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Erotici Racconti

Eventi che non si scordano

By 4 Gennaio 2017Gennaio 31st, 2023No Comments

‘Non prendere impegni, perché stasera ti porterò a cena fuori, visto che andremo da Sandra per consumare il pesce’ – nel tempo in cui mi dici questo mi ravvisi altrettanto che dovrò essere incantevole e seducente. Siamo al culmine della stagione torrida, è una giornata rovente, il calendario ci rammenta che siamo in luglio, ed oltre a ciò oggi è pure il nostro anniversario di matrimonio. Io faccio la doccia, in seguito mi preparo con cura, indosso un abito lungo di colore azzurro con dei piccoli fiorellini rosa stampati sul doppio velo di stoffa, dei sandali bassi neri con una fascia completamente ricoperta di lustrini legati a modo di schiava. Sotto indosso l’intimo nero, peraltro il tuo preferito, con il reggiseno in velo trasparente con il bordino rifinito in raso di color bordò e il perizoma coordinato.

Io in verità non indosso pressoché mai il tanga, solamente alcune volte ed esclusivamente per te. I capelli lunghi sono sciolti, dal momento che mi ricadono sulle spalle, unicamente un po’ di mascara nero e un velo di rossetto concludono i preparativi, perché la pelle è già colorata dalla leggera abbronzatura. Il mio profumo delicato e femminile trasmesso dalla crema per il corpo che mi hai regalato tu è percettibile soltanto a distanza ravvicinata, gli orecchini pendenti e la collanina in oro bianco con una perla grigia spiccano in maniera marcata: come sei bella mi dici tu sfiorandomi le labbra e ammirandomi con lo sguardo avido. In breve tempo arriviamo al ristorante, il locale è bello, non di classe, però molto accogliente e curato, dabbene nei dettagli, ma soprattutto discreto. Tu scegli un ottimo vino bianco, il Nuragus di Cagliari per la precisione, dato che è leggermente frizzante e fruttato, poiché generalmente piace alle signore afferma il cameriere sorridendomi. Io non sono abituata a bere e così divento sbronza in brevissimo tempo. 

Io ti guardo, mi piaci parecchio, in quanto provochi dentro di me le stesse scosse di quando ci siamo conosciuti nonostante siano passati nove anni. Ambedue siamo seduti fianco a fianco, le mani si cercano spesso, io le sento piacevolmente aderire sopra le cosce sotto la lunga e preziosa tovaglia, le gambe s’intrecciano frattanto accarezzandosi. La cena è ottima, tu mi versi il vino sussurrandomi energicamente che mi vuoi, io mi gusto il dolce, la mia prediletta panna cotta ricoperta con la crema di fragole. Io voglio continuare questa splendida cena, quell’amabilissimo e piacevolissimo corteggiamento perché mi ammalia in maniera spropositata, sto folleggiando, tu mi mangi con gli occhi, mi fissi, mi piace quando tu assapori il dolce perché sembri una bambina, la mia bambina mi sveli amorosamente. Dopo ce ne torniamo a casa, durante il tragitto avverto la tua mano intrufolarsi tra le mie gambe e arrivare tra di esse. Io le apro un po’, tu m’accarezzi, senti il perizoma e sorridi. Sei sciocca, ma io lo sono di più, in tal modo inserisci un dito tra le mie labbra già bagnate portandotelo alla bocca assaggiando e gustandoti il mio sapore che già ben conosci, tu sai di buono, poiché ti mangerò stasera stessa.

Io allungo una mano sul tuo cazzo, non è enorme a dire il vero, tuttavia è ben proporzionato e pure bello da vedere, eppure non sono sorpresa della tua vigorosa erezione. E’ ancora presto mi sveli tu in modo velato, io mi ritraggo, ti conosco, però adoro quando fai così e sto bonariamente al gioco, ma resto guardinga pronta per intervenire. In seguito saliamo in casa, appena la porta si chiude tu mi baci. Io adoro i tuoi baci, perché sono corposi, umidi e profondi, gradisco la tua lingua sulle mie labbra, dentro la bocca che cerca la mia senza fretta, perché è carnosa, curiosa e indiscreta di toccare ogni mio angolo. Io sono già un lago, nettamente rapita dalle sensazioni che mi fai provare, sento le spalline abbassarsi e il vestito scivolare per terra mentre ci rechiamo in camera. Io sbottono la tua camicia bianca di lino, lo stesso faccio con i pantaloni, vola via pure il reggiseno, il perizoma tienilo mi dici, mentre la tua bocca sta torturando il mio collo e le mie orecchie, nel tempo in cui le tue mani mi toccano dovunque.

