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Erotici Racconti

Esperienze (gay) – 1 -Trasformazione

By 12 Novembre 2011Gennaio 30th, 2023No Comments

Conobbi Giulio per caso. Lui era un uomo sui 50, alto e robusto, capelli brizzolati: era piuttosto ricco, aveva una grande auto ed un attico in centro.
Fu un sabato sera: ero uscito per fare due passi in centro, vedere le vetrine, distrarmi. Mi allontanai parecchio e non mi accorsi che si era fatto tardi. Aspettavo un bus alle nove di sera, ma il sabato i pulman facevano servizio ridotto ed ero lì da mezz’ora al freddo, da solo alla fermata.
Lui passò. Indossava un impermeabile chiaro. Mi guardò.
– Ma che ci fai qui – mi disse – non sai che a quest’ora non ci sono più pulman?
– Accidenti – dissi – ed ora come faccio?
– Dove devi andare? Ho la macchia parcheggiata qui vicino. Ti do io un passaggio.
Fu molto gentile, mi accompagnò fino alla pensione. Parlammo, volle sapere da dove venivo, cosa studiavo, ed altre cose ancora.
– Mi piace aiutare i giovani per bene – disse – Se hai difficoltà, questoé il mio biglietto da visita. Chiamami se posso aiutarti.
Cominciò così.

– Salve signor Giulio, sono Ivo. Si ricorda di me?
– Ma certo, il giovane studente. Come va? Hai fatto bene a chiamarmi.
– Volevo chiederle un favore, se può farmelo. Lei in città avrà molte conoscenze ed io sto cercando un lavoretto che mi permetta di guadagnare qualcosa. Può aiutarmi?
– Posso vedere. Vediamoci e ne parliamo. Sono libero tra due ore, verso le sei. Passo con l’auto vicino all’edicola che si trova poco più avanti della tua pensione. Aspettami lì, alle 18.

– Che ne dici di farci un giro? E’ sabato ed io non ho impegni. Magari arriviamo fino al mare, ci mangiamo una pizza e parliamo del tuo lavoretto.
– Oh, si, certo.
– Te l’ho detto, mi piace aiutare i ragazzi volenterosi. Ti sei fatto la ragazza qui? Come mai non sei uscito con lei?
– No, non ho la ragazza e comunque non avrei avuto soldi per uscire con una ragazza. Le ragazze sono complicate ed a volte mi mettono a disagio.
– Già, credono di avere il mondo in mano per il fatto che hanno la fica….e poi non dànno molto, fanno le preziose…..ma a volte un amico può darti di più, anche in quel senso.
Arrivammo al mare e ci fermammo al parcheggio di una pizzeria.
Quando tornammo era notte e nel buio dell’auto sentii la punta delle sue dita che mi sfioravano la coscia, ma solo per un attimo. Non ci feci caso.
– Tu hai mai avuto esperienze più trasgressive? – mi chiese.
– In che senso?
– Voglio dire un’esperienza di sesso con un altro ragazzo?
– No. Non mi è capitato.
– E’ una cosa molto bella, se la provi. Ti dà molto di più di una ragazza. Ti scandalizza?
– No, ma…..
– Tutti i ragazzi fanno questa esperienza, è normale. Dovresti provare almeno una volta.
– Non so come – dissi imbarazzato – e poi non so se……se mi verrebbe di farlo.
– Io dico che ti piacerebbe. Lo sento. Ma non devi imbarazzarti, è un gioco che si fa tra amici.
– ..e lei lo ha mai fatto?
– Si, a me piacciono i ragazzi come te.
– E lei…. vorrebbe….con me?
– Si, se vuoi provare questa esperienza. Che ne dici?
Non risposi, ero imbarazzato e lui prese l’iniziativa.
Fermò l’auto accanto ad un pineta. Scendemmo. Mi mise un braccio intorno alle spalle.
– Vedrai, è piacevole. Non c’è niente di male, è un modo di sentirsi più amici.
Non sapevo che fare ma lui mi guidò vicino ad un albero. Mi strofinava la mano sulla patta ed il cazzo mi divenne duro.
– Vedi? Te lo detto che ti sarebbe piaciuto. Fatti toccare bene. Abbassa un po’ i jeans.
Mi eccitò carezzandomi i testicoli, scappellandomi il cazzo, masturbandomi dolcemente e lentamente.
Poi mi pressò contro il tronco dell’albero e me lo mise tra le cosce, sollevandomi i testicoli. Sentivo il liscio del suo glande che passava sulla mia pelle quando cominciò a chiavare, il suo cazzo duro tra le mie cosce che si muoveva e che, spingendolo, mi toccava sotto le natiche. Aveva un cazzo grosso, ruvido e mi chiese di stringere le gambe: lo feci e sentivo tutta la forza del suo cazzo che col glande arrivava a toccarmi le natiche. Lo sentii venire, affannando, spingendo più forte e poi sentii il caldo del suo sperma tra le mie cosce e sotto le natiche. Non ebbi repulsione, rimasi eccitato, avevo anch’io il cazzo duro e ci volle poco per venire.
– Masturbati – disse – fammi vedere come vieni. – mentre lui mi accarezzava le natiche e passava il suo grosso dito in mezzo. Quando stavo venendo, mise il taglio della mano tra le mie natiche; io le strinsi nelle contrazioni dell’orgasmo.
– Sei stato bravo – mi disse mentre tornavano – non era poi così brutto, ti pare? Hai belle cosce, come quelle di una ragazza. Mi &egrave piaciuto molto come cercavi di collaborare per farmi venire.
Mi infilò un banconota nel taschino del giubbino prima che scendessi.
– Chiamami quando vuoi – mi disse – Chiamami se vuoi farlo di nuovo. Adesso sai com’è, è un gioco tra amici.

