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Erotici Racconti

Giochi di coppia

By 28 Aprile 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Drew tornò a casa con un sorriso malizioso sulle labbra e un pacchetto voluminoso avvolto in un sacchetto di carta marrone. La cena per il nostro secondo anniversario era già pronta sul tavolo ikea, dall’antipasto al dolce avevo preparato tutto, mi ci era voluta una giornata intera. E per il dopocena, complice un bianco frizzante imitazione champagne, avevo progetti piccanti.
Nonostante i due anni di routine, il sesso continuava a migliorare. Il venerdì sera l’avevo inchiodata con cinque orgasmi (contro i miei due) battendo i nostri record precedenti, inutile dire che mi sentivo fiero e gongolante, orgoglioso della mia arte amatoria come troppo spesso accade a noi uomini.
Ma Drew era un’animo curioso, per non parlare del sottoscritto, e sapevo che era solo questione di tempo prima che capitasse qualcosa di nuovo, inaspettato, eccitante. Perch&egrave nonostante fosse ottimo sesso, era pur sempre semplice sesso, mille posizioni ma la stessa situazione, gli stessi ruoli.
Drew si cambiò e si infilò il suo completo da big night out, nero, generoso di scollatura e spacco, le fasciava il corpo da favola, i capelli raccolti facevano risaltare i suoi occhi grandi che mi stuzzicavano insieme al suo sorriso.

Crema di asparagi su cuscini di parmigiano. Semillion blanc.
Pane tostato con crema di peperoni, olive e peperoncini. Chardonnay.
Sorbetto.
Gnocchi di zucca con burro e salvia. Semillon Chardonnay.
Sorbetto.
Gamberi alla tailandese con limone, coriandolo e peperoncino fresco. Riesling.
Sorbetto.
Cheesecake con couli di lampone. Brachetto.
Espresso.
Jagermeister.
Spinello d’erba idroponica con t&egrave Lady Gray.

Eravamo adagiati sul divano con Jeff Buckley in sottofondo, passandoci lo spinello con gesti pigri, cercando di digerire il banchetto. Cominciammo a guardarci fissi negli occhi, poi a carezzarci.
Ci carezzammo a lungo, secondo i buoni vecchi principi tantrici.
Poi il petting divenne più intenso, i respiri affannati. Ci trasferimmo in camera da letto, accesi in fretta tre candele africane profumate e un attimo dopo mi ritrovai avvinghiato a Drew, il nostro fiato che si mischiava, spesso di vini e fumi, nei nostri baci bagnati ed aggressivi. Le sbottonai in fretta la camicetta, il suo seno uscì pieno e strabordante, libero senza reggiseno di occupare sensualmente lo spazio fra noi. Mi abbassai per succhiarle i capezzoli, mordicchiarle i seni, soppesandoli, carezzandole la schiena.
Lei mi baciava sul collo, intorno alle orecchie, le sue mani mi strizzavano le natiche.
Poi mi tolse la camicia.
Le sfilai la gonna e la feci cadere sul pavimento senza un suono.
Mi levò i pantaloni.
Eccoci, lei nel suo tanga setoso, io nei miei parigamba di benetton.
Il petting si fece più spinto.
Nonostante le buone intenzioni tantriche, due minuti dopo la stavo leccando avido, cercando di placare la mia sete di piacere con il suo umore spesso ed odoroso di sesso. La mia lingua si muoveva lesta sul suo clitoride turgido, lei mi passava le dita fra i capelli e mi schiacciava sul suo pube.
Le entrai dentro, lei spalancò le gambe e portò la mia mano sul suo clitoride. Continuavo a stuzzicarla mentre la mia penetrazione si faceva più veloce, profonda, potente, i suoi gemiti in breve urla di piacere per nulla strozzate. Poi, mentre rallentavo e tornavo al ritmo iniziale per farla riprendere, mi sorrise, mi baciò e mi disse di aspettarla, aveva una sorpresa.
Scomparve nel corridoio e sentii un rumore di carta.
Tornò con il pacchetto che le avevo visto in mano. Lo aprì. Su una scatola di cartone, una robotica e biondissima modella sfoggiava un dildo strap on rosato. Io sorrisi, incuriosito, sussurrai all’orecchio di Drew che era un po’ zoccola. Lei si mise a ridere, aprì il pacchetto e tirò fuori l’attrezzo. Era di un silicone rosato e trasparente, abbastanza corto. Quel che mi colpì fu il diametro dell’aggeggio, che mi mise addosso un po’ di inquietudine.
Non che fossi limitato, ogni volta che Drew mi succhiava e mi metteva un dito dietro per andare a solleticarmi la prostata, il mio orgasmo si amplificava e magnificava.
Drew si infilò dentro la sua parte del dildo, stondata e tozza, tre sfere in successione, piccole dita di gomma le solleticavano il clitoride, e alla fine di quell’ingegnoso sistema, il dildo torreggiava vibrante facendo capolino dalla sorta di tanga nero che teneva insieme il tutto.
Mi fece mettere sulla schiena, mi spalmò il buco con una dose abbondante di lubrificante, mise il resto sul dildo, mi afferrò per le caviglie e cominciò a puntare l’arnese contro il mio buco. Che si aprì timidamente, per un paio di centimetri.
Le dissi di stare ferma lì.
Esci. Rientra.
Un altro paio di centimetri.
Ferma.
Esci. Rientra.
Ancora un altro paio di centimetri e una sensazione di pienezza mai provata.
Poi le dissi di fermarsi per un po’, la baciai, le me lo prese in mano, duro come il marmo, cominciò a menarlo dolcemente. Poi uscì ancora, rientrò, e a quel punto ebbi la sensazione di aprirmi completamente. Lei se ne accorse, aveva il volto eccitato e prese a scoparmi dolcemente, cercando di puntare quel dildo dal diametro mostruoso verso la mia prostata.
Mi piaceva, guardando nello specchio dell’armadio faceva strano vedermi in quella posizione, in quel ruolo. Lei affondava con i colpi di reni, le vedevo il culo florido e tondo nello specchio muoversi avanti e indietro, la sottile striscia nera fra le sue chiappe a sorreggere la sua mercanzia. I miei gemiti si fecero più convinti, cominciai ad incitarla ad andare più forte, ad entrare più profonda. E il suo volto cambiò, la sua voce cambiò, mentre la sentivo entrare e uscire, sfregando contro le mie pareti.
Mi chiese se mi piacesse, io le dissi di si, invitandola ancora a scoparmi più forte.
Drew si godeva indubbiamente la posizione di dominio assoluto sulla situazione. Mi fece mettere a novanta sul bordo del letto, con le gambe larghe, il culo all’infuori come le avevo visto fare mille volte. Lei mi rientrò dentro e mi prese per i fianchi, si mise in piedi accanto al letto e riprese a penetrarmi, questa volta con un ritmo più deciso, maschile. Cominciava a farsi prendere dal ruolo, e la lente d’ingrandimento del vino e del fumo la rendeva quasi fuori controllo. Prese a schiaffeggiarmi di tanto in tanto le chiappe, e a trattarmi come si trattano le donne nei porno.
-D’you like it in your ass, love?-
Si, le dicevo.
-You like me to fuck you in the ass, huh?-
Si, ripetevo, mentre le sensazioni nel mio ano si moltiplicavano e mi sentivo prossimo all’orgasmo. Presi a menarmelo, era ancora duro anche se non al 100%, nel frattempo imploravo Drew di non smettere, di andare più forte, di scoparmi duro. Lei si eccitava di fronte a questa mia inaspettata passione per i suoi colpi, e in breve mi accorsi che la sua parte di dildo e i solleticatori clitoridei stavano facendo il loro dovere, Drew stava per venire e nella sua caccia all’orgasmo cercava di sfregare il più possibile contro la plastica vibrante, innescando così un ritmo crescente ed incalzante che mi fece dilatare la prostata ed indurire il cazzo per un orgasmo che pareva non arrivare, le mie urla che salivano di tono, incredule di fronte al piacere, le sue che si sovrapponevano alle mie mentre con le mani salde sui miei fianchi mi finiva di impalare prendendosi il suo orgasmo. E così come pareva non arrivare, quell’orgasmo pareva non finire. Anche dopo che sentii i miei fiotti caldi fra le dita, i suoi colpi che pian piano scemavano mi provocavano turbinii di piacere nelle viscere. Uscì da me piano, nello specchio il mio buco sformato e grondante lubrificante, il mio battito cardiaco, il mio senso dell’orientamento e del tempo, tutto perso in un piacere catartico che mi aveva lasciato basito.
Lei si tolse l’armamentario e si sedette cavalcioni sulla mia schiena, i suoi umori caldi che mi scivolavano addosso. Io sorridevo e la ringraziavo. Lei mi disse che ero io, in fondo, la vera zoccola, e che aveva in mente un paio d’altri giochetti. Io risi e con gli occhi mezzi chiusi cominciai a pensare a ciò che mi aspettava…

