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Erotici Racconti

Fuori dagli schemi

By 26 Ottobre 2019Febbraio 13th, 2023No Comments

Andare oltre, sì, va bene, spingersi indubbiamente in quel luogo assai inconsueto e notevolmente insolito per me, insistere spingendosi più in là in avanti, protendersi dall’altra parte e anche di più, ma riguardo esattamente e in special modo su che cosa? Io me lo sono sempre domandato, me lo sono sempre interrogato di continuo dal momento che ti conosco. Tu me lo enunci al presente dipingendomelo durevolmente e illustrandomelo di continuo con quella risata aleatoria, controversa e tentennante, dato che il mio corpo non ha limiti, unicamente il mio ingegno ne ha alcuni, analizzato e ponderato che posso comodamente e semplicemente superarlo, afferrandolo e intuendolo prima di quanto tu possa credere. 

Tu mi lasci sempre a mezz’aria con queste asserzioni e con queste frasi che esprimono sottintendendo tutto e niente, dal momento che alle volte mi tornano in mente, perché alla fine mi fai una rabbia quando agisci in tal modo. Attualmente è un giorno di quelli che mi porta a pensare di trovare un abominio, un ribrezzo e un senso a tutte le cose, al presente c’è persino un bellissimo cielo d’un azzurro così nitido e trasparente che sembra un dipinto, neppure l’ombra d’una nube, unicamente una lieve brezza fresca che ricorda gli ultimi giorni dell’estate. Io adoro collocarmi placidamente sul ballatoio ed esplorare attentamente lo scenario, le magnifiche vette circostanti, l’essenza odorosa tipica della terraferma, dei poderi, la completezza e la perfezione dei filari di tutti quei vigneti così accuratamente predisposti, mentre guardo tutto questo contesto penso e t’aspetto. 

Tu mi porti fuori, ce ne andiamo al mare qualche giorno, visto che siamo invitati da Fosca, una tua confidente, almeno così hai sempre nominato. Non m’invoglia troppo l’idea d’essere ospite d’una persona che non conosco, però me ne hai rivelato la questione con una tale ammirazione e con un deciso slancio, che m’hai incuriosito e persino convinto. Tu arrivi frizzante e sorridente, prendo la mia borsa e c’instradiamo con l’autovettura, il percorso è rilassato, le mie richieste si sono dissolte pertanto non ci penso più. Arriviamo presso l’abitazione di Fosca, in quanto è una casa signorile sul litorale con una visuale da far livore mozzando il fiato, Fosca è sempre allegra, ti dà il benvenuto calorosamente poi si propone. 

Lei è una donna di trentacinque anni, vive da sola, è cortese, non troppo alta, ha un bel volto con degli splendidi occhi scuri dallo sguardo astuto, calcolatore e scaltro, i capelli neri insieme a un corpo aggraziato, armonioso e leggiadro nell’insieme. E’ anche molto simpatica e contrariamente a quanto pensassi mi sento in brevissimo tempo comodamente a mio agio. Lei ci fa entrare e c’indica subito la camera. L’abitazione è ammobiliata con eleganza, unitamente a una tendenza moderna e lineare dai colori tenui, la nostra camera ha un enorme letto in ferro scuro, mentre il resto del mobilio è chiaro e in perfetta tonalità con il pavimento costruito con il parquet. 

Appena restiamo da soli tu m’abbracci sussurrandomi che qui staremo bene per poi baciarmi spogliandomi completamente. Io però ti blocco, incerta e preoccupata che Fosca potrebbe sentirci, malgrado ciò te ne freghi e dici che è meglio se lei ci sente, sennonché mi spingi sul letto e subito t’introduci dentro di me soverchiandomi con la tua voglia di me per non farmi pensare, ti muovi sempre più a fondo e sempre più velocemente, per poi portare le mie gambe sulle tue spalle e iniziare a sbattermi con vigore. Io sono in tuo completo potere, vengo intensamente soffocando un urlo, però sono talmente eccitata dall’idea di poter essere ascoltata e tu mi segui, in seguito ci ricomponiamo, facciamo una rapida doccia e scendiamo da Fosca aiutandola per l’ora di cena. La serata che segue è piacevolissima, il vitto ottimo e il vino ugualmente, il dialogo diventa senza fine più espansivo, festoso e irrispettoso, visto che Fosca ti sta molto addosso, ti carezza, ti tocca, finché insolitamente t’annuncia: 

