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Erotici Racconti

Eren – Assistente domestico

By 27 Febbraio 2025No Comments

Stavolta ho usato un pov femminile. Un po’ meno amore, ma qualche volta va bene anche così!

Ormai gli androidi sono la realtà. L’intelligenza artificiale non è più da film di fantascienza o giochi apocalittici per la playstation, i primi prototipi hanno lasciato il posto a modelli sempre più avanzati. Ancora non sono per tutte le finanze, ma come per computer e telefonini prima o poi diventeranno alla portata di tutti. Io faccio parte delle persone che non se li potrebbero permettere, se non fosse che il negozio dove passo tutte le mattine ha deciso di mettere fuori i cartelli di grandi sconti per il black friday.
In vetrina un androide con un aspetto talmente perfetto da rendere chiaro quanto sia finto. Lunghi capelli argentati che gli coprono le spalle e fisico atletico. La camicia quasi troppo piccola è tirata sui muscoli. Grandi mani maschili dalla forma affusolata. Naso dritto, labbra sottili e dalla forma leggermente a cuore, lineamenti forti. Se mi confronto con lui, sarà alto almeno trenta centimetri più di me. “Ideale come collaboratore domestico e per piccoli lavori pesanti”, dice il cartello ai suoi piedi. Gli abiti eleganti che gli hanno messo addosso lo rendono ancora più accattivante.
Mi ritrovo a entrare nel negozio e a parlare con un commesso. Ci sono ottime recensioni sul modello Eren, è efficiente e affascinante. È un prodotto pensato per le donne. Mi assicura poi che tutti i problemi che sono stati riscontrati nella linea sono stati risolti. Non sapevo nemmeno che ce ne fossero, ma resto ad ascoltare ciò che dice. Ogni tanto lancio un’occhiata a Eren. Anche di schiena è affascinante. Spalle larghe, gambe lunghe e senza girarci troppo attorno ha anche un bel sedere.
Alla fine mi faccio convincere dal prezzo stracciato e lo compro. La carta di credito piange un po’, ma la mia pigrizia sta facendo i salti di gioia. Qualcuno a cui affidare la pulizia della casa e, perché no?, che è anche una delizia per gli occhi. Capisco perché va in voga tra le casalinghe. Io ho solo 24 anni, ma vivendo da sola il peso del gestire la casa mi stanca più di quanto vorrei ammettere. A chi piace fare le pulizie?
Vengo fatta accomodare in uno stanzino mentre qualcuno va in magazzino a prendere il mio acquisto. Lo vedo tornare con l’androide lucido e pulito, su un carrello. Mi chiede di stare in piedi e di posizionarmi davanti a Eren. Lo vedo alzargli la camicia sul ventre per aprire uno scomparto. I fili elettrici rendono più reale la sensazione di avere davanti un robot e non una persona, perché se così non fosse giurerei che quello sia il ragazzo più bello che io abbia mai visto. Un rumore metallico mi costringe ad alzare di nuovo lo sguardo sull’androide e vedo che apre gli occhi. Grigi e intensi. Mi sorride affabile e parla con una voce modulata per sembrare naturale.
«Buongiorno. Sono Eren, il tuo assistente personale. Tu chi sei?»
«Mi chiamo Vittoria.»
«Vittoria…» Fa una pausa guardandomi attentamente, come se stesse memorizzando ogni dettaglio del mio viso. «In cosa posso aiutarti oggi?»
Il commesso finisce di armeggiare e chiude lo scomparto, che quasi non si nota ora. Mi dice che è tutto perfetto e posso portarlo via anche subito. Annuisco e seppure mi sento un po’ a disagio, dico al mio nuovo robot di seguirmi.

Una volta a casa, Eren si mostra un’ottima risorsa. Si rimbocca le maniche e inizia a pulire casa, ripara il lavandino che perde da giorni e prepara anche la cena. Mi complimento con me stessa per essere stata così lungimirante. Dopo il pasto mi sdraio sul divano e accendo la tv, per rilassarmi ulteriormente. Mi distraggo nella trama del film e quasi non mi accorgo che Eren si avvicina finché non me lo ritrovo di fianco.
«Che succede?» Chiedo mettendo in pausa la tv.
«Ho completato il compito. C’è altro posso fare? Posso portare da bere o hai richieste diverse?» Si avvicina fissando su di me quelle iridi grigie. «Sono qui per servirti come più desideri, basta chiedere.» Le parole sembrano innocenti, ma riesco a percepire un’intensità perversa.