Drew adorava il suo nuovo acquisto. Adorava la sensazione di controllo e di potere di quando mi sfondava con il suo massiccio dildo. Inutile dire che anch’io ero sempre eccitatissimo. Qualunque cosa facessi, bastava un pensiero fugace su Drew che mi inculava a farmelo venire duro come il marmo.
Eravamo contenti del vento di novità che quel giocattolo aveva portato nel nostro rapporto. Un paio di volte a settimana finivo ad implorare la mia ragazza di scoparmi più forte, mettermelo in culo fino in fondo.
Era un’occasione per assaporare il ruolo normalmente non mio, quello passivo di chi riceve, ringrazia, implora, incita.
E Drew sembrava sessualmente indemoniata, cominciava a dirmi che aveva un paio di altre trasgressioni in mente, ma si rifiutava di svelarmele, difendendosi dietro il suo sorriso malizioso.

Una sera eravamo alla festa di un tale Tupper di Bondi Beach. In questa casa da film, due piani e giardino con palme sulla più celebre spiaggia di Sydney, si mescolavano elementi di ogni tipo, in un pot-pourri di stili di vita e vestiti e profumi e drink e droghe.

Una volta servitici un paio di bicchieri di bianco, Drew ed io cominciammo a guardarci intorno alla ricerca di volti noti. Vidi Klein intento a tagliuzzare con calma polvere bianca sulla lucentezza obliqua di uno specchietto per il trucco. Lo salutai con un cenno della mano. Poi mi sentii tirare in mezzo alla folla di sconosciuti. Drew mi trascinò per mano e poi mi lasciò per andare ad abbracciare Deirdre Dillon.
Deirdre Dillon l’avevo vista una volta, alla festa di Drew l’anno prima, dove era finita a pomiciare con un biondino surfista parecchio più giovane di lei.
Drew e Deirdre si complimentavano a vicenda. Bel vestito. Bel colore. Belle scarpe.
Deirdre mi salutò con inatteso trasporto, abbracciandomi fugacemente e allungandomi un bacio sulla guancia.
-How’re you guys up for a smoke?-
Annuimmo, e ci ritrovammo sulla terrazza incorniciata da vasi finti romani con agave e ficus e l’onnipresente e pestifera lantana. Deirdre Tirò fuori dalla borsetta un portasigarette laccato, girò in fretta un purino d’erba e lo accese guardando la massa scura del mare oltre l’assedio di luci della città.
Mi passò la canna tossendo forte, feci un tiro e continuai a farla girare. Dieci minuti dopo, gli occhi arrossati dal fumo e dai colpi di tosse, Deirdre, Drew ed io improvvisammo un giro di rum cooler per rinfrescare la gola. Klein si venne a sedere al tavolino mentre sorseggiavamo il nostro cocktail, salutò le ragazze, mi diede una pacca sulla spalla e mi chiese come andasse, poi, senza neppure attendere la risposta, ci offrì una pista di coca, che accettammo senza troppo pensare, nonostante n&egrave io n&egrave Drew fossimo avvezzi.
Venti minuti più tardi, confuso e teso e lucido e rilassato, non ricordo in quale ordine, mi scusai per andare in bagno. Quando tornai, Drew e Deirdre stavano parlando, di certo cose fra donne, da come ridacchiavano e si guardavano intorno e si scambiavano informazioni a distanza ravvicinata. Sembrava che Deirdre stesse cercando di estorcere informazioni a Drew, o convincerla di qualcosa.
Deirdre Dillon non era il mio tipo, ma guardandola meglio, mi resi conto di averla sottovalutata. Nonostante la carnagione troppo anglosassone, di quel bianco rosato non uniforme, e nonostante i denti cavallini, sfoggiava due vivaci occhi verdeazzurri, i suoi capelli rossi e due chilometriche gambe affusolate. Aveva quella qualità di sensualità selvaggia che avevo visto in quasi tutte le rosse naturali che avevo conosciuto.
Tornai a sedermi sul divano, accanto a Drew, le passai una mano sulla coscia, lei si girò e mi sorrise. Era visibilmente ubriaca, e fatta, mi si avvicinò, come per confidarmi qualcosa, poi mi leccò e mi morse l’orecchio, e ridacchiando mi disse -Deirdre would love to have a threesome with us…-
La sorpresa durò una frazione di secondo, fino all’attimo in cui il cazzo, da zero a cento alla velocità del pensiero, prese a spingere nei miei jeans, duro e tirato come non mai.
Guardai Drew con un sorriso accondiscendente, poi guardai Deirdre che mi sorrideva mordicchiandosi il labbro inferiore, gli occhi spalancati che sembravano non poter aspettare. Si alzò e avvicinò Tupper, che le disse qualcosa dandole delle indicazioni e puntando verso le scale ricoperte di moquette.

