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Erotici Racconti

In silenzio

By 23 Giugno 2017Febbraio 3rd, 2023No Comments

Mi piacerebbe essere allungata sul letto in pace, in totale silenzio, sì, ecco di che cosa ho realmente bisogno adesso, di quiete, perché mi mette nella condizione ideale, la migliore per badare pensando in modo ottimale a lui. Quando sono da sola, così come al momento, in brevissimo tempo la mia attenzione si gremisce d’intenzioni ardenti e frementi, costantemente sguaiate e sparpagliate, giacché in quell’attimo la mia mansione è riottenere al più presto il giusto assetto e la corretta disciplina. Devo proprio risistemarmi, che tipo di pretesto escogiterò oggigiorno? In quale modo procederà quel confronto? 

L’incognita e il mistero sono piacevoli, altresì amabili e perfino soddisfacenti, poiché è tutto nella mia testa, ciononostante seppur non ne vedo ancora la fine. Rifletto che non m’abbia neanche toccato, però so che lo vorrebbe e lo gradirebbe compiere, che lo farebbe se soltanto potesse, per il fatto che mi piace riflettere per come vorrebbe toccarmi, perché è così inspiegabile e misterioso, dal momento che mi piace immaginarmelo un po’ irruento, con quella foga e con quello slancio che arriva dal desiderio soffocato e represso da svariati giorni. E’ come un piccolo patimento, una ridotta e scontata tortura sapere che ci vorremmo prendere e non potersi neanche sfiorare anche se siamo soltanto a pochi centimetri, soltanto guardarsi e studiarsi negli occhi, osservarsi a lungo, squadrarsi senza che gli altri se ne accorgano e scoprire che il suo sguardo su di me è improvvisamente speciale, dato che mi scivola sulla pelle, mi spoglia lentamente, arriva nei miei punti più sensibili, mi fa rabbrividire facendomi inarcare la schiena. 

Io farei qualsiasi cosa per il tocco delle sue dita, delle sue labbra, giacché è un delirio, mi piacerebbe lucidamente sentirlo addosso, avvertire la sua pelle calda e nuda, cogliere nettamente i sessi che aderiscono in quel modo perfetto, come può succedere e avvenire solamente nella mia testa. Quando penso a queste cose io divento improvvisamente arrendevole, sfibrata e silenziosa, dato che le mie gambe si stringono una contro l’altra, la mia mano scivola sempre al posto giusto. Se sapesse però le storie che invento quando penso a lui, forse si deciderebbe per realizzarle, può darsi che direbbe le parole magiche e farebbe la prima mossa. Ecco, sì così, lo sento, ancora qualche istante e sopraggiungerà quel piacevole piacere intenso, lancinante e straordinariamente raggiante e unico. Il respiro è corto, mille immagini che affiorano, il desiderio mi distrugge e poi più niente, io divento cieca, muta e vulnerabile nel momento del piacere, perché mi pare un istante lunghissimo, eppure non è giammai abbastanza. Lo squillo del telefono mi riscuote all’improvviso, io respiro profondamente in quanto devo tornare alla realtà, parlare con il mio fidanzato come se niente fosse accaduto:

‘Hai la voce strana’.

‘No, forse perché stavo dormendo’.

‘No, per niente, non m’hai disturbato, al contrario’.

‘Va bene, sì, a più tardi. Ciao amore, ti mando un bacio’.

‘Anch’io, ciao’. 

Un giorno s’accorgerà che penso a un altro, il mio ardore, il mio desiderio è troppo forte, assai consistente, forse se n’è già accorto, però non può dirmi niente, non è un tradimento né un voltafaccia. O forse sì. Io non voglio né pensare né rimuginare ad altro, per oggi basta, dato che lo snervamento e la stanchezza prendono progressivamente il sopravvento dileguandosi. 

Io t’incontrerò tra qualche ora, ci guarderemo e ci scruteremo come al solito, dopo ci saluteremo con un’abituale etichetta e con una diffusa formalità che entrambi ben conosciamo, perché ti desidererò e ti vorrò ancora come sempre. Domani. 

{Idraulico anno 1999} 

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