“Come ai vecchi tempi, no” – però vedendo la mia espressione disorientata e perplessa in conclusione aggiunge: 

“Confessa, non gliel’hai ancora detto che anni fa noi due abitavamo unitamente?”. Tu sorridi e con un leggera quanto vaporosa noncuranza rispondi: 

“No, figurati, non ce n’è stata mai l’occasione”. 

Io ti guardo per la verità un po’ inasprita e indispettita, però non lo faccio notare troppo, l’imbarazzo transita visibilmente, io incuriosita e per di più intrigata le domando della loro vicenda, in quell’occasione Fosca calorosamente e fermamente mi ribatte: 

“Come ben saprai, Riccardo è un uomo che non si dimentica facilmente. Lui è brillante ed estroso, poi sa come prendere una donna, sai a letto facevamo scintille” – afferma Fosca con una punta d’orgoglio e di manifesta tracotanza. 

“Sì, so molto bene di che cosa parli” – ribatto io, dandomi il tono e modulando l’espressione di chi la sa lunga, dato che in verità mi si addice scarsamente. E’ tardi e alla fine ce ne andiamo in camera. 

“Sei proprio un vero bastardo. Potevi dirmelo almeno per non farmi passare da stupida” – mentre in quel momento leggermente contrariata, io lo affronto a viso aperto aggredendolo. 

“Piantala, non è niente di spiacevole. Fosca è una femmina genuina e immediata, per il fatto che si è divertita nello stuzzicarti”. 

“E tu? Ti sei divertito? Ti sei svagato? Hai gioito del mio impaccio?”. 

“Sei gelosa? Non ne hai movente. Sì, mi sono sollazzato e voglio svagarmi decisamente e fermamente ancora più di quanto tu creda”. 

In quell’occasione tu m’infili la lingua in bocca e nel frattempo le tue mani mi frugano dappertutto, poi sento il tuo cazzo durissimo premere contro di me. In un istante ci ritroviamo nudi, la tua testa è tra le mie gambe, la mia tra le tue, più volte mi porti vicino all’orgasmo, però sempre ti ritrai portandomi a uno stato d’eccitazione tale da farmi dire assurdità e incoerenze, sinché t’aizzi, ti collochi cavalcioni sul mio torace e mi scopi la bocca tenendomi ferma con la forza per le braccia. Io sono talmente coinvolta e immischiata che non sento entrare Fosca, percepisco solamente che una bocca si è appoggiata sulla mia pelosissima e famelica fica. In quell’occasione, infatti, io ho un gesto nitido d’insofferenza e un impulso di riottosità, sigillo in tal modo gli arti inferiore e azzardo facendo in modo d’allontanarmi dalla tua invasione. Io non sono predisposta, perché francamente non me l’attendevo per nulla e nel tempo in cui tu mi guardi hai perfino il garbo di bisbigliarmi: 

“Sta’ tranquilla, fidati di te e soprattutto di lei”. 

Tu mi baci, non lasci l’appiglio delle mie braccia, io sono inamovibile e impettita, Fosca tenta di divaricarmi le gambe, ciononostante io faccio resistenza: 

“Allarga le gambe, sì, brava” – m’ordina lei in maniera repentina. 