Deirdre ci fece cenno di seguirla, ci ritrovammo al piano di sopra in una delle stanze da letto. Un paio di preservativi ed una boccetta vuota di popper testimoniavano la brulicante attività della serata. Deirdre abbassò le luci e disse a me e Drew di cominciare, lei si sarebbe inserita presto. Drew mi guardava con i suoi migliori occhi neri, cominciammo a spogliarci e baciarci, ritrovandoci in breve con il mio pene pulsante che le sfregava contro il pelo folto, le mani che scorrevano sul corpo e le lingue che si intorcinavano vorticose. Prese a succhiarmelo, mettendosi in ginocchio ai piedi del letto. Deirdre, che non aveva smesso un attimo di guardarci, adesso era nuda su una sedia di vimini che si toccava. La guardai negli occhi mentre Drew pompava e succhiava, le feci cenno di unirsi a noi. Deirdre venne ad inginocchiarsi davanti a me, e mentre Drew mi succhiava il cazzo e pompava su e giù con la mano, lei mi prese in bocca un coglione e si mise a carezzarmi fra le chiappe. Dopo poco, Drew e Deirdre si stavano baciando, le loro lingue si attorcigliavano al mio cazzo cercando di giungere nella bocca dell’altra, io carezzavo i capelli di entrambe, ero al settimo cielo.
Poi Deirdre fece stendere Drew sul letto e le divaricò le gambe. Prese a leccarla tutta, partendo dalle caviglie, lungo l’interno coscia per moi mordicchiarle la pancia e attacarle il clitoride, mentre le mani cominciavano a frugare la mia donna. Io mi godevo la scena, Drew che ansimava e Deirdre che si dedicava a lei, in ginocchio sul letto fra le sue gambe, mostrandomi lo spettacolo delle sue lunghe gambe che culminavano nel suo culo aperto ed ondeggiante davanti ai miei occhi. Mi misi in ginocchio dietro di lei e cominciai a leccarla, straziandole il clitoride, aspettando che le grandi labbra grondassero, e portando un po’ dei liquidi fragranti in alto, a lubrificarle il culo stretto.
Dopo pochi minuti, la sua faccia ansimante persa fra le gambe della mia donna che era già venuta una volta e le diceva di non fermarsi, non riuscii a resistere e, indossato un ultrasottile, mi feci strada in lei. Aveva la fica stretta, che avvolgeva bene il mio uccello, e si contraeva sensibilmente. Cominciai dolce, e mi ritrovai ben presto a pomparla duro, mentre il mio pollice le solleticava la rosellina dell’ano. Ogni tanto mi tiravo indietro per ammirare la pura estensione verticale delle cosce pur tornite di Deirdre, i suoi polpacci affusolati che terminavano in piedi da ballerina che sfregavano contro i miei, polpacci. Drew venne di nuovo, la sua voce schizzata su toni ultrasonici attuttiti dalla musica onnipresente. Deirdre adesso ancheggiava per prenderlo più in fondo e invocava i miei colpi con voce roca. Drew si risvegliò parzialmente dalla sua trance per sgattaiolare sotto l’amica e cominciare a leccarle il clitoride mentre io ormai prendevo gusto e cercavo ad ogni affondo maggiore profondità, sentivo le chiappe sode e minute della rosse sciabordare contro i miei addominali tesi, le mani di Drew che indugiavano fra il clitoride dell’amica e i miei coglioni, il mio buco. Deirdre cominciò ad alzare la voce e vidi la sua schiena inarcarsi ancora, annunciando l’orgasmo imminente. Lasciai andare i freni e presi a sbatterla con tutte le mie forze, tenendola per i fianchi, sembrava che qualcuno nella stanza stesse sbattendo a ritmo crescente due mani gigantesche. Deirdre, cavalla imbizzarita, venne con clamore, sussultando, stringendo le coperte nelle mani tese in avanti, stringendo i muscoli vaginali intorno a me, mentre Drew, sensibile al momento di climax, faceva scivolare l’indice ben dentro le mie viscere per solleticarmi la prostata. Venni di un orgasmo denso e prolungato, i miei colpi violenti dentro Deirdre Dillon che si placarono solo molto lentamente. Drew che la abbracciava, e abbracciava me. Ben presto un groviglio di corpi drogati intenti ad assaporare quel planare dolce dalle altezze dell’eros ad una valle di pace.

Dopo venti minuti, qualcuno bussò alla porta. La testa di Tupper fece capolino, ci disse che avremmo dovuto liberare la stanza. Venni a sapere che una diciottenne di Cronulla aveva accettato una scommessa. Se fosse riuscita a bere lo sperma di venti surfisti, ognuno di essi avrebbe pagato cento dollari. La lasciammo al suo destino, scendemmo a fumare un altro spinello, parlottando di regole e limiti in amore, Drew, Deirdre, ed io. Poi salutammo la rossa, io, ancora in preda ad euforie chimiche, le sussurai all’orecchio che era stata fantastica e le allungai un pizzicotto sul sedere.

