito la condusse in mezzo alla stanza e le ordinò di spalancare la cavità orale ingiungendole di succhiare quelle dita intrise dei suoi stessi fluidi, appresso iniziò a spogliarla. Efisio le aprì la cerniera dell’abito, glielo sfilò di dosso, lasciandola solamente con il reggipetto e le mutandine, e sempre da dietro aprì accortamente in modo scaltro il gancetto lasciandolo cascare per terra, in conclusione s’avvicinò bisbigliandole calorosamente:

‘Ti senti abbastanza predisposta? Ti concedo immediatamente la definitiva probabilità, dato che se aderisci acconsentendo di recapitare palesemente il mio regalo, trascorreremo senz’altro un’amabile e una deliziosa notte d’amore simultaneamente’.

‘Non mi vedi, sto schiattando dalla voglia, puniscimi ti scongiuro, però fa’ presto’.

A seguito di quella frase Efisio fece un cenno in direzione di qualcuno già precedentemente ben appostato di proposito nella camera, poi ordinò a Battistina di prendersi il seno tra le mani e d’offrirlo come se fosse cibo per un ospite illustre. Lo sconosciuto si portò davanti a Battistina e mentre Efisio la baciava in bocca, lui iniziò a baciarle il seno. Battistina ebbe un sussulto, giammai si sarebbe aspettato che Efisio si spingesse a questo: donarla, elargirla a un altro uomo. Era in piena ansia, non sapeva che cosa fare, come opporsi e reagire alla situazione, dato che avrebbe voluto togliersi la benda, schiaffeggiare Efisio, rivestirsi e scappare da quella stanza, ma era anche in preda a un improvviso e inaspettato orgasmo. Nell’attimo stesso in cui aveva sentito un’altra bocca baciarle il seno, le era salita una vampata di calore addosso, perché si sentiva la fica ardente e grondante. Quando Efisio si staccò dalla sua bocca le scappò una cattiveria:

‘Sei un bastardo, vile, una vera disdicevole carogna’ – ma si pentì subito di ciò che gli aveva detto.

Battistina in mezzo a due fuochi decise di lasciarsi andare abbandonandosi ai piaceri di quei due uomini e soprattutto al fuoco del proprio piacere che la stava irrimediabilmente incendiando; lei prese l’iniziativa, s’abbassò le mutandine lasciando i due uomini sorpresi dalla mossa. Per tutta risposta quell’uomo senz’identità si buttò subito per cogliere i liquidi che uscivano dalla sua fica, mentre Efisio la baciava sul collo, sui lobi delle orecchie, sulle guance e sulla nuca, visto che le mani le vessavano le tette. Lei si rilassò, aprì sfacciatamente le cosce a quell’esploratore che ne approfittò per trafiggerle meglio la fica, in quell’istante ebbe un altro orgasmo facendole quasi perdere i sensi. In un baleno l’energia scarseggiò e Battistina oscillò, i due maschi in quell’occasione l’agguantarono con una salda eleganza e l’appoggiarono deponendola in ultimo sul giaciglio, Efisio le domandò all’orecchio come si sentisse, lei rispose in maniera tale che pure lo sconosciuto sentisse in modo schietto la sua replica:

‘Afferratemi, servitevi come meglio credete, sì, in qualsiasi modo, ma acciuffatemi, perché voglio godere per bene come si deve’.

Efisio come se volesse tapparle la bocca gliela riempì rapidamente con il suo cazzo, Battistina spalancò le cosce in modo da far capire a quell’ignoto individuo che voleva assaggiare il suo cazzo, lei fu subito accontentata. Lo avvertì impetuoso, forse meno grosso di quello di Efisio, ma senz’altro un po’ più lungo. L’uomo iniziò prima con movimenti lenti, in seguito aumentò potenziando il ritmo, Battistina a tratti smetteva di baciare il cazzo di Efisio per emettere in seguito delle grida di piacere e per alimentare la voglia dei due uomini. Efisio quando s’accorse che Battistina stava per venire di nuovo fermò l’altro con un cenno, si sdraiò sul letto e fece sollevare Battistina disponendola nella posizione della smorza candela su di lui. Battistina s’impalò decisamente su quell’asta, poiché era sicura che fosse del suo uomo, in quanto più grossa dell’altra, poi si distese e lo baciò in bocca, Efisio l’abbracciò e le domandò:

‘Chi sei tu?’. Lei si ritrovò automaticamente a rispondere:

‘Lo sai che io sono la tua libertina’. Lui di nuovo:

‘Ripetilo ancora per il mio amico che non ha capito bene’.

