Skip to main content
Erotici Racconti

Impresa assennata

By 26 Dicembre 2018Febbraio 12th, 2023No Comments

Secondo il mio punto di vista, istintivamente per il mio individuale gusto personale, a detta inoltre di molte persone, avendola per fortuna per la prima volta visitata, quella che sto per elencarvi è una delle spiagge più incantevoli e maggiormente favolose della Sardegna, in verità un vero gioiello paesaggistico, un’autentica perla del Mediterraneo. Qualcuno di voi gradisce forse le spiagge affollate, chiassose e pigiate con la ressa della gente tutt’intorno? Taluni sì, altri ancora per nulla. Se siete allora in quella cerchia d’individui che detestano l’assembramento e la ressa, allora non vi resta che vederla con i vostri occhi almeno una volta. Questa spiaggia che sto per illustrare, è in effetti poco conosciuta e frequentata, in quanto è difficile da raggiungere, eppure la natura che potrete ammirare e apprezzare qua è praticamente intatta e inviolata.

L’arenile di Scivu è assai spettacolare, tuttavia raggiungerla a piedi è abbastanza esasperante e impegnativo, perché anni orsono quando la visitai per la prima volta nel 1990, c’era solamente un’impervia e malagevole carrozzabile a malapena sterrata e piena di sterpaglie che costeggiava un canale, qualche albero di eucaliptus, accanto a delle distese di cocomero in lontananza, che non t’invitava di certo per raggiungerla. Oggigiorno, invece, la fascia costiera in argomento di Scivu è agevolmente e comodamente raggiungibile percorrendo la S.S. 126 verso la cittadina di Guspini nel Sulcis-Iglesiente, poiché è attualmente ben segnalata, dal momento che si giunge attraverso una strada di montagna non asfaltata.

Quest’oggi qui siamo in tre, il mio amico Marcello, io e sua moglie Eliana. Ci capita di frequente d’uscire insieme in gruppo, ma oggi la scarpinata per guadagnare la spiaggia, nonostante qualche eucaliptus che aiuta nel tragitto ci fa propriamente sfacchinare, a questo punto abbiamo tolto i vestiti e avanziamo soltanto in costume. Eliana ha avvolto la sua maglietta sulla testa alla maniera d’un turbante, mentre il mio amico si è caricato i suoi bagagli. In verità, lo ammetto, Eliana mi è sempre piaciuta, giacché la trovo attualmente molto accomodante, aggraziata e proporzionata, femmina in verità quanto basta. Il suo peculiare atteggiamento è tra la modalità dubbia e sfuggente che ben si contrappone a quella sua insolita espressione connivente e sincera, ed è forse proprio quest’aspetto di lei che m’intriga e che gradisco in special modo.

Io sono dietro di lei e nel caldo torrido di queste parti del mese d’agosto la esamino attentamente nel tempo in cui avanza, pure lei è sudata, è ovvio, per il fatto che mi pare piuttosto istintivo protendere la mia mano e toccarla da dietro, probabilmente lei non aspetta altro. Mi scrollo rapidamente da questi pensieri stolti, ma tallono sempre i movimenti del suo costume color lavanda. In conclusione arriviamo e per prima cosa cerchiamo subito un consono refrigerio immergendoci dentro il mare, io sto bene molto con loro, fondamentalmente perché ci frequentiamo da tanto tempo e non abbiamo apprensioni né presentimenti dei nostri silenzi né dobbiamo apparire in qualche modo, poi in aggiunta a ciò, l’unica e meravigliosa attrattiva di questo posto, è che la difficoltà di raggiungerlo garantisce in ultimo di trovare pochissime persone, perché pure quest’oggi è effettivamente così. 