Un’ora più tardi, giunti a casa, io e Drew facemmo una doccia insieme, nel silenzio delle droghe che andavano scemando. Ci sedemmo sul terrazzo per un ultimo spinello che mettesse a tacere la tensione della coca. Attaccai bottone ringraziando Drew per l’esperienza, dicendole che probabilmente io non avrei mai avuto il coraggio di proporle una cosa del genere, ma che mi era piaciuto tantissimo. Lei si fece stranamente aggressiva.
-Oh, you liked that, didn’t you?-
Si, le dissi, mi era piaciuto.
-You liked to fuck my friend, hey?-
Ripetei, stranito, si, l’avevo scopata volentieri, la sua amica.
Poi Drew mi si fece vicina, con voce mi seria mi disse che mi avrebbe fatto vedere qual’era la punizione per i ragazzi che scopavano altre ragazze oltre la loro fidanzata. Io accennai un sorriso e mentre stavo per aprire bocca Drew mi allungò un ceffone in pieno viso e mi chiese di ringraziarla.
-What?- feci io, incredulo, attirando un altro ceffone.
Per il quale, questa volta, ringraziai.
Mi trascinò in camera e mi disse di spogliarmi e mettermi carponi sul bordo del letto, mentre lei si infilava il dildo strap-on e lo lubrificava con gesti precisi. Si mise dietro di me, prendendomi per i fianchi, mi entrò dentro in fretta, sentivo la pelle ed i muscoli tendersi per lo sforzo improvviso. La supplicai di fare piano. Ma mi arrivò soltanto un sonoro schiaffo sulla chiappa destra, per il quale, di nuovo, ringraziai.
-I’m gonna fuck you the way you fucked her,- mi disse lei con tono aggressivo.
E guardando nello specchio dell’armadio a muro, mi vidi carponi, il culo esposto all’indietro dove la mia donna, tenendomi saldamente per i fianchi, cominciava a crivellarmi di colpi, ancheggiando con sapienza, il suo volto serio e quasi cattivo. Per un attimo mi chiesi se fosse gelosa o se fosse solo una nuova occasione per provare qualcosa di diverso.
Sentivo il dildo entrarmi tutto, sentivo il tessuto duro dello strap-on contro le chiappe, ancora schiaffi sulle chiappe, ancora ringraziamenti. Godevo del mio ruolo di schiavo punito da una regina sadica e dolce. Il cazzo, di nuovo duro come marmo, ondeggiava a ritmo del mio corpo, mentre io cominciavo a muovermi avanti e indietro per farmi penetrare meglio.
-Oh, look at that, you slut. Look how much you like being fucked up the ass…-
Mi piaceva che d’improvviso Drew si fosse lanciata anche in un dirty talk che avevamo entrambi sempre trovato ridicolo. Ma era venuto da solo, dalla situazione bollente che ci trovavamo per le mani.
Sentivo, dai colpi che mi squassavano dietro, che Drew si avvicinava all’orgasmo.
-Who do you like to fuck the most?-
-You,- ripetevo io mentre i suoi colpi sembravano volermi raddrizzare la curva del retto.
-And who’s the only one who can fuck you up youe ass?-
-You, my love,- le dicevo, alternando sospiri sconnessi e suppliche a scoparmi più forte ancora.
La sentii venire e me lo presi in mano, approfittando della pressione dolce sulla mia prostata risvegliata. C’era sempre una qualità di profondità nei miei orgasmi prostatici, niente di paragonabile ad un semplice orgasmo da su e giù. Mi venni in mano, poche gocce di sperma sottile, i miei coglioni già svuotati dalla sessione a tre con la selvaggia Deirdre Dillon. Drew mi fece abbassare sulla schiena, mi restò dentro per un pò, ci baciammo, ci carezzammo, sussurandoci parole dolci, da innamorati, come una coppia qualsiasi. Il 325 sta zigzagando per i suburbi, rendendo difficile l’orientamento. I sedili quasi tutti occupati.
Di fianco a me, Drew che osserva, scruta, con il suo sguardo inquisitore, ogni passeggero. Io, riparato dietro gli occhiali a specchio, faccio lo stesso.
E mi accorgo che c’&egrave questo ragazzo con un cappellino da baseball che fissa Drew con un mezzo sorriso sul volto. Sembra un maori, potrebbe essere un samoano, un tongano. Insomma, i tratti orientaleggianti, dolci e quadrati, la pelle olivastra, la mascella forte, le spalle larghe, i polsi spessi.
Il tipico isolano del pacifico.
Accanto a lui, la sua donna, forse indiana, che guarda fuori dal finestrino. Grassottella, piena, vestita secondo gli ultimi dettami della moda da due soldi.

Ora, avrei potuto attaccar briga.
Ma quello era il doppio di me.
E mi piaceva che mi invidiasse la donna.

Mi giro a guardarla, alla mia destra, e la vedo con lo sguardo curioso, il sorriso già aperto, ricambiare gli sguardi del maori.
Deglutisco a fatica. Stringo la mano di Drew. Lei si gira, mi sorride, mi fa l’occhiolino e senza dire niente si rigira verso l’energumeno.
A quel punto, tenendo la testa puntata una sedia più avanti, da dietro gli occhiali a specchio controllo la situazione Drew-tipo, e in alcuni momenti ricambio la scortesia cominciando ad analizzare la tipa di questo sfacciato energumeno melanesiano.
Ha i capelli raccolti in una sorta di crocchia irregolare già vista in qualche video musicale. Il trucco ben dato sui tratti dolci, indiani, sensuali, gli occhi tagliati e neri come carboncino, il naso delicato, le labbra carnose. Un po’ di doppio mento che si adagia su una scollatura azzardata. Le tette, grandi e all’apparenza soffici, sembrano due meloni appoggiati su uno scaffale. Sotto il balconcino su cui riposa il seno invitante, la pancia rigonfia all’infuori, grasso ben distribuito. La parte inferiore della ragazza, il tipo la copre tutta.
Lei, che si guarda intorno tenendo la mano del suo uomo, finalmente si accorge della situazione. Vede lui che sorride a Drew, lei che comincia ad accennare discreti occhiolini e movimenti impercettibili di sopracciglia.
Io non so che fare. Mi avvicino all’orecchio di Drew, le sussurro -You horny slut, you want his cock? You wanna fuck him? Do you?-
Lei si gira verso di me, non risponde ma alza un sopracciglio ed inclina la testa verso destra, con una smorfia sembra dire perch&egrave no. Quando mi rigiro, sempre facendo finta di guardare da qualche altra parte, lui e lei stanno confabulando. Poi si mettono entrambi a fissare Drew. L’indiana, di tanto in tanto, mi lancia occhiate laterali apparentemente timide.
Nella luce del tramonto, scorgo la nostra fermata. Suono il campanello. Tiro Drew per una manica verso l’uscita.
-Thanks, have a good night,- ringrazio l’autista. Qui si ringrazia sempre l’autista.
Mi giro per parlare con Drew della situazione strana sul bus. Dietro di lei, sta scendendo anche la coppia di guardoni. Io faccio finta di niente, tiro via Drew, poi sento una mano sulla mia spalla, una voce che dice -excuse me, mate…-
Mi giro, teso. Ora questo che vuole? Allarga le braccia e si scusa per l’incidente, dice che lì per lì non aveva realizzato che io stessi con Drew. Gli dico che poi però, ad un certo punto, le ho preso la mano e le ho parlato. E lui mi dice che si, lo sa, ma a quel punto ha frainteso. Poi si ferma, imbarazzato. Io intanto mi gusto i fianchi portentosi della sua donna, il suo culo bello tondo e prepotente nei jeans attillati. Le gambe piene che finiscono negli stivali neri.
E lui mi dice, senza guardarmi, che lui e la sua donna sono scambisti e avevano semplicemente creduto che anche noi lo fossimo.
Io non so che dirgli, e, senza troppa sorpresa, quella frase inizia a riecheggiarmi in testa, stuzzicarmi, distrarmi la mente. Drew, dal canto suo, fa le presentazioni. Io, Drew, Tony, Sadhana. Sono entrambi delle Fiji, solo lui &egrave di origine indigena, lei di origine indiana. E Drew, a quel punto, li invita a cena.
Una cosa semplice. Una bottiglia di Semillon Blanc.