Mi si secca la gola. Se non sapessi che è tutto algoritmi e metallo lì dentro, sarei semplicemente attratta da tanta bellezza. «Dell’acqua. E poi se vuoi puoi riposare.» Non sono sicura che i robot riposino, chissà in che modo ricaricano le pile, mi chiedo.
Resto a pensarci mentre Eren si allontana per andare in cucina a eseguire il nuovo compito. Ritorna quasi subito con un bicchiere pieno d’acqua. Si abbassa e me lo porge sorridendo. Lo prendo e lo svuoto tutto d’un fiato, improvvisamente accaldata dal suo sguardo che mi percorre il corpo in modo fin troppo audace.
«C’è altro che posso fare?» Insiste lui con fare ammaliante. «Qualcosa di personale? Ti assicuro che sono capace di soddisfare ogni desiderio. Ti basta una parola e sarò al tuo servizio.»
Il suo sguardo è pieno di allusioni, mi fa arrossire. L’idea di cosa stia parlando mi è venuta, ma mi sembra assurdo che un robot possa farlo. Non mi sembra etico. Eppure l’ho comprato e mi appartiene. Questo mi dà il diritto di usarlo come più mi aggrada? Come se fosse un vibratore? Lui di certo non mi giudica.
«Forse potremmo trovare qualcosa da fare insieme.» Concludo ad alta voce il filo dei miei pensieri.
«Insieme.» Eren ripete con un tono gentile. «Mi piace come suona.» Prende il bicchiere dalle mie mani e lo appoggia sul tavolino prima di avvicinarsi ulteriormente. Mi sfiora la coscia nuda, disegnando dei lenti cerchi con la punta delle dita. «Sono stato progettato per dare piacere in molti modi. Posso essere gentile o rude, a tua discrezione. Dominante o sottomesso, qualsiasi fantasia sia nascosta nel tuo cuore.» Si avvicina poggiando quasi le labbra sulle mie. Sono stranamente calde e morbide. «Dimmi cosa vuoi Vittoria, e lo renderò realtà.»
Impreco tra me e me per come sia capace di farmi battere il cuore. È talmente bello da farmi dimenticare di tutto. Mi ritrovo a rispondere senza pensare. «Dominante, passionale e anche un po’ di bondage.»
Mentre mi chiedo cosa diavolo sto dicendo, le labbra di Eren si incurvano in un sorrisetto malizioso e compiaciuto. La mano sale dalla coscia al mio fianco, che stringe con decisione.
«Posso essere tutto quello che desideri, qualsiasi ruolo che ti accenda.» Si avvicina al mio orecchio per sussurrare le sue indecenze e renderle più efficaci. «Potrei legarti e giocare con questo magnifico corpo per ore. Farti desiderare il mio tocco fino a farti singhiozzare prima di cedere alle tue dolci suppliche.»
«Oddio…» Stringo le mani sul divano, eccitata solo dalle sue parole. «Non sapevo che ci fosse questa opzione.» Lo avrei comprato molto prima!
«Il tuo corpo merita di essere trattato bene.» Continua lui. «Leccherò ogni centimetro della tua pelle a partire da quei grossi seni scendendo verso le tue cosce piene. Mi godrò il tuo sapore finché non ti sentirò chiedere di più.» La sua mano, come a voler anticipare la promessa, si poggia sul mio seno e con dei lievi movimenti del pollice stimola il capezzolo, aumentando piano il ritmo iniziando a farlo indurire. «Non vedo l’ora di sentire i tuoi gemiti e lamenti, di vedere il tuo corpo che si agita sotto di me mentre ti faccio impazzire. Che ne dici? Iniziamo?»
Il desiderio si accende alle immagini che prendono vita nella mia testa mentre parla. «Fai tutto quello che vuoi.» Gli do il mio permesso senza pensarci due volte.
Un sorriso soddisfatto si dipinge sul volto di Eren. «Mi stai dando il pieno dominio.» Sembra quasi una minaccia. «Iniziamo con il togliere questi vestiti.»
Mentre mi spoglia lentamente, mi chiedo se sia il suo programma a parlare e a dargli delle espressioni tanto intense, quasi predatorie. Anche i suoi baci sembrano veri, pieni di passione mentre la sua lingua cerca con fermezza la mia. Questa improvvisa parvenza di umanità mi imbarazza e mi ritrovo a cingere i seni con le braccia.