Fui impegnato per tutta la settimana. I suoi 100 euro erano quasi finiti. Poi lui mi era simpatico. Avevo ripensato a quello che era successo e mi accorsi che non mi era dispiaciuto. Mi piaceva la sensazione di stringere il suo cazzo duro tra le cosce e mi era piaciuto sentirlo venire in mezzo alle mie cosce. Ma anche le sue carezze mentre mi masturbavo mi avevano turbato. A forza di pensarci mi eccitai e mi masturbai immaginando ancora quello che era accaduto. Mi premevo sotto i testicoli immaginando che fosse il suo cazzo. mentre venivo. immaginavo di sentirlo ancora, duro e forte che passava tra le mie cosce.

Esitai prima di chiamarlo. Sapevo che se l’avessi chiamato mi avrebbe chiesto….di più…e sapevo che non gli avrei detto di no. Lo chiamai il venerdì sera.
– Ciao Ivo, hai fatto bene a chiamarmi. Vogliamo vederci domani pomeriggio? Hai il mio indirizzo, vieni da me, alle 16.
Aveva una casa bellissima, un attico da cui si vedeva una parte della città.
Ci sedemmo sul divano e lui mi carezzava i capelli.
– Sei un bel ragazzo, è stato bello farlo con te. A te è piaciuto?
Assentii col capo, ma lui capì che mi era davvero piaciuto.
– Lo so perché sei qui, ti è venuta voglia di provarlo di nuovo. E’ così, è un gioco affascinante come tutte le cose trasgressive. Ma devi volerle davvero se vuoi godertele. Vuoi farlo?
– Giulio, io……..se a te fa piacere.
– Si, con te si. Qui possiamo farlo meglio, ma vorrei che tu partecipassi di più, con più passione e con meno inibizioni. Se dobbiamo farlo, tanto vale prenderci tutto il piacere che vogliamo, ti pare? Spogliati, sai è bello sentire il corpo nudo a contatto? Devi provare questa sensazione.
Mi baciò sulle labbra, non provai repulsione. Aveva labbra grosse e spesse e molto calde.