Piatto di olive kalamata, feta, pomodori secchi, melanzane sott’olio.
Penne alla Alfredo.
Insalata greca.
Caff&egrave e t&egrave.

Immancabile, dopo aver tastato il terreno, arriva la canna di idroponica. Un giro di jagermeister.
I rituali.
La ripetizione ossessiva dei momenti piacevoli.
Drew, ubriaca e sollevata dalla frizzante erba idroponica e dall’aroma pungente dell’amaro, chiede a Tony e Sadhana delle loro esperienze scambiste.
Loro ci parlano di come tutto fosse cominciato quando Tony, guardaspiaggia volontario a Manly, era stato adescato da una coppia di turisti americani di mezza età.

Il marito voleva guardare Tony scoparsi la moglie e coprirla di sborra. Gli avevano dato dei soldi. Lo avevano richiamato una settimana dopo. Gli avevano chiesto se avesse una compagna. Complice una pasticca d’ecstasy, anche la scettica Sadhana era diventata parte del gioco. Mentre Tony scopava a pecorina questa ricca cinquantenne americana, resa un po’ grinzosa dal tempo e dai lettini solari, Sadhana si occupava del marito, glielo succhiava, lo faceva impazzire con una spagnola. Si erano divertiti ed avevano cominciato a cercare su internet altre coppie interessate. Non sempre funzionava, ma a volte capitava la serata davvero selvaggia, e ne valeva la pena, diceva lui.

Più lo guardavo, più capivo perch&egrave Tony piacesse tanto a Drew. La sua camicia bianca a maniche corte, di semplice cotone, sembrava elasticizzata tanto i suoi muscoli la riempivano, gonfiavano, stiravano. La sua pelle scura e abbronzata era liscia e compatta, i suoi tratti esotici, la sua personalità sensuale.

E nella mia testa a quel punto cominciano ad affollarsi pensieri di Sadhana nuda al mio cospetto, e ancora oltre grovigli di corpi nella nostra camera da letto. Ad un certo punto Sadhana ci chiede se abbiamo mai assistito ad una vera danza del ventre. Io dico di no. Drew conferma. Lei allora si sfila la canottiera stilosa e resta in reggiseno, le tette enormi, belle, rimbalzano un poco ai suoi movimenti. E comincia ad ancheggiare, i muscoli della sua pancia, nascosti da un sensuale strato di grasso, di certo si muovono forti e precisi, le sue anche che si muovono ipnotiche, la pancia tonda che vibra, ondeggia sinuosa, sobbalza eccitante. Tony le dice di spogliarsi tutta. N&egrave io n&egrave Drew ci facciamo caso. Sadhana, in pochi minuti, &egrave questa venere indiana, prosperosa, giunonica, irresistibile, che ci danza davanti completamente nuda, ancheggiando con maestria, disegnando nell’aria ghirigori complessi con le mani, mentre i piedi ben curati con anelli e cavigliere compiono piccoli passi delicati.
Tony si avvicina a Drew, la guarda e le dice di unirsi a lei. Io annuisco. Qualche istante più tardi, Drew si alza e si spoglia, comincia, per come può, a ballare con Sadhana. La tensione erotica sale, si inspessisce. Poi la soave danzatrice si fa più vicina e si inginocchia davanti a Drew, divaricandole le gambe si insinua a baciarla, leccarla. Drew reclina la testa e sospira. Io invito tutti in camera da letto. Luce di candela, e Drew e Sadhana lanciate in un sessantanove inebriante. Io comincio a spogliarmi, Tony fa lo stesso. Poi lui si mette alle spalle della sua donna e comincia a schiaffeggiarla sulle chiappe grandi tonde molli. Io comincio a leccare la spaccatura sinuosa fra le chiappe di Drew.
Lei poi si alza e tira fuori il nostro dildo.
Quello con cui mi incula come fossi la sua puttana.
Lo mette, e fa mettere Sadhana a novanta. La fica della fijana gronda liquidi, il dildo entra subito allargandole le grandi labbra, lei emette un gemito. Tony, con un cenno, mi invita a seguirlo. Ci mettiamo davanti a Sadhana, che prende in mano ambedue i nostri cazzi. Il cazzo di Tony, man mano che si indurisce, mi mette un po’ in soggezione. Ma &egrave tutto proporzionato, in fondo. Sadhana, entusiasta, comincia a verbalizzare la sua eccitazione. Incita Drew a scoparla più forte, e guardando Tony gli sussurra che adora avere due bei cazzoni da succhiare. Alternativamente, ne prende in bocca uno e mena l’altro. Poi, ad un certo punto, Tony mi sussura all’orecchio che vuole scoparsi Drew. Il mio cuore inizia a battere forte, penso per un istante che non ne sono cento per cento sicuro, ma poi realizzo che Drew sarà contenta, e che in effetti ho una voglia segreta di vederla godere posseduta da un altro. Così, mentre metto Sadhana sulla schiena e mi tuffo fra le sue cosce burrose, voglioso di leccare succhiare e mordicchiare il suo paradiso, Sento Tony e Drew cominciare a gemere, baciarsi, con la coda dell’occhio vedo il culo squadrato di Tony nello specchio, il suo moto lento penetrare la mia donna. A quel punto Sadhana alza la voce, dice a Tony di scoparla duro, di farla godere. Poi mi guarda, e con occhi intensi mi prega di scoparla.
Io non me lo faccio ripetere due volte. Infilo mio malgrado un preservativo ed entro nel caldo soffice ed umido della bella danzatrice del ventre, che si rivela agilissima e mi cinge con le gambe intorno alla vita, per permettermi di affondare di più. Mi piace, ha una fica larga, spaziosa, accogliente. Una donna elefante, direbbe il kamasutra.
Perdo di vista Tony e Drew fino al momento in cui sento ridacchiare alle mie spalle. Drew mi sta spalmando del lube sul culo. A quel punto ci riconfiguriamo. Io che scopo Sadhana con foga sul bordo del letto.
Dietro di me, in piedi, a ritmo alternato, Drew che comincia ad incularmi. Dietro di lei ancora, Tony che se la scopa con colpi letali.
Mi piace, la situazione. Guardiamo tutti spesso nello specchio, ad eccezione di Sadhana. E’ ancora meglio del groviglio di corpi che brevemente avevo immaginato dopo cena. Sadhana ben presto si libera in un orgasmo intenso e prolungato sotto i miei colpi, il preservativo che limita la mia sensibilità e mi permette di scoparla forte e a lungo. Drew mi tiene per i capelli e mi scopa come mai aveva fatto prima. Saranno le spinte dello stallone fijiano che le sta pompando la sorca, ma la porca, ad ogni affondo mi tocca la curva del retto, poi esce del tutto e mi ripenetra all’affondo successivo. Mi sento in paradiso. Sento Tony che parla a Drew, le dice che &egrave proprio una porca, le chiede se le piace farsi scopare da un altro mentre incula il suo ragazzo. Lei dice di si, e, sensibile alle parole, aumenta il ritmo, incita Tony a fare altrettanto, e prende ad incularmi con foga ancora maggiore.
Sento i colpi degli addominali scolpiti di Tony contro le chiappe di Drew. La sento ansimare, gemere, con voce roca e profonda, di un orgasmo potente. Continua a darmi dei colpi ma dopo poco, esausta, tremante ed estatica, si accascia su di me, esce da me e si fa da parte. A quel punto, mi ritrovo a scopare Sadhana mentre Tony, alle mie spalle, si fa educato per un istante e mi chiede se può entrare. Io, con la prostata in fibrillazione per i colpi di Drew e davanti agli occhi lo spettacolo di Sadhana che si contorce e si tocca e mi chiede di farla godere ancora, acconsento. Senza troppo sforzo, Tony fa il suo ingresso nel mio buco spannato, ma mi rendo conto che &egrave più grosso del dildo. E la sensazione mi piace.
Mi sento pieno.
Porco.
Sento Tony e Sadhana che adesso si parlano sporco. Io mi sento solo un mezzo per farli godere entrambi. E la situazione mi eccita da matti.
Tony mi scopa con più foga rispetto a Drew, avendo sensibilità, potendo indirizzare i suoi colpi verso la mia prostata senza difficoltà. Io mi sento aprire con una farfalla mentre Sadhana invita Tony a scoparmi duro. Quello la prende in parola e comincia a sconquassarmi le viscere dei suoi colpi. Sto per venire. La prostata già invia le sue vibrazioni lungo tutto il mio corpo, il cazzo mi pulsa, sento la mia scarica di soldati sacrificali salire lungo l’asta. Dico che sto godendo, dico a Tony e Sadhana di venire con me.
Sono attimi convulsi. Tutti dicono si, ancora, così, tutti e tre ci muoviamo frenetici alla ricerca del piacere. Drew mi guarda negli occhi, esausta, si masturba ancora stuzzicandosi il clitoride, mi sussurra, nella concitazione, che sono proprio una troia. Ad un certo punto i colpi di Tony si fanno più veloci, frenetici, profondi, rabbiosi. Non ho mai provato nulla di simile, mi sento un oggetto nelle mani di questo gigante che proprio in questo istante sta godendo del mio culo, e mi fa partire un orgasmo assolutamente sconvolgente che sembra trasformare per qualche istante ogni fibra del mio corpo in qualcosa di più sofisticato. E venendo, con colpi disperati, nella fica capiente di Sadhana, la sento gridare, sta venendo di nuovo, preme il suo pube contro il mio, mentre Tony, soddisfatto, rallenta i colpi nel mio culo ma senza fermarsi, provocandomi brividi lungo la schiena. Lentamente, ognuno esce da qualcun’altro. Restano due coppie di innamorati, abbracciati, io ho Drew fra le mie braccia e non voglio lasciarla andare mai. Tony cinge Sadhana da dietro e le bacia il collo mentre lei ha un sorriso stampato sul volto. Prima dell’ultimo bus c’&egrave ancora tempo per uno spinello e un’altro jagermeister, dico io.

