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“Ciao sono Alberto, ho letto un tuo racconto. Complimenti. Se mi prometti di stare al gioco ti faccio scrivere un bel racconto vissuto dal vivo. Ma c’è una regola: noi non ci siamo mai scritti e non ci siamo messi d’accordo su niente, mia moglie pensa che siano casuali, non devi far riferimento al sito di annunci69, fai quello che ti dico io e vedrai che non rimarrai deluso dal primo incontro”.
Questa la premessa di Alberto, elegante e raffinato quarantenne, ma soprattutto abile regista della propria passione. Dopo il laconico messaggio e qualche intensa chiacchierata via chat decidemmo di incontrarci simulando che la cosa fosse, come da sua richiesta, totalmente casuale.
“Alberto! Ma ciao come va” – esordii entrando nel locale dove prestabilito dove decidemmo di iniziare il nostro gioco.
“Salve, forse ha sbagliato sa…” – replicò (spiazzandomi anche in funzione del fatto che nel nostro scambio mi disse che ‘se qualcosa non andava’ il gioco si sarebbe interrotto).
“Dai non ricordi? L’evento in Darsena, un anno fa…” ribattei io.
“Marco! Accidenti, senza barba e senza uno dei tuoi vestiti, accidenti non ti avevo riconosciuto, si sei tu!” risposte (sollevandomi).
“Questa è la mia signora, Elena” disse rivolgendosi alla moglie.
Elena, che avevo notato subito all’ingresso nel locale, aveva una fisicità elegante e prorompente allo stesso tempo, avvolta in un elegante vestito nero che ne esaltava le forme. Elegante anche nei movimenti, ricambiò il mio saluto con un sorriso lieve ed un movimento della mano che mise in evidenza le sue belle dita e le unghie dipinte di rosso.
“Hai un marito stupendo. Un genio creativo, ci siamo trovati molto bene a lavorare assieme” dissi sedendomi di fronte ad Elena.
“No che fai… sedile di fianco. Non morde… ecco quasi mai”. Disse sorridendo e cedendomi il suo posto.
Con un pochino di imbarazzo mi sedetti di fianco alla moglie di Alberto, e da quella distanza potei percepire le note del profumo che indossava in maniera chiara.
“Socchiusi leggermente gli occhi, nella sua direzione e dopo qualche secondo dissi ‘Afternoon Swim, Louis Vuitton… ne sono certo. Quanta classe Elena. Complimenti, come lo indossi bene!”.
Alberto si illuminò, palesando un sorriso che partiva dagli occhi, mentre Elena che si girò stupita verso di me rispose: “Accidenti, Marco… giusto? Bhe, non mi era mai capitato che decifrassero il profumo che indossavo… e neppure che un uomo mi dicesse ‘indossi’ riferito ad un profumo.
Che bell’amico che hai Alberto” ribadì riferendosi al marito.
“E’ solo un caso Elena. Sono stato alla presentazione del profumo e mi è rimasto impresso”. Risposi.
Continuammo a parlare amabilmente, e sin da subito si instaurò un bel feeling. Alberto iniziò dunque a rendere saporito il nostro incontro.
“Oltre al profumo hai avuto il piacere di osservare mia moglie? Come la trovi?” disse indicando con il movimento della mano la compagna.
Elena, che godeva del mio sguardo, chinò leggermente il capo e ruotò il corpo verso di me, spostando leggermente la gamba destra e simulando un’apertura per qualche istante, che fu accompagnata da un elegante accavallamento delle stesse. Ben proporzionata e con un seno abbondante ma non enorme, riusciva ad essere elegante e provocante nello stesso momento.
“Certo che ho apprezzato, ma sai che sono timido…” scherzai.
“Anch’io sono timida sai? Ma se c’è feeling… – disse Elena sorridendo in maniera maliziosa – e poi sai lavoro molto al mio corpo, soprattutto le gambe, senti qui, è tutto merito della mia costanza”.
Mentre pronunciava queste parole mi prese delicatamente la mano sinistra e la poggio sulla sua gamba, senza guardare, il suo sguardo era intento a perlustrare il locale, semi vuoto. Intanto notai il marito che aveva appena messo il telefono sotto il tavolo, per riprendere la situazione. La mia mano ora cingeva una parte di coscia di Elena, dal ginocchio risalii carezzandola dolcemente, mentre lei apriva le gambe sempre scrutando gli avventori. Con il lato sinistro della mano arrivai a sfiorare le sue mutandine, probabilmente in pizzo, feci una leggera pressione ed un movimento semicircolare sul suo sesso, per scorrere ancora verso il ginocchio.
