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Erotici Racconti

Favoloso e piacevole trattamento

By 23 Agosto 2017Febbraio 4th, 2023No Comments

Laura vide per la prima volta Monica in palestra nel luogo in cui dove ambedue frequentavano lo stesso corso d’allenamenti, in verità una prolungata serie d’esercizi dinamici mirati di salita e altrettanti di discesa, dalla grande piattaforma seguendo un ritmo fisso e ripetuto. Lei l’aveva notata prestissimo, perché pur essendo molto bella non dava confidenza né concedeva amicizia a nessuno, ma in ugual modo pure a lei, perché anch’essa come Laura non andava in palestra solamente per esibire il proprio corpo esponendolo per sfoggiare in conclusione tutine provocanti e multicolori, tutt’altro: ambedue volevano indossare una semplice maglietta sopra un paio di pantacollant sentendosi affrancate, emancipate e libere in quel modo. Appresso, frequentandosi, Laura scoprì che Monica era straniera, precisamente era tedesca, in quanto proveniva dall’ex Germania Orientale, ormai trapiantata da diversi anni in Sardegna avendola sentita parlare una volta al cellulare fuori dalla palestra. La volta successiva, colta da un attacco di curiosità, le chiese di dove fosse e inaspettatamente Monica s’aprì, sciogliendosi e disperdendo interamente le sue riserve cominciando animosamente ad sbottonarsi conversando con Laura in inglese, lingua che conoscevano bene tutte e due, essendo Laura assolutamente digiuna di tedesco e Monica ancora un po’ scarsa con la lingua italiana.

In quella precisa circostanza, venne a sapere così che la bionda tedesca aveva trentanove anni, risiedeva a Nebida, una località mineraria a dodici chilometri di distanza da Iglesias da circa un anno e lavorava presso la filiale sarda d’una famosa multinazionale, quale ingegnere responsabile del reparto qualità. Da quel momento, infatti, cominciò a svilupparsi un rapporto d’amicizia tra le due ragazze, anche se inizialmente abbastanza convenzionale e di rito, poiché si limitavano a incontrarsi in palestra per scambiare due parole, prima e dopo la lezione. Tutto ciò avvenne fino a che un inaspettato episodio non cambiò trasformando repentinamente il corso delle cose. Infatti, una sera, decisero d’interrompere la lezione aerobica dieci minuti prima del previsto, avviandosi verso lo spogliatoio che in quel momento era deserto. Le docce erano state divise tra loro da muretti, però non avevano le tende davanti, così le due ragazze potevano liberamente parlare mentre si lavavano l’una sotto lo sguardo dell’altra, senza alcun imbarazzo né titubanza. A un certo punto però, Monica sfiorò con un dito il tatuaggio che Laura aveva sulla natica sinistra, affermando che era molto carino e originale e chiedendole se avesse sofferto mentre glielo eseguivano.

Laura sentì un brivido correrle per la spina dorsale, pari a una scossa elettrica, avvertì i capezzoli improvvisamente diventare duri come due chiodi e rispose mormorando, cercando di nascondere la sua reazione coprendosi il seno. Monica però se ne rese conto, ma non fece commenti limitandosi a sorridere enigmaticamente e continuando a lavarsi anche se i suoi gesti erano mutati diventando all’improvviso più teneri e delicati; in realtà sembrava quasi che accarezzasse il proprio corpo con la spugna insaponata, il tutto senza staccare lo sguardo da Laura, che a quel punto in preda all’imbarazzo uscì precipitosamente dalle docce e cominciò a rivestirsi. Monica la raggiunse dopo poco e con assoluta disinvoltura le chiese che programmi avesse per il giovedì sera successivo. Laura ci pensò su un attimo e poi si ricordò che il suo compagno Giampietro sarebbe stato fuori città per lavoro dal mercoledì al sabato quella settimana, quindi rispose che era libera come l’aria. Decisero che si sarebbero trovate come il solito in palestra e avrebbero deciso lì cosa fare.

Il giovedì Laura era tesa e ansiosa già dalla mattina e arrivò palestra molto agitata. Monica invece era calmissima. Dopo la lezione di ginnastica, essendo le docce gremite, decisero di dividerne una insieme che a ben vedere era l’ultima, la meno visibile, in tal modo nel tempo in cui l’acqua scorreva sui loro corpi accaldati, Monica sfiorò fortuitamente il seno di Laura mormorando che era molto bello e che glielo invidiava, così pieno e morbido. A suo dire, il suo era viceversa troppo piccolo e poco femminile, questo lei mormorava un poco risentita. A Laura quasi cedettero le gambe ma trovò la forza di replicare che invece secondo lei Monica aveva un seno delizioso, piccolo ma alto e ben fatto e che era lei quella che l’invidiava, poi si sorrisero a vicenda mentre una corrente d’intensa complicità passava tra di loro, dopo mentre s’accingevano per vestirsi Monica esordì affermando:

‘Andremo verso casa mia, lì mangeremo qualcosa e in un secondo momento usciremo la sera per bere qualcosa in un locale’.