La mia mezza erezione acquisisce consistenza. Drew accanto a me mi guarda sorridente, l’editing &egrave finito e sto chiudendo finestre su finestre sullo schermo sempre troppo impolverato.
Ci accomodiamo sul vecchio divano, poso il portatile sul tavolino del salotto e apro il filmato.
Riproduzione in corso.
C’&egrave un primo piano di Drew, guarda in camera, i capelli raccolti in una piccola coda, il sorriso ubriaco e le mani leggere che carezzano il mio membro eretto nella penombra della nostra camera da letto. Si insinua fra le mie gambe, carezzandomi l’interno coscia. Prende in bocca una palla, chiude gli occhi mentre con la lingua si lancia in giochi soltanto intuibili oltre le sue guancie.
La mia erezione si fa intera, guardo Drew e la bacio stuzzicandola con brevi colpi di lingua.
Sullo schermo, sto cominciando ad ansimare.
Drew me lo prende in bocca.
Lentamente. Tutto.
Guarda in camera e ingoia la pienezza protesa di me.
Ripetutamente.
I miei gemiti si arricchiscono. Diventano incitazione. Meraviglia.
Stacco.
La camera &egrave accanto al letto, in posizione strategica. Come un miracolo cubista, lo specchio dietro riflette il lato nascosto delle nostre sconcezze.
Sono in mezzo alle sue gambe aperte, accoglienti. Gli scatti della mia testa nascosta sembrano quelli di un leone che dilania la preda. Ma dietro, fra le gambe di Drew, sono solo baci liquidi alla sua essenza di femmina. Un dito sottile che la solletica dentro. Altre due che le premono dove il pube scollina sul clitoride gonfio.
Sul sofà, Drew mi mette una mano fra le cosce. Io le sorrido, la bacio sul collo. Guardarci ci eccita.
Ora, sui cristalli liquidi, Drew mi invita in lei con voce tremante. Stacco.
L’inquadratura cambia ancora, Drew mi ha serrato le gambe dietro la schiena, io sto cominciando a pompare, lentamente, ma a fondo. Il mio peso palesemente concentrato sul mio pube affinch&egrave delizi il suo. Le sue mani mi strizzano le natiche minute che si muovono precise con colpi di reni irregolari. Drew geme, più vocale del solito, conscia di essere filmata, mi dice quanto le piaccia farsi scopare.
Stacco.
La sto montando da dietro, lei a quattro zampe come elegantissima cagna spinge il bacino avanti e indietro per amplificare i miei colpi. Le mie mani le stringono la carne bianca e tenera dei fianchi, le carezzano le natiche tonde, piene, attraenti di sinuosità pittoriche.
Sul divano, Drew mi sbottona i jeans e comincia a tastare la mia marmorea eccitazione. Io le carezzo le mutandine sotto la piccola camicia da notte, seguo il contorno morbido dei suoi peli pubici intorno al clitoride.
Sul sedici pollici adesso Drew sta venendo. Stesa sul letto prona, le gambe aperte, passiva, esposta completamente ai miei colpi che sembrano inchiodarla alla nostra alcova. Aumento il ritmo. Il volto di Drew comincia a trasfigurare. Io mi abbasso per toccarla davanti, farla esplodere dell’ultimo piacere. Le sue urla, i suoi tratti che si sciolgono, i miei colpi che la fanno sussultare e poi tremare. Qualche momento di tenerezza e baci e abbracci. Stacco.
Sul sofà, la mia eccitazione sembra un razzo interplanetario. Vedere Drew sullo schermo godere di me mi fa sentire, inspiegabilmente, più vero. E, insolitamente, mi compiaccio dei miei dorsali, dei miei addominali mentre seguo le torsioni dei nostri corpi.
Sulla luminosità ad alta definizione, d’improvviso, i ruoli si invertono. Mi vedo carponi, il bacino proteso all’infuori, Drew che mi spalma, mi invade con un dito. Mi guardo aprirmi a lei senza remore, ora mi invade con due dita, le muove per solleticarmi dentro, io gemo di piacere curvo davanti a lei. Comincio ad ondeggiare le anche, sensuale, improvvisamente femminile dopo la monta da stallone di poco prima. Drew mi invade con tre dita, mi palpa le palle, il membro duro lasciato a se stesso. Drew spalma altro lube sul mio ingresso, sul suo fallo artificiale, stilizzato.
L’idea di potenza.
Lo punta contro di me, allargandomi le natiche, esponendomi, vulnerabile, ad ogni suo volere.
Stacco.
Davanti al computer, Drew ormai mi sta carezzando e lavora leggera di mano, lo sguardo rivolto a noi avvolti nel coito multiforme. Io le stuzzico il clitoride con due dita sotto la stoffa dolce e soffice delle mutandine.
Sullo schermo, Drew ha ormai forzato le difese, preso il ritmo. Muove il bacino con decisione, avvolta nel suo strap-on nero che le disegna le natiche improvvisamente aggressive. Ora &egrave lei che mi tiene per i fianchi. Piegato ai suoi voleri, sono io ad incitarla di prendermi con più forza.
Di entrare più a fondo.
Di farlo più forte.
Stacco.
Sono supino, la schiena adagiata su un paio di cuscini, le mie mani dietro le mie ginocchia mi espongono all’occhio della camera, mi vedo vulnerabile, passivo, godere dei colpi di Drew, che ha negli occhi una luce scura e selvaggia. I suoi affondi cominciano a sconquassarmi. Una sua mano mi tocca.
Io gemo come non ricordavo, con una voce flebile, passiva, la esorto con forza sempre maggiore a possedermi con più foga.
Sul divano, Drew continua a salire, scendere, salire e scendere sulla mia erezione. Mi sfila i jeans e gli slip, mi fa girare in modo che possa guardare il filmato e succhiarmi. Prende del lube e lo passa sul mio membro, rendendo il suo tocco vellutato, etereo.
Sullo schermo, i miei gemiti si alzano di tono, si avvicinano l’uno all’altro, in sincronia con i colpi di Drew, i suoi affondi che tendono le sue natiche perfette come risucchiandole dentro di me. Sullo schermo, le dita dei miei piedi si arricciano, le mie urla escono al di fuori di ogni controllo, la mano di Drew mi tocca e lascia erompere lapilli di seme sul mio ventre. Sul divano la bocca di Drew &egrave calda e io tremo, le dico di non smettere, e lei mi infila dentro un dito, a fondo, direttamente verso il piccolo anello del piacere nascosto da qualche parte in fondo a me. E le mie stelle filanti le sgorgano in bocca mentre il mio corpo trema di piacere, e sullo schermo Drew infierisce su di me, non smette, mi spinge a supplicarla. Ho bisogno di bere, ma non riesco ad alzarmi. Voglio riguardare il filmato, dare piacere a Drew.
Ma dopo.
Ora voglio godermi questa sensazione di pace, come sperduto su zattera in acque placide e calde dove la brezza porta in qualche modo fragranze di eucalipto. E il naufragar m’&egrave dolce in questo mare, diceva quello. Una sera qualunque, c’era da noi Callum, un amico conosciuto in università che lavorava come webmaster per una compagnia di componenti magnetiche e che, in parallelo, gestiva un sito porno gratuito.
Inevitabile che, ad un certo punto della conversazione, il discorso cadesse sul filmino che avevamo girato Drew ed io. Callum sembrava molto interessato, il suo sorriso malizioso si faceva strada sulla sua carnagione chiara, aiutato dall’alcool. Cominciò a farsi insistente, voleva vederlo.
Ci disse che se gli fosse piaciuto lo avrebbe messo sul sito.
Dandoci, in quanto amici, il cinquanta per cento dei guadagni.
Diceva che la gente stravede per i filmati veri, dove una coppia vera fa sesso come si deve.
Diceva che la gente era stanca delle improbabili stramberie del porno industriale.

