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Erotici Racconti

Esclusiva vicissitudine

By 30 Novembre 2018Febbraio 12th, 2023No Comments

Riporto brevemente quanto segue, esponendovi la mia impudica e lasciva situazione, che mi è accaduta precisamente nel mese di settembre ultimo scorso. Mi chiamo Corrado, ho vent’anni anni d’età compiuti da poco, mi ritengo un giovanotto alquanto affabile, divertente e di buone maniere, nella totalità con un’aggraziata corporatura senz’eccessivi né vistosi tessuti muscolari. Al presente non ho giammai avuto un rapporto sessuale con una donna, probabilmente per la condotta causata dalla mia intrinseca introversione, in aggiunta a ciò, cagionato perfino dal mio innato e costante impaccio, per il fatto che quando una ragazza si trovava nei miei paraggi non riuscivo dignitosamente ad approcciarla in modo adeguato, perché abbandonavo subito il campo e timorosamente m’allontanavo. 

Un tardo pomeriggio, assiduamente concentrato nei miei bui e foschi pensieri, avevo stabilito di recarmi sul litorale poco distante dalla mia abitazione, per svagarmi e per acchiappare in ultimo il gradevole rimanente sole del mese di fine settembre, quando in modo insperato una ragazza dal modo di fare spigliato e per nulla intimorito s’accomodò proprio vicino a me, collocandosi con il telo da mare a ridosso dello specchio d’acqua del litorale. Lei si spogliò subito dei suoi indumenti disinteressata e incurante della mia presenza, cosicché io non persi tempo a sbirciare celatamente attraverso gli occhiali. Quella giovane donna era avvenente e leggiadra, a dire il vero un’incantevole e piacente ragazza con la pelle olivastra con un seno assai ben proporzionato, con dei magnifici occhi blu simili al colore del mare.

La ragazza percepì all’istante la mia prolungata occhiata nei suoi riguardi, dal momento che immediatamente ricambiò con i suoi grandi occhi blu, sennonché si sollevò sui gomiti, tenuto conto che al presente era affaccendata nel pigliare il sole senza il pezzo superiore del costume, facendomi un gesto come per avvicinarmi verso di lei. Io m’alzai, lei fece un cenno con la testa di raggiungerla, così io mi diressi verso di lei accomodandomi nei suoi paraggi. Ci presentammo subito conversando all’istante in maniera chiara senza sottintesi, in modo molto spontaneo, lei mi chiese nel contempo in modo candido se avessi potuto gentilmente spalmarle la crema solare protettiva sulle spalle e sopra la schiena.

In principio ebbi un lieve tentennamento, dettato e nondimeno scandito sennonché dalla mia sofferta e tormentata individuale timidezza, in seguito frantumati i residui indugi interiori, acconsentii di buon grado non facendomelo ripetere ulteriormente. La ragazza in questione si chiamava Moira, era ammodo, deliziosa e assai seducente per me, le mie mani frattanto digradavano attraverso la sua pelle, scivolando a rilento spalmando la crema da sole, per il fatto che si spostavano inizialmente dalle spalle per concludere il loro tragitto nei pressi dell’orlo del costume. Moira m’ingiunse di passarle la crema anche sulle gambe, intanto che io seguitavo il massaggio dai polpacci arrivando fino a suoi glutei rotondeggianti e compatti. Moira m’esortava tranquillamente di proseguire manifestamente, in quanto apprezzava in maniera insolita come la massaggiavo. Io, in verità, fino a quell’occasione non avevo in nessun caso accarezzato una ragazza più di tanto, finché in maniera inattesa e libidinosa, in modalità peraltro diretta e spavalda Moira in modo inaspettato m’annunciò:

“Ascoltami Corrado, ti chiedo se finora hai mai avuto rapporti intimi con una donna, sii però sincero, non avere titubanze né soggezione”.

“Onestamente, devo realmente confessarti, che non ho avuto ancora la gradita e stuzzicante opportunità” – replicai stranamente io all’istante, rimanendo piuttosto sbalordito, radicalmente di stucco, per la determinata e per la diretta richiesta da parte sua, esibendo un sorriso di tangibile disagio associata da una grossa remora degna di nota.

“Nessun dramma, è normale restare sbigottiti mio caro Corrado, tieni presente che io sarò ben bendisposta e felice di spiattellarti tutti i miei singoli trucchi” – sentenziò Moira all’istante, in maniera concisa e manifestamente sobillata nel proseguire il suo impudico, lussurioso e provocante intento.

In maniera dissoluta e peccaminosa, a rilento Moira rimosse abilmente il perizoma da un lato posizionando in evidenza le grandi labbra della sua odorosa e umida fica davanti al mio strabiliato e stupefatto sguardo, agguantandomi la mano, mentre io cominciai a sfiorarla là di sotto dove le piaceva tanto. Moira in quella circostanza sollevò le chiappe per favorirmi nel movimento, durante il tempo in cui io la penetrai con le dita. Io entravo e uscivo dalla sua deliziosa fica irrorata dai suoi abbondanti fluidi, mentre dentro i pantaloncini il mio cazzo urlava la sua soave vendetta impaziente d’emergere. Moira si rese subito conto della mia silente eccitazione, infilando all’istante tacitamente una mano intraprendendo libidinosamente a masturbarmi, liberandomi nel mentre il cazzo da quella sgradevole prigionia.

