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Erotici Racconti

Gioco trascinante

By 11 Novembre 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Lei si rendeva perfettamente conto sentendo che i suoi passi risuonavano per le scale, per il fatto che proprio lì si erano fissati l’appuntamento, i pensieri s’affollavano alla svelta nella sua mente aggrovigliandosi in ordine sparso, visto che quella stretta allo stomaco non l’abbandonava più, al contrario, il calore la pervadeva diffondendosi nella stessa misura scombussolandola. Da quanto tempo lo aveva desiderato? Da quanto la sua figura angustiava turbando i suoi sogni? Giorno e notte, dal momento che aveva fantasticato di posare le sue mani su quelle natiche sode che i suoi occhi famelici lambivano bramosi, lo sapeva, poiché non le serviva pensarci troppo: soltanto un anno.

Ebbene sì, un anno, tenuto conto che quasi ogni mattina s’incrociavano lì sulle scale aspettando d’entrare ciascuno nel proprio ufficio, un saluto veloce e niente più. Inaspettatamente un giorno, in modo inatteso la vicenda cambia registro, dopo una conversazione un po’ più amichevole e durevole del consueto, lo scambio malandrino e piacevole della posta elettronica e del contatto per ritrovarsi in chat, modifica la loro avventura. Da lì un turbinio di parole, un subbuglio d’emozioni, un parapiglia di sensazioni, tutto inaspettato quanto desiderato, le battute che incalzano, che si spostano lì sul confine tra l’appropriato, il consentito, il giusto e fra l’abusivo, l’illecito e l’inammissibile, sì, va bene, ma poi?

Lei non lo ricorda precisamente chi dei due lo aveva travalicato, di sicuro era stata lei, giacché aveva dato inizio conducendo in definitiva quel gioco, in quanto lo aveva incantato e sedotto con frasi incalzanti e provocatorie prima, più esplicite e manifeste in seguito. Dopo lui l’aveva sbalordita sorprendendola con una bravura e con una maestria aveva dato una nuova linfa alle sue fantasie, dato che la cavalcava abilmente con decisione e con dolcezza, alternando il comando di quel gioco che ormai da giorni non voleva più terminare.

L’uno era ammaliato ed estasiato dell’altro, dato che entrambi pareva che pensassero la stessa cosa nello stesso tempo, distanti e fuori mano sì da una parte, ciascuno davanti alla tastiera del proprio PC, eppure con la stessa voglia, gli stessi desideri e le medesime fantasie, oh sì, adorabili, calde e lussuriose fantasie. Quel pensiero le fece per un attimo cedere le gambe, cosicché appoggiò la schiena al muro serrando le cosce, le labbra leggermente schiuse, con l’immagine di quelle mani che percorrevano il suo corpo impadronendosene, di quei baci che perlustravano la sua pelle controllando e dominando completamente il cervello, poi d’un tratto una voce, quella voce che la chiama per nome:

‘Aurora’.

Lei decisa e sicura, attualmente si sentiva impacciata, ma non ha troppo, il tempo di ragionare, ed ecco che lui la sorprende nuovamente, con modo di fare risoluto s’avvicina, la mano che si posa sul suo collo, un brivido la percorre, gira dietro la nuca e porta la bocca sulla sua, mentre le labbra si schiudono in un lungo bacio. Una fitta al cervello, avverte una specie di cortocircuito, il tempo di riprendersi, di tornare alla realtà e lei lo scosta nel timore che scenda qualcuno, che altri possano vederli, però non ha forza a sufficienza, dal momento che non ha la voglia di respingerlo, allora lui la sospinge contro il muro, mentre lei prova a sussurrargli:

‘Non qui, non adesso’ – nel tempo in cui gli passa le mani sul viso e tra i capelli.

