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Erotici Racconti

Il desiderio negli occhi

By 6 Settembre 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Come accadeva spesso, quella sera avevamo deciso e disposto d’uscire per andare a bere qualche cosa nel consueto locale e come avveniva sempre quando andavamo a spasso io misi molta cura e premura nel prepararmi. Decisi a quel punto d’indossare un soprabito di jeans di colore nero avendo cura di lasciare aperti i bottoni della scollatura, da cui s’intravedeva il mio seno fasciato da un reggipetto di merletto nero, e lo spacco da cui si notava appena l’accenno della fine della calza autoreggente e l’inizio della pelle nuda della coscia, peraltro una di quelle situazioni per lui ritenuta molto eccitante.

Salimmo in conclusione in macchina e già là dentro io respirai un’aria briosa, diversa e frizzante, poiché potevo sentire l’odore della sua eccitazione frenata e percepivo i suoi pensieri fatti d’indisciplina e di ribellione. Io dal mio canto, percepivo nettamente il fervore crescere in mezzo alle gambe, lasciandomi deliziare da quest’amorevole e soave tortura. Arrivammo finalmente nei pressi del locale, affascinati e conquistati ognuno dalle proprie fantasie e in preda a una stravagante euforia, lì dentro incontrammo Valerio un bizzarro e singolare frequentatore del locale, che aveva eletto come sua seconda casa e al quale ci univa una piacevole e simpatica amicizia. Ci sedemmo con lui, mentre sorseggiava già al suo terzo Cuba Libre, così pure noi ordinammo da bere.

Con un gesto volontariamente casuale, io accavallai le gambe lasciando che lo spacco s’aprisse, perché sapevo che la circostanza avrebbe eccitato entrambi, nel frattempo consideravo e sapevo però, che le loro menti avevano iniziato a percorrere la strada della carnalità, della convulsa e dell’irrefrenabile lussuria, intanto che il mio corpo era pervaso e teso da una voglia incontenibile, accesa e stimolata dalla loro eccitazione, visto che era come se percepissi senza nemmeno sfiorarli, i loro membri pulsare allo spasimo del desiderio.

Io allargai le gambe sotto il tavolino e rimasi lì immobile in mezzo a loro, il mio liquido aveva ormai bagnato il minuscolo slip, pervadendo la mia pelosissima e odorosa fica come un fiume in piena, impazzita dal mio e dal loro impulsivo e veemente desiderio. Io vidi a quel punto la mano di mio marito prendere un cubetto di ghiaccio dal bicchiere, tenuto conto che percorse la coscia salendo fino allo slip, captai chiaramente che lo spostava affondando quel cubetto di ghiaccio in quel vulcano della mia fica già in eruzione. Valerio accomodato di fianco a me aprì la bocca in un’attonita richiesta che mio marito esaudì peraltro all’istante, facendogli bere tutto il mio intimo e succoso nettare. Sentii nuovamente la mano di mio marito fra le cosce, tuttavia questa volta fu il suo dito, che penetrandomi in profondità mi lasciò senza fiato, per il fatto che io dovetti fare uno sforzo immenso per ricordarmi che eravamo all’interno d’un locale pubblico evitando di lasciarmi andare a urla eccessive e smodate di piacere. Valerio nel frattempo reclamava la sua parte, eppure ben presto succhiò avidamente il dito che mio marito gl’infilò per l’occasione in bocca.

In quel momento mio marito mi fece alzare in piedi, m’introdusse la mano sotto il vestito e mi sfilò discretamente in modo garbato lo slip tastandomi la fica, sentii il mio liquido percorrermi le cosce, perché anelavo vigorosamente d’essere presa e sbattuta su quel tavolino del bar, d’essere penetrata sotto gli occhi di tutti, leggendo accuratamente nei loro occhi l’ambizione, l’ardore e la bramosia d’avermi e di possedermi, mentre mi facevo opportunamente sbattere come una puttana dall’unico uomo a cui l’avrei permesso, mio marito.

In conclusione, uscimmo dal bar di corsa in preda ormai a una frenesia e a una smania incontrollabile e travolgente, lasciando Valerio da solo con la sua manifesta erezione, in compagnia sennonché dell’ennesimo Cuba Libre e dei miei slip pieni di secrezioni.

{Idraulico anno 1999} 

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