La storia inizia tanti anni fa.
Ero una ragazza, comunque alta e generosa di forme, passavo le giornate tornata da scuola sola con mia nonna, i miei genitori lavoravano, abitavamo in campagna. Avevamo dei vicini che avevano un figlio Roberto, pure lui a casa con nonna. Era molto malizioso mi dava della roba se mi facevo accarezzare e toccare specie il culo, bello e tondo, mi faceva vedere il cazzo, era stato operato di fimosi, molto dotato specie in lunghezza, i compagni di squadra lo chiamavano ” IL CODA”, mi faceva vedere certi giornaletti dell’epoca, poi cominciò a darmi dei soldi se lo menavo, Io troietta come ero già al tempo non mi tiravo indietro, anzi, l’unica cosa era che non doveva dirlo a nessuno, è sempre stato di parola.
Poi ebbe la fortuna di trovare una busta con diversi soldi e io cominciai a chiedergli più soldi alzando anche un poco l’offerta ma lui invece fermo.
Siccome ero anche golosa dei soldi, non che mi mancasse niente però, un giorno gli ho detto:
– Se mi dai i soldi io ti do il culo.
– Come Giuliana mi dai il culo?
– Quando siamo soli vieni in camera mia dalla terrazza, ti ungi l’uccello poi dopo che mi hai dato i soldi tiro giù le mutande mi sdraio boccone e tu m’inculi, però giura che dopo non lo dici a nessuno.
Stabilimmo una cifra per due inculate e non disse niente a nessuno.
Rimasti soli nel pomeriggio Roberto venne in camera mia stendemmo un coltrone nel pavimento, tirò giu i pantaloni fece diventare il cazzo duro e volle che lo cospargessi di olio, ero un poco diciamo preoccupata vedendo e toccando quello che mi sarei presa in culo ma poi mi diede i soldi e questo fece passare la mia preoccupazione, ero già troietta, infilai le mani sotto il vestito e calai le mutandine sotto le ginocchia, sollevai il vestito e mi stesi boccone. Roberto con le dita mi ha aperte le chiappe e indirizzata la cappella al mio buco cercando di abboccarla, quando fu abboccata diede una spinta, mi sentii allargare il culo e gridai.
– Hai mi fai male, smetti.
Ma lui diede un’altra spinta, sentii il culo aprirsi e stringersi.
– Basta mi fai male, smettila non li voglio più i soldi, smettila.
– Dai Giuliana la cappella è entrata.
Mi sentivo tutta culo, poi prese a spingere dentro e fu come se un serpente viscido fosse entrato dentro di me, lo spinse fino in fondo.
– Basta Roberto levalo.
Prese e iniziò scorrere dentro il mio culo su e giù lentamente.
– Basta Roberto tiralo fuori, poi no dirlo a nessuno.
Continuò a incularmi ancoro, mi sentivo il culo largo con il suo cazzo che mi stava pompando fino a quando mi sono sentita gonfiare di calore in culo. Era venuto.
E’ restato piantato nel mio culo ancora un poco, poi per lo stimolo e per il seme che avevo dentro.
– Roberto tiralo fuori dai devo andare in bagno.
Sono corsa sul water come avessi diarrea, piangendo mentre ero seduta gli ho detto.
– Oddio cosa mi hai fatto, ora se mi scopre mia mamma che mi sono fatta inculare.
– Non lo scoprirà nessuno, dai lavati che si era detto due volte.
– No dai oggi no.
Se questa storia piace continuerò il racconto.
GIULIANA
Brava! Sono curioso di sapere cosa pensi davvero dell'impatto delle AI sulla fotografia professionale!
Brava, ben scritto, molto realistico ed eccitante! Non so quanto sia effettivamente possibile, per una terapeuta, trascendere così nelle relazioni…
Grazie. Si, arriveranno.
Simpaticissimo, questo racconto. È allo stesso tempo molto eccitante. Complimenti.
Ciao, Complimenti, bellissimo racconto!!! Spero che pubblicherai ancora altri capitolo, mi intriga molto! Se volessi anche fare due chiacchiere o…