Skip to main content
Erotici Racconti

Impicci e lacrime

By 13 Settembre 2017Febbraio 4th, 2023No Comments

Mi sembrava quasi commovente e manifestamente toccante osservare due amici di sempre consolarsi rallegrandosi e sostenendosi infine a vicenda. Poche battute, per capire che le cose non stavano andando bene per lei, persona alquanto fiduciosa e confidente nel mondo, però con infinite incognite e numerose rogne esattamente come lui. Le uniche parole di lui all’epoca furono:

‘Dovevo di certo aspettarmelo, ci avevo scommesso’.

Le lacrime di lei, viceversa, continuavano a scendere impassibili e distaccate, accompagnate dal suo discordante e sintetico ragionamento, riepilogato con delle frasi tristi e senza senso:

‘No, non ho voglia d’essere presa in giro così ogni volta. Adesso basta, perché tanto vedo che non vale la pena di sprecarsi via sciupandosi per qualcuno’.

‘Hai sbagliato solamente una cosa’.

‘E’ vero, non lo contesto, lo ammetto tranquillamente, di cose ne ho sbagliate tante, eppure non è questo il nocciolo’. 

‘Adesso però come stai?’.

‘Non so, sono un po’ confusa, imprecisa e lacunosa, direi incoerente e offuscata’. Le uniche cose da fare erano un bacio e un abbraccio.

‘Con tutta la massima franchezza ti rivelo che è un vero piacere trovarsi assieme te, sento che c’è la massima complicità, avverto che quest’aspetto mi piace molto, perché mi fa perdere il lume della ragione essere in compagnia d’una donna connivente’. 

In quel momento l’unica cosa che fecero fu di stringersi le mani, le loro menti non erano giammai state così vicine. Lui precisò tutto d’un fiato:

‘Credi ai segni?’.

Un altro bacio su d’un dito questa volta. Lei forse sfrontata, ma indubbiamente sincera arrossendo in volto prontamente gli manifestò:

‘Potresti succhiarlo, io adoro farmi leccare le dita’.

Giampietro ubbidì attenendosi senza staccare gli occhi dal suo sguardo:

‘Facciamo un gioco: io metto a disposizione la mia bocca, lascio il resto alla tua globale fantasia e alla tua famelica voglia’. 

Non erano mai andati così oltre. Iniziò succhiando una guancia, prosegui succhiando il labbro inferiore buono e morbido. La lingua stretta fra le labbra di lui, forse era ancora presto, Alice chiese di scendere sul collo e le parole di Giampietro in quell’istante furono:

‘Il tuo collo è libidinoso, mi fa uscire di senno, perché mi contagia, m’intriga trasmettendomi molte sensazioni, poi ce l’hai così erotico’.

‘Voglio sentire il tuo peso sul corpo mentre lo fai: succhia la punta della spalla’.

Lei lo guidava sul suo corpo con esuberanza finché non ebbe il coraggio chiedendogli d’essere leccata fra i seni. Giampietro mise il seno in mezzo, senza toccare ancora i capezzoli, così come voleva Alice, anche se moriva dalla voglia di farlo. Alice chiese d’essere baciata di nuovo, in quanto ambedue iniziavano a essere consci della propria eccitazione. Giampietro le piombò di nuovo, le alzò la gonna abbassandole leggermente le mutandine. Loro due si conoscevano da anni, malgrado ciò lui non l’aveva mai scrutata così. Era emozionato, veramente colpito, sentiva il suo profumo e il suo calore. Lei chiese di tirare su le mutandine di nuovo, dopo aver ubbidito Giampietro le spalancò le gambe e iniziò a succhiare l’interno della coscia, lei si fermò ancora emozionata e incredula di ciò che stava accadendo, perché sveltamente gli annunciò:

‘Adesso tocca a me essere tua completamente’ – gli manifestò lei.

‘Sì tesoro, fa’ quello che vuoi, senza freni né vincoli’ – replicò lui accalorato più che mai.

Giampietro strinse le mani sui seni e poi cominciò a digradare sulla bocca morsicandola deliziosamente succhiandole nel mentre i capezzoli. I gemiti di Alice non erano nascosti, tuttavia risultavano un limpido e puro appagamento per Giampietro, in quanto apparivano un esplicito e un apprezzabile rintrono per la sua individuale eccitazione. Giampietro giunse fino ai fianchi sfilandole le mutandine, mentre la bocca continuava in modo frenetico agendo sui capezzoli, le mani si spostarono all’interno delle gambe, in conclusione era un’attesa straziante e bellissima al tempo stesso. Giampietro le aprì le gambe, Alice lo seguì eccitata in ogni sua mossa, iniziò ad accarezzarla mentre una mano stringeva un seno. Alice era bagnata, in nessun caso era stata così:

‘Giampietro caro, io voglio offrirti il mio corpo’.

Giampietro era estasiato, in maniera entusiasta la guardava tra le gambe luccicanti per le abbondanti secrezioni, iniziò a leccarla, era sua adesso. Con le mani le aprì le grandi labbra, la lingua continuava nervosamente scendendo fino all’ano in modo fulmineo, fu Giampietro a chiederle questa volta dopo averla baciata:

‘Voglio che t’infili due dita dentro la fica mentre ti guardo, sì così, muovile dentro di te’.

Alice ubbidì conformandosi, colma di piacere allungò le dita e appena finì l’opera gliele fece assaggiare. Giampietro occupò il suo posto penetrandola con un dito, gli piaceva osservare mentre lei s’apriva, mise altre due dita alternandole con la lingua. Alice cominciava a gemere sempre più forte, ma voleva aspettarlo, perché non era ancora il momento, Giampietro s’appoggiò eccitato sull’ano e iniziò a spingere gradualmente senza fermarsi. Nel mentre la fece sdraiare sul fianco e continuando a penetrarla le agguantò una mano aiutandola a toccarsi. Alice non era mai stata così bene, lui le tirava il clitoride con le dita poi la penetrò, perché Alice venne così strepitando il suo appassionato e bizzarro orgasmo, Giampietro la sentiva venire tramite la sua voce, dai suoi gemiti, dai suoi convulsi movimenti, dopo si staccò, fece sdraiare Alice, le afferrò le gambe entrando tutto in colpo senza farle del male.

Lui adesso la guardava gradevolmente ammaliato, avvicinò la bocca alla sua, le afferrò con una mano un seno nel tempo in cui con l’altra le accarezzava la guancia. I colpi al presente si sentivano più decisi e stabili, diventando assidui e ininterrotti sotto i movimenti dell’orgasmo prolungato di Alice.

Giampietro si rendeva perfettamente conto ricominciando sennonché a penetrarla da dietro. Alice strinse i glutei per farlo godere di più, in maniera inattesa un gran quantità di sperma la riempì saturandole le viscere e dandole soddisfazione. Lui le abbassò le gambe, si sdraiò sopra e iniziò felicemente a coccolarla.

{Idraulico anno 1999} 

Leave a Reply