All’istante io capisco che non ho scampo, tenuto conto che avete abilmente organizzato tutto voi e in quell’attimo m’arrendo. Apro le gambe, le spalanco più che posso e con una mano allargo le labbra intanto che Fosca ci affonda nel frattempo la bocca. Al momento mille pensieri s’accavallano mescolandosi, innumerevoli sensazioni s’accendono mulinando, una miriade d’emozioni ruotano alternandosi dentro di me, io non comprendo più niente, dato non l’ho mai fatto né sono lesbica, in quanto a me piacciono nello specifico gli uomini mi ripeto continuamente, eppure al presente sono lì nuda con una donna che mi lecca con dovizia la fica. Tu intanto ti sei coricato al mio fianco, mi parli, ti dedichi al mio seno eccitatissimo e mi fissi, siccome non vuoi dissipare neanche un istante di tutta questa scena, perché osservi il mio chiaro impaccio che sotto i colpi della lingua di Fosca si è trasformato in un piacere inarrestabile sempre più forte. Quella lingua esperta è istruita a dovere perché conosce correttamente dove cozzare, per il fatto che colpisce il clitoride nel momento in cui le dita mi frugano dentro e si muovono con maestria fino a farmi venire, visto che mi fanno godere con una prepotenza tale da non riuscire a tenere ferme le gambe, tanto da farmi perdere ogni controllo, così cedo. Tu hai gli occhi fuori dalle orbite, Fosca risale sul mio corpo, bacia i miei capezzoli e cerca la mia bocca, però io mi scosto: 

“No, aspettate, non è il momento, adesso tocca a me. Volete gareggiare e divertirvi? Evviva, giochiamo”. 

Lei si corica, io inizio a succhiarle e a toccarle il seno, un seno tondo però invitante e sodo, morsico i capezzoli stringendoli un po’, capto un lieve dolore che è puro e salubre piacere. Lei spinge la mia testa in basso, poiché adesso vuole godere lei, io cerco i tuoi occhi, perché sai che cosa ti chiedono. A volte parlando io t’avevo chiesto se fossi stato capace di far godere un donna, il tuo sguardo mi rassicura sicché non mi togli gli occhi di dosso, giacché hai il cazzo che pulsa, per il fatto che sembra voler scoppiare tanta è l’eccitazione. Io affondo sennonché il viso tra le gambe di Fosca e l’esploro accortamente con la lingua lentamente, seguendo il contorno delle grandi labbra aperte e vischiose, per poi fare lo stesso all’entrata del suo tunnel e risalire sul clitoride che spunta eccitato tra i peli scuri lucidi di fluidi per poi penetrarla con la lingua a fondo più che posso. A questo punto io non mi domando ancora in quale modo devo agire, perché faccio esattamente come farei verso me stesso. Lei improvvisamente viene, gode all’istante, urla di sorpresa, io non smetto e continuo a vessarla inaspettatamente, perché m’incanta da morire. 

All’arrivo del secondo orgasmo di Fosca io alzo la testa e ti chiedo di scoparmi, di prendermi di mettermelo dentro e di sbattermi per ricordarmi quanto mi piace il cazzo. Tu non te lo fai ripetere, io sono a quattro zampe con la testa tra le cosce di Fosca e tu che mi sbatti con forza. E’ sesso allo stato puro, è piacere, è gioco, io non so esattamente cosa mi stia capitando, non so se sono la stessa persona di sempre, dato che lealmente in questo preciso istante non mi sta a cuore niente, perché adesso m’interessa soltanto divertirmi, esultare e godermela. Fosca viene ancora, io la seguo, tu non resisti più, m’inondi del tuo denso sperma e ti butti giù sfinito sopra di me, io mi giro, ti bacio e lo stesso realizzo con Fosca, concedendole un lungo bacio cointeressato che calma, concilia smorzando gli animi precedenti. 

Al mattino un lieve arrossamento compare sul mio viso all’incontro con Fosca manifestando il mio esplicito impaccio, ciononostante lei afferra e intuisce non rivelando niente della sera prima, agendo e comportandosi in conclusione con una straordinaria naturalezza e con una garbata semplicità. Ecco che adesso mi ricompare il lampante e reale significato del termine “andare oltre”, al presente io capisco il concetto e il senso compiuto delle tue parole che ho sempre difeso, sorretto e sostenuto, siccome le donne mi creavano avversione, disgusto e distacco in quel “senso”. 

Io che ho sempre affermato, dato per certo e costantemente dichiarato e spalleggiato, che con una compagna o purchessia femmina non l’avrei mai compiuto, eppure tu sei sempre stato certo e persino notevolmente convinto, a ragione dell’esatto e veritiero effetto del risultato finale contrario. 

{Idraulico anno 1999}    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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