Poi mi obbligò a baciarlo nella bocca, forzandomi, e sentii il sapore della sua saliva. Resistetti un poco ma poi cedetti e partecipai al suo bacio.
Ero incerto, dubbioso se farlo, mi spogliai timidamente.
– Bello. Mi attiri più di una donna.
Baciò delicatamente i miei capezzoli provocandomi un brivido.
– Vedi? – disse – é la tua parte femminile che si eccita sui capezzoli.
Stavamo in piedi, nudi, e lui mi carezzava le natiche guardandomi in viso, forse per vedere come reagivo a quelle carezze ed al fatto che passava in suo grosso dito tra di esse. Avevo il cazzo durissimo e sentivo il suo contro la coscia.
– Fammelo ancora – gli dissi al colmo dell’eccitazione – come l’altra volta. Voglio sentirlo tra le cosce.
– Vieni. E sentiti libero mentre te lo faccio, libero di chiedermi quello che desideri.

Stavamo nudi, distesi sul letto di fianco, sentivo i peli del suo petto sul mio, mi eccitava sentire il suo corpo. Mi fece chiudere le cosce, mi fece sollevare i testicoli ed il cazzo e mise il suo cazzo tra esse. Teneva una mano sulle mie natiche , le carezzava, passava tra esse il suo dito e poi, mentre chiavava, spingeva in alto il suo glande fino a fargli toccare il mio ano.
– Ti piace sentirlo così, vero? Sentirlo vicino al tuo culetto, che ti tocca. Rispondimi.
– E’ bello – dissi.
Mi eccitava da morire sentire toccarmi l’ano con il glande, avevo il cazzo durissimo che stava compresso tra la mia e la sua pancia; lo tenevo verticale per dargli più spazio per chiavare tra le cosce e per spingermi contro di lui in modo che riuscisse meglio a sfiorarmi l’ano con il glande.
Lui mi spinse lentamente di lato e finii sotto di lui.
– Ti piace tanto sentire il cazzo? Vuoi sentirlo di più ? – mi chiese – Vuoi sentirlo davvero? Se proprio desideri sentirlo veramente, lo devi sentire dentro di te, nel tuo corpo.
– Giulio io…..no, ti prego, nel culo no……
– Lo so, lo stai desiderando. Vuoi farlo.
– Giulio, non voglio che mi inculi, non l’ho mai fatto.
– E adesso invece hai desiderio di farlo. Accettalo, non devi vergognartene. Vorresti farlo.
Era vero.
Mi allargò le gambe, si mise in ginocchio tra esse e me le sollevò. In quella posizione ero esposto alla sua penetrazione. Avevo paura di farlo.
– Giulio no. Nel culo no. Ti prego.
Ma era inutile.
– Avanti Ivo, coraggio.
– Giulio vorrei farti contento, ma non voglio che me lo metti dentro. Mi farai male, mi chiaverai come un gay.
– Ma no. Ti chiaverò come una ragazza, guardandoci negli occhi.
Allungò la mano sul comodino e sentii il fresco del gel tra le natiche. Poi passò il suo glande tra le mie natiche e lo strofinava delicatamente col gel sul mio ano.Ebbi un brivido. Lo stavo desiderando ma avevo paura. Poi lui cominciò a pressare, forte, sempre più forte.
– Nooooo! Giulio, no, no. Ah…ah…… mi fai maleeeee, fermati, mi fa maleeee. E’ troppo grosso. Ti prego, ti prego non farmelo, mi fa male. Vienimi solo tra le cosce.
Ma oramai non potevo più fermarlo. Diede un forte colpo di reni. Sobbalzai dal dolore e gridai.
– Così no, no, nooooo, me lo rompi. Ti prego, no. Ahiaaaaa. Giulio non essere crudele. Mi fai maleeee, non può entrare, è troppo grosso.
– Te lo farò entrare tutto, adesso devi farlo.
Non potevo muovermi, avevo le gambe bloccate e lui mi teneva per le caviglie. Diede un altro colpo violento, sentii dolore, piangevo, ma lui spinse ancora.
– No, no, ti prego. Mi fa maleeee. Giulio fermati. Noo, non spingereee, fa maleeeee. Non voglio che mi rompi il culo, non farmelo.