Le loro lingue in seguito s’intrecciano, le labbra s’uniscono, le braccia cingono l’uno i fianchi dell’altro, Quei baci descritti, adesso eccoli scendere lungo il collo scoprendole la spalla, poi sente il contatto delle mani sulla sua pelle, quelle mani diverse dalle sue questa volta, quelle mani che s’insinuano sotto la camicetta. Altre scosse repentine arrivano al cervello e il ritmo del respiro aumenta assieme alla passione e al trasporto, perché inaspettatamente le sente risalire, percorrere i suoi fianchi, in un lungo implacabile e inevitabile tenero supplizio nuovamente lungo il collo, il viso, il pollice che nel frattempo percorre il contorno delle labbra cercandone un varco, penetrando la sua bocca accogliendolo in maniera carnale e voluttuosa. Lei lo lecca, lo succhia gemendo, poiché si sente porca ed eccitata, mentre quelle poche barriere cadono, eppure sa che è questo ciò che lui pienamente desidera, perché è questo che lo fa sragionare dal piacere.

Ancora baci e carezze, i bottoni della camicetta che cedono, finché le labbra si staccano e lui la guarda negli occhi: è quello l’istante esatto che ne capta la sua totale avida lussuria, perché vede il piacere dipinto nel suo volto mentre ne accerta la forma, la grossezza, laddove li libera dalla loro gabbia per fiondarsi sopra con un nuovo slancio. Quelle mani la rovistano, la sua lingua percorre i seni in circolo, sente i capezzoli duri e gonfi per l’eccitazione, li porge alla sua bocca che non esita, le sue labbra si serrano su di loro, li succhia, intanto che la lingua li stuzzica e li tormenta con dedizione. Le scappa nel frattempo un gemito, nel momento in cui sente le mani che le serrano il sedere, che spinge i sessi l’uno contro l’altro e le fanno aderire ancora di più, avverte chiara e lineare la sua eccitazione, la coglie di netto attraverso i jeans premere, una mano la cerca, attraverso la stoffa lo afferra, lo impugna sentendone l’ingrossamento, perché ne vuole sentire il calore e il vigore.

Eccola, come in un’adorazione è infatti ai suoi piedi, dato che slaccia uno dopo l’altro i bottoni, vede i suoi boxer elasticizzati che frenano la sua erezione, fa scendere i jeans e finalmente le mani possono posarsi sulle sue natiche mentre affonda la faccia sul suo sesso, la bocca schiusa ne segue le linee, si sofferma sull’elastico, intanto che i suoi occhi non disdegnano lo sguardo al suo ventre piatto con gli addominali in tiro. Lei lo fissa mentre lui trattiene il respiro, dal momento che sa che cosa vuole, perché sa che cosa lo tiene in pugno, in quanto non vuole deluderlo, è unicamente un attimo, visto che i boxer sono giù, mentre vede quel cazzo svettare davanti ai suoi occhi, lo percorre con la punta della lingua, intanto che una mano cinge la base dell’asta sentendola terribilmente calda e pulsante. Le labbra si schiudono, cingono la sua cappella gonfia, lei ne capta appieno il sapore inebriando i suoi famelici sensi, mentre le sue mani guidano i movimenti della testa. Lui ansima, lei lo fissa lì dal basso mentre tra le sue gambe vede nettamente l’espressione d’appassionata goduria che si disegna sul suo volto, poiché per lei è un invito per aumentare il ritmo mentre sa esattamente che si sta avvicinando il momento cruciale. 

Lei lo sente che risale accompagnato dai suoi gemiti a stento soffocati, sente il suo orgasmo esploderle in bocca, invaderla e riempirla. Affannati ed entrambi ansimanti si ricompongono riorganizzandosi alla svelta persi l’uno negli occhi dell’altro, avviandosi infine nel parcheggio ognuno in direzione della propria autovettura.

Senz’ombra di dubbio sanno e hanno sperimentato, che da domani il conteggio dei giorni ripartirà: un giorno. Questa volta però, portarne e sorreggerne il conto sarà meno fastidioso e insopportabile del solito.

{Idraulico anno 1999} 

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