[Come biasimarla? Ho ancora in mente un porno con dieci minuti ininterrotti di silenzio, non un gemito, non una parola di piacere.
Non un’espressione del viso che tradisse un minimo di godimento.
Non una variazione nel ritmo.
Due impiegati che lavorano controvoglia aspettando l’ora del pub.
L’omino calvo con su i calzini di spugna. Il grugno imbronciato
La trans di colore che guardava nel vuoto, sospesa come una chiamata in attesa.]

Misi da parte l’imbarazzo e mi addentrai in RealPlayer. Aprii il video mi misi comodo, fra Drew e Callum, sul divano.
Callum aggiustò l’inclinazione dello schermo per vedere meglio. I suoi commenti si susseguivano ravvicinati.
Bel cazzo, mi disse, fotogenico.
Uuh, gran lavoro Drew, occhi in camera, bocca sapiente…
Bravo, bravo, selvaggio, le mangi la passera…
Bravi, ragazzi…
Bella questa. Colpi di reni niente male…
Oh, che inquadratura. Fantastica.
Mi piace come gli parli, Drew…
Wow…fantastico, che orgasmo…vedi? Vero, genuino…

Poi, sullo schermo, i ruoli si invertono, arriviamo alla parte del filmato in cui Drew mi incula col suo dildo. Callum sgrana gli occhi, non li stacca un attimo dallo schermo.

