Skip to main content
Erotici Racconti

Genuinamente magnifica

By 15 Settembre 2017Febbraio 4th, 2023No Comments

Io sono qui, in quest’imponente e sontuosa camera d’albergo con l’ampia veranda che s’affaccia sul meraviglioso lago, oggi sfortunatamente accompagnato da un vento gelido. Il cielo è scuro, carico di nubi invernali, le montagne s’avvicinano, mi pare di sentirne il peso rendendo più angustiante, inquieta e preoccupante la tua attesa. Proprio oggi non voglio pensare, impongo il silenzio alla mente che mi rivolge svariati dubbi martellandomi d’assillanti e frenetici perché. Io sono pronta come tu mi vorresti, ne sono sicura, perché mi è bastata una tua carezza per farmelo capire convincendomi. Attualmente la mia pelle profuma di sandalo, è liscia e morbida al tatto, io accavallo le gambe solamente per assaporare il brivido d’eccitazione che mi trasmette lo slip di seta sul fiore depilato: a momenti sembra scivolare e in altri ancora incollarsi alle sue labbra morbide e umide. 

La mia bocca è ancora impregnata del tuo bacio di ieri, nella mano ho stampato come una marchiatura a fuoco il numero di questa stanza, la n. 149. Nessuno sa che sono qua, il cellulare è spento, chiudendo quella porta insonorizzata ho chiuso recintando fuori finanche il mondo, del resto tra il lavoro e l’università riesco sempre a rubare qualche ora per me, a volte semplicemente per restare un poco da sola, a volte per tuffarmi maliziosamente e sobriamente nel mare d’una nuova avventura amorosa. Ma tu non sarai meramente questo, lo so già, perché ne sono sicura, probabilmente tu mi disorienterai sviandomi e sconvolgendomi la vita. Arriva ti prego, perché sono tutta un fuoco. Io inizio in tal modo a spogliarmi, eseguendo un rito portafortuna mentre frugo nel cestino della frutta, là dentro mi sarebbe piaciuto trovare delle albicocche, perché nel mio carnale e intimo immaginario intellettivo le ho perennemente associate al sesso, per il fatto che sono così polpose, ricche di condimento, con quel sapore d’insolita spezia, ma non è ancora la stagione adatta per gustarsele.

Io sorrido accarezzandomi un seno, non potevi saperlo, forse lo avevi indovinato, ma non ti è stato possibile. Non so come sia successo, eppure in un attimo tu m’hai aperto, letto, decifrato e conquistato, hai annullato le mie certezze distruggendo le mie convinzioni, ha scardinato la mia sicurezza demolendo la mia capacità, hai fatto battere il mio cuore così come quello d’un adolescente che s’infiamma appassionandosi per la prima volta. Al momento sono nuda di fronte al grande specchio e mi guardo, cerco in modo diligente la conferma d’essere bella come tu mi vorresti, come m’aspetteresti. Non riesco a smettere di pensare alle tue mani, perché nessuno m’aveva mai maneggiato né coinvolto così, adesso voglio godere intensamente, desidero energicamente poter urlare di piacere e di dolore come mai mi era accaduto prima d’ora, voglio tutto e tu me lo darai. La mano frattanto s’attarda nella mia fica per l’occasione depilata (perché io ce l’ho sempre folta e pelosissima, diligentemente accudita, in quanto ne ho fatto da sempre un culto personale e così rimango della mia idea), il clitoride è già gonfio che t’aspetta. No, sarà unicamente per te.

Io sono attualmente sdraiata sul talamo sono nuda come tu mi volevi amore, altruista, disponibile e pronta come mai. Incline, manifestamente propensa per compiere quello che m’hai volutamente invocato. Piego il foulard di seta, il tuo, quello che m’hai lasciato ieri, chiudo gli occhi e mi bendo stringendo forte la fascia. Cerco alla cieca le manette in alto, eccole, capto il loro scatto metallico, tendo il braccio verificando la resistenza della catenella, mi manca il respiro, per un momento penso che cosa accadrebbe se tu non venissi e io restassi qui appesa al letto.

Una vita gettata dalla finestra, lo scandalo e lo scalpore nella mia famiglia di ceppo tedesco farebbe indubbiamente saltar le coronarie a qualcuno, questione d’una differente estrazione sociale, d’un ambiente e d’una provenienza complessiva diversa, però nel complesso liberale, magnanima e tollerante.

Io sorrido e mi giro mostrando la schiena e le natiche alla porta, assecondo incoraggiando il tuo desiderio, pronta per te, predisposta per ogni tua dissoluta, focosa e lussuriosa tua voglia. Mi sento accaldata, aperta, affascinante e cedevole, sono tranquilla e fiduciosa che anche tu sarai incantevole, magica e seducente per me amore mio.

Il fruscio della porta che frattanto s’apre è il segnale, perché distende dirigendo e regolando inconfondibilmente il mio corpo alla maniera d’un arco. 

{Idraulico anno 1999} 

Leave a Reply