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Erotici Racconti

Incontrarsi e amarsi

By 8 Ottobre 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Quella mattina decisi improvvisamente fugando ogni dubbio ed eliminando qualsiasi indecisione a quel punto d’incontrarlo, stabilendo in ultimo in modo netto di parlargli dopo solamente poche settimane. Io pensavo tutto questo, nel tempo in cui salivo in macchina per raggiungerlo, perché dopotutto non c’era niente di disdicevole né di male né di sconveniente, giacché io mi sentivo alquanto affrancata, felice e libera di decidere della mia vita, anche se autonoma e indipendente in fin dei conti non lo ero per niente. Ancora una curva ed ecco che lui era lì che m’aspettava, adesso che ci penso era anche un poco emozionato e chiaramente scosso, io mi sentivo convinta in tutto anche d’atteggiarmi del mio modo di fare e di presentarmi, sì, perché ero disposta e pronta per quest’inedita avventura.

Io scesi dalla macchina e m’avvicinai a lui, ci baciammo subito sulla guancia, lui subito mi strinse la mano con entusiasmo e con estrema passione stringendomela per alcuni minuti, io in quella circostanza mi sentii manifestamente felice e vogliosa d’iniziare quella storia di passione instaurata così per gioco attraverso messaggi irreali e supposti. Salii sennonché sulla sua autovettura, mentre lui mi guardava cercando di guidare, prendendomi più volte la mano. Io non avevo ancora appreso e avuto cognizione finora, per quale ragione m’interpellavo d’essere pertanto così decisa e serena, in tal modo gl’indicai una strada che ci avrebbe portato in un posto tranquillo.

Lui era molto amorevole, direi timoroso, in quanto non aveva ancora superato l’imbarazzo iniziale, o forse era solamente l’emozione e la trepidazione di sapere che cosa sarebbe successo più avanti. Dopo che arrivammo non passò neanche un minuto, poiché lui cominciò a baciarmi, m’infilò la mano sotto la gonna e mi trovò senza gli slip. Anch’io cominciai tempestivamente a palpeggiarlo non pensando più a niente, poiché non mi stupii neanche di sentire quella fame che m’aveva conquistato, quell’appetito, quel bisogno e quella voglia di sesso che mi pervadeva attraversando tutto il mio essere. In quell’istante gli slacciai la cerniera dei pantaloni infilandovi dentro la mano, accarezzando il suo cazzo già irruente, solido e bendisposto.

Io mi sdraiai sul sedile della sua macchina, m’infilai la mano nella maglietta e feci uscire il mio seno, affinché lui potesse toccarmelo e leccarlo, mi feci già trovare così pronta con le mie gambe aperte e vogliosa d’accoglierlo, sì, perché sentire le sue mani sul mio corpo, la struttura d’una persona che non avevo mai visto prima, avvertire il suo cazzo entrare nel mio corpo, sentire tutto il suo calore, quel corpo che sbatteva sul mio facendomi sussultare e tremare svisceratamente. Io lo fermai e incominciai a leccarlo dappertutto, arrivando lì in mezzo alle sue gambe, prendendogli il cazzo in bocca, iniziando così quell’armonioso e delizioso gioco con la mia bocca. Quante parole uscivano dalla sua bocca, dal momento che riempivano l’aria, quella poca melodia che si respirava nella macchina, definizioni e parole che mi facevano comprendere tutta la sua voglia che aveva di me, d’avermi, d’impossessarsi e di prendermi.

Lui iniziò a godere, sì ecco, era ciò che volevo vedere, il suo viso alterato e stravolto dal piacere, i suoi occhi persi nei miei, toccarmi per fargli vedere come sono, fargli sentire la mia voglia, che cosa potevo fare davanti a lui allargandomi le gambe e mostrandogli perciò la mia pelosissima e rossiccia fica vistosamente diventata sugosa. Incominciai sennonché a masturbarmi avvedutamente squadrandolo negli occhi e palpeggiandomi il seno, lui incominciò ad aiutarmi toccandomi, infilando anche le sue dita dentro di me, eccitandomi e scatenandomi ancora di più, lui era sopra di me eccitato più di prima, no, non era possibile, dal momento che ero io stessa che avevo causato tutto questo in quel preciso momento, adesso sì che ero sua, perché con i miei fremiti, i miei sospiri, con le sue parole io mi ero totalmente persa nel mio orgasmo, aprii in quel frangente gli occhi notando che voleva prendermi ancora e questa volta mi disse di girarmi.

Io, in quel preciso istante, lo afferrai per il collo della camicia rimasta slacciata lasciandomi intravedere il suo petto, successivamente lo mordicchiai sulle labbra accarezzandolo tutto fino a sentire ancora il suo cazzo granitico più di prima, di questo andare lo succhiai ancora gustandomi ancora per un po’ il suo odore, il suo sapore, poi smisi, perché era ciò che lui voleva, così lo lasciai fare, in seguito mi voltai mostrandogli il mio sedere pronto ad accoglierlo per ospitare amorevolmente le sue voglie. I nostri corpi erano sudati e sbattevano uno contro l’altro, l’odore forte e penetrante della mia fica arroventata si mescolava accuratamente assieme al suo cazzo, perché anche nel dolore fisico, per il fatto che era ciò che io anelavo, cosiffatto aspettai di sentirlo strepitare, perché lui continuava a riprendermi annunciandomi quello che avrebbe ancora potuto e voluto farmi, per come mi voleva, per come m’aveva amato e intanto gustavo sentendo spiccatamente il suo bianco liquido seminale scivolarmi addosso lavandomi e marchiandomi tutta.

Era stato in realtà tutto così veloce, così delizioso e talmente piacevole, poi quelle sue parole, mentre i finestrini appannati della macchina ci avevano in qualche modo preservato e protetto dal resto del mondo. In seguito restammo ancora per un po’ a coccolarci, a parlare di noi e che cosa avremmo fatto in seguito.

Io ho un limpido, luminoso e magnifico ricordo di quel giorno, in piedi, fuori dalla macchina abbracciati mentre io gli bacio la schiena, perché ne sono più che certa che domani, senza dubbio ci rivedremo ancora.

{Idraulico anno 1999}

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