Ragazzi…ma voi scherzate? Ma questa &egrave roba di prima qualità.
Oh, guarda, guarda…fantastico…
Bel culetto capiente, eh, tu?
Guarda la tua donna come ti scopa con dovizia…
Meraviglia…senti, Drew, gli piace, nel culo, al tuo ragazzo…
Oh, ragazzi, ma siete fantastici, davvero…

Il filmato finisce. Io sono eccitato, dalla visione di me e Drew sullo schermo, dal fatto che Callum &egrave lì con noi a guardare. Drew mi guarda già con i suoi occhi da letto.
Callum si accorge della mia erezione.
Ci propone, con molta discrezione, di fare un altro filmato, improvvisando, su due piedi…
Io sono titubante.
Mentre ci penso, Drew comincia a magnuscarmi il pacco.
E’ deciso, dunque. Callum scompare, riappare con la telecamera in mano. Drew ed io cominciamo a pomiciare, un petting spinto sul divano, godiamo del nostro esibizionismo, della presenza del nostro amico accanto a noi che ci riprende…
Ci spogliamo rapidamente, gettando i vestiti ovunque, le nostre bocche cercano angoli reconditi del corpo dell’altro, a volte si trovano, il suono dei baci sulla pelle nuda, l’odore di lei metà ormoni metà bagno schiuma. La sua carne piena, il seno gonfio per le mestruazioni imminenti. La tocco, la bacio, la stringo, la mordo.
Devo averla.
Callum non &egrave altro che un fantasma periferico. Mi avvento fra le gambe di Drew e comincio a leccarla con foga. Bacio le sue grandi labbra, le succhio, una ad una, tirandole a me, gironzolo intorno al clitoride con la lingua, faccio pressioni sul pube, con un dito busso al suo ingresso umido e tiepido.
Sento rumori dietro di me, non me ne curo.
Callum può fare ciò che vuole, non mi interessa.
Quel che vuole fare, Callum, &egrave spalmarmi del lubrificante sul culo. Sento le sue dita insinuarsi in me, sento uno schiaffo su una chiappa. Mi giro, in trance completa, vedo Callum nudo davanti a me, il membro grosso, nodoso, eretto, i suoi muscoli flebili sotto la pelle chiara. I pochi peli biondi del pube. Mi avvicino al suo pene, lo prendo in bocca.
Drew prende in bocca il mio.
Quello di Callum &egrave grande, non riesco a prenderlo tutto. Ho un conato di vomito e poi comincio a prendere le misure, a insalivare per bene quel membro. E’ caldo. Concreto. Sento la diversa consistenza della pelle e del glande turgido. Gioco con i bordi della cappella, sensibili, mentre Drew mi sta succhiando l’anima a ritmo forsennato. Mi mette un dito in culo.
Due dita, e mi solletica dentro.
Tre dita.
E più lei succhia e più mi viola, più mi viene voglia di ingoiare il cazzo duro di Callum. E l’eccitazione mi spinge oltre, adesso la mia testa avanza ed arretra lungo la sua asta, la mordicchia sui lati, la fa rientrare. Le mie mani spaziano dal sacchetto teso delle sue palle liscie alle sue chiappe sode, ai suoi addominali appena accenati. Lo guardo e lo vedo sorridermi eccitato.
Callum McHayden. Ora mi prende per i capelli e mi invita sottovoce a succhiarglielo tutto. Callum mi fa mettere sulla schiena, mi alza le gambe e se le poggia sulle spalle. Drew continua a succhiarmelo, poi poggia il suo bacino sul mio viso, mi trovo davanti la sua fica bagnata, comincio a baciare e succhiare e leccare mentre la punta del membro di Callum, avvolta dalla plastica, mi preme contro.
Respiro a fondo.
Voglio rilassarmi.
Mi piace esibirmi davanti alla telecamera.
Callum entra. Piano.
Ormai so rilassarmi. Il mio culo &egrave diventato uno strumento sessuale come mai avrei pensato prima.
Callum entra parecchio.
Entra tutto.
Poi comincia a spingere. Non lo vedo, perch&egrave il mio campo visivo &egrave il culo tondo di Drew che ancheggia, strusciandomisi contro.
Odore di lei che gronda, il sentirmi nella sua bocca. Callum dentro di me.
E’ diverso dal dildo di Drew. E’ più pieno, più preciso, gli affondi ancora più convinti. Mi piace l’idea di non avere dentro solo un pezzo di plastica fissato a qualcuno.
Ho dentro qualcuno. Che vuol godere dentro di me.
Drew ogni tanto smette di succhiare e me lo mena con la mano. La sento baciare Callum, oppure parlarmi con sconcezze assortite, dirmi quanto sono una troia pigliacazzi.
Non ci vuole molto, e le mie veroniche con la lingua la fanno sussultare di piacere.
Callum ormai mi sta pompando il culo con foga, tenendomi per le caviglie. Io sono completamente aperto a lui, ai suoi colpi che mi affondano contro la prostata facendomi credere dieci volte di essere sull’orlo dell’orgasmo.
Sto per scoppaiare. Dico a Callum di scoparmi duro, di scoparmi più forte. E quando sento il suono della sua pancia piatta e dei suoi coglioni contro di me, sbattermi con tanto zelo, e Drew mi succhia fino in fondo compiendo miracoli di lingua. A quel punto sento che sta per succedere.
L’intero corpo comincia a tremare.
Sussulti, convulsi. Comincio ad urlare.
Urla di storte, di un piacere inatteso e quasi incomprensibile.
Sento l’orgasmo partire dalla mia prostata dolcemente martoriata, spandersi in alto, incanalarsi nel mio pene. Sento Drew accogliermi in fondo alla sua bocca.
Il mondo intorno si scioglie e svanisce all’istante, per quanti istanti, non lo so.
Sento Drew che mi ingoia, poi si gira e comincia a baciarmi dappertutto. Callum non accenna a fermarsi, n&egrave a rallentare. Il mio orgasmo non &egrave ancora finito. Mi sta scopando come un re. Ad un certo punto esce da me, da me che ansimo e ancora sgrano gli occhi per il piacere.
Da me che sento una brezza leggera invadermi da dietro. Callum si sfila il profilattico e si mette in piedi davanti a noi. Allora entrambi cominciamo a succhiarlo, baciandoci di tanto in tanto con il membro nodoso fra le nostre bocche e le nostre lingue. Glielo prendo in mano e comincio a muovere la mano come Drew non saprebbe fare. Lei gli succhia i coglioni, io il cazzo, su e giù, in trance, in estasi. E quando faccio per ingoiare, Callum si sfila e mi dice che vuole sborrarmi in faccia. Io allora resto lì, davanti a lui, a segarlo a pieno ritmo, finch&egrave non sento il suo cazzone gonfiarsi fra le mie mani.
Sempre di più, fino a che i suoi fiotti caldi non schizzano fuori con suoni flebili, ricoprendomi di glassa calda. Drew, fedele alla linea, mi bacia dappertutto, pulendomi, tiene la sborra in bocca. Callum, visibilmente soddisfatto, me lo mette in bocca, per farmi raccogliere le ultime gocce. Poi dice a Drew di passarmi la sborra. Ci baciamo, e infine Drew lascia cadere il grande grumo denso nella mia bocca. Lo ingoio, mandorlato, amaro.
Callum se ne torna dietro la telecamera e dice ‘cut’, spegnendola. Ho proprio voglia di rivedere questo video, adesso…

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