La mattinata trascorre, rintracciando conchiglie di varie dimensioni e qualche partita a carte, si conclude con un lesto spuntino approntato per l’occasione da Eliana con l’immancabile insalata mista di mare di polpi, di calamari e di seppie, infine con del melone e dell’anguria per concludere in bellezza. In seguito c’instradiamo in cerca d’un poco d’ombra nella bassa e odorosa vegetazione poco distante accanto a un grande albero di tamerice. Per delicatezza e per riserbo, io cerco un posto un poco distante dai miei amici sistemandomi sul grande canovaccio nei pressi d’un vecchio arbusto di ginepro, in seguito lancio un’occhiata al mio rotocalco, successivamente cerco di sonnecchiare rigirandomi svariate volte. Intravedo i miei amici vicini, ambedue sono lievemente coperti da alcuni rami, malgrado ciò mi pare che Eliana si stia dando da fare, moderatamente sconcertato e certo di non essere visto, intensifico sennonché in modo curioso e pettegolo la sbirciata.

Marcello è sdraiato con le braccia sotto la nuca e gli occhiali da sole infilati come stesse acchiappando pigramente il sole, Eliana, all’opposto, è accomodata sull’asciugamano vicino a lui e con la mano lo accarezza armoniosamente sul ventre, sul costume e sulle gambe. Io non comprendo se lui sia apatico e disinteressato, oppure la lasci fare godendosi la situazione, eppure lei sta indiscutibilmente cercando di stimolarlo, forse di smuoverlo. Io mi sposto a rilento per vedere meglio, Eliana seguita in maniera placida la sua stuzzicante opera, io avverto che ho il cazzo eretto, anche se non c’è nulla, ciò nonostante la circostanza m’attizza scuotendomi oltremodo, perché a dire il vero, chi più chi meno, siamo tutti un poco curiosi, guardoni e maniaci. Al momento Eliana gli infila la mano nel costume e gli estrae il cazzo semi-eretto massaggiandoglielo. Noto che con lo stesso ritmo seguita a fare su e giù dolcemente con la mano, carezzando adagio perfino il suo villoso bassoventre con l’altra estremità. Il mio amico, eccezionalmente, non dà apparenti segni di vita, eppure sono certo che sarà lì ad occhi chiusi nel godersi appieno la sua deliziosa consorte. Eliana prosegue con calma, ogni tanto si china per baciarglielo sulla punta e poi se lo infila per metà in bocca, dopo ancora seguita con la mano. Io m’accorgo che mentre squadro quella lasciva scenetta, mi sto immancabilmente passando il palmo della mano sul mio cazzo in eloquente erezione. Lei, anzi loro due, non s’assillano né si crucciano né si sdegnano per nulla di me, cosicché io mi sdraio totalmente per terra facendo finta di dormire, prevedendo che entrambi possano rigirarsi bruscamente e in tal modo mi vedano.

Adesso Eliana si è comodamente chinata su di lui con le chiappe verso l’aria, perché con affondi ben studiati, talune volte flemmatici, altri ancora risoluti ed energici, sta andando avanti deliziosamente con la bocca. Lei si rimanda sovente indietro la sua lunga capigliatura, tuttavia senza sospendere la sua dissoluta, invereconda e viziosa sapiente opera. Non vedo bene, ma nonostante ciò, interpreto ogni suo distinto movimento, capisco che ogni tanto va giù di sotto per baciargli i testicoli, amabilmente lo lecca fino a ingoiare del tutto il suo cazzo. Lui è rimasto concretamente statico, penso proprio che sia il loro modo personale di fare l’amore, perché non intravedo nessuna mano che la a sfiora né un segno di piacere. Ci siamo, al presente Eliana seguita con meno distrazioni muovendosi su di lui in maniera ritmata e precisa, perché meta del suo cazzo è nella bocca di lei che si muove con una ciclicità regolare, finché l’imminente sussulto del mio amico mi preavvisa che la bocca di lei sarà piena di sperma tra pochi istanti, effettivamente succede in tal modo. Eliana rallenta, ancora un poco va avanti, poi estrae il cazzo inondato e rimane poggiata e sorridente, abbracciata direi, vicino al cazzo bagnato di lui. Dopo seguita a baciarglielo a rilento carezzandoglielo con la mano, malgrado ciò in questo momento di rilassamento, sospetto proprio che mi guardino, cosi abbasso giù la testa e sbarro occhi. Non è successo niente non ho visto niente. 