“Accidenti… devi fare i complimenti al tuo personal coach, ha lavorato bene. Anzi, avete lavorato bene!”
“Si, mi costa tempo e fatica, ma posso ritenermi soddisfatta”.
Parlammo per una buona mezzora, introducendo argomenti sempre più ‘caldi’ con naturale disinvoltura, quella bella mai volgere e utile ad accorciare le distanze. Alberto mi stupì ancora una volta, ponendo sul tavolo il suo smartphone, mostrando la scena appena ripresa, con l’apertura delle gambe della moglie sotto il tavolo, non c’era molta luce invero, e si vedeva poco, ma il gesto mi eccitò parecchio. Decidemmo di lasciare il locale, su consiglio di Elena, che disse che se fossimo stati tutti d’accordo si sarebbe continuato a discutere a casa loro. Pagammo alla cassa e ci spostammo verso casa dei due.
La casa rispecchiava l’essere delle due persone, elegante e raffinata, con quadri molto belli alle pareti e con un senso logico che collegava tutti gli elementi raccordati da uno stile moderno e pulito.
“Accomodatevi, prendo qualcosa da bere” disse da perfetto padrone di casa Alberto.
Ci sedemmo sul divano, rosso fuoco come lo smalto di Elena, ed in quel momento attraversai l’unico momento di imbarazzo della serata. Imbarazzo che fu subito sciolto da Elena che prese l’iniziativa carezzandomi il petto infilando la mano nella camicia. D’istinto mi girai verso la porta nella quale il marito era entrato, ma lei mi anticipò; “Ad Alberto piacerà… fidati”.
Cominciai a sfiorarla delicatamente partendo dal collo, mentre mi sbottonava avida la camicia.
“Non avete perso tempo…” sussurrò Alberto con una bottiglia di prosecco ghiacciata e tre bicchieri tenuti tra il mignolo e l’anulare.
Mi girai mentre Elena mi disse “Non ti distrarre… continua”, prendendomi per le tempie e rimettendo la mia testa tra il collo ed il seno, che ora sembrava molto più prosperoso di quanto non mi pareva fosse nel locale.
Con abilità mi sfilò la camicia, ora le sue mani correvano lungo la schiena mentre di tanto in tanto sentivo le sue unghie porsi in verticale, provocandomi brividi di piacere.
A mia volta iniziai a spogliarla, lentamente, baciando pian piano ogni parte scoperta dai vestiti, baci che si alternavano a lussuriosi movimenti della mia lingua sul suo corpo.
Rimase in mutandine e scarpe, che grazie al tacco molto pronunciato esaltavano le gambe ben tornite e sode.
“Baciala” mi disse il marito avvicinandosi a me e prendendo per la nuca la moglie, che mi si avvicinò prima con un sorriso per poi estrarre la calda lingua. La baciai con passione, eccitato dalla presenza del marito spettatore che da pochi centimetri si godeva lo spettacolo.
“Scendi… ti prego” mi disse Elena divaricando le gambe.
Disegnando con la lingua un percorso immaginario sulla sua pelle, lasciai le labbra di Elena passando dal collo, e soffermandomi sui capezzoli ormai turgidi di passione, per raggiungere i fianchi e discendere sino all’interno coscia, che presi a leccare avidamente.
“Infilamela!” ordinò Elena, spostando con due dita le mutandine ormai totalmente fradice. La ascoltai penetrandola mentre muovevo la lingua dentro di lei, in pochissimo tempo la mia bocca trabordava del suo caldo sapore, generandole piacere che la spinse a pregarmi di continuare a muovere la lingua. Dopo qualche istante Elena torse leggermente il bacino per godere appieno di quella situazione. Continuammo per oltre una decina di minuti, con lei che mugugnava parole in un ipotetico dialogo con il marito rispetto al suo grado di goduria che culminò in un fragoroso “Cazzo ! Mi sta facendo venire!”.
Il marito emise un “SI ! “eccitato e mi prese dalle spalle spostandomi indietro. Pensavo volesse assaporarla ma era solo per sfilarle le mutandine che annusò e lecco prima di liberarsene, sotto gli occhi della moglie che si era portata le mani dietro la schiena. Sempre il marito mi abbassò i pantaloni, sfilandomeli del tutto per poi fare la stessa cosa con i boxer. Con mio iniziale stupore fu lui a prendere in mano il mio sesso… accompagnandomi verso la bocca della moglie, che lo accolse in maniera quasi ingorda. Continuò a tenerlo in bocca per qualche minuto, giocando in maniera sapiente con la lingua.