Moira piagnucolava di piacere a seguito d’ogni mio stimolo, quando in modo fulmineo venne strepitando il suo intemperante e lussurioso orgasmo da favola, bagnandomi estesamente tutta la mano. In seguito si voltò mostrandomi i suoi floridi seni con i capezzoli eretti, sicché io cominciai a leccarmi la mano fino a quando Moira non la portò verso di sé, nei pressi di quella deliziosa e perfetta bocca, abbozzando di succhiarmi le dita una dopo l’altra. Io le tastavo frattanto le tette stimolandole i capezzoli, mentre lei continuava con la mano libera a manipolarmi con dovizia il cazzo nei pantaloncini, in quel frangente stavo quasi per sborrare, eppure in modo bizzarro e distintamente atterrito e impaurito, m’alzai svignandomela alla svelta per un puro e indistinto riflesso d’irrefrenabile e di convulso batticuore.

Moira enormemente meravigliata e al tempo stesso preoccupata tentò d’immobilizzarmi, eppure io le sgusciai dalle grinfie e corsi bloccandomi soltanto di fronte a una vetrina di una farmacia qualche centinaio di metri più avanti per riprendere fiato lungo il viale, Moira in seguito mi raggiunse confortandomi e sostenendomi per lo spiacevole accaduto, riferendomi che lei si stava divertendo molto, che m’avrebbe vezzeggiato di certo con le buone maniere tirandomi su e proclamandomi per l’occasione:

“Corrado caro, non demordere, non m’aspettavo che tu reagissi in quel modo, fidati, ti chiedo scusa se ho fatto qualcosa che non hai gradito. Io sarò ben lieta di farti sperimentare diversi e favolosi espedienti, vedrai che non te ne pentirai” – mi disse sorridendo furbamente, spingendomi in maniera astuta e lungimirante costantemente verso un tramezzo d’uno stabile in costruzione, laddove le nostre fameliche lingue s’unirono sensualmente.

Moira in conclusione rinfrancandomi, mi condusse a poca distanza nella sua signorile abitazione, mi sbatté sul canapè sbottonandosi la camicetta. In un baleno io avevo già le mani impegnate sulle sue tette, la baciavo giù per il collo fino al ventre risalendo lentamente verso i capezzoli, lei giocherellava con le mani lungo il mio petto arrivando al mio cazzo in erezione. Moira mi sfilò i pantaloncini, digradò con la lingua sul mio addome, sul pube, poi brandì il mio cazzo, indirizzando abilmente dei colpetti con la lingua sul frenulo, insistendo e leccando con oculatezza e con scaltrezza proprio là, dove i maschi perdono il capire e si eccitano oltremisura, essendo un punto dove sono raggruppate le numerose terminazioni nervose.

Io di rimando le sfilai giù il costume collocandomela cavalcioni, la sua mano guidava il mio cazzo all’ingresso della sua fica e con una lieve spinta le fui dentro. Io la sentivo mugolare, Moira sperimentava un immenso e carnale piacere, lei saltava su di me, le mani s’incrociavano per poco, godeva, sbraitava per il benessere patito intimandomi e imponendomi di non fermarmi. Io scandivo il ritmo della penetrazione tenendole le mani sui glutei anneriti dal sole, Moira stringeva fortemente il canapè dietro le mie spalle, s’avvinghiò a me, io la distesi, seguitando a penetrarla le allargai le gambe, in quel momento stavo vivendo la pura e massima estasi, coglievo ogni lieve movenza dentro di lei, mi sentivo in paradiso, stavo farneticando per il benessere che provavo.

Moira spostò le gambe sulle mie spalle, io affondai dentro la sua fica arroventata per la smania e sconvolta dalle contrazioni, mentre le fasciavo fortemente le tette osservandole i capezzoli ingrossati dall’eccitazione. Moira fletteva la schiena e questo mi faceva farneticare, dopo si strinse fortemente a me, perché celermente me la ritrovai di sopra, con le tette che danzavano davanti ai miei occhi stretti tra le mie mani. Continuammo per molto tempo, Moira aveva gli occhi chiusi, scagliava indietro la testa a ogni penetrazione scendendo con le mani sulle tette, io perdevo l’omogeneità del mio essere, ogni suo movimento era fantastico e lussurioso, fino a quando raggiunsi l’apice del piacere, schizzandole dentro la fica la mia abbondante porzione di sperma. Ero appagato, sconvolto e rinfrancato, mi sentivo un essere supremo per aver assaporato e aver goduto di tanta delizia.

Subito dopo Moira si girò, quest’aspetto mi fece infervorare spronandomi in modo ulteriore, sicché la feci appoggiare alla spalliera del canapè e con il cazzo ancora in erezione la penetrai nel suo intimo pertugio, nella sua entrata secondaria, peraltro angusta e sigillata. Da dietro, invero, le stringevo le tette e la tiravo verso di me, in un insieme di strilli lussuriosi e di lascivi gemiti, tutto ciò inaspettatamente accompagnato dalle sue frasi irripetibili, sconce e scurrili che per l’occasione mi proferiva, fino a quando dopo un quarto d’ora d’invitante e di deliziosa chiavata, ovviamente con le dovute rispettive pause, alla fine uscii dall’ano e sborrai squisitamente sulle chiappe e in parte gradevolmente sulla schiena la mia densa, lattescente e rimanente essenza.

Io ero manifestamente spossato e svigorito, Moira estenuata e infiacchita altrettanto, poiché sprofondammo sul canapè rimanendo abbracciati, ci scambiammo appassionati baci, attendendo in conclusione che l’alba sopraggiungesse.

{Idraulico anno 1999}  

 

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