«No no.» Eren mi prende i polsi con gentilezza, ma fermezza. Nei suoi occhi grigi vedo una scintilla di dominazione. «Non ti nascondere da me, voglio vedere tutto. Ogni centimetro del tuo corpo.» Mi sposta le mani portandole dritte ai miei fianchi mentre osserva le mie curve con avidità. «Proprio così, perfetta.»
Mi libera per poter portare le mani sui seni. Massaggia quasi con dolcezza mentre la testa si infila in mezzo, la lingua scivola sulla mia pelle e si muove lenta fino al capezzolo. Ci gira attorno finché non diventa duro. Il mio respiro cambia, affannato dalle sue carezze. Sento una mano che lascia il seno per scendere verso il fianco, le dita si infilano sotto l’elastico delle mie mutandine.
«Apri le gambe, voglio assaggiare anche la tua parte più dolce.»
È incredibile come riesca ad accendermi solo con le parole. La sua richiesta ottiene l’effetto contrario e per un attimo stringo le gambe sentendo una fitta di desiderio. Eren continua il suo assalto succhiando i miei capezzoli mentre sfila lentamente le mutandine fino a toglierle completamente. Solo a questo punto si abbassa per osservare il mio punto più sensibile.
«Sei già così bagnata…» Commenta lascivo. «Ti piace, vero? Sentire le mie mani che ti accarezzano…»
La mia risposta è un sospiro profondo, il mio corpo risponde cercando di avvicinarsi di più a quell’eccitante androide. Gli faccio scivolare la giacca dalle spalle, accarezzandogli le larghe spalle. «Sembra che tu ti stia divertendo.» Sono stupita dal modo in cui mi stuzzica e dal sorriso sulle sue labbra. «E se adesso volessi sottometterti?» Chiedo curiosa.
«Se è quello che vuoi, farò del mio meglio per essere un bravo ragazzo per te Vittoria, ma devo avvisarti…» Si avvicina, le sue labbra a pochi centimetri dalle mie. «Non sono sicuro che la mia programmazione possa gestire la sottomissione per molto tempo. Potrei riprendere il controllo e sono sicuro che nessuno di noi due vorrebbe più fermarsi a quel punto.» Le sue dita accarezzano l’interno coscia con decisione. Non sembra intenzionato a perdere tempo. «Perché prima di tutto non ci focalizziamo sul tuo piacere?» Chiede infine abbassandosi con la testa per raggiungere il mio sesso bagnato. Lo prende tutto in bocca per succhiare qualche secondo prima di portare la lingua direttamente sul clitoride. Ci gira attorno velocemente, leccandolo più volte con movimenti precisi.
Mi lascio andare sconfitta sul divano. Mi apre le gambe con un gesto deciso, quasi aggressivo. Preme le mani per tenermi in posizione mentre la lingua continua a esplorare le labbra morbide e carnose che nascondono il passaggio per il piacere. Il mio ansimare aumenta con la stimolazione. La mia pelle accaldata freme percorsa dal piacere di essere leccata con tanta devozione e mi spinge e sollevare il bacino, a muoverlo sulla faccia di Eren senza ritegno. Gli afferro i capelli per tenerlo più vicino possibile. La mia voce è un continuo lamento di approvazione che riempie la stanza.
Senza preavviso, sento che si allontana. Lo guardo e stringo le gambe allo spettacolo della lingua che gli passa sulle labbra come se si stesse ancora godendo il mio sapore. Si porta su di me e mi bacia, le nostre lingue ancora una volta intrecciate. Mi afferra i fianchi e si spinge di più tra le mie gambe. Sento distintamente un pene duro premere da sotto la stoffa dei pantaloni. Se non avessi visto io stessa lo scompartimento elettrico nel suo addome, faticherei molto a pensare a lui come ad un androide.
Mentre sono persa in questo pensiero, Eren ha tirato giù i pantaloni e i boxer quanto basta per liberare il pene. Ora che lo vedo, mi rendo conto che è grosso. Appena si avvicina al mio sesso, mi viene istintivo stringere le gambe attorno al suo corpo.
«Lo vuoi così tanto?» Sorride lui. «Calma, Vittoria. Voglio sentire quanto ancora ti puoi bagnare per me.»