“E’ grosso e largo, mi piace…” disse con il mio cazzo tra le mani posto al lato della bocca, mentre il marito osservava posto sul nostro fianco la scena. Continuò l’esplorazione anche in esterno, scendendo tra le mie gambe senza mai staccare la lingua dalla mia pelle. Mentre era sotto di me, con due dita percorse tutto il profilo del mio pene, giocando con estrema maestria sulla punta.
“Ora scopala!” disse perentorio il marito, che come aveva fatto per la bocca, prese in mano il mio cazzo, questa volta guardandomi e sorridendo, mentre con l’altra mano usando pollice e indice divaricava la fica della moglie. Pian piano pose la cappella sul sesso della moglie spingendomi con la mano appoggiata alla parte bassa della mia schiena.
La infilai andando a fondo già nel primo colpo, cosa che la contrasse leggermente ma facendole strizzare gli occhi mentre emetteva un gridolino misto tra dolore e piacere.
“Cosi mi spacca Albyyyyyyyy” gridò la moglie mentre risalivo ritraendomi.
“Così ti piace, porca, lo so…” sentenziò il marito.
Continuai a scoparla con lei che ora aveva iniziato a scorrere con le sue mani lungo la mia schiena, arrivando alla nuca, che spostò verso di lei iniziando a baciarmi con passione. Baci profondi con la sua lingua che come aveva fatto poco prima con il mio cazzo, non smetteva di muoversi. Baciava e usava la lingua talmente bene che mi capitava di perdere il mio ritmo nel scoparla, con Elena che spingendo con la sua schiena provava a prendersi tutto oggetto del piacere che aveva tra le gambe. Iniziò poi a leccarmi le labbra e il mento, mentre osservava il marito che avido di quella scena era praticamente sdraiato sul divano in una posizione non naturale.
“Guarda come me lo slinguo tutto il tuo amico… mi sta pompando la fica, sono un lago cazzo…”.
Il marito cominciò a masturbarsi, smettendo di parlare se non per emettere dei “SI” qua e la.
Presi in mano la situazione, girando la moglie di Alberto in tre differenti posizioni. Quando la misi con il culetto verso di me con le ginocchia sul divano mi chiese di fare piano, tenendo la sua mano contro il mio addome. Ma la cosa mi eccitò a tal punto da non ascoltare la sua richiesta.
Con il viso poggiato sullo schienale, e gli occhi sbarrati, godeva emettendo un gemito ad ogni colpo. Alberto intanto era eccitatissimo, e si masturbava velocemente. Elena era quasi in trance, e mentre con la mano destra provava a tenersi al bracciolo, con la punta di tre dita della mano sinistra si sfiorava il clitoride. “Continua, continua, continuaaaaa” gridò ad un certo punto.
Presi a sbatterla con più foga mentre sentivo la sua fica calda e sempre più accogliente Elena si rivolse il marito gridando “Cazzo, sento le palle sulla fica, me lo mette tuttoooooooo! Cazzo vengoooooooo”.
Così dicendo si spostò dal mio cazzo, squirtando di piacere mentre si contraeva e maldestramente provava con le due mani a fermare quel breve ma inteso getto. Provai ad assaporarla in quel bel momento, ma chiuse le gambe facendomi segno di aspettare. Respirò a fondo per qualche secondo, per poi riprendersi. “Ora lecca dai… leccami tutta…tu no porco… tu no” disse guardando il marito che voleva partecipare alla cosa. Il suo umore era caldo e davvero piacevole, la ripulii tutta e la cosa la eccitò moltissimo. Dovetti per un attimo distrarmi mentalmente per non venire a mia volta… Ma riuscii a rimandare di poco la cosa, visto che lei prese a succhiarmelo dicendo “Ora sa anche di me… dai fammi sentire la tua sborra in gola” disse giocando con le sue mani con il mio culetto.
Non resitetti molto a quello speciale trattamento e mentre stavo raggiungendo l’apice anticipai con un sonoro “Sto venendooo…”. Da dietro sentii la mano del marito che spingeva sulle mie natiche, mentre con l’altra teneva il collo della moglie. Dovevo sborrargli in bocca, era chiaro. Lo feci in maniera copiosa, con la moglie, ingorda, che mi massaggiava le palle come per prendere tutto quello che avevo per lei.
L’ultimo a venire fu il marito, che per la foga non si era tolto ne camicia ne pantaloni… venne sui suoi jeans distenendosi sulla base del divano, con la moglie che approfittò di quello speciale tappeto per appoggiare i suoi piedini su quello speciale tappeto, mentre carezzavo i suoi seni baciandola delicatamente.

fantasticoscrittore@virgilio.it

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