La medesima mansione la eseguo io con te, giacché ti sfilo quegli slip aderenti ed esulto della vista del tuo cazzo bello eretto, perché lo accarezzo a mano aperta come per esplorarlo imprimendo leggere pressioni con il palmo della mano, poi lo stringo e inizio a salire e scendere su e giù per tutta la sua estensione premendo più forte alla base e allentando la presa sulla punta. Tu adori questo mio gesto quando faccio così: una piccola goccia fuoriesce frattanto dalla punta, la raccolgo con le dita e l’assaporo fissandoti, appoggio le mie labbra sul tuo cazzo inumidendolo tutto con la lingua per poi inghiottirlo fin che posso alternando sia la lentezza quanto la voracità, facendoti in ultimo leggere dai miei occhi quanto mi piace. Il tuo respiro diventa più affannoso, colgo nettamente tuo cazzo pulsare, ancora non vuoi, cosicché mi blocchi facendomi stendere sul letto e mi baci sul corpo soffermandoti sul seno.

Tu sai come farmi uscire di senno adoperando la lingua e le tue labbra, pertanto continui la discesa esplorando ogni centimetro del mio ventre fino ad arrivare alla mia fica. Mi lecchi da sopra le mutandine aumentando a dismisura il mio desiderio, dal pube alle natiche. Tu mi torturi vessandomi in maniera soave, perché brividi di piacere con sregolatezza percorrono il mio corpo, finché non mi togli le mutandine passandole sul volto e leccando i miei fluidi mischiati alle tue secrezioni. Immergi la faccia fra il mio odoroso e infuocato inguine con la tua splendida ed esperta lingua cercando la mia vitale fenditura proibita. Tu sai realmente come farmi perdere omogeneità, per il fatto che l’orgasmo arriva improvviso e intenso, direi poderoso scompigliandomi tutta. I miei gemiti sono forti e prolungati, tu mi bevi, mi fai calmare, mi guardi e sorridi, infine ricominci a leccarmi tra le natiche bagnandoti le dita di me e inserendole in quel buchino arcano, misterioso e piacevole:

‘Sei alquanto morbida, voltati e mettiti adesso a quattro zampe, sì così, nella posizione della pecorina’ – mi rivendichi tu entusiasmato e invasato più che mai.

Io so molto bene che cosa vuoi fare e prima d’accontentarti ricopro di saliva il tuo cazzo, tu lo appoggi nel frattempo fra il solco delle mie natiche e con le mani nei miei fianchi affondi il bacino dentro di me. Questo gesto lo esegui adagio, perché vuoi godere gustandoti pienamente quella penetrazione così disubbidiente, piacevole e al tempo stesso trasgressiva, mentre ti piace vederlo sparire tra le mie natiche. In modo flemmatico inizi a muoverti, io piano piano t’assecondo seguendo e sostenendo il tuo ritmo, allora appoggi una mano sul mio cazzo e mi masturbi, io abbasso le spalle al letto esponendomi completamente a te e chiedendoti d’aumentare il ritmo incalzando di sbattermi con vigore. Mi piace così, poiché provo delle sensazioni indescrivibili, inspiegabili, diverse, mi sento in maniera inedita libertina, lussuriosa e porca a tutti gli effetti, la tua personalissima e privatissima porca perché risvegli in me un inconfessato, un nascosto e un sottinteso istinto animale, la voglia d’essere totalmente posseduta e radicalmente dominata:

‘Mi piaci quando mi monti così, lo sai questo? – ti rivelo io impegnata e affannata farneticando per il godimento che percepisco.

Nella stessa misura e in questo modo lo è anche per te, lo so. Tu m’incoraggi, mi rincuori e il ritmo aumenta, le mani mi stringono, intanto che avverto il tuo cazzo contrarsi e percepisco sopraggiungere abbondante il tuo denso e bianchissimo piacere, nel tempo in cui un altro veemente e poderoso orgasmo si diffonde invadendomi le membra e scompaginandomi nuovamente. In conclusione t’appoggi allineandoti sulla mia schiena che successivamente baci con amorevolezza. 

Devo lealmente in conclusione accordare e ammettere, che è stata senz’ombra di dubbio alcuno, una magnifica, sfavillante e splendida serata. Buon anniversario amore mio. 

{Idraulico anno 1999}  

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