Lui diede un altro violento colpo di reni e poi un altro ancora. Allora mi sentii lacerare, il bruciore infuocato di una ferita all’ano, mi torcevo sotto di lui, mi veniva da piangere.
Sapevo che mi stava sverginando, che aveva forzato il mio sfintere, lo aveva rotto, lacerato. Lui continuava, spingeva e colpiva senza fermarsi, senza pietà e sentivo il suo cazzo che slargava il mio sfintere, lo tendeva fino a lacerarlo per entrare di forza nel mio corpo, colpo dopo colpo, con violenza. Ero stordito dal dolore, sentii il suo cazzo toccarmi nelle viscere. Lo stava facendo entrare tutto, voleva metterlo tutto dentro il mio corpo e continuava a sbattermi con accanimento, a chiavarmi di forza nonostante i miei lamenti, per vincere la resistenza della mia carne.
– Ti prego, fermati, fai piaaaano, fai piano, piano.
Ma quel dolore, poco per volta, si attenuò, come se il mio culo avesse accettato la penetrazione. Sentivo che mi era piaciuto da morire che lui mi avesse costretto a farmi inculare e sentivo il mio cazzo che ricominciava a diventare duro. Mi piaceva, mi dava dolore ma mi piaceva e mi piaceva sentire lui che si godeva il mio corpo, la sua soddisfazione di avermi forzato, mi piaceva sentire la grandezza del suo cazzo dentro di me quando entrava ed allargava.
– Adesso ti voglio venire dentro, come se il tuo culetto fosse la fica di una ragazza. Ti farò sentire il getto caldo del mio sperma nel tuo corpo. Lo vuoi? Lo so che lo stai aspettando.
– Mi fa male, Giulio, mi brucia. Ah, ….ahia, ah…. fai presto, vieni presto, non resisto….. ahaaaaaaaaa …..si,si, fammi quello che vuoi, entrami tutto, vienimi dentro. Non mi importa più se me lo hai rotto, chiavami come vuoi, ma fai più piano, mi brucia. Te l’ho fatto mettere tutto, come volevi tu, ma fa piano.
MI faceva soffrire ma mi piaceva; volevo sentirlo mentre veniva dentro di me.
– Si, si ,Giulio, si. Vieni, vienimi nel culo. Fammelo sentire. Tutto. Spingimelo tutto dentro mentre vieni. Mi piace sentirti venire come l’altra volta. Mi piace il tuo sperma, fammelo sentire..
Quando venne diede colpi ancora più forti, mi faceva soffrire, li sentivo nella pancia; poi si placò. Lo tirò fuori lentamente, mentre mi baciava in bocca, facendomi sentire ancora bruciore; e poi sentii il suo sperma ancora caldo che colava dal mio ano, una sensazione incredibile, bella, sentirlo colare sulle cosce e la strana soddisfazione di averlo fatto venire, di averlo fatto godere nel mio corpo fino all’orgasmo, fino a versare il suo sperma dentro di me. Era una strana soddisfazione essere stato il suo strumento, essere stato usato, inculato e stuprato solo per far godere lui. Sentivo il suo sperma colare tra l e cosce, la sensazione che cominciava ad asciugarsi sulla mia carne, il desiderio di lasciarlo li e quello ancora liquido che colava dall’ano facendomi provare piccoli bruciori.
Mi toccai l’ano, la mano era arrossata dal sangue. Lui vide e sorrise.
-E ‘ così – disse – ti ho sverginato. Adesso il tuo culetto è rotto. Hai sentito il piacere di essere chiavato, ti ha affascinato, vero? Lo vorrai ancora, d’ora in poi tu vorrai farlo ancora. Lo sognerai, ricorderai le tue sensazioni e vorrai ancora essere chiavato.
– No. Non voglio più farlo – dissi – fa male.
– Mai più? – chiese
– No, mai più. …solo….solo se me lo chiedi tu e solo se mi prometti di non farmi male. Voglio farmelo fare solo da te.