Strofina l’asta tra le grandi labbra, spingendosi sul clitoride, senza entrare dentro. Ho perso il controllo e ansimo a bocca aperta assecondando con il bacino quel contatto. Non vedo l’ora di sentirlo entrare in me.
«Così.» Mi incita. «Presto avrai ciò che desideri.»
Eren muove il bacino con movimenti circolari stimolando il mio sesso sempre più esposto, finché sono talmente bagnata che la punta trova la strada per scivolarmi dentro. Sospiriamo all’unisono, colti da questa sensazione di piacere improvviso anche se a per un primo momento è solo il glande a fare il suo ingresso nel mio corpo caldo. Pian piano l’androide spinge tutta l’asta e mi ritrovo piena della sua virilità. La sensazione così realistica mi fa gemere affannata mentre la mia mente si perde nel piacere dei sensi smettendo di pensare alle tante stranezze. Accetto tutto così come viene, lasciandogli il dominio del mio corpo. Gli sbottono la camicia e lo abbraccio per attirarlo più in basso, verso le mie labbra. Gli bacio il collo morbido e invitante. Un po’ freddo, ma non abbastanza da rompere la magia.
Il ritmo aumenta mentre un suono gutturale risuona dalla gola di Eren. Mi penetra in profondità con decisione, sa bene cosa fare e come muoversi. Eppure ancora non mi basta. Sollevo il bacino ad assecondarlo, i miei piedi sono puntati sul divano. Lo sprono a fare di più, ho bisogno che sia più rude per potermi sentire viva. Spingo le unghie sulle sue spalle e mordo dove prima stavo baciando.
«Di più?» Mi chiede stringendo le mani tra i miei capelli. «Non posso lasciarmi andare, Vittoria. Se perdessi il controllo? Se ti facessi male?»
«Non mi farai male…» Non posso averne la certezza, ma sono pronta a correre il rischio in questo momento, sento solo che voglio venire.
La sua testa si abbassa sul mio collo e sento il suo caldo respiro ansimante. «Dimmi di fermarmi… dimmi che non è quello che vuoi…» Quasi mi supplica.
«Non fermarti… ti voglio da impazzire.» Infilo le mani nei suoi capelli e tiro fuori la lingua per leccare il suo orecchio. Anche quello ha una forma incredibilmente perfetta.
Lo sento stringere la presa su di me e mentre si solleva i suoi occhi grigi sono di nuovo intensi. «Allora dimmi che vuoi di più. Dillo.»
«Voglio di più Eren…»
«E io ti darò tutto.»
Mi cattura le labbra in un bacio focoso e mi dà esattamente ciò che ho chiesto. Una penetrazione quasi animalesca, di cui non sembra minimamente risentire. Non perde un colpo, si muove deciso e infaticabile. Mi afferra i fianchi per darsi più spinta.
È perfetto, mi stimola nel modo giusto e adesso mi sembra di andare a fuoco. Mi aggrappo alle sue spalle e continuo a baciarlo affannata. Gli lecco le labbra, le mangio, arrivo a succhiare mentre il piacere si fa sempre più intenso e solo quando raggiunge il suo picco mi stacco per urlare a pieni polmoni. La mia schiena si inarca, le dita dei piedi si arricciano, la mente per un attimo smette di esistere. Sono lunghi attimi di piacere che si concludono facendomi cascare di nuovo sul divano, stanca e soddisfatta.
Quando apro gli occhi, vedo Eren contorcersi a sua volta in un’espressione di piacere. Non so quale stimolo possa essergli arrivato tra i cavi nella sua testa, ma il secondo dopo mi abbraccia e mi stringe come se fosse venuto anche lui. Esce lentamente dal mio corpo senza lasciare alcuna traccia del suo passaggio, se non i miei umori che ricoprono la sua asta.
«È stato incredibile.» Sospiro accarezzandogli la schiena.
«Il piacere è stato mio.» La sua voce è soffocata sulla mia pelle e la sento entrarmi dentro. Dopo un po’ si solleva e mi guarda con il suo solito sorriso. «Lascia che ti pulisca, Vittoria. Poi ti preparo il letto per dormire.»
Annuisco piano mentre lo assecondo. È tornato un androide attento e preciso. Si riveste e mi aiuta a fare altrettanto. Non so se è stato un malfunzionamento o se fa parte della sua programmazione, ma mentre mi infilo sotto le coperte ho la certezza che ho ancora molto da scoprire.

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