Laura accettò di buon grado, anche se la tensione continuava manifestamente a salire implacabilmente. Monica abitava nel centro di Iglesias, nei pressi di Piazza Sella, adornata con le panchine e le enormi aiuole circondate da alberi centenari, in un bell’appartamento d’un antico palazzo recentemente ristrutturato, con un magnifico giardino interno e arredato con molto gusto. Le due donne consumarono un veloce spuntino e poi decisero di rilassarsi un po’ prima d’uscire nuovamente. Laura si piazzò sul divano dell’amica mentre Monica era seduta sul tappeto quasi a suoi piedi, attualmente le due ragazze dialogavano di svariati argomenti, quando la tedesca cominciò ad accarezzare lievemente un piedino di Laura sfiorando con le labbra il sottilissimo braccialetto d’argento, che l’italiana portava alla caviglia sussurrandole benevolmente:

‘Tu non hai idea, di quanto sia erotico e provocante questo braccialetto. Mi è venuta voglia di baciarti la caviglia dalla prima volta che te l’ho visto’. 

Laura non sapeva come comportarsi, in questo modo si limitò a rimanere immobile, mentre la sua amica continuava la sua esplorazione verso l’alto, lungo le gambe tornite di Laura. Monica arrivata alle cosce si fermò un attimo a osservarla, ma lei era completamente abbandonata con la testa rovesciata all’indietro e con gli occhi chiusi. Rassicurata, Monica avanzò verso la zona velata dalla sottile stoffa delle mutandine dell’amica, ma non appena appoggiò la mano sopra il cellulare di Laura cominciò a squillare. La ragazza ebbe un istintivo sobbalzo e pensò in un istante:

‘Questo qui è Giampietro che mi sta chiamando. Oddio, ora come faccio a sembrare normale? A fare finta di nulla? E se s’accorge di qualcosa?’.

Laura rispose leggermente dubbiosa e tentennante, impacciata che il suo compagno potesse percepire la situazione a dir poco stravagante in cui lei si trovava, ma ebbe un vero e proprio sbigottimento sentendo invece quella parlata sarda, perché a poco a poco comprese le parole che le erano state rivolte:

‘Ciao Laura, sono io. Pensa un po’ che sorpresa. Sono appena arrivato a Iglesias. Non te lo aspettavi, vero? Ci possiamo vedere oppure sei impegnata?’.

Laura rimase di sasso e lì per lì non seppe che cosa ribattere sussurrando a Monica chi fosse al telefono. In realtà, la sua amica tedesca era l’unica che sapesse della sua torrida relazione virtuale con Giampietro, il bel sardo dagli occhi verdi che aveva conosciuto in rete qualche mese prima. Quest’ultima, conscia di tutto, agguantò invero le redini della situazione ripetendo a Laura d’invitare Giampietro per raggiungerle, che per lei non sarebbe stata una seccatura, anzi, tutt’altro, perché sarebbe stata contenta di fornir loro un appartato e sicuro luogo d’incontro. Laura allora diede a Giampietro l’indirizzo di Monica in modo che potesse raggiungerle in taxi dalla stazione, così dopo circa tre quarti d’ora di tempo sentirono trillare il bubbolo. Laura era agitatissima, pensava che probabilmente non ce l’avrebbe fatta a reggere tollerando tutte le emozioni di quella sera, senza sapere che il notevole e vistoso avvenimento doveva ancora approssimarsi.

Monica la mandò ad aprire la porta e così Giampietro si trovò dinanzi la sua gattina bionda, vestita secondo la moda scollata e sexy, mentre sullo sfondo s’intravedeva un divano e delle lunghissime gambe allungate sullo stesso, che terminavano con dei piedini ornati da dei sandali neri con i tacchi. Al momento rimase un po’ perplesso, ma osservando attentamente Laura cominciò ad avere dei dubbi, anzi, delle speranze sul tipo di serata che lo attendeva. Lei lo fece accomodare presentandolo in seguito a Monica, che lo esaminò con un lungo sguardo d’approvazione, mormorando una brava all’indirizzo dell’amica. Dopo un breve scambio di parole Giampietro chiese a Monica di poter adoperare il bagno per concedersi una rinfrescata, perché era stato in movimento fin dal mattino presto, avendo partecipato a un convegno ad Alghero e avendo poi deciso di posticipare il suo rientro a casa, fermandosi a Iglesias per fare una sorpresa alla sua gatta sarda. Monica per l’occasione fu ben lieta d’accontentarlo e lo accompagnò nella stanza da bagno invitandolo a mettersi a suo agio. Tornando nel soggiorno dove Laura si era nuovamente adagiata sul divano, Monica si sedette accanto prontamente rivelandole:

‘Complimenti, mi piace molto il tuo bel sardo, sembra proprio un lupo affamato’.