Lo facemmo molte altre volte. Lui voleva che io venissi per primo, col cazzo dentro e poi che mi facessi chiavare in modo da sentire solo il piacere del cazzo e nient’altro. Mi sottomise ai suoi capricci; me lo metteva in bocca e mi chiavava ed io lo aiutavo succhiando e stringendolo con la bocca; volle che imparassi ad ingoiare lo sperma ma lentamente, mentre lui mi guardava deglutire e mi penetrava col dito. Voleva che fossi io a lavarglielo nel lavandino prima di chiavarmi.
– E’ tuo – diceva – sentilo tuo, amalo.
Mi faceva colare la sua saliva sui capezzoli, tra le natiche. Una volta mi mise nella vasca da bagno e mi fece aprire le natiche per farmi sentire la sua orina che scorreva sull’ano.
– Chiedimelo – diceva – devi chiedermelo di incularti.

Una volta lui mi chiese di farlo davanti ad una donna. Mi vergognavo ma dovetti accontentarlo.
Secondo me lo fece per disinibirmi, perché non mi vergognassi di prenderlo. Lei si sedette sul divano ed assistette senza partecipare. Era una donna anziana, non sapevo chi fosse. Era

biondiccia, energica, il viso duro e gli occhi taglienti. La vedevo approvare col capo mentre facevo il pompino a Giulio; diceva “bravo, così, fino in gola” . Poi chiese a Giulio di incularmi: si alzò per vedere come il cazzo di Giulio entrava nel mio culo.
“Avanti, ragazzo, spingiti tu contro il suo cazzo, così, bravo. Poi disse a Giulio.
– Voglio vedere come viene col tuo cazzo dentro. Avanti, tieniglielo dentro e fallo masturbare.
Giulio me lo spinse tutto nel corpo e si fermò. Lei si mise davanti a me, mi carezzava sul viso.
– Dai, fammi vedere come vieni col cazzo dentro di te.

Quando venni, mentre Giulio me lo teneva dentro senza chiavare, lei sorrise di soddisfazione.
– Si, gli piace proprio – commentò – Bello da vedere.

Poi Giulio mi chiavò forte e lei guardava il mio viso, forse per sapere se mi stava piacendo.
-Gode anche dopo essere venuto, gli piace proprio sentire il cazzo nel suo corpo. Lo hai addestrato bene – disse la vecchia – lo prende con amore, forse perché sei stato tu a rompergli il culetto. Ho visto la sua gola mentre ti faceva il pompino: ingoiava, voleva darti piacere. Gode nel culo, oh si che gode davvero a sentirsi chiavato. E’ proprio bravo, non si trovano facilmente ragazzi così.

Giulio partì, andò all’estero. Mi mancavano i nostri incontri. Era passata una settimana, avevo un desiderio molto forte di farlo e mi ricordai di quella donna, Claudia, di ciò che mi aveva proposto. Cercai nel taschino del giubbino il bigliettino con suo numero di telefono che lei ci aveva infilato non vista da Giulio. Ero dubbioso se chiamarla o no, non sapevo in che razza di esperienza mi sarei cacciato; ma il desiderio era forte, così la chiamai.
– Ivo, bello, come stai?
– Mah, signora Claudia…
– Ma no, che signora, solo Claudia. Nostalgia di Giulio?
– Beh, si.
–  Possiamo rimediare. Ho un  amico che vorrei farti conoscere. Ha l’età di Giulio ed è molto gentile. Chiamami oggi pomeriggio; vieni da me e vi conoscete. 

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