‘Sono la tua deliziosa meretrice’.

‘Che cosa vorresti in questo momento?’.

Battistina esitò un attimo per rispondere, lui sfilando il cazzo dalla sua fica dischiusa e grondante di voglia di nuovo insistette:

‘Se in questo preciso momento tu potessi scegliere, che cos’ambiresti nell’attuale istante? Dai dimmelo, coraggio’. Lei in modo acuto, ingegnoso e avveduto, coscienziosa prontamente ribatté:

‘Tu lo sai molto bene che tipo d’esemplare aspirerei e ti chiederei: un altro cazzo che mi scopasse il didietro. Ti supplico, io bramerei davvero che fosse unicamente il tuo, visto che finora sei stato l’unico a cui io l’ho concesso’.

A questo punto Efisio s’intenerì, fece un cenno d’intesa con l’altro uomo, avvicinò la punta del suo membro allo stretto buchetto di Battistina, quando lo avvertì ebbe un sussulto, poi delicatamente allargò lo sfintere in maniera tale che il pene potesse irrompere. Lei lo percepiva, lo accoglieva mentre percorreva gradualmente il tratto iniziale, rilassò i muscoli anali, emise un profondo respiro, lui fece uscire di nuovo il pene dal suo deretano e istantaneamente lei lo accolse ospitandolo nuovamente dentro. Efisio comprese che adesso gli spettava continuare nelle spinte e in tal modo agì. Battistina trafitta in entrambi i suoi pertugi s’adagiò su quello sconosciuto e godette fino in fondo di quel momento, che da parecchio tempo aveva calcolato e ipotizzato libidinosamente di sperimentare; era strabiliante captare e desumere percependo quei due cazzi che dentro di lei quasi si toccavano, poiché erano separati unicamente dalla presenza di quel sottile lembo di carne che divide separando i due canali.

‘Mi adori?’ – chiese con voce debole verso Efisio, quasi per attendersi un deflusso di salvezza, una soluzione dalla situazione in cui si era trovata, Efisio sennonché la rassicurò subito consolandola:

‘Senz’altro più di prima, fidati’. Battistina lo scrutò, appresso con un’aria tenace di sfida gli riferì incalzandolo ulteriormente:

‘Adesso mi manca soltanto un cazzo in bocca’. Efisio che la conosceva bene s’aspettava da lei quelle parole e incoraggiandola le confermò:

‘Sì certo, fidati, per questo si può riparare subito, stanne certa’.

Battistina si ritrovò improvvisamente posato sulle labbra un fallo imponente, però artificiale, in quel preciso istante i due uomini che erano dentro di lei le riversarono tutto il loro bianco seme. Completamente sfinita crollò sul petto dello sconosciuto, giacché pur essendo palesemente provata era ancora visibilmente entusiasmata. In contemporanea i due uomini uscirono distaccandosi da lei, Efisio fece un altro cenno e una vorace lingua s’impossessò della sua fica gocciolante di fluidi e di sperma ripulendola completamente. In seguito sbucarono dalla camera silenziosamente, affettuosamente Efisio le tolse la benda, la portò nel bagno e l’adagiò nella vasca per l’idromassaggio. Si baciarono profondamente e restarono immersi nell’acqua lavandosi a vicenda per lungo tempo, come se il restare lì immersi a lungo, fosse una forma di cerimoniale depurativo e disinquinante per ciò che avevano azzardato e osato fare prima. Battistina era stata realmente avvilita, mortificata e soggiogata, eppure al presente s’accorgeva nitidamente d’essere assai più femmina, più affabile e maggiormente comprensiva e disponibile alle voglie di Efisio e meno incline per soddisfare sempre a torto e a ragione i suoi incostanti e mutevoli capricci.

Lei capì d’amare profondamente Efisio e di non voler rischiare di perderlo per nessuna ragione al mondo, in tal modo si strinse a lui per tutta la notte, nottata che risultò armoniosa, bendisposta e deliziosa come non lo era mai stata, meravigliando, sconcertando e sorprendendo pienamente perfino sé stessa.

{Idraulico anno 1999} 

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