Io mi risveglio, non so dopo quanto tempo, poiché animato e persino accaldato mi guardo intorno, Eliana è seduta sul canovaccio assorbita nello scrivere, sta infatti eseguendo le parole incrociate preferite, giacché lei è un’appassionata, dal momento che le compila tutte in breve tempo. In quella circostanza i nostri occhi s’incrociano intanto che esclama:

“Vedo che hai riposato” – mi comunica lei in modo gioioso, durante il tempo in cui io ribatto che mi sento leggermente insicuro e per di più insonnolito.

“Marcello si è tuffato in mare, mi ha riferito che si era spazientito di stare qua all’ombra” – mi riferisce Eliana con un piglio sottinteso, come se volesse riferirmi della sua calcolata e libidinosa intenzione.

Con un’insolita disinvoltura s’avvicina e stende il canovaccio accanto al mio, come per seguitare le parole crociate insieme. Probabilmente è per lo spettacolo di prima, ma io non riesco a guardarla senza pensare a vicende astruse e stravaganti, perché averla così vicino in questo contesto, che a me almeno sembra bizzarro mi crea un insolito intoppo e per di più un inedito turbamento. Eliana, al contrario, è molto genuina e spontanea naturale, è seduta per comodamente terra, in quanto sfoggia placidamente il suo corpo, che quest’oggi mi fa veramente un effetto esclusivo e sorprendente, poiché ancora una volta incalza il discorso punzecchiandomi e annunciandomi:

“Dimmi una cosa, hai ben apprezzato lo scena di prima? So bene che m’osservavi” – riferendomi quasi a bruciapelo del mio individuale misfatto, giacché resto sconcertato, dal momento che avendomi preso in contropiede non ho la reazione adeguata né sollecita.

Io mi sento come un burattino, però la mia mano sfugge dal controllo e vado a carezzargli dolcemente la gamba, così senza pronunciare nessuna parola. Eliana mi squadra senz’aggiungere altro passandomi le dita sulle nocche della mano senza toglierla, io le cingo i fianchi e avvicino le mie labbra alle sue. La sua lingua spontaneamente entra nella mia bocca, mentre il suo profumo m’invade le narici, perché adesso assaporo in ultimo il bacio per il quale ho costantemente rimuginato. Colgo di netto la sua mano che s’infila nel mio costume, poiché le sue piccole dita avvolgono il mio cazzo estraendolo senz’indugio alcuno, perché al presente il piacere m’assale in modo energico. Preferirei guardare la sua mano mentre lavora, ma la sua bocca m’avvita il cazzo inibendomi di spostarmi come vorrei. Mentre il mio cazzo è saggiamente affidato alla sua mano destra io le sfioro nel contempo il seno, la mia mano si dirige sui suoi capezzoli, avvertendo l’epidermide accaldata sulle mie dita.

In seguito ci adagiamo comodamente, tenuto conto che le infilo la mano nel suo costume allargandolo, dopo le stringo le natiche marmoree come la neve. Io le sussurro nell’orecchio una parola immorale, peccaminosa e perversa, Eliana mi risponde con un sorriso e indirizza la sua bocca sul mio cazzo. Il gradevole tepore che m’avvolge mi dà sensazioni incantevoli e piacevolissime, chiudo gli occhi e m’abbandono interamente alla sua abile ed esperta esuberanza. La mia mano in mezzo ai suoi capelli asseconda il suo movimento, adesso il piacere è talmente forte che sembra dolore, io vorrei scoparla per davvero e glielo dico, lei per tutta risposta accelera, introduce la sua mano a modo di cucchiaio sotto ai testicoli fino a arrivare adagio da dietro, perché quando lei infila il dito indice dentro di me io non riesco più a resisterle. Con una serie di strilli strozzati e con dei lamenti trafelati, io le riempio la bocca con la mia lussuriosa sborrata, lei prosegue lasciandone uscire un poco sul mio corpo e, come aveva compiuto poco prima con il coniuge, persevera a baciarmi il cazzo accarezzandomelo e circoscrivendomelo.

“Io non potevo donarti oggi tutto quello che desideravi, perché domani nel tuo alloggio diventerà tutto più piacevole e sarà più affascinante” – mi riferisce Eliana in maniera schietta, impudica e viziosa, ma in special modo insperata facendomi l’occhiolino. 

{Idraulico anno 1999} 

 

Leave a Reply