Cominciò ulteriormente a stuzzicarla dandole dei bacetti leggeri sul collo facendo rabbrividire Laura, facendole indurire i capezzoli già molto sensibili e reattivi, perché liberi da costrizioni, in quel frangente Monica non seppe resistere all’impulso d’appoggiarvi sopra le mani. Quando Giampietro rientrò nel soggiorno, con addosso solamente un asciugamano allacciato in vita, si trovò perciò di fronte un delizioso quanto inatteso quadretto con Monica che baciava Laura con trasporto, accarezzandole allo stesso tempo il provocante seno con tocco sapiente, ma delicato. Lui s’avvicinò allora senza parlare alle due donne e sedutosi accanto a Laura cominciò a sfiorarle le gambe, chinandosi per mordicchiarle le ginocchia, salendo lentamente con lingua verso le cosce e arrivando al perno della sua femminilità, facendola sobbalzare quando il calore del suo respiro la raggiunse proprio lì. A quel punto, seppur a malincuore, Monica si sganciò dalle rotondità dell’amica e propose agli altri due di spostarsi in un posto un po’ più comodo, cioè il suo lettone dalle grandi dimensioni, donato da un precedente inquilino. In camera Monica s’avvicinò verso Giampietro e gli sussurrò qualcosa all’orecchio, ottenendo un immediato ed entusiastico consenso. Laura un po’ confusa s’adagiò, dove fu prontamente raggiunta dall’uomo, che sondandola con il suo sguardo magnetico le espose:

‘Adesso svelami qual è il tuo punto preferito?’. Laura rispose con un sorriso astuto e malizioso:

‘Vediamo, se sarai così esperto da trovarlo da solo’ – gl’intimo lei in modo animoso.

Entrambi si riferivano a uno svago che spesso eseguivano tramite la posta elettronica. Giampietro non si perse d’animo e dopo averla bendata con un foulard di seta, cominciò immediatamente a ispezionare con le mani e con le labbra quella gattina che una volta tanto faceva solamente le fusa, e che fusa. Iniziò sennonché dalle caviglie salendo lungo un immaginario e tormentoso sentiero lungo le gambe della ragazza, che pensava di non poter resistere a lungo a causa di quella dolce tortura. Arrivato alle cosce, la fece voltare a pancia sotto, sennonché ammirando e apprezzando la perfetta rotondità delle natiche le dichiarò:

‘Però, vediamo le famose tre fossette’ – cominciando a sfiorarle con la lingua, provocando una vera e propria tempesta d’eccitazione alla bella gattina, che cominciava a non farcela più perché respirava affannosamente.

Con un dito s’insinuò adagio nella torrida e pelosissima fessura della donna, il suo cazzo massiccio ebbe quasi un’impennata e l’uomo liberandosi rapidamente del rettangolo di spugna che gli avvolgeva i lombi, sollevò Laura per i fianchi penetrandola con un gesto quasi brutale, che strappò alla bionda gattina un gemito di dolore, tramutandosi ben presto in un delizioso sospiro di piacere. Nel frattempo Monica che si era finora tenuta in disparte, s’avvicinò al letto e s’insinuò sotto il corpo dell’amica accarezzandola con dolcezza il seno e avvicinando il viso alla fica sugosa di Laura, che sentendo la lingua della donna sfiorarle il clitoride ebbe un travolgente violento orgasmo lasciandola senza fiato, mentre il suo lupo continuava il suo ritmico movimento dentro di lei, portandola entro breve ad avere un ennesimo orgasmo, questa volta maggiormente vigoroso del precedente. Monica, perché Giampietro aveva estratto la spada dal suo morbido fodero, decise di dedicare qualche attenzione al gagliardo attributo maschile, regalandogli con sapienti colpetti di lingua l’estasi pura, peraltro molto apprezzati dall’uomo. Laura, totalmente frastornata e sempre con gli occhi bendati allungo le mani e trovò l’umida morbidezza di Monica, affondando sennonché il viso nel ventre e ricambiandola del piacevole trattamento ricevuto in precedenza dalla cara amica.

La bocca di quest’ultima continuava a occuparsi del bel maschio con molto impegno e raffinato gusto, fino a che l’uomo non raggiunse il culmine finale con un’impetuosa e vischiosa esplosione, giacché la sborrata la colpì in pieno petto imbrattandoglielo tutto mentre anche lei godeva grazie alla lingua ancora inesperta, però molto elettrizzata, entusiasta e infervorata della gattina bendata. 

Tutto questo che nel frattempo accadde, fu unicamente l’abbozzo soddisfacente e l’esordio d’una brodosa, prolungata e spassosa notte. 

{Idraulico anno 1999} 

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